Il casale di Scandale

Scandale (KR), l’area in cui fu fondato il casale cinquecentesco da cui ha avuto origine il paese attuale.

I due casali di Gaudioso e Scandale

Edificato sopra una collina chiamata “Gaudiosa seu difesa delli Chianetti”,[i] i suoi abitanti godevano tutti i privilegi, le immunità e le giurisdizioni, esistenti nei diciannove capitoli concessi loro nel 1555, al tempo della fondazione del casale da parte del conte di Santa Severina Galeotto Carrafa.

A quel tempo, tuttavia, il luogo non era completamente disabitato, infatti, in una nota a margine del conto di amministrazione del tesoriere di Calabria Ultra Turino Ravaschieri dell’anno 1564/1565, è scritto che, nell’antica numerazione dell’anno 1545, un’annotazione in calce riferiva che il casale di Scandale era stato tassato per un fuoco. In seguito, l’antico casale di Scandale è dato per spopolato, come riporta lo stesso “Conto”: “in la num(eratio)ne vecchia de Scandali se fa notam(en)to per li num(erato)ri del anno 1561 come essi sonno andati in d(it)ta T(er)ra et non ce hanno ritrovato p(er)sona alcuna ne segno di habitatione tale ditto loco ci e dishabitato”. Da tale descrizione risulta che, dopo l’insediamento degli albanesi, esistevano due comunità distinte: una in località “Gaudioso” composta da albanesi, e l’altra nel vecchio casale di Scandale, dove viveva una sola famiglia italiana.

Nella tassazione dell’anno 1564/1565 compaiono ancora sia Scandale che Gaudioso. Il primo è tassato come nella vecchia numerazione del 1545, per un fuoco italiano, e deve contribuire per intero, il secondo per 25 fuochi, tra cui “un focolare Italo”, deve contribuire per metà “come Albanesi”. Infatti, un ordine della Regia Camera spedito l’undici ottobre 1564, comanda “che in detto casale si esiga per la mita deli pagam(en)ti fiscali or(dina)ri et ex(traordina)ri come Albanesi”. I pagamenti per le varie imposizioni fiscali dovute dal casale di Gaudioso risultano effettuati da Michele Brescia, o Blescio.[ii]

Scandale (KR).

Da Gaudioso a Scandale

In questi anni avviene la scomparsa del toponimo Gaudioso che è assorbito dall’antico Scandale. Nel sinodo di Santa Anastasia del 14 maggio 1564, fu chiamato “Lo prete greco delo casale de gaudiosi cum censu pullor(um) quindecim. C(om)p(arui)t et promisit solvere dictos pullos in mense Aug(us)ti secundum solitum”.[iii] Gaudioso compare anche nel “Conto del R(egi)o Thesoriero di Calabria Ultra dell’anno 1579/1580 per la guardia de torri”, dove è tassato per 31 fuochi, ed il 20 settembre 1580 Todaro Covara versa una rata di ducati 2 e grana 19 e 7/11.[iv]

Se negli atti ufficiali il casale di Gaudioso compare ancora, in realtà il passaggio a Scandale era già avvenuto. In una memoria riguardante la fondazione della cappellania della SS. Annunziata della famiglia Franco di Scandale, è riportata la copia di un atto del notaio Marcello Santoro di Santa Severina. Dal documento si apprende che, il 14 novembre 1571, nella città di Santa Severina, Catharina Salomone, vedova di Henrico Francho, ed i figli Antonio, Salvatore, Domenico, Nicola e Gio. Domenico, fecero una donazione alla “ecclesia sub vocabulo S.mae Annuntiatae constructae intus casale Scandalis seu Gaudiosi S(anc)tae Sev(erin)ae Dioc.”, per poter celebrare una messa settimanale per loro ed i loro consanguinei, per meglio ornarla, e fornirla di ogni necessità, ed avere lo ius presentandi del cappellano. La chiesa, detta anche di Santa Maria, o della Natività, era stata fondata e costruita dal predetto Henrico Francho, e gli eredi, per ottenere più facilmente la bolla di concessione dello iuspatronato della cappella, dal cardinale di Santa Severina Giulio Antonio Santoro, donarono alla chiesa alcune terre in località “Troncone Nigro”; terre che erano state comprate a suo tempo per questo scopo da Henrico Francho.[v]

Da alcuni ordini inviati nel 1578 dalla curia arcivescovile al cappellano del casale di Scandale, ricaviamo il nome del prete greco del luogo: “donno Gabriele Varipapa”, già menzionato in un atto del 1562,[vi] ed appartenente ad una famiglia con altri preti greci. In altri documenti troviamo il prete greco Donno Demetrius Varipapa, nato a “Bellovedere” ed abitante a “Scarfizzi”. Iniziato all’ordine presbiterale dal vescovo greco Machario a Sorrento, e poi a Napoli nella chiesa dei Greci sotto il castello di S. Elmo, celebrò le prime messe a Carfizzi, dove prese moglie: “mi insurai a scarfizzi … et sposai alla ecclesia, e la pigliai vergine”. Fu poi “ordinato alla chiesa di Belvedere nominata la trinità et e chiesa di greci”. Inquisito in Santa Severina dal vescovo di Umbriatico Emilio Bombino, con l’assistenza del vicario generale di Santa Severina Stefano Quaranta e del vicario generale Antonino Galeoto, Demetrio Varipapa dichiarò che Gabriele Varipapa era suo “ziano”.[vii]

Nel sinodo del 30 maggio 1579 fu chiamato “Lo prete greco de scandale con il censo di quindici pollastri. Comp(arui)t D. Basilius Scurcus et obtulit solvere in mense aug(us)ti p(roxim)o futuri”.[viii] Nei sinodi degli anni seguenti la situazione non mutò in quanto apparve sempre e solo il prete greco di Scandale con i soliti quindici pollastri.[ix]

Nel 1584 troviamo Tomaso Basilico,[x] il quale in un atto del 6 maggio 1589, si firma: “thomasio basilico archipresbitero ditti casalis Scandalis”. Il prete greco Donno Tomaso Basilico è anche ricordato in un processo inquisitorio svoltosi nel palazzo arcivescovile di Santa Severina il 18 ottobre 1579, riguardante il prete greco Demetrio Varipapa, il quale, alla domanda se conoscesse chierici greci che si erano sposati dopo aver ricevuto i sacri ordini, rispondeva che “si e inzurato Donno Tomaso Basilico dopo che ebbe l’epistola”.[xi]

Scandale (KR), San Nicola (da storiadiscandale.blogspot.com).

Preti greci e latini

“Scandale è casale del distretto, e contado di S. Severina, habitato da cinquecento Greci, e cento cinquanta Latini. Ha due chiese greche, et una latina: così anco vi sono dui preti, uno Greco con dui Diaconi, et uno Latino. Questi Greci vivono catholicamente per la vigilanza che vi ha sempre usata il Cardinal di S. Severina à farli ben instruire, e riformare.”[xii]

Nel 1590 l’arciprete del casale è ancora greco; infatti, compare ad assolvere il censo di Santa Anastasia “D. Thomas Basilico Archipresb.”.[xiii] Bisognerà attendere il sinodo del 30 maggio 1593, per trovare oltre al prete greco, anche quello latino. Il primo col solito censo di quindici pollastri, il secondo con tre carlini.[xiv] L’anno dopo ai due si aggiunse anche il rettore, o patrono, della nuova chiesa dedicata a Santa Maria: “l’herede de Henrico Franco per l’ecclesia della Natività con una libra di cera”.[xv]

Nel frattempo, aumentano i preti. In un documento del 18 maggio 1597, troviamo che c’è “In casalis Scandalis Presb.r Joannes Baptista Tagliaferrus”.[xvi] D. Joanne Baptista Tagliaferro “curatus latinorum Scandalis” e D. Marcello de Pace “curatus grecorum Scandalis”, compaiono in alcuni documenti del 1605.[xvii] Segue l’arciprete Marcello de Pace: “P(rese)ntes l(icte)rae executoriales p(rese)ntatae fuerunt mihi D. Marcello de pace Archipresbitero Matricis ecclesiae S.ti Nicolai Scandalis”, Scandale 10 luglio 1606.[xviii]

Scandale (KR), San Nicola.

La soppressione del rito greco

È del 19 settembre 1603 una lettera inviata da Roma dal cardinale Scipione Borghese all’arcivescovo di Santa Severina Alfonso Pisani, con la quale si danno delle disposizioni a riguardo dei laici di rito greco. “Illmo et R.mo Mons. come Fra.llo. è venuto a notizia di questa sacra Congreg.ne della Inq.ne che in molte città, e diocesi d’Italia, ove habitano laici del rito greco, si amministra loro il S.mo Sacram.to dell’Eucharestia sub utraq. specie; di che essendosi trattato dinanzi a N. S.re l’IIII del pre.nte, la S.ta sua ha risoluto, che di suo ordine espresso si scriva a tutti quegli ordinarii, ch’hanno sudditi del detto rito greco, che si faccia ogni opera di togliere, et prohibire per l’avvenire in ogni modo così grave, et pernicioso abuso, et s’introduca, et osservi di amministrarsi il detto sacram.to dell’Eucharestia sotto una specie solam.te, come anco si è inteso che così rettam.te si osserva dagl’istessi Greci in molte altre diocesi. Però con questa le fò sapere a V. S. acciocchè con l’autorità, et prudenza sua eseguisca nella sua diocesi la risolut.ne di S. B.ne con quella prontezza, et vigilanza, che si richiede, et se nell’esecut.ne di quet’ordine V. S. giudicherà che possa trovar difficoltà di momento, ne dia avviso per farsene relat.ne a S. S.tà. Et non essendo la p.nte per altro, saluto V.S. con pregarle dal S.re ogni contento. Di Roma à XIX di Sett.bre DCIII. di V. S. Ill.ma et R.ma come fra.llo Il Card.le Borghese.”

Così fino al 1608 sono chiamati nel sinodo sia l’arciprete dei Greci che il cappellano latino,[xix] dal 1609 è chiamato solo l’arciprete del casale di Scandale con un cattedratico di 15 pollastri[xx] che, poco dopo, deve anche assolvere ai tre carlini; segno che ormai a Scandale esiste il solo arciprete che ha la cura di tutta la comunità. Nel 1610 oltre all’arciprete e al rettore dell’oratorio della Natività, è chiamato anche il cappellano dell’oratorio di S. Maria delle Grazie, situato dentro la chiesa della SS.ma Annunziata, il quale deve un cattedratico di una libbra di cera.[xxi] A questi si aggiungerà nel 1617 il cappellano di Santa Maria del Carmelo dentro la chiesa di San Nicola, con un cattedratico di una libbra di cera.[xxii]

Nel 1620 è arciprete del casale Rocchus Quercius, come si rileva da alcune “monitioni di scomunica”, emesse dal capitolo di Santa Severina, contro alcuni massari del casale che avevano danneggiato la gabella di Difesa di Volo.[xxiii] L’arciprete Rocius Quercius è ancora richiamato nel sinodo del 1634, quando versa “quindecim pullis gallinaceis et tribus carolenis”.[xxiv]

Scandale (KR), corso Umberto I.

Un casale popoloso

In seguito, ai 25 fuochi albanesi censiti a Gaudioso nel 1561, si aggiunsero alcuni fuochi italiani. Nella relazione del 1589 Scandale è “habitato da cinquecento Greci, e cento cinquanta Latini”.[xxv] All’inizio del Seicento il casale raddoppia la sua popolazione. Tassato nella numerazione dei fuochi dell’anno 1595 per 83 fuochi,[xxvi] nella numerazione del 1631 ne conta ben 178.[xxvii] La popolazione è seminomade, dileguandosi all’arrivo dei contatori regi, tanto che, in una relazione dei primi anni del Seicento, “Scandale è castello habitato da cinquecento anime”, alcuni anni dopo, nel 1625, l’arciprete del casale D. Rocco Quercio dichiarerà che il casale è abitato da circa 1200 anime,[xxviii] e nell’anno 1643 sono censiti 98 fuochi, ma pochi anni dopo, “paga per li fuochi 178”.[xxix] Per spiegare questo consistente aumento della popolazione bisogna ricordare che, nel secondo decennio del Seicento, “sfrattò” e “fallì” il vicino casale di San Giovanni Monaghò. Gran parte dei 156 fuochi,[xxx] per la maggior parte braccianti, che componevano questo casale, situato tra Cutro e Scandale, trovarono più conveniente andare a ripopolare quest’ultimo.

L’aumento della popolazione ha anche un riflesso nella fondazione di nuove chiese, cappelle, oratori e confraternite, soprattutto all’interno della chiesa matrice e della chiesa dell’Annunziata. Protagoniste sono le famiglie benestanti: Peta, Clarà, Parisi, Melita, Borrelli, Bua, Zizza, Franco, Mannis, Brescia, ecc., che prendono in fitto dalla chiesa e dal feudatario le terre, mettendole a coltura a grano. Aumentano anche i preti ed i chierici.

Dalle due chiese esistenti alla fine del Cinquecento si passa a tre all’inizio del Seicento: “Ha due tre chiese col suo Arciprete, con i loro preti. Vi è la Confraternita del S.mo Sacramento, et dell’Annuntiata”. Il 27 agosto 1624, Paulo Clarà del casale di Scandale, ottiene la concessione da parte dell’arcivescovo Fausto Caffarelli, di edificare una cappella sotto il titolo di Santa Maria del Carmine nella chiesa matrice, e di averne lo ius patronato, impegnandosi a dotarla di una sufficiente dote in beni stabili, e di provvederla di ornamenti e di ogni cosa necessaria al culto, con l’obbligo di celebrare due messe alla settimana e di offrire due libbre di cera nel giorno della Dedicazione della metropolitana di Santa Anastasia. “Ill.mo R.mo Mons.re. Paulo Clara del casale di Scandale supp.do fa intendere a V. S. Ill.ma come havendosi ottenuto dal R.mo Arciprete del predetto casale un luogho dentro la matrice chiesa per farci una cappella con rompere il muro di detta chiesa, sotto il titolo di S.ta Maria del Carmine …”. Alcuni anni dopo, il 10 aprile 1637, suo fratello, il chierico Giovanni Francesco, modificando un precedente testamento, istituisce un legato di ducati 500 in favore della cappella della Madonna del Carmine, “accio si ne fondi uno beneficio, e jus patronato per lo più intimo preite di casa Clarà”, col peso di sette messe alla settimana e presentando per cappellano il prete D. Francesco Antonio Brescia, figlio della sorella Isabella.

Scandale (KR), piazza S. Francesco d’Assisi e palazzo Drammis.

Descrizione della situazione religiosa di Scandale nel 1625

“In p.s quante Anime sono in questo Casale di Scandale, q(ua)li sono numero mille, et duicento incirca.

2o In questo casale sono chiese secolari, et non regolari et la p(rim)a è la chiesa matrice sotto vocabolo di S. Nicolò Vescovo et confessore, q(ua)le haverà d’entrata d(oca)ti cento incirca consistenti in decime di grani, et denari, et piggione di tre case terrane et una vigna dove ogni dom(eni)ca et festa comandata si canta messa.

3o Ci sono tre confratie, la p(rim)a è del S.mo Sacram(en)to fondata dentro la p(redi)tta chiesa di S. Nicola, la 2.a ò della S.ma Nunciata fundata dentro la chiesa della S.ma Nunciata, la 3.a et ult(im)a è la confraternità delle Cinque Piaghe di N. S. eretta nella chiesa della Pietà. Quali confraternità si essercitano in accompagnare li defonti quando però sono chiamate, et loro è data la solita elemosina.

La 2.a chiesa è la p(redi)tta chiesa detta della S.ma Nunciata, dove non c’è entrata alcuna, ma vive d’elemosine. La 3.a è la Pietà, quale anco campa d’elemosine, et have una vigna q(ua)le s’affitta tre d(oca)ti l’anno. La 4.a è la chiesa di S.ta Maria juspatronato delli Franchi quale have una gabelluzza, che l’anno che s’affitta, si sole affittare grano tt.i (tomoli) venti et in herbaggio d(oca)ti 8. La 5.a è la chiesa di Condoleo beneficio semplice di D. Dom(ini)co Bua, quale have una chiusa et oliveto et celsi dalli q(ua)li ne percipe ogni anno d(oca)ti 18 incirca. La 6.a è la chiesa di S. Maria della Stella senza entrata.

4o Ci sono sette preiti, nove clerici, tre jaconi selvaggi et un comm(issa)rio. Li preiti, et clerici godono tutta la loro robba, lo comm(issa)rio di feste gode solam(en)te lo foro, et lo privilegio clericale, et li jaconi silvaggi godono lo canone per la loro persona et una bestia di mano.

5o Non ci sono monache di nesciuna sorte.

6o Dell’entrate delle p(redi)tte chiese s’è detto di sopra.

7o Nelle p(redi)tte chiese si cantano vesperi et messe cantate quando sono le loro festività, et anco messe lette, et nella matrice tutte le domeniche et feste si legge la dottrina christiana et in nesciuna chiesa vi è organ(o), ne congregat(io)ne. La confratia del S.mo Sacram.to vive d’elemosine, et have d’entrata d(oca)ti 18 in circa, gli q(ua)li pervengono dallo affitto di due case terrane et due vigne.

8o et ultimo. Non vi sono oblati si bene c’è uno hospitale, quale riceve poveri, et infermi et quelli li fà medicare, et loro dona da magnare et medicine.

et questo è q(uan)to m’occorre in risposta del p(redi)tto ordine ricevuto con la prego à V.S. Ill.ma et R.ma ogni grandezza et salute et baggio humilmente con ogni rev.a lo genocchio. Da Scandale adi 14 di giugno 1625. D. Rocco Quercio Arcip.te.”[xxxi]

Scandale (KR), chiesa dell’Addolorata.

“Dentro la chiesa matrice detta S. Nicola sono l’infra(scri)tte cappelle, oratorii et confraternità.

In p(rimi)s la cappella del S.mo Sacramento, dove è confraternità, tiene et possede due case terrane dentro d(ett)o casale, q(ua)li anno quolibet s’affittano ducati nove et vogliono per reparat(io)ne ogni anno car(li)ni diece incirca.

Item have due vigne l’una rende alla corte car(li)ni dui l’anno et l’altra grana quindeci à D. Minico Bua, site et poste nel territorio di d(et)to casale, quali si locano ogni anno d(oca)ti cinq(ue) incirca sine onere.

Cola Procopio essendo morto lasciò alla p(redi)tta cappella d(oca)ti trenta per comprarsi un’organo ò stendardo, q(ua)li hoggie li tiene in deposito Gio. Dom(ini)co Parise per ordine et voluntà di d(ett)to testatore fintanto non si farà la p(redi)tta compra sincome dal suo testamento appare.

L’oratorio di S. Maria della Neve del q(uonda)m Giorgio Peta have per dote d(oca)ti sessanta q(ua)li tiene dicto Petro Bua di d(ett)to casale alla raggione di d(oca)ti diece l’anno et ne fà dire et servire una dommada l’anno, ut clarius apparet ex instrum(en)to et testam(en)to.

Et a morte di Gioanna Sculco moglie di d(ett)to Giorgio è stata lasciata per lo d(et)to Giorgio una casa con camerino contiguo alla p(redi)tta cappella q(ua)le si porria locare ogni anno d(oca)ti sette incirca.

L’oratorio delli Borrelli possede in d(ett)to casale due case terrane, q(ua)li si sogliono affittare l’anno d(oca)ti nove con peso di celebrare una messa la settimana, cioè una dommada l’anno, et vogliono di reparat(io)ne ogni anno car(li)ni diece incirca l’anno.

L’oratorio del q(uonda)m Giulio Clarà tiene una casa sita dentro detto casale lasciata per lo d(ett)to Giulio con peso di una messa la settimana, quale si sole affittare anno quolibet d(oca)ti cinq(ue) et vole di reparat(io)ne ogni anno car(li)ni cinq(ue) incirca, come appare per suo testam(en)to.

L’oratorio della famiglia delli Clarà detto S. Pietro tiene per lassito di Giorgio Clarà con peso d’una messa la settimana una casa terrana dentro detto casale quale si loca l’anno d(oca)ti cinq(ue) et vole di reparat(io)ne car(li)ni cinq(ue) come appare per suo testam(en)to.

L’oratorio della famiglia delli Parisi have una casa terrana sita dentro d(et)to casale per lassito di Gio. Batt(ist)a et di Gio. Petro Parise come per loro testam(en)to appare con peso di una missa la settimana quale si loca d(oca)ti quattro et mezzo l’anno incirca, et vole di concio da car(li)ni cinq(ue) incirca.

L’oratorio di Tutti Santi di Cicco di Melita iuspatronato, have per dote una casa terrana posta dentro d(ett)to casale, q(ua)le si porria locare d(oca)ti cinq(ue) l’anno, et vole per reparat(io)ne car(li)ni cinq(ue) incirca.

Il q(uonda)m Giorgio Clarà lasciò alla p(redi)tta chiesa di S.to Nicola d(oca)ti vinti per comprarsi una campana, come appare per suo testamento.

Il q(uonda)m Minico Calamerà lasciò al suo paroco D. Rocco Quercio tt.a ( tomolate) due di grano per tante messe.

Il q(uonda)m Cola Condosta lasciò una casa alla chiesa di S.to Nicola con peso d’una dommada l’anno, quale si alloga d(oca)ti 4 incirca, et vole di riparat(io)ne ogn’anno car(li)ni cinq(ue) l’anno incirca, et detta dommada si è servita e si serve per q(uan)to pervene dalla d(et)ta casa.

La chiesa della Pietà confraternità delle Cinque Piaghe N.S. tiene una vigna dalla quale si ne percipe anno quolibet d(oca)ti tre paga di censo ogni anno car(li)ni dui.

La chiesa di S. Maria juspatronato delli Franchi have per dote una gabelluzza in d(et)to casale vicino la gabella di Troncone Nigro, dalla quale di fertile ed infertile si ne percipe ogni anno gr(a)no tt.a (tomolate) quindeci.

Nella quale chiesa il S.r Gio. Fran.co Franco per lassito del q(uonda)m cl(erico) Gio. Dom(eni)co suo padre è obligato far celebrare cinq(ue) messe la settimana come per suo testamento q(ua)le chiesa oltre la spesa fatta nel pre(se)nte anno have per reparatione ogni anno d(oca)ti cinque incirca.

L’Annunciata confraternità tiene l’infra(scri)tti oratorii.

L’oratorio di S. Maria della Gratia juspatronato di Dima Mannis have due case terrane per dote con peso di due messe la settimana, s’affittano d(oca)ti diece l’anno et vogliono per reparatione diece carlini l’anno incirca.

L’oratorio del Carmino di Vincenzo Zizza have una casa terrana dentro detto casale con peso di una messa letta la settimana, q(ua)le s’affitta d(oca)ti cinq(ue) l’anno, et vole di acconcio ogni anno car(li)ni cinq(ue) in circa.

L’oratorio della Concept(io)ne di Petro Bua, have una casa terrana dentro d(et)to casale con peso di una dommada l’anno s’affitta d(oca)ti cinq(ue) l’anno et vole di reparatione car(li)ni cinq(ue) l’anno in circa.

La cappella del q(uonda)m Matteo Franco have una casa terrana per lassito di Laura Franco con peso d’una messa letta la settimana si loca per d(oca)ti cinq(ue) et vole l’anno per reparat(io)ne car(li)ni cinq(ue) in circa.

D. Fran(ces)co Ant(oni)o Brescia olim procur(ato)re della Madonna della Pietà ancora ha da render conto del suo amministrato.”[xxxii]

“Platea di S.ta Maria di Condoleo in ferrato

In p.s una coperta d’altare di velluto nigro, una stola, et uno manipolo.

Item uno coscino di velluto nigro.

Item uno vestimento con la stola e lo manipolo e la cassubra rangina.

Item uno avante altaro di coiro, et uno paro di coscini di coiro.

Item una pace, et una coperta d’altare di tila.

Item una cassubra vecchia di tila, et diece tovaglie.

Item uno calice indorato, un’altro vestimento et un’altra coperta d’altare, tre tovaglie.

Item una chiusa con vigne, ceuzi, fico, pera, et olivi.

In detta chiesa s’ha da celebrare per obligo una messa ogni hebdomada.”[xxxiii]

Scandale (KR), via Colla del Vento.

Scandale alla metà del Seicento

“Li Abitanti di detto Casale conforme la numerat(io)ne dell’anno 1595 è fuochi n°. 83 et nell’anno 1631 fuochi 178 e nell’anno 1643 fuochi 98 et al pre(sen)nte paga per li fuochi 178.

E edificato sopra una Collina chiamata Gaudiosa seu difesa delli Chianetti la quale e piana et nell’ultimo pennino la quale è luoco aperto et si può intrare da più parte … Abita(tio)ni sono la mag(gio)re parte case matte et altre sono Case matte et l’altre a uno … Case matte con Cam(er)e sopra fabricate parte di Calce et parte di Creta reboccate di Calce Coverte al generale di Imbrici le quali vengono … strade deritte e stroncatore piane … Caminare … d’ogni tempo asciutte et nel … dove sono più poteche cioe due poteche … de Scarpari due barbieri … uno mandese due fabri ferrari … uno fucilaro.

Delli Abitanti ne sono diece persone nobile conditione … sono dottori tre notari tre m(ast)ri … vi è uno m(ast)ro di Scola preti … sono persone che attengono alli territorii quali … Industrie de Vettovaglie et altre Comodità … Vigne.

Le donne Civile si esercitano al cusire … lino lane bambace et tesseno tele … altri esercitii de loro Case et non … dormeno al generale sop(r)a matarazzi … Comodità di sprovieri trabacche … Grecia et altre alla forese … di perfettissima aere et vi sono più acque sorgente perfettissime che per tal Causa l’Abitanti sono di buono aspetto Belli cossi li huomini Come le donne figlioli et figliole et se può abitare con Sicurta d’ogni tempo. L’inverno e temperato per essere vicino alle marine l’estate e fresca et anco perche e guardato dal sole da ogni parte.

Dal detto Territorio … perviene … fertilissimi grani Maioriche … sorte di legumi lini bambace … per vitto delli Abitanti che ne vendeno … Caccia di lepari Crape Porci Selvaggine d’ogni sorte conf.e li tempi … Cefali Aloni Anguille et l’inverno trotte … li Pescatori vengono a vendere Pesce di … et altri a vendere frutti et altre robbe Commestibili.

Per Comodità di detti terr(itor)i vi sono Bovi aratorii … Vacche 200 Scofre 150 Crape 200 Animali da Sella … Somarri Cento.

Si Governa l’università per uno Sindico quattro eletti uno m(astr)ro Giurato che in ogni anno in publico parlamento nella piazza di detto Casale si eliggono nella mittà d’Agosto in presenza del m.co Cap(itan)o et di suo ordine il m(ast)ro Giurato di detto Casale et poi vengono confirmati dal Utile S(igno)re. Per Comodità di detto Casale ci sono due … chiamati l’uno Curso di Gullo et l’altro … dove sono gabelle della Corte e della Chiesa … Santa Severina et … anni in questa parte sono stati poco … di Cittadini Secondo l’ordine et natura di detta … farli Camere chiuse ne perviene … danno a detti Cittadini che dall’esposte … non essere in detto Casale per come intendevano p.ma a tempo che si pascolavano li detti Cursi Secondo la sua natura et ord.e et vi erano in detto Casale 4000 teste di Bestiame baccine oltre … di Porci armenti di Pecore Crape … difesa nominata lo Chietretto … per pascolo di Bovi aratorii … delle massarie campagne … alla Comitale Corte … Corte accio paga et …contro la forma delli Capitoli della fondatione.

Segue lo Spirituale sta sotto posto al Arcivescovo di Santa Severina.

Nella Piazza di detto Casale è la Chiesa madre detta … Santo Nicola Vescovo la quale e grande ad … coverta con intempiatura repartita con … con rosoni indorata nell’mezzo e la Cona … di buona pittura intesta e l’altare maggiore … costodia indorata dove assista il SS.mo … con Scandi intorno per sedere … e una Cona sopra tela con … alla destra e San Giovanne e S.ta Lucia et alla Sinistra Santo Nicola e Santa Catherina alla Nave destra sono sette Cappelle. La prima e la trans figurat(io)ne di N(ostro) S(igno)re. La 2.a e S.ta M(ari)a dell Carmine alla destra e S.to Dominico et alla Senistra e Santo Francesco de Padua. La 3.a e la Cona di N(ostra) S(igno)ra di Porto Salvo con Santo Antonio e S.to Tomase d’Aquino. La 4.a e la Cona de N(ostra) S(igno)ra della Neve con Santo Leone e Santa Catherina. La 5.a e la Cona di Santa Ma(ri)a di Costantinopoli Santo Tomase Apostolo e Santo Dominico. La 6.a e la Cona della Natività di N(ostro) S(igno)re. La 7.a e una Cappella sfondata dove è Cona di N(ostra) S(igno)ra dell Carmine alla destra e Santo Lonardo e San Paulo et alla Sinistra San Dom(ini)co e San Fran(ces)co de Padua jus patronato di D. Fran(ces)co Bendardo de Cutri. Nella quale Cappella e il fonte battesimale. Segue alla mano Senistra … sette altre cappelle. La p(rim)a e di tutti Santi. La 2.a N(ostra). S(igno)ra del Arco con Santo Carlo e S.to Dom(ini)co. La 3.a e … con Santo Antonio e San Gioseppe. La 4.a e N(ostra) S(igno)ra … alla destra e Santa Catarina e Santo fran(ces)co de Padua et alla Sinistra e Santo Pietro et Santo Filippo Nero. La 5.a e la Cappella del SS.mo Rosario con una bellissima Cona con N(ostra) S(igno)ra con li quindeci misterii intorno guarnita de ornam(en)ti de ligname indorato et ornamenti de Colonne con suoi finimenti de pietra Stuccata nella quale è la confraternita del SS.mo Rosario. La 6.a e la Cona della Consolatione con Santo Agostino e S.ta Monica. La 7.a e la Cona di Santa M(ari)a della Sanità Santa Lucia e S. Pietro e Paulo.

Da detto Coro si entra nella Sacrestia dove sono sette pianete di tutti Colori di seta e di tomasco con dui Chiuviali con li panni d’altare tre Calici … suoi finimenti Croce ingensiero dui pal… … Catabuffa e di tomasco tiene il suo Campanile grande non fenito con una Campana g… … orologgio a Campana viene servita … arciprete con cinque altri preti … parte d’essi coniugati li ponno importare al detto Arciprete tt.i 100 di Grano et alli preti docati venti cinque l’anno.

Più abasso è un’altra Chiesa grande sotto tit(ol)o della SS.ma Ann(untia)ta la quale è ad una Nave coverta con intempiatura repartita con quatri sfondati et nel mezzo è una Cona di N(ostra) S(igno)re della Assunta intesta e l’altare maggiore con cona di N(ostro) S(ignore) sotto Sono sei profeti et sop(r)a e il P(at)re eterno con l’angeli intorno. La quale Cona e di finissima pittura guarnita con Cornice d’oro attorno ornati con piedi stalli Colonne e suoi finimenti con Architettura di pietre stuccate et intagliate in d.o Altare vi sono Seditori con le Spallere per Comodità di officiare et alla destra della Nave sono tre Cone sop(r)a è la madonna con San Gio. e S.to fran(ce)co de Paola. La 2.a è N(ostra) S(igno)ra del Carmine San Dom(ini)co et San Fran(ces)co de Padua. La 3.a è la Circoncisione di N(ostro) S(igno)re alla sinistra e una Cona de pietra di gran devotione … la madonna della Gratia con con santo Gio. e S.to Nicola di pittura a fresco. La 3.a è la Concett(ion)e con Santo Lonardo e Santo Matteo. In detta chiesa … Pulpido tiene tre pianete ordinarie … d’oro Carmosina con lo panno di altare … tutte Comodita per Celebrare nella quale e la confraternita et si Celebra il Sabbato e la Dom(eni)ca tiene due Campane et viene Servita dal suo Cappellano.

Poco distante è un’altra Cappella di Santa Maria delli Franchi Juspatronato della fameglia de Franchi dove è l’altare guarnito di stucco con Cona di N(ostra) S(igno)ra del Rosario con li misterii intorno tiene tutte Comodità per Celebrare e vi sono Cinque messe la Settimana con una Campana.

Fuore dell’Abitato sopra la difesa delli Chiatrelli v’è una Chiesa sotto nome della difesa et si Celebra il lunedì e la q.le (è) stata fatta a devotione dell’Uni.tà con tutte le cose che vi bisognano.

Nell’intrare dell’Abitato di detto Casale per la … da Santo Mauro alla destra si trova (la) Chiesa sotto titolo delle Cinque piaghe la … Coverta con intenpiatura repartita con quatri Sfondati … pittate intesta e l’altare maggiore con … schiavatione di N(ostro) S(igno)re di buona pittura guarnita con … indorata alla destra è l’altare con Cona di Santa Cat(erin)a et Santo Marco e sopra Santa M(ari)a della Gratia di buona pittura alla Senistra è l’altare della Concett(io)ne con San … e Santo Nicola tiene il Pulpido con uno Calice et patena con altre Comodità et una Campana si Celebra nel Giorno di festa nella quale è la Confraternita.

Distante dall’abitato verso levante per uno miglio dentro il Bosco di ferrato è una Cappella sotto nome di Santa Maria di Colondeo nella quale se dicono due messe la settimana lo sabbato et l’altra ad arbitrio dove assiste uno romito con due Celle con chiusa … arborata di frutti olive Celse con Comodità d’acqua viva.

Distante Un altro miglio da detta vi è un’altra Chiesa sotto nome di Santa M(ari)a della Stella nella quale si Celebra una messa il martedi per devotione tiene tutte le Comodità per Celebrare con una Campana.

Dalla parte di Ponente per distanza d’un altro miglio è un’altra Chiesa sotto titolo di Santa M(ari)a di Buon Calabria dove si celebra una messa la settimana e tiene tutte le comodità ed una Campana.”[xxxiv]

Note

[i] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 31A, f. 28v.

[ii] ASN, Tesorieri e Percettori vol. 4087 (ex 485), anno 1564 – 1565, ff. 51, 62, 137 sgg.

[iii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 6A, f. 3v.

[iv] ASN, Tesorieri e Percettori, Fs. 506/4109, f. 21.

[v] AASS, Fondo capitolare, cartella 4D, fasc. 3.

[vi] 11 settembre 1562. “donno grabiele varipapa”. ASCZ, Notaio Cesare Cadea Cirò, busta 6, ff. 233-234v.

[vii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 13A, ff. 73-75v.

[viii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 6A, f. 13.

[ix] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 6A, f. 25v e sgg.

[x] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 6A, f. 40v.

[xi] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 13A, f. 75v.

[xii] ASV, Relatione dello stato della chiesa metropolitana di Santa Severina, S.ctae Severinae 22 martii 1589.

[xiii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 6A, f. 58.

[xiv] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 6A, f. 74v.

[xv] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 6A, f. 78v.

[xvi] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 6A, f. 112.

[xvii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 6A, f. 168.

[xviii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 6A, f. 184v.

[xix] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 6A, ff. 79-209v.

[xx] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 6A, f. 221v.

[xxi] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 6A, f. 231v.

[xxii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 6A, f. 312.

[xxiii] AASS, Fondo Capitolare, cartella 3D, fasc. 1.

[xxiv] Scalise G. B. (a cura di), Siberene, Cronaca del Passato per le Diocesi di Santaseverina – Crotone – Cariati, 1999, p. 49.

[xxv] ASV, Relatione dello stato della chiesa metropolitana di Santa Severina, S.ctae Severinae 22 martii 1589.

[xxvi] Giustiniani, Dizionario Geografico-Ragionato del Regno di Napoli, tomo V, Napoli 1802, p. 47.

[xxvii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 31A, f. 28v.

[xxviii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 1A, f. 278.

[xxix] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 31A, f. 28v.

[xxx] ASN. Tesorieri e Percettori fs. 558/4162, f. 85v.

[xxxi] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 1A, ff. 278-279.

[xxxii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 1A, ff. 289-291.

[xxxiii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 1A, f. 284.

[xxxiv] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 31A, ff. 28v-35.


Creato il 23 Febbraio 2015. Ultima modifica: 17 Maggio 2023.

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  1. Antonio

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