La piazza di Crotone detta “Lorda”
Il nome deriva dalla presenza di alcune botteghe di vari generi alimentari (“salame, salume, cacio e altri camangiari”) e diversi. Nel Seicento la presenza di “poteche lorde” è segnalata in quasi tutte le città e terre. Da un apprezzo del 1653 ricaviamo che in Santa Severina, “Per comodità delli abitanti e forastieri vi sono due poteche lorde, una chianca, tre barbieri, dieci scarpari, dudici sartori, dui ferrari, uno cretaro, tre polveristi, una poteca de merciari, tre manderi, tre mastri fabricatori, una spetiaria di medicina”, mentre in San Mauro “nel mezzo di detto abitato e la strada più larga dove si dice la Piazza nella quale e la poteca lorda, diece poteche di scarpari, con due sartori, dui barberi, uno merciaro, due ferrari di tutti lavori, uno mandese, uno fabricatore, due congiarie di sole e pelle”.[i]
Il luogo la piazza lorda
La presenza di una “piaczetta” in parrocchia di Santa Margarita è documentata in un atto del notaio Giovan Francesco Rigitano del 1620. Da esso si ricava che Claudio Caparra possedeva “una continentia palatiata cum una turri et cum duobus aliis membris contiguis et uno casaleno iux.a dictas domos versus la piaczetta et d.a turris versus domos quae fuerunt q.m Jois Puglisi et uno palazzetto cum horeo subtus”.[ii]
Il primo documento che fa riferimento all’esistenza di una piazza lorda all’interno della città di Crotone, in parrocchia di Santa Margarita, è un atto rogato in Crotone il 23 giugno 1643 dal notaio Giovanni Antonio Protentino. Da esso apprendiamo che il chierico Joanne Josepho Mangione di Crotone, in quanto erede della sua bisava Isabella Nugale, possedeva una casa situata dentro la città in parrocchia di Santa Margarita “in loco d(icto) la piazza lorda”. La casa consisteva “in duobus membris mediis et altioribus et subterraneis seu inferioribus pluribus”. Il Mangione li possedeva tutti tranne uno “ubi dicitur sotto lo foco”, che apparteneva al convento domenicano di Santa Maria delle Grazie.[iii]
Le botteghe
Già all’inizio del Seicento è segnalata la presenza di “apoteche” in parrocchia di Santa Margarita. Da un atto del notaio Protentino sappiamo che Jo.e Vincentio de Liotto possiede nel 1620, per compra fatta nel 1616 da Diana Caparra, una continenza di case in parrocchia di Santa Margarita consistenti “in uno palazzo alto grande con appartamenti superiori et inferiori una casa terrana seu magazeno conticuo verso la parte di mezzo giorno … et un’altra camera seu casetta verso tramontana con due poteche di sotto”.[iv] Da un altro atto dello stesso notaio risulta che anche Joanne Francesco Nigro vi possedeva delle case con “apotecis duobus”.[v]
Documenti successivi testimoniano la presenza di numerose botteghe in piazza lorda. Dagli atti del notaio Antonio Varano ricaviamo che, il 20 febbraio 1675, le sorelle Faustina e Claudia Scavello di Strongoli, avendo finito il noviziato, entrarono nel monastero di Santa Chiara e portarono in dote, oltre a metà della gabella Carbonarella, anche “una casa palatiata et una botega site dentro questa città nel luogo detto La piazza Lorda nella parocchia di S.ta Margarita”.[vi] Il 3 agosto 1706 con atto del notaio Silvestro Cirrelli di Crotone, Domenico Berardi della città di Strongoli vendeva per ducati 300 ad Antonio Avarelli di Catanzaro, che da più anni abitava a Crotone “cum domo et familia”, quattro casette. Il Berardi le aveva ereditate nel 1691 dalla sorella uterina Beatrice Berlingeri, e consistevano “in quattro membri superiori, e tre membri inferiori, che sono tre botteghe nella piazza Lorda di q(uest)a Città nella par(rochi)a di S(anta) Marg(ari)ta confine la casetta e botteghe del S.r Gio. Pietro Presterà dalla parte della piazza, e dall’altra parte rimpetto alla chiesa di d(ett)a Par(rochi)a di S(anta) Margarita, vie publiche, et altri fini”.[vii]
Alla fine del Seicento, come risulta dagli atti della visita del vescovo Marco Rama, numerose erano le botteghe in piazza lorda, molte delle quali appartenevano ad enti ecclesiastici, o erano gravate da censi. Tra queste ricordiamo: le quattro botteghe appartenenti alla cappella dell’Assunsione,[viii] e le due botteghe della cappella della Natività.[ix] Il primiceriato possedeva “due botteghe nella piazza detta lorda con habitatione sopra confine la spetieria di Pizzuto, hoggi d’Antonino Magliari”,[x] ed il canonicato dei SS. Rustico e Eleuterio “una bottega nella piazza detta lorda nella Par.a di S. Margarita confine la bottega di S. Veneranda”.[xi]
La cappella di S. Tomaso Apostolo possedeva “una bottega nella piazza, confine la bottega detta della catapania.”[xii] Il beneficio della SS. Trinità de Grutteria e Pirretti “una bottega alla piazza che hoggi serve per macello, cioè il basso delle case furno del qm Mendicino, hoggi della Congregatione della concettione ed anime del Purgatorio nella parrocchia di S. Margarita confine le case di Cesare Bertuccia.”[xiii] Il canonicato di S. Paolo “una casa nella Parrocchia di S. Margarita vicino al piazza lorda”.[xiv] Vi era inoltre la bottega del fu Felice Mazzulla che confinava con “la voicceria”.[xv]
Al tempo del vescovo Anselmo dela Pena
Vent’anni dopo nel 1720, gli atti della visita del vescovo Anselmo dela Pena documentano l’espansione della proprietà ecclesiastica sulle botteghe in piazza lorda. Il monastero di Santa Chiara possiede “una bottega nella piazza lorda nella parrocchia di Santa Margherita nella strada de’ calzolari vicino la bottega di Presterà”;[xvi] il seminario “due case nella piazza de’ calzolari confine le case di D. Giuseppe di sanda”,[xvii] ed esige un censo “sopra la botteghella confine il macello fu del qm Mazzulla”;[xviii] Il primiceriato “una bottega nella piazza lorda di questa città coll’appartamento di sopra confine la bottega di Mutio Manfredi muro comune e la bottega del semplice beneficio sotto il titolo della Natività del Sig.re della famiglia Pelusio”, ed “una bottega nella med.a piazza lorda detta il macello sotto la sopradetta bottega”;[xix] il canonicato di S. Paolo “una casa nella parrocchia di S. Margherita vicino la piazza lorda”;[xx] il canonicato dei SS. Rustico e Eleuterio “una bottega nella piazza lorda confine quella della chiesa parrocchiale di S. Veneranda e quella di Oratio Zurlo”;[xxi] la chiesa parrocchiale di S. Veneranda “una bottega nella piazza confine l’altra bottega del canonicato dei SS. Rustico e Eleuterio”;[xxii] il beneficio di S. Tommaso possiede “una bottega nella piazza lorda confine la bottega del S. D. Cesare e Gregorio Presterà da una parte e la bottega beneficiale di D. Lorenzo Pipino”;[xxiii] il beneficio dell’Assunzione “due botteghe innanzi il macello di questa città nella piazza lorda confine la bottega del beneficio di D. Raimondo Torromino”;[xxiv] il beneficio della Natività “due botteghe nella piazza lorda una confine quella del primiceriato e l’altra del macello che sono usurpate da Ferdinando Pelusio”;[xxv] il beneficio della SS. Trinità possiede “una bottega nella piazza lorda che serve per macello cioè il basso delle case hoggi della congregazione della concezione nella parrochia di S. Margherita”;[xxvi] la confraternita del SS. Sacramento “una metà di bottega nella piazza lorda confine la casa della congregazione confine il macello lasciata dal qm felice Mazzulla e si possiede in solidum dalla cappella della Madonna del Capo”;[xxvii] la confraternita del SS. Concezione possiede “due case sopra il macello di questa città confine quella di Antonio lo Mare nella par. a di S. Margherita”;[xxviii] la cappella di S. Maria di Capo delle Colonne esige un censo “sopra la botteghella nella piazza lorda confine il macello”.[xxix]
Descrizione della contrada
Lungo la strada “delli Scarpari” o “de Calzolari” si aprono le case matte ed i bassi usati come bottega. Presso l’abitazione di Giuseppe di Sanda (la casa era stata di Gio. Batt.a e poi di Honofrio Oppido), il seminario affitta due case e sopra due botteghe; a fianco di una casa palaziata, abita il canonico Giovanni Silva ed i coniugi Vittoria Montalto e Giuseppe Longo.
Le quattro casette con quattro membri superiori e tre botteghe al piano terra di Antonio Avarelli, sono accanto alla casetta con bottega del monastero di Santa Chiara, dirimpetto alla “Catapania” di Gio. Pietro poi di Cesare e Gregorio Presterà, che si affaccia in piazza Lorda. Nei pressi c’è una bottega del beneficio di San Tommaso, confinante con altre due del beneficio dell’Assunzione. Di fronte a quest’ultime, sempre nella piazza, il basso che serve per macello del beneficio della Trinità, con sopra le due camere della confraternita della Concezione, confinanti la casa di Antonio Lo Mare.
Da una parte del macello, ad angolo tra la strada delli Scarpari e la piazza Lorda, c’è la Botteghella. Essa era del sacerdote Felice Mazzulla ora è “in solidum” dell’arciconfraternita del SS. Sacramento e della cappella della Madonna del Capo. Dall’altra parte c’è la bottega del beneficio della Natività.
Completa la piazza su un lato in fila, la bottega di Mutio Manfredi, che fu del fisico Antonio Magliari (prima era stata la spezieria di Pizzuto), la bottega del primiceriato con “appartamento” sopra, e un’altra bottega del beneficio della Natività e, sempre a fila, la bottega della chiesa parrocchiale di Santa Veneranda, quella del canonicato dei SS. Rustico e Eleuterio, e quella di Orazio Zurlo.
La contrada detta Piazza Lorda
Piazza Lorda conservò il suo nome per tutto il Settecento e per buona parte dell’Ottocento. Nel catasto onciario del 1743 la troviamo più volte richiamata. Cesare Presterà vi possedeva quattro botteghe nella piazza lorda;[xxx] Carlo Manfredi altre due;[xxxi] due ne aveva anche il beneficio dell’Assunta, ed una il beneficio di S. Tommaso Apostolo.
Gli enti ecclesiastici mantennero intatto il loro potere sulle botteghe compenetrandosi tra loro, come nel caso di una “bottega isolata in contrada detta La Piazza Lorda che appartiene alla cappella del SS.mo Sacramento per una quinta porzione e mezza, per due altre quinte porzioni al seminario e per un’altra quinta e mezza parte alla cappella della Madonna del Capo”. Alla fine del Settecento la bottega era stata data in fitto a Dionisio Lepera per sei anni, ad iniziare dal 13 settembre 1789, per l’annua pigione di ducati sei.[xxxii]
Nella prima metà dell’Ottocento troviamo che in piazza lorda c’era la “fila” detta dapprima dei calzolai e poi dei tavernari. Dopo l’Unità d’Italia nell’elenco delle strade comunali di Crotone compilato nel 1868, vi è la strada che dalle “Fucine (vicino la cattedrale) per piazza Lorda, S. Chiara, Berlingeri Gabriele, Pantisano, Cammariere, Vatrella va alle mura Lucifero”. Nicola Sculco descrivendo allora la topografia della città così si esprime: “… Monastero e Chiesa di S. Chiara; di fronte casa Pirozzi, con ufficio di Pretura, Morghen, ora Minasi e più in giù case di vecchio stampo in piazza detta “lorda” che ancora conserva il nome. Quivi torreggiano le case Minutolo, Rizzuto e le botteghe Morelli per vendita di commestibili, sovrastante evvi la Chiesa del Purgatorio.”[xxxiii] Come risulta da un rilievo della città eseguito nell’agosto del 1874, dalla cattedrale per via Pizzicagnoli e piazza Bartolo Villaroia si giungeva alla chiesa di Santa Chiara.
Note
[i] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 31 A, f. 13v e 23v.
[ii] “Una continentia palatiata in una torre con dui altri membri contiqui et uno casalino affacciante alla piaczetta con magazeno et membri inferiori et superiori. Un palazzetto all’incontro dette case cum magazeno abascio”. ASCZ, Busta 49, anno 1620, ff. 52, 55.
[iii] ASCZ, Busta 119, anno 1643, f. 38.
[iv] ASCZ, Busta 117, anno 1620, f. 13.
[v] ASCZ, Busta 118, anno 1627, f. 62v.
[vi] ASCZ, Busta 334, anno 1675, ff. 36-39.
[vii] ASCZ, Busta 497, anno 1706, f. 44.
[viii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 106.
[ix] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 104v.
[x] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 138.
[xi] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 140v.
[xii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 111v.
[xiii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 151.
[xiv] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 140.
[xv] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae.
[xvi] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 14v.
[xvii] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 16.
[xviii] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 17.
[xix] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 25v.
[xx] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 27.
[xxi] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 28.
[xxii] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 31.
[xxiii] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 36v.
[xxiv] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 37.
[xxv] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 37.
[xxvi] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 45.
[xxvii] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 46v.
[xxviii] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 50.
[xxix] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 65.
[xxx] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, f. 34.
[xxxi] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, f. 41.
[xxxii] AVC, Cassa Sacra, Lista di Carico, 1790, f. 2.
[xxxiii] Maone Giovambattista, Crotone, Editrice Graficart, 1992, p. 97. Dal manoscritto di Nicola Sculco, Topografia della Crotona Antica pagg. 5-12, presso il nipote Dott. Alfeo Sculco.
Creato il 11 Marzo 2015. Ultima modifica: 22 Novembre 2022.