La parrocchiale di Crotone dedicata a San Stefano e il palazzo dei Catizzone o Casaczone
San Stefano
Situata sulla antica via che, dalla porta di Milino, attraversa la città dirigendosi verso l’antico molo, la chiesa parrocchiale di San Stefano è già esistente nel Quattrocento. Nel 1424 ne è rettore il D.nus Gerardus.[i] Sappiamo che “in convicinio et in parrocchia Sancti Stephani”, abitava con la sua famiglia Stephanus Pantisanus con i figli Giovanni ed Andrea. La sua casa palaziata confinava con quella di dopne Perne de Bramanto e con quella di Nicola Synah.[ii]
Durante il Cinquecento la parrocchia di San Stefano, situata nella parte alta della città, è una delle dodici, in cui è divisa la città. Il suo ambito parrocchiale confina con quelli di Santa Vennera e Santa Dominica.[iii] Il luogo per la sua salubrità, è abitato soprattutto da famiglie nobili e possidenti. Sono citate le case palaziate dei Syllano, dei Prato,[iv] dei Lucifero,[v] dei Casaczone,[vi] e le case dei Susanna, degli Squillatio, dei Pignataro, degli Arcuri,[vii] dei Pipino[viii] e dei Micheli.
Alla fine del Cinquecento il vescovo di Crotone, lo spagnolo Iohannes Lopez de Aragona (1595-1598), essendosi la città spopolata ed impoverita, riformò il numero delle chiese parrocchiali e da dodici le ridusse a cinque. Questo avvenne nell’ottobre 1596 in tempo di visita.[ix] Da documenti successivi sappiamo che l’ambito parrocchiale di Santo Stefano, fu aggregato a quello confinante di Santa Vennera.[x] Anche se soppressa il ricordo della parrocchiale si ritrova ancora in alcuni atti della metà del Seicento.[xi]
Alcuni documenti riguardanti la famiglia nobile dei Catizzone ci danno la possibilità di individuare il luogo, dove era situata la chiesa soppressa. Da un atto del notaio Giovanni Antonio Protentino, rogato in Crotone il 16 settembre 1629, sappiamo, che la chiesa era situata vicino al loro palazzo e che era stata ormai trasformata in una “domus”. In quel giorno Horatio Catizone con i figli, il reverendo Mutio, Jacobo e Tommaso, da una parte e, dall’altra, Gio. Cola Basoino, raggiungono un accordo. La questione riguardava un casalino di Horatio Catizzone, sul quale vi era un censo di annui carlini dieci dovuti al beneficio di San Luca. Il casaleno era situato “jux.a domos ipsius Horatii, domum juris patronatus de Syllanis et casalenum cum domo S. Stefani”.[xii]
I Catizzone o Casaczone
“D’Azzurro alla banda cucita di rosso, accostata da due gigli d’oro uno in capo ed uno in punta.”[xiii] A ricordo delle terre dei Catizzone rimangono alcuni toponimi: Gabella detta Catizzone, Le Olive di Catizzone e Manca di Catizzone.
La famiglia Catizzone, o Casaczone, è già presente a Crotone nel Cinquecento; essa fa parte del seggio nobiliare della città. In cattedrale ha lo iuspatronato senza altare e cappella sotto il titolo di San Carlo,[xiv] e ha una cappella con sepolcro nella chiesa di San Francesco d’Assisi. Il mastro de ascia Aurelio Casazzone partecipò ai lavori di fortificazione di Crotone.[xv]
Pietro Nicola, Paula e Minica Casazzone
Alla metà del Cinquecento il nobile e proprietario di terre Petro Nicola Caticzone abitava in parrocchia di San Giorgio, vicino ad una casa appartenente al monastero di Santa Chiara. Alla sua morte la casa passò in possesso di Julio Meza Croce, che la possedeva all’inizio del Seicento. Allora la casa era in parrocchia di Santa Margherita.[xvi] Così come la casa anche le sue terre passarono agli eredi.[xvii] Sempre nella seconda metà del Cinquecento troviamo madamma Minica Casazoni,[xviii] Vittoria Casaczone,[xix] e sora Paula Casazone. Quest’ultima risulta proprietaria di terre.[xx]
I fratelli Horatio e Julio Cesare e la sorella Vittoria
Il 12 ottobre 1578 i fratelli Julio Cesare e Horatio Casaczone promettono in dote alla sorella Victoria, che sposa Garcia de Cutanda, figlio del capitano Dimas de Cutanda,[xxi] una casa palaziata posta nella parrocchia di San Stefano, confinante con la casa di donno Cataldo de Squillatio. La casa è stimata del valore di ducati 150.[xxii] Rimasta vedova, Vittoria Catizzone continuò ad abitare nelle sue case che, dalla parrocchia di San Stefano, erano ora passate in parrocchia di Santa Vennera.[xxiii]
Horatio Catizzone
Orazio Catizone ricoprì la carica di eletto dei nobili (1590) e di sindaco (1591/1592). Sposò nel 1581 Diana Pipino, tra i figli sono ricordati Mutio, Jacobo, Tomaso[xxiv] e Maria. Quest’ultima sposò Carlo Suriano.[xxv] Si sa che nel 1623 era ancora vivo, perchè fu denunciato per furto.[xxvi]
Mutio Catizzone
Mutio Catizzone, figlio di Horatio e di Diana Pipino, vestì l’abito sacerdotale e divenne canonico della cattedrale di Crotone.[xxvii]
Jacopo Catizzone
Jacopo Catizzone, figlio di Horatio e di Diana Pipino.[xxviii]
Tommaso Catizzone
Tomaso Catizzone sposò Caterina Rotella.[xxix] Tra i figli sono ricordati Scipione, Diana e Maria. Con questo matrimonio i Catizzone s’imparentarono sia con i Rotella, che con i Nola e i Nola Molise. Il 19 gennaio 1630 Caterina Rotella, figlia ed erede di Cornelia de Nola, e cessionaria di sua sorella Maria Rotella, monaca in Santa Chiara, e della sorella Aurelia Rotella, con il consenso del marito Gio. Tomaso Catizzone, affermava di essere creditrice del fu suo zio Gio. Andrea de Nola, in virtù dei capitoli matrimoniali della suddetta Cornelia de Nola, sorella di Gio. Andrea de Nola.[xxx]
Gio Tomaso Catizone morì il 4 marzo 1655, ed il 5 settembre dello stesso anno, lo seguì il figlio Scipione; entrambi furono seppelliti nella cappella di famiglia in San Francesco d’Assisi.[xxxi] L’otto marzo 1667 la vedova Caterina Rotella, essendo morto anche il figlio, lasciò erede il nipote Horatio Catizzone, Il 6 dicembre 1665 Catherina Rotella, vedova di Gio. Tomaso Catizzone, dichiarava di dovere avere dagli eredi di Carlo Suriano e dal clerico Alexandro Suriano, ducati 400 come restituzione delle doti di sua figlia Maria Catizzone. Maria Catizzone, morto il marito, si era risposata con Giovan Giuseppe Mangione e lasciò poi erede la nipote Beatrice Catizzone.[xxxii]
Scipione Catizzone
Scipione Catizzone, figlio di Tommaso e di Caterina Rotella,[xxxiii] sposò nel 1647 Hippolita Barricellis, figlia di Giovan Battista e di Vittoria Pelusio di Fabio. Ebbero i figli il clerico Horatio, Beatrice e la clarissa Anna. Confrate della confraternita del S.mo Rosario,[xxxiv] morì il 5 settembre 1655.[xxxv]
Beatrice Catizzone
Beatrice Catizzone, figlia di Scipione e di Hippolita Barricellis, sposò Giovanni Gallucci. Il 10 giugno 1664 fa testamento, sposata con Giovanni Galluci, abitante in parrocchia di Santa Margarita “iuxta le case di D. Gio. Paulo Valente et D. Prospero Crescente vinella mediante”, vuole essere seppellita nella sepoltura della sua famiglia nel convento di San Francesco d’Assisi. Nomina erede universale la figlia Anastasia Galluci. Qualora essa morisse “in pupillare età”, succedano Horatio e Annuccia Catizzone, le sue zie Maria e Diana Catizzone, e Caterina Rotella sua nonna. Sono nominati anche Scipione e Thomaso Catizzone, e Caterina Rotella.[xxxvi]
Horatio Catizzone
L’otto marzo 1667, presso il notaio Gio. Tomaso Salviati, Caterina Rotella faceva testamento lasciando erede universale su tutti i suoi beni il nipote Horatio Catizone. Il clerico Horatio Catizzone, figlio di Scipione e di Hippolita Barricellis, il 21 settembre 1670 è presente in un atto del notaio Pelio Tiriolo, assieme alla madre Hippolita Barricellis, vedova di Scipione Barricellis. Nell’atto è citata anche la sorella Anna Catizzone.
Il 9 marzo 1647, per atto del notaio Gio. Antonio Protentino, furono stipulati i capitoli matrimoniali tra Hippolita Barricellis e Scipione Catizzone. La Barricellis portò in dote ducati 1500 e Anna, sorella di Horatio, entrò nel monastero di Santa Chiara, con un annuo censo a suo favore di duc.8 per capitale di duc. 100.[xxxvii] Ereditò i beni della nonna Caterina Rotella[xxxviii] e come tale anche erede dei Nola Molise. Sposò Vittoria Suriano.[xxxix] Morì senza figli il ventidue settembre 1696. Nominò erede universale e particolare la moglie Victoria Suriano, sua vita durante. Lasciò un legato per una messa settimanale in favore della Congregazione dell’Immacolata Concezione e in legato una casa in parrocchia S. Veneranda “iuxta la casa della famiglia de Juzzolino”.[xl]
Il palazzo Catizzone
All’inizio del Settecento, la confraternita della Immacolata Concezione possedeva un palazzo lasciato dal fu Oratio Catizzone in parrocchia di S. Veneranda, che confinava con le case del parroco Varano “stricti mediante”.[xli] Il palazzo rimase alla confraternita che lo affittava. A causa del terremoto del 1783 fu lesionato il quarto superiore.[xlii]
Soppressa la Congregazione, il palazzo fu venduto dalla Cassa Sacra nel 1785 per ducati 800 a Cesare Oliverio, mentre la casa con due camere e tre bassi, contigua al palazzo, fu venduta a Giuseppe e Francesca Gustinello e Pasquale Cerrelli per ducati 400.[xliii] Dopo pochi anni troviamo che “La confraternita della Concezione locava in parrocchia di Santa Veneranda, una casa palaziata consistente in due membri ed appartamenti con due bassi, e due casette nuove, quale è passata ad Antonio Aquilino. Le due casette nuove sono passate al q.m Giuseppe Gustinello, Francesco Gustinello, e mastro Pasquale Cirrelli.[xliv]
Note
[i] 5 aprile 1424. “Die Veneris Quinta mensis Aprilis, II Ind., d.nus Gerardus, Rector eccl.e parochialis S.ti Stephani Cotronen., tamquam principalis et privata persona obligatur pro ven. p.re fr. Nicolao de liocta, Abbate futuro mon.rii S.ti Angeli de frigidi, ordinis s.ti Benedicti (sic), Sancteseverine dioc., promisit Trigintatres fl. Auri de camera et tertium alterius similis fl. Et quinque minuta servitia”. “Solvendo medietatem infra sex menses prox.e futuros et aliam medietatem infra alios sex menses extunc secuturos”, Russo F., Regesto, II, 9634.
[ii] In un testamento rogato in Crotone il 19 marzo 1448 dal notaio Stephanus de Massario di Crotone, Stephanus Pantisanus, abitante “in convicinio et in parrochia Sancti Stephani”, nomina eredi i figli. Al figlio Giovanni lascia la sua casa palaziata “cum scala lapidea”, situata dentro la città di Crotone in parrocchia di Santo Stefano, “iuxta domum dopne Perne de Bramanto, viam publicam et alios confines”, ed al figlio Andrea la casa palaziata “contiguata” alla casa lasciata a Giovanni “iuxta domum Nicolai Synahi”. Russo G., Documenti inediti di Archivi e Biblioteche Calabresi (sec. XII – XVII), Castrovillari 2006, pp. 361-364.
[iii] Nel giugno 1542 per mancanza di lavoratori, sono chiamati a prestare la loro opera alla costruzione delle mura gli abitanti delle cappelle di S. Vennere S.ta dominica et S.to Stefano. ASN, Dip. Som. Fabbriche e fortificazioni, Fs. 196, f.lo 4, f. 71.
[iv] Crotone, 5 marzo 1578. Fabius Pratus ed il fratello Pietro Paolo della città di Isola, da una parte, e il nobile Joannes Theseus Syllano della città di Crotone dall’altra. I Prato possiedono una casa palaziata dentro la città di Crotone “in parrocchia S.ti Stephani jux. Domum ipsius m.ci Jois Thesei (Syllano) jux. Domum R.di monasterii Jesus Mariae viam p.cam et alios fines”. La vendono al Syllano per 50 ducati. ASCZ, Not. Ignoto, Busta 15, anno 1578, f. 120.
[v] Crotone, 17.5.1591. È messa all’asta la casa di Isabella Leone, madre e tutrice di Lelio e Gio. Paulo Lucifero. “Una casa palaciata loco dicto la parrocchia di S.to Stefano iux.a la casa di Colella Micheli, la via publica et altri confini”. ASCZ, Not. Rigitano G. F., Busta 49, anno 1591, f. 37.
[vi] Crotone, 12 ottobre 1578. I fratelli Julio Cesare e Horatio Casaczone promettono in dote alla sorella Victoria, che sposa Garcia de Cutanda, una casa palatiata posta nella parrocchia de Sancto Stefano confine la casa de donno Cataldo de Squillatio. ASCZ, Not. Ignoto, Busta 15, anno 1578, f. 366.
[vii] Crotone, primo aprile 1585. Bernardino Pignataro possiede una casa “in parrocchia Santi Stefani iuxa. Domum donnae Joannae de Arcuri via mediante”. ASCZ, Not. Ignoto, Busta 43, anno 1585, f. 103.
[viii] Crotone, 4 gennaio 1578. Da una parte Joannes …, dall’altra Dionisyus Pipinus. Possiede una casa palaziata dentro la città di Crotone “in parrocchia Santi Stephani jux. Domum m.ci Julii Susannae jux. Casalena ipsius m.ci dionisyi ribellinos viam pp.cam”. ASCZ, Not. Ignoto, Busta 15, anno 1578, f. 7.
[ix] S.C.C. Relationes, Crotonen., 1597. Crotone, 28 maggio 1629. “Gio. Cola Basoino, rettore e cappellano del juspatronato di S.to Luca della famiglia delli Adami, posto dentro la cattedrale di V. S. Ill.ma con supp.a fa intendere come essendo stato unito al d.o juspatronato in piena visita da mons. Fra Gio.e Lopez pred.re di V. S. Ill.ma uno casalino posto dentro la d.a Città nella parocchia di S.to Stefano ma al presente di S.ta Vennera iusta le case di Horatio Catizone e altri confini come per decreto sotto il di 21 del mese d’otto.e 1596”. ASCZ, Not. G. A. Protentino, Busta 118, anno 1629, f. 52.
[x] 1602. “Domum palatiatam sitam intus p.tam Civitatem in parrocchia prius S.ti Stephani et inpresentim S.tae Vennere jux.a domum heredum Dime de Cutanda et iux.a domum Minici Curarelli viam pp.cam”. AVC, Notaio ignoto,1602. Il Reverendo Carlo e Cesare Valente, fratelli, figli ed eredi di Paolo Valente, da una parte, e Laura Valente, vedova di … Pipino. I Valente possiedono delle case in parrocchia “S.ti Stefani ad pre.ns S.tae Vennerae iux.a domos q. m.ri Andreae Rizzo et Marcus Pantisani”. ASCZ, Not. G. A. Protentino, Busta 117, anno 1620, f. 72v.
[xi] Crotone, 23 luglio 1643. Jo.es Terranova di Crotone abitante a Isola, possiede in comune e indiviso con la sorella Vittoria Terranova, “quamdam domum palatiatam in parocchiam Sanctae Vennerae olim de Santo Stephano jux. Domum heredum q.m Jo. Fran.ci Juzzolino vias pp.cas ex duobus lateribus”. Dona la sua parte alla sorella. ASCZ, Not. G. A. Protentino, Busta 119, anno 1643, f. 47v. Crotone, 16 ottobre 1643. Vittoria Terranova vende la “domum parvam palatiatam in par. Santae Vennerae olim S.ti Stephani jux.a Domum heredum”, per duc. 25 a Francesca Marullo di Santa Severina. ASCZ, Not. G. A. Protentino, Busta 119, anno 1643, f. 51v.
[xii] ASCZ, Not. Protentino G. A., Busta 118, anno 1629, f. 52.
[xiii] Nola Molise G. B., Cronica dell’antichissima e nobilissima città di Crotone, Napoli 1649.
[xiv] Alla fine del Seicento il beneficio de iuspatronato della famiglia Catizzone era passato ai Gallucci. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini A. D. 1699 Confectae, f. 39.
[xv] “Addi XIII marzo 1552. mastri de ascia (…) Mastro aurelio cazasoni”. ASN, Dip. Som. Fs. 199, f. 101.
[xvi] Nel 1578 il monastero di Santa Chiara possedeva una casa “iux.a heredum p.r. Collae Catizonis in S.ta margarita”. “Casa palatiata del monastero di S. Chiara in par. prima S. Giorgio ora S. Margherita conf. la casa di Julio meza croce che fu del qm Petro Nicola Caticzone”. AVC, Not. Rigitano G. F., f.lo 1602, ff. 311v sgg.
[xvii] “Mortilletto vicino le terre del q.m Pietro Catizzone hoggi vigne per metà di Antonio Gallucci e per metà di Fota Suriano”. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini A. D. 1699 Confectae, f. 135v. La mensa vescovile di Crotone possiede “una gabelluzza nominata Galluzzo Jux.a le terre delli her.di de pietro cola casazzone”. ASN, Dip. Som. 315/9, 1570, f. 47.
[xviii] “Adi 12 feb. (1572 morse) Madamma minica casazoni 1 – 0 – 0.” ASN, Dip. Som. 315/9, f. 68v.
[xix] “Adi 21 luglio 1602 morse Vittoria Casaczone si sepellio a S.to Francesco gratis.” AVC, Libro dei Morti.
[xx] “Una continenza di terre confine le terre di Pietro Cola Catizone, nominata la gabelluzza et confine le terre di Paula Catizzone in loco d.o lo piano del Conte.” AVC, Carte S. Chiara, 1596. “Adi 6 di febrero 1602 morse sora paula Casaczoni et si sepelli a S. Francesco.”
[xxi] “Domum palatiatam sitam intus p.tam Civitatem in parrocchia prius S.ti Stephani et inpresentim S.tae Vennere jux.a domum heredum Dime de Cutanda et iux.a domum Minici Curarelli viam pp.cam”. AVC. Not. Rigitano G. F., f.lo 1602.
[xxii] ASCZ, Not. Ignoto, Busta 15, anno 1578, f. 366.
[xxiii] Crotone, 26 novembre 1627. Vittoria Catizone, vedova di Garcia Cutanda, possiede “una continenza di case nella parochia di Santa Vennera justa le case dell’heredi di Giulio Susanna et dell’heredi di Scipione fabiano e Nardo lo Scavello”. ASCZ, Not. G. A. Protentino, Busta 118, f. 79.
[xxiv] Crotone, 25 aprile 1627. I fratelli Il canonico Mutio Catizzone e Jo. Jacobo e Jo Thoma Catizone, figli di Horatio Catizone comune padre, figli ed eredi di Diana Pipino. Horatio Catizone e Diana Pipino capitoli matrimoniali 12 ottobre 1581. ASCZ, Not. G. A. Protentino, Busta 118, ff. 23v-24.
[xxv] 5 novembre 1660. “Vicario generali episcopi Cotronen., Pro Carolo Suriano, laico, et Maria Catizone, muliere, Cotronen., dispensatio super impedimento III gradus consanguinitatis et III affinitatis.” Russo F., Regesto, 39075.
[xxvi] In un atto del notaio Gio. Antonio Protentino del 3 settembre 1623, la vedova Dianora Petrolillo ritrattava l’accusa contro Horatio Catizzone, di aver “arrobata la R.a Monitione di d.a Citta et quella venduta a genti franzesi et venetiani”. Il memoriale era stato inviato dalla Petrolillo al viceré, il quale aveva incaricato di indagare, al capitano della fanteria spagnola D. Juan de Sereseda, che risiedeva in Crotone, con l’ufficio di capitano a guerra della paranza. ASCZ, Not. G. A. Protentino, Busta 117, anno 1623, f. 83.
[xxvii] Dicembre 1616. “De canonicatu et S. Mariae de Mare nuncupata praebenda in ecclesia Cotronen., cuius fructus XXIIII duc. vac. per ob. Iosephi Oliverii, de anno 1612 def., providetur Mutio Catizono, clerico diocesano.” Russo F., Regesto, 27863.
[xxviii] Crotone, 9 novembre 1620. I fratelli Mutio, Giovanni Giacomo, e Giovanni Tommaso Catizzone, da una parte, e dall’altra, il capitano Mutio Montalcino. I Catizzone vendettero al Montalcino un viridario in località Palazzo per ducati 1400. ASCZ, Not. G. F. Rigitano, Busta 49, f. 60; Crotone, 16 settembre 1629. Horatio Catizone ed i figli il Rev. Mutio, Jacobo Catizone e Gio. Tomaso, da una parte, e dall’altra, Gio. Cola Basoino, rettore del semplice beneficio degli Adamo sotto il titolo di San Luca. Sopra la casa di Horatio Catizzone vi è un censo di annui carlini dieci, dovuti al beneficio di San Luca sul “casaleno jux.a domos ipsius Horatii, domum juris patronatus de Syllanis et casalenum cum domo S. Stefani”. Spostamento del censo sulla casa di Francesco Olivo e di Laura Vadulato, poste in parrocchia di San Salvatore. Gio. Cola Basoino rettore e cappellano del juspatronato di S.to Luca della famiglia delli Adami posto dentro la cattedrale di V. S. Ill.ma con supp. fa intendere come essendo stato unito al d.o juspatronato in piena visita da mons. Fra Gio.e Lopez pred.re di V. S. Ill.ma uno casalino posto dentro la d.a Città nella parocchia di S.to Stefano ma al presente di S.ta Vennera iusta le case di Horatio Catizone e altri confini come per decreto sotto il di 21 del mese d’otto.e 1596”. ASCZ, Not. G. A. Protentino, Busta 118, anno 1629, f. 52.
[xxix] Dal libro della numerazione dei cittadini di Crotone del 1595: n° 470. Gio. Francesco Rotella figlio di Scipione Rotella, Cornelia di Nola moglie, Mutio figlio d’anni 6, Caterina figlia d’anni 5, Aurelia figlia d’anni 3, Maria figlia d’anni 1. AVC, s.c..
[xxx] ASCZ, Not. Gio. Antonio Protentino, Busta 118, anno 1630, ff. 17v-18.
[xxxi] “Adi 4 di marzo (1655) morse Gio. Tomase Catizone e si sepellì in S. Francesco di Assisi e pagò.” AVC, Libro dei Morti.
[xxxii] ASCZ, Not. Lauretta G., Busta 311, f. 94.
[xxxiii] Scipione fu mastro giurato di Crotone nel 1647. Scipione Catizone, figlio di Thomaso e di Caterina Rotella, presso il notaio Dionisio Speziale di Crotone, stipula un contratto con Homobono Leone. ASCZ, Not. Gio. Dionisio Spetiale, Busta 108, anno 1652, ff. 33v-34.
[xxxiv] ASCZ, Not. Protentino F. G., Busta 229, anno 1650, f. 43.
[xxxv] “Adi 5 di 7bre 1655 morse Scipione Catizone e si sepelli in S. Francesco di Assisi.” AVC, Libro dei Morti.
[xxxvi] ASCZ, Not. Lauretta G., Busta 311, ff. 77v-78.
[xxxvii] ASCZ, Not. P. Tiriolo, Busta 253, ff. 115v-116. Catizone Anna figlia del fu Orazio e di Vittoria Barricellis (AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini A. D. 1699 Confectae, f. 56v) monaca nel monastero di Santa Chiara. AVC, Acta, cit. ff. 16, 56v.
[xxxviii] Crotone, 17 marzo 1671. Il clerico Horatio Catizzone, nipote ex figlio della fu Catherina Rotella e di lei erede, da una parte, e dall’altra UJD Johanne Gallucci procuratore dell’alfiere Alexandro Catizzone, figlio di Cornelia Rizzo. ASCZ, Not. Pelio Tiriolo, Busta 253, f. 44v.
[xxxix] Il 13 gennaio 1702 nella Curia Vescovile, Victoria Suriano dichiara di essere vedova di Horatio Catizone e pronipote di Cornelia Nola, che fu madre di Caterina Rotella e così nonna di Horatio e, quindi, erede e come tale patrona del semplice beneficio sotto il titolo di San Bernardino, situato in cattedrale de juspatronato dei laici della famiglia de Nola. AVC, s.c.
[xl] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini A. D. 1699 Confectae, ff. 56v, 125.
[xli] AVC, Anselmus de la Pena Ordinis S. Benedicti, Visita 1720, f. 50.
[xlii] AVC, Stato attuale delle rendite e de’ pesi della Congregazione dell’Immacolata Concezione, 1790.
[xliii] AVC, Cassa Sacra, Lista di Carico 1790, f. 54v.
[xliv] AVC, Catasto di Crotone 1793, f. 187.
Creato il 16 Aprile 2024. Ultima modifica: 16 Aprile 2024.