Il culto della Madonna del Mirto nella cattedrale di Crotone
Il mirto, pianta sempreverde, era sacro a Venere. Con le sue fronde, secondo quanto narra Ovidio, la dea della bellezza e dell’amore, appena nata dal mare si era coperta le nudità. Come simbolo di fecondità, di fedeltà e amore eterno, una corona di mirto cingeva il capo dei novelli sposi. Per il colore bianco e la delicatezza dei suoi fiori nel Medioevo divenne un attributo della Vergine Maria, esaltandone la sua purezza ed il suo pudore.
La chiesa di Santa Maria de Mirtis
Le prime notizie su una chiesa dedicata a Santa Maria de Mirtis sono in un regesto di Clemente VII, datato 8 aprile 1526, col quale il Papa comanda al vicario generale del vescovo di Crotone Giovan Matteo Lucifero, di immettere in possesso della chiesa il chierico crotonese Cesare de Alexandro.[i]
Dopo alcuni anni, la chiesa sarà demolita ed il suo materiale venduto per essere utilizzato nella costruzione delle nuove fortificazioni della città. Tra le spese per le fortificazioni di Crotone dell’anno 1543, troviamo un pagamento ai “Perratore che hanno sderropato li ecclesie de fora la citta como e la casaza dela cortina et refectorio de santo franc.o de asise li mura de intorno lo jardino de ditto monasterio le ecclesie de S.ta Maria dela mirte et de S.ta Ursula li quali obstavano dela citta.”[ii]
La cappella con altare nella cattedrale di Crotone
Scomparsa la chiesa, tuttavia il culto non venne meno. Una cappella con altare dedicata a Santa Maria de Mirtis, o della Mortella (Mortelle), fu edificata al tempo del vescovo Sebastiano Minturno nell’ala nuova in costruzione della cattedrale, accanto alla cappella con altare della Circoncisione di Gesù della famiglia Sillani.[iii] Essa era dotata con un beneficio di juspatronato della famiglia Orifici con il titolo di Santa Maria de Mirtis. Fondatore fu Jacovo Orifice, così alla famiglia Orefice ed ai suoi discendenti, spetterà di presentare il rettore ed il cappellano della cappella.
Troviamo Jacovo Aurefice nelle platee della mensa vescovile di Crotone, e nelle carte del monastero di Santa Chiara di Crotone, della seconda metà del Cinquecento. Egli risulta proprietario di alcune terre e vigne, alcune delle quali acquistate da Paulo Perretta, che sono gravate da censi in denaro e grano, o in mosto. Segno che parte erano coltivate a vigneto e parte con rotazione di semina e pascolo.[iv]
Egli, inoltre, possiede “la cabella de mutro et altre robbe”, tra le quali la gabella detta La Mortilla. Del possesso di questa gabella lo sappiamo per una lite, che alla fine del Cinquecento, videro protagonisti i suoi eredi ed un nobile crotonese. “Cotrone, Adi 25 di febraro 1592. Il mag.co Hortentio Labruto constituto persolnalm.te asserisce come nelli 13 del mese di Xbre dell’anno 1570 compro sopra la cabella de mutro et altre robbe del q.m Jacovo orifice un annuo censo di ducati trentadue mediante pub.co istrum.to stipulato per mano del not. Gio. Thomaso Basoino.”
L’anno dopo il 5 aprile 1571, con un altro atto notarile, aggiunse un altro censo di ducati undici e mezo sugli stessi beni dell’Orifice. Morto Jacovo Orifice ereditò la figlia Isabella, che sposò Horatio Vitale di Cosenza. Nel 1591 Hortentio Labruto e Gio Lorenzo Fera, presero in fitto in grano dai coniugi Horatio Vitale ed Isabella Orifice la gabella la Mortilla.[v]
Le terre e le vigne, che l’Orefice possedeva nella gabella Mortilla, erano situate vicino alla gabella La Manca della Religione di Malta, alle terre di Santo Biase, e alle terre del vescovo di Crotone (San Giorgio e Prastio). “Item tiene detta Balial Corte in detto territorio di Cotroni in loco detto La Manca e iux.a le terre de Santo biasi, e le terre delo vescovato de Cotroni, e le terre dela mag.ca Isabella aurefice, che prima del q.am Giacovo aurefice, et altri fini se suole affittare grano tt.a ottanta Anno quolibet”.[vi] Alla morte di Jacovo Orefice le sue proprietà, compreso il beneficio con altare e cappella nella cattedrale di Crotone, passarono alla figlia, la mag.ca Isabella Orefice, sposata col cosentino Horatio Vitale.
In seguito, morta Isabella Orefice e, successivamente, nel 1611 Horatio Vitale,[vii] i beni pervennero alla figlia Maria Vitale, sposata con Francesco Iannutio, o Jannuzzi.[viii] Gli Iannuzzi, o Giannuzzi, conserveranno per tutto il Settecento, il diritto di presentare il rettore ed il procuratore della cappella di Santa Maria de Mirtis nella cattedrale di Crotone.
Il beneficio
Il beneficio rimarrà sempre di patronato della famiglia Orefice, e sarà degli eredi di Jacovo Orefice e, come tale, risulta anche negli anni successivi alla morte del fondatore. I beni che componevano la dotazione rimarranno, intatti, fino alla sua soppressione.[ix] Nella visita agli altari della cattedrale compiuta dal vescovo Marco Rama, il tre dicembre 1699, si legge che il presule si recò “Ad Altare sub invocat.ne S. Mariae de’ Mirtis familiae Orifici, cuius Rector in p.nti Thomas Jannuzzi, eiusq. Procurator Onufrius de Sanda”. L’altare era dalla parte degli altari della Circoncisione della famiglia Sillani, di Santa Maria de Monte Carmelo e San Bernardino da Siena della famiglia de Nola, e della Natività della famiglia Pilusio. Tutti e quattro gli altari erano dalla parte della porta piccola della cattedrale. Il vescovo ordinò ai procuratori dei quattro altari, che entro due mesi “curent confectionem antiportici in ianua parva Cathedralis, quae spectavit ad dicta altaria”.[x]
Sempre dalla stessa visita apprendiamo che, il beneficio di iuspatronato della famiglia Orifici sotto il titolo di Santa Maria della Mortilla con altare e cappella, era amministrato da un rettore, che era il sacerdote Filippo Jannuzzi de Aiello. Il beneficio era gravato da un onere di celebrare due messe alla settimana per l’anima del fondatore.[xi] La cappella era dotata con due vignali nel Piano di Nola ed un Vignale nel luogo detto Vutetto. Esigeva, inoltre, alcuni censi e affitti: sopra le case del sacerdote D. Nicola Silva, nella Parrocchia di S. Margarita, nella strada detta delli Scarpari (annui doc. quattro e tarì dui), sopra le case di Giuseppe Longo nella medesima parrocchia, confinante con le case del prenominato D. Silva (annui doc.ti quattro e tarì dui), e sopra due casette nella prenominata strada detta delli Scarpari (annui doc.ti otto).[xii]
Il beneficio con cappella ed altare dentro la cattedrale, continuò ad esistere all’interno della cattedrale di Crotone per tutto il Settecento. Dalla visita del vescovo Anselmo de la Pena del 2 maggio 1720, ricaviamo che, l’altare di Santa Maria de Mirtis era situato tra l’altare della Circoncisione e quello dell’Annunciazione. Ed era sempre dotato con il beneficio di iuspatronato della famiglia Orefice. “Beneficio sub titulo S.ae Mariae de Mirtis cum altare et cappella in cathedrale, cuius rector in p.nti est cl.us Joseph Jannuzzi (Giannuzzi) de Aiello, gravatum onere missarum duarum per hebdomadam. Continuava a possedere due vignali di una salma e meza in circa dentro il Piano di Nola di Fausto Beltrano, e si affitta in denaro carl. 30 e in grano tt. 12. Un vignale di tt. 5 circa confine vitusello del Principe di Cutro e il lagunetto del monastero di S. Chiara di questa Città. In denaro carlini 20, in grano tt. 12. Due case nella parrocchia di santa margherita confine quelle di D. Benedetto Avarelli si affittano D. 10.”
Esigeva ancora i due censi, ma essi erano stati infissi su altre abitazioni, continuando tuttavia a dare la stessa rendita: Uno “sopra la casa di Vittoria Mantela e q.m Giuseppe Longo, confine le case del can.co D. Giovanni de Silva, e sopra le due botteghe sotto la med.a casa di Mantella d. 4 e tari 2.” L’altro “sopra la casa di Antonio di Amico e Beatrice Gerace in d.a parrocchia di S.ta Maria di Prothosp. confine la casa di Antonio Quercia annui d. quattro e tarì due per capitale di duc. 55 affrancati dall’eredi del qm Filippo Silva.”[xiii]
Durante la prima metà del Settecento la dotazione dei terreni del beneficio rimase immutata, mentre i censi seguirono i passaggi dei beni sui quali erano infissi da un compratore ad un altro. A volte il capitale fu riscattato, ma fu subito reinvestito dal procuratore di turno.
Crotone 27 ottobre 1731. “Istrumento di vendita per N.r Pelio Tiriolo di Cotrone con cui Beatrice Greco, vedova di Antonio de Amico, vendè ad Ignazio Costantino della sud.a città, una casa sita dentro l’abbitato di d.a città nella parrocchia di S. M. Protospataris, confine la casa di Antonio Guercio, posseduta in oggi da Giuseppe Coccari e le case dette la Torretta d’essa Beatrice, libera da ogni peso solo onnossia ad annui docati quattro, e grana quaranta per capitale di docati cinquanta cinque in beneficio di S. M. delle Mortelle, ed in altri annui docati quattro per capitale di docati cinquanta al monistero di Gesù e Maria dell’ordine de Paolotti, quale casa fu venduta per lo prezzo di docati cento settantotto e grana sessanta, che esso compratore di Costantino se ne ritenne docati cento e cinque per pagarli alla sudetta chiesa di S. M. delle Mortelle e monistero di S. Francesco di Paola et medio tempore corrispondere alle sud.e li rispettivi di loro annui cenzi, come da detto istrumento al quale.”[xiv]
La situazione non muterà nei decenni seguenti. Così troviamo nel catasto onciario di Crotone del 1743: “Beneficio sotto il titolo di S. Leonardo e S. Maria de Mirtis, al presente del beneficiato sacerdote D. Antonio Giannotti (Iannuzzo) possiede un vignale di salme 5 loco detto il Zopponetto, confine Carpentieri, due vignali nelli Piani di Nola due casette nella parrocchia di S. Margarita e due annui censi di ducati 4:40 ciascuno.”[xv]
Solamente alla fine del Settecento, dopo il terremoto del 1783 e con la Cassa Sacra, comincerà il declino. Nel catasto del 1793 il beneficio di “Santa Maria de Mirtis del beneficiato D. Francesco Jannice (Iannuzzi) d’Ajello possiede un vignale detto Zimpanello d’annua rendita Duc. 2:50; Un Vignale nei Piani di Nola di annua rendita Duc. 3:60. loca due case in parrocchia Santa Margarita ed un capitale di ducati 55 sopra le case furono di Vito Ganguzza oggi dell’eredi del decano Messina.”[xvi]
La Mortilla (Murtidda, contrada = Mirto)[xvii]
La Gabella Mortilla confinava con Valle della Chiesa, con Li Priolati o Prolatelli, con Gazzaniti, La Paganella, San Biase, La Paganella, San Giorgio, e Rotondella.
Il nome della distrutta chiesa e del patrono dell’altare ci portano a cercare il luogo dove l’edificio religioso era ubicato. Era uso che, una volta ottenuta la concessione di abbattere una chiesa, o una cappella, si dovesse elevare a ricordo un altare con lo stesso titolo nella cattedrale (vedi il caso della chiesa di San Leone in Santa Severina). Sappiamo che nei primi anni di costruzione delle fortificazioni di Crotone, vista l’urgenza ed il buon prezzo dei materiali da costruzione, diversi cittadini e religiosi vendettero alla Regia Corte la pietra di case, magazzini, e cappelle di cui disponevano. Fu così che molte chiese campestri finirono nelle mura della città di Crotone. In contrada “Mortilla”, sul pianoro sopra San Biase, già nel 1975 c’erano stati rinvenimenti fortuiti, relativi ad una necropoli.[xviii] Ultimamente sul luogo sono stati rinvenuti evidenti resti di una chiesa “paleocristiana” (sec. V d. C. ?) ed un piccolo cimitero, con corredi (sec. VII – VI a. C.).
Da alcuni documenti sappiamo che, la località dove la famiglia Orefice possedeva terre e vigne, era situata vicino ai luoghi detti La Manca e Santo Biase: “Item tiene detta Balial Corte in detto territorio di Cotroni in loco detto La Manca e iux.a le terre de Santo biasi, e le terre delo vescovato de Cotroni, e le terre dela mag.ca Isabella aurefice, che prima del q.am Giacovo aurefice, et altri fini se suole affittare grano tt.a ottanta Anno quolibet.”[xix]
La Manca detta anche “la Manca de m.s Alexandro”,[xx] ed in seguito Li Prolatelli, o Prioratelli,[xxi] risulta confinare oltre che con Santo Biase, anche con la gabella Mortilla. Un elenco di beni della Religione di Malta compilato alla fine del Settecento, chiarisce ulteriormente: “Item in alia possiede una Gabella nomata il Prioratello di Lampusa di tumulate settanta cinque così misurata, e compassata, confinante colla Gabella nomata La Mortilla del Beneficio dei Mazzulla posseduto dal Sacerdote D. Giuseppe Asturi di questa Città, e colla Gabella nomata San Biase della Mensa Vescovile di questa Città, colle vigne dette Lampusa di D. Raimondo Orsini, e di D. Leonardo Sacerdote Massa. Crotone 25 ottobre 1794.”[xxii]
Vicende della gabella La Mortilla
Durante la prima metà del Cinquecento la località fu soggetta ad un intenso disboscamento, sia per alimentare le calcare della Regia Fabrica di Crotone, sia per dare spazio al vigneto e alla semina. Essa nella seconda metà di quel secolo, risulta: parte coltivata con numerose vigne di diversi piccoli proprietari con piccole abitazioni, parte a semina e pascolo, e parte incolta.[xxiii] La località, inoltre, era attraversata da una via pubblica. Già al tempo nel quale le terre e le vigne erano passate in possesso di Orazio Vitale, esse erano gravate da alcuni censi,[xxiv] ed in parte erano state vendute.[xxv]
Dopo la morte di Orazio Vitale, le terre e le vigne passarono ad altri proprietari. Durante il Seicento le vigne e le terre della gabella “La Mortilla” cominciarono a deteriorarsi. Col passare del tempo molte vigne furono abbandonate e si ampliarono i terreni a pascolo e semina. Alcuni piccoli proprietari vendettero le loro proprietà ad ecclesiastici e nobili. Mentre rimasero intatti, anche se con rendite minori, i possedimenti dei benefici e dei canonicati.[xxvi]
Crotone, 28 ottobre 1629. Compaiono Bonaccursio e Ippolita Serrante, figli ed eredi di Nicola Russo e del fu Bartolo Serrante. La gabella della Mortilla fu messa all’asta per decreto della regia corte per i debiti contratti da Bartolo Serrante. Il territorio fu comprato da Dionisio Pipino, e poi fu ceduto al notaio Luca Montefusco per ducati seicento, quindi pervenne a Francesco Gallipoli erede di Luca Montefusco.[xxvii]
Crotone, 4 marzo 1634. Il clerico Gio. Francesco Facente, figlio del fu Gio. Tomaso Facente, a nome degli eredi di Gio. Tomaso e Ottavio Facente, prende possesso dei beni, tra i quali “un giardino in loco detto Lampusa confine le vigne di Andrea Risitano, confine la gabella della Mortilla, confine il vallone di Lamposa ed un vignale contiguo.[xxviii]
Crotone, 11 aprile 1634. Compaiono Elisabetta de Massaris, moglie di Gaspare Marvaes ed il clerico Gio. Francesco Facente, figlio ed erede di Ottavio Facente, nonché erede di Gio. Tomaso Facente. Elisabetta sposò Gio. Tomaso Facente e le furono promessi ducati trecento sopra le vigne allora possedute dal fu Gio. Bartolo Galasso, al presente degli eredi Facente, site e poste “jux. Le vigne di Andrea Risitano, le terre dette la Mortilla al presente di donno Pelio Petrolillo e lo vignale di terre vacuo di detti heredi vallone de la lampusa e via publica”.[xxix]
Crotone, 27 novembre 1654. Gio. Francesco Mazzulla possiede “la gabella La Mortilla juxta la gabella di Ciccio Pagano, juxta il vignale del beneficio di D. Francesco Facente, juxta la gabella di Detio Suriano, Juxta la gabella detta la Faralda, via publica.”[xxx]
Crotone, 11 gennaio 1657. Il Reverendo Gio. Francesco Facente possiede una continenza di vigne con giardino e casa terranea in località Lampusa “jux.a vineas quae fuerunt Andreae Risitano, Gabellam dela Mortilla, via mediante et vallonem de Lampusa”.[xxxi]
Nel 1677 Gio. Paolo Pipino, figlio del fu Dionisio, dichiara che, tra le doti portate dalla moglie Dianora Suriano, come da capitoli stipulati il 22 novembre 1668, vi era la gabella detta Gabella la Mortilla del valore di ducati cinquecento.[xxxii]
Le visite pastorali dell’inizio del Settecento documentano le dotazioni dei benefici e dei canonicati. Possedimenti che risalgono all’epoca della loro istituzione. Nella località “La Mortilla” avevano possedimenti il canonicato di San Nicola (possiede un vignale detto La Valle della Chiesa confine il territorio detto la Mortilla ed un vignale nel loco detto li Mortilli territorio della famiglia Pipino e Mazzulla),[xxxiii] ed il beneficio di San Michele Arcangelo della famiglia Mazzulla (possiede “una gabella nomata la Mortilla confina Li Priorati della religione di Malta. In grano tt.a cento vinti, in denari doc. trentacinque in circa”).[xxxiv]
Alla fine del Settecento la gabella “Mortella” è divisa tra diversi proprietari: gli Eredi di Dionisio Ventura possiedono una chiusa nella Mortilla, Leonardo Messina possiede una gabella detta la Mortilla che comprò da Suriano, il canonicato di San Carlo e la SS. Pietà sopra la gabella detta la Mortilla, il beneficio di S. Michele Arcangelo possiede la gabella detta la Mortilla.[xxxv] Molte terre che erano state coltivate a vigne ormai hanno lasciato il posto al pascolo.[xxxvi]
Note
[i] Russo, Regesto, 16580, Clemente VII. “Vicario generali episcopi Cotronen. Mandat ut Caesari de Alexandro, clerico Cotronen., provideat de ecclesia S. Mariae de Marti, prope et extra muros Cotronen., vac. per resignationem Bartholomaei Herison (?), rectoris”, Reg. Lat. 1489, f. 37-38v.
[ii] ASN. Dip. Som. Fs.187, II, Spese per le fortificazioni di Crotone e altre terre a. 1543.
[iii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 Confectae, f. 5.
[iv] Nei “Censi de R.o vescovato di Cotrone sopra terreni et vigne ..: in denaro. In Cotrone: “Sopra un pezzo di terreno de jac.o orifice 0 – 2 – 10.” “Censi de musti del R.o vescovato di Cotrone: In Cotrone Sopra le vigne de Jacovo orifice che forno de paulo perretta S.l. 7.” ASN, Dip. Som. 315/9, Conto del m.co Giulio Cesare de Leone, Deputato sopra l’Intrate del Vescovato de Cutrone = 1570 et 1571, ff. 61, 64. Nei “Censi de Musti sopra vigni in Cotrone”: “Sopra le vigne de Jacovo orifice che forno de paulo perretta.” ASN, Dip. Som. 315/9, Intrate del regio vescovato di Cotrone 1585 et 1586, f. 4.
[v] AVC, Carte antiche Santa Chiara.
[vi] National Library of Malta, Vol. AOM 6196, f. 51v.
[vii] “Adi 10 di luglio 1611 morsi lo Sig.r Horatio Vitale si sepelli al vescovato et pago.” AVC, Libro de Morti.
[viii] ASCZ, Not. Antonio Varano, Busta 334, f.lo 1678, ff. 198-202.
[ix] Crotone 15 marzo 1620. Jo. Vincenzo de Leotto da una parte e dall’altra il canonico della chiesa cattedrale Rev, D. Joe Hieronimo Petrolillo. Il Leotto il 17 febbraio 1616, ha acquistato da Diana Caparra una continenza di case e una casetta, con due “apoteche” sotto, gravate da ducati quattro e tari due annui quolibet nel mese di agosto, al juspatronato del q.m Jac.o Aurefice sotto titolo di “S. M.a della mortilla” dentro la chiesa cattedrale. ASCZ, Not. Gio. Antonio Protentino, Busta 117, f.lo 1620, f. 15.
[x] Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama A.D. 1699 Confectae, f. 5.
[xi] Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama A.D. 1699 Confectae, f. 29.
[xii] Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama A.D. 1699 Confectae, f. 103.
[xiii] AVC, Anselmus de Pena, visita, 1720, ff. 5, 38.
[xiv] ASCZ, Cassa Sacra, Busta 383, fasc.li 1, 14, 16, 19, 20, 22.
[xv] ASN, Catasto Onciario dell’Università di Cotrone, 1743, Vol. 6955, f. 232.
[xvi] AVC, Catasto di Crotone, 1793, f. 167v.
[xvii] Rohlfs G., Dizionario toponomastico e onomastico della Calabria.
[xviii] Lerici L., Relazione 1977.
[xix] National Library of Malta, Vol. AOM 6196, f. 51v.
[xx] La Mensa vescovile possiede “lo territorio detto de Sanbiasi jux.a le t.re del priorato di S.ta Eufemia, et jux.a le t.re ditte la manca de m.s Alexandro”. ASN. Dip. Som. 315/9, Conto del m.co Giulio Cesare de Leone, Deputato sopra l’Intrate del Vescovato de Cutrone = 1570 et 1571, f. 46.
[xxi] La Religione di Malta possiede un territorio nominato li Prolatelli di tomolate 70, confine S. Biase e le Mortille. ASN, Cam. Som., Catasto onciario dell’università di Cotrone del 1743, Vol. 6955, f. 275.
[xxii] ASCZ, Not. Labonia Raffaele, Busta 1667, f. 27.
[xxiii] Crotone 5 novembre 1583. Compaiono il notaio Luca Montefusco ed il nobile Jo.es Hieronimo Niger. Il Niger concesse al notaio: ducati centosettanta due su “quasdam vineas cum terreno vacuo domo et vineas sitas in tenimento crotonis loco dicto la mortilla iux.a vineas luisio olivieri iux.a vineas jois pauli franzoni viam publicam et alios fines”. ASCZ, Notaio ignoto, Busta 15, anno 1583, f. 105.
[xxiv] Crotone 29 novembre 1627. Vittoria Catizone vedova di Garsia de Cutanda, possiede ducati cento investiti sopra le robbe del fu Horatio Vitale, e proprio sopra le terre dette La Mortilla. ASCZ, Not. Protentino, Busta 119, f. 79.
[xxv] Crotone 9 settembre 1629. Giglia dellEpitropo, vedova di Luca Antonio Crescente, possiede “Jardinum cum vineis loco ditto Lampusa Jux. Viridarium heredum Q. Horatii vitalis ad pre.s possessum per nunctium favara et fabritium caparra et viridarium innocentiae mendicino”. ASCZ, Not. Protentino Giovanni Antonio, Busta 117, f. 40.
[xxvi] Crotone 3 agosto 1623. Compaiono Beatrice Puglise, vedova di Giulio Leotta, ed il Reverendo Jo. Vincenzo de Amato, canonico della cattedrale. Vincenzo de Amato comprò da Giulio Leotta “una vigna loco detto la Mortilla juxa la gabella detta della Rotundella di Labruti et la gabella detta delli pagani et vallone dell’Ampusa via pp.ca”, per il prezzo di ducati centottanta. ASCZ, Not. Protentino G. B., Busta 117, f. 77.
[xxvii] ASCZ, Not. Protentino G. B., Busta 119, f. 78.
[xxviii] ASCZ, Dionisio Speziale, Busta 108, f. 46.
[xxix] ASCZ, Not. Protentino G. B., Busta 119, f. 23.
[xxx] ASCZ, Not. H. F. Protentino, Busta 229, anno 1654, f. 155.
[xxxi] ASCZ, Not. H. F. Protentino, Busta 229, anno 1657, f. 9.
[xxxii] ASCZ, Not. Antonio Varano, Busta 334, f.lo 1677, f. 23.
[xxxiii] Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama A.D. 1699 Confectae, ff. 143v, 150.
[xxxiv] Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama A.D. 1699 Confectae, f. 156.
[xxxv] AVC, Catasto onciario 1793.
[xxxvi] La gabella “Mortella”, appartenente al beneficio sotto il titolo di S. Michele Arcangelo della famiglia Mazzulla, eretto nella Cattedrale, è descritta composta “di terre atte a pascolo confina colla gabella detta Prestio della Mensa Vescovile e colla gabella detta S. Giorgio de Sig. Montalcini. Nel 1789 fu affittata per tre anni a D. Bernardino Albani”. D. Aragona Regio Amministratore Lista di Carico (Cassa Sacra) 1790, f. 46.
Creato il 28 Giugno 2023. Ultima modifica: 30 Giugno 2023.