Una descrizione del territorio di Isola alla metà del Settecento

Isola di Capo Rizzuto (KR).

Il 14 gennaio 1749 moriva Maria Deodata Caracciolo, Duchessa di Montesardo e Principessa di Isola. Ereditò il feudo di Isola la figlia Ippolita Caracciolo, sposata con Pasquale Caracciolo, Principe di Marano, la quale incaricò il suo procuratore il dottore Francesco di Bona, a prendere reale e corporale possesso dei suoi beni feudali e burgensatici della città di Isola.

Sigillo dell’università di Isola.

“Anno Domini millesimo Septingentesimo quadragesimo nono reg.te. die vero octava m.s Aprilis duodecima Inditione in Civitate Insulae. Nos. Ad Istanza, e richiesta fattaci per parte del Sig.r D. Francesco di Bona Patrizio di q(uest)a sud.a Città d’Isola, ed Aggente Generale dello Stato della Medema ci siemo personalmente conferiti in essa Città Noi infrascritti Not.ro e Reg.o G. à C. di quella di Cotrone, ed essendo nella medema gionti, e costituitosi nella nostra presenza il pred(ett)o Sig.r D. Francesco di Bona, asserì qualmente possedendosi dalla B. M. della q.m Eccell.ma Sig.a D. Maria Deodata Caracciolo Duchessa di Montesardo, e Principessa dell’Isola la pred(ett)a Città sita in questa Prov(inci)a di Calabria Ultra, ed in essa il Banco della giustizia, e omnimoda giurisdizione, e cognizione delle prime, e seconde Caose civili, criminali, e miste, mero, e misto impero, potesta del gladio, quattro lettere Arbitrarie, e potesta di comporre li delitti, e commutare le pene da corporale in pecuniarie, e quelle rimettere in tutto ò in parte sodisfatta prima la parte offesa, proventi, et emolumenti di d.a giuridizione, e col suo Palazzo seù Castello Mastrodattia, Portolania, jus di pesi, zecca e mesura, caccie, fiere, Territorii, e Terratici, Campi, Massarie, case, stanze così dentro d(ett)a Città come fuori d’essa ed ogn’altro corpo, e jusso à d.a Città annesso, ed appartenentino, ed essendosine d.a q.m Eccell.ma Sig.a Duchessa passata à miglior vita è stata dalla G(ran). C(orte). della Vicaria dichiarata Erede Universale, e Particolare della medema l’Eccell.ma Sig.a D. Ippolita Caracciolo di lei figlia, Duchessa di Montesardo e Principessa dell’Isola, e Marano, mediante decreto di Preambolo interposto dalla medema nella Banca del mag.co Losito al quale. Cosi nell’effetti feudali che Burgensatici di d.a q.m Maria Deodata Caracciolo Prencipessa e Duchessa ut s.a.

Ed intendendo l’espressata Eccell.ma Sig.a D. Ippolita Caracciolo, come Erede prendere il possesso delli sud.i Beni feudali e Burgensatici, ed appartenentino tra questi alla medema, quelli di questa medema Città d’Isola, ne avendo potuto nella medema conferirsi tanto per la distanza del luogo, che per altre suoe legitime caose, ne ave perciò fatto suo special Procuratore l’espressato Sig. D. Francesco di Bona ut s.a. costituito à poter prendere l’espressato possesso di questa sud.a Città, e suoi Corpi Burgensatici e feudali, mediante istrumento di Procura stipolato nella Città di Napoli sotto li diece del passato mese di Marzo per l’atti del mag.co Reg.o Not.o Dom.co Guglielmo Selano d’essa Città copia della quale in forma valida à Noi esibita à del tenor seg.te = et inserat.

Isola in una stampa contenuta in Voyage Pittoresque di Jean Claude Richard Abbé de Saint-Non (1783).

Et intendendo l’espressato Sig. D. Francesco di Bona ad unquem esequire la volontà, ed ordini della pred.a Eccell.ma Sig.a Principessa D. Ippolita Caracciolo, percio à fin di darsi prencipio à d.o felicissimo possesso, personalmente et insieme ci conferissimo avanti la porta principale di detta Città d’Isola, e proprio al corpo di guardia loco solito à congregarsi il parlamento per l’affari universali, tanto coll’espressato Sig. D. Francesco di Bona Procuratore che colli Sig.ri Felice Antico Governatore di Giustizia, Leone Telese sindaco, Francesco Maria Trigano ed Onofrio Bonelli Eletti ed Antonino Poerio Mastro Giurato nel presente anno, nec non assistentino ed intervenientino moltissimi Cittadini in grandissimo numero facientino e rappresentantino la più sana e maggiore parte delli Cittadini, ed Omini d’essa. Congregati e coadunati avanti la porta medema. L’espressato Sig. D. Francesco di Bona soggiunse che intendeva eseguire quanto sta disposto circa il vero e reale possesso ottenuto di detta Città d’Isola e suo Borgo da detta Ecc.ll.ma Sig.a D. Ippolita, entrando ed usciendo dalla porta e quella aprendo e chiudendo, caminando e passeggiando per le strade e piazza di detta Città e Borgo, stando e sedendo in detto corpo di guardia, ordinando e comandando e fando tutti quei atti che dinotano la vera, reale, corporale ed effettiva possessione, e tenuta quietamente e pacificamente senza contradizione alcuna, anzi essendono ivi presenti detti Sig.ri Governatore, Sindaco ed Eletti ed omini sud.i di predetta Università, dico Città, tutti restorno e consentirono alle cose predette, prestandole il loro consenso ed assenzo all’atti di possessione, che si facean da d.o Sig. D. Francesco di Bona in presenza nostra in luogo ed à nome e parte della prefata Ecc. ma Sig.ra Ippolita Caracciolo Principessa d’Isola e Marano, dichiarando la medema come vera ed utile Sig.ra e Padrona di detta Città e suo Borgo, alzando in segno di giubilo le grida dicendo ad alta voce: Viva il Re Nostro Sig.re e la nostra Principessa dell’Isola, sentendosi alle grida risonare lo sparo di mortaretti ed altri segni di giubilo e donazione.

Doppo di che salendo esso Sig.r D. Francesco di Bona Aggente Generale e Procuratore Speciale della predetta Ecc.ma Principessa sopra l’orologgio Universale, luogo più alto ed eminente di detta Città alla presenza di detti Signori Governatore, Sindaco ed Eletti e Popolo assistente si protestò e disse che anche per aspettu et oculari ispettione, intendea in nome di detta Ecc.ma Sig.ra Principessa pigliare il possesso e tenuta non solo col corpo, ma anche coll’animo, così dell’espressata Città, e Borgo dell’Isola, che di tutti li beni, jussi, e raggioni, feudali e Burgensatici à detta Città spettantino, ed in qualsivoglia modo, maniera, titolo e caosa appartinentino.

004 Isola di Capo Rizzuto (KR), la porta Magna e l’orologio dell’università.

Et continuatis artibus forma e maniera di sopra, assistentino li predetti Signori Governatore, Sindico e Reggimento ut supra, Cittadini e persone si portò il sud.to Sig.r D. Francesco in casa di detto Signor Governatore, ove suol reggersi il Banco della giustizia, ed ivi prese per anche il vero, reale, corporale e pacifico possesso di mero e misto impero dell’omnimoda giurdizione predetta, civile, criminale e mista, sedendo pro Tribunale nella Banca predetta, pigliando in mano il Bastone della giustizia à lui consegnato da detto Sig.r Governatore, aprendo, leggendo e studiando i Processi e facendo ogn’altro atto che dinota la tenuta e possesso di detto mero e misto impero, et omnimoda giurisdizione.

Doppo di ciò nella forma medema ci conferissimo con detto Sig.r D. Francesco di Bona procuratore nel Castello d’essa Città, ed ivi parimente prese il possesso e tenuta del medemo serrando, ed aprendo le porte dell’istesso, salendo e scendendo le gradi, entrando, e passeggiando per le camere del medemo, aprendo e serrando le porte e fenestre dell’istesso e facendo tutti e qualsivogliano atti che denotano la vera, reale, vacua, pacifica, e corporale possessione. E di vantaggio ritrovandosi in esso castello le publice carceri per anche di queste ne prese detto Sig.r Francesco di Bona nel nome che di sopra la sudetta vera reale et effettiva tenuta, e possessione, quelle aprendo e chiudendo con le chiavi che li furono presentate dal mag.co Mro datti di questa Principal Corte, e facendo tutti quell’atti che dimostrano la vera ed effettiva possessione e tenuta. E seguito detto possesso ut supra unitamente con detti Signori Governatore, Sindico ed Eletti e Cittadini ut supra si portò detto Sig.r D. Francesco di Bona Procuratore come di sopra nella Chiesa Cattedrale di questa Città, ed ivi genoflesso avanti l’Altare Maggiore di quella fu assiso in sedia distinta con coscino avanti facendo sedere detto Signor Governatore, Sindico ed Eletti e Cittadini in scanni à lui appresso, e nella medema intervenne ed assistè col canto del Tedeum e Messa Sollenne, che da quello Rev.mo Capitolo furon cantate in rendimento di grazia All’Altissimo. Doppo di che terminata detta funzione essendo sopragiunta l’ora di pranzo si sospese di proseguire più oltre essendo tutto cio segiuto nella maniera di sopra, e presenti li Sud.i Giudice a C. e Testi

Presentibus Mag.co Crespino Diaco Civ. Crotonis R. ad Contr.

M.ro Gio. Batt.a Morrone. M.ro Pietro Armieri. M.ro Angelo Gualtieri.M.ro Federico Spano. M.ro Giuseppe Spata. M.ro Domenico Rizzo. Tutti dell’Isola

Meque Not.ro Michaele Antico Croton. Stip.te

Isola di Capo Rizzuto (KR).

Doppo di che nel doppo pranzo continuando le cose pred.te senza devenire ad altri atti, et intendendo il pred.o Sig. D. Francesco di Bona proseguire la cattura di d.o possesso in nome e parte di d.a Eccell.ma Sig.a D. Ippolita Caracciolo Prencipessa ut s.a assistendo presso il medemo li pred.ti Sig.ri Gov.re Sindico M.ro Giurato et Eletti e popolo adunati prese il corporale e pacifico possesso d’alcune botteghe e case locande, che la medema Sign.a possiede entro la Citta, e fuori d.o Borgo aprendo e serrando le porte delle medeme e facendo tutti quegli atti che denotano il vero, corporale, vacuo ed effettivo possesso, quietamente e pacificamente senza contradizione alcuna, e nel modo pred.o continuando d.o atto si conferi fuore le porte di q.a Citta in tre giardini e terre ortalizie che à d.a Ecc.ma Sign.a appartengono uno nel luogo detto la Conicella, altro di sotto al Castello ed altro con vigna nel luogo detto il Giardino Nuovo, ove parimente d.o Sig.r Francesco di Bona nel nome che di sopra prese il vero, reale, corporale, e pacifico possesso entrando in essi orti, nelli medemi passeggiando, stando e dimorando, svellendo, rompendo j rami, e facendo ogn’altra cosa che denotano il vero reale corporale e pacifico possesso e senza alcuna discrepatione e contraditione. E similmente ci postassimo nel Territorio detto Bonnace corpo redditizio à detta Eccellenza Sign.ra Principessa, ove son situate diversi Vignali e Vigne censuati, e concessi in enfiteusi à diversi Particolari Cittadini, ed ivi prese, senza contradizzione alcuna il vero reale, corporale e pacifico possesso, e tenuta caminando e passeggiando per d.o Territorio svellendo gl’erbe del medemo, e facendo ogn’altro atto che denota il vero reale corporale e pacifico possesso.

E passati da d.o Territorio all’altro chiamato volgarmente le Coste Lavorate, e Pantano dove parimente vi sono delli vignali, e vigne concesse come sopra à diversi Particolari Cittadini che in proprieta si appartengono à detta Eccell.ma Sig.ra Principessa ne prese in nome della medema il pred.o Sig. D. Francesco di Bona Pre.re, quietamente e pacificamente senza contradizione alcuna il vero reale, corporale e pacifico possesso, entrando, e caminando in d.o Territorio svellendo gl’erbe, passeggiando da un luogo ad un altro, e facendo tutti e qualsivogliono atti che denotano la vera, reale, corporale, e pacifica possessione.

E continuando le cose pred.e passati da d.o Territorio all’altro chiamato volgarmente il Corso di S. Barbara redditizio alla R.ma Mensa Vescovile di q.a Città d’Isola nel ristretto e tenimento della medema ivi l’appressato Sig. D. Francesco di Bona nel nome che di sopra prese il vero , reale, pacifico, e corporale possesso per la giurisdizione e potesta gladiale che nel medemo vi rappresenta colla cognizione delle Caose Civili, Criminali, e miste, e per il jus pascendi, aquandi e allignandi, ed altro, che in d.o Corso han posseduto li Predecessori di d.a Eccell.ma Sig.a e presentemente si appartengono alla medema, ed essendosi l’ora fatta molto tardi si sospese dal trapossare animo tamen proseguendis et non aliter

Presentibus Mag.co Crespino Diaco Civ. Crotonis R. ad Contr.

M.ro Gio. Batt.a Morrone. M.ro Pietro Armieri. M.ro Angelo Gualtieri.M.ro Federico Spano. M.ro Giuseppe Spata. M.ro Domenico Rizzo. Tutti dell’Isola

Meque Not.ro Michaele Antico Croton. Stip.te

Isola di Capo Rizzuto (KR).

Die nona mensis Aprilis millesimo Septingentesimo quatragesimo nono In Insula.

Continuando d.o atto di possesso senza divenire ad altri atti à motivo di non essersi possuto jeri intieramente terminare, il pred.o Sign.r D. Fran.co di Bona Proc.re come di sopra, nuovamente assistito dalli Sud.i Sign.re Governatore, Sig. Leone Telese Sindaco, Sig. Onofrio Bonelli Eletto, Sig. Antonino Poerio M.ro Giurato, unitamente con me infrascritto Reg.o Not.o G. à C. e Testi ci conferissimo in un Molino in acqua che à d.a Eccell.ma Sig.a Prencepissa appartiene che in Bergensaticu gode nel Tenimento d’essa Città luogo detto L’Ilice, ed ivi gionti senza minima contradizione il pred.o Sig. D. Francesco di Bona Proc.re nomine ut s.a quietamente, e pacificamente prese il vero reale, corporale e pacifico possesso dell’espressato molino, entrando nel medemo aprendo, e serrando la porta fando il medemo cessare di macinare, ed indi nuovamente farlo seguitare con fare talli e qualsivogliano altri atti che denotano il vero, reale, corporale e pacifico possesso.

Doppo di che passati ad un altro consimil molino detto di Porcariti alquanto distante da quello per anche quietamente e pacificamente nel modo che di sopra à nome, e parte di d.a Eccell.ma Sig.a Precepissa ne prese per modum pred.um il vero reale, quieto e pacifico possesso.

Continuando le cose pred.e ci siamo conferiti nel territorio di Nastasi redditizio alla Badia sotto Tit.o di Santa Maria del Carrà ivi parimente senza contradizzione alcuna prese quietamente e pacificamente il vero reale, corporale, e vacuo possesso della potesta de gladio della giurisdizione che vi possiede come corpo sistente nel Territorio di questa Città colla cognizione delle caose civili, criminali, e miste, ed altresi per il jus pascendi, acquandi, lignandi, che han posseduto l‘antecessori Utili Padroni di d.a Città.

Il territorio di “Isola” in un particolare della tavola N.° 29 (1789) della carta di G. A. Rizzi Zannoni.

E continuando le cose pred.e passando in un altro Territorio detto il Patire nel tenimento di d.a Città redditizio all’Abbadia di S. Maria del Patire per ivi prendere il possesso del jus gladio della giustizia che ivi possiede e potesta pascolandi, acquandi et allignandi, dove d.o Sig.D. Francesco di Bona quò supra nomine ne prese il vero reale, e corporale possesso, passeggiando e caminando svellendo l’erbe, senza veruna contradizione.

In oltre non devenendo ad altro atto, ma quello continuando passassimo nell’altro Territorio Feudale detto la Ventarola ove vi sono situate più, e diverse vigne concesse in enfiteusim à diversi particolari Cittadini, ed altressi un Oliveto di gran estensione, con chiusura di fossi appartenente alla prefata Eccell.ma Sig.ra Prencipessa, ad effetti feudali di q.a Città d’Isola, ed ivi l’espressato Sig. D. Francesco di Bona, nel nome che di sopra prese il vero reale, corporale, e pacifico possesso, cosi per la proprieta di Solo di d.e Vigne, che di d.o Oliveto ed intiero Territorio, caminando e passeggiando per il medemo svellendo l’erbe, entrando in d.o Oliveto, rompendo j rame di quelle piante, e facendo ogn’altro atto che denota il vero reale e pacifico possesso, quietamente e senza contradizione alcune, ed altresi ritrovandosi in esso Territorio piantata di presente una Mandra di Pecore appartenente à d.a Eredita sotto la cura del Capo Mandra Gius.e le Rose d’Aprigliano parimente di q.to l’apressato Sig. Francesco di Bona nel nome che di sopra ne prese il vero, reale, e corporale e pacifico possesso, entrando nella medema disponendo dell’affare d’essa chiamando à se j Pecorari, e Pastori, e facendo quell’atti che denotano il vero, reale, corporale, e pacifico possesso senza contradizione alcuna; Essendoci pure altro Moleno d’acqua appartenente a d.a Eccell.ma Sig.ra chiamato vulgarmente il Moleno di Zagona ne prese d.o Sig.re D. Francesco di Bona il vero, reale, corporale, e pacifico possesso; E passati da d.o Territorio all’altro chiamato S. Pietro ove si attrovava una Torre con una Chiesa dove per anco ne prese il possesso, caminando, stando, e sedendo svellendo l’erbe, aprendo e serrando le porte, e facendo tutti, e qualsivogliano altri atti che dinotano il vero, reale, corporale, e pacifico possesso quietamente e senza minima contradizione.

E passati dà detto Territorio di S. Pietro nell’altro feudale chiamato Il Bosco appartenente à d.a Eccell.ma Sig.ra in nome della medema il pred.o Sig.re Francesco di Bona suo Proc.re ne prese per anche quietamente e pacificamente senza alcuna contradizzione la vera, reale, corporale, vacua, e pacifica possessione, e tenuta, caminando e passeggiando per le medeme terre svellendo l’erbe, rompendo j rame, e facendo tutti e qualsivogliano altri atti che denotano la vera, reale ed effettiva possessione ed essendosi all’incontro l’ora fatta molto tardi ne potendo di vantaggio proseguire d.o incominciato possesso degli effetti di d.a Citta d’Isola, ed appartenentino à d.a Eccell.ma Sig.ra Principessa stimassimo ritirarci animo proseguendi. Presenti à quanto di sopra oltre l’espressati Sig.ri Gov.re, Sindico, Eletti e M.ro Giurato, il Sud.o Reg.o G. ad C. mag.co Crispino Diaco di Cotrone.

M.ro Gio. Batt.a Morrone. Gio. Greg.o Poerio. Saverio Nicoscia. Onofrio Villirillo. Felice Magro. Antonio Megna (tutti) d’Isola. Meque Not.o Michaele Antico di Cotrone.

Isola di Capo Rizzuto (KR), loc. Concio, torre di S. Pietro in Tripani.

E continuando inoltre per terminarsi d.o possesso nuovamente oggi diece del corrente mese d’Aprile unitosi d.o Sig.re Francesco di Bona Agg,te e Proc.re ut s.a di d.a Eccell.ma Sig.ra Principessa D. Ippolita Caracciolo coll’appressati Sig.ri Gov.re, Sindico Eletti , e M.ro Giurato, ed assistendo Noi sud.i Not.o G.a C. e Testimonii infrascritti in numero opportuno, ci conferissimo colli medemi nel Territorio detto li Pozelli redditizio al Cantorato della Cattredale Chiesa della Citta di Cotrone di natura Corso, e come situato nel ristretto di q.a Città d’Isola vi prese d.o Sig. D. Francesco di Bona il vero reale ed effettivo possesso cosi per il jus della giurisdizione, e potestà gladiale, che per il jus pasciendi, acquandi, lignandi, e per ogn’altro jus che nel med.mo Territorio hanno avuto, e goduto li predecessori di d.a Sig.ra Principessa, e l’istesso possesso, e tenuta prese nell’altri Territorii Corsi chiamate Domine Maria redditizio al Decanato di d.a Cattredale di Cotrone, nell’altro detto li Comunelli redditizio al benef.o sotto Tit(ol)o di S. Maria delli Angioli della famiglia Labruti Eretto in d.a Cattredale di Cotrone, e nell’altro territorio Corso detto Forgiano redditizio all’Abbadia di S. Nicola Agliacciano, ed altresi nel Territorio Corso d.o di Boggiafero redditizio alla Mensa Viscovile di detta Città di Cotrone senza contradizione alcuna.

Dopo di che continuando d.o possesso, ne divenendo ad altro atto ci conferissimo nel luogo detto Nao seù Capo delle Colonne in Territorio di d.a Città di Cotrone ove possedendo d.a Eccell.ma Sig.a Principessa tredici Gabelle in quel’istesso comprensorio come effetti Burgensatici chiamate vulgarmente Il Tenimento, Irto, Grande, Le Pratora, Zitoleo, la Casazza, Scifo nuovo con fontana, e bivieri d’acqua di fabrica, la Gabelluccia, La Rocchetta, Le Chianche, il Terzo di Mangione, il Terzo di Berlingieri con fontana di fabrica, Zoppaturo e Formesella in esse Gabelle prese il vero, reale, corporale e pacifico possesso, andando e caminando, e passeggiando per li medemi osservando li termini d’esse svellendo l’erbe, e facendo tutti e qualsivogliano atti che dinotano la vera, reale, corporale, e pacifica possessione, e tenuta delle medeme senza contradizione ò impedimento alcuna.

Crotone, Capo Colonna.

E passati da d.o Territorio in quello sud.o di d.a Città d’Isola, ove chiamasi le Terre d’Antiopoli ivi terminossi d.o atto de possesso nelle seguenti altri Territorii Buergensatici chiamati Meolo, Petitto, Rosi, Mannà, e Saporito che s’appartengono à d.a Eccell.ma Sig.ra Principessa, ove l’appressato Sig. D. Francesco di Bona, nel nome che di sopra quietamente, e pacificamente prese il vero, reale, corporale, pacifico, e vacuo possesso andando, e caminando per li medemi territorii svellendo gl’erbe osservando j loro termini, e confini, e ritrovandosi in esse Terre gl’armenti di vacche e giumente parimente di questi ne prese in nome di d.a Eccell.ma Sig.ra Principessa il vero, reale, corporale, e pacifico possesso senza minima contradizione, come pure nel ritiro facimo in d.a Città d’Isola passassimo nuovamente per d.o Corso di Boggiafero, ove vi era gl’Armeto de Capre appartenente à d.a Eccell.ma Sig.ra Principessa à nome della quale d.o Sig. D. Francesco di Bona ne prese il vero, reale, e corporale possesso senza contradizione alcuna.

Per le quale cose ut s.a l’appressato Sig. D. Francesco di Bona richiese Noi che facessimo il presente publico atto et quia officium nostrum publicum est et juyra petente non est denegandus assensus ideo fecimus unde. Presentibus iud.e et testibus. Mag.co Crispino Diaco Reg. G. à C. di Cotrone. = Il Molto Reverendo Sig. Decano D. Filippo Poerio = M.ro Gio. Batt.a Morrone = Saverio Nicoscia = Felice Magro = Onofrio Villirillo = Antonio Megna = Lorenzo Bruno = Domenico Crea, ed altri dell’Isola. Meque Not.r Michaele Antico Crotonen Stipolante.”[i]

Note


[i] ASCZ, Not. Michele Antico, Busta 1063, f.lo 1749, ff. 1-10.


Creato il 14 Aprile 2025. Ultima modifica: 14 Aprile 2025.

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