Alla ricerca delle tracce e dei sentieri della transumanza
Fin dall’antichità la transumanza collegava i pascoli delle marine del Marchesato a quelli della Sila. Le mandrie e le greggi salivano e scendevano i tratturi lungo le due vallate del fiume Tacina e del Neto. Da Novembre ad Aprile il bestiame pascolava nei territori prossimi al mare, poi saliva ai pascoli silani. Ancora di recente la fiera di Mulerà, che si svolgeva l’otto settembre, nella vallata del Tacina presso Roccabernarda e la fiera sotto il titolo di S. Giovanni Minagò, o dell’Agli, la terza domenica di maggio nella vallata del Neto presso Santa Severina, segnavano il passaggio: la prima la discesa dalla Sila, la seconda la salita.
Gli armenti e le greggi, a causa del freddo e della neve d’inverno dovevano abbandonare i pascoli della Sila e pascolare in luoghi più miti prossimi alle marine. “Queste contrade, che possono dare il pascolo invernale, quali si dissero corsi, si trovano prossimi alle marine, ed in alcuni tenimenti sono molti, come in quello di Santa Severina, in altri sono pochi come in Cotrone, Rocca di Neto, Rocca Bernarda, e Cutro, ed in altri ve ne ha uno solo come in Belcastro, ed in altri nessuno”.[i]
Era questo il ciclo annuale agrario-pastorale che legava la marina alla Sila, il grano al formaggio. La concimazione, che ricevevano le terre dal bestiame, facilitava il raccolto abbondante del grano, mentre nelle terre arate e seminate nasceva l’erba tenera e dolce adatta al bestiame.
Stazzi, Trazze e Sentieri
In un elenco di “Stazzi, trazze e calate d’acqua, e carrere del tenimento della Città di Santa Severina”, compilato nel 1507,[ii] sono elencati cinque stazzi antichi, cioè luoghi dove d’inverno sostavano le mandrie. Essi erano situati nelle località “Serra dell’Armo”, “Serra de Crapari”, “Ferrato”, “Valle della Botte” e “Grottari”.
In ogn’uno di questi luoghi arrivavano e partivano trazze e calate d’acqua, quest’ultime quasi sempre andavano al fiume Neto, dove il bestiame poteva abbeverarsi. Il territorio di Santa Severina era attraversato da ben 65 trazze pubbliche, che attraversavano luoghi minuziosamente descritti.
Un “Notamento delle trazze, vinnelle e corsi comunali dello territorio di S. Mauro” del 1801 elenca 8 trazze che “sono larghissime tanto che li paesani vi pascolano li asini, li tauri e le pecore senza alcuna riscossione”; a queste erano poi da aggiungere “diverse viavelle pubbliche e che vanno a diversi punti, cioè una va all’Acqua di Vartolo, ed alle Manche; altra che dalla Carrera alla Conicella; altra che dalla Conicella alla Drinella ed a Caravà; altra che dal paese va allo pozzo comunale, alla Madonna, e da Giordano, va allo stretto delli Pizzichini, a Santo Matteo; altra che dalla Madonna va alle Vigne della Catena e vi mena allo stretto di Jofalo”.[iii]
Un accurato censimento del 1873 descrive le 14 trazze ed i 16 sentieri esistenti nel territorio comunale di San Mauro.[iv] Le 14 trazze si sviluppavano per 93 chilometri con una lunghezza media di Km. 6,643. La loro larghezza variava dai 2 ai 5 metri. Mediamente ogni trazza misurava 4 metri di larghezza, mentre per gli estensori avrebbe dovuto essere di almeno 5. I sedici sentieri erano lunghi complessivamente km. 35,200 con una lunghezza media di Km. 2,200 ed erano larghi in media m. 2, invece dei m. 3 previsti. In totale la viabilità pubblica, costituita da trazze e sentieri, nel solo territorio di San Mauro ancora alla fine dell’Ottocento si sviluppava per km. 128,200. Dal computo risultava inoltre che almeno km2 0,14 di suolo pubblico era stato usurpato dai proprietari dei terreni confinanti.
Le usurpazioni
“Secondo vetuste tradizioni, le trazze, lungo le quali scorreva la transumanza del bestiame o transitavano le carovane dei mercanti o dei viaggiatori a qualsiasi titolo, avrebbero avuto una larghezza di 15 metri. In tempi posteriori, decadute molte consuetudini, molti proprietari dei terreni attraversati dalle trazze usurparono gran parte dello spazio riserbato a quest’ultime”.[v]
La preminente importanza per l’economia del territorio che le università del Marchesato davano al bestiame è evidenziata dalle consuetudini: spettava ai proprietari delle possessioni, dei terreni e delle vigne confinanti con le trazze e calate all’acqua “se l’abbiano da tenere chiusi, che non patano danno, altrimente sia in contumacia loro, e lo bestiame non sia in pena alcuna, atteso sono vicini alle trazze, e calate di acqua”.
Sono documentati già nei primi anni del Cinquecento tentativi di restringere le trazze: “Francesco Telese si stringa e faccia la carcara dalla punta dalla carcara vecchia …”, “D. Giovanni Millesimo si stringa la sepala, e facciala dov’era prima”, “D.a Altabella si stringa la sepala delo Salice grande”, “Sicilia si stringa la sepala, qual è alla cona di Guglielmo Infusino”, “Notar Errico ave fatto la fabrica la magior parte allo publico, che si retraga e lasci più là verso di esso”, ecc.
Allo stesso tempo i governanti avvisano i proprietari di salvaguardare e di non dare impedimento alla trazza vicina alle loro proprietà: “similmente la possessione di M.ro Onofrio Pagliaro quando se ci farà la sepala, la faccia crista crista acqua fundente verso la sua possessione e la tenga chiusa”, “Domenico Germano, e D.a Altabella facessero lo ponte all’acquaro, e quello mantengono a loro spese, atteso è trazza”, “innanti lo molino delli cuti fornito quest’anno presente, l’orto ch’è fatto innanti d.o molino non si ci faccia, ne tale loco impedisca, atteso ch’è trazza”, ecc.[vi]
Alla ricerca dei sentieri perduti
A volte percorrendo sentieri in Sila o nelle campagne del Marchesato, il nostro cammino è sbarrato da fili spinati, mentre altre volte ci troviamo di fronte ad un terreno arato o ad una recinzione. Le usurpazioni di questi suoli pubblici sono diventate sempre più frequenti con la diminuzione del fenomeno della transumanza, con la stabulazione e da ultimo con la Riforma Agraria, che quotizzando il territorio ha di fatto rotto il filo antico, che legava i pascoli della marina a quelli silani. L’usurpazione ha avuto poi un valido aiuto nella noncuranza, se non peggio nella complicità, degli organi statali e comunali, che dovevano salvaguardare questi luoghi pubblici.
I segni rimasti
A ricordo delle trazze perdute e non più esistenti rimane a volte il toponimo, che ci indica il luogo, dove esse passavano. Nel “Manuale dei beni, rendite, e pesi di questa Mensa Vescovile di Belcastro per il corrente anno 1806” così è descritta la gabella la Castellana di tomolate 300 affittata da D. Vitaliano de Riso di Catanzaro: “La detta Castellana ha sua notoria trazza, che dalla chiubica, o sia strada pubblica porta alla stessa, sebbene oggi dal d.o Riso detta trazza in tempo della vacanza di detta sede vescovile per la morte Monsignor Fabiani fu ridotta ad un viottolo coll’opera di Saverio Arcuri per ordine di esso di Riso, come mi confermò Vincenzo Tallarico di Carlopoli”.[vii]
Nell’elenco delle terre appartenenti alla chiesa di Santa Maria delle Castella si trova “Item unaltro pezzo di terra in loco detto La trazza de salmate quattro in circa confine le terre dell’erede del q.o luca cresciente et la gabella della guardiola”.[viii]
Crotone. Francesca Barricellis eredita nel 1718 dal padre Gio. Batt.a la gabella la Trazza, conf.e La destra dell’Agliastro di Gio. Pietro de Bona di Cutro, che lascia nel 1731 al figlio Fabritio Suriano.[ix]
Rocca di Neto. L’Abbazia di S. Giovanni in Fiore esigeva dalla chiesa arcipretale di Rocca di Neto “la prestazione, ogni 2 anni nel decorso di 4, della metà del frutto di un territorio campese di 10 tomolate in località “Il vignale della Trazza” confinante coi beni dei sigg. canonici don Oronzio e don Martino Severini di S. Severina”; “dai canonici don Oronzio e don Martino Severino di S. Severina la prestazione, ogni due anni, della metà del frutto su un territorio campese di 13 tomolate sito in località “La Trazza” confinante coi beni del notar Bruno Panajia della Real certosa di S. Stefano del Bosco” e dalla chiesa arcipretale di Rocca di Neto “su un territorio campese di 15 tomolate sito in località “La Trazza di Vinetta” confinante coi beni burgensatici della camera baronale e del v.le convento soppresso di S. Agostino”. L’Abbazia di S. Maria del Patire esigeva dalla Real Certosa “la prestazione, per 2 anni nel decorso di 4, della metà frutto di un territorio campese di 18 tomolate sito in località “La Difesa della Trazza” confinante coi beni della medesima e della v.le chiesa arcipretale”.[x]
Documenti
“Stazzi, trazze e calate d’acqua, e carrere del tenimento della Città di S.ta Severina” (AASS. 109 A., p. 260 sgg.).
“Die 7 Aprilis X.ae Ind.s 1507.
Sono stati provisti, e dichiarati li stazzi, trazze, e calate d’acqua, e carrere per li sottoscritti uomini deputati per l’università della Città di Santa Severina / Alessandro Infosino nel p.nte anno Mastrogiurato, Francesco Murrone Sindico, Giovanni Cosentino, Stefano Millea, Pietro Millesimo, Angelo Cundopoli, e Giovanni Guardata.
Imp.s S’incomincia, e dicemo, che nella Serra di Armo sono li stazzi antichi, ed ogn’anno si vi sole stare, ed aveno le sottoscritte trazze, e calate d’acqua.
La prima va la serra serra saglendo dove si dice Monte Biscardo, e da là descende per le portecelle, e descende per la colla della Catuna, e da là cala alla via per la vigna di Guglielmo Infusino, e Giovanni Serratore, e cala allo Zappaturo, seu fraschetto di Armo.
2 – La sopradetta trazza cala per le portecelle, e per la colla de la Catuna, cioè fra la vigna di Marc’Ant. Mascardino, idest Ciccorretto, e la chiusa di Andrea Oliverio, e cala alla vigna oggi posseduta dal Camillo Infusino Decano, e la vigna di Giovanni Serratore, oggi è vignale posseduto dallo stesso Decano.
3 – Item l’altra calata di Armo descende per la scala di Armo di sopra la vigna di d.o Guglielmoi, ed esce sopra alla detta calata, quale descende dalla d.a Colla della Catuna, e da là descende all’acqua allo d.o Zappaturo, seu fraschetto di Armo.
4 – Item la vigna di d.o Guglielmo, e di d.o Giovanni Serratore, e Franc.o di Milo, e Guglielmo Infusino di Franc.o, li giardini e vigne atteso sono vicini alle trazze, e calate di acqua si li tengono chiusi in modo che non patano danno, altrimenti non siano tenuti à pena, ne à danno alcuno.
5 – Item li detti stazzi anno ancora le sottoscritte calate di acqua, e trazze descendono per la colla di S.a Maria delli Frati e vassene alli strittura, e cala allo zappaturo dello cardunetto, e da là descende per sopra, e di sotto le grutti di Millesimo, e descende all’acqua di Favatù, ed ancora descende alla via appendino del giardino di D.a Altabella, e Filippo dele Pera, qual è pure trazza, e cala all’acqua dello Salice, ed alla valle di Lucida.
6 – Item si dichiara, che le vigne di Pietro e di D. Giovanni Millesimo, l’Eredi di D. Fran.co Carnopoli, Cristofaro di Girardi, Tomaso Varano, Filippo dele Pera, D.a Altabella, Giovanni Iaquinta e lo Cantore se l’abbiano da tenere chiusi, che non patano danno, altrim.e sia in contumacia loro, e lo bestiame non sia in pena alcuna, atteso sono vicini alle trazze, e calate di acqua.
7 – Item dopo che lo bestiame cala all’acqua à favatù, poi può saglere per Armo e quelli che scendono di Armo ponno scendere a Favatù all’acqua, l’uno, e l’altro.
8 – Francesco Telese si stringa e faccia la carcara dalla punta dalla carcara vecchia, e fere alla mortilla, e sotto li fichi, e per sotto vicino li sciummascini.
9 – Item D. Giovanni Millesimo si stringa la sepala, e facciala dov’era prima alla volta dove si scanza allo molino di Filippo dele Pera.
10 – Item D.a Altabella si stringa la sepala delo Salice grande, qual è proprio all’acquaro di Guglielmo Infusino, e saglie per dritto allo scino grande, qual è appresso all’acquaro quale viene allo molino di Filippo lepera.
11 – Item Sicilia si stringa la sepala, qual è alla cona di Guglielmo Infusino per detto lepera d’essa Sicilia, ed esce per dritto all’ultimo della sepala sua, quale descende da là, viene dallo molino di Filippo dele pera, atteso è vicino la cala ta d’acqua, e tengasi chiusa la possessione ut sup.a, come l’altre, alias lo bestiame non sia tenuto à pena alcuna.
12 – Item Notar Errico ave fatto la fabrica la magior parte allo publico, che si retraga e lasci più là verso di esso acqua fundente di sopra lo granato, e non persegua per quanto dura la sua possessione, e se la tenga chiusa, atteso è vicino alla trazza, che descende dalla Città, altrim.e lo bestiame non sia tenuto à pena alcuna.
13 – E similmente la possessione di M.ro Onofrio Pagliaro quando se ci farà la sepala, la faccia crista crista acqua fundente verso la sua possessione e la tenga chiusa, altrim.te in suo danno ut sup.a.
14 – Item Domenico Germano, e D.a Altabella facessero lo ponte all’acquaro, e quello mantengono a loro spese, atteso è trazza.
15 – Item innanti lo molino delli cuti fornito quest’anno presente, l’orto ch’è fatto innanti d.o molino non si ci faccia, ne tale loco impedisca, atteso ch’è trazza, quale descende da Guglielmo Infusino, e vassene allo pendino di molinello seù dell’impisi.
16 – Item la trazza e via publica, che descende dalla Città del d.o pendino dell’impisi tira allo colla di Parise, e và allo ponticello, li Padroni delle possessioni se li tengano chiusi, altrim.e non siano tenuti.
17 – Item in serra di Crapari ci sono li stazzi antichi, ed aveno le sottoscritte trazze, e calate di acqua La prima trazza quale descende per la scala di vitriolo, e descende dentro la valle di lucida.
18 – Item l’altra trazza descende per li grazzana per la vigna di Giovanni Tisolfo, Simone Abinabile, e Fabrizio dello Moio, e cala all’acqua dello Salice, e la valle di lucida.
19 – Fabrizio dello Moio si cala la sepala allo cavone verso la possessione sua, e che li pred.ti Simone e Giovanni Abitabile, Giovanni Tisolfo, e Fabrizio dello Moio, Giovanni Cosentino, Guglielmo Infusino, Iacono Terranova si tengano le loro possessioni chiuse, ut sup.a, altrim.e lo bestiame non sia tenuto à pena alcuna.
20 – Item l’altra trazza, che descende dalli stazzi di Crapari cala per la valle di Cuvanda, fraschetto della valle di lucida, ed ancora descende à lucida per la via di S.ta Maria della Grutta.
21 – Item dette trazze di Crapari anno la calata all’acqua, quale descende per la d.a Cuvanda, e per S. Nicola d’Armirò, e descende allo passo di Silife, quale descende di Armirò, e vallone salzo, seù salinella.
22 – Item Messer Birardo Lucifero, idest la possessione sua, che fù di D. Nardo Fazzalaro si restringa la sepala di sotto la timpa di S. Nicola di Armirò, perché da là descende all’acqua all’ilice, ed allo vallone salzo, seù salinella, poiché è trazza, e calata d’acqua antica, e si tenga chiusa la detta possessione, atteso è circondata di trazze, e calate di acqua, altr.e lo bestiame non sia tenuto à pena ut sup.a.
23 – Item la trazza, e calata quale descende, ed ascende per la serra d’Altilia à vallone salzo, seu salinella per la via vecchia, quale descende per d.a serra d’Altilia propè S.ta Maria de di Trungali, seù pantano, e cala all’acqua di vallone salzo, ut sup.a.
24 – Item la trazza quale descende dal d.o vallone salzo va lo vallone a pendino, e fere alla cona dell’Alvanese in Ardavuri, e da là descende la via à pendino per innanti lo molino di Ardavuri, e cala à Neto
25 – Item la trazza, quale descende dalla serra di Altilia tra li terreni della Chiesa di Altilia, e S.ta Anastasia, e Dom.co de Leo, descende dalla serra serra, e và allo vallone salzo, e và alla via quale traversa allo frasso d’ardavuri, e cala all’acqua à Neto, e và via via d’ardavuri, e cala all’acqua à Neto in fronte alla timpa dello Salto.
26 – Item la trazza della via publica, quale viene dalla Città per la Colla di Parise, ed esce allo piro pirajino, e cala per dritto à Neto.
27 – Item la trazza, quale descende dalla colla di scarparro, descende per la valle delle Iinostrette, e da d.a valle appendino esce per dritto à Neto allo capo acquaro delli molini della Roccella.
28 – Item la trazza, che viene da Manastria ascende per la colla delle vigne di Donna Giovanna, seù Girorma, ed ascende la serra serra della gabella delli Iinostretta, e di tiroleo, e descende all’Umbro della Valle dell’Arvano, e da là descende all’acqua à Neto, seù acquaro predetto.
Paganò
29 – Item la trazza, la quale descende dalla petrozomata cala la serra serra tra li terreni di Perri Stefanizzi, e Gio. Antonio Susanna, e và alla Colla della Roccella, e la via appendino per li terreni di Iacovo Vasuino, e cala à Neto alla volta di d.o Iacovo, quale è calata, ed aziaturo d’estate, e d’inverno d’ogni bestiame.
30 – Item l’altra calata della petrazomata, e trazza di d.a calata, e descende tra li terreni di Fran.co Infosino, e del d.o Gio. Antonio Susanna, e descende alla strada publica di Iannoccari, e la strada appendino và all’acqua à Neto alla volta d’Andrea Sacco quale è calata ed azijaturo antico d’estate, e d’inverno, d’ogni bestiame.
31 – Item la strata che scende da Dusso descende per li terreni di Ettore Infantino, e descende allo vallone di Paganò alle quercie di Dom.co Salimbene, da là descende dalla via appendino, e traversa per la via di Iannoccari, seu Budetto tra le vigne di Gio. Francesco Susanna, e Fran.co Ruggiero descratiscano e Perso Burijse, e da là descende alla via, che và à Iannoccari, e descende à Neto alla pred.a Volta ch’è di Andrea Sacco, ut sup.a.
32 – Item l’altra trazza, quale descende da Dusso pred.o descende per la colla di Carga e descende per la valle di Cersisina tra li terreni delli carusi, e Priamo Infantino, e cala per dritto à Neto tra li terreni dell’Infantini ed Andrea Sacco quali sono calate, ed azijaturo antico d’estate, e d’inverno, d’ogni bestiame.
33 – Item le vigne, seu pastine quali sono state fatte da Gio. Loise Marchionne, e Fran.co Pizzollo e Giovanni Baccaro, quali sono in canto alla trazza, e calata d’acqua in piedi la valle di Cersisina, abbiano arrestare, e non allevarsi per l’impedimento della d.a trazza, e calata d’acqua, e similmente fa detrimento alla strada pubblica che descende dalla Città.
34 – Item la trazza che viene da Ferrato, la quale viene per Scrivo e cala per Santo Sodaro la serra serra, e cala allo pantanello dello laco, e cala alla via publica, quale descende dalla Città, e da là cala all’acqua à Neto calaturo, ed azijaturo d’estate, ed inverno, ed anco d’ogni bestiame.
35 – Item la trazza che descende da Ferrato cala alla colla delo petraro, e descende per la serra chiana, e cala à Neto sopra Fisa di Volo all’acqua, ed all’azijaturo.
36 – Item la trazza che viene da Ferrato dalli stazzi vecchi saglie per filajanni, e poi la scala di collura, e và dentro la valle di S. Lia, e cala all’acqua à Neto, dove si chiama la volta di barbarito, qual è calata d’acqua, ed azijaturo, anco di ogni tempo, ed’ogni bestiame.
37 – Item la trazza che cala dalla pizzuta, e descende la serra serra per la colla della fico, e le serre serre, e fere alla serra dello rajetto, e descende per la serra di Salvamento, e dalà descende à Neto alla d.a volta di barbarito.
38 – Item l’altra trazza che dalla pizzuta cala ancora, e descende in piede la valle della fico, e va le sciolle appendino, e cala in piede la valle dello rajetto, e fere à Neto, dov’erano le leuche di pacciarello per diritto à Neto.
39 – Item la trazza, quale viene da Diastra, e cala à tufalo, e saglie alla serra dell’ogliastro, e descende per li terreni delli Guardati e dello corvo lo cavone appendino e descende all’umbro cernuto, e fere alla strada publica, quale descende dalla Città, e da là saglie per la d.a via publica, e saglie per la manca della Corte, e saglie à scorpo all’occhio, e la serra serra va alla serra chiana, e fere alla petrazomata soprad.a, e da là segue ut sup.a dictum est.
40 – Item la trazza quale descende da scorpo all’occhio, cala e descende tra li terreni di Perri Stefanizzi, Andrea Foresta, e descende alla fine per li terreni di Cola Sercumanno, e da là và allo passo all’acqua, e se ne cala à Neto descendendo per la via publica, quale si dice della Nuce.
41 – Item l’Umbro della gane, seu bruchetto per commodità dello bestiame, quale va, e viene dalla terra, e quando si carrija lo grano non si debba impedire in cosa alcuna, perche sempre e stato usato, e conservato anticamente.
Die X m.s Septembris X.ae Ind.s
Sono state provedute , e declarate le trazze, li stazzi, e calate d’acqua soliti per l’infra.tti uomini deputati per l’università Diamante Ferraro Sindico, Stefano Milea, Matteo Marinaro,Tiberio Greco, Angelo Condopoli, Mateo Millesimo, Giovanni Cosentino, Giovanni Corona, Matteo Guardato, Gaspare Telese, la quale determinazione li pred.i uomini anno fatta, della e determinata nella Città per non possere andare fuori secondo sono stati annotati.
42 – Imp.s li pred.i di ferrato sono li stazzi vecchi, ed ancora le mandre della favata, ed anno le sottoscritte calate d’acqua, e trazze: descende per lo vallone appendino di ferrato, e và l’acqua appendino, ed esce alla colla di Santa Vennera, et S.to Iuliano, e fere à Turrotio, e và a Neto alla volta di Turrotio.
43 – Item le dette trazze aveno le trazze per andare à Turrotio, e cala alla via publica appendino, e cala per lo passo di S.ta Vennera, e va per la colla di torno, e può abiverare, e da là cala per la colla dell’auzanetto, e da là va à mutro.
44 – Item la trazza quale saglie da Neto, ave la trazza saglendo, e scendendo per la via publica, quale va alla valle della vecchia, e saglie alla cutrera, e va la serra ad in e va allo cantone saglendo e scendendo, e và all’acqua à Neto.
45 – Item la trazza, quale viene dalla colla di mutro, ed escie a Santa Maria dell’Arbore e escie a Turrotio, ed à Neto alla volta di Turrotio.
46 – Item la trazza, quale viene da mutro per la colla dello Iudeo descende à Santa Maria de fosse, e cala à Neto alla volta di Turrotio, e da cala à filastra, descende all’acqua à Neto ut sup.a per la valle della mendola.
47 – Item li stazzi di ferrato aveno le trazze, quali sagiono per li terreni dello griolato, e fere alla colla della valle cupa, e fere à S.to Sodaro.
48 – Item d.i stazzi di ferrato cala alla trazza la via appendino per lo pirpo piraijno, e saglie per la valle sinostula deunze, e saglie in fronte dello cantone, e fere alla lustra sopra Santo Pietro.
49 – Item d.i stazzi di ferrato anno la trazza sagliendo per la manca della favata, e saglie per le petre stizzane, e saglie alla lustra sopra S.to Pietro, e l’altra trazza, saglie per la scala della gallipusa calando e descendendo all’acqua della lustra.
50 – Item d.i stazzi anno le trazze ferrato ad irto per l’acqua delle travi, e saglie à condaleo, e saglie alle serre, e così descende.
51 – Item d.i stazzi anno le trazze, quali sagliono à filajanna, e da là segue come è scritto di sop.a.
52 – Item d.i stazzi anno la trazza, quale saglie ferrato ad irto, e cala sopra lia, ed alla pezzuta ut supra.
53 – Item similmente cala, e saglie dalla pizzuta, com’è scritto ut supra.
54 – Item ave la trazza da ferrato ad irto, e può saglere, e cala per fino alla palumbara di scifo passando per Diastra la via via per sopra tufolo, e l’altra cala per tufolo, e per lo corvo fra li terreni di Giovanni Novellise, e la via via, ed esce all’acqua dell’arvano.
55 – Item à gaudiosi in terra di Filippo le pira non sono le trazze antiche, ed aveno le trazze, che calano all’acqua per la colla della percosa, e cala all’acqua alle gorna per lo squiglio apendino, e l’altra trazza cala gaudiosi appendino, ed esce alle serre a cosello.
56 – Item le trazze che sono alla colla dell’acummero, che calano all’acqua alle gorna, e l’altra cala e descende alle caselle, e cala alle pira di gaudiosi l’una, e l’altra per lo timpone bianco, e fere à drago salendo, e descendendo la serra apendino de breglia.
57 – Item d.e trazze aveno le trazze ancora le serre appendino di puglia, e cala alla via abuttando verso le canne di M.ro fabrizio, e cala allo vallone, seu pantano de Caruso.
58 – Itam l’azijaturi, seù mirijaturi dell’arbano ponno saglere à ferrato, ed à scifo, saglendo per la via dell’irto di scifo ad irto, e puo saglere ancora alle gorna ascende ut supra.
59 – Item calato lo bestiame alle gorna può calare ancora all’acqua all’alvano, e descende per la via delle Cruci, e può andare a jofari per la via publica per lo passo di cunnello, e puo saglere jofari ad irto, ed andare alla valle della botte, e similmente si può calare com’è detto di sopra, e sagliere per le tre ajire, e fere allo vallone le coste coste, ed esce sopra la fontana di brancasso, e va la via via ad irto alla d.a valle della botte.
60 – Item essendo lo bestiame a monteviscardo può descendere a detta valle della botte per la maura e per la valle della vavula appendino, e cala all’acqua ut sup.a ed alli stazzi antichi saglie e descende.
61 – Item li stazzi della valle della botte in capo delle ficare ponno calare à jofari com’è detto di sopra, e ponno saglere à S. Nicola delli Millei per lo Cafaro, e per la carfola, e saglie à scurajanni, e ponno saglere e discendere alle serre di monteviscardo.
62 – Item a S. Nicola de Grottari è lo stazzo antico, ed ave la trazza saglendo, e descendendo alle serre di Armo, e di monte viscardo, ed ave la trazza, che descende la via di S.to Yorji, quale va a Grottari tra le vigne di M.ro Fiore, e Fran.co Iaquinta, e Paulino Basuino, e da là descende le serre serre fra le terre della Chiesa e Calafà e descende allo passo d’Alevri.
63 – Item essendo lo bestiame a Monteviscardo à pascere, e pernottare ponno calare all’acqua à ballente, e da Gurgurà, e ponno calare per le colletelle, ed essere alla g..ta del drago, e fare come è scritto di sopra, e di alevri, e fere alla serra di rapana ed esce alla colla di gullitano.
64 – Item li stazzi della valle della botte ponno sagle per l’aliva, e da là saglie alla serra de scurojanni, e và alli tumbari, e può calare a tumbari.
65 – Item li d.i stazzi di grottari ave la trazza per sopra yorji, e cala per S.ta maria delle Pozelle, e cala à Bella, e da là può calare a merto e può passare la via via di Bella soprad.a, e può andare la via ad irto, e l’altra via andare alla valle della botte ut supra.
“Notamento delle trazze, vinnelle e corsi comunali dello territorio di S. Mauro” (AASS. 109 A., p.260 sgg.).
“Nello territorio di S. Mauro vi sono li seguenti trazze:
1°. Una trazza che comincia dalla Colla di Verde, colombra, Varvariti, Rigolizzetto, Caladà, Giordano, Bosco di Morello, Valle di Cordani, Valle dell’Acqua, Miniscalchi, troncone nero, per Cotrona.
2°. Altra trazza che comincia dalla Noce Masca, Vignale di Cantoniere, Colla di Angelo Guercio, le Malecolle, per Travoglito, Pantano e Rigolizzetto.
3° Altra trazza che dallo Paese va per la Madonna del Soccorso alle Vigne dell’Acque che piove, per l’irto dello Critazzo per lo termine delle Gorna e quello delle Serre, va sino a Scandale.
4°. Altra trazza che dallo paese va per la carrera scende pel pendino del Corvo, per lo vignale di S. Leone, pel setto di godano, Cropaja, alli firrari.
5°. Altra trazza che dallo paese va alla Madonna del Soccorso per il termine dello Scifo, per Giordano, Santo Nicola esce allo setto di Giordano.
6° Altra trazza che dalla Madonna del Soccorso va allo stretto di Ma…le, scende per Santa Nastasia e tira per tutto lo prato (?) di Jofalo.
7°. Altra trazza che che dallo stretto di Comensale allo stretto della Ficara, passa per S. Nicola de Milleis, esce alla carcarella comunale mezzo la … e va a Jaciano, ed a Ducime, ed escono a Tacina.
8°. Altra trazza che da Jofalo sale per Pesicetta, per la Valle della Botte ed esce a S. Nicola delli Milleis.
Questo paese ha pure diverse viavelle pubbliche e che vanno a diversi punti, cioè una va all’Acqua di Vartolo, ed alle Manche; altra che dalla carrera alla Conicella; altra che dalla Conicella alla Drinella ed a Caravà; altra che dal paese va allo pozzo comunale, alla Madonna, e da Giordano, va allo stretto delli Pizzichini, a Santo Matteo; altra che dalla Madonna va alle vigne della Catena e vi mena allo stretto di Jofalo.
Le trazze sono larghissime tanto che li paesani vi pascolano li asini, li tauri e le pecore senza alcuna riscossione. Sono comunali li corsi della Columbra e della Valle della Acqua, come ancora terre comunali le gorne dello cafane di Perrotte e di Jefalo ove sinci abburga il lino.
La comunita universale di Santo Mauro ha pure tanti altri dritti sopra le gabelle dello Principe di Santa Severina, sopra la Badia di San Pietro in Niffi, sopra la universita della Badia della Altilia, che tutti godono senza nissuna molestia. Santo Mauro li 22 marzo 1801.
Stefano Bisciglia ad futuram memoriam”.
Note
[i] AASS, 089A. Merola G., Memoria dimostrativa, p. 5.
[ii] AA.SS, 109A, Stazzi, trazze e calate d’acqua, e carrere del tenimento della Città di S.ta Severina.
[iii] “Sono comunali li corsi della Columbra e della Valle della Acqua, come ancora terre comunali le gorne dello cafane di Perrotte e di Jefalo ove sinci abbarga il lino. La comunita universale di Santo Mauro ha pure tanti altri dritti sopra le gabelle dello Principe di Santa Severina, sopra la Badia di San Pietro in Niffi, sopra la universita della Badia della Altilia, che tutti godono senza nissuna molestia. Santo Mauro li 22 marzo 1801. Stefano Bisciglia ad futuram memoriam”. AASS, 109 A, p. 260 sgg.
[iv] Maone P., San Mauro Marchesato, p. 337.
[v] Maone P., San Mauro Marchesato, p. 337.
[vi] AA.SS, 109A, Stazzi, trazze e calate d’acqua, e carrere del tenimento della Città di S.ta Severina.
[vii] AASS, 15 B, f. 1v.
[viii] AVC, Processo grosso di fogli cinq.cento settanta due della lite, che Mons. Ill.mo Caracciolo ha col S.r Duca di Nocera per il Vescovato, 1564, f. 85v. La gabella della guardiola era in territorio delle Castella in loco detto Campolongo e vicino alla via che va da Castella a Cutro e confinava con la gabella delo Rigano e le terre del decanato di Isola, Processo grosso cit., f. 505; Visita decano Tiriolo, 1594, f. 71v; 9. Il toponimo trazza si trova anche nel catasto del 1843 di Isola.
[ix] ASCz, Not. Stefano Lipari, B. 614, f.lo 1730, f. 15. Il canonicato di S. Blasi possiede un vignale nomato la Destra dell’Agliastro nel territorio detto Laganà confine il Vallone di Pudano (AVC, Acta della visita del vescovo Marco Rama, 1699, f. 142v) (Passo di Pudano).
[x] Spizzirri M., Rocca di Neto nel catasto del 1742, Rossano 1995, pp. 316 sgg.
Creato il 6 Settembre 2021. Ultima modifica: 6 Settembre 2021.