Le confraternite di Crotone

Crotone, i confrati con il quadro della Madonna di Capo Colonna in cattedrale.

Il vescovo di Crotone Giovanni Lopez in una sua relazione, si sofferma a descrivere le confraternite presenti in cattedrale: C’è prima di tutte la arciconfraternita del Santissimo Corpo di Cristo,[i] i confrati della quale si recano insieme con i ceri accesi, quando portano il sacramento della Eucarestia agli infermi. Ogni anno nominano come procuratori e amministratori un chierico del capitolo ed un secolare, i quali finito l’anno, presentano i conti della loro amministrazione al vescovo, secondo quanto è stabilito dal Concilio Tridentino. C’è anche la confraternita delle Cinque Stimmate di Cristo, nell’altare della quale ogni sabato si celebra una messa di passione. Essa è amministrata da un secolare.[ii]

Altre notizie sullo stato di queste due confraternite sono fornite dalle relazioni del vescovo seguente Tommaso de Montibus (1599-1608): Due sono le confraternite in detta cattedrale. L’arciconfraternita del SS.mo Sacramento da molti anni eretta, è stata rinnovata da noi in forma migliore. Per il suo governo ed amministrazione, abbiamo deputato un rettore da eleggersi ogni anno dai nobili della città, un sacerdote della cattedrale e un cittadino esperto nei due diritti (U.J.D) in luogo di consultore. Per il comando e la perizia di questi la stessa confraternita aumenta di importanza giorno per giorno, anche se non ha una rendita di più di 20 ducati. L’altra confraternita detta delle Cinque Piaghe non ha rendita. Essa è governata dai suoi ufficiali e governatori e si sostiene con le pie elemosine dei fedeli.[iii]

Lo stesso vescovo tre anni dopo, oltre ad evidenziare, che con il suo intervento la confraternita del SS.mo Sacramento aveva aumentato in beni e rendite, accenna alla presenza di altre due confraternite di nobili esterne alla cattedrale: quella di Santa Maria di Monte Carmelo, nel convento carmelitano, e quella del SS. Rosario, nel convento dei domenicani. Nella cattedrale ci sono due confraternite: una chiamata arciconfraternita del SS.mo Sacramento, l’altra delle Cinque Piaghe. La prima era quasi distrutta e fu da noi in nuova e migliore forma ricondotta. Abbiamo fatto alcune utili costituzioni e scelto come rettore ogni anno un sacerdote della cattedrale da eleggersi dai nobili con accanto un esperto di diritto. Così ora è aumentata nei beni e sempre più migliora la devozione. L’altra quella delle Cinque Piaghe è amministrata dai suoi ufficiali e amministratori e, poiché non ha rendite, si mantiene con le pie elemosine. Ci sono anche due confraternite, una sotto il titolo di Santa Maria de Monte Carmelo e l’altra sotto il titolo del SS.mo Rosario, entrambe frequentate da molti nobili.[iv]

All’inizio del Seicento il vescovo Carlo Catalano (1610-1622) alle quattro già segnalate dal vescovo Tommaso de Montibus, due in cattedrale e due nei conventi, aggiunge altre tre confraternite con chiesa propria fuori le mura della città, quelle della Pietà, dell’Annunciata[v] e di Santa Caterina.[vi]

La presenza di queste sette confraternite è confermata negli anni seguenti dalla relazione del canonico della cattedrale Don Giuseppe Condello, dove evidenzia, che la chiesa di San Sebastiano è stata unita alla chiesa dell’Annunziata. “Ci sono tre chiese di confrati S. Maria della Pietà, S. Sebastiano e Santa Caterina, nelle quali si celebra qualche volta all’anno, principalmente nei giorni delle loro feste”.[vii]

La situazione rimase così per tutta la prima metà del Seicento, come nota la relazione del vescovo spagnolo Giovanni Pastor (10 luglio 1638 – 4 luglio 1662). Nella cattedrale ci sono due confraternite una del SS.mo Sacramento e l’altra delle Cinque Piaghe … C’è dentro la città il convento dei frati minori conventuali nella cui chiesa c’è la confraternita dell’Immacolata Concezione (o dei Sette Dolori di Maria), detta così anche perché è la “divisa” dei conventuali.[viii] Vi è poi fuori le mura un altro convento dei domenicani nella cui chiesa vi è la confraternita sotto il titolo del SS.mo Rosario.[ix] Sempre fuori le mura vi è il convento dei frati minori dell’osservanza (del Carmine), nel quale c’è la confraternita di Santa Maria de Carmelo. Vi sono poi le tre chiese della Pietà, dell’Annunziata e di Santa Caterina, in ognuna delle quali vi è una confraternita.[x]

Durante il vescovato di Giovanni Pastor avvengono alcuni mutamenti. Nel 1652 per bolla di Innocenzo X, sia il convento carmelitano di Santa Maria del Carmine, che quello domenicano di Santa Maria delle Grazie, sono soppressi. Tuttavia le due confraternite continuarono ad esistere. Il convento dei carmelitani e la chiesa furono abbandonati, finché nel 1672, su richiesta della confraternita del Carmine, che aveva continuato ad esistere, lo stesso vescovo Geronimo Caraffa toglie l’interdizione alla chiesa, la benedice, vi ripone la campana e destina due sacerdoti per la celebrazione di due messe alla settimana.[xi] Mentre la confraternita del SS.mo Rosario si trasferisce presso la cappella dello stesso titolo, eretta in cattedrale, come prescritto dalla sede apostolica; tuttavia, essendo stati i beni e le rendite del convento assegnate al seminario, assieme agli oneri per celebrazione delle messe, alla cappella non rimase nulla. Non possedendo alcun bene, essa si reggeva solo sulle elemosine dei devoti. Per questa sua precarietà economica spesso mancherà di rettore. Un documento dell’Archivio Vescovile di Crotone regola l’uscita delle confraternite dalla cattedrale durante le processioni. L’ordine dovrà tenere conto della loro importanza e della antichità. Dopo quella del SS.mo Sacramento, usciranno prima quella del Carmine, quindi della SS.ma Pietà, poi l’Annunziata, Santa Caterina e ultima quella del Rosario.[xii]

Crotone, chiesa del Carmine.

Vecchie e nuove Confraternite

Sempre in questi anni furono costituite due nuove confraternite di artigiani all’interno della cattedrale. Quella dei Santi Crispino e Crispiniano dei mastri calzolai, o scarpari, e quella di Santo Homobono dei mastri sartori. Per quanto riguarda l’esistenza della prima, sappiamo che già nel gennaio 1657, questa ha una sua cappella in cattedrale,[xiii] e che l’otto marzo dello stesso anno Leonardo Vetero, Josepho de Oppido, Carolo Terranova e Matteo Buda, procuratori della confraternita dei SS. Crispino e Crispiniano, assieme al diacono Didaco Mazzulla, sono presenti in un atto di donazione in favore della confraternita, che ha eretto “una cappella con suo quadro, altare, et sepoltura dentro la cattedrale sotto il titolo dei detti santi”.[xiv] Per quanto riguarda quella di Santo Homobono, la sua esistenza in cattedrale è documentata dalla relazione del vescovo Geronimo Caraffa del 1570 e da un lascito in suo favore del novembre 1673.[xv]

Nel 1670 le confraternite erano nove. “La confraternita del SS.mo Sacramento,[xvi] che tiene rendite con peso di messe e di mantenere la cera per le messe e processioni e per quando esce il Santissimo per viatico, et anche l’oglio per le lampade e sebene la rendita è molto tenue si raccoglie la lemosina per il popolo”. Vi sono poi: le confraternite della Madonna SS.ma del Carmine, della SS.ma Pietà,[xvii] della SS.ma Annunciata, delle Cinque Piaghe, di Santa Caterina, del SS.mo Rosario, dei SS. Crispino e Crispiniano e di S. Homobono. Queste ultime otto confraternite non hanno rendite. Esse hanno l’obbligo d’assistere alle processioni e si mantengono con le elemosine dei loro stessi confrati.[xviii]

Negli ultimi anni del Seicento vennero meno le confraternite delle Cinque Piaghe e di Santo Omobono, che erano dentro la cattedrale, e quella di Santa Caterina, che aveva la chiesa fuori le mura vicino al mare, mentre se ne formò una nuova, composta quasi completamente da “plebei” (borghesi), sotto il titolo della Immacolata Concezione con chiesa propria dentro le mura della città.[xix]

La chiesa dell’Immacolata di Crotone in un disegno del pittore Antonio Sfortuniano.

La visita del vescovo Marco Rama

“Confraternitates laicorum septem sub varia nomenclatura, quae intersunt publicis Processionibus cum saccis, nec ad alia spiritualia se exercent”, così si esprimeva il vescovo Marco Rama in una sua relazione.[xx] Dalla sua visita pastorale sul finire di dicembre 1699,[xxi] sappiamo che a Crotone, vi erano l’arciconfraternita del SS.mo Sacramento e le confraternite laiche di Santa Maria di Monte Carmelo, SS.ma Pietà, SS.ma Annunziata, SS. Martiri Crispino e Crispiniano, SS.mo Rosario e Immacolata Concezione. Nel passato c’erano state anche la arciconfraternita di Santa Caterina Vergine e Martire nella sua chiesa, e la confraternita delle Piaghe di Cristo (Vulnerum Christi) in cattedrale.

Così egli descrive le confraternite: l’arciconfraternita del SS.mo Sacramento è stata fondata prima di tutte e gode di tutti i privilegi, onori e indulgenze della arciconfraternita del SS.mo Sacramento di Roma. Precede tutte le altre nelle processioni ed i confratelli vestono un sacco di colore bianco con cappuccio sciolto davanti la faccia, con scapolare di colore bianco e tengono una verga nelle mani con le insegne della arciconfraternita e sempre portano davanti in vessillo. Il rettore e procuratore si elegge da coloro, che hanno voce in capitolo ogni anno “Domenica infra octavam Corporis Xpi, et in ei incumbit die octavo solemnitatis missam solemnem cantare”. (La seconda domenica dopo Pentecoste).

La confraternita di Santa Maria de Monte Carmelo occupa la seconda posizione nella processione. Dopo la soppressione del monastero fatta da Innocenzo X rimase senza sede. I confrati indossano un sacco con cappuccio “ad barbam dimisso” di colore moscato, e colui che assume l’ufficio di priore della confraternita oltre al sacco porta anche lo scapolare di colore bianco e tiene in mano la verga con le insegne carmelitane. Porta il vessillo e la croce con un velo pendente dietro.

La confraternita della SS.ma Pietà ha la chiesa eretta fuori le mura. Occupa il terzo posto nelle processioni. I confrati indossano un sacco bianco. Il procuratore, o rettore, oltre al sacco ha un almuzio di colore celestino, che copre tutto attorno le spalle. Portano la croce con il velo, che pende dietro e possono non portare il vessillo. Ha l’onere di celebrare cinque messe la settimana, al quale soddisfano cinque cappellani a scelta del priore o del procuratore. Fanno festa solenne il 3 maggio esaltazione della croce. Sempre il 3 maggio di ogni anno è eletto dai confrati il priore, o procuratore, con l’intervento di un delegato della curia vescovile.

La confraternita della SS.ma Annunziata è nella chiesa omonima eretta dai confrati fuori le mura della città. Vestono un sacco con cappuccio colore bianco ed il priore o rettore, che è davanti, è insignito di un scapolare biancheggiante con in mano una verga con le insegne della confraternita. Tiene il quarto posto nelle processioni, alza la croce dalla quale pende un velo da dietro e può erigere il vessillo. Ha il peso di sette messe settimanali, che sono celebrate da cappellani scelti dal priore. Festeggiano il 25 marzo festa dell’Annunciazione ed in quel giorno si fa l’elezione del priore con l’assistenza di un delegato della curia vescovile.

La confraternita dei Santi Martiri Crispino e Crispiniano ha altare e cappella dentro la cattedrale, dove c’era il beneficio di iuspatronato della famiglia Risitano, assegnato all’altare e cappella sotto il titolo di Santo Omobono della confraternita dei calzolai. Rettore era il chierico Hyacinto Valente ed aveva il peso di due messe per fondazione ed un’altra settimanale e venticinque all’anno per legato di Vittoria de Jembo. Gode del quinto posto nelle processioni. I confrati portano un sacco cappucciato di colore rosso, mentre il priore ha un almuzio bianco e alza la verga con la croce con un velo di seta, né a lui è negato il vessillo. Ha il peso di due messe settimanali, una per fondazione dai benefattori e l’altra per un legato di Giovanni Mazzulla. Esse sono celebrate da due cappellani scelti dal priore. I confrati intervengono alle processioni portando le loro insegne. Festeggiano il 25 ottobre festa dei SS. Crispino e Crispiniano, nello stesso giorno si elegge il priore con la presenza di un delegato del vescovo.

La confraternita del Rosario. Dopo la soppressione del convento dei domenicani la confraternita rimase spogliata delle sue rendite. Gode del sesto posto nelle processioni. I confrati vestono un sacco bianco e il priore ha un almuzio nero con la verga e con le insegne, alzano la croce ornata con un velo. Non hanno peso di messe, ma intervengono nelle processioni solenni. Festeggiano la prima domenica di ottobre.

La confraternita della Immacolata Concezione e delle Anime del Purgatorio. Ha l’ultimo posto nelle processioni. I confrati vestono un sacco bianco con cappuccio e scapolare o almuzio ceruleo, nel cui lato destro è raffigurata l’Immacolata Concezione. Il prefetto si distingue perché reca in mano la verga con le insegne della Vergine, portano la croce e possono erigere il vessillo.

Crotone, l’area in cui si ritiene sia esistita la chiesa della Pietà (via S. Antonio).

Le visite dei vescovi Anselmo de la Pena e Cajetano Costa

Nella visita del vescovo Anselmo de la Pena (2 ottobre 1719 – 27 settembre 1723) dell’agosto 1720,[xxii] le confraternite sono sette: Arciconfraternita del SS.mo Sacramento,[xxiii] SS.ma Pietà,[xxiv] SS.ma Annunciazione,[xxv] SS.mi Crispino e Crispiniano, SS.ma Concezione, Santa Maria de Monte Carmelo, SS.mo Rosario.[xxvi]

Nella cattedrale egli visitò il tabernacolo del SS.mo Sacramento che era nella cappella di Santa Maria delle Grazie della famiglia Lucifero, l’altare dei Santi Martiri Crispino e Crispiniano “de sodalitate calceariorum” e quello di Santo Omobono “de sodalitate sutorum”, quest’ultimo tuttavia trascurato dalla confraternita.[xxvii] Il tentativo di riformare le confraternite, specie quella nobiliare situata all’interno del convento dei francescani conventuali, da parte del vescovo successivo Cajetano Costa (30 novembre 1723 – 26 gennaio 1753), risulteranno vani e inefficaci, mentre all’opposto per il vescovo è ritenuto lodevole e da imitare, il comportamento della confraternita dei “Plebei”, che ha sede nella chiesa dell’Immacolata.[xxviii]

La chiesa di S. Giuseppe di Crotone in un disegno del pittore Pino Attivissimo.

Verso la soppressione

In città ci sono tre oratori di San Giuseppe, di San Vincenzo e della SS.ma Concezione; quest’ultima è amministrata da una congregazione laicale. Fuori le mura ci sono le chiese della SS.ma Annunciazione e della Pietà. Poiché nel passato esse furono abbandonate dai confrati, che le amministravano, il vescovo Costa le unì a due prebende canonicali di Santa Caterina e di San Leonardo e sono gestite dai loro rettori. Questi oratorii non hanno rendite per la loro manutenzione, né hanno suppellettili sacre, solamente qualche volta i rettori vi portano il sacro, trovandosi in aperta campagna, per questo esse sono in evidente pericolo. Nella cattedrale ci sono due confraternite laicali con le loro cappelle o altari: SS.mi Crispino e Crispiniano e SS.mo Rosario. La prima ha poche rendite. Una terza confraternita quella del SS.mo Sacramento, è stata di nuovo ricostituita; essa è costituita da confrati, che hanno la possibilità di vestire un sacco di colore bianco, con rossa mozzetta, ricamato con l’immagine del sacro calice.[xxix]

In questi anni venne meno la confraternita della SS.ma Pietà con chiesa fuori le mura, mentre quella di Santo Omobono, situata dentro la cattedrale, dapprima si estinse poi si riprese. Per quanto riguarda le confraternite nobiliari, oltre a quella dei Sette Dolori, situata dentro il convento dei frati minori conventuali, è da segnalare la nascita di una “Congregazione dei Nobili” nella chiesa di San Giuseppe,[xxx] le cui regole ottennero il regio assenso il 26 maggio 1764.[xxxi]

Una relazione in data 28 agosto 1775 del vescovo Giuseppe Capocchiani (25 agosto 1774 – 15 ottobre 1788), descrive la situazione delle confraternite pochi anni prima del terremoto del 1783, che determinò la loro soppressione.

Ci sono in città sei confraternite laicali. Una è sotto il titolo dei Sette Dolori della B. M. V., che ha l’oratorio dentro il convento dei frati minori conventuali e nello spirituale è governata fin dall’antichità da un anziano religioso confessore dello stesso ordine, approvato dal vescovo. A questa confraternita possono farne parte solo i confrati di nobile nascita. Nei giorni festivi e nelle festività i confrati si riuniscono nell’oratorio per recitare il piccolo ufficio della B. M. V., partecipano alle funzioni religiose ed ascoltano il sermone del padre spirituale; inoltre fanno altri atti pii. Questa confraternita ha poche rendite, che usa per seppellire gratuitamente i poveri. Le altre confraternite sono quella della Immacolata Concezione con il suo oratorio e quelle del SS. Sacramento, SS.mo Rosario, SS. Crispino e Crispiniano e Santo Homobono. Queste ultime sono composte da pochi confrati, non hanno oratorio, ma ognuna di esse ha un altare dentro la cattedrale, dove i confrati si radunano quando devono intervenire alle pubbliche supplicazioni ed ai funerali e quando si celebrano le loro feste dal clero della cattedrale. Non hanno terreni né rendite e affrontano le spese delle loro feste con le elemosine dei fedeli.[xxxii]

Due anni dopo una “Nota delle Chiese e Luoghi pii ecclesiastici, e secolari”[xxxiii] descrive minuziosamente le confraternite: Nella Cattedrale vi sono le seguenti Cappelle: “La prima sotto il titolo del SS.mo Sagramento di natura sua ecclesiastica di cui è Procuratore il R. Cantore di essa Cattedrale D. Bernardino Lamannis ed a questa Cappella ecclesiastica è annessa la confraternita laicale detta del SS. Sagramento, che non ha rendita che è composta di pochi Fratelli mastri calzolari, Procuratore de’ quali è mastro Michele Monaco … La Sesta sotto il titolo della M.a SS.a del Rosario di natura sua ecclesiastica, di cui ne ha cura il R. Canonico D. Vincenzo Smerz. La Settima sotto il titolo della Mad.a del Carmine e S. Antonio Abate in cui è fondato un semplice beneficio di juspatronato laicale della famiglia Gallucci, di cui è rettore il R. Canonico D. Prospero Gallucci … La decima sotto il titolo di S. Omobono di natura sua ecclesiastica, cui anticamente era annessa la confraternita laicale de’ Maestri Sartori, che in oggi è cessata e ne ha cura uno di essi mastri sartori chiamato mastro Dionisio Diaco. L’undecima sotto il titolo de’ SS. Crispino e Crispiniano di natura sua ecclesiastica, cui è unita la Confraternita Laicale de’ Maestri Calzolari, ed il loro Procuratore è mastro Antonio Giardino. Vi è poi la chiesa sotto il titolo dell’Immacolata Concezione, ove è eretta una numerosa Confraternita Laicale, di cui è Prefetto il Sig. Federico Lettieri e per lo spirituale è diretta dal R. Canonico D. Domenico Terranova. Dentro la stessa chiesa vi sono due altari, uno del SS.mo Crocifisso, la Madonna Addolorata, e S. Giovanni Evangelista spettante al Sig. Benedetto Milioti, il quale ne ha cura, e l’altro dei SS. Cosmo e Damiano, spettante ai maestri Barbieri, e ne è Procuratore maestro Vincenzo Marino (Oltre la detta Confraternita Laicale dell’Immacolata, vi sono quattro altre confraternite parimente laicali, le quali però non hanno ne oratorio, ne chiesa particolare, ma solamente un altare per ciascheduna dentro la Chiesa Cattedrale, conforme si è detto di sopra quando si è parlato di essa Cattedrale). Dentro il recinto del convento degli anzidetti PP. Minori Conventuali vi è un Oratorio sotto il titolo della Madonna Addolorata, ove è eretta una pia Confraternita Laicale chiamata “La Congregazione de’ Nobili”, perché è composta dalla primaria nobiltà del Paese, di cui è Priore il Sig. D. Gabriele Suriano; e nello spirituale è diretta dal P. Superiore del Convento P. Maestro Ruggiero, ed il suo istituto è di seppellire gratis i defunti poveri.

Crotone, chiesa della Vergine a Capo Colonna.

Tentativi di ripristino

Le confraternite furono soppresse dopo il terremoto del 1783 ed i loro beni furono incamerati dalla Cassa Sacra. Da una relazione del vescovo Ludovico Ludovici (1792-1797) sappiamo che la confraternita nobiliare dei Sette Dolori della Beata Maria Vergine, del SS.mo Sacramento, del SS.mo Rosario, dei SS. Crispino e Crispiniano, di Santo Homobono e dell’Immacolata Concezione, furono tutte soppresse, spogliate dei loro beni, chiuse e proibite. Il luogo dove si riuniva la confraternita dei nobili dei Sette Dolori di B. M. V. fu trasformata in “scenicum Theatrum”. Il vescovo non si perse d’animo, tolse il parroco di Santa Margherita dalla chiesa dell’Immacolata Concezione e la restituì ai confrati. Seguendo questo esempio furono ripristinate anche le confraternite dei SS. Crispino e Crispiniano, del SS.mo Sacramento e di Santo Homobono.[xxxiv]

Crotone, processione della Madonna di Capo Colonna.

Le confraternite nelle processioni

I confrati in corteo per le strade della città, o in pellegrinaggio verso Capo delle Colonne, accompagnavano in segno devozionale, o penitenziale, le immagini sacre durante le loro feste particolari (SS.mo Sacramento, Corpus Domini, Via Crucis, Vergine del Capo, ecc.). In occasione di particolari calamità, per implorare il perdono e chiedere la grazia, dalla cattedrale la processione si snodava per la città, o si incamminava verso la chiesetta del Capo.

La processione seguiva itinerari e regole stabiliti. Nella sua composizione i criteri erano quelli gerarchici (prima negli apparati religiosi, poi in quelli secolari) e quello dell’antichità di istituzione (primi quelli di più antica fondazione). La processione nel suo andare, rappresentava visivamente il potere ecclesiastico nelle sue forme, e poi quello cittadino nelle sue articolazioni sociali. In una “Lista delle 40 ore per la grazia dell’acqua” compilata nel dicembre 1760, anno di terribile siccità, le confraternite erano situate dopo i conventi e prima della Corte cittadina[xxxv]

Note

[i] Crotone 16 marzo 1556. Testamento di Joanne Petro de Alexandro sposato con Dianora Berlingeri, figlia di Antonio Berlingerio e di Caterinella Gatta. Il giudice Joannes Blasius de Nola ed il notaio Joannes Bernardino de Nola, si recano “ad domos man.ci Joannis Petri de alex.o intus civitatem crotonem situatas in vicu santi petri iusta domos hered. q.o mag.ci nicolai de alex.o viam pub.cam”. È nominato erede universale il figlio Galserano de Alexandro. Tra i numerosi legati, troviamo: “legavit corpus eius humari in ecclesia Jesus Marie crotonis in sepulcro de berlingeriis … Item legavit sacro corporis cristi carlenos quinque … item legavit ospitali pauperum carlenos tres legavit processioni de lo carmino carlenos duos …”. ASN, Dip. Som., B. 199, ff. 96-97.

[ii] Status ecclesiae Crotonensis 1597, SCC, Relationes 271A.

[iii] SCC, Relationes 271A, 1603.

[iv] SCC. Relationes 271A, 1606.

[v] Un manoscritto del parroco Nicola Basoino tramanda che, all’inizio del Cinquecento, la chiesa della Annunciazione era sede della confraternita omonima e che “li confrati della chiesa dell’Annunciata che in quella parte del fiume Esaro stà fondata, e della Pietà con i loro cappellani ed altri preti e gente infinita della città”, andavano in processione a festeggiare la chiesa di Santa Maria del Capo delle Colonne. All’inizio del Seicento la “Nuntiata”, oltre che sede della confraternita omonima, è uno dei luoghi dove si seppelliscono i defunti ed in seguito assorbì la cura della vicina chiesa di San Sebastiano. Juzzolini P., Santuario di Maria SS. del Capo delle Colonne in Cotrone, Cotrone 1882, pp. 12-13.

[vi] SCC. Relationes, 271A, 1610.

[vii] SCC. Relationes 271A, 1617.

[viii] Nel 1628 era rettore della confraternita Giovanni Francesco Pipino. Juzzolini P., Santuario di Maria SS. del Capo delle Colonne in Cotrone, Cotrone 1882, pp. 42-43. La confraternita detta anche congregazione dei nobili sotto il titolo dell’Immacolata Concezione, o dei Sette Dolori di Maria, comparirà raramente nelle relazioni e nelle visite dei vescovi, non essendo soggetta alla loro giurisdizione. Nella chiesa del convento francescano vi era anche eretta la cappella di S. Isidoro, del ceto de’ Massari. ASN., Catasto Onciario dell’Università di Cotrone, 1743, Vol. 6955, f. 247.

[ix] Crotone 18 giugno 1651. Il R.do Padre fra Michele di Cotrone priore del monastero di Santa Maria della Grazia posto fuori le mura della città insieme con i confrati della confraternità del SS.mo Rosario: Fabritio Montalcino, il canonico D. Gio. Jacovo Syllano, il canonico D. Lelio Marzano, il clerico Gio. Paolo Labruto, Giuseppe Suriano, Stefano Labruto, il clerico Gio. Francesco Peluso, D. Gio. Francesco Guarasco, Gio. Francesco Ricciulli, Gregorio Papasodaro, l’Abbate D. Gio. Pietro Suriano, Francesco Maria Montalcino, il D.r Clerico Mutio Vezza, Gio. Battista di Nola Molise, il clerico Francesco Antinoro, Scipione Catizone, D. Jacono Longobucco, Nicolao Francesco Scarnera, D. Gio. Pietro Junta. Essendo morto il clerico Alonso Mangione si procede alla elezione dei priori il D.r Mutio Vezza e per compagno Nicolao Francesco Scarnera e per la cerca della cascietta Fabritio Vetere. ASCZ, Not. Protentino F. G., Busta 229, fasc. 1651, f. 43.

[x] SCC. Relationes 271A, 1640.

[xi] ASCZ, Not. Sacco N. F., Busta 333, fasc. 1674, f. 59.

[xii] 1659 – Uscita delle processioni dalla chiesa cattedrale. AVC, Cart. 78.

[xiii] Crotone 8 gennaio 1657. Testamento di Giorgio Minardello abitante in parrocchia di San Pietro, confinante con le case del fu Mutio Susanna. Vuole essere seppellito “In sepulcro Venerabilis Confraternitatis SS. Crispini et Crispiniani”. ASCZ, Not. H. F. Protentino, Busta 229, fasc. 1657, f. 21v.

[xiv] Crotone 8 marzo 1657. Leonardo Vetero, Josepho de Oppido, Carolo Terranova e Matteo Buda odierni procuratori della confraternita dei SS. Crispino e Crispiniano ed il diacono Didaco Mazzulla. Avendo la confraternita eretto una cappella con suo quadro, altare, et sepoltura dentro la cattedrale sotto il titolo dei detti santi e dovendosi dotare, il chierico Gio. Francesco Mazzulla dona alla cappella un annuo censo di ducati otto e grana dieci, con il capitale di ducati novanta che si pagano da Gio. Francesco e Vittoria Facente sopra i loro beni. Ducati cinque in beneficio del cappellano di detta cappella per la celebrazione di una messa la settimana, ed il rimanente in beneficio dei procuratori della confraternita per spenderlo in adorno, reparo et utile di detta cappella, quale messa s’habbi da celebrare dal diacono Didaco Mazzulla. ASCZ, Not. H. F. Protentino, Busta 229, fasc. 1657, ff. 45-47.

[xv] Crotone 17 novembre 1673. La vedova Elina Canedo afferma che nei mesi prossimi passati, era morto il fratello Gio. Domenico Cavedonio, lasciandola erede con l’obbligo che entro un anno dovesse dare ducati 60 al procuratore della confraternita di Santo Homobono, sita con il suo altare nel vescovato di questa città, per fundarsi detti ducati sessanta in un annuo censo o farsine compra per farsine celebrare una messa la settimana per Dio e l’anima sua. ASCZ, Not. Nicola Francesco Sacco, Busta 333, fasc. 1673, ff. 45v-46.

[xvi] Crotone 15 ottobre 1656. Si radunano nel coro della chiesa cattedrale il Vicario, Dignità, Canonici, Parochi, Preiti, e fratelli della venerabile confraternita del SS.mo Sacramento. Abbate Suriano Vicario Generale, Don Gio. Paulo Pelusio decano, Don Giacomo Mangione cantore, Don Gio. Paulo Syllano thesorero, Don Fabritio Bonello arciprete, Don Gio. Paulo de Labruto primicero, Don Petrolillo canonico, Don Gio. Domenico Bonifacio canonico, Don Gio. Pietro Leotta canonico, Don Jacono Maria Longobucco canonico, Don Camillo Venturi canonico, Don Gio. Francesco Gerace canonico, Don  Lucantonio Manfredi canonico, Gio. Battista Venturi parocho, Gio. Leonardo Quercia parocho, Paulo Negro parocho, Don Francesco facente, Don Carlo Bonello, Don Gio. Tomaso Basoino, Don Mutio Varano, Don Mutio Pipino, Don Dionisio Pilluso,  Don Diego Mazzolla,  Don Colantonio Protentino, Don Fabio Venturi, Don Paolo Rigitano, Cler.co Francesco Suriano confrate, Clerico  Prospero Crescente confrate,  Clerico Antonino Cirrello confrate, Clerico Francesco Presterà confrate, clerico Gio. Francesco Mazzolla confrate, Clerico Gio. Vincentio Olivera confrate, Gioseppe Presterà confrate, Horazio Menza confrate, Colamaria de Vite confrate, Gio. Thomaso Scarnera confrate. ASCZ, Not. H. F. Protentino, Busta 229, fasc. 1657, f. 72.

[xvii] Crotone 14 dicembre 1680. Il parroco di Santa Margarita D. Paulo Negro, cappellano e procuratore della confraternita della Santissima Pietà, vende una casa palaziata appartenente alla confraternita, al soldato del castello Bernardo Ernandes. ASCZ, Not. N. F. Sacco, Busta 335, fasc. 1680, ff. 86-88.

[xviii] Relatione della Chiesa di Cotrone, per tutto ciò che potrà domandare Mons. Sig.r Ill.mo Secret.rio della S. Cong.ne sopra il Concilio. SCC. Relationes 271A, 1670.

[xix] TEMPLUM HOC/ MAGNAE DEI PARENTI/ A LABE PRIMIGENIA IMMUNI/ IAM AB ANNO MDCLXXXII/ DICATUM/ QUOD/ SODALITAS CROTONENSIS DEVOTA/ PROXIMIS ANNIS/ SUB PRAEFECTURA/ HIERONYMI CARIATE/ VIRI IN EADEM MUNIFICENTISSIMI/ AFFABRE ET BASILICE/ HANC IN FORMAM AMPLIAVIT/ IOSEPH CAPOCCHIANI/ CROTONENSIUM PONTIFEX/ RITU SOLEMNI CONSECRAVIT/ DIE XXII MENSIS IUNII A. D. MDCCLXXVII/ FRIDERICO LETTERIO SODALIUM PRAEFECTO.

[xx] SCC. Relationes 271A, 1700.

[xxi] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, ff. 42 sgg.

[xxii] AVC, Anselmus de la Pena Ordinis S. Benedicti, Visita 1720.

[xxiii] Era procuratore della Arciconfraternita del SS.mo Sacramento il canonico Isidoro Jannice. AVC, Anselmus de la Pena Ordinis S. Benedicti, Visita 1720, f. 2.

[xxiv] La Confraternita della SS.ma Pietà situata fuori le mura della città nella chiesa di Santa Maria della Pietà. Era procuratore Fabrizio de Perri. AVC, Anselmus de la Pena Ordinis S. Benedicti, Visita 1720, f. 47v.

[xxv] La confraternita della SS.ma Annunciazione con chiesa propria fuori le mura. Il procuratore era Domenico Asturi. AVC, Anselmus de la Pena Ordinis S. Benedicti, Visita 1720, f. 48.

[xxvi] Confraternite del SS.mo Rosario e di Santa Maria de Monte Carmelo. Dopo che fu soppresso il convento domenicano la confraternita del SS.mo Rosario fu trasferita nell’altare del SS.mo Rosario in cattedrale. Dopo la soppressione del monastero carmelitano rimase la chiesa di Santa Maria di Monte Carmelo fuori le mura della città nella quale ora ha sede la confraternita. AVC, Anselmus de la Pena Ordinis S. Benedicti, Visita 1720, f. 51v.

[xxvii] 18 maggio 1722. Vescovo Anselmo de la Pena. “Adsunt et Confraternites cum eorum ecclesiis, et cappellis num.o Septem, vere tres tantum nempe illa Montis Mortuorum, illa sub invocatione Immacolatae Conceptionis, et altera, quae est Nobilium intus Conventum Minorum P. P. Conventualium à mea Jurisdictione, altera sub tit. Beatiss.mae Virg.s de septem doloribus, Confrates vero respective partim saccis tantum, partim saccis, et Almutio utuntur, exceptis Nobilibus, qui neque saccum neque insignia ad praesens deferunt”. SCC. Relationes, vescovo Anselmo de la Pena, 1722.

[xxviii] “Duae Congregationes Nobilium videlicet, et Plebeorum hic extant. Omnem industriam et diligentiam adhibivi pluries illius Congregatos Congregare, cum eisdem in spiritualibus exercitiis interveniebam ast oleum, et  operam perdidi, dum novis inter Nobiles ipsos supervenientibus disturbiis, totaliter Congregationem relinquerunt, et a Patribus Conventualibus S. Francisci in quorum Monasterio sita est ad alios eorumdem novo convertenda insistitur, instrumentus inter eosdem Religiosos, et Confrates firmato ex quo clare liquet, ut in casu Controventionis ita agatur. Alia Plebeorum Congregatio sub tit. Immaculatae Conceptionis B.mae Virginis , cum magno fructu, et aedificatione, Deo duce, viget. Diebus quippe Dominicis, et festivis de praecepto mane , et vespere Confrates conveniunt, SSma Sacramenta frequentant variaque exercitia penitentiae, et devotionis fervide prosequuntur.” SCC. Relationes, Cajetano Costa, 30 9bris 1735.

[xxix] Oratoria in Civitate … tres sunt, videlicet, S. Iosephi, S. Vincentii, et ss.mae Conceptionis, quod per Congregationem Laicalem guberbatur. Extra moenia infra.pta inveniuntur, SS.mae Annunciationis, et Pietatis, quae cum disiecta fuissent a Sodalibus, per quos anteactis temporibus administrabantur … Confraternitates Laicales quibusdam Capellis seu Altaribus addictae duae sunt, S. Crispini, et Crispiniani, et SS.mi Rosarii, prima tenues habet proventus. Et quia meo in adventu non sine mei animi moerore comperi, nullus hominum adesse, qui Sacrosanctum Viaticum infirmis deferrendum cereis, et Lanternis associarent, et umbellam ferre ut, idurco (?) … tertiam SS.mi Sacramenti sodalitatem restitui, facta Confratibus, facultate vestiendi saccum albi coloris, cum rubea mozzetta, cui sacri calicii effigies sint intexta, et triginta missii in obitu uniuscuiusque ex confratibus assignatis”. SCC. Relationes, Domenico Zicari, 1754.

[xxx] Cappella di San Giuseppe de’ mastri carpentieri. ASCZ, Not. Francesco Lipari, Busta 611, fasc. 1709, f. 14.

[xxxi] Soppressa dopo il terremoto del 1783, la congregazione dei nobili poi ritornò nella chiesa di San Giuseppe. Le rendite della abolita Congregazione sotto il titolo de’ Sette dolori de nobili debbono considerarsi come quelle di una confidenza particolare istituita dal fu D. Francescantonio Sculco, il quale il 12 settembre 1765 col suo testamento dispose la fondazione ed erezione di un monte de Pegni o sia di Prestanze per la gente povera col capitale di duc. 1000 da amministrarsi da Priori pro tempore di questa Congregazione e da un individuo della famiglia Sculco. AVC, Cart. 118, Stato presente delle rendite e de pesi della Congregazione detta De’ Nobili de’ Sette dolori della città di Cotrone. 1789, Nel giugno 1836 D. Giuseppe Berlingieri, D. Luigi Zurlo e Galluccio, con altri fratelli della confraternita, commisero delle gravi irriverenze smorzando le torce, proibendo il suono delle campane e scancertando con i piedi i mortaretti approntati a spararsi nella benedizione e processione, per poi ritirarsi in sacrestia all’atto delle benedizioni, urlando varie parole inaccettabili al maestro delle cerimonie del capitolo, con protesta di far trovare le porte chiuse al SS.mo in altre processioni. AVC, Processione del Corpus Domini nel ricorso il Capitolo, clero, seminario e congregazioni in processione solenne col SS.mo Sacramento nella chiesa di S. Giuseppe ove è eretta la congregazione de Nobili.

[xxxii] SCC. Relationes, Giuseppe Capocchiani, 28 agosto 1775.

[xxxiii] AVC, “Nota delle Chiese e Luoghi pii ecclesiastici, e secolari “esistenti nel distretto della giurisdizione del Regio Governatore della Città di Cotrone, Cotrone 18 Febbrario 1777.

[xxxiv] “Quae praeterea hic erant Confraternitates, prima Patriciorum Civium sub titulo Septem Dolorum Beatae Mariae Virginis, secunda Sanctissimi Sacramenti, tertia Sacratissimi Rosarii, quarta Sanctorum Crispini et Crispiniani, quinta Sancti Homoboni et sexta Immaculatae Conceptionis pariter omnes suis bonis, redditibusque nudatae, clausae fuerunt, et prohibitae: immo quae prima Patriciorum, in scenicum theatrum mutata fuit. Ego autem remisso  Parocho Sanctae Margaritae ab ecclesia Confraternitatis Immaculatae Conceptionis in pristina sua, et illa restituta confratibus ipsis, eorum in animum induxi paullatim pristas agere devotiones, donec a Clementissimo Rege Nostro in integrum restitutionem obtinuissent. Hi meum sequentes  consilium, nullo inter se Superiore electo, jam, sicuti soliti erant, unoquoque Sabato, et Dominica die congregati, consuetas sacras preces fundunt omni potenti Deo, ad intruentum Altaris Sacrficium assistunt, Poenitentiae et Eucharistiae Sacramenta recipere non omittunt, saccum in publicis processionibus induunt, proprias Festivitates magna pompa peragunt, et specialem pristinum in spiritualibus habent Directorem Canonicum, cui huius directionis intuitu beneficium ecclesiasticum sub titulo eiusdem Immaculatae Conceptionis collatum fuerat. Horum autem exemplo permoti Confrates Sanctorum Crispini et Crispiniani, ac illi Sanctissimi Sacramenti, libere quoque se sacco induentes, Processiones Corporis Christi per totum eius festivitatis octavam, et in omni Dominica tertia mensis devote comitantur, qui etiam pariter atque confrates Sancti Homoboni suorum tutelarium Sanctorum festos dies maiori, qua possunt, apparatu singulis annis celebrare non praetermittunt.” SCC. Relationes, Ludovico Ludovici, 26 dicembre 1795.

[xxxv] “… Decembre 1760. Lista delle 40 ore per la gra. dell’acqua, ed in mancanza si dovrà portare la R.ma Vergine del Capo in Nao.

1 – La R.ma Vescovil Curia; 2 – La Giornata del Lunedì; 3 – La giornata del Martedì; 4 – La Giornata del Mercoledì; 5 – La Giornata del Giovedì; 6 – La Giornata del Venerdì: 7 – La Giornata del Sabbato; 8 Li R.ndi P.ri dell’Osservanza; 9 – Li R.ndi P.ri Conventuali; 10 – Li R.ndi P.ri Paulini; 11 – Li R.ndi P.ri Capoccini; 12 – Li R.di P.i dell’Ospedale; 13 – Arciconfraternita del SS.mo Sacramento e suo Cappellano; 14 –  La confraternita del Carmine e Suo Cappellano; 15 –  La confraternita della SS.ma Pietà e suo canonico; 16 – La confraternita della SS.ma Annunziata e suo canonico ed il R.ndo D. Paolo Fonte; 17 – La confraternita de SS. Crispino e Crispiniano e suo cappellano; 18 – La confraternita del SS.mo Rosario e suo cappellano; 19 – La confraternita dell ‘Immacolata Concezione e suo Cappellano; 20 – Li Sig.ri Governadore, Giudice, e tutta la Corte con il Molto R.ndo Can.co D. Giuseppe Suriano, D. Fran.co Riccio del q.m Antonino ed il Chierico Giaquinta; 21 – Li Sig.ri del Regim.to della Città con il M.to R.ndo Can.co D. Alessandro Albani, il R.ndo D. Paolo Varano ed il Chierico Smerz; 22 – Li Sig.ri O=fficiali della Dogana col M.to R.ndo Can.co D. Gio. Fran.co Albani, il R.ndo D. Dionisio Soda, ed il Chierico Oliverio, ed il Cl.o Avarelli; 23 – Il R.ndo Paroco di S. Maria, suoi Economo, e Parocchiani; 24 – Il R.o Paroco de SS. Pietro e Paolo, il R.ndo D. Tramonte e suoi Parocchiani; 25 – Il R.ndo Paroco e M. R. Economo del S.mo Salvadore, e suoi Parocchiani; 26 – Il R.ndo Paroco di S. Veneranda e suo Economo e Parocchiani; 27 – Il R.ndo Paroco ed Economo di S. Marg.ta con suoi Parocchiani; 28 – Li Off.li del Pio Monte del Purgatorio Eletti; 29 – Il Prefetto, e Maestro del Seminario con Seminaristi; 30 – Il M.to R.ndo Rettore del Monte di Petrolillo; 31 – Li Rettori del Monte di Mazzulla , e SS. Pietà; 32 – Li Sig.ri Dottori, e Notari col M.lto R.ndo Can.co D. Petro del Castillo, il R.ndo D. Coccari, e Greco;  33- Li Sig.i Medici, Speziali, e Chirurghi col M.to R.ndo Can.co D. Giuseppe Messina, il R.ndo D. Gabriele Messina e D. Salvadore Messina; 34 – Tutti li Maestri di Scola, li sacerdoti Marinelli e Camposano ed il Chierico Artesi; 35 – Li Massari col M.to Rev.do Can.co Soda e il R.do D. Fran.co Antonio Renzo ed il chierico Scicchitano; 36 – Li Maestri Ferrari con il M.to Rev.do Can.co Gio. Giacomo Messina, il R.do D. Puglise ed il chierico Torromino; 37 – Li Maestri Sartori col M.to R.ndo Can.co Manfredi, il R.ndo Giaquinta ed il chierico D’Oppido; 38 – Li maestri Calzolari col m.to Rev.do Can.co Fanele e li R.ndi Papaleo e Lucifero e di Bona; 39 – Li maestri Barbieri con li R.ndi D. Antonio Avarelli, D. Fran.co Riccio q.m Giuseppe e il D. P. Gallucci; 40 – Li maestri Falegname con li R.ndi Montefusco e D. Carlo Gallucci ed il chierico Asturelli.i. (Dydacus Can.cus Zurlo Vic. Gen.)


Creato il 26 Novembre 2023. Ultima modifica: 9 Gennaio 2024.

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