Relazioni del 1650 dei conventi domenicani di Placanica, Messignadi, Rogliano, San Giorgio Morgeto e Cerisano

Placanica (RC), resti del convento dei domenicani (da Wikipedia).
(ASV, Congr. super statu Regolari I, Relationes 25.)
[f. 675]
N. 68 – Relatione dello Stato del Con(ven)to de Pred(icato)ri nella Terra di Placanica
Il Convento di Placanica del ordine de Predica(to)ri è situato dentro la stessa Terra e proprio sopra le muraglie, difesa e fortezza della Habitatione Diocese di Squillace in Calabria Ultra.
Della fundatione non si trova scrittura, e si giudica essere perduta quando detta Terra fu sacheggata da Turchi, o depopulata dalla peste, è bensi antico più 150 anni La sua Chiesa fu consacrata da Giovanne Vescovo di S. Leone l’anno 1502. Priorato circa l’anno 1522 dal Capitulo Generale per opra del R(everend)o P(ad)re F(ra) Agostino da Cosensa all’hora Vicario Generale di questa Provincia.
Dotato di larghe elemosine dal Sig.r Gio. Antonio Caracciolo Conte d’Oppido e Barone di Placanica l’anno 1521 con obligo di farsi Priorato, e che i Frati vivano in osservansa e l’anno 1546 confirmò le donationi fatte da lui e dalli suoi Antecessori, e diede molte Culture e poderi di salmate cinquanta con obligo che si celebrino ogni di nell’altare maggiore tre messe, e questo s’osserva et altri pesi quali parte adempiti e parte commutati, hogi il Convento si trova libero.
Ha la Chiesa sotto il titolo, et invocatione della SS.ma Nunciata sin dalla sua fondatione ladorna di molte Cappelle, organo, Pulpito, Coro, Belle Immagini et sagrestia. Tiene la Porta Maggiore nella strada publica che corre alla piaza.
È di struttura mediocre, Finito di Fabriche Chiuso col Chiostro quasi conpito due Dormitorii venti due Celle, le 18 habitabili e l’altre da farsi le Tempiate includendo il Novitiato Professorio con Doritorietio chiuso e tre celle.
Ha tutte l’officine necessarie, Refettorio, Hospitio, Cocina, Cantina del vino, Mgazeno di Oglio, magazeno di Grano, Procura o dispensa magiore e minore et un’altra quasi conpita, Forno, Stalla e Stansa di Legne e Cisterna. Il quarto braccio e impedito da una Chiesa Titolo S. Catarina, confraternita di secolari, servita da Preti.
L’anno 1633 dal P.e Maestro F. Ignatio Canti Visitatore o Commissario Generale in questa Provincia nel Capitolo celebrato in Montalto fu prefissato il numero di dodeci Frati.
E nel presente v’habitano Frati quindici et uno Garzoni.
1. Il P. F.Lorenzo Loyero da Vadulato M.ro Priore
2. Il P. F. Francesco di Vino da Castelvetere Maestro
3 Il P. F. Domenico Martiro da Reggio sotto priore
4. Il P. F. Francesco Basile da Placanica Lettore
5. Il P. F. Paolo Maria Nu… dalla Grotteria Pred.re G.le
6. Il P. F. Mauritio Vutria da Dinami Lettore attuale
7. Il P. F. …. del Perimosso
8. F. Yomaso Cosmano da Suriano, Professo studente
9. F. Vincenzo Morone da Chio Professo studente
10. F. Domenico M.a Asciutto da Castelvetere Professo Studente
11. F. Fran.co Cavaliero da Siderno Professo Converso
12. F. Salvatore Rubino di Riaci Professo converso
13. F. Martino Simonetta da Castel.re Professo converso
………………
Possede terre aratorie e lavorative salmate numero trenta sette delle quali non trovandosi ad affittare, salmati quattro e meza restano come prati e dell’erbaggi si riceve ogni anno 5 – 0 – 0
E salmate ventuna e meza si locano a quarto, e calculati sei anni precedenti fruttano ognanno cinquanta tumula di grano apprezato ducati cinquanta 50 – 0 – 0
E tumula quattro d’orzo valutato 2 – 0 – 0
E tumula quattro di legumi valutato 4 – 0 – 0
E per il saluto seu erba e pascoli 10 – 2 – 10
E le salmate undici si fanno massaria per commodo del convento le quali detratte le spese si riceve di netto l’un anno per l’altro quaranta tumula di grano apprezato 40 – 0 – 0
E legumi e pascoli altri docati dieci 10 – 0 – 0
Frutti quali si mangiano in convento cio e olivi, peri, uve, fichi, noci, sorbi, et altri s’apprezano ogni anno 5 – 2 – 10
Frutti che gia si vendono l’un anno per l’altro s’apprezano 4 – 0 – 0
Possiede cinque possessioni arborate di vigne, fichi, peri, e celsi delle quali affittate ogni anno il convento riceve di netto 24 – 2 – 10
Un’altra possessione alborata di peri, mendorle, fichi ma piu di vigne che detratta la spesa frutta l’anno per l’altro 5 – 0 – 0
Due vi è ancora una vigna nova numero sei migliaia che cominciando à fruttare crescerà l’entrata
Item possiede un battendiero di panni di lana et erbasci il quale detratte le spese rende l’un anno per l’altro con la possessione alborata dentro la quale sta situato dacati 13 – 0 – 0
Possiede case numero undici che detratte le spese, e spiggionamenti rendono l’un anno per l’altro docati 12 – 0 – 0
Possiede censi annui altri perpetui, altri bullali fondati in diversi stabili, che oltra diece docati falliti si esigono ogni anno 202 – 2 – 0
Item elemosine incerte ma consuete messe, processioni ascendono l’anno per l’altro 5 – 0 – 0
Item possiede un orto sotto acqua et un altro d’inverno, che detratte le spese l’un anno per l’altro si riceve 0 – 0
Possiede dui canneti che rendono ogn’anno 6 – 0 – 0
Possiede un oliveto maggiore et altri minori e piante di olive in diversi luoghi che l’un anno per l’altro fruttano dui cento litri d’oglio. 140 – 0 – 0
Possiede picciol boschetto con alcune querce di ghiande, che l’un anno per l’altro 0 – 2 – 0
Possiede alberi di celsi e fronde cibo del serico in diversi giardini, e possessioni cantara quattro cento, che detratte le spese e calculato da sei anni in qua si riceve l’un anno per l’altro 140 – 0 – 0
Possiede una mandra di vacche numero sedici, et un toro apprezate per il capitale docati cento cinquanta, e detratte le spese fruttano l’un anno per l’altro 22 – 2 – 10
Possiede animali porcini numero tredici apprezati di capitale docati quaranta, e detratte le spese l’un anno per l’altro fruttano 10 – 0 – 0
All’Incontro
Il detto convento ha speso di celebrare messe perpetue numero sei ogni di
Le messe manuali non arrivano a venti l’anno e si suol dare di elemosina per ciascheduna un carlino
Tiene peso di maritare una povera ogni due anni, e darle docati venti sette quanto e l’entrata del fondo che ogni anno sono 13 – 2 – 10
Per fare scritture necessarie et instromenti spende l’un anno per l’altro 2 – 0 – 0
Paga di censi passivi perpetui alla Corte e Chiese et altri parte in grano, parte in danari ogni anno 23 – 2 – 10
Paga di Collette ordinarie l’anno per l’altro al P. Provinciale 4 – 0 – 0
Li R.i Moderatori dello studio e per il piego 0 – 2 – 10
Per il Capitolo Provinciale almeno tre ducati, che viene ogni anno 1 – 2 – 10
Per il Capitolo Generale almeno tre docati, ogni tre anni che viene 1 – 0 – 0
Per compra di Ciomente del P. Provinciale l’un anno per l’altro 0 – 1 – 0
A Cavalcature per andare li Padri Vocalli del Convento al Capitolo, et altre necessità l’un anno per l’altro 10 – 0 – 0
Risarcimenti di Fabriche, e tetti di dormitorii e Chiesa 5 – 0 – 0
Nella Sacrestia per la sacra suppellettile 5 – 0 – 0
E per candele, Cereii, Incenzo, Anpulline e Lampe 20 – 0 – 0
Vitto ordinario per quindici frati, et il garzone delle legni mentre si vive in Comunità ascende la somma di Docati trecento venti conforme s’è calcolato per li sei anni precedenti che viene a ragione di docati venti per ciascheduna bocca dove s’includono ancora l’ospiti, le visite del Padre Provinciale, l’oglio per le lampe della Chiesa, il vino per le messe e la farina per l’ostie e consistono nell’infrascritte cose
Grano tumula cento vinti valutato 120 – 0 – 0
Vino salmi venti cinque portato a botte barili dui cento 50 – 0 – 0
Oglio mmlitre cento venti apprezato 24 – 0 – 0
Cascio comprato in grosso 18 – 0 – 0
Fogliame 12 – 0 – 0
Cocina inclusi le porci e sayne 88 – 0 – 0
Frutti 5 – 0 – 0
Pepe zafferano e cannella 3 – 0 – 0
In tutto sono 320 – 0 – 10
Vestiario a quindici frati docati sette per uno 105 – 0 – 0
Calsette a quindici frati carlini cinque per ciascheduno 7 – 2 – 10
Al garzone delle legni per salario, vestiti, e scarpi 13 – 0 – 0
Scarpi e pianelli a quindici frati 30 – 0 – 0
Al medico fisico 12 – 0 – 0
Medicine 5 – 0 – 0
Barbiero e cirugico 4 – 0 – 0
Alla lavandara e cernierico del grano 1 – 2 – 10
Cibbo di due asini e ferri e funi 10 – 0 – 0
Per riparationi di lecti 8 – 0 – 0
Vasi di tavola bicchieri sotto tasse e mesali 2 – 0 – 0
Vasi di cocina 3 – 0 – 0
520 – 0 – 0
Somma di tutto l’introito à docati seicento ventuno e carlini nove 621 – 4 – 10
Somma di tutte le spese è docati seicento e sette e carlini due 607 – 1 – 0
Noi infrascritti col mezzo del n.ro giuram.to, attestiamo d’haver fatto diligente inquisit.e dello stato del monasterio sudetto, e che tutte le cose espresse di sopra e ciascuna di esse essere vere, e reali, e che non habbiamo tralasciato di esprimere alcuna entrata ò uscita, ò peso del medesimo Convento, che sia pervenuto alla n.ra notitia. Et in fede habbiamo sottoscritto la presente di n.ra propria mano, e segnata col nostro solito sigillo di detto convento questo di 19 di febraro 1650
Io fra lorenzo loyero di vadolato, maestro e priore, aff.o q.to di sop.a
Io fra fran.co di placanica lettore deputato affermo quanto di sopra
Io fra paulo maria della grutteria p.re g.le deputato aff.o quanto di sopra
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Messignadi di Oppido Mamertina (RC), la statua di San Vincenzo Ferreri in processione per le vie del paese (dalla pagina fb San Vincenzo Ferreri Messignadi).
[ff. 544 – 545]
N. 41 – Convento di Calabria Ultra dell’ordine de Pred.ri situato nel Casale di Misignadi diocesi d’Oppido, fuori dell’habitato in strada publica in luogo aperto sotto le faldi di un monte, in piano mezzo e miglio lontano dall’habitato.
Fu fondato et eretto l’anno 1513 col consenso et autorità del Cadinal Benchinello Vescovo d’Oppido, à richiesta di D. Gio. Battista d’Arena, decano in detta Parrochiale d’Oppido, li diede una sua chiesiola con assegnarli per dote una vigna et un certo campo del quale non si puo havere certa cognitione, per haver il convento comprato all’intorno, stante che nella licensa del Vescovo non s’esprime, con patto che i frati paghino ogn’anno alla mensa Vescovale un docato d’oro et ancora fu dotato detto convento dal conte d’oppido d.ti 40 l’anno et adesso non si pagano.
Era la chiesa sotto il titolo di S.ta Maria della luce di presente Arona adesso chiamata S.ta Maria della Colomba, à causa che essendo stato fabricato il convento in altra parte era la notte da una colomba portata la fabrica in questo luogo, ove al presente si ritrova conforme l’antichi referiscono.
La chiesa è di lunghezza di palmi 55 e di larghezza 25 con setti altari. Il Convento ha nella parte superiore sei stanze, cioè quattro stanze per habitar i frati, una che serve per procura et un’altra per cocina.
Il numero de religiosi non fu prefisso, ma al presente vi habitano quattro di fameglia, cioè il P. lettore fra Gio. Batt.a Cannella da Rosarno Vicario, il P. fra Thomaso Limares da S. Giorgio, fra dom.co Facciola Converso da Misignadi, et fra Antoni Scaglioni di detto casale oblato. 4
Possiede terreni lavorativi salmate quattro in diversi luoghi delli quali si puo fare un anno per l’altro salmi dui di grano germano et si puo vendere un anno per l’altro à carlini otto sommano di moneta di regno d.ti dudici et carlini otto, saglino scudi Romani dudici e dui giuli, levatone però tumula quattro, che vi vole per seminare, restano franchi scudi novi. 9
Item anco ricevere delli detti terri suriaca tumula cinque quale si può vendere un anno per l’altro à carlini otto, saglino d.ti di Regno quattro, e scudi Romani quattro meno dui giuli, levandone però dui tumula che il convento vole per magnare. 3 – 90
Item puo havere lino Pesi sei, qual si puo vendere un anno per l’altro à carlini sei, somano d.ti tre e carlini sei moneta Romana che è giuli tre meno uno 3 – 29
Item possiede vigni da tre milia e cinque cento pedi, ponno fare un anno per l’altro salmi sei di questa mesura, si puo vendere à carlini venti, che sommano di monetadi Regno d.ti dudici, scudi Romani undici et giuli quattro, levati le spese ponno restare franche scudi cinque 5
Item possiede censi annui in più partite esigibili, di moneta di Regno d.ti 39 che scudi Romani sono 33 e giuli dui. 33 – 20
Item non esigibili di moneta di Regno d.ti 42 di moneta Romana scudi 40, è questo in quattro partite, e sono quelli della fondatione del Conte d’Oppido 40
Item il detto convento havà da conseguire per donatione fatta da dui oblati, fra mobili e stabili alla somma di scudi 500 di moneta Romana incirca però 21 – 09
Item può cavare da diversi benefattori d’elemosine incerte oglio cafisi dui l’anno, si sol vendere un anno per l’altro una … sono scudi Romani dui e giuli cinque e dui altri scudi di fave germano che serve per il famolo et homini che faticano. 2 – 50
Item puo havere un anno per l’altro oglio cafisi dieci quale si puo vendere un anno per l’altro a carlini quindici di Regno, di moneta Romana sono scudi quattordici e tre giuli 14 – 30
Item puo havere fronda di serico da novanta sachi in circa si puo vendere un anno per l’altro a carlini tre di Regno, sono di moneta d.ti 25 di moneta Romana scudi venti cinque e giuli sei 25 – 60.
Item puo havere un anno per l’altro ghiande tumula 5, si puo vendere un anno per l’altro a carlini dui sagliono scudi romani uno 1
Item puo havere per ogn’anno tumula quattro di castagne, quali si possono vendere un anno per l’altro à carlini quattro sono scudi romani uno e giuli cinque 1 -50
Item tiene detto convento certi castaniti, quali si sogliono vendere ogni cinque anni, e si possono vendere un anno per l’altro scudi romani sedici, vengono per ogn’anno scudi tre e giuli dui 3 – 20
Item il convento possiede una bagaglia con la pullitra per servirsene d’aqua et legna.
L’introito dunque delli sei anni precedenti è l’infrascritto:
l’anno 1644 di moneta di regno includendo ogni cosa e visitata e rivista dal p. Provinciale conforme appare nel librod ell’introito fa d.ti ottantatre tari dui e grana sei e mezzo 83 – 2 – 6 ½
l’anno 1645 fu di d.ti settanta tari dui e grana dieci 70 – 2 – 10
l’anno 1646 fu di d.ti cento cinque e grana quattordici e mezzo 105 – 0 – 14 ½
l’anno 1647 fu di d.ti cento sedici tari quattro e grana dieci e mezzo 116 – 4 – 10 ½
l’anno 1648 fu di d.ti cento dieci e novi, tarì quattro e grana dieci e otto 119 – 4 – 18
l’anno 1649 fu di d.ti cento quaranta setti tari dui e grana diciasetti e mezzo 147 – 2 – 17 ½
Summa Totius est 643 – 2 – 17
Scudi romani 613 Giuli 2
Vi sono ancora l’industrie e la prudenza del Superiore
Il detto monasterio tiene messe d’obligo quattro la settimana conforme mi fu detto da Padri figli del convento mentre io non ho possuto trovare scrittura che mi palesasse simil numero.
Ha peso dell’oblighi della Religione per i frati morti e per l’altri dell’anniversarii conforme ordina la nostra constitutione nel capitulo terzo della nostra constitutione de suffragiis mortuorum.
Item puo havere un anno per l’altro messi venti, che saglino scudi romani dui includendovi in detta somma di sopra.
Item paga di censi passivi ogn’anno scudi dui di moneta romana e giuli 2, includendovi il scuto doro.
Item ha debito d’annui contributioni alla Religione per Generali, Procuratori, Provinciali e spese un anno per l’altro scudi sei. 6
Item ha peso di fabrica in un altro braccio di dormitorio incominciato e di risarcimenti sel convento scudi romani 60, si potrà finire fra dieci anni.
Item per la sacrestia e sacra suppellettile oglio, cera, et altre cose necessarie, conforme nel lavandario un anno per l’altro scudi quindici di Roma.
Item per spesa ordinaria del vitto, non la posso calcolare, crederò che includendo ogni cosa giongerà alla somma di scudi ottanta in circa.
Item per vestiario di quattro religiosi, à raggione di d.ti novi di regno per uno, sommano d.ti 28 che scudi romani 26 giuli 6 ½
Item per medici barbieri e medicine lavandara credero che bastano d.ti dieci romani.
Item per spesi di letti et altri mobili di casa scudi romani scudi setti, rimettendomi però ad ogn’altra cosa che all’Eminenze loro li parerà di giustitia.
Noi infrascritti col mezzo del n.ro giuram.to, attestiamo d’haver fatto diligente inquisit.e dello stato del monasterio sudetto, e che tutte le cose espresse di sopra e ciascuna di esse essere vere, e reali, e che non habbiamo tralasciato di esprimere alcuna entrata ò uscita, ò peso del medesimo Convento, che sia pervenuto alla n.ra notitia. Et in fede habbiamo sottoscritto la presente di n.ra propria mano, e segnata col nostro solito sigillo. Hoggi li 8 di febraro 1650.
Io fra Gio. Batt.a Cannella da Rosarno Lettore e Vicario del sopra detto Convento hò scritto la presente di mia propria mano.
Io fra Tomaso da S.to Georggio fui presente ut supra.
+ Il segno della Croce di fra dom.co facciolà dà Misignadi Converso
+ Il segno della Croce di fra Antonio Scagioni di Misignadi oblato
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Rogliano (CS), S. Domenico (da catalogo.beniculturali.it).
[ff. 504 – 507]
N. 32
In conformità della Constitutione della S.tà di nostro Sig.re Papa Innocentio X, publicata in Roma sotto li di 22 xbre 1694 [sic, ma 1649] il monasterio di S. Dom.co dell’ord.ne de’ Predicatori, situato nella Terra di Rogliano, Diogesi di Cosenza in Calabria Citra, dentro l’istessa Terra, e proprio nel principio della Piazza, fù fondato nell’anno 1492 a di 17 di febraro in una chiesa, sotto il titolo di S. Maria di capo rota, che era Confraternita con assenzo dell’Università e del P.re Fra Pietro Stumpo all’ora Vicario generale della sud.a Prov.a, sincome appare da una scrittura, ritrovata in cascia di deposito e da un’epittafio scolpito in pietra ch’era nell’arco magiore della chiesa, p.a d’esser diroccata dal terremoto, e q.o è q.nto s’ha possuto ritrovare, essendono state sepolte tutte le scritt.e dall’eccidio del terremoto, che rovinò ogni cosa nell’anno 1638, dichiarando, che fu donato questo convento senza peso veruno, solo che pregar Idd.o per l’anima de Benefatt.ri. Era prima Con.to finito, con Chiesa e tre Dormitorii ma nell’anno 1638 sud.o dal terremoto, che destrusse la sud.a Terra, fu nella magior parte destrutto, ma la chiesa e campanile con tre campane famose, furono destrutte funditus e s’è poi andato reedificando à segno che hoggi la Chiesa è finita di fabrica e covertura grande e capace come di prima, e così parim.te è risarcito un Dormitorio con sette celle ed un altro risarcito con quattro, e l’altro è cominciato à risarcirsi, con esser finite due celle con tutte l’officine necessarie, nel chiostro vi sono di voltar due lamie, e tutto il convento è chiuso da suoi dormitorii et officine.
Solea p.a tenere 15 frati di famiglia ma dopo fu ridotto al num.o di 12 solam.te dalla S. C.ne, e massime dall’anno 1638 dopo il terremoto, e di presente vene dimorano di famiglia diece (havendo fatto mutatione di pross.o il P.re Pro.le di due Novitii professi in scambio de quali si stanno aspettando l’altri due) cioè il P.re fra Seraf.o Faraò di Taverna, Baccelliere, e Priore in d.o Convento, il P.re fra Girolamo Domanici di Rogliano Cuti, il P. fra Tomaso Sicilia di Rogliano Lett.re, P. fra Dom.co Janniazzo di S. Donato, il P. fra Domenico oranges di Roggiano Lett.re, il P. fra Giordano Rosso di Spezzano piccolo, tutti sacerdoti, fra Ludovico di Bartolo di Paola Diacono, fra Raimondo glauso di Rogliano, e fra Dom.co Crovo di Pizzoni Conversi, e fra Michel’Angelo Arabia oblato.
Possiede terreni lavorativi in più partite da cento tumulate in circa, quali però per mancanzi di coltivatori, dopo il terremoto in particolare, non rendomo più, che tumula 13 di grano germano l’anno, che possono valere un anno per l’altro ad otto carlini il tumulo, che somano docati diece di regno, e carlini quattro, franchi d’ogni spesa 10 – 2 – 0 (9 – 47)
Di più rendono di grano bianco t.la diece, e mezzo, quali possono valere un anno per l’altro à carlini diece il t.lo, che importano franchi di ogni spesa docati diece e mezzo 10 – 2 – 0 (9 – 47)
Ha di più altri tum.la e mezzo di grano bianco di cenzi perpetui ogn’anno, che importano docati dodici e mezzo, franchi d’ogni spesa 12 – 2 – 0 (11 – 17)
Ha di più altre terre aratorie con alberi fruttiferi diversi e quelli s’affittano in danari ogn’anno docati nove e m. 9 – 2 – 0 (9 – 02)
Ha di più diversi castagneti e querceti, quali si sogliono affittare un anno per l’altro docati venti dui 22 – 0 – 0 (20 – 90)
Ha di più alcuni alberi di celsi per li vermi della seta, che si sogliono affittare ogn’anno docati venti nove 29 – 0 – 0 (27 – 55)
Ha di più due botteghe, quali si affittano un anno per l’altro docati cinque 5 – 0 – 0 (4 – 75)
Ha di più frutti d’olive e di altre regaglie nel giardino, che stà à torno il convento, e di pergoleti docati cinque 5 – 0 – 0 (4 – 75)
Ha di più vino che si fa nella vigna del convento netto e puro dedotte le spese un anno per l’altro salme quind.ci, che può valere un anno per l’altro à docati tre la salma, che importano docati quaranta cinque 45 – 0 – 0 (42 – 75)
Ha di più nell’istesso giardino, coltivato dall’istessi frati la foglia in abondanza, che può importare di utile al convento un anno per l’altro docati otto 8 – 0 – 0 (7 – 56)
Tiene legna grossi, e minuti in alcuni poderi, dove si può allegnare, che rendono di utile, dedotte le spese, docati otto 8 – 0 – 0 (7 – 56)
Ha dall’Università elemosina annuale per la stanza del Predicatore, che predica nella nostra chiesa, docati diece 10 – 0 – 0 (9 – 50)
Ha dalla sacristia un anno per l’altro, sin come s’è fatto il compoto da sei anni in qui, ogn’anno docati sessanta ed un tarì 60 – 2 – 0 (57)
Tiene elemosine consuete, però incerte un anno per l’altro, secondo il sud.o computo, ogn’anno docati undeci e carlini tre e gr. tre 11 – 1 – 13 (10 – 45)
Tiene la cera franca, che si ha dalli defonti, che si sepelliscono nella nostra chiesa, che può importare ogn’anno, docati venti 20 – 0 – 0 (19)
Tiene oglio d’elemosina per la lampada del SS.mo Rosario, che importa docati quattro, e tarì quattro 4 – 4 – 0 (3 – 90)
Tiene t.la sei di sale franco, che dona il Re di Spagna, il quale dedotte le spese può importare docati ottobre 8 – 0 – 0 (7 – 50)
Tiene una giomenta di barda per servitio del convento.
Tiene di censi parte bullali e parte perpetui docati quattro cento quarantatre, un tarì e grana diece e sette 443 – 1 – 17
Tiene un altro legato di docati venti quattro da esigersi ogni tre anni, onde ogn’anno importa docati otto 8 – 0 – 0
Tiene di più un legato pro una vice tantum di docati cinquanta 50 – 0 – 0
All’incontro il d.o monastero ha di peso di messe perpetue una cantata per ogni giorno e tre altre lette ed un’altra cantata ogni settimana, quali tutte son sodisfatte 1515
Paga ogn’anno un censo perpetuo di carlini nove al monasterio di S. Chiara in Cosenza. 0 – 4 – 10
Alla mensa arcivescovale grana quindici ogn’anno 0 – 0 – 15
Alla parrocchiale di S. Pietro della sud.a terra di Rogliano un tomolo e mezzo di grano germano, che importa ad otto carlini il t.lo carlini dodici 2 – 2 – 0
Item per l’annua contributione, ò colletta del P.re Rev.mo Generale, P.re Procuratore dell’ord.ne P.re Prov.le e compagni e piego di Roma in tutto docati quattro e mezzo 1 – 2 – 10
Item per cera, oglio, e sacri soppellettili per la sacristia un anno per l’altro, docati trenta 30 – 0 – 0
Item per vitto delli sud.i dodici frati à docati quaranta per bocca, compresavi ogni cosa necessaria, docati quattrocento ottanta 480 – 0 – 0
Item per li vestiarii delli sud.i à rag.e di sette docati per uno docati ottanta quattro 84 – 0 – 0
Item per medicine, Barbiero (medicandono ordinariamente qui li medici elemosinaliter) docati tredici 13 – 0 – 0
Item per orgio, e ferri per la giomenta docati diece 10 – 0 – 0
Capitolo e per contributione dell’istesso capitolo, che si fa ogni due anni la volta, et ancora per il capitolo generale … che si fa ogni tre anni, compartite per ogn’anno, docati quattro 4 – 0 – 0
Item per spese vittuali del Prov.le, Visitat.re et Ospidi, un anno per l’altro docati diece 10 – 0 – 0
Item per biancherie, letti, vasi, et altri bisogni per la casa, cocina, refettorio, cellaro, e simili, un anno per l’altro docati diece 10 – 0 – 0
Item per vitto e salario del garzone, che mena la giomenta di barda docati venti cinque 25 – 0 – 0
Item per la fabrica docati cinquanta 50 – 0 – 0
Noi infrascritti col mezzo del n.ro giuram.to, attestiamo d’haver fatto diligente inquisit.e dello stato del monasterio sudetto, e che tutte le cose espresse di sopra e ciascuna di esse essere vere, e reali, e che non habbiamo tralasciato di esprimere alcuna entrata ò uscita, ò peso del medesimo Convento, che sia pervenuto alla n.ra notitia. Et in fede habbiamo sottoscritto la presente di n.ra propria mano, e segnata col nostro solito sigillo del P. Priore Dato nel nostro Convento di S. Dom.co di Rogliano hoggi li di 12 di febraro 1650.
Io frà Serafino Faraò di Taverna Bacceliere e Priore dico come di sopra.
Io frà Tomasi Sicilia di Rogliano Lettore dico come sopra.
Io frà Domenico di San Donato sindico e procuratore dico come di sopra.
*****

S. Giorgio Morgeto (RC), convento di S. Domenico (da arestauro.it).
[ff. 552 – 553]
N. 43
Il Convento della SS.na Nuntiata dell’ordine dei Pred.ri situato nella Terra di S.to Giorgio, Diocesi di Mileto della Calabria Ultra, Terra non murata, situato nell’Angolo di Ponente, unito con la Terra dalla parte di levante. Fu fondato nell’anno 1443 con la licenza del Sommo Pontefice Rom.no Bonifatio nono di felice mem.ria. Il fondatore fu Gio. Caracciolo, Conte di Gerace, e Maria sua moglie, quali diedero la d.a Cappella della SS.ma Nuntiata, qual era Jus patronato d’essi, senz’altro obligo che di pregar Dio per loro.
Il d.o convento è quasi finito di fabrica, dove sono ventitre celle, et al chiostro di basso, vi sono sei officine necess.e, una camera per fratelli conversi. Il Capitolo è più sotto … cellaro, forno e stalla. V’è la sacristia compita, e luoghi necessarii.
Una volta fu prefisso il numero secondo l’ordine della felice mem.a di Papa Urbano 8 di ventuno frati, e li famuli necessarii, qual atto s’è mai osservato. Al presente vi habitano di famiglia ventinove frati, cioè, sacerdoti dieci, videl.t il P. maestro fr. Dom.co Bucchetta di S.to Geogio, Il P. fr. Tonaso Strapoticari di Polistina, il P. fr. Gio. Batt.a Porcino d’ Anoya al presente vicario in capite, per haver rinunciato il Priore, il P. fr. Dionisio Marino di Varapodi, il P. fr. Gio. Batt.a Prenestino di Polistina, il P. fr. Carlo Arbiano di S.to Geogio, il P. fr. Dom.co Condò di Cinquefondi, il P. Lettore fr. Tomaso Rytano di Polistina, il p. fr. Dom.co Mangiaruga di Messina Lettore del Convento, il P. Lettore fr. Vincentio Lentini di Badolato M.ro di Novitii, un Novitio Professo fra Tomaso Ruffo della Bagnara. Novitii semplici nove, cioè fra dom.co Guvreca di filogaso, fra dom.co Bono della Grottere4a, fra dom.co dello Guasto di Melicuccà, fra Tomaso d’Angelis di Cinque Frondi, fra Tom.o Florimo di S.to Giorgio, fra Vincenzo Chandemi di S.to Giorgio, fra Pietro Giovanazzo di S.to Giorgio, fra Stefano Valerioti di S.to Giorgio e fra Carlo Celano di S.to Giorgio. Conversi otto, cioè fra dom.co Lanzo di S.to Giorgio, fra fra.co Taverna di S.to Giorgio, fra Goseppe Gallo di S.to Giorgio, fra Pietro di Fiore da Cosenza, fra Nuntiato Polimeni di fiumara di muro, fra Giacomo Arena di Seminara, fra Carlo Arobiano di S.to Giorgio, fra dom.co Mileia di Siderno. Et un terziario fra Pietro Longo di S.to Giorgio.
Possiede terre aratorie tumulate sessanta quattro, parti fanno germani et avena e parte grani, e fatto il computo col rispetto delli 6 anni à dietro rendono ogn’anno quaranta tumula di grano e di germano et avena col medesimo rispetto tumula ottanta quattro l’anno, il grano l’un anno per l’altro si valuta à giuli dodeci il tumulo, et lo germano et avena à giuli sei, ch’in tutto sono scudi novanta otto e giuli quattro.
Di più dalle sud.e terre si ricevono l’un anno per l’altro col rispetto delli 6 anni, grano d’India tumula 62 valutato à giuli quattro lo tumulo monta à scudi ventiquattro et otto giuli.
Di più dalle sudette terre s’è ricevuto in q.i sei anni cinquanta due fasci di lino, perché non ogn’anno se n’è fatto, che vengono 9 fasci per ogn’anno, valutato à giuli 24 il fascio, monta ogn’anno scudi ventiuno e sei giuli.
Di più dalle sud.e terre s’è ricevuto in q.i sei anni quarantadue tumula di legumi, che vengono sette tumula ogn’anno. Valutati à giuli 6 il tumulo, montanoscudi quattro e mezzo.
In tutto dette terre rendono ogn’anno scudi cento quarantanove e giuli tre dalle quali detratte le spese, che sono scudi sessanta sette, restano franchi scudi ottanta due 82 – 0 – 0
Item possiede una quantità di vigne, le quali sono più di commodità, che d’entrata perché detratte le spese, che si facciono per zapparle, scerbarle, putarle, legarle salcio, pali, vendemiatori, et altre occorenze, l’un anno per l’altro non rendeno sei salme di vino franche, ch’al prezzo comune, vagliono scudi dodeci 12 – 0 – 0
Item possiede alcune case, che s’affittano l’un anno per l’altro scudi dieci, detratte gl’acconci, riceve franchi scudi sette 7 – 0 – 0
Item possiede di censi bullali, et enfiteutici ogn’anno scudi cinquecento, et uno dalli quali detratti scudi quaranta cinque di partite fallite, restano franchi scudi, quattrocento cinquanta sei 456 – 0 – 0
Item riceve d’elemosina di messe e processioni col rispetto delli 6 anni, ogn’anno scudi quaranta uno, e tre giuli 41 – 3 – 0
Item possiede frondi de quali si pasce il verme della seta in diversi luoghi, cantara quattrocento cinquanta, quali non se ne trovano à vendere, ma si danno a metà, e se fa la seta e rispetto alli 6 anni à dietro, riceve ogni anno libre di seta duecento et otto, quale valutata secondo il prezzo corso in detti sei anni, come à dodeci giuli la libra, che monta scudi duecento quarantanove e sei giuli, dalle quali detratte le spese di scudi trenta uno per legni, mastria e spese, restano franchi scudi due cento deieciotto e sei giuli 218 – 6 – 0
Item riceve d’elemosina di seta con la mira delli d.i 6 anni, ogni anno libre venti e mezza, ch’al sud.o prezzo monta a scudi ventiquattro e sei giuli da quali detratte le spese restano franchi scudi venti uno et uno giulio 21 – 1 – 0
Item riceve per li buffalli e mollacchie ch’escono dalli cuculli, che se fa la seta col rispetto delli sei anni, ogn’anno scudi otto 8 – 0 – 0
Item possiede molti castaneti non di frutti ma si tagliano ogni quattro anni per far cerchi di botte dalle quali col rispetto alli 6 anni, riceve ogn’anno scudi dieci 10 – 0 – 0
Item possiede alcuni piedi di castagne, che quando fruttano rendono due, ò tre tumula di castagne per la casa.
Item possiede à metà vacche, tra grandi e piccole, maschi e femine numero venticinque, le quali rispetto alli 6 anni, rendon ogn’anno scudi sei 6 – 0 – 0
Item possiede due para di bovi per coltivare gl’alberi delle fronde, che se fa la seta.
Item possiede una giumenta per servitio del sindico del Convento, la quale ha dato d’utile in questi sei anni, che monta ogn’anno scudi sette 7 – 0 – 0
Item ha di rendita d’annuo censo tumula trenta due di grano, qual valutato à dieci giuli il tumulo sono scudi trenta due 32 – 0 – 0
Item tiene d’annua rendita tumula diecisette di germano et avena, quale valutato à cinque giuli il tumulo, sono scudi otto e mezzo 8 – 2 – 10
Item tiene per l’affitto d’alcuni pezze di terre ogn’anno scudi novembre 9 – 0 – 0
Item riceve per venditione di frondi che molte volte soverchiano ogn’anno col rispetto delli sei anni, scudi dieci 10 – 0 – 0
All’Incontro il detto Convento ha obligo di Messe perpetue ogn’anno, Mille settecento settant’otto.
Per ogni messa manuale quando viene si suol dare un carlino di Regno.
Il detto Convento paga di censo annuo alla Marchesal Corte di S.o Giorgio, e Polistina scudi ventisei 26 – 0 – 0
In più alla Corte di Terranova ogn’anno giuli quindeci 1 – 2 – 10
In più paga ogn’anno alla mensa vescovale di Mileto un tumulo di grano germano
Item paga ogn’anno alla Corte di Terranova grano tre tumula e tre quarti 3 – 30 – 0
Item paga ogni anno alla chiesa di S. Nicolò di Terranova grano germano un tumulo 6 – 0 – 0
Item paga ogni anno alla Ducal Corte di Monteleone sei giuli e baiocchi 7 0 – 3 – 7
Item paga ogni anno alla Marchional Corte di Cinque Frondi ventidue baiocchi 0 – 1 – 2 ½
Item paga di censi vitalitii ogn’anno scudi quindeci à due donne monache vecchie 15
Item paga ogn’anno alla baronal corte di Melicucco giuli diecinove 1 – 4 – 10
Item paga ogn’anno per la contributione del P. R.mo Generale Procurat.re Generale Prov.le e Compagni e per lo piego di Roma ogn’anno scudi quattro e mezzo 4 – 2 – 10
Item paga regulariter ogni due anni per la colletta di Capitoli Provinciali e avatici del Priore compagni maestri e Professi Generali, scudi quattordeci che sono sette scudi l’anno 7
Item per mantenimento delli tetti e case del Convento rispett.e alli 6 anni paga ogn’anno scudi sei 6 – 0 – 0
Item per cera, incenso et oglio per le lampadi per servitio della Chiesa, l’un anno per l’altro rispetto alli 6 anni, scudi trenta nove in circa 39 – 0 – 0
Item per la sacrestia sarebbe necessario spenderci almeno ogn’anno scudi cinquanta che per lo fallimento della terra non si possono spendere 50 – 0 – 0
Item per lo vitto e vestito de frati in povertà e scarzezza non si possono spendere più di scudi trentacinque per uno, stante che la famiglia venne accresciuta, perché sempre è stata di sei novitii et hogge sono nove et un Professo e di due Conversi, per rispetto di due conversi vecchi inhabili à servire, ch’in tutto montano, mille e cinque scudi dalli quali detratti li vestiarii di nove novitii semplici, che sono scudi sessanta tre, restano scudi nove cento quaranta due.
Item paga ogn’anno rispetto alli 6 anni per medici, medicine, barbiero, lavandara, scudi trenta quattro e mezzo 34 – 2 – 10
Item per li suppellettili del Convento, come lenzuoli, coperte, piatti, pignate et altri stigli l’un anno per l’altro rispetto alli 6 anni à dietro, spende ogn’anno scudi nove 9 – 0 – 0
Item ha di debito contratto per causa delle revolutioni di questo Regno, che non si ha potuto esigere e li censi, che dovea pagar il Convento non l’ha potuto pagare scudi cento cinquanta uno, da pagarsi à poco, à poco d’Agosto futuro inanti 150 – 0 – 0
Noi infrascritti col mezzo del n.ro giuram.to, attestiamo d’haver fatto diligente inquisit.e dello stato del monasterio sudetto, e che tutte le cose espresse di sopra e ciascuna di esse essere vere, e reali, e che non habbiamo tralasciato di esprimere alcuna entrata ò uscita, ò peso del medesimo Convento, che sia pervenuto alla n.ra notitia. Et in fede habbiamo sottoscritto la presente di n.ra propria mano, e segnata col nostro solito sigillo li 27 di Febraro 1650.
Io fra Giobatta di Anoya vicario in capite aff.o quanto di sopra
Io fra Carlo di San Giorgio deputato affermo quanto di sopra
Io fra Dionisio di Varapodi Deputato affermo quanto sopra
*****

Cerisano (CS), chiesa di S. Domenico (da catalogo.beniculturali.it).
[ff. 333 – 336]
N.° P.°
Relatione del Venerabile Conv.to di S.a Maria del Soccorso della terra di Cerisano dell’ord.ne de’ pred.ri Provincia di Calabria Citra.
Stà ilsoprad.to Con.to situato nella soprad.ta terra di Cerisano, e sotto la diocesi dell’Arcivescovado della Città di Cosenza, qual Con.to e chiesa stà posto in strada publica lontano dall’habitato venti passi, qual terra stà aperta e non murata.
Fù d.o Con.to fondato nell’anno mille cinquecento sessantuno à di undici di Aprile con l’autorità della Santa memoria di Pio quarto all’hora Pontefice, consenso di fran.co Cardinale Gonzagha all’hora Arcivescovo di Cosenza e della patria, conforme appare nella Platea del d.o Conv.to.
Fu eretta la sud.a chiesa sotto il titolo di S.ta Maria del Soccorso, qual struttura è di larghezza di palmi novantaquattro e di larghezza palmi trentacinque, ornata di Cappelle, e quadri.
Nel sud.o Conv.to vi stanno tre dormitorii, con quattordici cammere et un camerino; il chiostro, et officine d’abasso, ancor non finite.
Non si vi prefisse il numero di frati à tempo se principiò il sud.o convento non essendo stato dotato, né dal commune, né dal particolare, ma commorante in una casuccia un P.re con elemosine dal Prencipe Pra.ne e fondatore e compatrioti è pervenuto nello stato presente. Hoggi commorano tre Padri, due conversi et un famulo: Il P.re frà fran.co Marino da Paola Vicario, il P.re frà gio. Dom.co de’ Angelis da Montalto, il P.re fra tomaso Vua dall’Ammendolara, fra Pietro Patituccio da Cerisano Converso, frà Gio. Lombardo da Tropea Converso, e Colamaria Calcagno famulo e finito sarà vi staranno dodici bocche, che il Conv.to può sustentarli e sarà fatto priorato.
Possiede il sud.o Convento un Comprensorio di terre arborate di tumulate venti quattro, contiguo al d.o Convento e due altre tumolate et altri pezzotti di terre dalle quali detrattine le spese se ne riceve un anno per l’altro scudi di moneta Romana duecento trentotto 238 – 0 – 0
Item tiene annui censi con includerci l’entrate con le quali sono dotate le cappelle, e le messe perpetue scudi di moneta Romana cento ottanta quattro e Paoli cinque 184 – 2 – 1
Item possiede Capre di num.o cento cinquanta cinque dalle quali detrattone le spese se ne riceve un anno per l’altro scudi di moneta romana trenta 30 – 0 – 0
Item il sud.o Convento riceve dalla Reggia salina elemosinaliter tumola sei di sale ogn’anno dalle quali detrattone le spese, ascende al num.o di scudi otto di moneta Romana 8 – 0 – 0
Item riceve d’elemosine incerte, fra Process.ne, messe manuali et offerte scudi di moneta romana quaranta 40 – 0 – 0
Esito
Item tiene il Convento obligho di messe tre il dì depondenti dalla cappelle
Item tiene obligho d.o Convento ogn’anno di censo perpetuo sopra le dette assegnate possessioni uno scudo un Paolo e sei baiocchi 1 – 0 – 16
Item contribuisce al padre Provinciale, generale e Procuratore dell’ordine scudi quattro e paoli cinque 4 – 2 – 10
E più quando occorre andare al Capitolo generale scudi cinque più, ò meno secondo la lontananza da dove si celebra 5 – 0 – 0
Item per la sacristia si spende un anno per l’altro in oglio, cera, incenso et altre cose necessarie scudi dieci di moneta Romana 10 – 0 – 0
Item ha di spesa ordinaria del vitto de’ frati ogn’anno scudi di moneta romana cent’ottanta includendoci anco il vestiario de’ sud.i frati 180 – 0 – 0
Item per medici, medicine, e barbiero, un anno per l’altro scudi di moneta romana otto 8 – 0 – 0
Item per spesa estraordinaria come biancherie, letti et altri mobili di casa, vasi e robbe di tavola, e di cocina, e simili un anno per l’altro scudi dieci di moneta romana 10 – 0 – 0
Item detto Convento puo finirsi fra lo spatio di quattr’anni con spendere ottanta scudi per ogn’anno
Item per ospiti tanto frati quanto secolari scudi sei di moneta Romana 6 – 0 – 0
Noi infrascritti col mezzo del n.ro giuram.to, attestiamo d’haver fatto diligente inquisit.e dello stato del monasterio sudetto, e che tutte le cose espresse di sopra e ciascuna di esse essere vere, e reali, e che non habbiamo tralasciato di esprimere alcuna entrata ò uscita, ò peso del medesimo Convento, che sia pervenuto alla n.ra notitia. Et in fede habbiamo sottoscritto la presente di n.ra propria mano, e segnata col nostro solito sigillo hoggi 24 di febraro 1650.
Io fra Francesco Marino di Paola Vicario del sup.o Convento testifico quanto di sopra
Fra Gio. Domenico de’ Angelis di Montalto testifico q.to di sopra
Io Tomaso Vua dall’Ammendolara testifico quanto di sopra.
Creato il 25 Febbraio 2025. Ultima modifica: 25 Febbraio 2025.
Interessante. Vorrei sapere se nell’archivio esiste documentazione che attesti che tra i “ pesi” che le chiese e le confraternite potevano detrarre dalle tasse c’erano anche elemosine o soldi per “ ebrei fatti cristiani “.
Grazie
Buongiorno, il nostro è un sito privato, non è un archivio pubblico. A questo link (in fondo all’articolo) troverà qualche notizia di suo interesse: https://www.archiviostoricocrotone.it/belcastro/caratteristiche-della-presenza-ebraica-nel-crotonese-durante-il-medioevo/