I luoghi della città di Strongoli attraverso alcuni atti notarili conservati all’Archivio di Stato di Catanzaro

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Strongoli (KR).

Bastione

20.1.1751. Nicola Mascaro promette alla figlia Domenica, che sposa Gio. Battista Bonelli, una casa situata nel luogo detto “lo Bastione”, confinante con la casa di Elisabetta Sculco da una parte e dall’altra la casa di Imperatrice Mauro (ASCZ, Busta 1209, ff. 8v-9).

21.2.1752. Domenico Antonio Greco, marito ed erede della fu Ramondina d’Amato, vende ad Antonio Amato due camere superiori, atteso i bassi delle medesime si possiedono d’Antonio Amato di Pietro. Le camere sono situate nel “convicinato del Bastione” e confinano colle case di mastro Emanuele Torromino e le case di Angela Martino (ibidem, f. 22).

6.6.1754. Filippo Arcuri compra delle case da Antonio Amato. La continenza di case consistono in due camere nel luogo detto “il Bastione” e confinano colle case della mag.ca Angela di Martino e colle case basse della Chiesa del Purgatorio (ibidem, f. 38).

17.6.1754. Gaetano Calabresca, procuratore della chiesa del Purgatorio, afferma che la chiesa possiede una casa palaziata nel luogo detto “il Bastione”, che confina con le case che Filippo Arcuri comprò dal mag.co Antonio Amato. Vende la casa palaziata a Filippo Arcuri (ibidem, ff. 44v-45).

21.10.1756. Geronimo Amato ed il fratello Vito abitano nelle case situate nel luogo detto “il Bastione” (ibidem, f. 34).

Beltrani

9.1.1751. Tra i beni portati in dote da Virginia de Pace, vedova di Agostino Filippelli, che sposa Nicola de Martino, vi sono due case terranee situate nel “convicinato delli Sig.ri Beltrani”, dove al presente abita la stessa Virginia (ibidem, f. 3).

9.11.1755. Antonina Bevilacqua, moglie di Domenico Venneri, possiede come bene dotale una casa nel luogo detto la “ruga delli Beltrani”, confinante con la casa di Virginia de Pace e colle case di Nicola, Giuseppe ed Antonino de Pace. La vende a Bruno Tesoriere (ibidem, ff. 62-63).

Brausa (fuori mura)

3.5.1754. Il convento di Santa Maria delle Grazie concede in enfiteusi un pezzo di terreno al mastro Agostino Levato. Il terreno, camera chiusa, è situato nel luogo detto “Brausa” e confina coll’orto detto “S. Francesco” da un lato ed il vallone, che scende dal canale chiamato S. Francesco, e proprio quello che ebbe in enfiteusi il fu Domenico Tofano (ibidem, f. 34).

Casale

22.10.1752. Giuseppe Varrina dichiara che anni prima aveva comprato un casamento del mag.co Domenico Antonio Greco nel luogo detto “la ruga del Casale”, che confinava colle case del convento di S. Domenico (ibidem, f. 97).

14.1.1753. Nel matrimonio tra Matteo Sculco, figlio di Leonardo, ed Angela Mannarino, il padre della sposa Salvatore Mannarino promette in dote tre camere basse nel luogo detto “il Casale”, che confinano colla chiesa dell’Ospedale (ibidem, ff. 12v-13).

1.2.1753. Teresa Seminara, fu prima moglie del fu Giovanni La Portella, e quindi moglie del fu Giacinto Panajia, possiede una casa con alto e basso nel luogo detto “il Casale”, contigua alla casa dotale di Giuseppe Marzico (ibidem, f. …).

19.3.1755. Antonio Valente lascia al figlio Matteo una casa bassa nel luogo “il Casale”, confinante colla casa di Domenico Antonio Greco e col Magazeno di esso Matteo (ibidem, f. 9).

Case del Cavaliere

15.10.1750. La Camera Principale e per essa l’erario Tomaso Astore possiede due magazeni nel luogo detto “le case del Cavaliere”, propriamente quelle due che sono dietro la chiesa della SS.ma Annunciata, vinella mediante che fa uscita alle timpe di detta venerabile chiesa. Li dà a censo ad Antonio Sottile (ibidem, ff. 7-8).

Case Nove

18.10.1750. L’erario Tomaso Astore, a nome della Camera Principale, possiede due camere nel “convicinato detto avanti le case nove”, nei bassi delle quali vi è il trappeto di questa Principal Camera. Le concede a censo a Bruno Marino (ibidem, f. 15).

10.2.1754. I coniugi Girolamo Boccuti e Catarina Asturi vendono una casa a Giuseppe Antonio Fili. La casa bassa, dotale di Catarina, è situata nel luogo detto “avanti le case nove”e confina con il magazeno della parte di dietro della SS.ma Annunciata d’una parte, col magazeno beneficiato di D. Nicola Scerba ed alla stalla di detti mag.ci coniugi (ibidem, f. 18).

Case di Spataro

18.10.1750. L’erario della Principal Camera Tomaso Astore possiede un magazeno nel luogo detto “sotto le case di Spataro”, confinante col magazeno di Giovan Dionisio Tilelli e proprio quello il di cui astraco si possiede dal mag.co Giuseppe Antonio Capozza come robba dotale della di lui moglie Catarina Cristofaro. Lo dà a censo ad Agostino Veripapa (ibidem, f. 15).

Castello

31.10.1586. In relazione al proprio debito, i m.ci Jo: Ber.no de Juncta e Scipio de Juncta di Strongoli, cedono al m.co Mutio Prothospatario figlio del quondam m.co Stephano Prothospatario e della m.ca Laura Ant.a Spoletina, i primi frutti sulle entrate di alcuni beni stabili, tra cui i “sycomis” e le olive siti “intus terr.um praefate civ.tis in loco dicto capricella juxta rupes castri seu castelli dictae civ.tis strongili viam pp.cam et alios fines” (ASCZ, Busta 9, ff. 217-221).

11.7.1751. L’erario della Camera Principale Tomaso Astore concede a censo perpetuo a Michele Misanci una casa bassa nel luogo detto “il largo del castello”, confinante con la casa della mag.ca Anna Campana e la casa di Antonio Valente, come pure una stalletta nel luogo detto “la timpa del castello” (ASCZ, Busta 1209, ff. 60-61).

25.7.1751. Vittoria Campana possiede una casa bassa nel luogo dove si dice nel “largo del castello” (ASCZ, Busta 1209, …).

3.3.1752. Anna Campana, vedova di Nicolò Milito, dota la figlia Lucrezia che sposa Felice Russo. Tra i beni ci è una metà di casa nella “ruga del castello”, confinante con la casa di Nicolò Sena (ibidem, f. 22).

17.7.1754. Il mastro Antonio Olivadoti assieme alla madre Felica Principe nel 1734 vendette una casa, che possedeva nel luogo detto “la ruga del castello” alla sig.ra Lucrezia Giunti, madre di Giuseppe Giunti (ibidem, f. 49).

19.3.1755. Antonio Valente lascia al figlio Agostino la casa terrana con camerino contiguo nella “ruga del castello”, confinante con la casa dell’eredi di Giacchino Lo Bello ed il magazeno grande della Principale Camera (ibidem, f. 9).

Cavatine (Cavatini)

15.2.1753. Anna Caputo abita nel “convicinato delle Cavatine” (ibidem, f …).

5.4.1753. Diego Torromino abita nella “ruga le cavatine”, confinante con la casa di Luciano Cajazza e con la casetta della cappella del SS.mo Sacramento (ibidem, ff. 34v-35).

Chianche

17.10.1751. I fratelli Nicola e Francesco Valente e Isabella Zito, moglie di Nicola, possiedono un membro inferiore di casa nella “contrada delle chianche”, confinante colla casa dei Sig.ri Beltrani e via pubblica, che si va al Vescovato. Vendono il basso di casa ad Antonio Bonavaglia (ibidem, ff. 95v-96).

Chiesa delle Anime del Purgatorio

27.8.1753. Vittoria Severino porta in dote a Foca Pellegrino la casa dove abita nel “convicinato della chiesa dell’Anime del Purgatorio” (ibidem, f. 91).

Forgie

28.8.1751. Pietro Rizzo possiede una casa bassa situata nel luogo detto “sopra le Forgie”, confinante con la casa di Giacinto Casazzone e con la casa del R.do Innocenzio Battaglia. La vende a Bernardo Mangialavori (ibidem, f. 81).

10.1750. La camera Principale e per essa l’erario Tomaso Astore possiede una casa terranea, confinante con le case del canonico Lorenzo Maida, nel luogo dove si dice “le Forgie” (di S. Leo). La concede a censo al canonico Lorenzo Maida (ibidem, f. 2).

11.9.1752. Paolo Antonio Beltrani abita nel loco S. Leo. Delle suddette case dove abita, due camere erano e sono sue, cioè quelle due che sporgono alla strada del macello di questa città, ed altre due, che sporgono avanti le forgie furono permutate colle case furono dotali di Paulo Tiriti (ibidem, ff. 88-89).

30.9.1753. Paula Battaglia e Giuseppe Le Quaglie comprano le case di Lucia Scarpello. Il casamento confina colle case basse di Giacinto Casazzone, con le case di Angela Battaglia e con la casa di Agostino Parise (ibidem, f. 110).

30.7.1753. Saverio Battaglia possiede due camere nel luogo “sopra le Forgie”. Una camera confina con Tomaso Campitelli (ibidem, f. 111).

12.9.1756. Antonino Crisopulli compra un magazeno da Michele Tilelli. Il magazeno con volta di fabrica è sito nel luogo detto “le Forgie” e confina coll’altro magazeno e case del Tilelli, e proprio quello il cui astraco si possiede da Teresa di Franco come sua dote (ibidem, f. 28).

Giudecca

Il 3 marzo 1576 presso il notaio Consulo nella terra di Psycrò Donna Beatrice de Marino, vedova di Minico dela Gava, col consenso di Julio dela Cava, afferma di possedere una metà di casaleno dotale situata nella città di Strongoli “in loco dicto la Judeca iuxta turriolam P.le Cur. dictae civitatis iuxta domum dicti m.ci Jo. Turci iuxta moenia Civitatis p.tae et cursum aquarum dictum dela gioiusa viam pp.cam et alios fines” la vende a Io. Turcus La Catuna della città di Strongoli (ASCZ, Busta 8, f. 162). Il primo gennaio 1590 nella Terra di Cirò presso il notaio Gio. Domenico Durando della città di Crotone, erano stipulati i capitoli matrimoniali tra Donna Antonia Gauceria della città di Strongoli e Hieronimo Caputo della terra di Cirò. Tra i beni promessi in dote si legge che la donna Censa Marra, vedova di Gio. Pere Guanno, si impegnava a dare alla futura sposa “per la sua anima et servitii recevuti una sua casa posta in città di Strongolo in loco dicto la giudeca, confine la casa di meschino de frisco, et casa d’antonello de cotrone, franca così come essa l’have tenuta et posseduta …” (ASCZ, Busta 36, f. 69). Ritroviamo la strada della Giudecca nella numerazione dei fuochi Strongoli del marzo 1642, che elenca le principali strade della città di Strongoli. Esse erano: 1) La strada che dalla Porta Maggiore andava verso la Piazza, 2) Strada della Giudecca, 3) Strada detta Piano del Castello, 4) Strada di S.to Stefano verso li Cavatini, 5) Strada che va da S.to Leo verso la Piazza, 6) Strada dove si dice la Portella. Sempre dalla numerazione dei fuochi ricaviamo che vicino alla Porta Maggiore vi era una casetta posta in alto sopra le mura della città, che apparteneva all’università e serviva per guardiania; nella Strada della Giudecca abitava Mutio Caputo di anni 38 e nella strada, che andava da S. Leo verso la Piazza, vi era una torre contigua alle mura della città inabitabile, perché in parte diruta (Vaccaro A., Fidelis Petilia, 1933, pp. 196-198). Il toponimo Giudecca è ancora presente nel Settecento. Nel catasto onciario di Strongoli del 1741 troviamo che il cavaliere cosentino Gaetano Toscano, o Tuscano, possiede sotto la sua casa un centimolo per macinare grano e altre vettovaglie. La casa dove abita il Tuscano con la moglie Urzolina Rartatti e i suoi quattro figli è situata nella “Ruga detta la Giudia” (ASN, Catasto dell’Università di Strongoli, 1741, R.C.S. n. 7010). Ulteriori notizie sulla Giudecca sono presenti in alcuni atti del notaio Giacomo Minardi, originario di San Giovanni in Fiore. In un atto notarile rogato in Strongoli il 3 maggio 1751 la mag.ca Catarina Arcuri, moglie di Mastro Antonio Costa, afferma che tra i suoi beni dotali vi è una casa bassa sita e posta entro la città di Strongoli nel luogo detto “La Giudeca”. La casa confina con le case di mastro Giacinto Astore e con le case d’Antonino Pileggi. La Arcuri la vende a Salvatore Mannarino per ducati 40 (ASCZ, Busta 1209, ff. 47v-48r). In un altro si legge che Il 10 giugno 1752 Caterina Nusdeo, vedova di Silvestro Cavallaro, “poiché non ha verun modo di potere alimentare se stessa, e la sua povera famiglia”, avendo tra i suoi beni dotali due bassi di casa situati dentro la città nel luogo detto “la ruga della Iudeca”, li vende per ducati 35 a Felice Valente. I due bassi confinano “con la casa di Teresa Cianfrone e con la casa delli signori Martucci e con Antonio Caccavaro,e proprio quelli li di cui astrachi sono di Teresa Fuscaldi” (ASCZ, Busta 1209, ff. 56-57). Il 2 agosto 1752 Simone Caccavaro vende per ducati 37 e grana 50 a Matteo Valente un basso di casa sito e posto dentro la città nel luogo detto la Ruga della Giudeca, “confina dun lato la casa di Biase Dottore, dall’altra parte  quella della casa di Nicolò Marino e la casa di Mastro Agostino Grispo, il di cui astraco si possiede da detto Matteo Valente, e l’altro muro che affaccia di fora la città, che sporge nell’orto di mastro Giacinto Astore” (ASCZ, Busta 1209, ff. 67v-68). Il 2 aprile 1753 Vincenza Dottore, vedova di Nicola Catanzaro, dichiara di possedere una metà di orto situato nel ristretto della città e proprio nel loco detto sotto le case del qm cantore Misanci, atteso l’altra metà di detto orto la possiede Angela Caminiti, confine coll’orto di mastro Giacinto Astore, e via pubblica che conduce alla lonaggia, e sotto le mura della città. Vende la metà dell’orto alla Caminiti per ducati undici (ASCZ, Busta 1209, ff. 33v-34). Da un atto dell’undici novembre 1755 sappiamo che le case dove abitava il canonico D. Giacinto Mauro erano situate dentro la città nella ruga detta della Giudea. Le case erano gravate da un annuo censo di carlini 30 che D. Nicola Millelli cedeva al Padre Bonaventura Polito dei minori conventuali (ASCZ. Busta 1209, ff. 69-70). Come evidenziano i due atti notarili del notaio Consulo, la Giudecca di Strongoli era situata presso una piccola torre appartenente al feudatario di Strongoli, alle mura della città e al ruscello detto la “Gioiusa”. Gli atti successivi ci indicano che la ruga della Giudecca era situata vicino e a sinistra entrando dalla porta principale della città, tra quest’ultima e la località Vallone, nell’area compresa tra la piazza e le mura della città. Sempre a ricordo della consistente presenza degli Ebrei a Strongoli, oltre ai numerosi documenti di età aragonese, è il ritrovamento di una lapide con iscrizione, trovata nel 1954 in territorio di Strongoli in località Catena. L’epigrafe, incisa su una stele in terracotta, può essere così tradotta: “Questa è la stele dell’illustre signor maestro Giuda, figlio di Rachamim – sia l’Eden il suo riposo – morto nell’anno 5201” (1440-41), A. Luzzato, Un’iscrizione ebraica trovata a Strongoli (Catanzaro), in Klearckos 15-16 (1962) pp. 84-90. Sempre in territorio di Strongoli rimangono i toponimi “lo Scinetto del Giudeo”, confinante con Fasana, il fiume Neto e la via che va a Crotone, e “Giudeo”.

Loneggia (fuori mura)

2.4.1752. Vincentia Dottore, vedova di Nicola Catanzaro, e figli vendono ad Angela Caminiti una metà d’un orto sito nel ristretto della città e proprio nel loco detto sotto le case del q.m cantore Misanci, atteso l’altra metà di detto orto si possiede da Angela Caminiti, confine con l’orto di mastro Giacinto Astore, e via publica che conduce alla Loneggia e sotto le mura della città (ASCZ, Busta 1209, f. 33).

Motta

2.5.1751. I coniugi Francesca Sabbatino e Nicola Arcuri possiedono un basso di casa nel luogo la Motta e nel convicinato nomato li Cavatini, confine d’una parte la casa di Nicola Masci ed il cortile di Virginia Caravelli e proprio quello sotto le case che presentemente abita Agostino Allevati. Lo vendono a mastro Agostino Levato (ibidem, ff. 44-45).

13.6.1752. Antonino Zito abita nel luogo detto la Motta, confinante con la casa di Andrea di Mauro e con la casa di D. Antonio Longo (ibidem, ff. 59v-60).

21.7.1752. Il canonico Giuseppe Rogano vende una casa a Nicola Mauro. La casa bassa è in località la Motta e confina con la casa di Gaetano Carnevale e con la casa di Nicola Mauro. La casa era stata data in dote dal q.m Gio. Maria Rogano, padre Giuseppe, alla q.m Vittoria Gangale, fu moglie di Giuseppe Trimboli. Essendo morti tutti senza eredi, subentrò il canonico (ibidem, ff. 63-64).

14.8.1752. La casa degli eredi di Antonino Zito di Salvato, sita nel loco la Motta, confina colla casa di Isabella Ferraro e con la casa di Francesco Russo di Michele (ibidem, f. 72).

28.2.1753. I coniugi Teresa Graziano e mastro Agostino Levato possiedono come bene dotale di Teresa un basso di casa nel luogo la Motta, confinante con la casa di Gaetano Carnelevare, il di cui astraco si possiede da Madamma Catarina Muccari. Lo vendono a Gaetano Carnelevare (ibidem, f. 20).

5.5.1753. Francesco Greco abita nel loco la Motta, confine colle case del Rev. Nicolò Battaglia e con le case di Paula Greco (ibidem, ff. 46-47).

17.6.1753. Virginea Caracciolo, vedova di Francesco Ajello, dota la figlia Isabella che sposa Michele Pullis. Dona la metà della casa dove essa abita, confine la casa di Nicolò Masca, e col membro superiore del rev. Canonico D. Agostino Graziano nel luogo detto La Motta (ibidem, f. 63).

5.7.1753. D. Bruno Sena, tesoriere della cattedrale e procuratore della cappella del SS.mo Sacramento, vende due casette al convento di S. Maria delle Grazie dei minori conventuali. Le due piccole case basse sono situate nel luogo detto di sopra la scala della Motta (ibidem, ff. 69-71).

23.9.1755. Gaetano Carnevale possiede una casa bassa nel luogo la Motta, confine colla casa di Andrea Sabbatino e con la casa di Nicola Masci (ibidem, f. 42).

26.10.1755. Lorenzo d’Urso, Agostino Varrina e Lucrezia Costa possiedono una casa bassa nel loco la Motta (sotto la Motta) con grotta dentro, confine colla casa di Domenico Sottile, colla case della cappella del SS.mo Sacramento e colla casa d’Isabella Ferraro. La vendono ai minori conventuali (ibidem, ff. 45-47).

Orologio

6.1.1751. Domenico Canterna dota la figlia Imperatrice, che sposa Giuseppe Lo Bello. Dona un astraco di casa, cioè il celo soprano sito e posto nel luogo detto l’Orologio, confine colla casa di Giuseppe Cotrone, e coll’orologio (ibidem, f. 2).

3.9.1752. I coniugi Imperatrice Canterna e Giuseppe Lo Bello vendono una casa a Giuseppe Cotrone. L’astraco di casa con metà di scala di fabrica è situata nel luogo detto la ruga dell’ospedale, attaccata all’orologio e confina con la casa di Giuseppe Cotrone (ibidem, ff. 80v-81r).

24.9.1752. Giovanni Canterna vende una casa a Francesco Canterna. L’astraco di casa, con metà cortile, e metà di scala di fabrica nella ruga dell’orologio, confina con la casa del mag.co Vincenzo Palazzo e colla casa di Francesco Canterna, il di cui basso si possiede dalla mag.ca Domenica Artese (ibidem, f. 95).

27.10.1755. Lucrezia Russo, moglie di Bruno Canterna, come roba dotale possiede un astraco di casa nel luogo la ruga dell’orologio, confine colla casa del mag.co Vincenzo Palazzo ,il di cui basso si possiede da Matteo Ferraro. Lo vende a Nunziato Russo (ibidem, f. 50).

Ospedale

3.9.1752. I coniugi Imperatrice Canterna e Giuseppe Lo Bello vendono una casa a Giuseppe Cotrone. L’astraco di casa con metà di scala di fabrica è situata nel luogo detto la ruga dell’ospedale, attaccata all’orologio e confina con la casa di Giuseppe Cotrone (ibidem, ff. 80v-81r).

Palazzo Vescovile

25.1.1752. Carlo Cesare Arcuri dona al figlio, il suddiacono Domenico, una casa palaziata consistente in tre membri con alti e bassi nel luogo avanti il palazzo vescovile, confine le case palaziate della mag.ca Isabella Arcuri. Delli quali tre membri, seu camere, la più grande col magazeno di sotto, è proprio quella, che affaccia alla strada publica e di rimpetto alla chiesa cattedrale (ibidem, ff. 7-8).

Piazza

9.3.1751. Tomaso Astore, erario del principe Ferdinando Pignatelli, concede a censo enfiteutico a Nicola Catanzaro una bottega sita nella pubblica piazza di rimpetto al magazeno grande di detta Principal Camera e confine con la bottega del beneficiato del canonico D. Nicola Zito (ibidem, ff. 21-23).

31.12.1751. L’erario Tomaso Astore concede a censo perpetuo a mastro Dionisio Venincasa una bottega nella pubblica piazza, confine con la casa e bottega del mag.co Francesco Cinquegrana, e con la bottega di mastro Antonio Costa (ibidem, f. 103).

5.3.1752. Il D.r Paulo Antonio Beltrani possiede un basso di una camera sita nel convicinato della piazza (sottana). Confina da una parte colla bottega di mastro Francesco Rotella, e da due parti colle case di detto Paolo Antonio Beltrani, e dall’altra colla strada publica, dove è la porta di esso basso (ibidem, ff. 27-28).

2.8.1754. Tomaso Tridico prende in enfiteusi dalla Principal Camera una bottega per esercitare la sua applicazione di parucchiero. La bottega è situata in piazza, confine quella del Monaco e proprio ove si stava mastro Domenico Sciaddeo (ibidem, f. 53).

(Sopra la piazza di rimpetto alla chiesa della Sanità)

30.6.1755. Antonino Crisopulli compra un basso da Nella Papaleo, vedova di mastro Filippo Latanza. La casa bassa è situata nel loco detto la piazza di sotto, confine colla bottega del canonico Lorenzo Maida e con la casa bassa di detto Antonino Crisopulli (ibidem, f. 22).

30.6.1755. Bottega di Latanza nella Piazza via publica, confine le case del canonico Lorenzo Maida di una parte, dall’altra parte la casetta , che fu del Rev.do Agostino Palazzo (ibidem, f. 23).

Porta

21.2.1751. L’erario Tomaso Astore concede a censo perpetuo a mastro Antonino Caparra una bottega sita nel luogo dove si dice la porta di questa città, attaccata al magazeno grande, ove diconsi le case di Nilio (ibidem, ff.14-15r).

2.6.1751. L’erario Tomaso Astore concede a mastro Antonino Caiazza un magazeno sito nel luogo detto La Porta Maggiore attaccato all’altra bottega di detto mastro Antonino Caiazza. Il mastro ha una casa bassa per uso di bottega per il di lui mestiere di lavorar creta (ibidem, ff. 53-54).

3.1.1752. Mastro Francesco Silva abita nel convicinato detto sopra la porta della città, confine colle case di mastro Nicola Catanzaro e con le case del m.co Nicola Cicco (ibidem, f. 4).

20.8.1755. Francesco e Nicolò Valente possiedono una continenza di case palaziate nel luogo detto sopra la porta della città, confine colle case di mastro Antonino Caiazza e colli casaleni del Signor Gaetano Toscano (tuscano) (ibidem, ff. 30-32).

Portella di D. Gaetano

14.2.1751. Francesca Costantino, vedova di Felice Maida, dota la figlia Francesca Nora , che sposa Domenico Rocca di Papanice. Tra le doti vi è una casa, cioè il membro superiore nel luogo dove si dice la Portella di D. Gaetano (ibidem, f. 12).

16.7.1751. Domenica di Betta, moglie di Francesco Greco, abita nel luogo detto la ruga della Portella di D. Gaetano, confina con la casa del diacono D. Domenico Russo, e con la casa di Nunziato Sculco (ibidem, ff. 63v-64r).

Portella di D. Nicola Milelli

21.8.1754. Maria Lucifero, patrizia della città di Crotone, abita nel suo palazzo situato nel luogo detto la Portella di D. Nicola Milelli (ibidem, f. 59).

Portella di D. Sibio (Sibbio)

16.10.1750. La Camera Principale e per essa l’erario possiede una casa matta nel luogo la Portella di D. Sibio e proprio quella che è attaccata alle case seu magazeni del cavaliero. La concede a censo a Giuseppe e Domenico Canterna (ibidem, ff. 9-10).

3.1.1752. Antonina Madonna, moglie di Francesco Pileggi, abita nella ruga nomata la Portella di D. Sibbio, confine le case del fu Giuseppe Capozza, quali si possiedono da Giuseppe Campitelli di Bucchigliero (ibidem, ff. 4-5r).

4.2.1752. Giuseppe Principe abita nel luogo la Portella di D. Sibio, confine con la casa di Giuseppe Campitelli, via pubblica di sotto (ibidem, f. 13).

5.7.1753. L’arciprete D. Francesco Raneri possiede un basso di casa nel loco detto la Portella di D. Sibbio confine con la casa di Francesco Toscano e con l’altre case di esso arciprete (ff. 68-69).

5.7.1753. Francesco Raneri, arciprete della terra di Scala, possiede due camere superiori nel luogo la portella di D. Sibio, confine coll’altre case di esso Raneri e colle case del mag.co Giuseppe Campitelli. Le vende al canonico Lorenzo Maida (ibidem, ff. 72-73).

3.2.1754. Pietro Giovanni de Fazio compra una casa da Francesco Giovanni Canterna. La casa è situata nel luogo la Portella di D. Sibio, confine alla casa di mastro Pietro Lella, con la casa di Giuseppe Antonio Cannata (ibidem, f. 9).

30.4.1756. Giacinta Pristia compra la casa del Dottore D. Domenico Beltrani. Il membro superiore d’una casa palaziata in loco il convicinato della Portella di D. Sibbio colla casa di Domenico Scigliano e colla casa di Paulo Misiani (ibidem, ff. 19-20).

Rogani

29.11.1751. Tra le doti di Caterina d’Arena, figlia del q.m Dionisio d’Arena e di Vittoria Iozzolini, che sposa Tomaso Tridico, il reverendo D. Lorenzo e Giustina Guido danno una casa bassa, con un camerino terrano contiguo à detta casa nel luogo detto il convicinato del reverendo Sig.r D. Giuseppe canonico Rogani, li di cui astrachi si possedono da mastro Nicola Catanzaro, e da mastro Giuseppe Mammolente, una colla metà dell’aria della casa di detto Catanzaro, quale va inclusa alla sudetta casetta terrana (ibidem, ff. 99v-100).

1.6.1752. I coniugi Caterina Arena e Tomaso Tridico come casa dotale hanno un basso di casa con gallinaro contiguo, a volta di fabrica di sotto la scala nella ruga delli Rogani confine di un lato con gli eredi di Francesco Vetere da un altro lato con la casa di mastro Mammolente il di cui astraco si possiede mastro nicola Catanzaro. Lo vendono a Gennaro Grillo (ibidem, ff. 51v-52).

27.9.1753. Giulia Levato possiede come roba dotale una casa nel luogo il convicinato delli Rogani, proprio quella che comprò da Michele Manfreda, confine colla casa dell’eredi di Giuseppe Russo e colla casa di Pietro Greco (ibidem, f. 110).

10.4.1754. Biaggi Vizza possiede una casa palaziata nel loco detto la ruga del Rev.do D. Marco canonico Rogano (sotto la vota di Sprolitino), confine con la casa di detto canonico e con la casa di Domenico Casazzone. La vende al canonico D. Giovanni Capozza (ibidem, f. 29).

19.3.1755. Antonio Valente abita nel convicinato delli Sig.ri Rogani (ibidem, f. 9).

28.9.1755. Francesco Longo abita nella ruga delli Rogani e proprio sotto la casa di mastro Nicola Catanzaro (ibidem, f. 43).

15.1.1756. Francesco Valente abita nel luogo detto la ruga delli Sig.ri Rogani (ibidem, f. 3).

Sant’Anna

14.10.1750. La Camera Principale e per essa l’erario Tomaso Astore possiede una casa palaziata con alto e basso nel convicinato di Sant’Anna, confine con le case dotali di mastro Dionisio Venincasa e colla casa di mastro Antonio Costa. La cede a censo al mastro Dionisio Venincasa (ibidem, ff. 5-6).

13.11.1752. I coniugi Domenico Papa e Porzia Mendula vendono una casa ad Antonio Samà. La casa bassa è situata nel luogo detto il convicinato di Sant’Anna, confine la casa del mag.co Bonaventura … e con la casa del Rev.do Agostino Palazzo (ibidem, f. 100).

Santissima Annunziata

31.10.1586. Il m.co Perruccio de Juncta possiede le “domos palatiatas intus praefatam civ.tem in loco dicto la parrochia de la annunciata juxta domos presbiteri scipionis pizuti viam pp.cam et alios fines” (ASCZ, Busta 9, ff. 214v-217v).

31.10.1586. In relazione al proprio debito, i m.ci Jo: Ber.no de Juncta e Scipio de Juncta di Strongoli, cedono al m.co Mutio Prothospatario figlio del quondam m.co Stephano Prothospatario e della m.ca Laura Ant.a Spoletina, i primi frutti sulle entrate di alcuni beni stabili, tra cui Le “domos palatiatas sitas et positas intus praefatam civ.tem strongili in loco dicto la parrochia dela Ann.ta juxta domum Angeli de Juncta viam pp.cam ex duobus lateribus et alios fines” (ibidem, ff. 217-221).

2.12.1588. L’hon: Petrus de Castellis e do: Laura de Castellis sua madre, vendono al R.do clerico Vespasiano Spoletino per parte della m.ca Laura Ant.a Spoletina sua sorella, il “casalino posito in Civ.te strongili loco dicto la Timpa del’Annunciata, iuxta domum m.ci Angeli simonecta, iuxta domos santiss.i corporis christi, iuxta domos no: Bordoni de christophero, viam pp.cam necnon et ultra viam pp.cam iuxta domum Do: Rentii mentafrida, domum nicolai de strongolo viam pp.cam et alios fines” (ASCZ, Busta 35, ff. 535-535v).

16.10.1750. La Camera Principale e per essa l’erario possiede un magazzeno nel convicinato della Santissima Annunciata, confine à lato dell’altri due magazeni, che l’ave censuato Antonio Sottile, e propri quelli detti del Cavaliere. Lo dà a censo a Giuseppe Benincasa. (ASCZ, Busta 1209, f. …).

1.4.1752. Nunziato Sculco promette alla figlia Angela che sposa Giuseppe Nasca la porzione della casa e casaleno nel loco innanzi la chiesa della SS.ma Annunciata (ibidem, f. 33).

28.8.1753. Porzia Scarpello compra una casada Vincenzo Scarpello. La casa palaziata è situata nella ruga della SS.ma Annunciata confine con la casa di Scipione Le Quaglie e colla casa del canonico Francesco Antonio Zito (ibidem, ff. 91-92).

12.5.1755. Francesco Monaco compra il basso di Teresa Citerà sposata con Domenico Rigitano. Il basso di casa, bene dotale della Citerà, è sito avanti la chiesa della SS.ma Annunciata confine col magazeno d’Antonio Fuscaldi e colla casa di Isabella Citerà il di cui astraco si possiede da detta teresa Citerà (ibidem, f. 13).

30.5.1756. Isabella Citerà promette in dote alla figlia Vittoria d’Arena che sposa Gennaro Chiaretta una casa palaziata consistente in un membro superiore nel loco detto la ruga della SS.ma Annunciata confine con le case di Domenico Beltrani e la camera di Teresa Citerà (ibidem, f. 25).

Santa Maria della Grazia

08.06.1585. Atto rogato “in Civ.te strongili et prop.e in convenctu s.ti fr.ci de assisa in ecc.a s.tae mariae dela gr(ati)a dictae civ.tis” (ASCZ, Busta 9, ff. 134v-138).

San Giacomo

26.04.1577. Il m.co Consalvo Ferrario di Cirò vende al m.co Constantino Costa della città di Strongoli, il casaleno sito in “loco s.to Jacobo intus civ.tem p.tam strongoli juxta casalenum m.ci gasparis murgiae juxta domum terraneam conventus s.tae mariae de la gr(ati)a eiusdem civ.tis et alios fines” (ASCZ, Busta 8, ff. 223v-224).

31.10.1586. Il clerico Angelo de Costa possiede le “domos palatiatas olim fuisse q.o m.ci constantini de costa juxta cau(te)las pp.cas sitas et positas in eademet civi.te in loco dicto la parrochia s.ti Jacobi juxta domos no: Dorisii stanganelli viam pp.cam et alios fines” (ASCZ, Busta 9, ff. 214v-217v).

31.10.1586. In relazione al proprio debito, i no: Dorisio e Nicolao Stanganello di Strongoli, padre e figlio, cedono al m.co Mutio Prothospatario figlio del quondam m.co Stephano Prothospatario e della m.ca Laura Ant.a Spoletina, i primi frutti sulle entrate di alcuni beni stabili, tra cui le “domos palatiatas sitas intus dictam civ.tem strongili in loco la parrochia de s.to Jac.o juxta domos quae fuerunt q.o m.ci constantini de costa juxta domos quae fuerunt m.ci ant.nii bonuntii et alios fines” (ibidem, ff. 221-223v).

3.6.1753. Teresa Coppola, figlia dei furono Francesco e di Dianora Caligiuri, sposa Giuseppe Gallante. Lo zio Antonio Fuscaldi promette alla nipote una casa, con casaleno diruto, che fu della q.m Dianora Caligiuri madre di essa futura sposa, sita nel loco detto la ruga di S. Giacomo (ASCZ, Busta 1209, f. 54).

16.6.1754. Lucrezia Salvato abita nel loco detto S. Giacomo, confine con le case del canonico D. Agostino Graziano (ibidem, ff. 42v-43).

San Giovanni

31.10.1586. Matteo de Costa possiede le “domos palatiatas sitas et positas intus praefatam civ.tem petiliae in loco dicto la parrochia de santo jo(ann)e juxta domos mag(ist)ri minici de turzo viam pp.cam et alios fines” (ASCZ, Busta 9, ff. 214v-217v).

30.03.1593. Jo: Hier.mo Chiusa della terra di “casiboni”, dona al clerico Phyrro Ant.o Chiusa suo figlio, le “domos palaciatas consistentes in tribus membris sive partibus videlicet una sala et duabus cameris cum duabus aliis domibus terraneis et cortilio : ac et alio casaleno et pistino seu molendino in uno ex partibus inferioribus dictarum camerarum et cum trapeto ad molendum olivas in alio catogyo dictae salae sitas et positas intus civ.tem strongili in loco dicto sancto jo(ann)e juxta domum m.ci leandri de gratia viam pp.cam et alios fines” (ibidem, ff. 268-268v).

11.11.1750. Carlo Campitello di Casabona sposa Cristina Amato, la quale porta in dote il palazzo dove abita nel convicinato detto di S. Giovanni consistente in quattro camere superiori, tre bassi con sua cisterna e cortile confine con le case di mastro Matteo Durante, via publica che si va alla chiesa di S. Giovanni (ASCZ, Busta 1209, ff. 22-23r).

26.4.1751. Lucrezia Durante possiede una casa bassa nel luogo detto il convicinato di S. Giovanni confine l’altre case d’esso Durante da una parte, via publica, che porge al casale. La vende a Matteo Sculco (ibidem, ff. 39-40).

18.3.1753. Anna Aloe, vedova di Giuseppe Trinchise dà in dote alla figlia Isabella che sposa Domenico Torchia un membro superiore d’una casa palaziata sita nel convicinato di S. Giovanni, confine con la casa di Nunziato Sculco ed Angela Caminiti (ibidem, f. 30).

30.6.1755. Agata Mauro compra la casa di Angela Caminiti, moglie di Giacinto Le Quaglie. La casa palaziata è situata nel luogo detto la ruga di S. Giovanni confine colla casa di Risolia Lamanna (ibidem, f. 23).

8.11.1755. Agata Mauro promette in dote alla figlia Bernardina Berardi che sposa Vincenzo Chiefaro una casa palaziata sita nel convicinato di San Giovanni (ibidem, f. 60).

San Leo

11.7.1751. L’erario Tomaso Astore afferma che la Camera Principale possiede due botteghe di Forgia nel luogo sopra Santo Leo, confine le case di Stefano Ranieri via publica. Le concede in censo al mastro Dionisio Venincasa (ibidem, ff. 58-59).

5.2.1752. Il canonico Domenico Lucifero dona al chierico e nipote Horatio Lucifero a titolo di patrimonio sacro una camera col suo basso nel luogo Santo Leo confine le case di esso Domenico Lucifero (ibidem, f. 14).

11.9.1752. Paolo Antonio Beltrani abita nel loco S. Leo. Delle suddette case dove abita, due camere erano e sono sue, cioè quelle due che sporgono alla strada del macello di questa città, ed altre due, che sporgono avanti le forgie furono permutate colle case furono dotali di Paulo Tiriti (ibidem, ff. 88-89).

8.1.1755. Antonino Crisapulli acquista una casa bassa dal rev. Agostino Palazzo. La casa bassa è sita nel loco Santo Leo, confine colla bottega di mastro Filippo Latanza e con le case del canonico Lorenzo Maida (ibidem, f. 6).

San Stefano

18.3.1753. Faustina Rigitano, moglie del fu Domenico Trovato, al presente moglie di mastro Bruno Greco, dota la figlia Antonia Trovato, che sposa Francesco Minanda. Le dona un astraco di casa dove al presente abita nel luogo detto la ruga di Santo Stefano, confine colla casa di Felice Cileo e colla casa di Antonio Casazzone (ibidem, ff. 28v-29r).

28.10.1753. Il sacerdote Innocenzo Battaglia abita nel luogo il rozzano (?) di S. Stefano, confine la casa del sacerdote … Campitelli (ibidem, f. 127).

3.4.1754. Vincenzo Caputo abita nel luogo detto S. Stefano confine colle case del rev.do d. Lorenzo Guido (ibidem, f. 26).

Scavelli

2.9.1753. Porzia Scavello, moglie di Michele Zito, vende a Domenico Fili un basso di casa sito nel loco il convicinato delli Scavelli, confine con il basso di Scipione Le Quaglie, il cui astraco lo possiede la detta Porzia (ibidem, f. 101).

30.6.1755. Michele Tesoriere compra una casa da Giovanni Canterna. La casa palaziata è situata nella ruga delli Scavelli confine colla casa di Francesco Canterna e colla casa di Angela Schipano (ibidem, f. 26).

14.1.1756. Francesco Antonio Parise abita nel luogo detto la ruga delli Signori Scavelli, confine colla casa del canonico D. Nicola Scerba e colla casa della chiesa dell’Ospedale (ibidem, f. 1).

Timpone

18.1.1751. Giustina de Guido, vedova del q.m Giuseppe Migliaccio, Paula e Michele Costa possiedono certe case nel luogo detto Tampone, consistentino in quattro membri superiori e quattro inferiori, confine da una parte Giovanni Majorino e dall’altra tre via pubblica, e che va per timpone, e dentro le mura della città (ibidem, ff. 5-6).

10.4.1752. Benedetto e Francesco Arcuri possiedono un casamento consistente in tre membri superiori ed uno inferiore, col vignano, e scala di fabbrica nel loco detto il Timpone, confine con una altra casa delli medesimi Arcuri di un lato, ed un altro lato con un casaleno. Vendono il casamento a Domenico Papa (ibidem, ff. 33-34).

29.9.1753. I coniugi Lucia Scarpello e Saverio Battaglia possiedono come bene dotale le case nel loco il Timpone col largo e suo suolo contiguo a dette case confine le case della mag.ca Angela Battaglia (ibidem, f. 110).

29.5.1754. Lorenzo Rogani possiede una casa palaziata nel luogo Il Timpone, confine alle case del mag.co Paolo Antonio Capozza e con la casa di mastro Francesco Rotella (ibidem, f. 35).

17.4.1756. Antonio Renda compra le case del canonico Giovanni Capozza. La continenza di case consistenti in tre camere superiori e tre inferiori con cisterna dentro ed un larghetto avanti la porta appartenente a dette case site nel luogo detto il timpone colle case del rev.do penitenziere D. Giuseppe Siena, strada pubblica d’una parte e vinella senza esito dall’altra (ibidem, f. 13).

Timpone di D.no Sibbio

Luglio 1751. Casa bassa nel luogo detto il Timpone di D.no Sibbio confine da una parte la casa della cappella del SS.mo Sacramento e dell’altra parte le case di Pietro Giovanni di Fazio e quella di Nicola … promesse da mastro Carmine Mauro a Mastro Francesco Venincasa per dote della figlia Caterina Mauro (ibidem, f. 74).

La Trinità

25.07.1595. Per volontà di sua moglie, Ant.no Perez “come bono cognato”, promette a Solenna Galata una casa palatiata posta dentro la città di Strongoli “in loco la trinità, confine la casa de d(onn)o Ant.o maria limberto” (ASCZ, Busta 9, ff. 348-348v).

Vallone

3.3.1752. Luca Striglia abita nel convicinato detto il vallone confine colla casa di Lucrezia … e colle case del Mag.co Giuseppe Greco (ASCZ, Busta 1209, f. 25).

6.5.1753. Ignazio Greco e Giovanni Pellegrino dotano la nipote Caterina Greco che sposa Nicola Canterna. Promettono un astraco di casa dove si dice il Vallone confine la casa dei Sig.ri Beltrani (ibidem, f. 45).

19.8.1753. I coniugi Laura Cimino e Felice Basile hanno due bassi di casa siti nel loco detto il Vallone confine la casa di Giuseppe Antonio Fili e colla casa dotale di Lucrezia Cimino (ibidem, f. 84).

2.6.1754. Antonio Bonavaglia vende a Felice Mauro un basso di casa nel loco detto il Vallone confine le case dei Signori Beltrani, il di cui astraco si possiede da Agostino Mauro (ibidem, f. 37).

21.10.1756. Geronimo Amato ed il fratello Antonio possiedono una casa nel luogo Il Vallone confine colla casa di Francesco Milito e colla casa di mastro Agostino Grispo. Geronimo ne possiede una parte (ibidem, f. 34).

Vescovato

5.5.1751. Il mastro Gaetano Calabresca, procuratore della chiesa delle Anime del Purgatorio, afferma che la chiesa possiede una casa bassa nel convicinato del Vescovato, confine con la casa bassa di Francesco Russo e d’Antonio Bernardo, e dell’altro lato con il largo innanzi le case del Sig. D. Diego Antonio Caparra, vinella mediante. La cede a censo a Elisabetta Polistina (ibidem, ff. 48-49).

2.8.1752. Diego Caparra vende un casaleno ad Agostino Russo. Il casaleno è nel luogo la ruga del Vescovato e la di cui parte viene a sboccare dentro il cortile di detto Diego Antonio Caparra, cioè quello che affaccia innanzi il vescovato contiguo alla casa dell’arcipretato, e dall’altro lato contiguo al magazeno novo di detto Sig. Caparra dell’altro lato attacca con un casaleno che si dice esser di Francesca di Pace (ibidem, ff. 64-65).

2.1.1754. Leonardo de Santis compra un casaleno da Diego Antonio Caparra. Il casaleno è proprio quello che è attaccato alla camera nuova esistente dentro il cortile che sporge avanti il vescovato, confine da una parte il casaleno venduto ad Antonio Russo di Michele e dall’altra parte al cortile dei detti Caparra che sporge alla vinella (ibidem, ff. 1-2).


Creato il 1 Giugno 2015. Ultima modifica: 6 Agosto 2024.

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