Alle origini del diritto di decima degli arcivescovi di Santa Severina

Santa Severina (KR), l’abitato dominato dalla sua cattedrale (foto di Michele Casciaro da turismovacanze.net).

Con l’avvento della dinastia angioina nel Mezzogiorno d’Italia, in ragione dell’importanza della città di Santa Severina, i suoi arcivescovi ebbero dai nuovi regnanti importanti incarichi[i] e concessioni,[ii] così essi parteggiarono attivamente per loro, militando in armi sotto le insegne francesi durante la guerra del Vespro contro gli Aragonesi.

In particolare, a cominciare dal tempo del re Carlo I d’Angiò, quando la città era in demanio regio, l’arcivescovo Ruggero de Stefanizzi, ottenne da questo sovrano di poter percepire la decima sulla bagliva della città e dei suoi casali, nonché sui frutti delle regie saline di Neto. Ciò avvenne a seguito della richiesta al re dello stesso arcivescovo Ruggero, il quale sosteneva che già i suoi predecessori avevano posseduto tale diritto. In questa occasione, alla richiesta arcivescovile, seguì una inchiesta regia condotta dal secreto di Calabria, che accertò la sua leggittimità, ma solo attraverso testimonianze e non sulla base di documenti.

In ragione del fatto che esigere le decime non rientrava tra i diritti posseduti a quell’epoca dagli arcivescovi di Santa Severina, che conservarono le prerogative del rito greco fino al tramonto della dominazione sveva, ancora al tempo dell’arcivescovo Lucifero de Stefanizzi (1295-1320), fratello e successore del precedente, fu necessario svolgere una ulteriore inchiesta a tale riguardo. Il diritto di decima, infatti, anche in seguito, fu concesso dai sovrani angioini agli arcivescovi di Santa Severina solo per privilegio, come dimostrano, a cominciare dalla metà del Trecento, tutti i documenti superstiti ancora conservati nell’archivio della città.[iii]

Arme dell’arcivescovo Ruggero de Stefanizzi. “E finalm.te avendo perquisito il Volume, dove stà registrata la Cronologia degli Ar(civesco)vi di d.a Città di S. S(everi)na hò ritrovato al num.o 17 la seguente particola = Rogerius de Stephanutia Caroli I., et II. Neapolis Regis Consiliarius, ac familiaris, successit Bernardo, (sic) Anno 1274, et a Bonifacio VIII. ad Consentinam Ecclesiam fuit translatus Anno 1295.” AASS, Fondo Arcivescovile, Volume 93A, f. 43v.

L’inchiesta

Il documento più antico conservato a Santa Severina, riguardante il diritto di decima posseduto dagli arcivescovi della città, è rappresentato dalla menzionata inchiesta (“inquisitionis”)[iv] condotta al tempo dell’arcivescovo Lucifero de Stefanizzi. Si tratta di una pergamena di difficile lettura, per le sue cattive condizioni di conservazione, motivo per cui “niuno volle caricarsi del peso di copiare un Rogito tanto lungo di caratteri cifrati alla gota e consunto dall’ingiuria del tempo”,[v] datata 10 giugno 1308, VI indizione.

Quel giorno in Santa Severina, il giudice Gerardo Mayorano di Crotone compariva davanti al notaro Alessandro Maleno, al giudice Petro Lucifero e ad alcuni testi, tutti di Santa Severina, esibendo loro un atto del 15 gennaio dello stesso anno, inviatogli dal nobile Raymundo Paulecto, familiare regio, secreto, mastro portulano e procuratore, magister del sale, delle argentiere, e delle foreste del ducato di Calabria, nonchè provveditore dei castelli, affinchè il detto notaro provvedesse a riassumere tale atto in forma pubblica.

Il documento riguardava una inchiesta svolta dal detto nobile Raymundo Paulecto su ordine del duca di Calabria Roberto, figlio primogenito del re e suo vicario generale nel regno di Sicilia, tesa a stabilire la fondatezza della supplica giunta al re per parte di Lucifero de Stefanizzi, arcivescovo di Santa Severina, con la quale quest’ultimo gli chiedeva di poter percepire il pagamento della decima sui proventi della bagliva della città e dei suoi casali, nonché della salina di Neto, che egli rivendicava per antica consuetudine, come nel passato avevano percepito i suoi predecessori, fin dal tempo dei re cattolici di Sicilia. Per appurare ciò il secreto aveva raccolto le testimonianze di numerosi testi, che erano risultate tutte favorevoli al detto arcivescovo.

Nell’occasione di questa riassunzione, il detto giudice Gerardo esibì anche altri documenti a sostegno delle ragioni dell’arcivescovo Lucifero, facendoli trascrivere nell’atto dal notaro Alessandro Maleno.

A cominciare da uno strumento del 25 aprile 1281, IX indizione, dato in Santa Severina, quando, davanti al notaro Ruggero Prusucto, al giudice Nicola Macri, e ai testi sottoscritti, fu esibito un atto del regio secreto di tutta la Calabria, da Porta Roseto fino al Faro. In questo documento risultava inserto un mandato del re Carlo I d’Angiò, dato in Roma il 24 maggio 1278, VI indizione che, a seguito della richiesta di Ruggero de Stefanizzi, arcivescovo di Santa Severina, il quale affermava di venire defraudato dagli ufficiali regi, riguardo il pagamento delle decime suddette, gli ordinava di inquisire sulla questione e, nel caso fossero state riscontrate veritiere le sue ragioni, di assegnare le dette decime all’arcivescovo, come ne avevano goduto in passato i suoi predecessori. In quella occasione, Nicola Faraco di Santa Severina procedette ad eseguire l’ordine circa il mandato regio ricevuto, interrogando numerosi testi della città di Santa Severina e dei suoi casali e, previo il loro giuramento “de veritatem dicendi”, raccolse le loro testimonianze, che risultarono tutte concordi e favorevoli all’arcivescovo.

Fu trascritto nell’atto riassunto dal notaro Alessandro Maleno, anche uno strumento del 29 aprile 1275, II indizione, dato in Santa Severina, il quale evidenzia che già in precedenza, il sovrano aveva ricevuto le istanze dell’arcivescovo Ruggero, dando mandato di agire al suo secreto di Calabria. In quella occasione davanti al notaro Ruggero Prusucto, al giudice Andrea Grisolemo e ai testi sottoscritti, Nicola Faraco di Santa Severina, aveva fatto riassumere in forma pubblica, un atto inviatogli da Thomaso Cathiolo, regio secreto di tutta la Calabria, da Porta Roseto fino al Faro, contenente un mandato di re Carlo I d’Angiò dato in Brindisi il 3 marzo 1275, II indizione. Tale atto seguiva alla supplica pervenuta al re per parte dell’arcivescovo di Santa Severina Ruggero de Stefanizzi, a cui gli ufficiali regi preposti non consentivano di percepire le consuete decime sui proventi della bagliva di Santa Severina e sui frutti delle saline di Neto. Considerato ciò, il sovrano ordinava al detto Thomaso di svolgere una inchiesta per dirimere la questione.[vi]

Particolare della pergamena del 10 giugno 1308. AASS, Fondo Pergamenaceo, n. 3.

Documenti riguardanti il diritto di decima concessi dai sovrani angioini agli arcivescovi di Santa Severina

Privilegio concesso dalla regina Giovanna I all’arcivescovo di Santa Severina Guglielmo.

Il 7 aprile 1366, IV indizione, in Napoli, la regina Giovanna I, concede a Guglielmo arcivescovo di Santa Severina, il diritto di esigere il diritto di decima sulla bagliva della città di Santa Severina e suoi casali, e sulle Saline di Neto, che i suoi predecessori ed egli stesso, avevano goduto fin dai tempi dei re cattolici di Sicilia, ordinando agli ufficiali regi preposti, come già era stato concesso dal re Carlo I d’Angiò, di corrispondere il dovuto al detto Guglielmo ed ai suoi successori, entro la festa di Pentecoste, per quanto riguardava il pagamento in denaro, mentre, per le vettovaglie, il pagamento sarebbe dovuto avvenire entro il mese successivo alla maturazione dei relativi frutti.

“Iohanna Dei gr(ati)a Regina Ier(usha)l(e)m et Sicilie, ducatus Apulie et Principatus Capue Provincie et Forcalquerii ac Pedimontis Comitissa. Magnifico Viro, Magno Regni Sicilie Camerario / vel eius Locumtenentibus necnon Secretis ac Magistris portulanis, et procuratoribus ducatus n(ost)ri Calabrie, baliulis quoque, ac quibuscumque percettoribus Jurium baiulationis Civitatis S(an)cte Severine et Casalium eius, ac Salinarum Neti, Cabellotis seu Credenceriis presentibus et futuris, fidelibus n(ost)ris gratiam, et bonam voluntatem. Pro parte venerabilis patris Guill(elm)i / archiepiscopi dicte Civitatis S(an)cte Severine dilecti fidelis n(ost)ri, fuit maiestati n(ost)re humiliter Supplicatum, ut cum tam ipse, quam predecessores sui, a catholicorum Regum Sicilie t(em)poribus usque ad / haec t(em)pora decimam Jurium dicte baiulationis dicate Civitatis et Casalium ipsius, necnon decimam dictarum Salinarum Neti consueverint annis singulis, percipere et habere, exhiberi illas ei tam pro / presenti anno quarte quam deinde in antea pro futuro mandare benignius dignaremur. Nos vero Ecclesiarum Juribus, favere quantum possumus promptis affectibus disponentes et nolentes dictum Archie / piscopum dictarum decimarum reali perceptione carere ad quarum exhibitionem morale preceptum nos excitat, et affectus invitat suis in hac parte huiusmodi Supplicationibus inclinate, maxime / cum dicte decime, tam de Jure divino quam humano rationabiliter debeantur, volumus et fidelitati v(ost)re de certa sc(ient)ia n(ost)ra, harum serie iubemus expresse, quatenus, si notorium fuerit, quod tam dictus / presens Archiepiscopus, quam prefati eius predecessores, a predictis catholicorum regum Sicilie t(em)poribus usque ad haec t(em)pora consueverint sicut predicitur huiusmodi decimas percipere et habere, tam vos p(red)icti / presentes Secrete ac Magister portulane et procurator, necnon Baiuli, ac perceptores, cabelloti seu Credencerii, Jurium prefatorum, quam vos alii successive futuri, eidem Archiepiscopo, vel eius / procuratori, seu nuncio presentes vobis l(icte)ras assignanti huiusmodi decimas, tam pro dicto presenti anno quarte Ind(ictione), si nondum pro anno ipso recepit easdem, quam deinde in an(te)a, singulis vid(elicet) / annis prout est hactenus consuetum, de pecunia Jurium baiulationis p(redi)cte, ac Salinarum Neti, sistente et futura per manus v(est)ras, Siquidem in pecunia percipiende fuerint, infra festum / Pentecosten, in quo festo dicti Archiepiscopi, ad l(icte)ras clare memorie d(omi)ni Regis Caroli erant huiusmodi decimas percepturi. Si vero in victualibus aliisue fructibus infra mensem, postquam fructus / fuerint recollecti, officiorum v(est)rorum t(em)poribus, prout ad vos pertinet, sublatis quibuscumque obstaculis ac dilationibus aliis, ac alio n(ost)ro non expectato mandato vigore presentium integraliter exolvatis / iuxta tenorem dictarum l(icte)rarum prefati quondam d(omi)ni Regis Caroli, quas habet in aliis quibus expedit efficaciter observandum, nullamque in exibitione decimarum ipsarum, contradictionem ac dilationem vel / prependium aliquatenus inferatis sicut non vultis a vobis exigi per parte n(ost)re Cur(ie) ac ispius Archiepiscopi duplum quantitatis decimarum ipsarum ubi defeceritis in exibitionibus earumdem in termi(ni)s / antedictis. Recepturi ab eadem Archiepiscopo, vel dicto eius procuratore seu nuncio de hiis que sibi solveritis exinde suis vicibus ydoneas Apodixas quas vobis plene Sufficienter volumus / ad cautelam et in v(ost)ro computo acceptari. Vosque predicte Magne Camerarie vel Locumtenentes non impediatis in aliquo solutionem ean[deque] immo iamdictos Secretos, ac Magistros portulanos / et procuratores, necnon baiulos ac perceptores, Cabellotos seu Credencerios, ad illam sicut predicitur faciendam si et prout opus fuerit artius compellatis. / Quibuscumque ordinationibus / l(ict)eris, mandatis, cedulis vel edictis in contrarium forte factis vel in an(te)a faciendis, sub quacumque forma vel expressione verborum per que et quas effectus presentium impediri posset / in aliquo vel differri, eciam si de illis, aliqua illorum seu illarum clausula, de verbo, ad verbum esset hic specialis et expressa in novo facienda, et precipue, tam edictis factis / olim alt(er)o vid(elict) eorum die tercio September anni decime, et altero die vicesimoprimo febr(uar)ii anni terciodecime Ind(ictionis) proximo preteritarum deinde solvendi alicui de quacumque fiscali pecunia / sed ea tota ad n(ost)ram Cammeram destinanda, quam aliis licteris de omni fiscali pecunia dicti ducatus, assignanda Thesaurario n(ost)ro per eum deinde in satisfactionibus gagiorum armigerorum / n(ostr)orum et aliis negociis siculis convertenda, quam eciam edicto facto die primo proximo preteriti mensis december presentis anni quarte Ind(ictioni)s, de revocatione provisionum et gagiorum a quo / decime Ecclesiarum signantur et specialiter excluduntur executioni presentium nullatenus obstituris. Presentes autem licteras, post oportunam inspectionem earum transumpto ipsarum per vos / predictos Secretos, ac Mag(ist)ros portulanos et procuratores, necnon baiulos, ac perceptores, Cabellotos, seu Credencerios prout v(est)ra intererit in publica forma recepto, pro / cautela restitui volumus presentanti premisso modo efficaciter in an(te)a valituras. Datum Neap(olis) in Camera n(ost)ra Anno d(omi)ni M.o CCCLXVI.o Die VII Aprilis IIII Ind(ictionis) Regnorum n(ost)rorum.

R(egistra)ta in Camera et

Rub(ricatu)r penes magnum Camerarium / primo positis anulo et sigillo per d(omi)ne.

R(egistra)ta in Cancellariam / penes prothonotarum / R(egistra)ta in Camera et / penes N. R.”[vii]

Pergamena del 7 aprile 1366. AASS, Fondo Pergamenaceo, n. 4.

Copia del privilegio di re Carlo III concesso a G. arcivescovo di Santa Severina.

Copia seicentesca estratta dal notaro Joannes Dominico Pancalli “de Castro Santi Mauri”, del privilegio con cui il 22 giugno 1382, V indizione, re Carlo III ordina di pagare a G. arcivescovo di Santa Severina, la decima della bagliva della città di Santa Severina e casali, e delle entrate delle saline di Neto.[viii]

“Carolus Tertius Dei gr(ati)a Rex Hierusalem, et Siciliae Provinciae, et Forcal / querii ac Pedimontis Comes magnifico Viro Magno Regni Siciliae Camerario / vel eius locumtenentibus dilectis Consiliariis, necnon secretis, ac mag(ist)ris por / tulanis, et procuratoribus ducatus n(ost)ri Calabriae, baiulis quoque, ac quibus / cumque perceptoribus Iurium baiulationis Civ.tis S.tae Sev.nae et Casalium eius / ac salinarum Neti Cabellotis, seu Credenseriis p(raese)ntibus, et futuris fideli / bus nostris, gra(tia)m, et bonam voluntatem pro parte venerabilis patris G. / Archiep(iscopa)li d.tae Civ.tis S.tae Sev.nae dilecti fidelis nostri fuit maiestati n(ost)rae / humiliter supplicatum, ut cum tam ipse, quam predecessores, seu Catho / licorum Regnum Siciliae temporibusque ad haec tempora Decimam Iurium / d.tae baiulationis dictae Civitatis, et Casalium ipius, necnon Decimam ipsa / rum salinarum consueverit annis singulis percipere, et habere exiberi / illas ei, tam pro p(raese)nti anno quintae, quam deinde in antea prò futuro man / dare benignius dignaremur. Nos vero Ecclesiarum Iuribus favere quan / tum possumus promptis affectibus disponentes, et nolentes dictum Ar / chiep(iscop)um praefatarum Decimarum reali perceptione carere ad quarum exibitio / nem promptam, et facilem morale praeceptum rationi naturae indictum nos / excitat, et affectus invitat, nec minus attendendes quod dictus Archiep(iscop)us / olim in anno quartae Ind.s nuper elapsae fuit in possessione percipien / di super dictis iuribus Decimas supradictas prout per informatio / nem dicti Magni Camerarii ex rationibus secreti dicti ducatus n(ost)ri Cala / briae ipsius anni quartae Ind.s plenarie Nobis constat eiusdem Archie / p(iscop)o in hac parte supplicat.bus Iustibus, ut pote benignius inclinati volu / mus, et fidelitati n(ost)rae de certa sc(ient)ia n(ost)rae Curiae pie mandamus expressa / quatenus tam vos p(raedi)cti p(raese)ntes secrete, ac magister portulane, et procurator / necnon Baiuli, et preceptores Cabelloti, seu Credenserii Iurium praefatorum / quatenus Vos, alii successive futuri eidem Archiep(iscop)o vel ipsius ad haec pro / curatori, seu nuncio in dictas Decimas sibi velut praemittitur debitas tam / pro dicto p(raese)nti anno quintae Ind.s se non dum est ei pro anno ipso de huius

modi Decimis satisfactum, de quo informemini diligenter, quam deinde in antea / singulis videlicet annis de pecunia Iurium baiulationis p(raedi)cte, ac praefatarum / Salinarum Neti sistente, et futura per manus v(ost)ra siquidem in pecunia / percipiendae fuerit infra san.tum Festum Pentecosten, in quo Festo dicti / Archiep(iscop)i ad l(icte)ras clarae memoriae D(omi)ni Regis Caroli erant huiusmodi De / cimas percepturi si vero in vectualibus aliisque fructibus infra mensem / post quam fructus fuerint recollecti officiorum v(ostro)rum temporibus prout / ad vos spectavit iuxta consuetum, et debitum sublatis quibuscumque ostacu / lis vigore p(raese)ntium persolvatis, nullumque eidem Archiep(iscop)o, vel alii pro ipso / super solut.ne huiusmodi Decimarum in geratis delationis in commodum, vel alius / noxiae novitatis infractum sicut habetis gra(tia)m n(ost)ram caram, cum velimus / omnino, quod eidem Archiep(iscop)o vel alii pro ipso de huismodi Decimis per / vos sicut praedicitur penitus, et infallibiliter satisfiat. Recepturi ab / eodem Archiep(iscop)o, seu praefato ipsius ad haec procuratore, vel Nuntio de his quae / sibi solventis exinde suis vicibus debitum apodixam quam vobis plene suf / ficere volumus ad cautelam, illamque una cum solutione huiusmodi in v(ost)ro / computo acceptari pariter, et admitti, nullis cautelis aliis, quam p(raese)ntibus / n(ost)ris l(icte)ris cum apodixa iam dicta a vobis prop.a quomodolibet requiren / dis vosque pet(eten)e Magnum Cam(er)arium, vel locumtenens non impediatis in / aliquo solutionem eandem, necnon iam dictos secretos ac magnos portu / lanos, et procuratores, necnon baiulos, ac preceptores, seu Credenserios ad illam / sicut praedicitur faciendam si, et prout opus fierit antius compellatis. / P(raese)ntes autem licteras post opportunam inspectionem earum trampsunto ipsarum / per vos p(redic)tos secretos, ac magnos portulanos, et proc.res necnon baiulos, ac / preceptores, Cabellotos, seu Credenserios, prout v(ost)ra intererit in publica / forma recepto pro cautela restitui volumus praesentandi praemisso mo / do efficaciter in antea valituras. Data Neapoli in Camera n(ost)ra anno / D(omi)ni Millesimo trecentesimo octuagesimo secundo die 22 Iunii V.ae Ind.s / Regnorum nostrorum.”

Arme del re Carlo III di Durazzo, codice di Santa Marta, 1436 c.a (da wikipedia).

Arbitrato relativo alla lite condotta dall’arcivescovo di Santa Severina Angelo in merito al suo diritto di esigere la decima sulle entrate della regia salina di Neto.

Il 2 agosto 1416, IX indizione, in Cosenza, l’egregio “legum doctor domino Antonio de caroleis” ed il “nobile et sapiente viro magistro jacubo de fillino de cusencia”, arbitri scelti dalle parti, sentenziano in merito alla lite che vede opposto Angelo arcivescovo di Santa Severina, al notaro Andrea de Stiliano, ad Antonio de Prothopapa di Santa Severina, e ad altri loro soci, relativamente al diritto del detto arcivescovo di esigere il diritto di decima sulle entrate delle regie saline di Neto.

I detti arbitri, visti i diritti comprovati da entrambe le parti e, in particolare, i documenti regi, stabiliscono che all’arcivescovo spetta tale diritto, riguardante un luogo della sua diocesi soggetto alla sua giurisdizione, condannando i detti Andrea, Antonio e i loro soci, a pagare a lui “dictam decimam dictorum omnium iurium fructuum Reddituum et proventum dictarum Salinarum neti”.

“In Nomine D(omi)ni Am(en) Anno nativi.tis Eiusdem Millesimo Quadrigentesimo Sextodecimo Regnantibus Serenissimis principibus / d(omi)no n(ost)ro Iacubo et d(omi)na n(ost)ra Iohanna s(ecun)da inclitis dei gr(ati)a Huangarie Ier(usa)l(e)m Sicilie Dalmacie Croacie Rame Servie Galicie Lodomerie Cumanie Bulgariaque Rege et Regina Marchie Castrensis provi(nci)e et forcalqueri ac pedi / montis illustribus Comitibus Regnorum v(er)o dicti d(omi)ni n(ost)ri Regis anno primo Et prefate d(omi)ne n(ost)re Regine anno s(ecun)do feliciter / am(en). Die s(ecun)do mense agusti none ind(ictionis) cus(encia). Nos petrus de Speciano parvo de cus(encia) Regius ad con(tra)ctus iudex per provinciam / Vallegratis et terreiordane Nicolaus de s(anc)to lucido de cus(encia) pu.us ubique per totum Regnum Sicilie Regia auct.te notarius et / testes s(u)b(scrip)ti ad hoc vocati specialiter et Rogati videlicet Riccardus de nicotera Goffredus de fillino Mattheus de s(anc)to blasio / de cus(encia) antonius spulitinus de pulicastro stephanus niglarisius iaconus Matheus de monaca franciscus de va / lentino de cus(encia) Banderus notarii Rogerii de luciis et alii P(rese)nti scripto pu.co declarando notum facimus et testamur / quod predicto die ibidem nobis qui s(upra) iudice not.o et testes s(u)b(scrip)tis consitutis in theatro civi.tis cus(encia) coram egregio / legum doctor d(omi)no Antonio de caroleis et nobile et sapiente viro mag(ist)ro jacubo de fillino de cus(encia) arbitris / arbitratoribus et amicabilibus compositoribus ut dixerunt comuniter electis per reverendum in xpo patrem et d(omin)um / angilum archiepiscopum s(anc)te severine nomine suo et eccle(si)e sue ex parte una et notarium Andream de stiliano et Antonium de / prothopapa de s(anc)ta severina eorumque alios socios salinarios cabellotos emptores et perceptores iurium salinarum netum / pro anno p(rese)nti none ind(ictionis) ex parte altera ad videndum et terminandum quendam litem seu ca(usa)m vertentes inter partes ipsas de deci / ma dictorum iurium dictarum salinarum petita per eundem d(omin)um archiep(iscop)um eisdem salinariis et cabellotis et aliis certo / modo et forma prout in quodam instr(ument)o compromissi exemplato hec et alia dixerunt plenius contineri ipsi quidem arbitri et / arbitratores ut s(upra) de c(aus)a lite et questione predicte dicte decime petite ut s(upra) s(ente)ntiam laudum declarationem terminationem / ac arbitrationem in scriptis dederunt tulerunt fecerunt et terminaverunt tenoris et continencie subsequentis In no(min)e d(omi)ni am(en) Anno nati.te eiusdem millesimo quadrigentesimo sexto decimo regnantibus serenissimis principibus d(omi)no n(ost)ro / iacubo et d(omi)na n(ost)ra iohanna s(ecun)da inclitis dei gr(ati)a [huangarie] Ier(usa)l(e)m Sicilie Dalmacie Croacie Rame Servie Galicie / Lodomerie Cumanie Bulgariaque Rege et Regina [Marchie Castrensis] provincie et forcalqueri ac pedimontis illustribus / comitibus Regnorum v(er)o dicti d(omi)ni n(ost)ri Regis [anno primo et prefate] d(omi)ne n(ost)re Regine anno s(ecun)do feliciter amen. Die s(ecun)do / mense agusti none ind(ictionis) cus(encia). Nos d(omi)nus Antonius de [Caroleis] et mag(iste)r jacobus de fillino arbitros arbitratoris / et amicabiles compositores comuniter electi per [Reverendum] in xpo patrem et d(omi)num Angelum Archiep(iscop)um s(anc)te severine / nomine suo et dicte eccl(esi)e sue ex parte una et notarium Andream de stiliano et Antonium de prothopapa de / s(anc)ta severina eorumque alios socios salinarios cabellotos emptores et perceptores iurium fructuum reddituum et proventuum / salinarum neti pro anno p(rese)nti none ind(ictionis) cum consenso voluntate et beneplacito petri pauli et jacobi de grisono et xpo / fori de maranta Regiorum et Reginalium secretorum ducati calabrie qui similiter compromiserunt et cum predictis andrea / et antonio iuraverunt una pars alteri vice mutua in nos qui s(upra) arbitros arbitratores et amicabiles compositores / de c(aus)a predicta ex parte altera ad videndum decidendum et terminandum quod non litem seu ca(usa)m vertentes inter partes / ipsas de decima ipsorum iurium dictarum salinarum petita per eundem d(omin)um archiep(iscop)um eisdem cabellotis et salinariis Emp / toribus iuxta tenorem Regiorum et reginalium licterarum concessorum predicto d(omi)no Archiep(iscop)o proin Et alios prout in / compromisso inde facto continetur Tenore p(rese)ntis n(ost)re diffinitive s(ente)ntie et terminationis ac laudi et arbit(ra)m.ti / notum facimus universis quod visis et inspectis iuribus utriusque partis per ipsas partes nobis p(rese)ntatis et sp(eci)al(ite)r dictis / licteris Regiis et Reginalibus quia invenimus fuisse et e(ss)e inventum per magistratos predictos dictis salinariis Empto / ribus prefatam decimam debere per eos solvi d(omi)no Archiep(iscop)o supra dicto propterea xpi nomine invocato s(ente)ntiamus ter / minamus laudamus et arbitramus ac s(ente)ntiando condepnamus prefatos not.m Andream antonium et eorum socios Sali / narios et cabellotos dictarum salinarum neti ad dandum solvendum traddendum et assignandum dicto d(omi)no archiep(iscop)o / suo et dicte sue eccl(esi)e nomine dictam decimam dictorum omnium iurium fructuum Reddituum et proventum dictarum Sali / narum neti in quibus dictus d(omi)nus archiep(iscop)us est dyocesanus et hanc iuridictionem ut archiepiscopus iuxta tenorem / et mentem ipsarum Regiarum et Reginalium licterarum iuxta quod fuit solitum dicta decima solvi quod solitum / solvi decernimus terminamus et declaramus debere probari per prefatum d(omi)num archiep(iscop)um Coram curie baiulorum et iudi / cum Civi.tis s(anc)te severine hinc et per totum vicesimum diem p(rese)ntis mense agusti anni p(rese)ntis none ind(ictionis). In hiis / scriptis hanc n(ost)ram s(ente)ntia terminationem laudum et arbitram.tum exinde proferentes. Lecta lata et Recitata est / predicta s(ente)ntia ut s(upra) die loco mense et ind(ictionis) predictis presentibus supradictis iudice et not.o et testibus infra / scriptis necnon presentibus prefato d(omi)no archiep(iscop)o notario andrea et antonio prothopapa predictis dictam s(ente)ntiam / laudantibus et acceptantibus. Qua quidem s(ente)ntia lata lecta et Recitata ut s(upra) prefatus d(omi)nus archiep(iscop)us Requisivit / nos qui s(upra) iudicem not.m et testes s(u)b(scrip)tos n(ost)rum scilicet iudicis et notarii officium pu.cum implorando ut de premissis / [ad] sui et [dicte] sue Eccl(esi)e cautelam perpetuam conficere deberemus pu.cum instr(ument)um. Nos autem eius Requisitioni parere volentes / tam debito quam donato Eo maximum quia n(ost)rum officium pu.cum nemini possumus denegare propterea ad Requisitionem prefati / d(omi)ni Archiep(iscop)i ad sui et dicte sue Eccl(esi)e cautelam et perpetuam ac Certitudinem premissorum factum est exinde p(rese)ns / pu.cum instr.um per manus mei qui s(upra) notarii pu.ci signo meo solito signatum et sub(scrip)tione munitum n(ost)rum / qui s(upra) iudicis et testium s(u)b(scrip)torum signis et sub(scrip)tionibis propris Roboratum Actum v(er)o anno die loco mense et / ind(ictione) premissis. Nicolaus.

+ Ego petrus de speciano parvo de cus(encia) qui supra Iudice Interfui et me sub(scripsi).

+ Ego matheus de s(anc)to blasio de cus(encia) testor.

+ Ego antonius spulitinus de pulicastro testor.

mateus de barbati

+ Ego Goffredus de fillinus de cus(encia) interfui et me sub(scripsi).

+ Ego … de cus(encia) testor …

+ Ego Balderius notarius Rogerii de lucii prolactio predictum scri(ps)e interfui et me sub(scripsi).

+ Et Ego qui s(upra) notarius pu.cus p(rese)ns pu.cum instrum.tum scripsi et me subscripsi.

Test(ib)us

Riccardus de nicotera

Goffredus de fillino

Matheus de s(anc)to blasio

Antonius spolitinus

Stephanus miglarisius

Iaconus Matheus de Monaca

Franciscus de Valentino

Bauderus notarii Rogerii de luciis”.[ix]

Particolare della pergamena del 2 agosto 1416. AASS, Fondo Pergamenaceo, n. 73.

Riassunzione in forma pubblica del privilegio del novembre 1415 concesso dal re Iacobo e dalla regina Giovanna II all’arcivescovo di Santa Severina Angelo.

L’11 ottobre 1416, X indizione, nella città di Santa Severina, alla presenza di Nicolao Carioso, giudice annuale della città di Santa Severina, e dei testi sottoscritti, il notaro Francisco de Speciano di Santa Severina, cittadino di Crotone, a seguito della richiesta di Angelo arcivescovo di Santa Severina, provvede a riassumere in forma pubblica il privilegio con il quale il 6 novembre 1415, IX indizione, il re Iacobo e la regina Giovanna II, avevano concesso al detto arcivescovo, il diritto di esigere la decima sulle entrate delle Saline di Neto, nonostante che, precedentemente, la chiesa di Santa Severina fosse stata destituita di tale diritto al tempo del detto arcivescovo.

Il giorno seguente, con lo stesso atto, alla presenza del detto giudice annuale e dei detti testi, lo stesso notaro Francisco provvede a riassumere in forma pubblica, anche un altro atto originale della regia e reginale Camera della Sommaria, presentato dal detto arcivescovo Angelo, dato in Castro Novo a Napoli il 15 novembre 1415, IX indizione, e indirizzato agli ufficiali regi che amministravano le entrate delle Saline di Neto, con il quale si ordina loro di assegnare le dette decime al detto arcivescovo, che i suoi predecessori avevano goduto fin dai tempi dei re cattolici di Sicilia, anche se ora la chiesa di Santa Severina se ne trovava destituita.

“ave maria

In nomine Dei Gratia et Salvatoris n(ost)ri Ih(es)u Xpi amen. Anno [a n]ativitate eius mill(esim)o Quadrigentesimo Sextodecimo Regnatibus Serenissimis principibus D(omi)no Iacobo et D(omi)na Iohanna S(e)c(un)da dei gr(ati)a Hungarie Ierh(usale)m Sicilie / Dalmacie Croacie Rame Servie Galicie Lodomerie Cumanie [Bulg]arieque Inclitis Rege et Regina Marchie Castrensis Provincie et Forcalqueri ac Pedimontis Illustribus Comitibus Reg[norum] n(ostr)o dicti d(omi)ni Regis anno s(e)c(un)do / et dicte d(omi)ne n(ost)re Regine anno tercio feliciter amen. Die Undec[imo] mensis octobris decime indictionis apud Civitatem S(anc)te Severine Nos Nicolaus cariosus annalix judex Civi.tis S(anc)te Severine in p(rese)nti anno decime indictionis Franciscus de Spe / ciano de S(anc)ta Severina Civis Cotroni pp.cus totius ducatus Calabrie R[egia] aut.te notarius, et testes sub(scrip)ti ad hoc vocati Sp(eci)al(it)er et Rogati p(rese)nti scripto pp.co transumptus instr(ument)o declarando fatemur notum facimus et testamur Quod eodem die ibidem / nos qui supra iudex et notariu et sub(scrip)ti testes ad petitionis instantiam [Re]verendi in xpo patris et d(omi)ni d(omi)ni Angeli Archiep(iscop)i S(anc)te Severine per quam licet nos contulimus ad turrim domorum Archiep(iscop)atus eiusdem Civ.tis ibique prefatus d(omi)nus archiep(iscop)us in n(ost)ri pre / sentia ostendit et p(rese)ntavit nobis ac pp.ce legi fecit quasdam Regias et Reginales originales licteras magno pendenti ce(re)i Sigillo et Sigillo quadrato ac anulo Secreto Serenissimi d(omi)ni d(omi)ni n(ost)ri Regis Iacobi et Serenissime d(omi)ne, d(omi)ne n(ost)re / Regine Iohanne S(e)c(un)de de cera Rubrea Sigillatas quas vidimus legimus et inspeximus dil(igente)r erantque per omnia tenoris et continencie Subsequentis Iacobus et Iohanna S(e)c(un)da Dei gr(ati)a Hungarie Ierh(usale)m Sicilie Dalmacie Croacie Rame Servie Galicie / Lodomarie Cumanie Bulgarieque Rex et Regina Marchie Castrensis Provincie et Forcalqueri ac Pedimontis Comites. magnifico viro magno Camerario Regni n(ost)ri Sicilie eiusque locumtenentis et presidentibus camere n(ost)re Summarie consilia / riis Secretis quoque et mag(ist)ris Salis partium ducatus n(ost)ri Calabrie necnon salinariis emptoribus et quibuscumque perceptoribus iurium Reddituum et proventuum Salinarum neti pertinenciarum Civ.tis n(ost)re S(anc)te Severine de provincia Calabra Cabellotis seu / Credenceriis p(rese)ntibus et futuris fidelibus n(ost)ris dilectis gr(ati)am et bonam voluntatem. Pro parte Reverendi p(at)ris Angeli Archiep(iscop)i Civi.tis S(anc)te Severine oratoris et fidelis n(ost)ri dilecti fuit maie.ti n(ost)re Supplicatum humil(ite)r ut cum predecessores sui / a Catholicorum Reguum Sicilie temporibus usque ad t(em)p(u)s quod supplicans idem creatus extitit Archiep(iscop)us Civi.tis predicte decimam iurium dictarum Salinarum Neti consueverint annis singulis percipere et habere, licet ipse t(em)p(or)e sui presulatus non fuerit nec sit / in possessione perceptionis decime supradicte, illam sibi ex nunc in an(te)a exhiberi mandare benignius dignaremur. Nos autem Ecclesiarum iura manutenere et favere quacumque possumus auctore d(omi)no pronptis affectibus incendentes, nec minus considerantes quod / alii Archiep(iscop)i qui fuerunt pro t(em)p(or)e precessores sui fuerunt in possessione percipiendi decimam an(te)dictam sicud per informationem assumptam de man.to n(ost)ro in Camera n(ost)ra Summarie nobis constat, ac volentes dicto Archiep(iscop)o modo simili decimam huiusm(od)i exhi / beri, ad cuius exibitionem promptam et facilem, morale preceptum nos excitat et affectus invitat eiusdem Archiep(iscop)i in hac parte supplicatonibus inclinati decrevimus quod eidem Archiep(iscopi) Sue Ecc.e nomine iamdicta decima prefatarum Salinarum neti annis / singulis a die primo proximo preteriti mensis septembris presentis anni none indictionis assignetur integraliter sicud dictis suis precessoribus soluta et exhibita extitit temporibus retrolaxis non obstante quod dicta Ecc.a t(em)p(o)r(e) presulatus dicti p(rese)ntis archiep(iscop)i perceptione dicte decime / fuerit distituta ideoque volumus et fidelitati v(est)re de certa n(ost)ra sci(enti)a harum serie mandamus expresse quat(en)us vos predicti salinarii emptores perceptores cabelloti seu credencerii salinarum predictarum p(rese)ntes vid(elicet) et futuri iamdicto archiep(iscop)o supplicanti vel ipsius ad hec procur(ator)i / seu nuncio suo et dicte Ecc.e nomine iamdictam decimam predictarum Salinarum neti supra seu dicte sue Ecc.e ut predicitur debitam et quam supra solvi et exhiberi providimus ut est dictum quolibet scilicet anno a dicto die primo proximo preteriti mensis septemb(e)r p(rese)ntis anni none / indictionis in an(te)a nu(nci)ando dicti quidem archiep(iscop)i presulatu durante de pecunia iurium Reddituum et proventuum dictarum salinarum sistente et futura per manus v(est)ras officiorum v(est)rorum t(em)p(or)ibus prout ad vos spectaverit et consuevit de illa. Satisfeci hactenus predecessoribus / eius predictis vigore p(rese)ntium integraliter solvere et exibere curetis non obstante quod dicta Ecc.a perceptione dicte decime t(em)p(or)e dicti p(rese)ntis archiep(iscop)i fuerit ut p(re)d(icitu)r distituta, nullamque dicto archiep(iscop)o vel alii pro ipso super solutione dicte decime quocumque pretestu vel / c(aus)a impedimentum vel obstaculum inferatis et con(trar)ium non faciatis sicud h(ab)etis gra(tia)m n(ost)ram caram, cum volumus omnino et expresse pariter et incendamus quod eidem archiep(iscop)o vel alii pro ipso et dicte sue Ecc.e nomine de huiusmodi decima iamdictis annis singulis per vos sicud pred(icitu)r / integre et sine impedimento quolibet satisfiat, Recepturi ab eodem archiep(iscop)o seu prefato ipsius ad hec procu(rato)re vel nuncio eius et quo s(upra) nomine de hiis que s(upra) solveritis exinde suis v[ali]de debitam apodixam quam vobis plene sufficere volumus ad Cautelam illamque una cum / solutione huiusmodi in v(est)ro conputo acceptari pariter et admitti, nullis cautelis aliis quod p(rese)ntibus n(ost)ris licteris vel ipsarum transumpto cum apodixa jamdicto a vobis propterea quo(modo)libet Requirendi [v]osque predicti magne camerarie ac locumtenentis presidentes secreti et magi(st)ri salis / p(rese)ntes eciam et futuri non impediatis in aliquo solutionem et exibitionem eamdem Anno iamdictos salinarios emptores et perceptores Cabellotos seu credenciarios ad illam sicud predicitur [fac]iendam per quelibet oportuna et debita favorabiliaque iuris Remedia que ad / id expedire videatis artius compellatis p(rese)ntes d(ic)tas post oportunam inspectionem earum, transumptu ipsarum per vos predictos salinarios emtpores et perceptores Cabellotos seu credenciarios prout v(est)ra intererit in pup.ca forma Recepto pro cautela restitui vo / lumus pre(se)ntanti premisso modo efficaciter in an(te)a valituras. Datum neapoli in Cam(er)a n(ost)ra anno d(omi)ni mill(esim)o quaterngentesimo quintodecimo die sexto november none indictionis. Regnorum n(ost)ri Regis anno primo, n(ost)ri v(er)o Regine anno s(e)c(un)do. R(egistra)ta in camera C Joh(ann)ellus S(ignum) / Rub(ricatu)r p(redict)orum presidentes camere summarie primo posito anulo et sigillo de positum ad pecuniam de man.to Regio et Reginali per Relationem d(omi)ni Cancellarii. R(egistra)ta in cancellaria penes [prothonotarum grana] xii. Subsequenter eodem die ibidem prefatus d(omi)nus archiep(iscop)us ostendit / et p(rese)ntavit nobis ac pp.ce legi fecit quasdam alias originales licteras presidentium Regie et Reginalis camere summarie cum quatuor variis sigillis de cera Rubra sigillatas quas [vi]dimus legimus et inspeximus dil(igente)r quarum tenore per omnis talis in Nos presi / dentes Regis et Reginalis Camere Summarie significamus vobis secretis mag(ist)ris portulanis procu(rato)ribus Cabellotis et quibuscumque perceptoribus iurium salinarum neti tam pro p(rese)nti anno none indictionis quam aliis successive futuris, Quae noviter exposuit coram nobis / Reverendus in Christo pater d(omi)nus angelus archiep(iscop)us S(anc)te Severine de provincia Calabra quod predecessores sui a Catholicorum Regum Sicilie t(em)p(or)ibus decimam salinarum neti consueverunt annis singulis percipere et h(ab)ere, nunc v(er)o dicta Ecc.a est distituta a perceptione iurium / salinarum predictarum Et proinde petiit a nobis ut in predictis pro indepnitate dicte Ecc.e providere deberemus, Nos v(er)o Ecc.arum iuribus pro parte Regie et Reginalis curie favere quantum possumus vobis p(rese)ntibus secretis Cabellotis mag(ist)ris portulanis procurat(ori)bus et quibus / cumque perceptoribus iurium dictarum salinarum neti tam pro p(rese)nti anno none indictionis inirando a die primo preteriti mensis september p(rese)ntis anni none indictionis quam aliis successive futuris Regia et Reginali aut.tem qua fungirem mandamus ad penam unciarum auri / viginti quinque per quemodolibet Regie et Reginali curie si servus per vos vel alterum v(est)r(u)m inde fieret app.da quatenus dictam decimam dictarum salinarum neti prefato d(omi)no archiep(iscop)o [vel] alteri sui parte ac successoribus suis assignetis seu assignari faciatis prout / v(est)ri precessores assignaverunt seu assignari fecerunt temporibus Retrohactis aliis archiep(iscop)is dicte Eccl(es)ie S(anc)te Severine ante t(em)p(u)s distitutionis decime predicte non obstante quod dicta Ecc.a fuerit distituta a perceptione decime predicte, Quam quidem assigna / tionem dicte decime per vos vel alterum v(est)r(u)m faciendam dicto d(omi)no archiep(iscop)o vel alii persone legitime pro eodem ac dictis suis successoribus in v(est)ro computo acceptari facie[mus] pariter et admitti una cum p(rese)ntibus vel transumptu ipsarum absque nota cuiuslibet / questionis nec contrarium faciatis sicud dictam penam Cupitis evitare, p(rese)ntibus post oportunam inspectionem earum pro cautelam Remanentibus p(rese)ntanti premisso modo efficaciter in antea valituri Datum in Castro novo Neapoli die quintodecimo mensis november / none indictionis Et quia prefatus d(omi)nus archiep(iscop)o sua interesse dixit predictas originales licteras habere transumptatas et in pup.cam formam Redductas et transumptum ipsarum quocumque fuerit necesse mictere vel transferre et predictas originales l(icte)ras pro sui et / dicte sue Ecc.e Cautela perpetua carius conservare eoque cautius videbatur Requisivit nos qui supra judicem et notarium n(ost)r(u)m super hoc officium inplorando et pestes[x] sub(scrip)tos ut predictas originales l(icte)ras transumptare exemplare auctenticare et in / pp.cam formam Reddigere deberemus Cuius Requisitionibus juste utpote annuentes et justum petentibus non est denegandus assensus eo maxime officium n(ost)r(u)m quod est pup.cum non possumus nec debemus alicui juritice denegare predictas originales l(icte)ras quas vi / dimus legimus et inspeximus dil(igente)r non abrasas non vitiatas non abolitas non cancellatas sed in ea p(ropri)a prima figura existentes transuptavimus exmplavimus auctentavimus et in pup.cam formam Reddigimus de verbo ad verbum nichil in eius addito vel mutato / nec etiam diminuto quod sensum ipsarum lederet vel mutaret Unde ad futuram memoriam et omnium quorum seu cuius interest vel interesse poterit certitudinem plenamque fidem et cautelam p(rese)ns scriptum pp.cum transuptus[xi] instru(mentu)m exinde factum est per manus mei prefati / notarii pp.ci scriptum et sub(scrip)tum signo meo solito et sub(scrpti)one signatum, necnon mei qui supra judicis ydiote scribere nescientis signo cum crucis et n(ost)r(u)m testium sub(scrip)torum signis et subscriptionis propriis Roboratum actum et scriptum anno / mense die loco et indictione premissis.

+ Signum crucis p(ropri)e manus nic(ola)i cariosi qui s(upr)a judicis ydiote annalis scribere nescientis cuius nom(en) et congnom(en) ego prefatus notarius de suo Rogatu subscripsi.

+ Ego Judex nic(o)l(a)us poherius de Tab(er)na visis et perlectis originalibus licteris huic transuntum Interfui et me sub(scrips)i.

+ Ego petrus Arno Judex reginalis a[d cont]ractus totius ducatus calabrie visis perlectis oReginalibus licteris hu[ic t]ransuntum Interfui et me subscripsi.

+ Ego petrus Anfusinus visis et perlectis originalibus licteris huic transumptum Interfui et me subscripsi.

+ Ego Antonius de prothopapa visis et perlectis [originalibus] licteris huic transumptum Interfui et me subscripsi.

+ Ego Neapolus de Galardo visis et perlectis predictis originalibus licteris, huic transuptum interfui et me subscripsi.

+ Ego Nic(o)l(a)us niace Visis et perlectis predictis originalibus licteris huic transumptum Interfui et me subscripsi.

+ Ego Alexander Anfosinus visis et perlectis predictis oreginalibus licteris huic transumptum Interfui et me subscripsi.

+ Ego Franciscus Arno Visis et perlectum predictum originalibus licteris huic transuntum me subscripsi.

+ Ego Riccardus Burgisius visis et perlectum predictum originalibus licteris huic transuntum me subscripsi.

+ Ego Andreas de stiliano de s(an)ta s(ever)ini visis et perlectis originalibus licteris huic transuntum Interfui et me subscripsi.

+ Ego notarius Nic(o)l(a)us Gracianus visis et perlectis predictis originalibus licteris huic transuptum me subscripsi.

+ Ego notario Rogerius de Frahone visis et perlectis predictis originalibus licteris huic tramsumptum me subscripsi.

+ Ego Iohannes de martinis visis et perlectis predictis originalibus licteris, huic transumptum me subscripsi.

+ Ego Iacobus Brunus Interfui dum legeverunt predictis originalibus licteris huic transuptum me subscrpsi.

+ Ego Franciscus de Speciano qui supra Regius pup.cus totum ducatum Calabria regia auc(toritate) notarius p(rese)ns scriptum pp.cum instru(mentu)m scripsi et subscripsi et signo meo solito signavi.

J. annalis nic(o)l(a)us cariosus

not(ario) andr(eas) de stiliano

ant(onius) de prothopapa.

petrus anfusinus

jacobus brunus

annotato sul retro: “Thransuntus Privilegii Decima / Salinarum Neti / 1415.[xii]

Arme della regina Giovanna II, codice di Santa Marta, 1436 c.a (da napolicapitaleuropea.wordpress.com).

Ordine di Ludovico III al capitano di Santa Severina, relativo al diritto dell’arcivescovo di Santa Severina di esigere la decima dei frutti dalle mandrie pascolanti nella sua diocesi.

Il 4 aprile 1431, IX indizione, dal castello di Cosenza, Ludovico III d’Angiò duca di Calabria, scrive al capitano della città di Santa Severina, ordinandogli di provvedere affinchè l’arcivescovo di Santa Severina possa esigere le decime degli animali pascolanti nei territori della sua diocesi, ed in particolare, in quelli di Iucha e di S. Giovanni Minagò, perchè, a causa delle guerre, per certo tempo, non era stato possibile risquotere il pagamento di questo diritto dai padroni delle mandrie.

Di questo documento che, nel Cinquecento, risulta elencato nell’“Inventarium omnium scripturarum et privilegiorum Mensae Archiep(iscopa)lis Civi.tis Sanctae Severinae”: “Privilegium decimarum animalium, et presertim in Tenimento Juchae et Casali S.ti Joannis de Minaghò in anno 1431”,[xiii] e anche in altri,[xiv] si conserva menzione in una tarda “Gnoseografia” di Santa Severina,[xv] mentre il testo è stato trascitto in alcune copie seicentesche conservate nell’archivio arcivescovile della città.

“Ludovicus 3.us Ser.mae D. Joannae 2.ae Ungariae Hierusalem et / Siciliae Reginae Filius Unicus. Nobili Viro Civitatis n(ost)rae S.tae / Severinae p(raese)nti s(ci)l(ice)t et futuris. Fuit nobis reverenter / expositum ex olim Ecc.ae S.tae Severinae solita fuit / recolligere Decimam Animalium pascentium in Territoriis / Dio(eces)is S. Severinae et spe(ci)al(ite)r in Terr.o …[xvi] S.ti Joannis / Minacò et in aliis Terr.riis d.ae Suae Dio(eces)is. Et quia propter / guerrarum discrimina d.a Iura certo t(em)pore recolligere non / potuerint, nunc Patroni d(ictorum) Animalium illic pascentium ad / dicta asserunt non / teneri in praeiud.um Ecclesiae sup(radic)tae nobis / hum(i)l(ite)r supp.ri faciendo ob Dei et Ecclesiae sup(radic)tae reverentiam / sibi de opp(ortu)no juris remedio provideri.

Nos autem cupientes jura Ecclesiarum in sua firmitate persistere / ex certa n(ost)ra sci(enti)am cum nobis assistentis n(ost)ri Concilii deliber.ne / matura vobis committimus et mandamus, q(uate)nus praefato / Archiep(iscop)o vel eius Pro(curato)ri super exacc.ne X.marum p(raedic)tarum favea / tis et assisteatis praesidiis et favoribus op.nis p(rou)t et sicut / praefatus et modernus Archie(pisco)pus seu sui Praedeces.res / exigi soliti sunt hactenus et assueti pro parte Eccl(es)ia / sup(radic)ta prae(se)ntibus debite exequetis singulis vicibus rema / nentibus praesentanti. Datum in Castro n(ost)rae Civitas Cusen / tiam sub n(ost)ro parvo sigillo et manuali subscrip.ne die 4 Ap(ri)lis Anno D(omi)ni 1431. Lois de m(anda)to p(rae)fati D(omi)ni in suo Cons.o.”[xvii]

“Ludovicus Tertius Serenissimae, et Ill(ustrissi)mae D(omi)nae, D(omi)nae Joannae secundae Hungariae Hie / rusalem, et Siciliae Reginae filius unicus, suusque in praefato Siciliae Regno haeres, et / successor, Calabriae, et Andeganiae Dux Comitatuumque Provinciae folcalguerii, Cenomaniae, ac Pedemontis Comes, Nobili Viro Capitaneo Civit.s n(ost)rae S. Severinae p(rese)nti / scil(ice)t, et futuris, eiusque Locum Tenenti fidelibus n(ost)ris Dilectis gra(tia)m, et bonam vo / luntatem pro parte Re(verend)i in Christo P(at)ris A. Archiep(iscop)i d.ae Civit.s n(ost)rae S. Severinae fuit / nobis reverenter expositum. Quod olim Ecclesia S. Sev.ae solita fuit recolligere / decimam animalium pascentium in Territorio suae Dioecesis S. Sev.ae, et special(ite)r / in Territ.rio iuche, et S.ti Jo(ann)is Minacò, et aliis T(er)ritoriis suae dioecesis, et quia propter / guerrarum discrimina dicta jura certo tempore recolligere non potuerunt, nunc Pa / troni dictorum animalium illic pascentium ad id asserunt non teneri in praeiudicium / Ecclesiae sup(radic)tae, nobis humiliter supplicari faciendo ob Dei, et Ecc.ae sup(radic)tae reverentiam / sibi de opportuno Juris remedio provideri; Nos autem cupientes Jura Ecclesiarum / in sua firmitate persistere ex certa n(ost)ra scientia, cum nostri nobis assistentis Conci / lii deliberat.ne matura, vobis committimus, et mandamus, q(uate)nus praefato Archiep(iscop)o vel eius / Proc.ri super exactione decimarum p(raedic)tarum faveatis, et assistetis praesidiis, et favoribus / opportunis, prout et sicut praefatus modernus Archie(pisco)pus, seu sui Praedecessores exigere / soliti sunt, hactenus, et assueti pro parte Ecc.ae sup(radic)tae p(raese)ntibus debite executis singulis / vicibus remanentibus p(raese)ntati. Datum in Castro n(ost)rae Civ.s Cusentiae sub n(ost)ris parvo si / gillo, et manuali subscript.ne. Die quarto mensis Aprilis nonae indit.nis anno D(omi)ni millesimo qua / drigentesimo trigesimo p(ri)mo. Loys – De mandato praefati D(omi)ni in suo Consilio C. de Con / ridibus. Locus Sigilli + Reg.ta R.”[xviii]

“Ludovicus Tertius Serenissimae, et Ill(ustrissi)mae Dominae, Dominae Joannae / Secundae Hungariae, Ierusalem, et Siciliae Reginae Filius unicus, / suusque in Praefato Siciliae Regno haeres, et successor, Calabriae, et / Anneganiae Dux, comitatuumque Provinciae Forcalguerii, Cenomaniae, ac Pede / montis comes. Nobili viro Capitaneo Civitis n(ost)rae S(anc)tae Severinae pre(se)nti scilicet, / et futuris, eiusque Locum Tenenti fidelibus n(ost)ris Dilectis gra(tia)m, et bonam voluntatem / pro parte Reverendi in Christo P(at)ris A. Archiep(iscop)i, dictae Civit.s n(ost)rae S(anc)tae / Severinae fuit nobis reverenter expositum. Ex olim Ecclesia S(anc)tae Severinae / solita fuit recolligere decimam animalium pascentium in Territorio suae / Dioecesis S(anc)tae Severinae, et specialiter in Territorio yudye,[xix] et Sancti Jo(ann)is / Minacò, et aliis Territoriis suae Dioecesis, et quia propter guerrarum discrimina / dicta iura certo tempore recolligere non potuerunt, nunc Patroni dictorum / animalium illic pascentium, ad id asserunt non teneri in praeiudicium Ecclesiae / sup(radic)tae nobis humiliter supplicari faciendo, ob Dei, et Ecc.ae sup(radic)tae reve / rentiam, sibi de opportuno iuris remedio provideri, nos autem cupientes / iura Ecclesiarum in sua firmitate persistere ex certa n(ost)ra scientia, cum / nostri nobis assistentis consilii deliberatione matura, vobis committimus, et manda / mus, q(ua)tenus praefato Archiep(iscop)o vel eius Proc.ri super exactione decimarum p(redic)tarum / faveatis et assisteatis praesidiis, et favoribus opportunis, prout, et sicut praefatus / modernus Archie(pisco)pus, seu sui praedecessores exigere soliti sunt hactenus, et / assueti pro parte Ecc.ae sup(dic)tae prae(se)ntibus debite executis singulis vicibus rema / nentibus p(raese)ntanti. Datum in Castro n(ost)rae Civit.s Cusentiae sub n(ost)ris parvo sigillo / et manuali subscriptione Die quarto mensis Aprilis nonae Indicionis / anno D(omi)ni millesimo quadrigentesimo trigesimo primo. L. Coys – de mandato / praefati D(omi)ni in suo consilio. C.de Conridib. Locus Sigilli + Registrata R.”

Extracta est p(raese)ns copia a suo pp.o orig(ina)li in Carta pergamena existen. / in Archivio metrop.nae Ecc.ae S.tae Sev.nae, et licet mano aliena, mihi fida, / facta coll(ation)e concordat. Salva semper. et in fidem.

Ita est D. Fran.cus Ant.s Grotteria Not.s Ap.cus / Archivista, et Canc.rius Curiae Archiep(iscopa)les p(raedi)ctae manu / signoque pp.a.”[xx]

Note


[i] Rende P., Cronotassi dei metropoliti e degli arcivescovi di Santa Severina (dalle prime notizie fino al 1453), www.archiviostoricocrotone.it

[ii] L’11 aprile 1293, VI indizione, “apud Meledunum”, il re Carlo II d’Angiò conferma all’arcivescovo di Santa Severina Ruggero, il possesso di alcune terre in territorio di Crotone, vicino al fiume Esaro, in quello di Strongoli, lungo le rive del fiume Neto, e nel luogo detto La Conusa, presso il fiume Tacina,  confermando il privilegio concessogli il 16 novembre 1283 dallo stesso Carlo II, al tempo in cui era vicario generale del regno di suo padre Carlo I, di cui ci rimane questa trascrizione di una sua parte: “Archiepiscopus ipso in perpetuum habent et tenent ad opus suum praedictas culturas seu terras quarum fines sunt hii videlicet praedictae culturae de Laconusa ab una parte ipsius est flumen Tacinae, ab alia vallonus de Mantii, ab alia terra Archiepiscopatus S. Severinae, et si qui alii sunt confines, et reliquarum duarum culturarum quae sunt in flomaria Neti ab una parte ipsarum est cultura de Cacomeli, ab alia parte flumen Neti, et si qui alii sunt confines. Nec non et habent in perpetuum culturas quae dicuntur de puteo ante Cotronum prope vallonem Ysari ex una parte et Suburbium Cotroni ac montem de bliga ex altera et prope terram Carbonari. Item terra quae dicitur de Apotheca et alia parte ysari. Item Cascinum unum terra Curiae quam tenuit Gualterius Na… proditor prope vineas quondam Angeli de Vito. Item vineas quae fuerunt Rogeri Calabria de Cotrono proditori sitas in pertinentiis Cotroni; pro quibus omnibus solvere teneatur anno quolibet pro hiis scilicet quae sunt in territorio Cotroni in baiulatione Cotroni Regalia duo quae sunt tari decem et octo; pro hiis quae sunt in territorio S. Severinae Regale unum; et pro hiis quae sunt in territorio Strongyli Regale medium … Datum apud Meledunum … anno Domini millesimo ducentesimo nonagesimo tertio undecimo Aprilis sextae Indictionis Regnorum nostrorum anno nono.”

“La concessione dell’enunciati fondi era stata segnata in Napoli fin dai 16 Novembre dell’anno 1283 da Carlo II di Angiò … Vicario Generale del Regno, come egli stesso asserì: dudum cum titulo principali fungentes gerebamus vicem in Regno Siciliae bonae memoriae Domini Patris nostri Ierusalem Regni Nostri tunc extra Regnum ipsum agentis. Assunto poi al trono di Napoli pella morte del Re Carlo I suo genitore seguente il di 7 Gennaro deli anno 1285.” AASS, Fondo Arcivescovile, volume 84A, ff. 39-39v.

[iii] Rende P., Documenti riguardanti il diritto di decima concesso dai sovrani angioini agli arcivescovi di Santa Severina, www.archiviostoricocrotone.it

[iv] “Instrum.um inquisitionis factae de decimis Bajulationis Sanctae Sev.nae et Casalium eius Nec non de decimis Salinarum Neethi 1308.” AASS, Fondo Pergamenaceo, n. 3. “Instrumentum inquisitionis fattae de decima baiulationis S. Sev.nae et Casalium eius nec non de decima Salinarum Nethi sub anno 1308.” Inventario di scritture appartenenti alla Chiesa, e Mensa Arciv.le di S. Sev.na che stanno in Archivio separati da l’altre sotto chiave segnata con questi segni R. R. fatto da me D. Gasparo Caivani Archidiacono all’ultimo di settembre 1594. AASS, Fondo Arcivescovile, volume 2A, f. 86v.

[v] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 84A, f. 38v.

[vi] AASS, Fondo Pergamenaceo, n. 3.

[vii] AASS, Fondo Pergamenaceo, n. 4.

[viii] AASS, Fondo Capitolare, cartella 1D. Questo privilegio risulta elencato in un inventario conservato nell’archivio arcivescovile di Santa Severina, fatto dall’arcidiacono D. Gaspare Caivani il 30 settembre 1594: “Privilegium Caroli tertii super solutione decimae, et baiulatione sub anno 1382.” Inventario di scritture appartenenti alla Chiesa, e Mensa Arciv.le di S. Sev.na che stanno in Archivio separati da l’altre sotto chiave segnata con questi segni R. R. fatto da me D. Gasparo Caivani Archidiacono all’ultimo di settembre 1594. AASS, Fondo Arcivescovile, volume 2A, f. 86v.

[ix] AASS, Fondo Pergamenaceo, n. 73.

[x] Sic, ma testes.

[xi] Sic.

[xii] AASS, Fondo Pergamenaceo, n. 6.

[xiii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 2A, f. 12.

[xiv] “Privilegium Ludovici Tertii Jo(ann)ae secundae filii, et successoris Calabriae Ducis directum Capitaneum S.tae Sev.nae et futuris committentis ex certa sci(enti)a, ut faverent Archiep(iscop)o sive proc.re … decimarum animalium pascentium in territorio … [dioe]cesis expeditum in Castro Civitatis Consen[tiae] … 1431.” AASS, Fondo Arcivescovile, volume 2A, f. 115.

[xv] “Il redetto Duca di Calabria spedì ordine a nobili Viro Capitaneo Civitatis Santae Severinae di prestar tutta l’assistenza all’Arcivescovo recolligare Decimam Animalium pascentium in Territorio suae Diocesis Sanctae Severinae. Datato dal Castello di Cosenza a di 4 Aprile IX indiz. 1431.” AASS, Fondo Arcivescovile, volume 84A, ff. 38v-39.

[xvi] Juchae.

[xvii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 7A, ff. 255v-256.

[xviii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 9A.

[xix] Sic, ma Juchae.

[xx] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 22A, ff. 79-79v.


Creato il 15 Novembre 2024. Ultima modifica: 15 Novembre 2024.

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