San Mauro Marchesato nel Medioevo
Abate benedettino e discepolo di San Benedetto, San Mauro è di solito rappresentato giovane ed in abiti da monaco. Tra gli attributi vi sono la croce abbaziale, la vanga, che allude all’abazia di Saint Maur des Fosses, la gruccia, in quanto patrono di zoppi e gottosi, e la bilancia, utilizzata per pesare il vitto dei monaci secondo la regola benedettina. Da quanto detto sembra quindi che la fondazione del casale, aggregato di coloni adibiti alla messa a coltura del territorio, debba essere collocata al tempo dell’occupazione normanna.
Primi documenti
In età sveva “Sanctus Maurus” è un casale con un suo territorio nel tenimento di Santa Severina. Esso compare al tempo di una lite tra il monastero di S. Giovanni in Fiore ed il nobile Simone di Policastro. L’arcivescovo di Santa Severina Dionisio nel 1220, con il consenso del capitolo, aveva donato il territorio a pascolo di Castellace ai florensi con l’annuo censo perpetuo di sei libbre di cera.[i] In una sentenza dei giustizieri imperiali del gennaio 1223, si legge che parte del tenimento di Castellace era stato poi usurpato da Simone di Policastro, il quale vi aveva fatto costruire un ovile. Per porre fine alla lite e conoscere la verità, i giudici avevano fatto convenire alcuni “iuratos ac veteres sapientes et fideles homines”, presso il monastero di S. Pietro di Tacina, obedienza di Santa Maria Latina. C’erano l’arcivescovo di Santa Severina Dionisio, il vescovo di S. Leone Filippo, il conte Riccardo Falluca, l’abate del monastero di San Nicola di Flaiano Leunto, i giudici di Santa Severina e di Policastro, e molti chierici e laici di Santa Severina, di Policastro, di Rocca Bernarda e del casale di “Sancti Mauri”.[ii]
Il casale “Sanctus Maurus” con la sua località “Primunturo” (Permontorio, Promontorio), già messa a coltura con vigne, alberi da frutto e querce, ritorna in un altro documento, riguardante una ricognizione di possedimenti del monastero florense, eseguita nel maggio 1248 dai funzionari imperiali Raynono de Misiano, “imperiale magistro camerario” di Valle Crati e Terra Giordana, e dal suo assistente Riccardo de Neocastro. I terreni situati “in casale Sancti Mauri”, erano: una terra che era stata di Costa Cothale ed in località Primunturo, due pezze di vigne che erano state di Basilio Buchuto, una terra detta di Flata con olivi e melograni, ed una terra con alberi.[iii]
Ritroveremo “Promonturo”, una località abbastanza vicina a dove era situato il casale e di facile accesso, con molte possessioni, all’inizio del Cinquecento. Il luogo, infatti, risulta attraversato da diverse vie pubbliche che lo collegano con Santa Severina, con Cutro, con Scandale e con la “traccia p.ca che va alla Grillusa”. Tra i censi che esigeva il conte Andrea Carrafa, c’era quello di Stefanus Mutus e dell’erede di Luca Mutus, per un vignale posto “ad promonturo”. Il vignale confinava a oriente e a settentrione con la via vecchia che discendeva da Santo Mauro, a occidente con le terre di Minico e Nicola Telesio, e a mezzogiorno con il vallone “de Promoturo”.[iv]
Sempre alla metà del Duecento, compaiono i nomi di alcuni abitanti del casale. Nel marzo 1240 in un’inchiesta tesa ad accertare se il monastero di Sant’Angelo de Frigillo dovesse concorrere alle spese per la riparazione del castello di Santa Severina, vengono interrogati alcuni abitanti del casale di San Mauro. Essi sono i “senes”: Nicolaus Cuffari, il presbiter Iohannes Araclius, Theodorus Mustara, Nicolaus Cundopolus, Theodorus Septempanes, Leo Amasseti, Lamaro de casale Scuro Iohanne e Nicolaus Curator.[v]
“Sanctus Maurus de Caraba”
All’inizio della dominazione angioina il casale nei documenti cambia denominazione. Mentre in quelli ecclesiastici conserva il vecchio nome di “Sanctus Maurus”, in quelli del regno troviamo “Sanctus Maurus de Caraba”, o “de Carava”. Molto probabilmente il mutamento avvenne per distinguerlo dall’altro casale di San Mauro presso Corigliano.
Durante la dominazione angioina, essendo casale e, quindi, parte integrante del territorio della città di Santa Severina, godette lo stato demaniale, in virtù dei privilegi concessi alla città, sia dal re Carlo I d’Angiò che dal figlio Carlo II. Tuttavia, a volte, dovette subire per brevi periodi la condizione feudale, come al tempo in cui gli angioini perdettero la Sicilia dopo i Vespri Siciliani, quando, secondo il Dito,[vi] il cavaliere provenzale Giovanni de Montfort, venuto al tempo dell’occupazione, ebbe in Calabria da Carlo I d’Angiò, del quale era parente, S. Mauro, Ipsicrò, Fuscaldo, Bollita, Montepavone ed il castello di Belvedere, per compensarlo dei feudi persi nell’isola, e quando il re Roberto d’Angiò riconcesse “sua vita durante”, il casale di S. Mauro de Caraba al familiare Iacuetto de la Petina. In questo caso si sa che il La Petina aveva già avuto in precedenza il casale, ma ne era stato privato per le proteste della città demaniale di Santa Severina, secondo cui esso era parte integrante della città.[vii]
Nella “Cedula subventionis in Iustitiariatu Vallis Grati et Terre Iordane” del 1276, “S.tus Maurus de Caraba” è tassato per once 55, tari 27 e grana 12[viii] che, secondo la stima del Pardi, equivarrebbe a 2796 abitanti.[ix] Situato in diocesi di Santa Severina, San Mauro è sede arcipretale. Nei primi decenni del Trecento, tra i censi pagati alla Santa Sede dall’arcidiocesi di Santa Severina, troviamo quelli del protopapa di San Mauro, il presbitero Nicolaus, il quale nel 1308/1310 paga due tari e mezzo e nel 1325/1327 tre tari e cinque grana.[x] Un pagamento dell’adoha relativo all’anno 1378, evidenzia che il casale di San Mauro era detenuto in feudo dai conti Ruffo di Catanzaro.[xi]
Dai Ruffo al Centelles
L’undici luglio 1426 il papa Martino V confermava i possessi del marchese di Crotone Nicola Ruffo. Oltre alle città di Catanzaro e Crotone, sono nominate molte terre e casali, tra i quali San Mauro de Caraba, Cutro, San Giovanni de Monacho, Papanichifore, Crepacore, Apriliano, ecc.[xii] Dai Ruffo passò poi in potere del marchese di Crotone Antonio Centelles, il quale fu ribelle al re Alfonso d’Aragona.
Ritroviamo il casale in un documento del 20 novembre 1444, quando il re Alfonso d’Aragona al tempo della resa della città di Santa Severina, concedeva dei capitoli all’università. Tra questi vi era il riconoscimento dello stato demaniale, sia per la città che per i suoi casali, in parte distrutti e spopolati a causa delle vicende belliche: “Item supplica la dicta un(iversita)te che como contene per lo privilegio in sigillo de auro pendente, che si per volucione de la maesta v(ostr)a p(redic)ta distrahessino et separassino de lo demanio la dicta citate de Sancta Severina cum soi Casali, como ei cutro, sancto joanne monacho et sancto mauro, torlocio, sancto leo, Scandale, s(anc)to stephano, li quali licet non habiteno che su disfacti et depopulati intanto che cu li concessioni non habia loro, ansi siano servati la cita et casali p(redic)ti per mero demanio …”.
Da un altro documento si ricava che, tra le terre appartenute al marchese di Crotone Antonio Centelles, alle quali il re Alfonso aveva concesso all’atto della resa, l’esenzione dal pagamento della tassa sui fuochi per la durata di dieci anni, ad iniziare dal mese di dicembre e continuando per tutto il mese di gennaio 1445, vi è Sancto Mauro con una popolazione composta da 31 fuochi. Il fatto di aver riconosciuto lo stato demaniale alla città di Santa Severina ed ai suoi casali, e l’esenzione per dieci anni dal focatico, non impedirà al re di concedere le rendite di molti beni amministrati dalla regia corte ai suoi vassalli, tra i quali “Johanni Campana et Spirito Misiano de Pollicastro”, i quali ebbero dal re le rendite dei due corsi in territorio di San Mauro detti “li tenimenti de Verdi et Pantano che valeno l’anno D. CXX”.[xiii]
La torre del casale
Sempre in questi anni della metà del Quattrocento è segnalata la presenza di una torre presso il casale con funzioni fiscali. Il 20 gennaio 1449 da Napoli, il re Alfonso d’Aragona ordinava a Gabriele Cardone di pagare gli stipendi, dovuti e maturati, a “Petro de Boca de Faro cons. maiori rabosterio regio et quattuor sociis pro custodia castellania Turris et casalis de Sancto Mauro in pert. Sanctae Severinae”.[xiv]
La funzione fiscale della torre ed i numerosi soprusi, che perpetravano coloro ai quali era affidata, sono evidenziati nelle richieste dell’università di Santa Severina al re Ferdinando. Il re, da Castro Novo nella città di Napoli, il 25 febbraio 1466, accoglieva che “chi è capitano non possa esser castellano e cossi si intenda la torre di S. Mauro vostra M.ta le debbia tenere pro vostro mero dominio, e la torre pred.a concedere ad ip.a città la debia destruere attento non … utilità nulla, si non spesa et à la citta bastia (?) et disfact.ne …”.[xv]
La scomparsa del casale
Devastata al tempo della ribellione del Centelles e vessata dalle tasse, la “motta” continuò a decadere e spopolare. Nel 1451 era quasi “dissabitata”, come si legge in una petizione, che in quell’anno l’università della Motta di Santo Mauro de Caravà, pertinenza di Santa Severina, inviò al governatore del ducato di Calabria Francesco de Siscar. Gli abitanti chiesero che fosse diminuita la tassa sui fuochi. Dopo aver fatto presente che, al tempo della ribellione del marchese di Crotone Antonio Centelles, nella numerazione dei fuochi ordinata da re Alfonso d’Aragona ed eseguita dal regio commissario Iohanni Cassano, la “mocta de Sancto Mauro de Carava” era stata tassata per 31 fuochi, “cussi nui havimo pagato et fomme scripti de pagare per li quattro per cento per li regii commissarii. Mo per li regii commissarii ni e cercato lo sale per fochi trenta uno et perchi la dicta universita et homini de Santo Mauro si sentino ingravati de fochi sey quali su in lu nostru cunto et habitano in la cita de Santa Severina …”. Pertanto, gli abitanti di San Mauro de Carava chiesero di non essere tassati per questi fuochi, in quanto Andrea Figusu, Rellu Niclia, Nardu Chauta, Joanne Cauczuneri, Perri Basuyno, Dominico de Guardacta e dopna Amorusa, erano andati ad abitare nella città di Santa Severina, ed erano conteggiati nei fuochi di quella città. Fecero inoltre presente che “la dicta mocta e dissabitata et non habita excepto fochi vinti”; oltre ai sei fuochi andati ad abitare a Santa Severina, di altri cinque se ne erano perse le tracce.[xvi]
La fuga per non pagare le tasse e la perdita di ogni privilegio, concorsero, assieme alle pestilenze, alla definitiva scomparsa del casale. Trent’anni dopo, nel 1482, il feudo di San Mauro de Caravà era concesso dal re Ferdinando a Lodovico de Rinaldo, come casale “dishabitato”.[xvii] Nello stesso lasso di tempo veniva a mancare anche il vicino priorato di S. Pietro de Niffis che, in un documento del marzo 1479, è descritto come ridotto a semplice grancia, nella quale “conventus aut dignitas non est”.[xviii] Entrambi segni di un generale declino, dovuto sia alle vicende belliche legate alle rivolte contadine della metà del secolo, che alla fuga dai centri abitati per sfuggire alla tasse. San Mauro di Caravà che nel passato, aveva goduto di una certa autonomia da Santa Severina, avendo una giurisdizione separata, con un proprio capitano e banco di giustizia, all’inizio del Cinquecento diverrà uno dei feudi rustici del conte di Santa Severina Andrea Carrafa. Bisognerà attendere la metà del Cinquecento per trovare il castrum di San Mauro, fondato al tempo di Galeotto Carrafa attorno alla vecchia chiesa di San Giovanni Battista, sul pianoro di una collina a tre miglia dal fiume Tacina, ed a mezzo miglio a tramontana dall’antica chiesa della SS. Annunciata di Caravà.
I confini del feudo di San Mauro
Così sono descritti i confini del feudo di San Mauro in un documento di reintegra al tempo di Andrea Carrafa.
“Incipiendo ab oriente a coniunctione cavoneium incantor. qui descendunt unus a colle dicta de Mihi Basili et alter qui descendit a Timpono alto ditto de Vulturo supra Petram dittam de Drago et per dictum cavonum descendentem a dicto timpono ascendit et ferit dictum timponum versus boream et abinde descendit per terminum dividentem t.ras Curiae dictas de Troncone Nigro et t.ras de Gullo et ferit ad vallonum siccaneum descendentem a Troncone Nigro et transit dictum vallonum et ascendit per directum per cavonum siccaneum et ferit ad Collem Cupam nominatam de Badulato et a dicta colle descendit per directum ad vallonem dictum de Gaudiosi et per dictum vallonem ascendendo et continuando exit per directum ad collem dictam de la Petrosa et a dicta colle descendit per viam pu.cam et vadit et ferit ad aquam dictam de la Mortilla versus boream et a dicta aqua continuando per viam seu traciam publicam ferit ad azoppaturum seu sequiglium nominatum de Scifo ubi est fons aquae surgentis et per cursus d.tae aquae vadit et ferit ad locum ubi iunguntur valloni dicti de li Gorni et de la Grillosa et transit dictos vallonos et ascendit per directum versus occidentem ad serram dictam de la Guardia et per cristas cristas dittae serrae vadit et ferit ad collem dictam de li Tumpari ubi est quaedam Mongioya fabricata et per viam publicam qua itur ad Civitatem S.tae Severinae a Motta Cutri et transit viam p.tam per frontes frontes serrae dictae de lo Solvo continuando vadit et ferit ad viam publicam et ad collem dictam de Scurojanne et a dicta colle per viam publicam relinquendo dictam viam et per frontes frontes vallis dittae de mezzo vadit et ferit ad timponum de lo Piano de le Ficare supra Retharium dictum de la Valle de la Butte et a ditto timpono descendit per directum ad vallem transit vallem et per direttum ascendit ad timpas de li Communi dictas de S.to Nicola de li Millei et ascendit per timpas timpas et vadit et ferit ad serram ditta de la Cita et per dittam serram descendit versus meridiem et ferit ad locum dictum de le Collitelle et per dictum locum descendit per cristonum per directum ad locum dictum lo Versa.. de lo Suvarello et ab inde descendit et vadit ad vertaglium dictum de la Scotella et descendit ad locum ubi dicunt et sunt petrae irtae et per dictas petras irtas descendit et vadit ad vallem dictam de Manni et per vallem deorsum vadit et ferit ad viam p.cam de Nimphis et volvit et ferit ad locum dictum La Petra Scritta et a dicto loco vadit et ferit ad viam pu.cam dictam de la Conusa et per dittam viam vadit et ferit ad ecc.am dirutam nominatam de Melle Cucchi et a dicta ecc.a ferit a terminum magnum et vadit et ferit ad locum ubi erat molendinum ecc.ae S.ti Petri de Nimphis et per dictum terminum vadit et ferit t.ras S.ti Nicolai de Iagiano et continuando per eundem ter.num ferit ad t.ras gabellae Cur. dittae de la Serra Russa et continuando per dictum terminum dividentem t.ras eiusdem Curiae dictas de l’Umbro et t.ras S.tae Anastasiae d.tas de le Fosse et ferit ad viam publicam seu Crucem Viae qua itur versus magazenum dictum de lo Tesaurero et ab inde per viam viam continuando vadit et ferit ad vallem dictam de Fernello et transit dictum vallonum et vadit et ferit t.ras Cur. dittas de Canzoneri et t.ras Belli de Abrutio de t.ra Roccae Bernardae dictas de lo Frasso termino mediante et ferit ad viam dictam de la Canusa qua itur ad terram Roccae Bernardae et per dictam viam vadit et ferit ad collem dictam de li Politi et per eandem viam vadit et ferit ad collem dictam de Arno et ab inde vadit et ferit ad vallonum dictum de Umbro de Manno et per viam viam vadit et ferit ad locum dictum lo Finochietto et per viam publicam p.tam ferit ad t.ras S.ti Ioannis de Flore et per dittam viam pu.cam quae est iux.a t.ras heredum Nicolai Marini ascendit et ferit ad collem dictam de Truvaglia et abinde ascendit ad serram dividentem t.ras Curiae dittas de Saurerio et t.ras eiusdem Cur. quas tenebat Orlandus Puglianus et descendendo versus orientem ferit ad locum dictum in pede La Valle de la Corte et per viam pu.cam qua venitur a casale S.ti Ioannis Minagò ad Canusam descendendo versus orientem ferit et vadit ad vallonem Pantani et proprie ad locum dictum Lo Passo de Carrello et ab inde ascendendo versus boream per cristas seu terminum dividentem t.ras Curiae dictas Centunze et t.ras burgensaticas No. Laurentii Infosini ferit ad terras eiusdem Curiae quas tenet idem Laurentius aqua fundente versus orientem ditto termino mediante et per cristas cristas serrarum de Centunze vadit et ferit ad serras dictas de lo Piragino versus boream et ab inde descendit et ferit ad collem dittam de Mihi Basili et descendit per cavonum siccaneum versus orientem et ferit ad infurcaturas supra Petram de Drago ad primum confinem et concludit.”[xix]
Le gabelle
Nel feudo vi erano le seguenti gabelle appartenenti alla curia comitale: “In p.s gabella dicta de Troncone Nigro salmatarum viginti quinque circa de quibus quindecim sunt cultae et decem incultae et limitatur sic. ab oriente incipit a serra dicta de lo Vulturo et descendit per limitem dividentem terrarum illorum de Infosino et terras dictae gabellae et descendit ad vallonem siccaneum descendentem da Troncone Nigro a borea et transit dictum vallonem et ascendit per cavonum dictum de Badulato et vadit et exit ad serrones et per serrones serrones vadit et exit ad Collichiam ubi est via qua descendit ad Passum de Gaudiosi et ascendit per dictum vallonem et transit et ferit timpam in qua sunt gructae et terrula quas tenet a Curia reddititias Bap.ta Maniscalcus et ascendit per frontes dictae timpae ad viam pu.cam qua venit de serris de le Caselle versus occidentem et per dittam viam descendendo versus meridiem vadit et ferit ad collem dictam de Madamma Nita iux.a terras gabellae dictae de Moganà piccolo et per terminum dictae gabellae seu cristam infradittam gabellam de Moganà et vallem de Madamma Nita ascendit ad timponum magnum iux.a terras Fran.ci Iaquintae quae fuerunt q.o Bap.ta Basoini et per terminum dividentem dictas terras Fran.ci Iaquintae et terras Curiae dittas de Madamma Nita et transit cavonum p.tum et exit ad serram dictam de la Traccia iux.a terras S.ti Ioannis et per cavonem .. infra dictas terras descendit et exit ad Umbrum dictum de li Cotrichi infra terras Curiae et terras Bap.tae Maniscalchi et Fr.res et per dictum umbrum scendit venit et ferit ad cavoncellum et exit ad serras versus serram planam et per serras serras descendit ad Collem de Drago et ab inde descendit ad serras de Drago et per cristas cristas exit ad timponum qui est infra terras S.tae Anastasiae terras p.tas Curiae dictas de Mihi Basili et terras burgensaticas dicto Bap.tae et descendit ad collem Mihi Basili et per cavonum vadit et ferit ad terras dictae ecc.ae S.tae Anastasiae et per terminum dividentem dictas terras ecc.ae p.tae S.tae Anastasiae et terras Curiae vadit ad serram planam et per cristas cristas vadit et concludit ad dictam serram de lo Vulturo quae gabella solet locari ad usum gabellae pro salmis septem grani anno quolibet q.n plus et q.n minus et includuntur cum d.ta gabella sub.ta petia terrarum.
Petium unum terrae salmatarum duarum vel circa cultarum et incultarum positum in loco dicto Cazi ferula iux.a gabellam nominatam Mogonà Piccolo quam tenet Domina Antonella Carrapha uxor Nob. Pirrhy Loysii Novellisii sibi concessa et data per P.tum Ill. D. Comitem ab occidente ab aliis vero lateribus iux.a terras Curiae.
Petium unum terrae thumulatarum duarum cultarum in loco S.to Paulo ab oriente iux.a dictam gabellam de Moganà a borea iux.a timpam ab occidente et meridie iux.a terras monasterii S.tae Mariae de Altilia dictas Moganà Grande.
Petium aliud terrae thumulatarum duodecim aratoriarum in loco dicto Cordari ab oriente et borea iux.a vallonem de Moganà ab occidente iux.a terras p.ti monasterii S.tae Mariae de Altilia dictas de l’Umbro de Cordari a meridie iux.a vallonum currentem descendentem de Pantano ubi iungitur cum vallone descendente de Moganà.
Petium aliud t.rae thumulatarum duarum aratoriarum in loco dicto Pantano ab oriente iux.a terras Andreae de Henrichetta a borea iux.a viam pu.cam ab occidente et meridie iux.a vallonem de Pantano.
Item Gabella una alia salmatarum quinquaginta vel circa aratoriarum nominata de Travaglia et pro certa parte inculta ab oriente iux.a viam pu.cam venientem a casale S.ti Io.is Minagò et euntem ad Civitatem p.tam S.tae Sev.nae et per (dictam) viam ascendit versus boream ad viam de Pan… et exit ad Lachicellum de la Valle de le Frache et traversando per cristas cristas de le Male Colle ab occidente et ab inde descendit ad viam pu.cam quae venit de la Conusa versus meridiem et per … viam vadit et concludit ad dictam viam quae vadit de S.to Io.e ubi dicitur Homo morto quae gabella vendi solet ad herbagium pro ducatis triginta anno quolibet.
Item gabella una nominata de Cristaria continens sub.ta membra seu petia t.rae.
In p.s petium unum t.rae salmatarum septem vel circa de quibus quatuor sunt cultivabiles et tres nemorosae et rupes positum in tenimento feudi p.ti in loco dicto La Valle de Cristaria ab oriente iux.a t.ras ecc.ae S.tae Anastasiae a borea iux.a petium quoddam t.rae S.ti Ioannis de S.to Mauro ab occidente iux.a t.ras divae Annunciatae de Caravà et t.ras Fazini Cidaptuli a meridie iux.a t.ras Bernardini Jemmis de terra Roccae Ber.dae et t.ras S.ti Nicolai de Iagiano.
Item petium aliud terrae salmatarum quinque aratoriarum vel circa in loco dicto Galachi ab oriente iux.a petium t.rae R.di monasterii S.tae Mariae de Altilia et t.ras Iacobelli de Amminò a borea et occidente iux.a t.ras Ioannis Muti et f.rum a meridie iux.a t.ras Fran.ci Budini als Puglisii.
Item aliud petium t.rae salmatarum duarum vel circa aratoriarum de quibus sunt duo thumulatae incultivabiles in loco dicto Laco iux.a t.ras Curiae mediantibus cristis aqua fundente versus areas dictas de lo Graco a borea iux.a t.ras S.ti Nicolai de Graco et petium t.rae ecc.ae S.ti Ioannis de S.to Mauro ab occidente et meridie iux.a t.ras p.ti monasterii S.tae Mariae de Altilia.
Item petium aliud t.rae salmatarum septem vel circa aratoriarum loco dicto La Valle de Caladua ab oriente iux.a t.ras S.ti Nicolai de Iagiano et t.ras Nob. Io. Antonii Susannae de Cotrono a borea et occidente iux.a t.ras heredis Ioannis Telesii et t.ras Annunciatae de Carava et t.ras S.ti Ioannis de S.to Mauro a meridie iux.a t.ras dictis heredis Ioannis Telesii.
Item aiud petium t.rae salmatarum trium aratoriarum de quibus sunt duae thumulatae incultivabiles in loco dicto Le Manche et vallone de Ranguilla et Lo Prato de mezzo ab oriente iux.a t.ras Io. Antonii Susannae de Cotrone a borea terras Io.is Muti et f.rum ab occidente iux.a t.ras ditti Io. Muti et t.ras S.ti Andreae de Civitate S.tae Sev.nae a meridie iux.a t.ras eiusdem Iois Muti et f.rum.
Item aliud petium t.rae thomulatarum duodecim aratoriarum in loco dicto lo Passo de Pantano ab oriente iux.a t.ras monasterii S.tae Mariae de Altilia a borea et occidente iux.a t.ras Io. Antonii Susannae de Cotrono a meridie iux.a t.ras S.ti Nicolai de Iagiano.
Item aliud petium t.rae thumulatarum undecim vel circa cultarum cum arbore una siccomorum prostrata in terra et duabus arboribus ficuum columbarum et una arbore pirorum magna et una granatorum in loco dicto sotto la torre de S.to Mauro iux.a t.ras Io. Muti ab oriente a borea iux.a t.ras S.ti Nicolai de Iagiano ab occidente t.ras Notarii Ioseph Appoli et f.ris a meridie iux.a t.ras S.ti Andreae.
Item aliud petium salmatarum septem vel circa cultarum de quibus duae salmatae et media sunt incultae et boscosae positum in loco dicto Gudello ab oriente iux.a t.ras heredum Urbani de Cutro a borea et occidente iux.a t.ras Io.is Mauri a meridie iux.a t.ras Curiae quas occupaverant illi de Guercio de Rocca Bernarda et t.ras Io. Loysii Bodini et t.ras ecc.ae S.ti Io. de S.to mauro et t.ras Iacobelli de Aminò ac ecclesiam dirutam nominatam S.ta Maria de Scala.
Item petium unum t.rae vacuae aratoriae thumulatae unius et mediae positum in loco disto La Serra de Fazularo ab oriente iux.a vineale heredum Donati Muti a borea et occidente iux.a vineale Ioannis Loysii Marchisii Curiae reddititium à m(eridie) iux.a t.ras Ioannis Muti.
Quae gabella p.ta de Cristaria una cum sup.tis petiis t.rarum solet locari anno quolibet pro grani salmis duodecim q.n plus q.n minus.
Item cultura una terrarum nominata la gabella de li Mali Colle capacitatis salmatarum quinquaginta quae sic confinatur ab oriente iux.a t.ras Nicolai Iuliani a borea iux.a t.ras Curiae dictas de Pantano ab occidente iux.a t.ras Curiae dictas La Gabella de Canzonerio a meridie iux.a terras Abbatiae S.ti Ioannis de Flore quae solet locari anno quolibet pro grani salmis tresdecim et media q.n plus q.n minus.
Item gabella nominata de Canzoneri salmatarum septuaginta vel circa quae sic confinat ab oriente iux.a t.ras Abbatiae S.ti Ioannis de Flore et vallonum de Umbro de Manno mediante via publica qua itur Cotronum a borea iux.a t.ras Curiae dictas de lo Feudo iux.a t.ras Archiepiscopatus Civitatis S.tae Severinae dictas de lo Puzillo ab occidente iux.a vallonem dictum de Fornello et descendit per dictum vallonem ad viam pu.cam de la Conusa a meridie iux.a t.ras gabellae de Bisotta mediante via pub.ca qua itur Cotronum et solet locari anno quolibet pro grani salmis triginta et thumulis quatuor q.n plus q.n minus.
Item gabella nominata la gabella … capacitatis salmatarum sex vel circa ab oriente iux.a terras archiep.tus S.tae Severinae dictas La Gabella de li Fossi a borea iux.a vallonem S.tae Letaniae et t.ras S.tae Caterinae de t.ra Roccae Ber.dae ab occidente iux.a t.ras feudi de Paparono a meridie iux.a t.ras gabellae p.tae de le fossi et solet locari pro grani salmis tribus quolibet anno q.n plus q.n minus.
Item gabella una nominata La Serra Russa salmatarum quinquag.ta vel circa ab oriente iux.a t.ras S.tae Letaniae quae sunt Martini Mastedi de Rocca Ber.da a borea iux.a t.ras S.ti Petri de Nimphis dictas de Docime et simil.r ab occidente et iux.a t.ras S.ti Nicolai de Fregiano dictas La Gabella de S.to Isidoro et iux.a flumen Tacinae a meridie iux.a viam publicam qua itur ad collem de Lagonia et t.ras feudi de Paparone quae solet locari pro grani salmis viginti anno quolibet q.n plus q.n minus.
Item gabella una nominata de lo feudo et de Messere Ianne salmatarum quatraginta vel circa ab oriente iux.a t.ras Curiae dittas de Canzoneri et t.ras Curiae dictas de Piccolo iux.a terras Archiep.tus S.tae Severinae dittas de La Nuce Masca a borea iux.a t.ras Mattei Pinnellae et t.ras Dominici Mililli ab occidente iux.a terras Archipresbi.alis ecc.ae S.Mariae Magnae de Rocca Ber.da et iux.a t.ras gabellae de li Fossi a meridie iux.a t.ras S.ti Nicolai de Fragiano dictas de lo Frasso de Missere Ianne et t.ras Curiae dictas de Canzoneri … cultura seu gabella est vendita ad herbagium pasqua servimenti viridis et q.n locaretur ad usum gabellae posset locari pro salmis decem et otto frum.ti anno quolibet q.n plus q.n minus.
Item gabella una nominata Piccolo continens sub.ta petia t.rae
Petium unum t.rae salmatar. quatuor vel circa positum in loco dicto La Nuce ab oriente iux.a t.ras Donni Martini Pedaci fuerunt Fran.ci Arnoni a borea iux.a t.ras Belli de Abrucio ab occidente iux.a t.ras Curiae dictas de lo Findo de m.s Ianne a meridie iux.a monasterii t.ras S.tis Ioannis de Flore.
Petium aliud t.rae positum in loco dicto Lo Piano de Richieri salmatarum duarum vel circa ab oriente iux.a t.ras ecc.ae S.ti Nicolai de Plastò de t.ra Roccae Ber.dae a borea iux.a Archiepiscop. S. Severinae ab occidente iux.a t.ras Mattei Cidoptuli a meridie iux.a t.ras p.ti Archiep.tus dittas de Castellace.
Petium aiud t.rae in loco dicto sopra lo Puczo de Verde salmatar. unius vel circa ab oriente iux.a t.ras Matthei Pinnellae de t.ra Roccae Bernardae a borea iux.a t.ras Archiep.tus S. Severinae et t.ras Iacobi Iemmi ab occidente iux.a t.ras S.ti Nicolai de Plastò de ditta t.ra Roccae Bernardae a meridie iux.a t.ras Io. Fran.ci Scigliani et f.rum.
Petium aliud t.rae in loco dicto La Vall… thumulatarum quinque vel circa ab oriente iux.a t.ras Iacobo Iemmi a borea iux.a t.ras Ioannis Moschettae ab occidente iux.a terras Archiep.tus S.tae Severinae dictas de Castellace a meridie iux.a t.ras Minici Mililli.
Petium unum t.rae in loco dicto La Valle de Maradà thumulatar. duodecim vel circa ab oriente iux.a t.ras dicti Archiep.tus dictas de Castellace a borea iux.a t.ras S.ti Nicolai de Plastò ab occidente iux.a t.ras Curiae dictas de Feudo S.ti Stefani a meridie iux.a t.ras Simurrae de Simurra de Rocca Ber.da.
Petium aliud t.rae in loco dicto La Destra de Fornello thumulatar. trium vel circa ab oriente iux.a t.ras feudi de S.to Stefano a borea iux.a t.ras ecc.ae S.tae Mariae de Rocca Ber.da ab occidente iux.a t.ras Matthei Cidaptuli de t.ra Roccae Ber.dae iux.a t.ras ecc.ae S.ti Nicolai de Plastò de t.ra p.ta.
Petium aliud t.rae in loco dicto La Serra de li fossi salmatae unius vel circa ab oriente iux.a t.ras Matthei Cidaptuli a borea iuxta serram dictam de li Fossi ab occidente iux.a t.ras dicti Archiep.tus S. Severinae a meridie iux.a t.ras Alfonsi Portellae de t.ra Roccae Ber.dae.
Petium aliud t.rae in loco ditto La Colla de Verde thumulatar. septem vel circa ab oriente pedem unum olivae dittae La Oliva de … iux.a t.ras Ioannis Moschetta ab occidente iuxa t.ras Matthei Cidaptuli a meridie iuxa. t.ras Iacobi Iemmi de Rocca Ber.da.
Quae gabella p.ta de Piccolo solet locali annuatim una cum sup.tis petiis t.rarum pro grani salmis septem q.n plus q.n minus.
Item gabella una dicta de Cordari salmatarum quatuor vel circa aratoriar. ab oriente incipiendo ab Umbro dicto de Cordari versus collem qua itur ad locum dictum de Madama Cita et per cristas cristas dividentis t.ras gabellae Cur. dictas de Troncone Nigro aqua fundente versus occidentem et dictam gabellam de Cordari et per dictas cristas ascendendo versus boream ferit ad terminum dividentem t.ras dictae gabellae de Cordari et t.ras S.tae Anastasiae et per dictum terminum descendit versus occidentem et ferit ad cavonum dictum de Cordari et per dictum cavonum ascendit versus boream et ferit ad terminum dividentem t.ras p.tas S.tae Anastasiae et dictae gabellae de Cordari et per eumdem terminum volvit per t.ras Gesaldi Basoini mediante ditto termino et descendit versus occidentem vadit et ferit ad viam seu traciam quae descendit de Pergulo et vineale Nicolai de Roveto et ascendit et ferit ad collem superiorem dictam de lo Caruso et ad cristas t.rarum Gesaldi Basoini et dittae gabellae de Cordari per cristas cristas ferit ad collem ubi est via pub.ca quae descendit ad passum dictum de Caruso et per dictam collem a… cristas dividentes dittas t.ras gabellae de Cordari et t.ras S.tae Anastasiae et ab inde descendendo versus meridiem per cristas ferit ad collem de Cordari et ab inde ad serras dividentes t.ras dictae gabellae aqua fundenti versus orientem ad dittam gabellam et continuando per dittas serras vedit et ferit ad t.ras S.tae Mariae de Altilia mediante crista seu termino et abinde descendit et ferit ad dictum umbrum de Cordari in quo fuit initium.
Item gabella nominata de Cropayia salmatarum viginti quinque vel circa in loco dicto Cropayia ab oriente iux.a vallonem descendentem de Pantano et per vallonem ascendit versus boream et occidentem ferit ad t.ras feudi de Paparono q.d tenet Io. Petrus Ferraus mediante termino et ascendit ad serram seu cristam dividentem t.ras p.tas et vadit et ferit ad viam pub.cam collis dictae de Cropayia et transit viam et vadit et ferit ad vallottam et per dittam vallottam ascendit et ferit ad timponum magnum in frontespitio collis de medio de Pantano qua itur ad Mandras et descendendo per cristas cristas ferit ad t.ras S.tae Mariae de Altilia in capite vallis de Carcavechia versus meridie et abinde descendendo versus orientem vadit et ferit t.ras S.tae Anastasiae dittae de Mihi Basili et per di(ctam) viam pub.cam et ascendendo versus boream per dictam viam publicam transit viam et vadit et ferit ad terminum dividentem t.ras S.tae Mariae de Altilia et dittae gabellae de Cropayia et per dittum terminum ferit ad Collichiam infra t.ras dictae ecc.ae S.tae Mariae de Altilia et t.ras dictae gabellae et descendit et ferit ad dictum vallonum de Pantano unde habuit inicium.
Item gabella nominata de lo Piro de le septe Cendre als de lo Laco salmatarum otto vel circa aratoriarum et partim incultar. ab oriente iux.a t.ras S.tae Mariae de Altilia a valle nominata de Carcavechia et ascendit versus boream ad timponum magnum et per serras seu cristas cristas iux.a t.ras gabellae Curiae de Cropayia et p.ntis gabellae et vadit et ferit ad timponum magnum in frontispitio collis de mezzo de Pantano et descendit versus occidentem per directum ad viam qua itur ad Mandras Pantani et transit viam et ascendit per directum ad serras aqua fundente versus orientem ad ipsam gabellam de lo Piro et per serras serras descendit et ferit ad Lacum dictum de Galacti et transit et ferit t.ras S.tae Mariae de Altilia versus meridiem mediante termino et per dittum terminum vadit et ferit ad t.ras heredum Io. Bodini et ascendit ad cristas versus vallem de la Mendola et per cristas deorsum vadit et ferit ad locum dictum de lo Piro de li septe Cendre et a dicto loco vadit et ferit ad vallem antedictam de Carcavechia unde habuit initium et concludit.
Item petium unum terrae salmatarum quatuor vel circa arator. et partim incultar. ab oriente iux.a vallonem currentem Pantani et per dictum vallonem ascendendo ferit ad tenimentum dividentem t.ras S.tae Mariae de Altilia et t.ras Curiae et per dictum ter.num ferit ad t.ras S.tae Anastasiae et ab inde per terminum descendit versus occidentem et ferit ad vallonum p.tum et exit et ferit ad viam publicam collis de Calacua et continuando per viam p.tam ferit ad terminum dividentem t.ras S.tae Mariae de Altilia et t.ras Curiae versus meridiem et per dictum terminum ascendit versus orientem ad serras et descendit per directum et ferit ad timponum magnum in frontespitio collis de Pantano et ab inde descendit per directum versus orientem ad collem de Cropayia et ferit ad viam dictae collis et transit et ferit ad dictum vallonem Pantani et concludit.
Item petium aliud t.rae thumulatae decem vel circa cultar. et nemorosar. in loco dicto La Serra de Pergulo ab oriente iux.a t.ras S.tae Mariae de Altilia a borea iux.a vallem Cur. dictam de Aruso ab occidente iux.a t.ras Minici Mauri et f.rum prope vallottam et ascendit ad Aeram et terminum dividentem t.ras d.ti Minici et f.rum et Curiae p.tae vadit et ferit ad viam pu.cam seu terminum qui descendit da Pergulo et transit viam p.tam et ferit t.ras Gesaldi Basoini mediante termino a meridie et vadit et descendit ad … aglioniti et t.ras Monasterii S.tae Mariae de Altilia unde habuit initium.
Item petium unum t.rae thumulatae unius vel circa aratoriae in loco dicto Lo Passo de Caruso ab oriente et borea iux.a t.ra Gesaldi Basoini ab occidente vineale S.ti Petri de Grecia a meridie viam pu.cam quae venit à colle S.ti Blasii et ferit ad passum de Caruso.
Item aliud petium t.rae thumulatae mediae vel circa in loco dicto vallone de Pantano ab oriente iux.a viam pu.cam de Aeris nominatam de Donna Chiambra à borea et occidente iux.a t.ras heredum Joani Telesii et descendit ad vallonem Pantani et ferit ad aliae terrae dictorum heredum dictae Io.e parte meridiei et per dictar. terar. ascendit et ferit ad dittas Aeras.
Item continentia una t.rar. triginta quinq. salmatar. vel circa in loco dicto La Valle de le Frache et de le Mandre cultar. et incultar. incipiendo ab oriente ab Umbro vallis de le Frache iux.a t.ras S.tae Mariae de Altilia in loco dicto Lo Laco et ascendit ad serram versus meridiem et ferit ad timponum magnum qui est contra mandras Pantani et descendendo vadit ad umbrum … dictas mandras ubi iunguntur duo valloni siccanei et ferit ad sciollam albam ubi est via pub.ca seu tracia mandrar. versus boream et sequendo per dictam viam ferit ad locum ubi dicitur Lo Piro de Septe Cendre et ascendit ad timponum vallis mendolae versus occidentem et per dictum timponum sequendo versus occidentem descendit ad vallem umbro … de Mendola et ascendendo per dictum umbrum iux.a t.ras … terrae Roccae Bernardae et vadit et ferit ad valle de Mendolae iux.a t.ras heredis Io. Bodini et transeundo per dictas collem et viam pu.cam seu traciam exit ad timponem et descendit per terminum iux.a t.ras Belli de Abrutio et f.rum et ascendit cristam dictar. terar. dividentem cursus Viridis et Pantani et per cristam cristam versus meridiem vadit et ferit in capo le Male Colle et ferit in capite vallis de le Frache et exit ad cristam vallis Curiae et per dictam cristam descendit versus orientem et vadit ad dictum umbrum primum confinem quae continentia t.rar. servire solet pro prato agnor. infri cursus Pantani et includitur dicta continentia una cum sup.tis gabellis et petiis t.rar. incipiendo a gabella dicta de Cordari in venditione cursus p.ti qui cursus limitatur modo sub.to et solet vendi annuatim pro ducatis.
Cursus de Pantano limitatur et dividitur à cursu Viridis existente in eodem tenim.to feudi S.ti Mauri modo sub.to.
Dictus cursus de Pantano incipit à colle de Travaglia seu Male colle et per serras serras versus occidentem vadit et ferit ad cristas t.rar. Belli de Abrutio et f.rum de t.ra Roccae Ber.dae et per cristas cristas vadit et ferit ad Aeras collis dictae de lo ve… et continuando per cristas vadit et ferit ad timpar. de S… gar… cristas cristas vedit et ferit ad locum dictum … de Caravà et descendit ad viam pu.cam quae venit de Casale S.ti Mauri et per viam viam vadit et ferit ad Mongioiam prope dictam viam fabricatam als la colla de Tumbari qui cursus p.tus Pantani intelligitur essere cristis seu serris p.tis aqua fundente versus orientem et currit dictum tenimentum per infra et usque limites sup.tos circum circa.
Cursus vero de Veride intelligitur et est a dittis cristis sive serris aqua fundente versus occidentem et meridiem et currit per Inf… tenimentum p.tum de S.to Mauro per limites suprascriptos circum circa dividentem ipsum tenimentum S.ti Mauri ab aliis tenimentis feudorum dictae Curiae qui quidem Cursus q.n q.n vendi solet coniuctim et q.n q.n seperatim nunc vero venditi sunt separatim. Cursus Pantani pro ducatis.”[xx]
“Item petium unum t.rae aratoriae salmatarum duarum vel circa in loco dicto Troncone Nigro ab oriente iux.a t.ras Curiae quas occupaverant illi de Infosino mediante termino à borea iux.a vallonem siccaneum descendentem à Troncone Nigro ab occidente et meridie iux.a t.ras gabellae de Troncone Nigro.
Item petium unum t.rarum thumulatar. duodecim vel circa aratoriar. situm et positum in tenimen.to p.to S.ti Mauri in loco dicto Badulato ab oriente iux.a t.ras Curiae à borea iux.a t.ras heredum Nicolai de Sindico ab occidente et meridie iux.a t.ras ipsius Curiae.
Bona Curiae dicti Civitatis noviter reintegrata.
In p.s gabella una nominata de Centunze salmatar. quatrag.ta vel circa aratoriar. sita et posita in tenime.to S.ti Mauri pertinentiae Civit.tis p.tae S.tae Sever.nae ab oriente iux.a t.ras Cur. reddititias quas tenet Laurentius Infosinus et t.ras eiusdem Laurentii burgensaticas … cristis t.rar. et termino dividentibus dictas t.ras Laurentii et dittas Curiae a borea iux.a t.ras S.tae Anastasiae ab occidente et meridie iux.a vallonem de Pantano.
Item petium unum t.rae salmatarum trium vel circa pro maiore parte arenosum nemorosum et incultum positum in tenimento p.to in loco dicto in Capo Gudelli ab oriente iux.a t.ras ecc.ae Annuntiatae de Caravà à borea miux.a t.ras Cur. ab occidente iuxta t.ras S.tae Anastasiae à meridie iux.a terras Curiae dittas Le Manche de la Gabella de Piccolo mediante vallono in quo petio t.rae est quaedam domus noviter edificata et duae gructae ad usum porcorum constructae.
Item Retharium unum columbar. dictum Lo Retario de Godello positum intus t.ras Curiae et proprie in la Valle de Godello q.d vendi solet anno quolibet ad incantum pro car.lenis viginti q.n plus q.n minus una cum parte columbar. quolibet vice quando capiuntur ipsi Curiae solvenda per emptiones ditti Retharii ultra pretium d.torum car.norum viginti.”[xxi]
Il territorio
Situato sulla riva sinistra del fiume Tacina, dove macinano numerosi mulini, tra i quali quello della Conusa, e quello appartenente al priorato di San Pietro de Nimphis, il territorio di San Mauro è bagnato da alcuni ruscelli, sorgenti e stagni; tra i quali “Umbro de Cordari”, “Umbro de Manno”, “Umbro de la valle de le Frache”, “Umbro de li Cotrichi”, il “vallone currente Pantani”, “puczo de Verde”, “Azoppaturum seu sequiglium de Scifo, ubi est fons aquae surgentis”, “Aqua de la Mortilla”, “Lo Laco”, “Laco de Galacti”, “Puzillo”, e “Pantano”.
Il paesaggio è caratterizzato da molti colli (“de lo Caruso”, “de Cropayia”, di “S.ti Blasi”, “de Travaglia seu Male Colle”, “de li Tumpari”, “de la Petrosa”, “de Scurojanne”, “de li Politi”, “de Arno”, “de Madamma Nita”, “de Lagonia”, “de Mihi Basili”, “de Badulato”, “de Verde”, “Volte S. Pietro delle Differentie”, “Collichiam”, e “Collitelle”), da timpe e timponi (“de lo Piano de le Ficare”, “Magnum”, “Vallis Mendolae”, “Alto ditto de Vulturo”, “deli Communi dictas de S.to Nicola de li Millei”), creste (“de le Male Colle”, “de valle Curiae”, “terrarum Gesaldi Basoini”, “terrarum Belli de Abrutio et f.rum.”, “Capo Gudelli”), da serre (“Russa”, “de li Fossi”, “de la Guardia”, “delo Solvo”, “de le Caselle”, “de la Cita”, “de Centunze”, “de lo Piragino”, “de lo Vulturo”, “de la Traccia”, “Plana”, “de Drago”, “de Fazularo”, “de Pergulo”), da cavoni (“qui descendunt unus a colle dicta de Mihi Basili et alter qui descendit a Timpono alto ditto de Vulturo supra Petram dittam de Drago”, “siccaneum”, “de Badulato”, “de Madamma Nita”, “de Cordari”), da fossi (“La Serra de li fossi”, “gabella de li Fossi”), da valloni (“de li Gorni”, “de la Grillosa”, “de Umbro de Manno”, “de Pantano”, “de Fornello”, “Siccaneo, de Gaudiosi”, “de Moganà”, “de Ranguilla”, “de S.ta Letania”, “delli Monumenta”), valli (“Vallotta”, “de Mezzo”, “de la Butte”, “de Manni”, “de Fernello”, “de la Corte”, “de Madama Nita”, “de le Frache”, “de Cristaria”, “de Caladua”, “de Maradà”, “de Carcavechia”, “de la Mendola”, “de Aruso”, “de Godello”), da alcuni pianori (“de le Ficare”, “de Richieri”), e da sciolle (“albam”).
I confini territoriali
I confini seguono l’aspetto fisico dei luoghi (colli, timpe, valloni, corsi d’acqua, ecc.), le vie, le trazze, ecc. Tra i luoghi particolari sono da segnalare: “Homo Morto”, “Cazi Ferula”, “Vertaglium de la Scotella”, “Caravà”. Vi sono poi alcuni riferimenti particolari costituiti da “petrae” e “Termini”, messi evidentemente per dirimere delle liti territoriali: “La Petra Scritta”, “La Petra de Drago”, “Petrae Irtae”, “Terminum”, “Terminum Magnum”. Non mancano i toponimi del mondo vegetale: “Gabella de lo Piro”, “Aqua de la Mortilla”, Timpone de lo Piano de le Ficare”, “Lo Suvarello”, “Lo Piro de Septe Cendre”, “Valle de la Mendola”, Lo Finocchietto”, “La Nuce”, ecc.
Vi sono poi alcuni toponimi, che rimandano alla prima colonizzazione del territorio in età bizantina da parte dei monaci greci. Tra questi ricordiamo: “S. Letania”, “S. Pietro delle Differentie”, “S. Nicola de li Millei”, “S.to Blasio”, “S.to Paulo”, “S.to Isidoro” e “S. Sodaro”.
Passi, vie e trazze
Il feudo di San Mauro era attraversato da molte vie pubbliche che, attraverso i passi, (“de Carrello”, “de Gaudiosi”, “de Pantano”, “de Caruso”) collegavano gli abitati. Le più importanti sono: la via pubblica che dalla Motta di Cutro va alla città di Santa Severina, la via pubblica detta di Nimphis, la via pubblica detta “de la Canusa” che, dal casale di San Giovanni Minagò va a Roccabernarda, la via pubbica che, dal casale di San Giovanni Minagò va a Santa Severina, la via pubblica che va a Crotone, la via pubblica che viene dal Casale di San Mauro, e la via che dalla località “Promonturo” andava a San Mauro.
Oltre alle vie pubbliche vi sono le trazze percorse dalle mandrie, che giornalmente si spostano dagli stazzi agli abbeveratoi. Ricordiamo la trazza pubblica che dal “colle de la Petrosa” va all’acqua “de la Mortilla” e da qui, va ad “Azoppaturo”, “seu Sequiglium de Scifo”, dove c’è una sorgente. La trazza che scende dalla località “Pergulo” e dal vignale di Roberto de Roveto, salendo al colle ed al passo de lo Caruso. La trazza delle mandrie che dalla località “Sciolla Alba” va a “lo Piro de Septe Cendre” e, salito il “timpone della valle Mendola”, scende al torrente nella “valle Mendola”, e seguendo il torrente, si dirige verso i corsi di Verde e Pantano. La trazza tra le due terre dette di “Madamma Nita” e di San Giovanni, la quale dalla serra detta “de la Traccia”, per un cavone discende ed esce al torrente detto “de li Cotrichi”.
Il “Casale”
“Quattro miglia distante da quella Città di S.ta Severina verso la parte di mezzogiorno si ritrova la terra di Santo Mauro distante dal casale di Scandale miglia tre, dà S. Gio. Minagò miglia sette, da Cutro miglia sette, da Papanice miglia otto, da Cotrone miglia 12, dal Fiume Neto miglia sei, dalla Rocca bernarda miglia sei, … dal Fiume Tacina miglia tre”.[xxii]
Anche se spopolato e ridotto a semplice “tenimento” di “pertinentia” della città di Santa Severina, San Mauro è ancora richiamato come casale all’inizio del Cinquecento. Nella descrizione dei confini del corso di Pantano si legge: “ferit ad locum dictum … de Caravà et descendit ad viam pu(bli)cam quae venit de Casale S.ti Mauri et per viam viam vadit et ferit ad Mongioiam prope dictam viam fabricatam”.[xxiii] Inoltre, Stefanus Mutus possedeva un vignale posto “ad Promonturo”, che confinava ad oriente con la “viam veterem quae descendebat a S.to Mauro”.[xxiv]
La torre
La torre è richiamata ancora al tempo del conte Andrea Carrafa: “Item aliud petium t.rae thumulatarum undecim vel circa cultarum cum arbore una siccomorum prostrata in terra et duabus arboribus ficuum columbarum et una arbore pirorum magna et una granatorum in loco dicto sotto la torre de S.to Mauro iux.a t.ras Io. Muti ab oriente a borea iux.a t.ras S.ti Nicolai de Iagiano ab occidente t.ras Notarii Ioseph. Appoli et f.ris a meridie iux.a t.ras S.ti Andreae.”[xxv]
Dalla descrizione traspare che vicino alla torre, c’era un pezzo di terra di circa undici tomolate destinato a “giardino”. Al tempo del Carrafa esso era in abbandono, anche se conservava ancora alcuni alberi da frutto: due fichi, un pero ed un melograno. Molti decenni dopo, tra i “Corpi Burgensatici”, situati nella terra di San Mauro, censiti dopo la morte del duca Domenico Sculco, vi è anche una torre “che al presente serve per carcere, et orologgio, sita e posta nel luogo detto lo Spontone, e proprio dove si diceva la Sala, per la quale torre l’università di detta terra paga annui ducati 12.”[xxvi]
Le chiese
All’inizio del Cinquecento, pur essendo il casale spopolato, rimaneva ancora la vecchia chiesa arcipretale di San Giovanni Battista. Essa era senza cura e risulta citata semplicemente come “ecclesia S.ti Ioannis de S.to Mauro”; possedeva alcune proprietà costituite da dei terreni in località “La Valle di Cristaria”, “Laco”, “La Valle de Caladua” e “Gudello”.
La chiesa matrice di San Giovanni Battista conserverà al suo interno l’altare dedicato a San Mauro Abbate. Così è descritto nell’apprezzo del 1687: “In d.a nave piccola v’è la cappella del Glorioso Abb.e S.to Mauro Protettore con ornamento di pietre, ed imagine d’esso S.to. Questa Capp.a stà ornata di suppellettili di diversi colori, ed in quell’altare se ci celebra tre volte la settimana, una volta per la communità, che corrisponde l’un.tà la limosina di duc.ti sei annui, un’altra per li Benefattori d’essa Capp.a, e corrisponde la limosina il Proc.re d’essa Capp.a, l’altra per l’anima del q.m Matteo Milioti, e ne corrisponde la limosina Faustina Schipano”.[xxvii]
Altra chiesa presente nel territorio di San Mauro è quella dedicata alla “Divae Annunciatae de Caravà”, che aveva alcuni possedimenti nella “Valle di Cristaria”, in “Valle de Caladua” ed in “Capo Gudelli”. La chiesa dell’Annunziata era di iuspatronato della famiglia Modio. “Fuori d.a terra distante mezzo miglio verso mezzo giorno v’è un’altra chiesa piccola sotto tit.o della SS.ma Annunciata Iuspatronato della Famiglia di Modio, detta volgarm.e d’a chiesa Annunciata di Caravà, è assai antica, ed ha molte entrade, e tutte le cose, e suppellettili necessarie, sopra il tetto ci è una campana piccola, ma senza battaglio, si celebra la messa ogni sabbato dì, e ne corrisponde la limosina il Rettore di duc.ti sei”.[xxviii]
Se queste chiese all’inizio del Cinquecento erano ancora attive, almeno come rendite, altre risultavano abbandonate; è questo il caso della “Ecclesiam dirutam nominatam S.ta Maria de Scala” in località “Gudello”, e della “ecclesiam dirutam nominatam de Melle Cucchi”, detta anche “delle Melicuccie di Faravazzo”, sulla via pubblica della “Conusa”.[xxix] A ricordo rimarrà il canonicato della metropolitana sotto il titolo di San Nicola de Melleis.
Vi erano poi altre chiese che, pur non essendo nel tenimento di San Mauro, vi avevano proprietà: l’arcivescovile di Santa Anastasia (“gabella de le Fosse”, “serre de li Fossi”, “terre de Mihi Basili”, “Castellace”, “terre de lo Puzillo”, “terre de la Nuce Masca”), Sant’Andrea, San Pietro de Grecia della città di Santa Severina e Santa Caterina, l’arcipretale Santa Maria Magna e San Nicola de Plastò di Roccabernarda.
I monasteri
Tra i monasteri che avevano proprietà in territorio di San Mauro sono da ricordare il priorato di San Pietro di Tacina, detto anche di Nimfis, S. Giovanni in Fiore, Santa Maria di Altilia (“Moganà Grande”, “terre de l’Umbro de Cordari”, “terre in capite vallis de Carcavechia”, “terre in loco dicto Lo Laco”) e San Nicola di Flaiano, o Jaciano (“gabella de S.to Isidoro”, “terre de lo Frasso”, “le destre delle Collitelle”).
Particolarmente importante, per la sua antichità ed in quanto edificato in territorio di San Mauro, è il priorato di San Pietro di Nimphis. Esso possedeva in territorio di San Mauro la gabella di “S. Pietro”, quattro vignali dentro detta gabella, la gabella di “Docime”, la “gabelluzza dell’Acquaro”, due vignali in località “Serra Rossa”, e due vignali nella “Colla di Verde”. Il monastero era situato nella gabella S. Pietro.
Una platea dei primi anni del Seicento mette in risalto l’importanza della chiesa e del luogo: “La cabella di S. Pietro, dove è fundata la chiesa di S.to Pietro la quale chiesa è circondata da molte fabriche antiche, et vecchie, e d.a cabella è di capacità di tt.a 60 inc.a alla grossa sita, e posta nel territ.o di S. Mauro nel curso di Verde, le quali terre sono cultive, et incultive, et alborate di molte sciorte d’alberi fruttiferi, come olive, pera, fico, granata, celsi, querce et altri alberi. Si limita in questo modo: Incomincia dallo vallone, dove si dice Li Monumenta, sopra la chiesa detta delle Melicuccie di Faravazzo, e termine magno, segue lo vallone in sù, che confina con la cabella di Docime di detto priorato, et per detto vallone in sù l’acqua acqua continua, et va alla valle boscosa detta S. Domenica, che confina con la detta cabella di Docime dall’una parte, e dall’altra parte le terre dette delle Jermanache, e li frunti frunti abascio acqua fundente à scirocco, confina similmente con le terre delle Jermanache della università della Rocca Berrnarda, traversa detto termine delli frunti alla valle di S. Domenica, passa la via , dove sono essere Arie, e và a ferire alla valle, dico alli frunti della valle di Mammì, terre dell’Abbadia di S. Nicola di Jacciano territorio della Rocca Bernarda e li frunti frunti a bascio di d.etta valle a bascio continuando detto termine ferisce, e và alla via detta la chiubica de Niffi in piedi di detta valle, per la quale via si và in Cosenza, e per tutto il marchesato di Cotrone, et in altri luoghi, e per detta via a bascio và à ferire allo detto vallone delli Monumenta da dove si incominciò, e finisce”.
Situato vicino al fiume Tacina, il priorato possedeva un mulino che, all’inizio del Cinquecento, era in rovina, (“locum ubi erat molendinum ecc.ae S.ti Petri de Nimphis”) vicino alla via pubblica della Conusa, alla chiesa rovinata di Melle Cucchi, e alle terre dell’abbazia di S. Nicola de Jaciano.
Abitazioni rurali
Sulla collina detta “de li Tumpari”, presso la via che dalla Motta di Cutro va a Santa Severina, e dove si incrocia con la via che viene dal casale di San Mauro, è stata costruita una “Mongioia”, cioè una fattoria. Sono segnalate alcune grotte ed abitazioni in una terra nella gabella Troncone Nigro. Nella località il passo de Gaudiosi vi è una timpa nella quale ci sono alcune “gructae et terrula” appartenenti alla curia comitale. Esse sono state concesse in fitto a Baptista Maniscalcus. Una casa da poco edificata e due grotte “ad usum porcorum” sono segnalate in località “Capo Gudelli”. L’allevamento di porci è situato all’interno di un piccolo possedimento di circa tre salmate per la maggior parte arenoso, selvatico ed incolto. Vicino alla “gabella Serra Russa” tra le terre “de l’Umbro” e le terre dette “de le Fosse” vi è un crocevia dal quale si va verso il magazzino detto “de lo Tesaurero”.
Le gabelle
Le terre che compongono il feudo di San Mauro sono in parte “cultae”, “aratoriae”, e “cultivabiles”, mentre la maggior parte risultano: “incultae”, “nemorosae”, “rupes”, “incultivabiles”, “boscosae”, e “vacuae”. Esse sono stimate di circa 450 salmate e quando sono affittate “ad usum gabellae”, danno una rendita di poco più di cento salme di grano. Da questo si deduce che le terre adatte a semina sono poco estese e che la maggior parte del territorio è selvatico e boscoso, adatto solo per il pascolo, cioè “ad herbagium” con pagamento in ducati.
Le gabelle sono:
1) La gabella Troncone Nigro di salmate 25, delle quali 15 sono coltivabili e 10 incolte. Quando si affitta a massaria, cioè ad uso di gabella, rende di solito circa sette salme di grano e nell’affitto si includono altri quattro terreni (di salme 2 tra coltivabili ed incoltivabili, di tomolate 2 coltivabili, di tomolate 12 aratorie in località Cordari, di tomolate due aratorie in località Pantano).
2) La gabella di Travaglia di circa 50 salmate, parte aratoria ed in parte incolta; si affitta ad “herbagio”, cioè a pascolo, per ducati 30 annui.
3) La Gabella di “Cristaria” che è composta da dieci terreni ed è affittata a massaria per 12 salme di grano annue. I terreni sono situati: in località “la Valle de Cristaria” di salmate 7, delle quali 4 coltivabili e 3 tra selva e rupi; in località “Galachi” di salmate 5 aratorie; in località “Lo Laco” di salmate 2 aratorie, delle quali tomolate 2 incoltivabili; nella “Valle de Caladua” di salmate 7 aratorie; nella “Valle de Caladua” di salmate 7 aratorie; in località “Le Manche et Vallone de Ranguilla et Lo Prato de Mezzo” di salmate 3, delle quali tomolate 2 incoltivabili; in località “Lo Passo de Pantano” di tomolate 12 aratorie; un terreno di tomolate 11 coltivabili; in località “Godello” di salmate 7 coltivabili, delle quali 2 salmate e mezzo sono incolte e boscose; in località “La Serra de Fazularo” di terra vacua aratoria di tomolate una e mezza.
4) La gabella “de li Mali Colle” di salmate 50, si affitta per 13 ½ salme di grano.
5) La gabella “de Canzoneri” di salmate 70, si affitta per 30 salme e tomoli 4 di grano.
6) Gabella di salmate 6, si affitta per 3 salme di grano
7) Gabella “La Serra Russa” di salmate 50, si affitta per salme 20 di grano.
8) La “Gabella de lo Feudo e de Messere Ianne” di salmate 40, si affitta per salme 18 di frumento.
9) La gabella “Piccolo” è composta da otto terreni: “La Nuce” di salmate 4, “Lo Piano de Richieri” di salmate 2, “Lo Puczo Verde” di salmate una, “La Valle de Maradà” di tomolate 5, “La Valle di Maradà” di tomolate 12, “La Destra de Fornello” di tomolate 3, “La Serra de li fossi” di salmate una, e “La colla de Verde” di tomolate 7. È data in fitto per salme 7 di grano.
10) Le gabelle “de Cordari” di circa 4 salmate aratorie, “de Cropaya” di salmate 25, “de lo Piro de le Septe Cendre als de lo Laco”, di salmate 8, in parte aratorie e in parte incolte, di salmate 4 aratorie e parte incolte, “La Serra de Pergulo” di tomolate 10, tra coltivabili e selva, “Lo Passo de Caruso” di tomolate una aratoria, “Vallone Pantano” di tomolate ½, e “La Valle de le Frache et de le Mandre” di salmate 35 tra coltivabili e non coltivabili. Tutte queste gabelle servono “pro prato agnorum” e di solito si affittano in denaro assieme al corso di Pantano.
La retara
Vicino al timpone “de lo Piano de le Ficare” c’è il “Retharium” detto “de la Valle de la Butte”. Un “retario”, cioè il luogo attrezzato con le reti per la cattura dei colombi, era situato dentro le terre appartenenti al conte e propriamente nel luogo detto la “Valle de Godello”. Di solito questo veniva affittato ad asta pubblica per circa venti carlini annui, ed in aggiunta al prezzo i compratori dovevano fornire una parte dei colombi catturati. L’attività doveva essere redditizia, considerato che, tra le richieste fatte dall’università di Santa Severina ed approvate dal conte nel 1525, al capitolo 18 si legge: “Item supplicano V.S.I. se degne concedere ad ipsi, et ordinare, che la Retara de Gudello sita, et posita in lo territ.o dela Città de S.ta Sev.na se abbia ad esercitare per homini de la Città de S.a Sev.na, pagando però la ragg.ne compete ad la Comitale Corte super dicta Retara.”[xxx]
Mandre, aere, prato, e terre comunali
Più volte nel documento sono richiamati gli stazzi, le aie, il prato degli agnelli e le terre comunali, dove gli abitanti avevano potuto esercitare i diritti civici e pascolare liberamente con il loro bestiame. Sugli stessi terreni, al pascolo dei pastori seguiva la semina dei coloni. Dominava il pascolo ma era presente anche la semina del grano: “Loco dicto Le Manche et vallone de Ranguilla et Lo Prato de mezzo”, “Loco dicto La Valle de le Frache et de le Mandre … servire solet pro prato agnor.”, “Mandras Pantani”, “Tracia mandrarum”, “Viam pu.cam de Aeris nominatam de Donna Chiambra”, “Ad Aeram”, “Aereas de lo Graco”, “timpas de li Communi dictas de S.to Nicola de li Millei”.
Proprietari
All’inizio del Cinquecento rimanevano molti toponimi, riferiti ai vecchi proprietari dei terreni. Ricordiamo: “Canzoneri”, “Gullo”, “Mihi Basili”, “Badulato”, “Gaudiosi”, “Tumpari”, “Madamma Nita”, “Donna Chiambra”, “Lagonia”, “m.s Ianne”, ecc. Possiamo inoltre accertare che parecchi abitanti, sia di Rocca Bernarda che di Santa Severina, avevano proprietà nel territorio di San Mauro; segno evidente che, abbandonato il casale, molte casate si erano trasferite nei luoghi vicini, conservando i loro possedimenti.
Per quanto riguarda Roccabernarda, sono nominati: Belli de Abrutio, Bernardino e Matteo Jemmis, Guercio, Martino Mastedi, Matteo Pinnella, Matteo e Farini Cidoptuli, Simurra de Simurra, Alfonso Portella, Iacobello de Amminò. Per Santa Severina troviamo: Gesaldo Basoino e gli Infosino. Vi sono poi alcune proprietà del nobile Io. Antonio Susanna di Crotone, della domina Antonella Carrapha, moglie del nobile Pyrrho Loysio Novellisi, di donno Martino Pedace, dei notai Laurentius Infosino e Ioseph Appoli, degli eredi di Nicola Marino, di Ioanne Telesio, di Urbano de Cutro e di Donato Muto. Altri piccoli proprietari di terre sono: Baptista Maniscalcus, Andrea de Henrichetta, Ioanne Muto, Francesco e Io. Loysio Bodino, Ioanne Loysio Marchisio, Nicola Iuliano, Domenico Milillo, Io. Francesco Scigliano, Ioanne Moschetta, Nicola de Roveto e Minico Mauro.
Un villaggio scomparso
Nel marzo 1240 in un‘inchiesta tesa ad accertare se il monastero di Sant’Angelo de Frigillo dovesse concorrere alle spese per la riparazione del castello di Santa Severina, sono interrogati alcuni abitanti del casale di San Mauro. Tra questi vi è anche un certo senes Lamaro “de casale Scuro Iohanne”.[xxxi]
All’inizio del Cinquecento, il villaggio situato ai confini del territorio di San Mauro sopra un colle sulla via che da Cutro portava a Santa Severina, era scomparso. In un elenco di “Stazzi, trazze, e calate d’acqua, e carrere del tenimento della Città di S.a Severina”, (“Die 7 aprilis X ind.e 1507”) la località è ancora richiamata: “Item li stazzi della Valle della Botte in capo delli Ficari ponno calare à Jofari com’è detto sopra, e ponno saglere a S. Nicola delli Millei per lo Cafaro, e per la Carfiula e saglie a Scurajanni, e ponno saglere, e descendere alle serre di Monte Viscardo”.[xxxii]
La descrizione dei confini del feudo di San Mauro, fatta alcuni anni dopo al tempo del conte Andrea Carrafa, ci dà ulteriori indicazioni sulla sua ubicazione. Dal “colle de li Tumpari” per la via pubblica che, dalla Motta di Cutro si va alla Città di Santa Severina, si arriva alle serre dette “de lo Solvo” e, continuando, al colle detto di “Scurojanne”. Il colle è vicino alla valle detta “di Mezzo” ed al “timpone de lo Piano de le Ficare” sopra il “Retharium” detto della “Valle de la Butte”.[xxxiii] Tra i titoli dei canonici della metropolitana di Santa Severina troviamo anche il nome della sua chiesa: “Canonicato sub titulo S. Nicolai de Scurojanni”.
Nell’agosto 1601 il papa Clemente VIII concedeva all’arcivescovo di Santa Severina Alfonso Pisani la facoltà di concedere alcuni canonicati esistenti nella sua chiesa, che da molti anni erano vacanti Tra questi vi era anche quello di S. Nicola de Scuroioanne, che era vacante da 20 anni per morte di Martino de Mendola.[xxxiv]
Note
[i] Ughelli F., Italia Sacra, t. IX, 483.
[ii] De Leo P. (a cura di), Documenti florensi Abbazia di San Giovanni in Fiore, vol. I, 2004, pp. 109-112. Risale invece al gennaio 1218, una donazione fatta all’abbazia di Sant’Angelo de Frigillo, di alcune terre “in tenimento Musurace in loco qui dicitur Busuriche”, tra i cui confini risulta: “ab oriente est via publica que vadit ad Sanctum Maurum”. Pratesi A., Carte Latine di Abbazie Calabresi provenienti dall’Archivio Aldobrandini, 1958, pp. 267-269.
[iii] De Leo P. (a cura di), Documenti florensi Abbazia di San Giovanni in Fiore, vol. I, 2004, pp. 138-140.
[iv] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 1A, f. 33.
[v] Pratesi A., Carte latine di abbazie calabresi provenienti dall’Archivio Aldobrandini, 1958, pp. 400-401.
[vi] Dito O., La storia calabrese e la dimora degli ebrei in Calabria dal secolo V alla seconda metà del secolo XVI, 1989, p. 101.
[vii] Maone P., San Mauro Marchesato e le sue vicende attraverso i secoli, Mancuso Catanzaro, 1975, p. 82.
[viii] Minieri Riccio C., Notizie storiche tratte da 62 registri angioini dell’Archivio di Stato di Napoli, Napoli 1877, p. 215.
[ix] Pardi G., I registri angioini e la popolazione calabrese del 1276, in Archivio storico per le provincie napoletane, Ser. NS, vol 7 (1921), p. 27 sgg.
[x] Scalise G.B. (a cura di), Siberene, Cronaca del Passato per le Diocesi di Santaseverina – Crotone – Cariati, 1999, p. 294 sgg.
[xi] “Comes Catanzarii” … “Casalibus Sancti Mauri et Papenichifari pro valore unciarum quindecim cum dimidia.” Biblioteca comunale di Bitonto, Fondo Rogadeo, Ms. A 23, ex Registro angioino 373, f. 85.
[xii] Reg. Vat. 355, ff. 287-287v.
[xiii] La Calabria a metà del secolo XV e le rivolte di Antonio Centelles, 1963, pp. 278, 280.
[xiv] Fonti Aragonesi, I, p. 73
[xv] Un prezioso documento del secolo XV, in Siberene, Cronaca del Passato per le Diocesi di Santaseverina – Crotone – Cariati, Scalise G. B. (a cura di), 1999, p. 167.
[xvi] Fonti Aragonesi, II, pp. 65-67.
[xvii] Maone P., San Mauro Marchesato e le sue vicende attraverso i secoli, Mancuso Catanzaro, 1975, pp. 101-102.
[xviii] Russo F., Regesto, II, 12488.
[xix] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 1A, ff. 48v-50.
[xx] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 1A, ff. 50-58v.
[xxi] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 1A, ff. 59-59v.
[xxii] “Apprezzo dello Stato di Santa Severina fatto nel 1687”, in appendice a Caridi G., Uno “stato” feudale nel Mezzogiorno spagnolo, 1988.
[xxiii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 1A, ff. 58-58v.
[xxiv] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 1A, f. 33.
[xxv] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 1A, ff. 52v-53.
[xxvi] “Apprezzo dello Stato di Santa Severina fatto nel 1687”, in appendice a Caridi G., Uno “stato” feudale nel Mezzogiorno spagnolo, 1988.
[xxvii] “Apprezzo dello Stato di Santa Severina fatto nel 1687”, in appendice a Caridi G., Uno “stato” feudale nel Mezzogiorno spagnolo, 1988.
[xxviii] “Apprezzo dello Stato di Santa Severina fatto nel 1687”, in appendice a Caridi G., Uno “stato” feudale nel Mezzogiorno spagnolo, 1988.
[xxix] “Apprezzo dello Stato di Santa Severina fatto nel 1687”, in appendice a Caridi G., Uno “stato” feudale nel Mezzogiorno spagnolo, 1988.
[xxx] Costituzioni della città e stato di Santaseverina, in Siberene, Cronaca del Passato per le Diocesi di Santaseverina – Crotone – Cariati, 1999, a cura di Scalise G. B., p. 305.
[xxxi] Pratesi A., Carte latine di abbazie calabresi provenienti dall’Archivio Aldobrandini, 1958, pp. 400-401.
[xxxii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 109A, f. 263v.
[xxxiii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 1A, f. 49.
[xxxiv] Russo F., Regesto, V, 25721.
Creato il 23 Febbraio 2015. Ultima modifica: 25 Ottobre 2024.