“L’Opera del Comitato di Cotrone” in occasione del terremoto di Reggio e Messina (1908)
(ndr. la foto riportata sulla homepage è tratta da www.regesta.com)
Dopo la tragedia del terremoto scatta a Cotrone la solidarietà.
La sera del 30 dicembre 1908, a poche ore dal sisma che all’alba del 28 aveva cancellato Reggio Calabria, Messina e decine di paesi siciliani e calabresi, nella Sottoprefettura di Cotrone si costituì un comitato per portare soccorso alle vittime della tragedia.
Presidente del comitato fu l’avv. Alfonso Arcuri, sindaco della città, ne fecero parte il marchese Anselmo Berlingieri, il barone Andrea Berlingieri, il dottore Albino Bianchi, il cavaliere Luigi Bruno, il dottore Domenico De Miglio, l’avvocato Luigi Michele Lucente, il signor Morelli Albino, il dottore Riccardo Sculco e l’avvocato Carlo Turano. Segretario fu nominato il dottore Eugenio Villani.
Il comitato raccolse tra i cittadini la somma di 20772,75 lire (corrispondenti a circa 76000 euro): oltre duecento persone offrirono un loro contributo, piccolo o grande che fosse. Si andò dalle 5000 lire (circa 18000 euro) offerte da Enrico Berlingieri ai 10 centesimi offerti da tale Funari Rodolfo.
La somma così raccolta fu investita in varie iniziative. Si approntò un’infermeria nei locali dell’Asilo infantile che insieme all’Ospedale civile ricevettero, già dal 1° gennaio, 53 feriti provenienti da Reggio e dal circondario. I feriti, arrivati con il treno, furono trasportati a spalla su apposite barelle dalla stazione sino all’ospedale, affidati alle cure dei medici crotonesi che prestarono gratuitamente il loro servizio (allora tutta la sanità era a pagamento). Tutti furono curati amorevolmente e guariti, tranne due che non sopravvissero alle gravi ferite riportate. Sempre con i soldi raccolti furono ospitati centoquaranta profughi, scampati al sisma; alcuni di essi si stabilirono poi a Cotrone. A tutti quelli che poi ripartirono fu consegnata anche una piccola somma di denaro. Inoltre il comitato si adoperò per portare il suo aiuto direttamente sui luoghi colpiti dal sisma. Fu scelto di intervenire nel comune di San Costantino Calabro nel circondario di Monteleone (ora Vibo Valentia). Lì furono costruite, anche con l’impiego di operai di Crotone, 26 baracche in legno, di 32 metri quadrati ciascuna, con tetto in lamiera, tutte ultimate entro il 15 giugno del 1909. Infine con i residui delle somme raccolte, circa 1750 lire, si costituì una piccola dote per tre ragazze minorenni rimaste orfane di padre. Il 30 novembre 1909 il comitato cessò la sua opera avendo adempiuto allo scopo per il quale si era costituito. Il rendiconto minuzioso di tutto il lavoro svolto fu riportato in una pubblicazione stampata nello stabilimento tipografico dei fratelli A. & L. Pirozzi di Cotrone. Non dimentichiamo che allora Cotrone contava circa 9000 abitanti, era un piccolo paese di malaria e latifondo, che dovrà ancora attendere 20 anni per l’arrivo di quelle industrie che nel bene o nel male hanno costituito la svolta nella storia della città. Eppure, anche allora nel suo piccolo, riesce a scrivere una bella pagina, forse dimenticata, di solidarietà, che è anche senso civico, capacità di organizzazione, di interpretazione dei bisogni di chi è in difficoltà. Ed è forse proprio in questi momenti che i crotonesi, come i cotronesi di allora, sono in grado di tirare fuori il meglio di se stessi.
Creato il 13 Agosto 2016. Ultima modifica: 13 Agosto 2016.