La toponomastica dell’abitato di Roccabernarda (XVI-XVIII sec.)
Durante i secoli, l’abitato di Roccabernarda si è sviluppato dall’alto verso il basso della “timpa”, espandendosi dalla primitiva “Terra” con il suo “Castello”, alla sottostante “Valle” e al “Borgo”: nuclei formatisi lungo la via che raggiungeva il castello, al quale si accedeva superando il “Canale”. Ancora oggi, attraverso la fotografia aerea, è possibile apprezzare queste espansioni, segnate dal percorso di due cinte murarie: una “soprana” e una “sottana”, che hanno condizionato e caratterizzato il tessuto abitativo.
Dell’antica toponomastica di questo abitato, che troviamo nei documenti dei secoli XVI-XVIII,[i] rimangono oggi poche ma preziose tracce. Sopravvivono i toponimi: “Castello”, “Colla”, “Cinti”, “S. Fantino”, “Cucco”, “Valle”, “Borgo”, “Fischia” ed il più recente “Torretta”. Accanto ai molti toponimi, i documenti conservano anche una ricca onomastica. Al fine di fornire qualche riferimento con il periodo considerato in questo studio, si riporta di seguito l’elenco dei cittadini di Roccabernarda, presenti il 27 agosto 1620, in occasione della presa di possesso del feudo, da parte del procuratore di Giovanna Ruffo marchesa di Licodia: Gio Bap.ta Terzigna mastro giurato e luogotenente, Marcello Guarano sindaco, Marco Antonio de Rogerio, Julio de Bona, Jo.e Sculerio, Hettore Moresco, Geraldo e Marco Antonio Vicza, eletti.
Particolari e cittadini: Jo.e Fran.co Tassitano, Vespasiano Tassitano, Dominico Terzigna, Matteo Admirato, Jo.e Thoma Scoleri, And.a Tigano, Jo.e Matteo Amoruso, Michele Angelo Rogeri, Jo.e Vinc.o Sollazzo, Aloisio Scoleri, Jo.e Bapt.a Pedaci, Hier.o Rogeri, Hieronimo Terzigna, Pittagora Pulira, Nardo Facente, Ant.o Facente, Julio Facente, Cicco Facente, Anda Juliano, Detio Schettino, Jo.e Dom.co Rogeri, Jo.e Dom.o Facente, Jo.e Laurentio Pedaci, Matteo de Monti, Nardo Russo, Stefano Ceraudo, Consalvo de Glauso, Jo.e Leonardo Spano, Marco Ant.o Renzo, Jo.e Granario, Hieronimo Sollazzo, Sibio Labruto, Cola Terzigno, Jo.e Dom.co de Nola, Marco Ant.o Sillano, Martino Jemma, Jo.e Bartolo Sayce, Julio Vicza, Antonio Formicula, Jo.e Vinc.o Facente, Simone de Aminò, Rinaldo Facente, Jo.e Regnante Guercio, Hieronimo Giacco, Jo.e Cundurello, Giulio Marinaro, Fabio de Franco, Altobello Guercio.[ii]
Castello
“domino Riccardo Gato castellano Rocce Bernardi” (1241).[iii] “castellano Rocche Bernarde et sociis quindecim” (1445).[iv] “dicte pecunie sint pro solucionibus et gagiis sociorum regii castri Roccebernarde” (1451).[v] “Martino iohanni squerrer”, governatore della terra e castellano del “Castelli Rocche bernarde de provincia calabrie” (1453).[vi] “S.te mariae delo Castello” (1559).[vii]
A causa del ferimento commesso da Francesco Carcello chierico coniugato, o diacono selvaggio, da sua moglie Sabina Carcello e da Pietro Antonio Chiaramonte, in persona di Masi Catalano di Roccabernarda, i tre si trovano carcerati nel castello di Roccabernarda, a nome della corte arcivescovile, in attesa di essere trasferiti a Santa Severina (1590).[viii] “Ad futuram rei memoriam Pro Marcello Barracca, civ. S. Severinae, indultum oratorii privati in castro Roccae Bernardae, S. Severinae dioc., in quo custodintur captivi” (1616).[ix] “tra le rovine di quel Castello occorse al tremuoto dell’anno trenta otto del secolo caduto”.[x]
Timpe del Castello, o dello Canale
Antonio Facente, figlio di Giuseppe Facente, possiede una “Grotta, seu Antro loco d.o le timpe dello Castello, seu timpe dello Canale”.[xi] Jo. Petro Juliano possiede una casa terrana “loco Perdegiornata”, da una parte muro congiunto alle case di Francesco Lanzo e, dall’altra, le case degli eredi del fu Fabrizio Tersigna, nella quale casa vi è anche compreso il casalino dalla parte della “timpa dello canale” (1648).[xii] D. Carlo Antonino Pedace possiede un pezzo di terra di circa 1 tomolata e ½ alberato di celzi detto “il Canale”, confine le terre dei S.ri Brundolilli (1744).[xiii]
Sotto il Canale
Luca di Bona possiede un orticello loco “sotto lo Canale” confine l’orto del fu notaio Julio de Bona e l’orto di Nicola Maria Aminò (1644).[xiv] L’arciprete curato D. Nicolò Bernardi possiede un orto d’inverno con gelsi neri e querce “sotto il Canale”, confine “le Rupi del Castello”. Gioan Fran.co Bonofiglio possiede un orticello “nel Canale” (1768).[xv]
Il convicino del Castello
1744. D. Carlo Antonino Pedace possiede una continenza di case, o palazzo, consistente in tre camere superiori e quattro inferiori, nel luogo detto “il Castello”, confine le case dei S.ri Brundolilli, muro contiguo.[xvi] D. Leonardo Pedace abita con i suoi fratelli, cognata e nipoti, in casa propria consistente in sei membri, tre superiori e tre inferiori, nel luogo detto “il Castello”, confine le case dei S.ri Brundolilli.[xvii] Il R.do clero di Roccabernarda esige dal R. arciprete D. Gianfran.co Bernardi annui carlini 10 sopra le case del “Castello”, e se ne celebrano tante messe per Francescantonio Lauro.[xviii] Tota Ferrari della terra di Minnito, abita in affitto nella casa del Sig.r Rocco Brundolillo nel luogo detto “il Castello”, confine le case dei Sig.i Pedaci, e quella delli Brundolilli.[xix] Il clerico beneficiato Rocco Brundolillo abita in casa propria consistente in più e diversi membri, assieme con i nipoti, sorella e madre. Possiede una casa nel luogo detto “il Castello”, affittata a Michel’Angelo Pollizzi.[xx] Anna Messina di Crotone abita nella casa della Sig.ra Rosa Brundolillo nel luogo detto “il Castello”, confine la casa di Giuseppe Mazza, e quella di Pietro Laci.[xxi]
1768. Bruno Benivento abita in una casa fittatagli dal m.co Tomaso Pedace “sita nel Castello”, confine quella di Anna Messina. Il magnifico Ferdinando Bernardi abita col suo fratello arciprete D. Nicola, nel proprio palazzo “nel Convicinato del Castello”, confine la casa di Martino Laci. Possiede anche un orticello d’inverno “nel Castello”. Il Mag.co Lorenzo Brundolillo della terra di Roccabernarda, ma soggiornante in quella di Mesoraca, possiede un palazzo “nel Castello”, nel quale abita D.a Felice Brundolillo sua zia. La Mag.ca D.na Felice Brundolillo, vedova di D. Nicola Ceraldi, abita nel suo palazzo “nel Castello”, confine le case del m.co Tomaso Pedace. Il Mag.co Tomaso Pedace abita nelle case proprie “nel Castello”, confine quelle dei Sig.ri Brundolilli. Accanto a queste ne possiede altre, due delle quali le fitta ad Elisabetta Russo e a Giulia Lice. Il Rev. D. Niccolò Bernardi, arciprete curato della terra di Rocca Bernarda, “soggiorna nel suo Palazzo nel Castello”.[xxii]
Lo Piano del Castello e le case della Corte
καστελλίου Βερνάλδου (1115-1116).[xxiii] “in tenimento Rocce Bernardi terre nostre” (1221).[xxiv] Donna Fiore, moglie del fu Antonio de Marino, nel 1575 lasciò al monastero di S. Francesco di Paola una casa in loco “Lo Piano del Castello”, confine la casa del SS. Sacramento, e la casa di Luca di Bona.[xxv] “lo chiano dello Castello” (1612).[xxvi]
Il 27 agosto 1620. Gio. Battista Testa del Tufo di Napoli, procuratore di Giovanna Ruffo marchesa di Licodia, assieme al notaio di Crotone Gio. Francesco Rigitano, si reca nella terra di Roccabernarda per prendere possesso del feudo. Egli entra nell’abitato per “La Porta di S.to Nicola”, poi si reca al palazzo detto Le Case dell’università, che si trova nel luogo detto “lo piano de lo castello” e quindi, giunge nel “fortilizio seu castrum”, del quale è custode Gio. Domenico Benevento.[xxvii]
Francesco Jordano ha una casa palaziata “loco la Piazza”, confine le case del notaio Hiacinto Amoruso da un lato e, dall’altro, il casaleno del fu notaio Julio de Bona, via pubblica per la quale si va al castello. Il fratello Agostino Jordano ha una casa diruta a causa del terremoto, confine la casa del notaio Hiacinto Amoruso da un lato e, dall’altro, “Lo Piano del Castello” (1641).[xxviii] Jo. Batt.a Ruggero possiede una casa palaziata consistente in sei membri, tre nella parte superiore e tre nella parte inferiore, confine la casa di Jo. Lorenzo de Bona, vinella mediante, la via pubblica che si va al castello, vinella mediante, e la casa diruta di Donato Vaccaro (1641).[xxix] Il mastro Francesco Jordano, marito di Miliana Amminò, abita in loco “Lo Piano del Castello”, confine la casa di Hiacinto Amoruso e il casaleno del fu notaio Julio de Bona (1644).[xxx] Il convento di S. Francesco di Paola di Rocca Bernarda vende “lo catoio del piano del castello” ad Agostino Iordano (1645).[xxxi] Il notaro Giacinto Amoroso e suo figlio possiedono le case “del piano del castello” (1654).[xxxii]
Il monastero di S. Francesco di Paola possiede un “catoio loco detto lo piano del Castello sotto la casa di Fran.co Zidattolo d.o Catoio si vendè con decreto della Corte Arci(vescovi)le, et il Cenzo lo paga Gio. girolamo guglielmo” (1717).[xxxiii] Dalla copia di un atto del 24 agosto 1719 risulta che Domenica Dattilo e Michel’Angelo Rizza, madre e fratello del chierico Gio. Dom.co Rizza, tra le altre cose, gli donarono una casa palaziata confine “la Casa della Corte”, consistente in due membri.[xxxiv]
S. Nicola de Plastò
S. Nicola de Plaustro (1540).[xxxv] Il magister Andrea Simurra possiede una casa palaziata “posta nella Rocca in la cappella de S.to Nic.a de prastò jux.a la p.ta ecc.a et la casa de Fran.co de amino” e altri confini (1573).[xxxvi]
Da una platea della parrocchiale di S. Nicola di Plastò (1583), risulta che Cola Buccieri possiede una casa terranea che fu di Jacomo Iembo “posita dentro d.a terra loco d.o Lo Palazzetto, confine la via pubblica di S. Nicolò conf.e la Chiesa pred.ta”. “In alias Cola Buccieri per la casa tiene loco detto confine la pred.a casa”.[xxxvii] L’erede di Sibio Buccieri tiene una casa in “loco d.o S. Nicola”.[xxxviii]
La chiesa di S. Nicola de Plastò “quae ad p.ns est diruta causa terremotus” (1640).[xxxix] Matteo Glauso possiede una casa, o barracca, diruta a causa del terremoto, in loco Santo Nicola de Plastò, confine il casalino della SS.a Concezione ed il casalino del fu Antonio Glauso (1641).[xl] Gregorio Mascaro possiede una casa terranea in loco Santo Nicola, iuxta la casa dell’erede di Tomaso Camigliano e la casa seu palazzetto dell’erede del notaio Julio de Bona (1641).[xli] Ottavio Pudano, marito di Bertitia Scigliano, ha una casa in loco Santo Nicola di Plastò, confine la casa del Magister Peri Benincasa (1644).[xlii] Jo. Lorenzo Pudano possiede una casa in loco Santo Nicola di Plastò (1644).[xliii] Perino Benincasa possiede una casa palaziata in loco S. Nicola di Plastò, confine da una parte la chiesa predetta diruta di S. Nicola (1644).[xliv] Matteo Andriolo possiede una casa terranea in comune e indivisa, in due membri, sita e posta in loco detto S. Nicola di Plastò, confine da una parte le case di Gio. Girolamo e Michel Angelo Pulerà (1652).[xlv]
S. Nicola Vecchio
In un atto del 12 ottobre 1727, il R. D. Maurizio De Rosa asseriva che, al tempo in cui era asceso all’ordine del Subdiaconato, essendo “cadute” le case donategli dal R. D. Vito Antonio Andriolo, suo cugino, per non veder diminuito il suo patrimonio, egli aveva provveduto a surrogarle con le case dove al presente abita, consistenti in due camere superiori e due bassi, “con vignano innanzi”, attaccate e comunicanti con la casa dove abita Gio. Fran.co De Rosa suo fratello, nel luogo detto “S. Nicolò Vecchio”, confine la casa di Andrea Giannino, via pubblica mediante.[xlvi]
Il sacerdote D. Maurizio De Rosa, unitamente a Gio. Fran.co De Rosa suo fratello e famiglia, abita in casa propria sita nella terra di Roccabernarda, loco detto “S. Nicola Vecchio”, consistente in sei membri superiori e inferiori, dei quali quattro patrimoniali, per essere stati surrogati con altrettanti beni che, a suo tempo, gli erano stati donati a tale titolo (1744).[xlvii] Il R.do clero di Roccabernarda esige da Angelo Gabriele sopra la casa di “Santo Nicola vecchio” annui grana 75 redimibili, e se ne celebrano le messe per Vittoria Giannino (1744).[xlviii]
1768. Pasquale Guercio abita in casa dotale, avanti quella di Gennaro Seminara, “in S. Nicola vecchio Seniore”. Raffaele Guercio abita in casa dotale “in S. Nicola Vecchio”. Il Mag.co Vincenzo de Rose abita nelle case proprie “nella Contrada di S. Nicola vecchio”, dove accanto possiede anche un orticello per il quale paga il peso di grana 5 alla parrocchia.[xlix]
Nuova Chiesa Parrocchiale
Paolo Madalena abita in casa propria “luogo d.o la Nuova Chiesa Parrocchiale confine alle Case della Corte” (1768).[l]
Lo Palazzetto
Il presbitero Andrea Giranda possiede un casaleno discoperto senza muri, “positum loco detto Lo Palazzetto, iuxta domus ipsius Praesbyteri Andreae iuxta [ru]pem, et alios fines” (1583).[li] L’erede di Gesualdo Iuliano tiene una casa “loco detto lo Palazzetto” (1583).[lii] Da un atto del 20 maggio 1708 risulta che, Philippo e Dom.co De Rosa, fratelli del chierico Maurizio De Rosa, gli donarono a titolo patrimoniale, una domus terranea sita nella terra di Roccabernarda loco detto “il Palazzetto”.[liii]
Lo Serrone
Lorenzo Ioannino possiede una casa palaziata consistente in due membri, uno inferiore e uno superiore, “sitam et positam intus d.m Terram et proprie ubi dicitur lo Serrone muro coniuncto”, con la casa di Leonardo Trovato, la via pubblica e altri confini (1684).[liv] Il clerico Gio. Battista Scolerio e suo fratello Vito possiedono in comune ed indiviso, delle case “dentro d.a terra nel luogo d.o lo Serrone” dove al presente abitano (1690).[lv] Gloria Iajace possiede una casa scoverta e un casaleno in luogo detto “il Serrone”, confine la casa di Ottavio Franco (1744).[lvi]
1768. Antonio Andrioli possiede un basso di casa “nella contrada del Serrone”, il cui membro superiore è di Nicola Paterino. Paolo Puglise possiede un casalino “nel Serrone”, come pure una grotta “sotto il Trapedo”. Serafino Seminara abita in casa propria “nel Serrone”, accanto a quella del fratello Gennaro. Possiede anche una casupola accanto alla precedente. Giulia Franco abita “nel Serrone”, confine quella di Tommaso de Carlo. Tomaso di Carlo abita in casa dotale “nel Serrone”, confine quella di Nicola Paterino.[lvii]
Sotto il Serrone
Serafino Seminara possiede un orticello “sotto il Serrone” (1768).[lviii]
Sotto le Timpe di S. Nicola
Casa loco Sotto le timpe di S.to Nicola, confine le casaline che furono del quondam Ottavio Guercio e del fu Antonino Gullarino (1644).[lix]
Sotto le timpe delle case di Gio. Donato
Michele Angelo Lipari ha due casaleni loco sotto le timpe delle case di Gio. Donato confine il casaleno di Mauritio Scigliano che fu di Octavio Guercio e il casaleno degli eredi di Antonino Gullarino (1644).[lx]
Santa Maria La Magna
Hiacinto Jannino possiede due case palaziate loco Santa Maria la Magna, confine la casa di Gio. Lonardo Spanò (1643).[lxi]
1744. Il sacerdote secolare D. Domenico Pangalli di Roccabernarda, commorante come arciprete curato a Cotronei, possiede “Due membra di case separate”, consistenti in quattro camere e quattro bassi, due delle quali “contigue alla Madre Chiesa” dove abitano Beatrice Poerio sua cognata, e Felice Pangalli suo fratello, e altre due contigue con la casa del Not.r Gio. Riccio che servono per sé.[lxii] D. Gio. Girolamo Guglielmi abita in casa propria, muro congiunto colla chiesa Madre della terra di Roccabernarda, dove abitano Vittoria e Lucia sue nipoti, figlie del quondam Fran.co Maria Guglielmi suo fratello e della quondam Elisab.a Dattolo sua moglie. Possiede una casa consistente in cinque stanze superiori e inferiori, per uso proprio, “situata avanti la Chiesa Mad.e di d.a T(er)ra, puoco distante dalla mia abitazione e le altre”.[lxiii]
1768. Domenico Guglielmo soggiorna assieme a suo zio D. Girolamo Cant.re Guglielmo “nel Vicinato della Colla confine la Chiesa Madre”. Il Molto R. D. Girolamo Cant.re Guglielmo abita in casa patrimoniale “accanto la Chiesa Madre”. Il R. D. Nicola Riccio abita in casa propria “nella Contrada della Chiesa Madre”. Il R. D. Onofrio Guglielmo abita in casa di suo “zio Cant.re”.[lxiv]
Colla di Santa Maria
Joannes Francesco de Rose possiede una casa palaziata in loco La Colla di S.ta Maria, con due casaleni contigui, che a lui fu promessa in dote da Anastasia Aminò, da un lato confina la casa degli eredi di Jo. Leonardo Spano, vinella mediante, e dall’altro lato confine il casaleno della SS. Concezione (1663).[lxv]
Da un atto del 21 maggio 1706 risulta che, Gio. Paolo Guglielmo, padre del chierico Gio. Geronimo Guglielmo, tra le altre cose, gli aveva donato a titolo di patrimonio, una casa palaziata consistente in due membri superiori e uno inferiore, sita entro la terra di Roccabernarda, “loco detto la Colla di S.a Maria Chiesa Madrice d’una parte”, e dall’altra la casa di Gaetano Pangalli.[lxvi] D. Antonia Venturi di Policastro possiede una continenza di case di cinque camere palaziate con alti e bassi, nel luogo detto “la Colla di S. Maria”, confine con la V.le Chiesa Madre, via mediante (1744).[lxvii]
1768. Felice Pangalli abita in casa propria “nel luogo dicesi la Colla di S. Maria”, confine quella del R. D. Nicola Riccio e altri. Francesco Laci abita in casa propria “nella Colla di S. Maria”. Gioan Fran.co Bonofiglio abita in casa propria “nella Colla di S.a Maria”, confine quella di Fran.co Andreoli e altri. Possiede anche un’altra casa in due membri, confine alla precedente, che è affittata a Sebastiano Vaccaro. Nicola de Gulielmis possiede una casa “nella Colla di S.a Maria”, fittata a Caterina Elia. Tomaso Facente possiede alcuni casaleni “nella Colla di S. Maria”. Giambattista Laci abita in casa propria “nella Contrada della Colla di S. Maria”, confine quella di Gio. Dom.co Le Rose.[lxviii]
La Colla
Nicola Portella possiede una casa terranea in loco La Colla, confine le case di Francesco Mascaro e il casaleno de fu Berardino Ciano (1640).[lxix] Anastasia Lice possiede un casaleno loco La Colla, confine il casaleno del SS. Sacramento da un lato e, dall’altro, la rupe detta “La Serra” e, dall’altro, il largo della casa che fu di Pietro Antonio Ortali (1643).[lxx] Nicola Portella ha una casa terranea in loco La Colla, confine la casa del presbitero Luca Mascaro muro congiunto, e la casa degli eredi di Jo. Lanzo (1645).[lxxi] Francesco Mascaro, marito di Porzia Facente, abita a La Colla (1644).[lxxii] Joseph Mascaro, erede del fratello, il presbitero Luca Mascaro, possiede una continenza di case palaziate, consistenti in cinque membri nella parte superiore e due nella parte inferiore, situata in loco La Colla, da un lato confinante con la casa terranea di Joseph Cidattolo e, dall’altra parte, confine la rupe, e nella parte superiore volgarmente detta La Serra (1664).[lxxiii]
1744. Laudonia Bonofiglio, vedova del quondam Fran.co Ant.o Salviati, abita in casa propria nel luogo detto “la Colla”, confine la casa di Nicola Maffei.[lxxiv] D. Gio. Battista Filomarino Principe della Rocca d’Aspro, possiede in burgensatico, le case del quondam Lipari “site nella Colla”, confine le case del canonico D. Gio. Dom.co Rizza.[lxxv]
1768. Antonio Fiore abita in casa propria “loco detto La Colla”, confine quella di Fran.co Bonofiglio, e possiede un’altra casa contigua che fitta a Pietro Pisano. Alessio Cava abita in casa “nella Colla” locatagli dal m.co D. Nicola de Gulielmis. Antonio Petrone abita in casa propria “nel Convicinato della Colla”, avanti quella del R. D. Nicola Riccio.[lxxvi]
La Colla del Capitano
1768. Francesco Bonofiglio possiede una casa “nella Colla del Capitano”, confine quella di Antonio Fiore. Lionardo Fonte abita in casa dotale “nella Colla del Capitano”, confine quella di Lionardo Scigliano. Lionardo Scigliano possiede case “nella Colla del Capitano”, avanti quella di Antonio Fiore, fittate a … ? Polia e Giuseppe Fonte.[lxxvii]
La Serra
Jac.o de Aerio possiede una domus palaziata “sita et posita intus dictam T(er)ram, quae ad p(raese)ns possidetur per beatricem carnelevare jux.a domum her.m q(uondam) minici simurrae viam pu.cam qua itur ad serram et domos quae fuerunt cesaris et dionisii de aerio” (1570).[lxxviii] Iosepho Facente possiede una casa loco La Serra, confine le case del presbitero Jo. Alfonso Aquis (1645).[lxxix] Matteo Bernardo ha una casa palaziata consistente in due membri uno superiore e uno inferiore, “in luogo d.o la Serra”, confine la casa degli eredi del quondam Gio. Bernardo (1684).[lxxx] Giuseppe Mastica possiede una casa palaziata “sita e posta dentro d.a terra nel luogo detto la Serra muro coniunto con la casa dei Zidattoli” (1690).[lxxxi]
Dalla copia di un atto del 24 agosto 1719 risulta che Domenica Dattilo e Michel’Angelo Rizza, madre e fratello del chierico Gio. Dom.co Rizza, tra le altre cose, gli donarono due case terranee loco detto “la Serra”, confine Marc’Antonio Mancuso e Matteo Portella.[lxxxii] Il 25 novembre 1729, il R. D. Gio Fran.co Bernardi arciprete di Roccabernarda, tra le altre cose, dona a suo nipote Nicolò Bernardi un palazzo nel luogo detto “la serra”, confine le case del R. D. Leonardo Bernardi, e via pubblica, consistente in quattro membri, due superiori e due inferiori, con cortile e due casaleni contigui.[lxxxiii] Il R. D. Nicolò Bernardi, cappellano della cappella di S. Maria del Soccorso, possiede una casa palaziata, confine la casa di D. Leonardo Bernardi, che sta locata agli eredi di Simone Vitale (1744).[lxxxiv] Caterina Mazza, vedova del quondam Giacomo Paturzo, di Cuturella, abita in casa propria nel luogo detto “la Serra”, confine la casa di Eufemia Faragò e la via pubblica (1744).[lxxxv]
1768. Antonio Vitale abita in casa propria “loco d.o la Serra”, confine quella del m.co Antonio Vetere, e tiene un’altra casa palaziata in detto luogo per uso proprio. Il Mag.co D. Antonio Vetere abita in casa propria “nella Contrada della Serra”, confine quella di Giuseppe Caputo vinella mediante. Possiede anche un’altra casa contigua, nella quale soggiorna Venera Spada. Giuseppe Fonte abita in casa propria “sita nella Serra”, contigua a quella di Isabella Facente.[lxxxvi]
Sotto La Serra
Lisa Benincasa, moglie di Marco Pontilla, abita in loco Sotto La Serra (1645).[lxxxvii] Antonio Greco di Policastro abita in casa di sua madre, consistente in un membro nel luogo detto “Sotto la Serra”, confine la casa di Giuseppe Facente e quella di Dom.co Puglise (1744).[lxxxviii]
Le Cinte Soprane
Tra i beni dotali di Maria Patina vi era una casa nel luogo detto “li Cinti Soprani”, confine la casa di Fran.co Antonio de Lauro”.[lxxxix] Francesco Cidattolo abita nel luogo detto “Le Cinte Soprane”, confine la casa di Donato Vaccaro e la casa dell’erede di Petro Antonio de Angelo (1640).[xc] Catarina Rizza, moglie del fu Francesco Cidattolo, abita nel luogo detto “Le Cinte Soprane” (1640).[xci] Apollonia Bonofilio, vedova di Hieronimo Sollazzo, ha una casa diruta in loco “le Cinte Soprane”, e proprio nel pizzo della timpa, confine la casa del Rev. D. Ioanne Francesco Facente da una parte, e dall’altra la timpa (1641).[xcii] Salvatore Tassitano ha una casa terranea in loco “le cinte soprane”, confine le case del Rev. Presbitero Jo. Francesco Facente, e la casa degli eredi di Jo. Batt.a Russo (1644).[xciii] Jo. Batt.a de Nola abita in loco “Le Cinte Soprane”, confine la casa degli eredi di Francesco Bruno e la casa di Orazio Clausi (1645).[xciv]
La chiesa della SS.ma Annunziata possiede una “grotta loco detto S. Maria la Valle dentro questa t(er)ra sotto le timpe delle Cinte Soprane vicino la grotta di Ambrosio Massa ed altri fini” (1711).[xcv] Il sacerdote D. Maurizio De Rosa, unitamente a Gio. Fran.co De Rosa suo fratello e famiglia, possiede a titolo patrimoniale, una casa terranea nel luogo detto “lo Pizzo”. Possiede una grotta nel luogo detto “sotto il fico del Rinacchio vicino questa T(er)ra”, che serve come ricovero invernale per i suoi animali.[xcvi]
Li Cinti
Gio. Francesco e Salvatore Andriolo possiedono una casa palaziata “nel luoco detto le Cinte” (1685).[xcvii]
1744. Il R.do clero di Roccabernarda possiede una casa nel luogo detto “le Cinte” che si affitta ordinariamente carlini 12 e se ne dicono tante messe per Orazio Clauso.[xcviii] Angelo Romano di Aprigliano abita in casa propria dotale nel luogo detto “li Cinti”, vicino la casa del nob. Gio. Riccio, consistente in un solo membro.[xcix] Il clerico beneficiato Rocco Brundolillo possiede una casa nel luogo detto “le Cinte”, affittata a Giuseppe Cavarretta.[c]
1768. Angelo Romano abita in casa propria “loco Li Cinti”, confine l’orticello di D. Nicola Riccio. Antonio Fiore possiede una casa dotale “nel luogo dicesi Li Cinti”, locata a Michelang.o Moraca. Domenico Donato abita in casa dotale “loco detto Li Cinti”, avanti quella di Giuseppe Fonte e altri. Francesco Andreoli possiede una casa “nelli Cinti” per uso proprio. Giuseppe Fonte possiede una casa dotale “luogo detto li Cinti”, locata a Nicola Jaquinta. Gennaro Andreoli abita in casa propria “nelli Cinti”, vicino a quella di D. Lorenzo Brundolillo. Giuseppe Giannino abita in casa propria “nella Contrada delli Cinti”. Il Mag.co D. Lorenzo Brundolillo possiede una casupola “nelli Cinti”. Lucrezia Faruscia[ci] abita in casa propria “nelli Cinti”, accanto a quella di Gennaro Andreoli. [cii]
Sotto Li Cinti, sotto le Rupi delli Cinti
Il Rev. Maurizio Scigliano possiede una grotta sotto la Timpa delle Cinte, confine la grotta che fu del quondam Ottavio Guercio et orticello (1648).[ciii]
1744. La “Chiesa di S.a Maria della Vis(it)atione volgarm.te d.a della Valle”, possiede un orticello dentro detta terra proprio “sotto le Cinti”, donatoli dall’università, e quando l’affitta ne percepisce grana 15.[civ] La cappella della Immacolata Concezione esige ogni anno carlini 10, sopra la casa di Dom.co Padula, nel loco detto “sotto li Cinti”.[cv] Pietro Curto di Policastro abita in casa locanda nel luogo detto “sotto li cinti”, e paga l’affitto di carlini 18 a Giuseppe Facente.[cvi]
1768. Elisabetta Gargano abita in casa propria “sotto li Cinti”, il cui membro inferiore è di Lucrezia Gargano. Antonio Ammiraglia abita in casa propria “sotto li Cinti”, vicino la casa di Vincenzo Scigliano. Francesco Verrina abita in casa propria “nel logo sotto li Cinti”, confine quella di Giuseppe Rogliano. Giuseppe Rogliano abita in casa propria che tiene in comune con il fratello Andrea “nel luogo d.o Sotto li Cinti”, confine quella di Gio. Fran.co Verrina. Lorenzo Lice possiede un membro di mezzo di casa “sotto li Cinti”, mentre il membro superiore è di Vincenzo Scigliano. Rocco Verrina possiede una metà di casa “Sotto li Cinti”, mentre l’altra metà la possiede Fran.co Lua suo fratello. Tomaso Facente possiede una grotta “sotto le Rupi delli Cinti”, avanti la quale tiene un orticello.[cvii]
Squiglio, Sotto lo Squiglio
Joannes Scolerio possiede una casa palaziata “sita e posta dentro d.a Terra nel luogo detto Sotto lo Squiglio”, consistente in due membri, uno superiore e uno inferiore, “con un piano innanti nel quale vi è un pede di celzo negro, et una casella di forno dalla parte di sotto d.a casa che confinano alla vinella” (1691).[cviii]
Antonio Berardi di S. Mauro possiede “un superiore di Casa nel Squiglio atteso l’inferiore si paga di d.o Lorenzo Lice”, fittato a Vincenzo Rogliano (1768).[cix]
Le Cinte Sottane
Prudentia Amoruso, vedova di Francesco Antonio Strati, negli anni passati fece una donazione alla cappella della SS.ma Concezione, olim sita dentro la chiesa di S. Nicola de Plastò, “quae ad p(raese)ns est diruta causa terremotus”, di una casa nel luogo “Le Cinte Sottane”, confinante con un’altra casa di essa Prudentia (1640).[cx] I figli ed eredi di Jo. Hieronimo Russo abitano in loco “Le Cinte Sottane”, confine la casa di Filippo Dattolo e la casa della vedova Prudenzia Amoruso (1641).[cxi] Jo. Hieronimo Russo abita in loco “Le Cinte Sottane”, confine la casa del Rev. D. Filippo Dattilo e le case di Prudenza Amoruso (1641).[cxii] I Rizza possiedono una casa in loco “le cinte sottane”, confine la casa di Cassandra Camarda stretto mediante, e dall’altro lato la casa di Josepho Maffeo (1643).[cxiii]
Cortile – Grottiglio delli Guarani
Il Rev. D. Nicola Antonio Guarani possiede una casa “sitam et positam intus dictam terram, et proprie in loco d.o lo grottiglio delli guarani” (1640).[cxiv] Patina Previti abita nella casa del Rev. D. Nicola Antonio Guarano, “sitam et positam intus Terram predittam et proprie in loco d.o dentro il grottiglio delli Guarani” (1641).[cxv] I Gangale possiedono una casa palaziata consistente in quattro membri, due inferiori e due superiori, in loco Santo Fantino et cortile delli Guarani e, dall’altra parte, la grotta di Jo. Thoma de Joanne (1649).[cxvi] Giovanni Andrea Monacu ha una casa “dentro il Cortile delli Guarani” (1731).[cxvii]
Il Cortile
1768. Giuseppe Pettinato abita in casa propria “loco d.o il Cortile”, accanto a quelle del m.co Gio. Fran.co Facente. Mario Belpanno abita in casa propria dotale sita “nel Cortile, avanti il magazzino del m.co Nicola de Gulielmis. Il Mag.co D. Nicola de Gulielmis, possiede due case contigue “nel Cortile”. Possiede anche un’altra casa nello stesso luogo fittata a Gennaro Calojaro.[cxviii]
Sedano
Il monastero di S. Francesco di Paola possiede “due casaleni ambedue uniti confine, seu via mediante publica quando si và in S. Sebastiano, le case di Fran.co Maria Maffeo parte sinistra, e proprio vicino il Cortiglio delli Guarani, e di sopra l’horto del Sig.r Mauritio ceraldi, loco detto sidano” (1717).[cxix]
1768. Il Mag.co D. Muzio Giuliano abita nel suo palazzo “loco detto Sedano”, confine le case basse del Sig. Ceraldi, avanti al quale possiede un orticello. La Mag.ca D.a Maria Ceraldi della città di Santa Severina, vedova del quondam D. Vincenzo Infusino, possiede un palazzo “nella Contrada di Sedano”, e una casa avanti detto palazzo che è affittata (1768).[cxx]
S. Fantino – S. Infantino
Fabbio Guarano, erede del mastro Gio. Domenico Guarano, ha una casa in “loco detto S. Fantino fu di Vittorio Aversa, confine le case di esso herede” (1583).[cxxi] Mastro Luca Vecchio ha un casalino “loco detto S. Fantino, dove ci ha fatto fabbrica, e la scala, conf.e la casa di esso M.o Luca”.[cxxii] Dianora Lauro, vedova di Marc’Antonio Rizza, possiede una casa palaziata, confine la casa di Gio. Tomaso di Gio. in loco S. Fantino (1640).[cxxiii] Laurella Arango, moglie di Gio Tomaso de Gioanne, abita in loco S. Fantino, confine la casa dell’erede di Marco Lauro e la casa dell’erede di Marcello Guarano (1641).[cxxiv] Jo. Gangale ha una casa palaziata in loco Santo Fantino, confine la grotta di Jo. Thoma Gioanne (1641).[cxxv] Veronica Jeremia, moglie di Jo. Hieronimo Prati, abita in loco S. Fantino, confine la casa dell’eredi di Horatio Benivento (1644).[cxxvi] Antonio Facente ha due casilini in loco Santo Fantino, confine il casilino della casella di Stefano Ceraldi e le case dirute di esso Facente (1645).[cxxvii] I Gangale hanno una casa palaziata consistente in quattro membri, due inferiori e due superiori, in loco Santo Fantino et cortile delli Guarani, e dall’altra parte la grotta di Jo. Thoma de Joanne (1649).[cxxviii]
1744. Il R.do clero di Roccabernarda possiede un legato di carlini 8 perpetuo, lasciato da D. Giandomenico Alessi sopra le sue case site nel luogo detto “S. Infantino”, possedute da Domenico Rotella e Leonardo Vaccaro.[cxxix] Antonio Greco di Policastro possiede un membro di casa nel luogo detto “S. Fantino”, confine la casa di Leonardo Vaccaro e quella di Diego Scarcella.[cxxx] Vito Pettinato di Carpanzano abita in casa dotale consistente in tre membri, uno superiore e due inferiori, nel luogo detto “San Fantino”, confine le case di Geronimo Facente.[cxxxi] Il chierico coniugato Geronimo Facente abita nella propria casa dotale di sua moglie, con casaleno vicino, consistente in quattro membri due superiori e due inferiori.[cxxxii]
1768. Fortunato Morrone abita in casa propria “nel Convicinato di S. Infantino”, accanto a quella di Gio. Dom.co Facente. Gio Dom.co Facente possiede una casa “nel Convicinato di S. Infantino”, confine quella di Fortunato Morrone locata a Pasquale Seminara. Michelangelo Pirito abita in casa propria “nel Convicinato di S. Infantino”, avanti quella di Silvestro Pulerà. Pasquale Mazza abita in casa dotale “nella Contrada di S. Infantino”, accanto a quelle di Michelangelo Pirito. Nello stesso convicinato possiede anche un’altra casa dotale. La chiesa della SS.ma Annunziata possiede una casa “in S. Infantino” che non è affittata.[cxxxiii]
Sopra S. Fantino
Francesco Ammirato possiede un casaleno loco sopra S. Fantino, confine il casaleno della fu Ippolita Scigliano e il casaleno di Francesco Ammirato (1644).[cxxxiv]
Sotto S. Fantino
Giovanni Condorello possiede una casa in loco sotto Santo Infantino, confine il casalino del fu Giulio Marinaro (1641).[cxxxv] Jo. Maria Lo Freri di Altilia ha un casaleno seu largo loco sotto San Fantino, confine la casa di Jo. Condorelli e la casa dell’Annunciazione (1644).[cxxxvi]
S. Donato
Gio. Paolo Camigliano possiede una casa palaziata “sita e posta dentro detta terra in loco d.o Santo Donato, confine le casalina dell’her. di Iacovo Marinaro da una parte, confine le case di Gio. Condorello”, la via pubblica e altri fini (1640).[cxxxvii]
S. Sebastiano – S. Bestiano
Paulino Juliano di Roccabernarda vende a Gregorio Cavarretta di Policastro, una possessione arborata posta nel territorio di Policastro. In conto del prezzo stabilito, il detto Gregorio, gli cede la sua domus palaziata “cum Catoijo sitam et positam intus terram Rocce Bernarde in Convicinio venerabilis Ecc.ae Santi Sebastiani arcere justa domum Joannis Dom.ci demartino, justa domum lissandrine de abrigliano”, e altri fini (1624).[cxxxviii]
Elisabetta de Bona, vedova di Jo. Petro Tersigna, abita in loco S. Bestiano (1645).[cxxxix] Matteo Portella possiede un casalino diruto confine il casalino di Gio. Bernardino … e la sua casa anche via publica di S. Sebastiano (1706).[cxl] Anastasia Andrioli vedova di Andrea Andrioli, possiede una casa dotale “in S. Sebastiano” (1731).[cxli]
1744. Lucrezia Verrina, vedova di Ant.o Seminara, possiede due case terranea nel luogo detto “S. Sebastiano”, in una abita mentre l’altra l’affitta.[cxlii] D. Gio Fran.co Godano, dottore dell’una e dell’altra legge, abita in casa propria unitamente con gli altri fratelli, come dalla rivela di Gio. Battista Godano, suo fratello. Oltre ai beni che possiede in comune, rivelati da detto suo fratello, possiede a titolo patrimoniale, una casa consistente in quattro membri superiori e inferiori, dove abita Angelo Godano suo zio, contigua alla casa dove abita. Possiede un’altra casa consistente in due membri, superiore e inferiore, nel luogo detto “S. Sebast.o”, contigua alla casa del D.e Nic.a Ceraldi che serve per commodo di magazzino e cellaro.[cxliii] D. Vito Antonio Andreoli abita in casa propria patrimoniale, consistente in sette membri tra superiori e inferiori, nel luogo detto “S. Sebastiano”, assieme al Dr. Fran.co Maria, Rocco, Anastasia, Maria, e Caterina Andreoli, suoi nipoti ex fratre, e Domenica Benincasa cognata.[cxliv]
1768. Antonio Oliveti abita in casa propria “nel luogo d.o S. Sebastiano”, confine quella di Giov.e Romano. Giovanne Romano abita in casa propria “nel luogo d.o S. Sebastiano”, contigua a quella di Antonio Oliveto. Lionardo Musca abita in casa propria “nel Convicinato di S. Sebastiano”, confine il magazzino del m.co Giuseppe Godano, contiguo alla quale tiene un orticello. Il Mag.co D. Nicola Giannini abita in casa propria “nel Convicinato di S. Sebastiano”, confine quelle del S.e Godano, vinella vicinale mediante, avanti alla quale possiede un orticello. Pietro Bisciglia abita in casa dotale “nella Contrada di S. Sebastiano”, confine quella di Tomaso de Carlo, avanti la quale tiene un orticello d’inverno. Paulo Puglise abita in casa propria “in S. Sebastiano”, confine quella del m.co Giuseppe Godano. Il Molto R. D. Gio. Fran.co Godano possiede una continenza di case “in S. Sebastiano”, nelle quali soggiornano i fratelli. Il R. D. Nicola Maria Godano abita assieme al m.co Giuseppe suo fratello, le case padronale site “nella Contrada di S. Sebastiano”, avanti le quale tiene un magazzino.[cxlv]
San Nicola della Piazza, o della Porta
Alla metà del Cinquecento la chiesa di “s.ti Nic.ai de la piazza” (“de platea”), risultava “grancia” di Santa Maria La Magna, ed era amministrata dai rettori della chiesa arcipretale.[cxlvi]
La chiesa di “S. Nicolai della porta” è ancora esistente all’inizio del Seicento, quando fu visitata dall’arcidiacono Prospero Leone che la trovò chiusa.[cxlvii] Il 27 agosto 1620. Gio. Battista Testa del Tufo di Napoli, procuratore di Giovanna Ruffo marchesa di Licodia, con il notaio di Crotone Gio. Francesco Rigitano, si reca nella terra di Rocca Bernarda per prendere possesso del feudo. Egli entra nell’abitato per la porta detta “La Porta di S.to Nicola”. Nello stesso giorno i cittadini di Rocca Bernarda sono convocati dal banditore nel luogo detto “S.to Nicola della Porta”.[cxlviii]
“S. Nicola della porta dov’è eretta la Confraternita delle Cinque Piaghe, è Chiesa della giurisdizione della Madrice, ha giurisdit.ne che quando muore alcuno suo Parocchiano, e va a seppellirsi al monasterio di S. Fran.co di Paula, non andar più oltre con il Clero di S. Caterina, et ivi sofficia, e dopo si piglia la metà della luminaria, e l’altra metà resta ad accompagnar il Cadavero, et il Clero si ne ritorna.” Gio. Dom.co Pinnella possiede una casa palaziata “nella ruga di S. Nicola della porta, iuxta la via pubblica della casa che fu del quod.m Gio. Dom.co Palmieri”.[cxlix]
Il chierico Tomaso Aminò possiede una “casa e catoijo loco detto la porta di S. Nicola, che si va a S. Rocco, iuxta la via publica”.[cl] Il clerico coniugato Benedetto Vaccaro abita in casa propria, confine la casa di Tommaso Verrina “e la via che si va in S. Rocco” (1744).[cli]
Vito Le Rose abita in casa dotale “in S. Nicola la Porta”, avanti quella della cappella del SS.mo Sacramento, accanto alla quale tiene un’altra casa locata ad Antonino Jerardi (1768).[clii]
Le Cinque Piaghe
Il Rev. Jo. Berardino de Rose abita in loco Le Cinque Piaghe, confine la casa degli eredi di Jacomo Antonio Camarda e le case di Matteo Berardi (1641).[cliii] Caterinella Oliverio, moglie del Mag.co Aloisio Anto nio de Rose, abita in loco Le Cinque Piaghe (1646).[cliv] Catarinella de Bona, vedova di Joseph Arcuri, possiede una casa terranea in loco Le Cinque Piaghe, da un lato confina la casa di Francesco Camigliano e, dall’altro, lato il casaleno della sorella Gioannella de Bona.[clv]
Augustino Lice possiede una casa palaziata consistenti in due membri, inferiori e superiori, “sitam et positam intus d.m Terram, et proprie ubi dicitur le Cinque piaghe, muro coniunto cum domo Marci Amminò ex uno latere”, e la domus di Laura Mascaro vedova del quondam Leonardo Mascaro (1686).[clvi] Paolo Tersigna possiede “un casaleno discoperto sito e posto in d.a Terra di Rocca Bernarda nel luogo dicto le Cinque piaghe muro congionto con la casa di Caterinella Tersigna sua figlia da una parte”, e dall’altra le case di Mauro Bernardi stretto mediante, la via pubblica e altri fini (1697).[clvii]
1744. Caterina Rizza vedova del quondam Andrea Rogliano, abita in casa propria consistente in due membri, superiore e inferiore, nel luogo detto “le Cinque Piaghe”, confine le case del Rev. D. Biagio Mascario e quella di Tommaso Verrina.[clviii] Caterina Talarico vedova di Giovanni di Emme, possiede una casa in due membri dove abita in luogo “le Cinque Piaghe”.[clix] Caterina Lice vedova del quondam Giacinto Caputo, abita in casa affittata da Dom. Rotella consistente in due membri, inferiore e superiore, nel luogo detto “le Cinque Piaghe”, confine le case del chierico coniugato Benedetto Vaccaro.[clx] Paula Russo vedova di Dom.co Virardo possiede una casa dove abita nel luogo detto “le cinque Piage”, confine mastro Antonino Cuvera.[clxi]
1768. Antonino Jerardi abita in casa locatagli da Vito Le Rose “loco d.o Le Cinque Piaghe”. Domenico Mauro possiede un casaleno “nelle Cinque Piaghe”. Francesco Vetere di Nunziato abita in casa propria “nella Contrada delle Cinque Piaghe”, confine quella di Antonio Vitale. Gregorio Juliano possiede una casa “nella Contrada delle Cinque Piaghe”, affittata a Tomaso Rotundo. Lionardo Damme abita in casa propria “nel Convicinato delle Cinque Piaghe”. Rocco Verrina abita in casa dotale “nelle Cinque Piaghe”, confine quella di Vito Le Rose. Teresa Cuvarà possiede una casa dotale “nella Contrada delle Cinque Piaghe”, affittata ad Antonio Rocciolillo. La Cappella del SS.mo Sacramento possiede una casa palaziata con casaleno avanti “nella Contrada delle Cinque Piaghe”, confine quella di Vito Le Rose, locata a Benedetto Vaccaro (1768).[clxii]
Cucco
Geronimo de Viano possiede un casalino “alla Valle, confine alla casa di Pietro di …, la vinella, che esce al Cucco, e lo casaleno di Mario Tassitano” (1583).[clxiii]
Sotto lo Cucco
Gli eredi di Damma di Mastado, alias di Giovanne Pipe, per la casa che ha “sotto lo Cucco vicino la timpa, loco detto La Colla”.[clxiv] Jo. Maria Ingrau ha un casaleno loco sotto lo Cucco, confine la casa di Andrea Foglia comprata da Luca Gargano (1644).[clxv] Giovanni Laci possedeva un palazzo sotto il Cucco, oggi posseduto da Domenico Maffei (1731).[clxvi] Nicola Maria Pulerà possiede una casa “sotto il cucco”, [clxvii] e Domenico Maffei possiede una casa “sotto il cucco” (1731).[clxviii] D. Ant.o Ceraldi possiede una casetta con basso sita nella terra di Roccabernarda “sotto il Cucco”, muro congiunto alla casa del R. D. Tomaso Renzi, nella quale durante questo anno (1741) abita Anastasia Lo Bello serva della sua casa.[clxix] Andrea Cavarretta di Policastro abita in casa locanda nel luogo detto “sotto il Cucco” e paga di affitto carlini 25 l’anno al Mag.co Nicola Guglielmo (1744).[clxx]
1768. Nicola de Gulielmis possiede una casa “sotto il Cucco”, locata a Margarita Marano. Pasquale Lice abita in casa propria “Sotto il Cucco”, confine quella del R. Clero. Possiede anche da parte di suo cugino Fran.co Natale, un’altra casa accanto.[clxxi]
La Valle
Ambrosino della Portella ha una casa che fu del m.co Fabio de Meo, confine la casa di esso Ambrosino, confine la via pubblica “loco detto la valle” (1576).[clxxii] Gio. Tomaso Marino possiede una casa “dentro la terra della Rocca Bernarda loco detto la valle” (1576).[clxxiii] Laura d’Arcuri possiede “dentro la terra predetta uno casalino, loco detto la valle”, confine la casa d’Antonino Marinaro e la sua casa (1576).[clxxiv] Joseppe Aversa possiede una casa “alla valle”, confine Luca de Aversa (1579).[clxxv]
Donna Catuza de Calvo di Missina, vedova di Joseph Palmeri di Rocca Bernarda, ha una casa palaziata “sita intus dictam T(er)ram roccae ber.dae jux.a domum Laure palmeri jux.a domum Jo(ann)is palmeri et viam pu.cam in loco dicto la Valle” (1582).[clxxvi] “Giuseppe d’aversa tene in d.a Terra e loco dove se dice la valle una casa palatiata iusta la casa de Jo. Tomaso Stefaniccio vinella med.te” (1582).[clxxvii]
Matteo e Scipione Bonofigli, figli di Gio. Tomaso possiedono “un catoijo sotto la casa di essi Matteo e Scipione, loco detto La Valle, iuxta la via pubblica et convicinale (1583).[clxxviii] Geronimo de Viano possiede un casalino “alla Valle, confine alla casa di Pietro di …, la vinella, che esce al Cucco, e lo casaleno di Mario Tassitano” (1583).[clxxix] Filippo Mazzaccara tiene una casa “alla Valle, confine lo casalino di d. a chiesa, et via convicinale”(1583).[clxxx] Cola Zidattolo di Stefano tiene un “casalino loco detto la Valle, confine la casa di Filippo Mazzacara, la via convicinale, et altri confini” (1583).[clxxxi] Mastro Giliberto Tersigna ha una “Bottega posita dentro d.a T(er)ra loco detto La Valle, conf.e la via pubblica, conf.e la casa di Antonio Cappa, la casa di Rosa di Milillo” (1583).[clxxxii] Organtino Simurra possiede un “casalino posito loco d.o La Valle, conf.e la casa di D. Gregorio Vetero, la casa di Tomaso Miliori, la via convicinale, et altri confini” (1583).[clxxxiii] Mario Tassitano possiede un casalino “alla Valle, conf.e la casa di M(ast)ro Gio. Dom.co Palmieri, la via publica, et l’altro un casaleno della chiesa” (1583).[clxxxiv]
Gli eredi di mastro Matteo Scigliano possiedono “un casalino posto dentro detta Terra loco detto la Valle, conf.e la casa di Fran.co Greco. Leonardo Benincasa ha un casalino “loco d.o la Valle iuxta la casa J. Mastado, che fu dello Spetiale”. Iacovo Mastado ha una casa “alla Valle” che “fu di Fran.co per Tomaso Frate Spetiale”. In località La Valle la chiesa di S. Maria la magna ha un largo, confine le scale di Stefano Tassitano, la casa di Batt.a Facente.[clxxxv]
Lucretia Ortalis, moglie di Giuseppe Iuliano, abita in una casa in loco “la valle”, confine la casa di Antonio Facente e la casa di Gesualdo Iuliano (1640).[clxxxvi] La casa di Gregorio Ceraldo in loco “La Valle”, confina con la casa di Andrea Ceraldi ed il Rev. D. Gio. Battista Scolerio (1640).[clxxxvii] Minica Provenzano, moglie di Arcangelo de Giudo, abita in luogo “La Valle”, confine la casa di Rosa Tassitano e la casa del fu Francesco Lice, abitata al presente da Gio. Geronimo Politi (1640).[clxxxviii] Cassandra Camarda possiede una casa palaziata in loco “La Valle”, che fu del q.m Hieronimo Tersigna, confine la casa degli eredi di Gio. Batt.a Giudia e la casa dell’erede di Geronimo Facente e proprio “intus grottiglium” (1641).[clxxxix] La casa degli Aminò in loco “la Valle”, confine la casa di Francesco Facente (1643).[cxc] Luca Gargano ha un casaleno diruto loco “la Valle”, confine il casaleno del fu Jo. Sculco, la casa di Francesco Dattolo, la casa di Hiacinto Longo, e la casa della vedova Francischella Conte (1643).[cxci], Michel’Angelo Lipari abita in loco “La Valle”, confine la casa di Petro Antonio Bonofilio che fu di Venceslao Spano (1643).[cxcii] Jo. Lanzo abita in loco “La Valle”, confine la casa di Francesco Bonofilio e la casa di Cassandra Camarda (1643).[cxciii] Julia Vetero, vedova di Berardino Tassitano, ha una casa palaziata diruta a causa del terremoto, loco “la Valle”, confine la casa di Jo. Leonardo Ricitano e la casa di Alfonso Andriolo (1644).[cxciv] Julia Vetero, vedova di Berardino Tassitano, ha una casa diruta a causa del terremoto loco “La Valle” (1645).[cxcv] Michel Angelo Rizza ha una “camerina” in loco “la Valle”, da una parte annessa alla casa di Vittoria Masca e, dall’altro lato, annessa alla casa dello stesso Rizza.[cxcvi] Leonardo Foglia ha una casa palaziata loco “La Valle”, confine da una parte i casalini che furono di Gioanne Ingrava e la casa di Jacina Longo via mediante.[cxcvii]
Agata Riggitana possiede una casa palaziata, consistente in due membri, inferiori e superiori, “sitam, et postam intus d.a Terram et proprie ubi dicitur la Valle muro coniuncto domus Jacobi Mastaro ex una et domus Vittoriae Mastaro” (1684).[cxcviii]
Joannes Scolerio possiede una casa palaziata consistente in tre membri, due inferiori ed uno superiore, “sitam, et positam intus hanc Terram et proprie ubi dicitur la Valle”, confine le case di Goffredo Ceraldi, la via pubblica e altri confini (1685).[cxcix]
Orlando Facente possiede un basso di casa “loco detto la Valle”. Gio. Fran.co Scigliano possiede un basso di casa “loco detto la Valle”, confine la casa di Leonardo Rizza (1711).[cc]
Da un atto del 20 maggio 1708 risulta che, il R. D. Vito Antonio Andriolo, cugino del chierico Maurizio De Rosa, gli donò una continenza di case consistente in quattro membri loco detto “Maruccio”, confine la domus del R. D. And.a Giannini, e la domus di Fran.co Facente.[cci] In un atto del 12 ottobre 1727, il R. D. Maurizio De Rosa asseriva che, al tempo in cui era asceso all’ordine del Subdiaconato, tra i beni patrimoniali che gli erano stati donati dal R. D. Vito Antonio Andriolo, suo cugino, vi erano le case consistenti in quattro membri, superiori e inferiori, site e poste nella terra di Roccabernarda, nel luogo detto “Marucci”, confine le case del quondam D. Andrea Giannino e quelle del quondam D. Fran.co Facente d’Alfonso.[ccii]
Il monastero di S. Francesco di Paola possiede un “catoio sotto la casa di Vittoria di tulla loco detto la valle che fu di mastro giovanni amerato n(ost)ro tertiario, limito la casa di D. Ferrante palmerio. Hoggi detto catoio è diruto, et è proprio quello limito la casa di D. leonardo Danyè e la casa comprata da Fran.co Facente, alias figlio della furiusa.”[cciii] Possiede anche un “casaleno seu solo di casa diruta loco detto la valle innanzi il piano della casa che fu di quondam Giacopo marinaro limito le case di Salvad.re romeo. Hoggi paga tomaso rizza”.[cciv] Possiede ancora, un “catoio loco detto la valle, sotto lo palazetto che fù di D. Venzalao spanò, limito la casa di sinopoli e di Ciccio mastica. Hoggi il catoio seu solo di casa non lo tiene il C(onve)nto perché lo vendè nel anno 1645” (1717).[ccv] Da una copia di un atto del 24 agosto 1719 risulta che Domenica Dattilo e Michel’Angelo Rizza, madre e fratello del chierico Gio. Dom.co Rizza, tra le altre cose, gli donarono una casa palaziata loco detto “la Valle”, consistente in due membri, superiore e inferiore, confine Marco Antonio Mancuso, Gio. Battista Laci e altri fini.[ccvi] Domenico Maffei possiede una casa dotale “nella valle” (1731).[ccvii] Giovanni Laci possedeva la casa della cisterna nel luogo detto la valle che fu del quondam Pietro Gio. Renzi (1731).[ccviii]
1744. Anastasia Lanzo abita in casa di Biagio Patarino a cui paga l’affitto, nel luogo detto “la Valle”, confine la casa di Gio. Paolo Camigliano.[ccix] Domenica Turroteo vedova del quondam Giuseppe Facente, abita in casa propria in due membri, nel luogo detto “la Valle”, confine le case di Paolo Rizza.[ccx] Domenica Bonofiglio abita con la madre Anastasia Mascaro in casa di Costanzia Scolerio, a cui paga l’affitto, nel luogo detto “la Valle”, confine la casa di Silvestro Giacco.[ccxi] Sabella Caputo vedova di Lonardo Seminara, abita in casa propria in due membri nel luogo detto “la valle”, confine Giuseppe Acri e Giovanni Ardani.[ccxii] Lucrezia Tigani vedova di Stefano Lipari, abita in casa propria nel luogo detto “la Valle”, confine la casa di Dianora Bernardi.[ccxiii] Lucia La Cava moglie di Fortunato Morrone, carcerato nelle carceri Catanzaro, abita in affitto in casa di Dom.co De Rosa nel luogo detto La Valle, confine le case di Gio. Dom.co De Rosa.[ccxiv] Maruccia Pagano abita in casa di Dom.co De Rosa nel luogo detto “la Valle”, confine la casa di Nicolò Dattilo e quella di Laurella Laci.[ccxv] Santa Verrina vedova di Domenico Russo, abita in casa propria con un membro inferiore in loco detto “la valle”, confine Domenico Pullia.[ccxvi] Il sacerdote D. Gio. Dom.co Rizza, canonico della chiesa di Santa Severina, abita nelle proprie case patrimoniali, consistenti in più membri, assieme con Giulia Guarano sua cognata, moglie di Paolo Rizza suo cugino. Possiede un’altra casa palaziata sita nel luogo detto “la Valle”, “propinqua” a quella dove abita, consistente in due membri, superiore e inferiore.[ccxvii] La cappella del SS.mo Sacramento, dentro la chiesa Matrice, possiede una casa consistente in due membri, inferiore e superiore, nel luogo detto “la Valle”, confine le case di Nicola Guglielmo che, quando si affitta rende carlini 18.[ccxviii] La chiesa parrocchiale di S. Nicola possiede un basso di casa “nella Valle” sotto la casa del SS.mo.[ccxix] Giuseppe Murano di Belvedere abita in una casa dotale in due membri, sopra e sotto, nel luogo detto “la Valle”.[ccxx] Giuseppe Maddalone di Santa Severina abita in casa di Paolo Rizza, consistente in tre membri, due superiori e uno inferiore, nel luogo detto “la Valle”, confine le case di Leonardi De Rosa e quella di Caterina Facente.[ccxxi] Vito Carbone di Catanzaro abita con la moglie e la suocera in casa dotale. Possiede un basso di casa anche dotale che è sfitto, sito nella terra di Roccabernarda luogo detto “la Valle”, sotto la casa di Anna Benincasa, ed avanti la casa di Giampaolo Camigliano.[ccxxii]
Il 10 dicembre 1700, il R. D. Leonardo Politi, tra le altre cose, a titolo patrimoniale, dona al chierico Tomaso Antonio Renzo una casa palaziata sita dentro la terra di Roccabernarda, nel luogo detto “la Valle”, consistente in tre membri superiori e due inferiori, confine la via pubblica e la casa di Fran.co Pedaci.[ccxxiii] Il 12 dicembre 1700, Fran.co Renzo tra le altre cose, a titolo patrimoniale, dona al chierico Tomaso Antonio Renzo suo figlio, una casa palaziata sita dentro la terra di Roccabernarda, nel luogo detto “la Valle”, consistente in quattro membri, due superiori e due inferiori, confine la casa di Dom.co Puglise, da una parte, e la casa di Morana Longo dall’altra.[ccxxiv] D. Tomaso Antonio de’ Renzis possiede una continenza di case nella terra di Roccabernarda, nel luogo detto “S.a Maria la Valle”, consistente in cinque membri, due superiori e tre inferiori. Possiede un’altra continenza di case di cinque membri, due superiori e tre inferiori, concessagli dal quondam parroco D. Leonardo Politi (1744).[ccxxv] Nicola D’Attolo del casale di Altilia abita in casa in affitto nel luogo detto “la Valle”, per la quale paga carlini 15 l’anno al R. D. Tomaso Antonio Renzi che è il padrone (1744).[ccxxvi]
“La Valle” (1768).[ccxxvii]
Timpa
1768. Francesco Graziano abita in casa propria “nella contrada dicesi la Timpa”, confine quella di Vito Benevento. Nicola Mazzei abita in casa propria “nella Timpa”, confine quella di Giuseppe Bisciglia.[ccxxviii]
Forgia
1768. Tomaso Bonvenuto abita in casa dotale “nella Forgia”, avanti quella di Lionardo Vaccaro. Vito Benivento abita in casa propria “Sopra la Forgia”, accanto alla quale ne possiede un’altra, accanto a quella di Francesco Graziano. Elisabetta Gargano possiede una casupola quasi diruta “nella Forgia”.[ccxxix]
Pane e Vino
1768. Alessandro Le Rose abita in casa propria nel luogo detto “Pane, e Vino”, confine quella del suo germano Pasquale. Vincenzo Scarcella abita nel luogo Pane e Vino. Caterina Scarcella abita in casa propria “nel luogo d.o Pane, e Vino”. Lionardo Vaccaro abita in casa propria “loco d.o Pane, e Vino”, confine quella di Tomaso Bonvenuto. Vito Scarcella abita in casa propria “nel luogo d.o Pane, vino”. Giuseppe Carfa di Cotronei, possiede una casa nel luogo “dicesi Pane, e Vino”, avanti quella di Fran.co Bonofiglio, fittata a Nicola Poerio.[ccxxx]
Papa Martiro
Vicenzo Terzigno alias Scaramella, possiede una casa “ad papa mortoro confine l’orto” (1579).[ccxxxi] “Joanne mangone et Polisena terzigna teneno in d.a Terra e loco loco dove se dice papa martiro una casa comune palatiata iusta la casa d’oratio terzigno, e iusta la timpa dello cavone et altri fini” (1582).[ccxxxii] Mastro Berlingieri Schettino possiede un “catuoio fu d’Antonio de Laura de Camarda, conf.e le case di esso Berlingierio, la casa di M(ast)ro Giuseppe Schettino, lo Cavone, et altri confini” (1583).[ccxxxiii]
Tra i beni dotali di Maria Patina vi era una casa nel luogo detto Papamartiro, confine la casa di And.a Gioannino confine la casa di Ger.mo Vecchio ed altri confini (1634).[ccxxxiv] Elisabetta Cua vedova di Laurentio Scolerio, possiede una casa terranea confine la casa di Masi Marullo e Gio. Dom.co Facente “sita e posta dentro detta t(er)ra loco d.o Papa Martire” (1640).[ccxxxv] Jo. Andrea Scolerio possiede un casaleno in loco Papa Martire, confine la casa del Rev. Nicola Antonio Guarano e la casa dell’eredi di Jo. Francesco Taxitani (1643).[ccxxxvi] I coniugi Andrea Jannino e Innocentia de Bona possiedono due casaleni in loco Papa Martire, confine la casa del fu Jo. de Rosa e Jo. Domenico Facente (1644).[ccxxxvii] Joannes Domenico Facente possiede una casa palaziata consistente in quattro membri, due dalla parte superiore e due dalla parte inferiore, in loco Papa Martire, da un lato confine il casaleno che fu di Jo. de Rose e, dall’altra, il casaleno degli eredi di Jo. Battista Benivento vinella mediante (1651).[ccxxxviii] Francesco Marullo possiede una casa terranea loco Papa Martire, confine da una parte di sopra, le case che furono del fu D.r Tassitano, oggi possedute dal N.r Jacinto Amoruso, via mediante confine le case di Cornelia Facente e la casalina del fu Gio. Francesco Benivento dalla parte di sotto (1663).[ccxxxix]
1744. Angelo Campagna di Taverna abita in una casa in affitto nel luogo detto “Papamartiro”, pagando carlini 20 l’anno a Pietro Laci che è il padrone.[ccxl]
1768. Costantino Majo abita in casa dotale contigua a quella di Giuseppe Bisciglia “loco d.o Papamartire”. Lionardo Musca possiede una casa “in Papamartire”, confine quella del m.co Nicola de Gulielmis, fittata a Costantino Majo. Martino Paterino abita in casa propria “nel Convicinato di Papamartere”, accanto a quella di Lione Vetere. Il Mag.co D. Nicola de Gulielmis abita in casa propria “nella Contrada di Papamartire”, confine quella di Lionardo Musca. Vito Carbone possiede una casa “in Papamartire”. Il R. D. Leone Vetere abita nelle case patrimoniali “in Papamartire”, confine quelle di Martino Paterino.[ccxli]
San Jacobo
11 novembre 1605, Roccabernarda. In occasione del matrimonio di Paulo Milea di Policastro e Orsolina Mastari, figlia del quondam Jacobo Mastari e di Betta Palmeri di Roccabernarda, apparteneva alla dote della sposa, una casa palaziata “sita et posta dentro la p(redi)tta terra nel convicino della chiesa di S.to Jacovo confine la casa delli heredi del q.m Notar prospero spano, et geronimo mastari la via publica, et altri confini”.[ccxlii]
Gio. Domenico Elia possiede una casa palaziata consistente in due membri, inferiori e superiori, “sitam, et postam intus d.a Terram in loco dicto S. Giacomo muro coniuncto il trappito heredum q.m Joannes Domini Scolerio ex una et viam convicinalem ex altera” (1684).[ccxliii]
Santa Maria della Visitazione o della Valle
Laura di Dattolo della Rocca Bernarda, abita “intus p(raedi)ttam terram in Convicino s.te Marie della Valle justa domum minica parmeri, et caterini venincasa viam pp.m et alios fines” (1604).[ccxliv]
3 luglio 1605, Roccabernarda. La domus di Caterina Massa sita e posita “intus p(redi)tta terra in Convicinio Ecc.e Sante Marie della valle iusta domum Pompei spano et alios fines”.[ccxlv]
Lucretia Cua e Gio. Fran.co e Antonio Andriolo possiedono una casa confine “la scala di S.ta maria della valle (1637).[ccxlvi] Giorella d’Alessi, moglie di Francesco Carretta, abita in loco Santa Maria della Valle, confine la casa che fu di Surragiero e la casa di Gio. Batt.a Bernardi (1641).[ccxlvii] Jo. Bonofilio possiede le case consistenti in quattro membri di alto e di basso, confine le case degli eredi di Vincenzo Juliano, in loco Santa Maria della Valle (1641).[ccxlviii] Jo. Petro Juliano ha una casa palaziata loco S. Maria della Valle, confine la casa di Francesco Carretta, la casa di Margarita Le Piane e le case del fu Regnando Guerci (1643).[ccxlix] Jo. Bonofilio ha una casa in loco Santa Maria della Valle, confine la casa dell’erede di Jo. Paulo Juliano e la casa degli eredi di Regnanti Guerci (1643).[ccl] I Carretta hanno una casa palaziata in loco Santa Maria della Valle, confine la casa di Francesco Carretta, la timpa sotto le case “delli Schettini”, e le case di Jo. Battista Bernardo (1644).[ccli] In occasione del matrimonio tra Giacomo Tuscano e Gloria Morrone, apparteneva alla dote della sposa “una Casa sita dentro la Terra di Rocca Bernarda, confine la Casa di Gio. Batt(ist)a Laci della parte di sop.a, confine la casa fù di Regnante Guercio, et la via publica, loco detto Santa Maria la valle” (1644).[cclii] Il Reverendo Antonio Aminò possiede un’area sopra la casa del chierico Leonardo Juliano, ed un “catoio seu basso” sotto il mezzanile del reverendo clero, confine la casa dello stesso chierico Leonardo “cum transitu cortilis vulgo dicto delli Schettini” dalla parte volgarmente detta delle Cinte (1665).[ccliii]
1744. La “Chiesa di S.a Maria della Vis(it)atione volgarm.te d.a della Valle”.[ccliv]
1768. Il Mag.co Aloisio Riccio abita in casa propria “loco d.o S. Maria della Valle, con orticello di delizie”.[cclv] Bruno Le Rose abita nel membro mezzano di casa propria “nella Contrada di S.a Maria della Visitaz.ne”, il membro superiore lo possiede Pasquale Lico. Il membro sotto quello di abitazione lo fitta a Fran.co Garetto. Accanto alla detta casa possiede un orticello d’inverno. Francesco Garetto abita in casa locatagli da Bruno Le Rose, “sita nel vicinato della Chiesa della Visitaz.ne”. Lionardo Laci abita in casa propria “nella contrada della chiesa della Visitaz.ne”, accanto quella di Innocenzia Tersigna. Tomaso Bilotta abita in casa propria “avanto la chiesa della Visitaz.ne”. Innocenza Tersigna abita in casa propria “nel convicinato della chiesa della Visitaz.ne”. Pasquale Aeri possiede due camere superiori “nella Contrada della Chiesa della Visitaz.ne”, mentre gli inferiori li possiede Bruno Le Rose, affittate a detto Bruno.[cclvi]
Piano di Santa Maria
Il monastero di S. Francesco Di Paola possiede un “casalino diruto seu setto di casa loco detto lo piano di S.ta Maria”, confine la casa di D. Salvatore Aminò, “vicino la stessa scala di S.ta maria diruta affatto dal terremoto” (1717).[cclvii]
Santa Maria
Matteo e Ferdinando Pedaci possiedono una casa palaziata in loco Santa Maria, confine la casa degli stessi Pedace e la casa degli eredi di Gio. Lorenzo Pedace (1641).[cclviii]
Porta della Valle
“In t.ra roccae ber.dae in janua vallis loco publico petrus juele serviens ordinarius Cur.ae t.rae roccae bern.dae” (1579).[cclix] Il serviente della corte di Rocca Bernarda bandisce nella piazza pubblica in loco detto “La porta della Valle” (1641).[cclx] Jo. Cudorello, ordinario serviente della terra di Rocca Bernarda, mette all’incanto le casaline della cappella della SS. Concezione nella Porta della Valle (1644).[cclxi] “Porta della Valle” (1662).[cclxii] La “via publica della Valle dove pratticano tutti li cittatini” (1683).[cclxiii]
1744. Rosa Bonofiglio vedova di Dom.co Famiano abita in casa di mastro Giacomo Piperata, a cui paga l’affitto, sita nella terra di Roccabernarda, nel luogo detto “la Porta della Valle”.[cclxiv] Il R.do clero di Roccabernarda possiede un annuo censo perpetuo di carlini 7, che paga ogni annuo il R. D. Michel’Angelo Benevento sopra una sua casetta situata “nella Porta della Valle”.[cclxv] Alfonso Cerra di Motta S. Lucia, abita in casa di Lorenzo Bonofiglio “nella Porta della Valle” pagando carlini 18.[cclxvi] Gioacchino Amariti di Santa Severina abita nella casa del R. D. Leonardo Pedace, consistente in due membri superiore e inferiore, che gli serve da bottega, nel luogo detto “la Porta della Valle”.[cclxvii] Il chierico coniugato Geronimo Facente possiede una casa matta dotale della moglie, per uso di stalla, sita nella terra di Roccabernarda nel luogo detto “la Porta della Valle”, accanto la spezieria del Mag.co Nicolò Guglielmo e la casa di Nicola Maffei.[cclxviii] La cappella di S. Leonardo eretta dentro la chiesa parrocchiale di S. Nicola possiede una casetta terranea consistente in un solo membro, confine le case di Giuseppe Urtale, vinella mediante, e via pubblica, nel luogo detto “la Porta della Valle”, di cui ricava l’affitto per uso di stalla che quest’anno (1741) è affittata a Giandomenico De Rosa.[cclxix] D. Michel’Angelo Benevento possiede una “stalletta nel luogo d.o sotto la porta della Valle”, confine la casa della cappella di S. Leonardo, affittata a Serafino Mazzeo.[cclxx] Il chierico Gio. Fran.co Benevento in comune con i suoi zii Leone e D. Michel’Angelo, una casa che serve per uso di stalla, confine la casa della Ven.le cappella di S. Leonardo, affittata a Serafino e And.a Mazzei.[cclxxi]
1768. Francesco Pulerà abita in casa dotale “nel luogo dicesi la Porta della Valle”, confine quella di Giuseppe Carfa. Giuseppe Apa abita nelle case proprie “loco d.o La Porta della Valle”, confine quella di Tomaso Paterino, accanto alla quale tiene un orticello d’inverno. Serafino Poerio abita in casa propria “nella Porta della Valle”, confine quella di Dom.co Polia.[cclxxii]
Perdegiornata
Paulo Bartuccio possiede una casa palaziata “in terra Rocce ber.de in loco ubi d(icitu)r perdi jornata justa domum Ant.ni Arangi ex parte superioris ex duobus lateribus jux.a vias pu.cas et alios fines” (1571).[cclxxiii] “In loco detto perde Iornata, vi è una potegha iuxta la casa di Berlingieri Schettino, via pubblica e muro congionto con Leonardo Rosso.”[cclxxiv] Martino Facente abita in località Perdegiornata, confine la casa della fu Maria Mancuso e la casa fu di Fabio Tersigna (1640).[cclxxv] Laurentio Joannino dichiara “star di botega alla strada publica nom.ta perdegiornata dove passano et conversano tutti questi Citt.ni di questa Terra et particolar.te che vi è la piazza publica” (1683).[cclxxvi]
1744. Antonio Poerio di Isola possiede una casa palaziata consistente in due membri, superiore e inferiore, muro contiguo con Fran.co Franco nel luogo detto “perdegiornata” che per quest’anno ha in affitto Bruno Scuro per carlini 25.[cclxxvii] Il clerico beneficiato Rocco Brundolillo possiede una casa nel luogo detto “Perdeiornata”, confine la casa di Bartolo Mauro, affittata a Lucrezia Renzi.[cclxxviii]
1768. Martino Laci abita in casa propria confine quella di Dom.co Mauro “in Perdegiornata”. Domenico Mauro abita in casa propria “nel luogo dicesi Perdegiornata”, confine quella di Martino Laci. Francesco Andreoli abita in casa dotale “nella Contrada dicesi Perdegiornata”, confine quella di Paulo de Rose. Giuseppe Vetere abita in casa di sua madre “nel luogo detto Perdegiornata”, confine quella di Giovanne Serrone.[cclxxix] Lionardo de Bona abita in casa propria “in Perdegiornata”. Pietro Bisciglia possiede una casa con casaleno a lato “in Perdegiornata”, confine quelle del m.co Tomaso Pedace. La casa è affittata ad Elisabetta Musachio. Salvatore Laci abita in casa propria “in Perdegiornata”, accanto alla quale tiene una casupola affittata a Caterina Lice. Tomaso Paterino possiede una casa dotale “in Perdegiornata”, con il basso che fitta per uso di stalla. Vincenzo Spada abita in casa dotale “in Perdegiornata”, accanto a quella di Giovanni Serrone.[cclxxx]
Tiriolo, o Triolo
Francesco Miniscalco Possiede un casalino posito in “loco d.o Tiriolo, iuxta lo p… della timpa di tiriolo” (1583).[cclxxxi] Gioanne Bonofilio, come possessore del juspatronato della cappella di S. Girolamo, che è nella chiesa di S. Nicola de Plastò, al presente diruta per il terremoto, possiede un casaleno diruto in loco Triolo confina la casa di Stefano Guglielmo (1643).[cclxxxii] Beatrice Tersigna, moglie Jo. Francesco Muschetto, abita in loco Triolo, confine la casa diruta fu di Joannelle Massa e la casa di Stefano Guglielmo (1643).[cclxxxiii] Gio. Francesco Miniscarco afferma che gli spetta la porzione di tutte le robbe e case in loco Triolo, che furono lasciate dal padre il fu Orazio Miniscarco (1663).[cclxxxiv] Leonardo Facente vendette una casa ad Anastasia Lipari in loco detto Triolo, confine la casa delli Tigani, hoggi posseduta da Gio. Domenico Castagnino, parte ex una e, dall’altra, la casa di Ciccio di Rose, figlio di Giovanni di Rose (1707).
1744. Geronimo Ierimonte di Mesoraca abita in casa propria consistente in due membri, nel luogo detto “Tiriolo”, confine la casa di Dom.co Scigliano.[cclxxxv] Michele Musca di S. Giovanni in Fiore abita in casa propria di due membri, nel luogo detto “Tiriolo”, confine le case di Dom.co Guglielmo e quelle di Gio. Berardino De Rosa.[cclxxxvi] Tomaso Bisciglia di Mesoraca abita in casa propria di un solo membro, nel luogo detto “triolo”, confine Domenico Scigliano e Caterina Parise.[cclxxxvii]
1768. Vito Carbone abita in casa propria “in Tiriolo”. Dorotea Maddalone abita in casa propria “in Teriolo”, confine quella di Tomaso Paterino.[cclxxxviii]
La Piazza
Santa Maria della Piazza (metà del Cinquecento).[cclxxxix] Sartorio di Lauro possiede una casa “alla piaza” che fu de pietro dammino” (1579).[ccxc] Francesco Masso possiede una casa “alla piaza confini sivilella” (1579).[ccxci] “L’heredi di ambrosio masso teneno in d.a Terra e loco dove se dice la piazza [una casa] iusta le case d’essi her. e iusta la casa di Julio d’amino et altri fini” (1582).[ccxcii] “Lo S.r Sartorio de lauro tene in d.a Terra e loco dove se dice la piazza una casa palatiata iusta la timpa et iusta la casa di Jacovo masso via comune med.te” (1582).[ccxciii] Iulia de Pedaci vedova del quondam Io. Aloisio Iuliani possiede “domum unam palatiatam positam intus dictam terram, loco dicto La Piazza, iuxta casalinum de Laura di Giliberto, lo casalino di S. Nicola de Palastò, la casa di Antonio Scoleri, et altri confini” (1583).[ccxciv] La casa di Giulia Massa loco detto “alla piazza” (1594).[ccxcv] Luca di Bona tiene una casa palaziata “loco detto La Piazza, che fu del q.m Dalfino Moschetta, iuxta viam publicam pred.a, domus Donnae Floris, et alios fines”. Alla Piazza il notaio Julio de Bona, erede di Berardino, possiede una casa palaziata “iusta domum dicti Lucae, la via publica et alios fines”.[ccxcvi]
Francesco Jordano ha una casa palaziata loco “la Piazza”, confine le case del notaio Hiacinto Amoruso da un lato e, dall’altro, il casaleno del fu notaio Julio de Bona, via pubblica per la quale si va al castello (1641).[ccxcvii] Il serviente della corte di Roccabernarda bandisce nella piazza pubblica in loco detto “La porta della Valle” (1641).[ccxcviii] Petro Antonio Tersigna ha due case palaziate consistenti in quattro membri, due inferiori e due superiori, una delle quali diruta a causa del terremoto, in loco la piazza, confine il palazzetto della cappella di S. Michele Arcangelo (1649).[ccxcix] Il monastero di S. Francesco di Paola possiede una casa palaziata “loco detto la piazza che fu di Gerolamo Cosentino. Hoggi paga Andrea Ceraldo che censuò d.a Casa nel 1652 con decreto della Corte Arciv(escovi)le” (1717).[ccc]
1744. Anastasia Guercio abita in casa propria consistente in due membri superiore e inferiore, in luogo detto “la Piazza”, confine le case di Gloria Vitale e via pubblica mediante.[ccci] Il sacerdote D. Biase Mascario possiede una casa palaziata con due membri dove abita, loco detto “la Piazza”, confine la casa del quondam Silvestro Rizza e la casa della Imm.a Conc.ne.[cccii] Il clerico coniugato Benedetto Vaccaro possiede una casa nel luogo detto “la piazza”, confine le case del R. arciprete D. Gio. Fran.co Bernardi e di Fran.co Franco dove abita sua madre.[ccciii] Il R. D. Gio. Fran.co Bernardi arciprete di Roccabernarda, abita in casa propria consistente in quattro camere con i bassi, cortile e cisterna, confine la casa di D. Gio. Dom.co Pedace, via mediante, e la casa del clerico coniugato Benedetto Vaccaro, dove abita Antonia Ieraci sua madre.[ccciv] Il sacerdote D. Dom.co Pedace possiede una casa palaziata dove abita, consistente in tre camere superiori e quattro inferiori.[cccv] La cappella della Immacolata Concezione esige carlini 10 per un capitale di ducati 20 redimibile, sopra la casa “della piazza”, muro congiunto con quella di D. Biase Mascara.[cccvi]
Nicola de Gulielmis possiede una bottega “nella Piazza” fittata a mastro Paulo Maddalone (1768).[cccvii]
Sotto la Piazza
Silvestro Pulerà possiede un orticello “Sotto la Piazza” (1768).[cccviii]
Torretta
1744. Il R.do clero di Roccabernarda esige da Nicola Facente, possessore di una casa nel luogo detto “la torretta”, che prima era di Paolo de Giovanni, passata al detto Nicola con il peso di carlini 10, che si obbligò a farne celebrare 10 messe per l’anima di detto Paolo de Giovanni.[cccix] La cappella del SS.mo Rosario, dentro la chiesa Matrice, possiede un piede di gelso nero posto dentro la terra di Roccabernarda, nel luogo detto “la Torretta”, lasciato dalla quondam Imperia Facente col peso di messe.[cccx]
1768. Pasquale Guercio possiede una mezza casa “nella Torretta”, l’altra mezza è di Teresa Cuvarà dove questa abita. Teresa Cuvarà abita in casa propria “nella Torretta”. D. Onofrio Guglielmo ha un orticello “nella Torretta”. La cappella del SS.mo Rosario esige un censo annuo per le piante di celso “nella Torretta”.[cccxi]
Fischìa
Il R.do clero di Roccabernarda possiede un annuo censo perpetuo di ducati 5, sopra il giardino detto “della Fischia” posseduto da Giampietro Giuliani (1744).[cccxii] Pasquale Le Rose Scarola, possiede una casupola “Sopra la Fischia”, con orticello accanto, ed anche un casaleno “d.o quello di Misisca” (1768).[cccxiii]
Lo Burgo
La cappella di San Blasio esistente nella chiesa di San Nicola de Plastò, possiede una casa palaziata “in burgo t(er)re p.te” (1559).[cccxiv] In occasione del ferimento di Masi Catalano, tutte le testimonianze sono raccolte da persone che si trovavano nelle loro case “nello burgo de detta t(er)ra” (1590).[cccxv] Marcantonio Rizza possiede una casa nel “Burgo” (1618).[cccxvi] D. Salvatore Amenò fa richiesta all’arcivescovo di Santa Severina, di poter fondare una cappella “dentro la Chiesa di Santa Caterina nel Borgo di detta Terra” (1620).[cccxvii]
Laura Guarano, sorella dell’ordine di S. Francesco d’Assisi, figlia ed erede del quondam Dottore Antonino Guarano di Policastro, dona ad Antonino Guarano suo nipote, il “giardino” o “Viridarium arboratum citrangolorum, olivarum, pirorum, sicomorum”, ed altri alberi fruttiferi, posto nel “tenim.to” della terra di Rocca Bernarda, dove si dice “malopino in burgo ditte terre”, confine, da una parte, il “palatium magnum” di detta Laura, il viridario degli eredi del quondam notaro Joannes Aloisio de Rose, vallone mediante, la via pubblica “che si cala di scarponari al fiumme di tacina” e, dall’altra parte, le chiese di Santa Catherina e della SS.ma Trinità, “la punta di malo pino”, la chiesa di Santo Paulo, “la via publica che si cala di malo pino al fiunme di tacina”, ed altri fini (1637).[cccxviii]
Gio. Paolo de Adamo possiede un casaleno “dirutum ex terremotu”, in loco “lo Burgo”, confine il casaleno di Petro Antonio Bonfilio da una parte e, dall’altra, il casaleno del notaio Hiacinto Amoroso (1640).[cccxix] Ippolita Scolerio, moglie di Francesco Miniscalchi, abita in loco “Lo Burgo”, confine la casa del Rev. D. Gio. Batt.a Toscano da un lato e, dall’altro, la casa di Gregorio Ceraldo, “quae fuit dirut propter terremotu” (1640).[cccxx] Petro Antonio Bonofilio possiede due casaleni “et uno lochetto dove era il furno conforme erano prima avanti che fussero fracassati dallo terremoto nelle quali casalina seu case ci habitava Alissandro Camarda in loco lo Burgo”, confine il casaleno di Gio. Batt.a d’Adamo da un lato e, dall’altro, superiore, il casaleno di Elisabetta Lagana (1640).[cccxxi] Caterinella Zagaria possiede la metà di una casa in luogo “Lo Burgo”, confine la casa di Vespasiano Bonofiglio e la casa di D. Francesco Arcudi (1641).[cccxxii] Francesco Mastado ha una casa terranea in luogo “Lo Burgo”, confine la casa di Vespasiano Bonofiglio, la casa di Gio. Gregorio Cua e la casa di Gio. Leonardo Salerno (1641).[cccxxiii] Caterinella Scolerio, moglie del fu Marco Antonio Rizza, abita in loco “Lo Burgo” confine il casalino di Elisabetta d’Adamo, la casa del Rev. D. Gio. Batt.a Toscano, e la casa di Leonardo Russo (1641).[cccxxiv] Petro Antonio Visciglia comprò dal fu Marco Antonio Rizza, una casa loco “Lo Burgo”, confine la casa di Antonina Lyoi muro congiunto, confine la casa di Jo. Antonio Ayerbie (1641).[cccxxv] I fratelli Rizza hanno una casa palaziata nel “Burgo”, confine la casa del Rev. D. Gio. Batt.a Toscano da una parte e, dall’altra, il casalino di Luca Gargano (1643).[cccxxvi] Antonio Ceraldo ha un casaleno in loco “Lo Burgo”, confine le case di Tomaso Rizza e la casa di Julio Cesare Roggerio, che comprò da Petro Antonio Bonofilio, “cum orticello ex via, qua itur vulg. di sotto l’herbara” (1644).[cccxxvii] Orlando Facente ha una casa palaziata nel luogo detto “lo Burgo” (1651).[cccxxviii] Joannes Victorio Pedace comprò per duc. 30 dal Rev. D. Joannes Francesco Sollazzo, una casa “nel burgo”, confinante da una parte, la casa degli eredi di Antonina Lijoi e, dalla parte inferiore, il basso di S. Francesco di Paola (1659).[cccxxix]
Il convento di San Francesco di Paola di Rocca Bernarda “deve conseguire da Giulio Marinaro carlini trenta cinque sopra le case di Sollazzo loco detto lo Burgo dal sudetto presi di Sollazzo a censo per capitale di docati trenta cinque, hoggi il convento non ne percepisce cenzo per esser dette case dirute”.[cccxxx]
Giuseppe Renzo possiede una casa nel “Burgo” che era stata di sua madre la q.m Dianora Riccio (1715). Il monastero di S. Francesco di Paola possiede “un catoio sotto la casa di petro Ant.o visciglia loco detto lo borgo perso affatto per il terremoto[cccxxxi]” (1717). Il Rev. D. Gio. Francesco Mastica possiede una casa “nell’burgo”, [cccxxxii] Gioseppe Facente, erede della fu Antonia Facente, possiede delle case “nell’burgo”,[cccxxxiii] e Michelangelo Parise ha una casa “nel burgo” (1731).[cccxxxiv]
1744. Il clerico coniugato Benedetto Vaccaro possiede un capitale di ducati 13 dovuti da Vincenzo Facente, ipotecati sopra la casa nel luogo detto “il burgo”, confine il trappeto del R. D. Michel’Angelo Benivento, per cui gli eredi pagano carlini 13 annui sino alla restituzione del capitale.[cccxxxv] D. Leonardo Pedace possiede a titolo patrimonio, un palazzo nel luogo detto “il Borgo”, consistente in sette membri, tre superiori e quattro inferiori, confine la casa di Nicola Facente.[cccxxxvi] La cappella della Immacolata Concezione possiede una casa palaziata “nel Borgo”, confine la casa di Girolamo Mastica.[cccxxxvii] Ignazio Poerio di Catanzaro abita in casa locanda nel luogo detto “il borgo” del convento di S. Francesco di Paola.[cccxxxviii] D. Michel’Angelo Benevento possiede una casa in due membri, superiore e inferiore, nel luogo detto “il borgo”, confinante con la casa di Giuseppe Renzi, dei quali l’inferiore serve per uso proprio, mentre il superiore è affittato a Michel’Angelo Visciglia. Possiede anche un “trappito d’oglio” nel luogo detto “il borgo”, confine la casa degli eredi del quondam Innocenzo Facente.[cccxxxix] Il chierico Gio. Fran.co Benevento possiede in comune con i suoi zii Leone e D. Michel’Angelo, una casa palaziata nel luogo detto “il Borgo”, confine la casa di Giuseppe Renzi, consistente in due membri, superiore e inferiore, il superiore affittato a Michel’Angelo Visciglia di Mesoraca.[cccxl]
“Borgo” (1768).[cccxli]
Malopino
Galiano Tersigna possieda una “Poteca” a “Malupino” (1609).[cccxlii] Il presbiter Joannes Liotta di Policastro, vende con il patto di retrovendita ad Andreas Zagaria di Policastro, la domus palaziata posta “intus terram Roccae Bernardae ubi dicitur malu pinu iusta domum Joseffi levato iusta domum Santiss.mi Rosarii à parte superiore qua fecit q.m uxoris Cesaris grosso viam publicam à parte inferiore” e altri confini (1615).[cccxliii] Il presbitero Joannes Liotta di Policastro che, negli anni passati aveva venduto a Andria Zagaria di Roccabernarda, una domus palaziata posta nella terra di Roccabernarda dove si dice “malopino”, “intus p(redi)ttam t(er)ram Roccae Bernardae ubi dicitur iusta domum Santiss.mi Rosarii à parte superiore, et domum Joseffi levato” e altri fini, riceve dal detto Andria il denaro a complimento del prezzo (1618).[cccxliv]
Laudonia Franco, moglie di Jo. Hieronimo Sollazzo, abita in una casa in loco “Malupino” (1646).[cccxlv] Il monastero di S. Francesco Di Paola possiede “due poteghe limite loco detto malopino sotto il Cielo del palazzo di Marc’Ant.o guarano dottore”, ora “dirute per causa del terremoto”.[cccxlvi] Possiede anche una casa diruta per il terremoto, “loco detto lo borgo, che antic.te servia per trappito d’oglio sotto la botte d’acqua di malopino detto lo biveri” (1717).[cccxlvii] Gregorio Ceraldo possiede una casa a “malopino” (1717).[cccxlviii] D. Gio. Battista Filomarino Principe della Rocca d’Aspro, possiede in burgensatico, “Le case nuove site in Malopino, conf.ti la Parochiale Chiesa” (1744).[cccxlix]
1768. Alessandro Le Rose possiede un casaleno luogo detto “Malopino”, ed un orticello “luogo detto il Beviere” con una pianta di olivo, confine quello di Rosa Mastica. Antonio Greco abita in casa propria “nel luogo d.o il Biviere avanto quella di Cristofaro Corabi”. Il Mag.co D. Muzio Giuliano possiede un palazzo “a Malo pino”, confine quella casa di Pietro Pinelli, affittato a detto mastro Pietro, e Sabatino Ventrice. Possiede anche una bottega “sotto il palazzo di Malopino” che affitta a mastro Nicola Camigliano. [cccl]
Sotto La Punta
Ignazio Poerio di Catanzaro possiede un orticello “per foglia d’inverno”, nel luogo detto “Sotto la punta”, per il quale ha il peso di grana 2 l’anno perpetui alla Camera Principale (1744).[cccli] Nicola Poerio possiede un orticello “Sotto la Punta”, confine quello di Alessandro Le Rose (1768).[ccclii]
Scarpunari
D. Gio. Thomasi Livieri possiede una casa “ad scarpunara” (1579).[cccliii] Gio. Mario Fanele possiede una casa confine Minico Tercigno “ad scarpunara”. “Deto per una casa ad scarpunara che fu de minico tercigno confini mastro Cianni Scoleri” (1579).[cccliv] “Minico scimurra per uno casalino ad scarpunara confini catalano” (1579).[ccclv]
L’abbazia di Santa Maria di Altilia possiede un casaleno “in d.a Terra nello loco dove se dice scarpunari iusta la casa di Francesco tiani la via p(ubli)ca e di sotto una grutta et timpa” (1582). “Mastro gagliano terzigno tene in d.a Terra e loco dove se dice li scarpunari una casa palatiata iusta la casa di Jo. Tomaso Fanele et la via p(ubli)ca et altri fini” (1582). Jo. Mario Fanele tene in d.a Terra e loco delli scarpunari una casa palatiata justa la casa di mastro gagliano Terzigno la via p(ubli)ca et altri fini” (1582).[ccclvi] “D. Gio. Tomaso oliverio tene in d.a Terra e loco dove se dice la scarpunara una casa fabricata palatiata iusta la via p(ubli)ca et la timpa” (1582).[ccclvii]
L’erede di Nardo Buccieri possiede una grotta “sotto Scarponari” (1583).[ccclviii]
Michel’Angelo Benivento ha una casa terranea loco Scarponari, confine la casa di Ciccio Castagnino e li casalini del fu Matteo Ammirato (1643).[ccclix] Isabella Maltrie, moglie di Andrea Ceraldi, abita in loco Scarponari, confine la casa di Dionisio Martino, il casilino di Jo. Batt.a Muschetta, il casilino di Andrea Maffei (1646).[ccclx] Jo. Berardino Pedace ha una casa palaziata in loco Scarponari, contigua la casa di Nicola Portella e l’area di casa chiamata casalino degli eredi di Jo. Domenico Vetere (1646).[ccclxi]
Il monastero di S. Francesco Di Paola possiede una casa “loco detto scarponari limito la Casa di mastro berlingeri.” (1717).[ccclxii]
Sotto l’Herbara
Antonio Ceraldo possiede un casaleno in loco Lo Burgo, confine le case di Tomaso Rizza e la casa di Julio Cesare Roggerio, che comprò da Petro Antonio Bonofilio, “cum orticello ex via, qua itur vulg. di sotto l’herbara” (1644).[ccclxiii] Jo. Batt.a Marinaro comprò un casaleno da Petro Antonio Bonofilio, confine da una parte la casa di Julio Cesare Roggerio e, dall’altra parte, il casaleno di Elisabetta de Adamo ora posseduto da Tomaso Rizza, “via publica qua itur sotto l’Herbara” (1644).[ccclxiv]
Note
[i] Tra gli antichi toponimi raccolti, non è stato possibile mappare: “la Ruga di Sprandina” e “Montefalcone”. Thomasa Benivento vedova di Angelo Armento, possiede un catoio seu basso in loco la Ruga di Sprandina, confine le case di Julia Facente, la casa di Jo. Domenico Ortale (1648). ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1648, f. 70. Bruno Adamo, assieme alla sorella nubile Vittoria, e a Teresa Adamo sua zia bizoca, abita “in casa di sua zia nel luogo d.o Montefalcone, confine quella di Dianora Mantea” (1768). ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[ii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Rigitano G. F., Busta 49, anno 1620, ff. 34-36.
[iii] Pratesi A., Carte Latine di Abbazie Calabresi provenienti dall’Archivio Aldobrandini, 1958, pp. 407-409.
[iv] Fonti Aragonesi IV, p. 35.
[v] Fonti Aragonesi II, pp. XL e 49-50.
[vi] ACA, Cancillería, Reg. 2917, ff. 108v-109v.
[vii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 16B, f. 43v.
[viii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 16A, ff. 1 sgg.
[ix] Russo F., Regesto, V, 27718.
[x] Mannarino F. A., Cronica della Celebre ed Antica Petilia detta oggi Policastro, 1721-1723.
[xi] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, censi della chiesa di S. Maria Magna di Roccabernarda.
[xii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1648, f. 73.
[xiii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda ff. 10-11.
[xiv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1644, f. 47.
[xv] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[xvi] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda ff. 10-11.
[xvii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 32.
[xviii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, chiese di Roccabernarda f. 6v.
[xix] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, forestieri abitanti f. 37.
[xx] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 47.
[xxi] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, forestieri abitanti f. 8.
[xxii] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[xxiii] Guillou A., Les Actes Grecs des Fonds Aldobrandini et Miraglia XI-XIII s., Biblioteca Apostolica Vaticana 2009, pp. 154-157.
[xxiv] De Leo P. (a cura di), Documenti Florensi, 2001, pp. 84-85.
[xxv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Guercio G. C., Busta 13, anno 1575.
[xxvi] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Guidacciro G. B., Busta 78 prot. 288, ff. 34-35.
[xxvii] ASCZ, Fondo Notarile, Busta 49, anno 1620, ff. 34-36.
[xxviii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1641, f. 87.
[xxix] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1641, f. 84.
[xxx] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1644, f. 111.
[xxxi] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/9 Roccabernarda, Nota delle scritture del notaro Giacinto Amoroso fatte in beneficio del convento di S. Francesco di Paola, 1708.
[xxxii] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/9 Roccabernarda, 1717, f. 45v.
[xxxiii] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/9 Roccabernarda, 1717, f. 46v.
[xxxiv] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 29.
[xxxv] Russo F., Regesto, IV, 18305.
[xxxvi] AASS, Fondo Arcivescovile, Not. Santoro M., vol. IV, ff. 33v-34v.
[xxxvii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, Platea di S. Nicola de Plastò Roccabernarda, 1583.
[xxxviii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, Platea di S. Nicola de Plastò Roccabernarda, 1583.
[xxxix] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1640, f. 35.
[xl] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1641, f. 38.
[xli] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1641, f. 14.
[xlii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1644, f. 23.
[xliii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1644, f. 40.
[xliv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1644, f. 143.
[xlv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 180, anno 1652, f. 97.
[xlvi] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 38.
[xlvii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 34.
[xlviii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, chiese di Roccabernarda f. 5.
[xlix] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[l] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[li] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, Platea di S. Nicola de Plastò Roccabernarda, 1583.
[lii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, Platea di S. Nicola de Plastò Roccabernarda, 1583.
[liii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 35.
[liv] AASS, Fondo Capitolare cartella 7D, fasc. 1, Not. Ceraldi V. A., 1684, ff. 15v-18.
[lv] AASS, Fondo Capitolare cartella 7D, fasc. 2, Not. Ceraldi V. A., 1690, ff. 1-2v.
[lvi] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, Donne vedove e vergini in capillis f. 21.
[lvii] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[lviii] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[lix] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1644, f. 110.
[lx] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1644, f. 5.
[lxi] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1643, f. 40.
[lxii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 13.
[lxiii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda ff. 17-17v.
[lxiv] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[lxv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 180, anno 1663, f. 42.
[lxvi] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 22.
[lxvii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, forestieri bonatenenti laici f. 15.
[lxviii] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[lxix] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1640, f. 9.
[lxx] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1643, f. 54.
[lxxi] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1645, f. 72.
[lxxii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1644, f. 95.
[lxxiii] ASCZ, Fondo Notarile, Busta 180, anno 1664, f. 17.
[lxxiv] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, Donne vedove e vergini in capillis f. 29.
[lxxv] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, feudatario f. 1v.
[lxxvi] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[lxxvii] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[lxxviii] AASS, Fondo Arcivescovile, Not. Santoro M., vol. I, ff. 47-48v.
[lxxix] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1645, f. 23.
[lxxx] AASS, Fondo Capitolare, cartella 7D fasc. 1, Not. Ceraldi V. A., 1684, ff. 6v-8v.
[lxxxi] AASS, Fondo Capitolare, cartella 7D fasc. 2, Not. Ceraldi V. A., 1690, ff. 8-9.
[lxxxii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 29.
[lxxxiii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 44.
[lxxxiv] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 43.
[lxxxv] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, forestieri abitanti f. 13.
[lxxxvi] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[lxxxvii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1645, f. 1.
[lxxxviii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, forestieri abitanti f. 2.
[lxxxix] ASCZ, Fondo Notarile, Busta 108, anno 1634, f. 76.
[xc] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1640, f. 67.
[xci] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1640, f. 70.
[xcii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1641, f. 59.
[xciii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1644, f. 88.
[xciv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1645, f. 129.
[xcv] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, Platea della SS.ma Annunziata 1711, f. 58v.
[xcvi] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 34.
[xcvii] AASS, Fondo Capitolare cartella 7D, fasc. 1, Not. Ceraldi V. A., ff. 17v-19v.
[xcviii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, chiese di Roccabernarda f. 3v.
[xcix] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, forestieri abitanti f. 1.
[c] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 47.
[ci] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[cii] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[ciii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1648, f. 75.
[civ] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, chiese di Roccabernarda f. 15.
[cv] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, chiese di Roccabernarda ff. 26-26v.
[cvi] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, forestieri abitanti f. 29.
[cvii] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[cviii] AASS, Fondo Capitolare cartella 7D, fasc. 2, Not. Ceraldi V. A., ff. 65-66v.
[cix] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[cx] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1640, f. 35.
[cxi] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1641, f. 65.
[cxii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1641, f. 62.
[cxiii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1643, f. 76.
[cxiv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1640, ff. 65v-66.
[cxv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1641, f. 60.
[cxvi] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1649, f. 37.
[cxvii] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/11 Roccabernarda, 1731, f. 129v.
[cxviii] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[cxix] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/6 Roccabernarda.
[cxx] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[cxxi] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, Platea di S. Nicola de Plastò Roccabernarda, 1583.
[cxxii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, censi della chiesa di S. Maria Magna di Roccabernarda.
[cxxiii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1640, f. 27.
[cxxiv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1641, f. 30.
[cxxv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1641, f. 48.
[cxxvi] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1644, f. 37.
[cxxvii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1645, f. 75.
[cxxviii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1649, f. 37.
[cxxix] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, chiese di Roccabernarda f. 4.
[cxxx] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, forestieri abitanti f. 2.
[cxxxi] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, forestieri abitanti f. 38.
[cxxxii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 26.
[cxxxiii] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[cxxxiv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1644, f. 85.
[cxxxv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1641, f. 30.
[cxxxvi] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1644, f. 64.
[cxxxvii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1640, f. 24v.
[cxxxviii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Guidacciro G. B., Busta 79 prot. 295, ff. 66-67.
[cxxxix] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1645, f. 3.
[cxl] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/9 Roccabernarda, 1717, f. 47.
[cxli] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/11 Roccabernarda, 1731, f. 129.
[cxlii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, Donne vedove e vergini in capillis f. 25.
[cxliii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 23.
[cxliv] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 52.
[cxlv] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[cxlvi] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 16B, f. 43. Visita pastorale del 1559, in Caridi G., Chiesa e società in una diocesi meridionale, Falzea Ed. 1997, p. 66.
[cxlvii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 20A, Roccabernarda Visitatio, anno 1610. Visita pastorale del 1610, in Caridi G., Chiesa e società in una diocesi meridionale, Falzea Ed. 1997, p. 74.
[cxlviii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Rigitano G. F., Busta 49, anno 1620, ff. 34-36.
[cxlix] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, censi della chiesa di S. Maria Magna di Roccabernarda.
[cl] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, censi della chiesa di S. Maria Magna di Roccabernarda.
[cli] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 8.
[clii] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[cliii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1641, f. 91.
[cliv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1646, f. 54.
[clv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 180, anno 1663, f. 49.
[clvi] AASS, Fondo Capitolare, cartella 7D fasc. 1, Not. Ceraldi V. A., 1686, ff. 7v-8v.
[clvii] AASS, Fondo Capitolare, cartella 8D fasc. 1, Not. Ceraldi V. A., 1697, ff. 12-13.
[clviii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, Donne vedove e vergini in capillis f. 8.
[clix] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, Donne vedove e vergini in capillis f. 10.
[clx] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, Donne vedove e vergini in capillis f. 12.
[clxi] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, Donne vedove e vergini in capillis f. 33.
[clxii] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[clxiii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, Platea di S. Nicola de Plastò Roccabernarda, 1583.
[clxiv] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, censi della chiesa di S. Maria Magna di Roccabernarda.
[clxv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1644, f. 61.
[clxvi] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/11 Roccabernarda, 1731.
[clxvii] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/11 Roccabernarda, 1731, f. 130.
[clxviii] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/11 Roccabernarda, 1731, f. 130v.
[clxix] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 5.
[clxx] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, forestieri abitanti f. 6.
[clxxi] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[clxxii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 1A, f. 56.
[clxxiii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 1A, f. 61.
[clxxiv] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 1A, f. 61.
[clxxv] AASS, Fondo Arcivescovile, cartella 47B.
[clxxvi] AASS, Fondo Arcivescovile, Not. Santoro M., vol. IX, ff. 153-153v.
[clxxvii] ASCZ, Miscellanea Monastero di S. Maria di Altilia (1579-1782) 529, 659, B. 8. Copia di Platea antica con i pesi de’ vassalli di d.a scritta a foliate numero 29, f. 16v.
[clxxviii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, Platea di S. Nicola de Plastò Roccabernarda, 1583.
[clxxix] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, Platea di S. Nicola de Plastò Roccabernarda, 1583.
[clxxx] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, Platea di S. Nicola de Plastò Roccabernarda, 1583.
[clxxxi] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, Platea di S. Nicola de Plastò Roccabernarda, 1583.
[clxxxii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, Platea di S. Nicola de Plastò Roccabernarda, 1583.
[clxxxiii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, Platea di S. Nicola de Plastò Roccabernarda, 1583.
[clxxxiv] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, Platea di S. Nicola de Plastò Roccabernarda, 1583.
[clxxxv] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, censi della chiesa di S. Maria Magna di Roccabernarda.
[clxxxvi] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1640, f. 3.
[clxxxvii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1640, f. 6.
[clxxxviii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1640, f. 72.
[clxxxix] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1641, f. 26.
[cxc] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1643, f. 8.
[cxci] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1643, f. 16.
[cxcii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1643, f. 60.
[cxciii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1643, f. 64.
[cxciv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1644, f. 49.
[cxcv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1645, f. 87.
[cxcvi] ASCZ, Fondo Notarile, Busta 180, anno 1663, f. 28.
[cxcvii] ASCZ, Fondo Notarile, Busta 180, anno 1663, f. 47.
[cxcviii] AASS, Fondo Capitolare cartella 7D, fasc. 1, Not. Ceraldi V. A., 1684, ff. 21-22.
[cxcix] AASS, Fondo Capitolare cartella 7D, fasc. 1, Not. Ceraldi V. A., 1685, ff. 15-17.
[cc] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, Platea della SS.ma Annunziata 1711, f. 59v.
[cci] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 35.
[ccii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 38.
[cciii] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/9 Roccabernarda, 1717, f. 46v.
[cciv] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/9 Roccabernarda, 1717, f. 47.
[ccv] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/9 Roccabernarda, 1717, f. 47v.
[ccvi] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 29.
[ccvii] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/11 Roccabernarda, 1731, f. 130v.
[ccviii] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/11 Roccabernarda, 1731.
[ccix] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, Donne vedove e vergini in capillis f. 6.
[ccx] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, Donne vedove e vergini in capillis f. 17.
[ccxi] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, Donne vedove e vergini in capillis f. 18.
[ccxii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, Donne vedove e vergini in capillis f. 22.
[ccxiii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, Donne vedove e vergini in capillis f. 23.
[ccxiv] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, Donne vedove e vergini in capillis f. 27.
[ccxv] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, Donne vedove e vergini in capillis f. 32.
[ccxvi] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, Donne vedove e vergini in capillis f. 35.
[ccxvii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 28.
[ccxviii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, chiese di Roccabernarda f. 23.
[ccxix] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, chiese di Roccabernarda f. 27.
[ccxx] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, forestieri abitanti f. 16.
[ccxxi] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, forestieri abitanti f. 22.
[ccxxii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, forestieri abitanti f. 39.
[ccxxiii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 49.
[ccxxiv] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 51.
[ccxxv] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 48.
[ccxxvi] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, forestieri abitanti f. 28.
[ccxxvii] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[ccxxviii] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[ccxxix] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[ccxxx] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[ccxxxi] AASS, Fondo Arcivescovile, cartella 47B.
[ccxxxii] ASCZ, Miscellanea Monastero di S. Maria di Altilia (1579-1782) 529, 659, B. 8. Copia di Platea antica con i pesi de’ vassalli di d.a scritta a foliate numero 29, f. 16v.
[ccxxxiii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, Platea di S. Nicola de Plastò Roccabernarda, 1583.
[ccxxxiv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Speziale D., Busta 108, anno 1634, f. 76.
[ccxxxv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1640, f. 27.
[ccxxxvi] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1643, f. 59.
[ccxxxvii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1644, f. 105.
[ccxxxviii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 180, anno 1651, f. 70.
[ccxxxix] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 180, anno 1663, f. 48.
[ccxl] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, forestieri abitanti f. 3.
[ccxli] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[ccxlii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Guidacciro G. B., Busta 78 prot. 286, ff. 145v-147v.
[ccxliii] AASS, Fondo Capitolare cartella 7D, fasc. 1, Not. Ceraldi V. A., ff. 21-22.
[ccxliv] ASCZ, Notaio G. B. Guidacciro, Busta 78 prot. 286, ff. 50v-51.
[ccxlv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Guidacciro G. B., Busta 78, prot. 286, ff. 234v-235v.
[ccxlvi] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/9 Roccabernarda, 1717; f. 45v.
[ccxlvii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1641, f. 35.
[ccxlviii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1641, f. 96.
[ccxlix] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1643, f. 38.
[ccl] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1643, f. 57.
[ccli] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1644, f. 98.
[cclii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Notaio Guidacciro G. M., Busta 182 prot. 803, ff. 94v-97.
[ccliii] ASCZ, Fondo Notarile, Busta 180, anno 1665, f. 36.
[ccliv] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, chiese di Roccabernarda f. 15.
[cclv] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[cclvi] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[cclvii] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/9 Roccabernarda, 1717, f. 46v.
[cclviii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1641, f. 8.
[cclix] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 180, anno 1663, f. 38.
[cclx] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1641, f. 46.
[cclxi] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1644, f. 112.
[cclxii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 40A, f. 110.
[cclxiii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 48A, f. 62v.
[cclxiv] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, Donne vedove e vergini in capillis f. 34.
[cclxv] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, chiese di Roccabernarda f. 4.
[cclxvi] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, forestieri abitanti f. 10.
[cclxvii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, forestieri abitanti f. 19.
[cclxviii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 26.
[cclxix] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, chiese di Roccabernarda f. 13.
[cclxx] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda ff. 41-42.
[cclxxi] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda ff. 24-24v.
[cclxxii] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[cclxxiii] AASS, Fondo Arcivescovile, Not. Santoro M., vol. II, ff. 64v-65.
[cclxxiv] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, censi della chiesa di S. Maria Magna di Roccabernarda.
[cclxxv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1640, f. 69.
[cclxxvi] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 48A, f. 63.
[cclxxvii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, forestieri bonatenenti laici f. 2.
[cclxxviii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 47.
[cclxxix] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[cclxxx] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[cclxxxi] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, Platea di S. Nicola de Plastò Roccabernarda, 1583.
[cclxxxii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1643, f. 17.
[cclxxxiii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1643, f. 81.
[cclxxxiv] ASCZ, Fondo Notarile, Busta 180, anno 1663, f. 30v.
[cclxxxv] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, forestieri abitanti f. 20.
[cclxxxvi] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, forestieri abitanti f. 27.
[cclxxxvii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, forestieri abitanti f. 34.
[cclxxxviii] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[cclxxxix] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 3A. 1566: “Da s(an)cta maria ec.a magiore de la rocca ber.da per quarta pagha lo anno car.ni dudici d. 1 – 1 – 0.” (f. 10v). 1545: “Del archipreyte de la rocca b.da per s.ta maria de la piacza d. 1 – 1 – 0” (f. 31). 1546: “Inprimis da lo archipreite de la rocha bernarda per la quarta de s.ta m.a de la piazia d. 1 – 1 – 0” (f. 37v). 1547: “Da lo Archipreite de la roccha bernarda per s.ta m.a de la piaza d. 1 – 1 – 0” (f. 48). 1548: “Dalo Archipreite de la rocha bernarda per la quarta de s.ta maria de la piaza d. 1 – 1 – 0” (f. 75). “R.to Dell’Arciprete de S(an)ta Maria della piazza de detta Rocca per x.a d. 0 – 4 – …”. AASS, Fondo Arcivescovile, volume 2A, f. 105v.
[ccxc] AASS, Fondo Arcivescovile, cartella 47B.
[ccxci] AASS, Fondo Arcivescovile, cartella 47B.
[ccxcii] ASCZ, Miscellanea Monastero di S. Maria di Altilia (1579-1782) 529, 659, B. 8. Copia di Platea antica con i pesi de’ vassalli di d.a scritta a foliate numero 29, f. 17.
[ccxciii] ASCZ, Miscellanea Monastero di S. Maria di Altilia (1579-1782) 529, 659, B. 8. Copia di Platea antica con i pesi de’ vassalli di d.a scritta a foliate numero 29, f. 17v.
[ccxciv] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, Platea di S. Nicola de Plastò Roccabernarda, 1583.
[ccxcv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Guidacciro G. B., Busta 78, prot. 286, ff. 158v-160.
[ccxcvi] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, censi della chiesa di S. Maria Magna di Roccabernarda.
[ccxcvii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1641, f. 87.
[ccxcviii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1641, f. 46.
[ccxcix] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1649, f. 78.
[ccc] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/9 Roccabernarda, 1717, f. 46.
[ccci] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, Donne vedove e vergini in capillis f. 4.
[cccii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 7.
[ccciii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 8.
[ccciv] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 15.
[cccv] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 16.
[cccvi] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, chiese di Roccabernarda ff. 26-26v.
[cccvii] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[cccviii] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[cccix] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, chiese di Roccabernarda f. 4v.
[cccx] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, chiese di Roccabernarda f. 22.
[cccxi] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[cccxii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, chiese di Roccabernarda f. 3v.
[cccxiii] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[cccxiv] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 16B, ff. 35v-41. Visita pastorale del 1559, in Caridi G., Chiesa e società in una diocesi meridionale, Falzea Ed. 1997, pp. 57-63.
[cccxv] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 16A, ff. 1 sgg.
[cccxvi] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/9 Roccabernarda, Nota delle scritture del notaro Giulio de Bona.
[cccxvii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 6A, ff. 323-323v.
[cccxviii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Guidacciro G. B., Busta 80 prot. 304, ff. 95-96.
[cccxix] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1640, f. 7.
[cccxx] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1640, f. 29.
[cccxxi] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1640, f. 40.
[cccxxii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1641, f. 1.
[cccxxiii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1641, f. 10.
[cccxxiv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1641, f. 42.
[cccxxv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1641, f. 76.
[cccxxvi] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1643, f. 2.
[cccxxvii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1644, f. 34.
[cccxxviii] ASCZ, Fondo Notarile, Busta 180, anno 1651, f. 69.
[cccxxix] ASCZ, Fondo Notarile, Busta 180, anno 1659, f. 40.
[cccxxx] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/2 Roccabernarda.
[cccxxxi] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/9 Roccabernarda, 1717, f. 47.
[cccxxxii] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/11 Roccabernarda, 1731, f. 129v.
[cccxxxiii] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/11 Roccabernarda, 1731, f. 129v.
[cccxxxiv] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/11 Roccabernarda, 1731, f. 130.
[cccxxxv] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 8.
[cccxxxvi] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda f. 32.
[cccxxxvii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, chiese di Roccabernarda ff. 26-26v.
[cccxxxviii] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, forestieri abitanti ff. 25-25v.
[cccxxxix] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda ff. 41-42.
[cccxl] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, clero di Roccabernarda ff. 24-24v.
[cccxli] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[cccxlii] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/9 Roccabernarda, Nota delle scritture del notaro Giulio de Bona.
[cccxliii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Guidacciro G. B., Busta 78 prot. 290, ff. 60v-61v.
[cccxliv] La casa era appartenuta al quondam Mario de Ascanio, marito di Vittoria Liotta sorella di detto D. Gianni. In occasione del matrimonio della detta Vittoria con Fabritio Faraco, il prezzo della detta casa (ducati 40) era stato promesso in dote dal detto D. Gianni alla detta Vittoria. Francischina de Ascanio vergine in capillis, figlia del detto quondam Mario e della detta Vittoria. ASCZ, Fondo Notarile, Not. Guidacciro G. B., Busta 78 prot. 291, ff. 122-123.
[cccxlv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1646, f. 29.
[cccxlvi] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/9 Roccabernarda, 1717, f. 46.
[cccxlvii] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/9 Roccabernarda, 1717, f. 47.
[cccxlviii] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/9 Roccabernarda, 1717, f. 47v.
[cccxlix] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, feudatario f. 1v.
[cccl] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[cccli] ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio Catasti Onciari, 6944, Roccabernarda 1744, forestieri abitanti ff. 25-25v.
[ccclii] ASCZ, Catasti, Catasto di Rocca Bernarda, 1768.
[cccliii] AASS, Fondo Arcivescovile, cartella 47B.
[cccliv] AASS, Fondo Arcivescovile, cartella 47B.
[ccclv] AASS, Fondo Arcivescovile, cartella 47B.
[ccclvi] ASCZ, Miscellanea Monastero di S. Maria di Altilia (1579-1782) 529, 659, B. 8. Copia di Platea antica con i pesi de’ vassalli di d.a scritta a foliate numero 29, f. 16v.
[ccclvii] ASCZ, Miscellanea Monastero di S. Maria di Altilia (1579-1782) 529, 659, B. 8. Copia di Platea antica con i pesi de’ vassalli di d.a scritta a foliate numero 29, f. 17v.
[ccclviii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 80A, Platea di S. Nicola de Plastò Roccabernarda, 1583.
[ccclix] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1643, f. 36.
[ccclx] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1646, f. 49.
[ccclxi] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1646, f. 74.
[ccclxii] ASCZ, Libri Antichi e Platee, 80/9 Roccabernarda, 1717, f. 46.
[ccclxiii] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1644, f. 34.
[ccclxiv] ASCZ, Fondo Notarile, Not. Amoroso G., Busta 179, anno 1644, f. 36.
Creato il 30 Marzo 2015. Ultima modifica: 18 Luglio 2024.
Bellissimo lavoro
Complimenti
Grazie per la sua attenzione e per il suo apprezzamento.