Il capitolo della cattedrale di Crotone sotto il titolo dell’Assunta

Crotone, il coro della cattedrale.

Nella chiesa cattedrale di Crotone sotto il titolo dell’Assunzione della SS.ma Vergine Maria, per consuetudine fanno parte del capitolo anche i semplici sacerdoti, i quali in ogni funzione, soprattutto nell’elezione del vicario capitolare, hanno anche voce attiva e passiva, purché abbia il titolo di dottore il vicario da eleggersi.[i]

Petro Paulo Venturi, canonico sotto il titolo di Santo Nicola e procuratore del capitolo di Crotone, alla fine del Seicento così ne descriveva i diritti: “Il R.mo Capitulo di Cotrone ha il jus d’amministrar Giustitia Civile, criminale, e mista a tutti i Cittadini, ed habitanti Laici di questa Città ogn’anno il p(ri)mo Giorno di Settembre, da lunga, pacifica ed immemorabile possessione, della quale non vi è memoria in contrario. Di più nel p(redi)tto Giorno assegna i prezzi, e dona la meta à tutte le cose venali. Di più esigge dà macellari il capo di ciaschedun bove, vacca e vitella, o altro animale, che si macellasse, e se tal giorno di settembre non si macella per esser giorno prohibito, l’esigge quel giorno non prohibito, che siegue mediatam(ent)e, ò immediatam(en)te. Di più dà ogni cosa venale ne esigge il jus edilis, che s’intende l’istessa portione di robba che si doverebbe pagare alla Catapania, e ciò dà oglio, vino, frutti, foglie, e simili vittuarii. L’Autorità poi d’assignar detti prezzi ed esiggere le prenom(ina)te portioni spetta al can(onic)o eddommodario di quella settimana, che corre la prima di settembre. L’amministrat(io)ne della Giustitia spetta al R.mo Vicario di Mons.r Vescovo, ed a’ tempo di Sede Vacante al Vicario Cap(itola)re, in qual giorno il R(egi)o Gov(ernato)re della Città cede la verga del comando à chi amministra detta Giustitia.[ii]

Il secondo Jus è di esiggere dà ciasched(u)no morto di età maggiore, cioè di sette anni avanti car(li)ni venti, eccettuatene madre, e padre di Preti Cotronesi.

Il terzo jus è quello che si chiama del Pedatico, cioè associatione del cadavere in età maggiore come sopra, ed in questo jus qual hora si sonano tre tocchi di campana à mortorio, ha il capitolo possessione di richiedere maggiore, ò minore elemosina; qual hora se ne sonassero due convengono due sole giornate, cioè Lunedì col Giovedì, martedì col venerdì, e mercordì col sabato. Qual hora se ne sonasse una conviene quella giornata sola, nel quale il morto si sepelisce.”[iii]

Navata centrale e altare maggiore della cattedrale di Crotone.

La massa capitolare

Le entrate del capitolo provenivano da territori, case e magazzini, censi e dallo “jus mortuorum”. Nel 1691/1692 esse assommavano a 237 ducati e nel 1699/1700 erano di ducati 249. Durante il primo trentennio del Settecento aumentarono: nel 1703/1704 erano di 311 ducati e nel 1730/1731 di ducati 439, anche se l’aumento non fu costante come in certe annate di carestia, come quella del 1719/1720 quando l’introito fu di 264 ducati.

In tale periodo crebbe leggermente la rendita proveniente dall’affitto dei terreni da ducati 112 a ducati 123, ma diminuì la sua incidenza sul totale dal 36% al 28%. Anche la rendita dell’affitto delle case passò da ducati 11 del 1703/1704, a ducati 33 del 1730/31 (da 4 % a 8% sul totale); l’incremento fu determinato da un lascito per messe in suffragio di Tommaso Guerra. Rimase stabile lo Jus Mortuorum a ducati 57 (13%), mentre quasi raddoppiarono i censi. Stabili nel numero e nella rendita durante il primo ventennio del secolo, in seguito aumentarono di numero da 16 a 26 e la loro rendita da ducati 133 a 226 (da 42% al 51%).

Nonostante la forte espansione creditizia, i procuratori pro tempore del capitolo iniziarono a trovare difficoltà a collocare i capitali affrancati allo stesso tasso che nel passato. Fin dalla metà del Seicento diversi censi con una rendita dell’otto, del nove, ed anche del dieci per cento del capitale, furono estinti. Il denaro ritornò al procuratore del capitolo in attesa di essere reinvestito allo stesso tasso. Le condizioni del mercato dei capitali però mutavano velocemente, e spesso il denaro rimaneva inoperoso nel deposito del Pio Monte dentro al monastero di Santa Chiara, in attesa di poter essere impiegato anche ad un tasso molto minore; dal sette al sei per cento all’inizio del Settecento, poi al cinque ed anche al quattro. Altre volte era trattenuto per scopi privati in mano ai procuratori pro tempore. Nel primo ventennio del Settecento il denaro inoperoso quasi raddoppiò, passando da ducati 275 a ducati 470.

Il coro della cattedrale di Crotone con l’arme del vescovo Geronimo Carafa (1664-1683).

I terreni

Alla fine del Seicento il capitolo poteva contare solo sulle rendite provenienti dalla gabella detta Santi Quaranta, che nel passato era stata annessa al capitolo da un vescovo, unendo un semplice beneficio, dal vignale detto Scinello e dal vignale di Orlando, lascito del nobile Scipione d’Orlando. La prima dava 17 salme di grano e 2 di orzo quando era affittata a semina, e ducati 50 quando a pascolo; il secondo due salme di grano o circa ducati sei, ed il terzo tre salme di grano o ducati 6. Nel 1691 la rendita dei terreni era di ducati 62, che rappresentava il 26% delle entrate.

Durante il vescovato di Marco Rama (1690-1709), per testamento rogato dal notaio Avarelli il 18 agosto 1695, Prospero e Domenico Gallucci lasciavano al capitolo la gabella “li Bonelli”, che in grano dava 130 tomoli ed a pascolo ducati 60. Cinquanta anni dopo, il 27 aprile 1750, il canonico Muzio del Castillo, come procuratore del capitolo, acquistava la gabella “Li Virdogni” per ducati 930, utilizzando per l’acquisto tre capitali: due dei quali, di ducati 450 e di ducati 300, provenienti da affrancazioni, e ducati 180 dati dal vescovo Gaetano Costa (1723-1753).

Il vescovo Bartolomeo Amoroso (1766-1771), nella visita ai luoghi pii sotto la sua giurisdizione, il 13 aprile 1768 emanò un decreto col quale assegnava ed incorporava al capitolo per le distribuzioni quotidiane, parte dei beni e delle rendite del Pio Monte dei Morti con tutte le messe e suffragi per le anime dei benefattori del monte. Si trattava di una rendita valutata in circa cinquecento ducati annui, con i rispettivi fondi e capitali. Tra i terreni vi erano la gabella “Nugale” di circa 60 salme, salme dodici e mezza di “Armerì”, il vignale “Spina Santa” ed una salma e mezza della gabella “S. Stefano”.

Crotone, il coro della cattedrale.

Case e magazzini

Alla fine del Seicento il capitolo possedeva una casa con due membri in parrocchia di S. Maria Protospataris, lasciata da Isabella Garofalo, dalla quale percepiva annui ducati cinque di affitto, ed una continenza di case in parrocchia di S.ta Margarita lasciata da Isabella Pastore, che dava ducati 18. In totale dall’affitto pervennero ducati 23, che rappresentò solo il 10 % delle entrate. Per atto del notaio Avarelli del 3 febbraio 1696, il capitolo vendette per ducati 400 a Domenico Venturi la continenza di case. L’acquirente si impegnò a pagare annui ducati 24, finché non si fosse trovato un nuovo stabile adatto da acquistare.

All’inizio del Settecento al capitolo rimaneva la casa lasciata da Isabella Garofalo, ed una casa in Piscaria che era stata di Luca Maffeo. Dalla prima percepiva ducati 6 e dall’altra, ducati 5 e mezzo, per un totale dell’affitto di ducati 11 e mezzo. Nel 1720 il capitolo possedeva due case ed un casalino diruto con un introito di ducati 12. Nel 1730 il patrimonio immobiliare aumentò a cinque case (lasciti di Laura Mazzei, di Elisabetta Garofalo, due di Tomaso Guerra, ed un’altra), che davano in tutto 33 ducati. In seguito, sempre per un lascito di Tomaso Guerra, pervennero al capitolo due magazzini, mentre acquisì un’altra casa per legato di Scipione di Vennera; così nel 1743 ricavava 37 ducati (casa di Laura Mazzei, di Elisabetta Garofalo, case lasciate da Tomaso Guerra, altra casa, casa Scipione di Vennera, due magazzini di Tomaso Guerra).

Nel 1752 due case lasciate da Tomaso Guerra furono vendute ed il capitale rimase infisso sulle case. Nel 1758 il capitolo possedeva due case e tre magazzini con un’entrata di 39 ducati. (casa di Elisabetta Garofalo, casa Scipione di Vennera, due magazzini di Tomaso Guerra, altro magazzino).

Crotone, il coro della cattedrale.

I censi

I censi costituivano la risorsa maggiore del capitolo. Nel 1691/1692 essi erano 19 e davano una rendita di 114 ducati, cioè il 48 % dell’introito. L’anno dopo erano 18 e davano il 50% delle entrate. In seguito, si assiste ad un aumento del loro numero ma ad una diminuzione continua della loro rendita. Nel 1703/1704 erano 16 e davano il 42%.

Già nel 1691 il procuratore Fabio Junta annotava che non era stato possibile reinvestire un capitale affrancato al vecchio tasso del nove per cento: “Li docati novanta, perché non si sono trovati d’applicarsi conforme stanno notate le cartelle più volte esposte in questa publica piazza, li tiene il canonico Sig.r D. Francesco d’Oppido, olim procuratore”. Il 5 settembre 1691 i ducati 90 saranno dati a censo all’otto per cento. All’inizio del Settecento i censi rendono tra l’otto ed il nove per cento del capitale; venti anni dopo oscillano intorno all’otto per cento. Nella platea dell’anno 1704/1705 il procuratore Pietro Paulo Venturi annota che alcuni capitali sono stati affrancati e sono stati dati a censo al sette per cento, mentre altri, non trovandosi da applicare, sono in deposito presso il procuratore.

Nel 1730/31 i censi erano saliti a 26, con un capitale impegnato di circa 3400 ducati, e davano 226 ducati, cioè il 51% delle entrate, ma la loro resa in media oscillava tra il sei ed il sette per cento. In seguito, si assiste ad una diminuzione del numero dei censi, e ad una diminuzione del capitale impiegato, segno che molti capitali, infissi da lungo tempo a tassi elevati, erano stati affrancati. La platea del 1743/1744 elenca 15 censi, per un capitale complessivo impiegato di circa 2250 ducati, che davano una rendita di quasi 140 ducati, cioè il 6% del capitale.

Per far fronte alla nuova situazione il capitolo rinegoziò i vecchi censi e cominciò ad impiegare i capitali ad un tasso inferiore. L’attività creditizia del capitolo aumentò. Per frenare i numerosi affranchi di capitale, per atto capitolare i tassi sui capitali impegnati erano stati ridotti al 5%. Sempre in questi anni il capitolo usufruì di due sostanziosi lasciti: uno di ducati 600 del vescovo Gaetano Costa (1723-1753), con l’onere di una messa alla settimana da celebrarsi nell’altare della Beata Vergine del Capo, ed uno di ducati 600 dell’arcidiacono Domenico Suriano, col peso di tre messe la settimana da celebrarsi nell’altare della Beata Vergine dell’Immacolata Concezione.

Nella platea del 1758/1759 i censi sono 31 con un capitale impegnato di circa 5320 ducati, che al 5% danno poco più di 273 ducati annui. Questa robusta attività creditizia subirà un aumento vistoso nel 1768 con l’assegnazione fatta al capitolo dal vescovo Bartolomeo Amoroso di altri censi appartenenti al Monte dei Morti. Si trattava di 15 annui canoni redimibili, infissi sopra terreni e case, per un capitale impegnato al 4 e al 5 % di 3293 ducati, che dava una rendita teorica annua di circa 156 ducati.

Crotone, il coro della cattedrale.

Lo ius mortuorum

La rendita derivante da questo antico diritto era quanto mai incerta, in quanto soggetta alla decisione del procuratore, e legata al variare della popolazione ed alle epidemie. Il pagamento oscillava dai due ducati a mezzo ducato, a seconda della qualità della persona e dell’età. Erano esenti i poveri, i religiosi ed i loro familiari.

Per avere un’idea dell’andamento di questa rendita basta considerare alcune annate. Nell’annata 1691/1692 su 93 morti solo 38 (40%) pagarono; nel 1692/1693 i morti furono 45 e solo 14 (31%) pagarono e nel 1693/1694 i morti furono 67 e 26 (39%) pagarono, nel 1703/1704 i morti furono 99 e metà pagò. La rendita di questo diritto variò dai 38 ducati del 1691/92 ai 14 del 1692/93, per risalire nel 1693/94 a 34 ed ai 55 ducati del 1703/04, quando costituì il 18% delle entrate. Nel 1730/31 la rendita fu di 57 ducati, il 13% delle entrate.

I residui

Alle entrate teoriche corrispondevano delle entrate effettive di molto inferiori. Anzi possiamo affermare, che, per buona parte del Seicento, il Capitolo vantò sempre un credito superiore all’introito annuo. Il canonico Fabio Junta eletto per procuratore del capitolo nell’anno 1691/1692 annota i residui lasciati dal precedente procuratore il canonico Francesco Oppido. La nota comprende 22 debitori per un totale di 628 ducati. Di questi circa un terzo (ducati 209) devono versare gli eredi dell’aristocratico Detio Suriano, morto circa venti anni prima. L’anno dopo lo stesso procuratore affermava che i debitori erano scesi a 17 per un totale di ducati 594, più di un terzo della somma era dovuta dagli eredi Suriano, il cui debito nel frattempo era aumentato per gli interessi maturati (ducati 221).

In seguito, anche se lentamente, i residui diminuirono, in quanto i procuratori del capitolo, pur di incassarne una parte, fecero degli sconti ai debitori. Dieci anni dopo al tempo del procuratore Pietro Paulo Venturi, i debitori si sono ridotti a 11 per un totale di ducati 203. In seguito, nonostante alcuni accordi con i debitori, i crediti aumentarono. Il primicerio Raimondo Torromino, procuratore per l’annata 1729/1730, nel 1730 lasciò 14 residui per un totale di ducati 560, dei quali quasi la metà, cioè ducati 285, dovevano pagare ancora gli eredi Suriano. Il nuovo procuratore di questi 560 ducati ne incasserà nell’annata successiva solo ducati 130, cioè nemmeno un quarto.

Circa venti anni dopo nel 1758/59 il procuratore Muzio del Castillo annota 16 “partite decotte” per un totale di 130 ducati. Di questi recupererà solo 4 ducati. Per l’impossibilità di recuperare alcuni crediti, l’anno precedente il capitolo era stato costretto indebitarsi per ducati 100 al 10 % col Pio Monte dei Morti, per poter pagare il caritativo sussidio al nuovo vescovo Mariano Amato. La situazione non mutò nel tempo, nonostante i numerosi richiami dei vescovi, i quali incitavano i procuratori a perseguire i numerosi debitori, non solo rivolgendosi ai tribunali laici, ma anche minacciando sentenze di scomunica da parte della curia vescovile.

Crotone, il coro della cattedrale.

Le spese

Il capitolo aveva l’onere di celebrare le messe per i legati dei benefattori e per ogni 10 messe celebrate spendeva un ducato. Le messe di solito erano celebrate nell’altare maggiore e nell’altare della Beata Vergine. Poiché erano molto numerose, spesso non erano celebrate, così negli anni il loro numero aumentava, in attesa che qualche vescovo non intervenisse periodicamente per chiederne una riduzione. Nel 1699/1700 esse erano 988 ma alla fine della sua amministrazione il 14 agosto 1705 il procuratore Pietro Paolo Venturi annotava che c’erano 855 messe da celebrare, cioè 19 messe per ognuno dei 45 capitolari. Nell’annata 1730/1731 il peso delle messe era 867; se ne celebrarono 269 e rimasero 598, che il procuratore del capitolo il 14 agosto 1731, suddivise per i 46 capitolari ed ad ognuno toccò il peso di 13 messe. Nel 1743/1744 il peso delle messe era salito a 1103.

Le spese riguardavano quelle necessarie per l’amministrazione ed il culto. Le più importanti erano costituite dai pesi di messe, spese di cancelleria e di amministrazione, spese per la sacrestia (vino, maiorca per l’ostie, ecc.), riparazioni di case e magazzini, acquisto e riparazione di scanni e tavoli, stipendio e “strine” al sacrestano, elemosine di cinque grana per ogni ebreo, schiavo e calvinista “fatto cristiano”, jus cattedratico, decime papali, spese di guardiania ai fondi rustici, ecc.

Non mancano interventi straordinari come quando il 13 gennaio 1672 i capitolari, visti i bisogni e le necessità della chiesa cattedrale, intervengono in aiuto del vescovo Geronimo Carrafa, in modo che possa sostenere le spese per terminare la costruzione della cattedrale. In tale circostanza essi concessero “li docati sessanta che devono conseguire dal clerico Peleo Raymondo come conduttore della gabella capitolare di Santi Quaranta”.[iv]

Tolte le spese il rimanente, il 14 agosto di ogni anno, era suddiviso per i componenti del capitolo. Il 14 Agosto 1705 sono ripartiti circa ducati 225, ed ad ogni sacerdote del capitolo toccarono poco più di 5 ducati.

Arme del vescovo Geronimo Carrafa (1664-1683).

La mobilia

Il Capitolo possedeva pochi mobili: “Un sigillo grande d’argento con suo piede di legno con l’Imagine dell’Assuntione della B.V. che sta in potere del Procuratore pro tempore. Un orologio di ottone à campana per uso della sacristia lasciatoli dall’Ill.mo e R.mo Mons.re Carafa. Un panno di saya verde per apparato del Presbiterio. Cinque banchi di legno con l’iscrittione CAPITULO”.[v]

Il procuratore

Di solito i capitolari si riunivano al suono della campana nella sacristia della cattedrale per discutere, decidere, approvare, ecc. le questioni più importanti riguardanti la vita religiosa ed economica. Ogni anno, il 15 agosto, festa dell’Assunzione, titolare della chiesa crotonese, dopo la messa solenne il capitolo era convocato nella sacrestia della cattedrale al suono della campana media dove, per schede segrete i capitolari eleggevano, o confermavano, il procuratore, o rettore, a maggioranza di voti.

L’eletto prendeva in consegna il sigillo grande d’argento con piede di legno con l’immagine dell’Assunzione della Beata Vergine, ed amministrava le rendite del capitolo per un anno intero, fino all’agosto dell’anno successivo. Alla fine dell’anno di amministrazione, il procuratore per antico statuto, doveva presentare pubblicamente ai canonici i conti che, dapprima, erano affissi per note pubbliche in sacrestia e poi, erano analizzati da due capitolari scelti dalla curia vescovile, che dopo la verifica sottoscrivevano il decreto di libertà.

“VERA EFFIGIE DI S. DIONIGI NEL CHORO DEL VESCOVADO ET SOPRA IL SEGIO DELLA CITTA DI COTRONE” (Nola Molise G.B., Cronica …, 1649).

La gestione del potere

La conferma del procuratore per più anni, frequente durante il Seicento ed il Settecento, denota un uso privato dei beni della massa comune da parte di un ristretto gruppo di canonici, espressione delle famiglie nobili della città, i quali attraverso il procuratore pro tempore, gestirono a loro piacimento gli affitti dei fondi, il prestito dei capitali, ecc. Fabio Junta rimase in carica almeno dal 1691 al 1694; Pietro Paulo Venturi dal 1697 al 1705, ecc.

Spesso i capitali affrancati non erano subito reinvestiti e rimanevano in deposito al procuratore, il quale poteva usarli senza nulla versare alla massa capitolare. Così nel 1699/1700 il capitolo aveva in deposito cinque capitali affrancati per il valore complessivo di ducati 275. Tre per il valore di ducati 225 erano in potere del procuratore Pietro Paulo Venturi, gli altri due, uno di ducati 40 e l’altro di duc.10, erano detenuti dai precedenti procuratori, i canonici Francesco Oppido e Fabio Junta. Nel 1720/1721 il capitolo aveva in deposito 7 capitali affrancati per il valore complessivo di ducati 445. Il canonico Raimondo Torromino ne deteneva quattro per il valore di ducati 315, l’arcidiacono Venturi uno del valore di ducati 50 e due per il valore di ducati 115 erano in mano al procuratore del tempo Andrea Quercia.

Per tentare di contrastare il potere che alcune famiglie nobili della città detenevano nel capitolo, il vescovo Marco Rama nel dicembre 1699, durante la visita ai luoghi pii della città sotto la sua giurisdizione, decretò che chi non era ancora costituito nei sacri ordini, non doveva avere voce passiva nell’elezione del procuratore capitolare. Lo stesso vescovo stabilì, per chi non ottemperava al suo ordine, la pena di libre 50 di cera bianca per usi pii, oltre alle pene previste dai sacri canoni.

Anche il vescovo Gaetano Costa tentò più volte di moralizzare la vita del capitolo, colpendo i canonici che si assentavano dalle funzioni sacre. Per tale motivo fu continuamente contrastato e perseguitato dalla nobiltà locale. Egli cercò inoltre di incrementare la massa capitolare sia con denaro, che unendo due oratori situati fuori le mura della città a due prebende canonicali.

“In primis diebus mei ad hanc ecclesiam adventus, animadverti aliquos ex canonicis, et beneficiatis choro non interesse, ea freti ratione nullum esse stipendium, aut distributionem, desides negligentes, in die suae obligationis, suspensione compes cui, per edictum ordinando, ut si aliquis ex iuxta causa sextariae interesse non posse, alium canonicum, beneficiatum,seu cappellanum, suio loco destinaret, ne officia Divina, et sacrum, quod solemniter quotidie canta; sine debita assistentia persolverent; nulla nisi infirmitatis, vel  necessittatatis admissa excusatione, si in festivis diebus personaliter non interesset”.[vi]

“Il vescovo Gaetano Costa accenna d’aver riferito nelle passate relazioni un disordine nel servizio del coro per sestaria; d’avere avuto ordine dalla S. Congregazione di mandare una nota distinta di tutti i proventi delle dignità, e canonici, onde al presente la dà nel foglio annesso alla Relazione più esatta che à potuto, mentre alcuni proventi sono quasi incerti, principalmente dopo il Concordato colla Corte di Napoli, che soggetta anche gli Ecclesiastici al pagamento de pesi generali.

Riferisce che ognuno il quale abbia la prima tonsura è obbligato a servire la Chiesa Cattedrale, ed ognuno che sia sudiacono, si reputa come capitolare, ed à il voto in Capitolo; ed essendo la massa capitolare tanto scarsa, che appena arriva a cinque ducati per uno, oltre i pesi delle messe, non sa mons.r vescovo donde poter ricavare le distribuzioni quotidiane, mentre i benefici semplici che vi sono sono di iuspatronato laicale, onde non possono toccarsi se non nel caso dell’estinzione delle famiglie, che di rado succede.”[vii]

La carenza di distribuzioni quotidiane sarà denunciata come uno dei mali persistenti della chiesa crotonese anche dal vescovo Domenico Zicari, il quale “… chiede che sia fatta eseguire, acciocchè li sacerdoti, e tutti gl’addetti al coro siano obbligati, quantunque non vi sieno ne punto ne poco le Distribuzioni cotidiane; crederebbe egli assolutamente ciò necessario atteso il numero scarsissimo di tre soli Canonici, e una dignità tenuti ad intervenire all’uffiziatura, e tra questi appena ve ne sarebbero due in istato di comparire, restando tutti li altri dispensati, o dall’età, o dalle infermità attuali à causa dell’aria mal sana”.[viii]

Ritratto del vescovo di Crotone Caetano Costa, 1723-1753, (da wikipedia).

La piramide feudale

Durante il periodo svevo una buona parte della popolazione e del clero crotonese manteneva la lingua ed il rito greco. Il 9 aprile 1217 il papa Onorio III, considerando che la diocesi di Crotone era abitata da popolazione sia di lingua greca che latina, concedeva al vescovo di Crotone Giovanni, esperto nelle due lingue, di celebrare in modo da non generare pregiudizio a nessuno e tanto meno ai canonici greci.[ix] Alla metà di quel secolo perdurava ancora questa situazione, se il papa Innocenzo IV consacrava nel 1254 vescovo di Crotone Nicola di Durazzo, pratico nella lingua greca e latina[x] All’inizio del Trecento le dignità della chiesa crotonese erano: l’arcidiacono, il decano, il cantore, il tesoriere ed il cartulario, e nelle decime del giugno/luglio 1328 sono annoverati nove canonici.[xi]

Alla fine del Cinquecento le dignità della chiesa crotonese erano sei: La prima era l’arcidiaconato, la seconda il decanato, la terza il cantorato, la quarta il tesorerato, la quinta l’arcipretato alla quale era unita la prebenda penitenziaria (che prima era distinta) e la sesta il primiceriato. I canonicati erano quattordici con vari titoli, dei quali tredici con prebenda ed uno senza.[xii]

Secondo il vescovo Thomas de Montibus (1599-1608) le rendite annue erano: mensa vescovile ducati 1500, arcidiaconato duc. 150, decanato duc. 300, cantorato duc. 600, tesorerato duc. 40, arcipretato duc. 50, primiceriato duc. 40. Quelle dei canonicati variavano dai 15 ai 25 ducati, mentre la mensa capitolare appena ascendeva a circa 50 ducati, ed oltre ad essere gravata da un grandissimo onere di messe, doveva versare ogni anno ducati 100 alla Camera Apostolica per l’esenzione degli spogli.[xiii]

Il vescovo Didacus Caveza de Vacca (1623-1626) nel sinodo diocesano portò a 18 il numero dei canonici, dei quali tredici con prebenda e cinque senza. Il vescovo seguente Nicephorus Melissenus Commenus (1628-1632) fornì a due di questi la prebenda. Secondo questo vescovo le rendite delle dignità erano: arcidiacono duc. 200, decano duc. 400, cantore duc. 600, tesoriere duc. 60, arciprete duc. 70 e primicerio duc. 50.[xiv] Dei 18 canonici 14 avevano delle prebende di circa 40 ducati, i rimanenti quattro “sunt potius in herbis, sive in verbis”. Tuttavia i valori delle rendite erano solo indicativi in quanto, trattandosi principalmente di fondi rustici, variavano in maniera molto consistente da annata ad annata: “Redditus mensae E.palis, Dignitatum, Canonicorum, Parochorum, et Beneficiatorum Eccl.arum, adeo vagi sunt, ut de eis certa regula dari non possit, siquidem percipiuntur a pascuis agrorum, quorum conductio crescit, et decrescit annuatim, hoc unum certum est, quod sunt tenues”. “Redditus adeo vagi sunt, ut certa dari non possit corrispondentia; consistunt siquidem in pascuis, et frumento, quorum pretium ad annum variatur. Hoc unum est certum esse tenues, et onera gravia”.

Nel 1631 quattro dignità erano in possesso della laurea nei due diritti e tre tra i canonici. Nel 1640 solo un canonico non era digiuno di lettere.[xv] Il numero delle sei dignità e dei diciotto canonici, di cui almeno quattro senza prebenda (sei secondo il vescovo Caraffa),[xvi] resterà per molto tempo invariato. La presenza di forti disparità di rendita tra le dignità, quasi tutte gravate da pensioni, e soprattutto tra i canonicati, distinti in “honorarii” e “numerarii”, determinerà una forte mobilità interna. Frequenti e temporanei sono i passaggi per promozione dai canonicati onorifici, o con prebenda carente, a quelli prebendati, nonché le dimissioni dei canonicati meno remunerativi e le traslazioni a quelli con rendite maggiori.

Lo stesso, anche se in maniera minore, avviene per le promozioni dai canonicati alle dignità e dalle dignità minori a quelle maggiori; in quest’ultimo caso il passaggio avviene quasi sempre per morte del titolare della dignità. Oltre alla rendita proveniente dal patrimonio sacro, il canonico poteva contare sui frutti del canonicato, sulle distribuzioni e su altre funzioni e privilegi. Così nel 1777 il canonico Vincenzo Smerz era economo della mensa vescovile, procuratore del monastero delle clarisse, cappellano del regio ospedale e rettore delle cappelle nella cattedrale dello SS. Crocifisso e di Santa Maria del Rosario; il canonico Prospero Gallucci era procuratore delle cappelle in cattedrale della Madonna del Carmine e dell’Immacolata Concezione, il canonico Antonino Morelli era rettore del seminario, cappellano e confessore della chiesa e monastero di S. Chiara e rettore della chiesa della SS.ma Annunziata, ecc.

Le distribuzioni da tempo immemorabile nella chiesa crotonese avvenivano per singola persona e secondo i servizi ecclesiastici prestati. Così nello stesso modo partecipavano alla distribuzione l’arcidiacono, che era la prima dignità, quanto l’ultimo che aveva voce nel capitolo, anche se questo non era ancora asceso agli ordini sacri.

Sigillo dell’arcipretura di Crotone, quinta dignità del capitolo di S. Maria Assunta.

Nobili e honorati

Durante il Medioevo e per buona metà del Cinquecento, le dignità ed i canonicati della chiesa di Crotone sono stati appannaggio di chierici e prelati forestieri, soprattutto napoletani e romani. Questi mantennero anche in seguito, dopo l’obbligo alla residenza stabilito dal Concilio Tridentino, il privilegio di prelevare su alcune dignità una parte delle rendite come pensioni annue: “Archidiaconatus, Decanatus, et Cantoratus gravantur pensionibus ex canonicis quatuor sunt sine praebenda. Dignitates vero, Archidiaconatu, Decanatu et Cantoratu exceptio, quinquaginta huius neapolitanae monetae scuta vix percipiunt. Archidiaconmatus centumquinquaginta, Decanatus supra quingenta, Cantoratus vero octingenta, et amplius sacra possident”.[xvii]

In seguito, l’accesso alle dignità ed ai canonicati fu un privilegio riservato solo ai figli cadetti dell’aristocrazia cittadina, i quali lo mantennero almeno fino al Settecento. Con il venir meno delle rendite e la diminuzione del clero, alcuni forestieri ed alcuni “honorati” cittadini potettero accedere ai gradi superiori ecclesiastici.

I diritti

Nel coro le dignità sedevano nello stallo fisso ed in ordine prefissato: l’arcidiacono a destra ed il decano a sinistra, dopo l’arcidiacono c’era il cantore e quindi l’arciprete; dopo il decano il tesoriere e il primicerio. I canonici erano parte a sinistra e parte a destra e dovevano seguire il celebrante quando entrava e seguirlo quando usciva.

Il vescovo Hieronymus Caraffa (1664-1683) poiché mancava del tutto il coro “in quo cantare et Deus laudari”, lo fece costruire: Esso era formato da tre ordini di stalli distinti gradualmente. Negli stalli superiori sedevano le dignità, i canonici ed i parroci, in quello subito inferiore i semplici sacerdoti ed in quello più basso i chierici.

L’arcidiacono, prima dignità dopo la pontificale, la cui collazione spettava sempre alla Sede Romana, presiedeva il capitolo, aveva il primo ed il più onorifico posto nel coro e distinto stallo nella cattedra vescovile. A lui spettava dare il segnale dell’inizio dell’ufficio, ed a lui doveva chiedere venia chi si assentava dal coro. Aveva la prima voce nelle azioni capitolari. Al suono della campana media convocava il capitolo, ne difendeva i diritti, proponeva qualsiasi tipo di causa ai capitolari e dava il primo voto. Rendeva pubblici i giorni festivi durante la settimana, i contratti matrimoniali e le sentenze di scomunica. Tutto questo lo faceva per antica consuetudine con un sostituto, scelto a suo piacere, il quale anche notificava le promozioni a tutti gli ordini. Lo stesso arcidiacono assieme ad altri esaminatori sinodali, esaminava ed approvava quelli che dovevano essere promossi all’ordine ed ai benefici. Era anche rettore e cappellano della chiesetta di S. Maria di Capo delle Colonne, situata nel capo. Per ogni pubblicazione di matrimoni, di promozione all’ordine e di scomunica il vescovo Giovanni Lopez assegnò all’arcidiacono cinque grana, e dieci grana “pro necessaria fide”.

Al decano spettava cantare nei pontificali, sia nei vespri sia nella messa, quando il vescovo era impedito, o assente, e nel caso che la sede era vacante. Il cantore intonava il coro ed aveva il privilegio di compilare le tabelle di coloro che dovevano recitare gli uffici divini, quelle dei diaconi e dei subdiaconi nella messa cantata e dei chierici che dovevano assistere alla messa; similmente faceva la nota nella settimana santa. Tuttavia, tali tabelle, e nota dovevano essere firmate dal vicario generale. Era inoltre prerogativa del cantore designare colui che doveva cantare nel coro le antifone e le lezioni.

Il tesoriere era il “sacrista maior”. Curava la sacrestia e conservava i vasi sacri d’argento ed ogni altra cosa dedicata al culto divino, sia ornamenti che vesti. Tuttavia, demandava ogni cosa ad un suo sostituto, scelto a suo piacimento e confermato dal vescovo, il quale doveva essere un semplice sacerdote. Comandava di suonare le campane quando si tumulavano i cadaveri dei defunti. Per tale ufficio riceveva per diritto antichissimo grana cinque e nel suonare festivo delle campane per tumulare infanti esigeva dieci grana. Inoltre, per la bara, volgarmente detta “lettica”, esigeva un carlino e per la tomba, detta volgarmente “ceraletto”, sei carlini. Questo gli spettava sia che le esequie avvenissero in cattedrale sia nelle altre chiese, sia dentro che fuori città, tenute tanto dai secolari che dai regolari. A tale riguardo da tempo immemorabile godeva del diritto che nessuna torre, sia di regolari che di secolari, poteva dare il suono del mortorio, se non fosse stata preceduta dalla torre della cattedrale.

La fornitura delle corde per le campane spettava al vescovo. In verità c’era la consuetudine che quando pulsava la campana maggiore a colpo per i defunti, gli eredi fornivano la corda, che poi riprendevano finita la funzione. Il tesoriere aveva inoltre il diritto di esigere due carlini per ogni fede che si estraesse dai libri dei battezzati e dei morti, che erano conservati in sacrestia.

L’arciprete sostituiva il decano impedito o vacante. Aveva unito l’onere della penitenzieria; questo per quanto stabilito dal concilio diocesano durante il vescovato di Sebastiano Minturno (1565-1570). Per tale motivo godeva tutte le preminenze che competevano ai penitenziari, tra le quali la maggiore di essere il primo parroco e sacerdote dei forestieri presenti nella città e nella diocesi. Inoltre, era rettore e percepiva le offerte che provenivano dalla cappella di S. Antonio Abate, situata fuori le mura della città, nel giorno della festa del santo.

Il primicerio ordinava e presiedeva tutte le sacre cerimonie nelle messe, nei vespri e negli uffici processionali, sia nella chiesa cattedrale che nelle altre chiese secolari, in quanto era il primo maestro di cerimonie. A lui spettava preparare gli oli sacri, la nota degli assistenti nelle messe pontificali e di quelli che dovevano servire il vescovo celebrante. Per antica consuetudine esercitava tale diritto attraverso un sostituto, eletto a suo arbitrio, il quale partecipava alle elemosine ed agli emolumenti, che apportavano tali funzioni.[xviii]

Crotone, il coro della cattedrale.

Le insegne

Era privilegio dei canonici di intervenire nel coro, nelle processioni ed ovunque, indossando l’abito canonicale che era composto dalla cotta e sopra la cotta l’almuzia con il cappuccio di colore viola, ricoperto con seta di colore rosso (“Opens serici intus tectum serico coloris rubri cum orbiculis coloris rubri pariter”). Nei pontificali, o col vescovo solennemente celebrante, le dignità sopra la cotta e l’amitto indossavano il pluviale, che anche conservavano nella processione del “Corpus Domini”; i canonici in verità sopra la cotta e l’amitto, se sono “seniores” indossavano la pianeta, per gli “iuniores” in verità parte indossavano la dalmatica e parte la tonacella, in modo che almeno due sembrassero diaconi e due subdiaconi.[xix] Sia le dignità che i canonici “super cottam deferunt almutium cum caputio violacei coloris”,[xx] “Omnes induunt cottam, et almutium violaceum cum caputio”,[xxi] “Habitus ecclesiasticorum in Choro non distinguitur inter Dignitates et Canonicos, omnes siquidem induunt cottam, et almutium violaceum cum caputio”.[xxii]

Vi era poi una antica consuetudine che stabiliva il posto che doveva occupare il canonico onorario e senza prebenda quando era promosso ad una più ricca: “Consuetudinem in Capitulo huius Cathedralis Ecclesiae inveni, videlicet quod quando aliquis Canonicus honorarius, parvavè praebenda preditus, ad pinguriorem Canonicatum promovebatur, ad ultimum locum casistali eiusdem, (in quo fixa, et determinata sedilia non aliis quam Dignitatibus destinantur) descendere deberet. Consuetudo ista nullo superiori decreto, quod nobis innotescat roboratur. In elapso m. 7.mbris vacantem Canonicatum cuidam, jam à duodecim annis honorario can.co contuli. Pluries quippe à Capitulari Corpore instantias accepi, ut Can.novo Canonicatui insigniti, à loco, in quo à prima eorum promotionis die reperiebantur, non amoverentur. Ne bene perpensa per edictum mandavi, ut ita in posterum exequiretur, cogitans pinguiores canonicatus, non in poena, sed in premium benemeritis conferri.”[xxiii]

Il 18 novembre 1845 il papa Gregorio XVI su richiesta del vescovo Leonardo Todisco Grande concedeva ai canonici del capitolo della cattedrale di Crotone di portare la cappa con l’ermellino.[xxiv]

l vescovo di Crotone Leonardo Todisco Grande, 1834-1849 (da beweb.chiesacattolica.it).

Dignità e canonicati

Non abbiamo notizie sicure sul titolo di alcuni canonicati delle dignità. Possiamo tuttavia fare delle ipotesi. Certo è che all’arcidiaconato è unito il canonicato di Santa Maria del Capo delle Colonne, mentre all’arcipretato quello di Santa Maria della Brica. Incerto risulta il decanato, al quale sembra legato quello di Santo Andrea. Rimane il dubbio per quanto riguarda il tesorerato, il cantorato ed il primiceriato.

I canonicati con prebenda erano: SS.ma Annunciazione, S. Francesco d’Assisi e delle Cinque Piaghe, S. Paolo, S. Basilio, S. Silvestro, SS. Vincenzo e Anastasio, S. Carlo secondo o S Marco Evangelista, SS. Rustico e Eleuterio, S. Maria della Scala, S. Nicola, S. Blasio, S. Cataldo, SS. Filippo e Giacomo e S. Sofia. Quelli onorifici: S. Giovanni Battista, S. Giuseppe, S. Antonio da Padova e S. Carlo.

Sant’Andrea (da wikipedia).

Le dignità

Oltre al vescovo, le dignità della chiesa di Crotone più importanti per la loro rilevanza sia religiosa che economica, erano l’arcidiaconato, il decanato ed il cantorato. Le tre dignità si differenziavano nettamente dalle altre e dai canonicati. Tutte e tre erano dotate di vasti territori dove, anticamente, erano situati insediamenti rurali. I loro possedimenti, specie quelli situati dove si estendeva la foresta regia dell’Isola di Crotone, denotano l’origine feudale.

La mensa vescovile possedeva il vasto possedimento feudale di Bugiafaro, l’arcidiaconato possedeva il Capo delle Colonne, dove anticamente c’era il tempio dedicato a Hera Lacinia e poi l’insediamento romano, mentre il decanato possedeva il vasto demanio feudale di Sant’Andrea e di Domine Maria, confinante con il Bosco dell’Isola.

Il tenimento di “Sancto Andrea”, nelle pertinenze di Crotone, è ricordato in una concessione di re Carlo I d’Angiò: “Mandatum pro Gregorio de Genitocastro, cive Cutroni, pro pacifice possessione cuiusdam tenimenti sui, dicti de Sancto Andrea, in pertinentiis Cutroni.”[xxv] La natura feudale del territorio corso di Sant’Andrea è evidenziata anche da un altro ordine del re, col quale comanda al giustiziere di Val di Crati di provvedere a riparare il castrum di Crotone. Alle spese devono concorrere coloro che hanno feudi nel territorio della città e, tra questi, compare anche Gregorio di Comito Castro (sic, ma Genicocastro), il quale assieme al vescovo e agli eredi di Stefano, devono restaurare la torre che è “ante hostium”.[xxvi]

Il cantorato possedeva la vasta tenuta detta Le Puzzella (S. Maria delle Puzzella ?) ed il Cantorato Grande. In quest’ultima località sono segnalate tracce di un insediamento del primo impero ed è stato rinvenuto un solido aureo bizantino.

Per le loro rendite le tre dignità furono particolarmente richieste e gravate da pensioni a favore di vescovi e chierici romani e napoletani. Lo stesso vescovo di Crotone Marcello Maiorana si rivolgeva nel 1581 al cardinale Sirleto, perchè intervenisse presso il papa per ottenere il possesso del cantorato, che era stimato del valore di 300 scudi annui.[xxvii]

Le sei dignità avevano terreni, case, botteghe e censi. L’attività principale era l’affitto dei terreni, mentre scarsa e marginale erano l’attività creditizia e l’affitto delle case e delle botteghe. Per tale motivo le entrate delle dignità variavano, ed anche di molto, secondo l’annata, l’affitto dei terreni, se a semina o a pascolo, e l’andamento del mercato del grano.[xxviii] Per avere un’idea, basta comparare alcune rendite in denaro della fine del Seicento, al tempo del vescovo Marco Rama, con quelle riportate venti anni dopo nella visita del vescovo Anselmo de la Pena (1719-1723). Nel 1699/1700 l’arcidiacono presenta un introito annuo di circa 150 ducati, venti anni dopo gli stessi terreni rendono circa 180 ducati; nello stesso ventennio l’affitto dei terreni del decanato dai circa 240 ducati passa a duc. 380, ecc.

La dignità più dotata di terreni, quindi quella che poteva vantare una rendita maggiore, era il cantorato, che ne possedeva ben 14: Il Cantorato Grande, Vignale, Il Laganettello, Il Pirayno, Il Cantoratello delle Ficazzane, La Ferrarella, La Volta del Cantore, La Ferrara, Vignale a Crepacuore, Li Puzzelli, L’Abbate, due vignali a Nao, Li Minioli. Da questi territori nel 1720 ricavava circa 740 ducati. Seguiva il decanato con 10 tra gabelle e vignali: Il Decanatello, La Cucugliata, Domine Maria, La Fico, La Croce, Il Decanato Grande, S. Andrea, Lagani. Nel 1699 dall’affitto ricavava ducati 244 che salgono a duc. 379 nel 1720. Terzo per proprietà fondiaria era l’arcidiaconato con tre vaste gabelle: Il Capo delle Colonne, l’Irticello, e la Falcusa, dalle quali nel 1699 ricavava 140 ducati e duc. 170 nel 1720. Segue l’arcipretato, che possedeva 5 piccoli vignali: La Brica, La Carrara, Bernabò, L’esca, e Spataro, che davano nel 1720 una rendita di circa 120 ducati. Infine vi era il primiceriato con due piccoli terreni: S. Ambrosio ed un vignale, che davano nel 1699 ducati 36, ed il tesorerato con parte di un territorio (Il Mortilletto), che dava ducati 6.

L’attività creditizia, anche se rilevante a volte per il numero di censi, non incideva in maniera significativa sulla rendita annua delle dignità, variando il ricavato dai 10 ai 20 ducati: l’arcidiaconato esigeva 16 censi, che davano complessivamente poco più di 10 ducati annui, il tesorerato ne aveva 11 dai quali ricavava ducati 16, l’arcipretato 10 per 11 ducati, il primiceriato 6 per ducati 22. Il patrimonio immobiliare era quasi inesistente, trattandosi di una casa palaziata (tesorerato), e di una casa e di due botteghe (primiceriato).

Le proprietà dell’arcidiaconato (il Capo delle Colonne, l’Irticello, e la Falcusa), evidenziate in un particolare del Foglio N° 571 “Crotone” della carta d’Italia 1:50.000 dell’IGM.

I canonicati

Se i canonicati onorifici nulla possedevano, poco avevano quelli con prebenda. Alla fine del Seicento i 14 canonicati con prebenda avevano complessivamente una trentina di terreni, quasi tutti piccoli vignali e parti di gabella, che affittati davano, a seconda dell’annata, una rendita annua di circa duecento ducati. Esigevano 33 censi che fruttavano circa 50 ducati, ed affittavano 7 tra case e magazzini per un canone annuo di ducati 45. La rendita annua complessiva ascendeva quindi a circa trecento ducati, che divisi per i 14 canonicati dava in media un introito di 20 ducati annui per ciascuno; variando dai nove ducati del canonicato di S. Carlo Secondo, ai 50 ducati del canonicato di SS. Vincenzo e Anastasio (S. Carlo Secondo duc. 9, S. Maria della Scala duc. 12, S. Nicola e S. Francesco d’Assisi duc. 13, S. Basilio Magno duc. 14, SS. Filippo e Giacomo duc. 15, S. Cataldo e SS. Rustico e Eleuterio duc. 20, S. Blasi duc. 21, L’Annunziata duc. 23, S. Sofia duc. 24, S. Silvestro duc. 28, S. Paolo duc. 36 e SS. Vincenzo e Anastasio duc. 49).

Le chiese rurali

Numerose erano le chiese rurali senza cura sul territorio crotonese durante il Medioevo, come evidenziano la documentazione storica e i toponimi agiografici. Alcune costituivano un beneficio, altre una prebenda. Ricordiamo le chiese senza cura di Santa Maria delo Mare, Santo Antonio, Beata Maria della Scala, Santo Andrea, Santo Iacobo, Beata Maria Annunciata, Santa Catarina, Santa Cecilia, Santa Domenica, Santa Sofia, Santo Marco, Santo Nicola, Santo Stefano, Santo Giovanni, S. Silvestro, S. Juliano, S. Leonardo, Santa Ursula, Santa Maria de Mirtis, ecc.[xxix] Numerosi sono i toponimi: S. Basilio, S. Biase, S. Elia, S. Giorgio, S. Gusmano, S. Polito, S. Martino, S. Morello, S. Pietro di Perrotta, S. Soste, Santoquaranta, Valle della Chiesa, Tre Chiese, ecc.

Ogni canonicato con prebenda era dotato di fondi rustici, dove era situata anche una chiesa rurale. La fondazione di questi luoghi di culto sembra risalire al Medioevo, in parte al tempo in cui vigeva il rito greco (S. Sofia, S. Cataldo, S. Basilio, ecc.), in parte in epoca più recente (S. Carlo Secondo, S. Francesco d’Assisi). Al presente si conservano pochi di questi edifici.

L’arcidiaconato possedeva nel Capo delle Colonne la chiesa di Santa Maria del Capo (“In esso Promontorio vi è una chiesa sotto il titolo della Mad.a del Capo, di cui ne ha cura l’arcidiacono pro tempore della chiesa cattedrale, e vi tiene un eremita”); il Decanato quella di “S. Andrea”, l’arcipretato Santa Maria dela Brica sul colle omonimo, il canonicato di Santa Maria dela Scala la chiesa di Santa Maria della Scala,[xxx] il canonicato di Santa Sofia la chiesa di Santa Sofia, che fu distrutta nell’estate del 1542, durante i lavori di costruzione delle fortificazioni di Crotone,[xxxi] il canonicato di S. Silvestro la chiesa di San Silvestro, che è annotata in occasione del pagamento delle decime del 1310-1311, quando il “Pbr. Philippus, cappellanus eccl.e S.ti Silvestri”, versò due tari.[xxxii] Sempre nello stesso anno il “Pbr. Martinus” era cappellano della chiesa di San Nicola.[xxxiii] Ancora alla fine del Settecento l’arciprete possedeva la chiesa di Santo Antonio Abate, il canonicato di Santo Cataldo la chiesa dell’Annunziata, il canonicato di Santo Carlo quella della SS.ma Pietà, tutte situate lungo la strada che dalla città si dirigeva verso l’Esaro. Sempre nelle vicinanze c’era la chiesa di San Marco Evangelista. La chiesa del canonicato di SS. Vincenzo e Anastasio era situata nel casale di Crepacore, ecc.

La chiesa di S. Caterina evidenziata in un particolare della carta intitolata “SCENOGRAFIA della Scogliera del Porto di Cotrone, fatta per tutta la Campagna del 1756” (foto di Bruno Mussari).

Il capitolo tra Sette e Ottocento

Il vescovo Ludovico Ludovici (1792-1797) così si esprime nella sua relazione del 1795: “Nella Cattedrale vi sono sei dignità, cioè l’arcidiacono che è la prima dopo la pontificale, il decano, il cantore, il tesoriere, l’arciprete e il primicerio, diciotto canonici, quattro parroci, venti preti, tre diaconi, cinque suddiaconi, e molti altri iniziati nell’ordini minori. Eccettuati questi ultimi, tutti gli altri compongono il Capitolo della sua cattedrale, osservano le loro costituzioni e nelle cose ad esso pertinenti hanno voce attiva e passiva.

In quanto poi al servizio del Coro tutto il Capitolo, compresi i novizii ed i seminaristi, assiste in Coro tutte le Domeniche, nelle Feste Solenni dell’anno e nella Settimana Santa. Nell’altro servizio poi eddomadale del rimanente dell’anno alternativamente la sola terza parte del Capitolo, comprese le Dignità, e Canonici, interviene con una puntatura fedele però dei mancanti, della quale il Vescovo ogni Domenica si fa render conto.

Tra le dignità vi è l’arciprete, il quale oltre alle funzioni spettanti alla sua dignità, amministra i sacramenti ed ha la cura delle anime di tutti l’abitanti che sono situati fuori le mura della città, come i marinai, i contadini, i pastori, i vignaioli ed altri. Egli esercita questa cura sia personalmente, quanto utilizzando un altro sacerdote, detto economo. Oltre a tutto ciò alla detta Arcipretura è annessa anche da tempo antichissimo la Prebenda Penitenziaria. Sia la cura extra moenia che la Penitenziaria l’arciprete le ottiene senza un preventivo concorso. Per quanto riguarda la Prebenda Teologale, essa è conferita dal vescovo ad un canonico tra i più dotti, anche questa senza il preventivo concorso, in quanto tale prebenda gode di una rendita tenue, che non arriva a 40 ducati annui, ed è inoltre «ammovibile ad nutum».”[xxxiv]

Una supplica del capitolo e del clero di Crotone al re per conservare la sede vescovile.

“Sire/ Il Capitolo, e Clero della Chiesa Cattedrale della v.ra Città di Cotrone in Calabria Ulteriore 2a supplichevole a pie del Real Trono espongono alla M. V., che nel g(iorn)o 13 del cor.te mese gli è stata data comunicazione delle Lettere Apostoliche del g(iorn)o 3 del med.o mese in ord.e alla nuova circoscriz(io)ne delle diocesi di questi REgali Domini da farsi in esecuz(ion)e del art. 3 del Concordato de 16 Feb. del corrente anno, affinché, avendo interesse in tal operaz(ion)e producessero le ragioni della propria Chiesa.

Il Corpo supplicante convinto, che giusta l’articolo 3 del med.o Concordato l’oscurità de’ Luoghi, o la troppo scarsezza delle rendite delle Sedi Vescovili può offrir motivo alle di loro soppressioni, oppure unioni, rassegna in accorcio all’alta considerazione della M. V. le circostanze luminose antiche, e presenti di q.a v.ra Città, e lo stato delle rendite di q.a Sede Vescovile, per benignarsi in accordo con sua Santità il Som. Pontefice determinare la conservazione d’essa Sede in preferenza dell’altre convicine.

La Città di Cotrone è celebre in tutte le Istorie per la sua antichità, e magnificenza, per gli giuochi Olimpici, per le gloriose gesta de’ suoi Cittadini. Sede di Pitagora, e della Scuola Pitagorica fu la maestra dell’Italia, e di Roma ancora allorchè sul principio di q.lla Republica, al dir di Tito Livio, di Einnecio, di Giannone, somministrò le leggi a’ di lei decenviri.

Ella sebbene non conservasse per le vicende de’ tempi il suo antico splendore, non è però inferiore alle più cospicue Città della Provincia. Abitata da circa cinque mila anime, s.do l’ultimo stato, resta in una preminenza sul mare, dal quale è bagnata nelle basi delle forti, ed alte muraglie, che la circondano; è piazza d’arme col suo Forte; è Capoluogo sede della Sotto Intendenza, e centro del Distretto; è Città di commercio di terra, e di mare, provveduta d’un gran porto, fatto dall’arte, conta moltissime famiglie nobili cospicue, e ricche; ed è abitata da gente educata, e socievole.

Per quel che appartiene alla Religione, ed istituti Religiosi, Cotrone convertita alla fede cristiana dal Principe degli Apostoli nel di Lui passaggio da Taranto a Reggio, a rapporto di Ughelli, di Marafioti, del P.re Fiore, ebbe per suo primo vescovo S. Dionigi Areopagita, Principale Protettore di q.a Città, stato discepolo di S. Paolo; dal quale primo vescovo cominciò la successione de’ vescovi di Cotrone, non mai stata interrotta sin a questi tempi. Ha un Capitolo disciplinato, composto da dieceotto Can.ci, e sei Dignità con dodeci sacerdoti Mansionarii. Ha nel suo seno cinque Parochi con le rispettive Parocchie: È provveduta d’una Cattedrale magnifica, di un vasto e ben messo Episcopio, e di un gran seminario per le rendite in annui duc. 1200 c.a e pel locale capace di circa cento convittori.

Sebbene la di Lei chiesa vescovile avesse sofferto qualche discapito nella ripartizione delle terre fatta nel 1811, pure conserva una rendita ancora di duc. tremila ed ottocento circa, come li Supp.ti comprovano in pronto alla M. V. con validi documenti estratti da publici registri, rendita piucchè bastevole pel mantenimento del vescovo a termine dell’aqrt. 4 del med.o Concordato. E se il Ricevitore de’ Demani di Cotrone porta la rendita d’essa Mensa in somma minore, ciò è derivato da di lui intrighi per aver dato fin dal 1813 in affitto de fondi a rag.ne di grana 55 il moggio, quando il loro merito era estremamente maggiore, e per aver trascurato di esiggere le decime d’un fondo specioso, detto Buciafero, di moggia 1800 tutto in coltura, che la chiesa di Cotrone possiede nel vicino territorio di Isola. E ancor da rimarcarsi, che la rendita effettiva della sud.a Mensa sorpassa di molto li duc. 3800 giacchè la rendita imponibile ne’ registri publici fu assegnata con molto riguardo della stessa chiesa.

Sire, se non è da dubitarsi dello splendore di questa vo.ra Città per tutti li riguardi; se la rendita della di Lei Mensa Vescovile è più che sufficiente per trattam.to del vescovo; e se la M. V. nel circoscrivere le due Calabria nel 1816 si benignò di onorarla e destinarla per Capoluogo del distretto, non è da aspettarsi dalla V.ra Real Munificenza, che la Città di Cotrone, considerata pel politoico e pel commercio come la Metropoli de’ Paesi, che la circondano, restasse degradata dalla sua Sede Vescovile, e soggetta ad una delle sedi de  affatto paragonabili con lei paesi convicini.

Le diocesi convicine a Cotrone sono quelle di Umbriatico, di Cerenzia già unitaa quella di Umbriatico, di Strongoli, di Belcastro, di Isola, di S.a Severina. Queste tutte oltrecchè fan parte del Distretto di Cotrone, il che indica la di loro inferiorità, son piccoli paesi senza coltura menochhe negli Ecclesiastici, son tutti baronali, abitati quasi per intero da gente addetta alla pastorizia, ed alla coltura de campi, scarsi di tutti gli oggetti di necessità e di comodo della vita, senza clero e senza Seminario, e dove la dignità vescovile non può sostenersi con l’appena decenza.

E se S.a Severina è Sede Arcivescovile, non può negarsi che è un paese baronale di 900 anime, senza clero, sequestrato perchè situato alla cima d’un monte è quasi inaccessibile; e di aria incostante, e micidiale, poichè posto prossimamente sul fiume Nieto, per cui in pochi mesi dell’anno era ivi la residenza del Arcivescovo.

Li Supp.ti pertanto umilmente implorano dalla M. V. di sovranamente ordinare in concerto con la S. Sede la conservazione della Sede Vescovile di Cotrone in preferenza delle altre convicine e l’avranno.

Cotrone 17 Aprile 1818.”

Pianta intitolata «Croquis de la ville, Chateau et Port de Cotrone» di Carlo Afan de Rivera (1810), conservata presso la Biblioteca Reale di Torino (in Carmelo G. Severino, Le città nella storia d’Italia, Crotone, 1988, p. 74).

I terreni passano ai baroni

Già durante il Decennio francese con la ripartizione di un quarto e la quotizzazione dei demani parte delle terre ecclesiastiche erano passate ai comuni ed ai latifondisti.

Dopo l’Unità d’Italia le proprietà del clero furono incamerate dall’Asse ecclesiastico e poi messe all’asta dal demanio. Uno dei maggiori acquirenti fu il barone Luigi Berlingieri, il quale nell’aprile del 1868 si aggiudicò i seguenti fondi provenienti dal capitolo: Il Cantorato Grande, Nao, Irticello, Donatello, Pitato o Capuccino, vignale di Nao, Vignale in Capocolonna, Pipinello, Vignale Fico e Vignale Priorati.

Dignità

Arcidiaconato, prima dignità (Santa Maria del Capo delle Colonne)

12 maggio 1324: “D.nus Iohannes, archidiaconus, solvit tar. tres.”[xxxv] / 1325: “d.nus Ioh.es archid.nus, tar. sex et gr. decem.”[xxxvi] / 1326: “d.nus Iohannes, archidiaconus, tarenos sex et grana decem.”[xxxvii] / 1327: “d.nus archidiaconus, tarenos sex, grana decem.”[xxxviii] / 1328: “d.nus Iohannes, archid.us, tar. quatuor.”[xxxix] / 2 settembre 1418: “Archidiacono Squillacen. mandat ut Francisco Pepe, clerico Squillacen., provideat de Archidiaconatu ecclesiae Cotronen., quae est dignitas maior post pontificalem, vac. per ob. Johannis de Spena, extra R.C. defuncti.”[xl] / 27 febbraio 1475: “Providit Clementi de Georgiis de Archidiaconatu Cotronen., vac. ex eo quod Ghirardus Canoselli archidiaconus libere et sponte, per Agapitum de Amelia, procuratorem suum, resignavit.”[xli] / 15 marzo 1508: “Antonius (Lucifero), archidiaconus ecclesiae Cotronen., fit episcopus Cotronen.”[xlii] / 23 marzo 1508: “Iohanni Mattheo Lucifero providetur de Archidiaconatu ecclesiae Cotronen.”[xliii] / 27 marzo 1525: “Bartholomeo Lucifero, archidiacono ecclesiae Cotronen., providetur de ecclesiis s.c. B. Mariae de Lomare et S. Antonii et B. Mariae de la Scala et S. Andreae, Cotronen. dioc., vac. per resignationem Alfredi Severii. (?)”[xliv] / 3 dicembre 1525: “Iacobo Marco Lucifero, clerico Cotronen., providetur de Archidiaconatu ecclesiae Cotronen. et de parochiali ecclesia B. Mariae de Prothonotariis, Cotronen., vac. per liberam resignationem Io. Matthaei Lucifero.”[xlv] / 3 febbraio 1526: “Iacobo Antonio Lucifero providetur de Archidiaconatu ecclesiae Cotronen. et de parochiali ecclesia S. Mariae de Prothonotariis, Cotronen., vac. per resignationem Io. Matthaei Luciferi, episcopi Cotronen.”[xlvi] / 1531: “Iacobus Antonius Luciferus, archidiaconus ecclesiae Cotronen., in XXVI aetatis anno constitutus, fit episcopus Umbriaticen.”[xlvii] / 17 marzo 1531 “Camillo Lucifero, clerico Cotronen., providetur de Archidiaconatu ecclesiae Cotronen. et de parochiali ecclesia, nunucupata B. Mariae de Prothonotariis.”[xlviii] / 18 ottobre 1538: “Decano ecclesiae Cotronen. mandat ut Prospero Busal provideat de archidiaconatu ecclesiae Cotronen. vac. per privationem Camilli Luciferi, de homicidio accusato.”[xlix] / 21 gennaio 1542: “Litterae patentes pro Nicolao Lucifero, Archidiacono ecclesiae Cotronen …”.[l] / 11 dicembre 1554: “Iacobo Vitali providetur de archidiaconatu ecclesiae Cotronen. vac. per cessionem Bernardini Card.lis Mapphei, amoto Nicolao Capistro, qui se gerit pro clerico et illa indebite tenet occupata.”[li] / 22 novembre 1557: “Iacobus Vitalis, archidiaconus eccelsiae Cotronen., consensit resignationi dicti archidiaconatus in favorem Hieronimi Poterici (Portico).”[lii] / 1 settembre 1558: “Hieronimo del Portico providetur de archidiaconatu ecclesiae Cotronen. vac. per cessionem Io. Baptistae de Milanesiis (o Miliaresiis).”[liii] / 22 maggio 1566: “Prospero Suriano providetur de archidiaconatu ecclesiae Cotronen., amoto Hieronimo de Portico, qui se gerit pro clerico.”[liv] / 1568: “Marcus Antonius Maffeus, archiep.us Theatin., S.mi D.N. ppe Datarius, cui als pensio annua 30 duc. auri in auro de camera super archidiaconatus ecclesiae Cotronen., quam d.nus Prosper Soranus obtinet, fructibus, reservata existit, presens consensit cassationi et extinctioni pensionis huiusmodi in manibus S.mi D.N. pp.e.”[lv] / 1573-1587: Prospero Suriano. / 5 agosto 1596: “Mario Fabii Saxi, nepoti Card.lis Saxi, providetur de Archidiaconatu ecclesiae Cotronen., qui inibi est dignitas post pontificalem maior, vac. per ob Petri (?) Suriani, et de semplici beneficio in ecclesia S. Michaelis, Nolan. dioc., vac. per ob. Diomedis Romani.”[lvi] / 1606: “Pro Iacobo Vena (Veza), Archidiacono ecclesiae Cotronen., licentia se absendandi a dicta ecclesia et percipiendi fructus sui archidiaconatus.”[lvii] / Maggio 1626: “De Archidiaconatu ecclesiae Cotronen., vac. ex eo quod Ioannes Martinus, de eo provisus, magisterium seu doctoratum Theol. non suscipit, cuius fructus CLX duc., providetur Io. Baptistae Tirolo, clerico nobili Cathacen.”[lviii] / Gennaio 1627: “Io. Antonio Vizza, clerico Cotronen., providetur de Archidiaconatu ecclesiae Cotronen., vac. per resignationem Io. Iacobi Vizza, in manibus SS.mi factam et admissam.”[lix] / 24 settembre 1639: “Io. Martino Vella (Vezza) providetur de archidiaconatu ecclesiae Cotronen., vac. per resignationem Io. Iacobi Vella (Vezza).”[lx]/ 2 giugno 1655: “Octavio Vezza, I.U.D., providetur de Archidiaconato ecclesiae Cotronen., vac. per ob. Io. Martini Vezza, de mense octobris anni praeteriti ex. Ro. Cu. def.”[lxi] / Aprile 1656: “De archidiaconatu ecclesiae Cotronen., vac. per ob. Octavii Vezza, de mense ianuarii def., providetur Mutio Suriano, pbro nobili I.U.D.”[lxii] / 1660-1663: Mutio Suriano. / Aprile 1674: “Hieronimo Suriano providetur de Archidiaconatu ecclesiae Cotronen., vac. per promotionem Mutii Suriani ad ecclesiam S. Severinae.”[lxiii] / 1687-1694: Geronimo Suriano. / 1694-1699: Diego Domenico Leone. / Gennaio 1704: “De Archidiaconatu ecclesiae Cotronen. cuius fructus cum distributionibus 90 duc., gravati pensione antiqua 60 duc., vac. per promotionem Didaci Dominici Leone ad Cantoratum eiusdem ecclesiae, providetur Dominico Facente, primicerio eiusdem ecclesiae.”[lxiv] / 30 marzo 1719: “Iohanni Bertoni, pbro Neapolitan., reservatur annua pensio super fructibus Archidiaconatus ecclesiae Cotronen., solvenda a Felice Suriani, cui hodie de dicto Archidiaconatu, c.m. vac. providetur.”[lxv] / 1719-1720: Pietro Paolo Venturi. / 28 giugno 1741: “Dominico Hieronimo Suriano, I.U.D. Thesaurario ecclesiae Cotronen., providetur de Archidiaconatu eiusdem ecclesiae, vac. per ob. Petri Pauli Ventura.”[lxvi] / 1743: Domenico Geronimo Suriano.[lxvii] / Settembre 1755: “De Archidiaconatu cathedralis Cotronen., cuius fructus 70 duc. cum distributionibus 120, gravati pensionibus, una 22 duc. cum dimidio pro Carolo Francisco de Mari et alia duc. 7 cum dimidio pro dominico Giardino, episcopo Nicomedien., vac. per ob. Dominici Hieronimi Suriano, providetur Dominico Torromini, pbro oriundo an. 79, cum decreto vacationis Decanatus.”[lxviii] / 1763-1764: Raimondo Torromino. / 1772: vacante. / Febbraio 1774: “De Archidiaconatu cuius fructus 70 duc., gravati pensione annua duc. 22 cum dimidio favore Caroli Franc. de Meo, et alia duc. 7 cum dimidio favore Dominici Giordano, Patriarchae Antiocheni, vac. per ob. Raimundi Torromini, providetur Didaco Zurlo, pbro nobili, cum decreto vacationis Primiceriatus.”[lxix] / 1777: Diego Zurlo. / Agosto 1778: “De Archidiaconatu cuius fructus 70 duc. gravati pensione 30 duc., pro Iosepho Capocchiani, moderno ep.o Cotronen., et altera 22 cum dimidio pro Carolo Franc. de Muro et reliqua duc. 7 cum dimidio pro Domenico Giordano, vac. per ob. Didaci Zurlo, providetur Michaeli Messina, cum decreto vacationis Archipresbyteratus cum annexo officio poenitentiarii.”[lxx] / 1779-1793: Michele Messina. / Aprile 1795: “De Archidiaconati vac. per ob. Michaelis Messina, providetur Michaeli Labonia, cum decreto vacationis Thesaurariatus.”[lxxi] / Giugno 1801: “De Archidiaconatu vac. per ob. Prosperi Mariae Gallucci, providetur Vincentio Siniscalchi, cum decreto vacationis Archipresbyteratus.”[lxxii] / 1801-1809: Vincenzo Siniscalco. / 11 agosto 1820: “Thomae Bruno providetur de Archidiaconatu vac. per ob. Vincentii Siniscalchi, de an. 1819 def., cum decreto dimittendi Thesaurariatum.”[lxxiii] / 1821-1824: Tommaso Bruno. / 23 gennaio 1837: “Petro Bottazzi, pbr Laquedonien., providetur de archidiaconatu vac. per ob. Thomae Bruno.”[lxxiv] / 1837-1845: Pietro Bottazzi. / 13 gennaio 1846: “Fabritio Zurlo Soda providetur de archidiaconatu vac. per promotionem Petri Bottazzi ad ecclesiam Larinen.”[lxxv] / 26 febbraio 1853: “Fideli Carvelli providetur de archidiaconatu vac. per ob. Fabritii Zurlo Soda.”[lxxvi] / 1853: Fedele Carvelli. / 1896: Gerolamo Caloiro.

Crotone, chiesa di Santa Maria di Capocolonna.

Decanato, seconda dignità

12 maggio 1324: “D.nus Laurentius, decanus, solvit tar. duos.”[lxxvii] / 1325: “d.nus laurentius, decanus, tar. duos et gr. quatuor.”[lxxviii] / 1326: “d.nus laurentius, decanus, tarenos tres et grana quatuor.”[lxxix] / 1327: “d.nus laurentius, decanus, tarenos duos grana quatuor.”[lxxx] / 1328: “d.nus laurentius, decanus, tar. unum, gr. sexdecim.”[lxxxi] / 1 agosto 1424: “Andreas de Donato.”[lxxxii] / 13 ottobre 1530: “D. Felix Moronus, cl.us Firman., obligavit se pro annata Decanatus Cotronen., vac. per ob. Antonii Martini, ex Cu. def., cuius fructus 100 duc., et providetur eidem sub dat. bononie, quarto Id. martii, an. Septimo.”[lxxxiii] / 11 marzo 1531: “Felici Moroni, secretario Andreae Card.lis de Valle, reservantur fructus Decanatus ecclesiae Cotronen., solvendi a Hieronimo Busal, Decano.”[lxxxiv] / 11 maggio 1531: “Felici Morono, clerico Firman., qui cessit Decanatui ecclesiae Cotronen. in manibus Andreae card.lis de Valle, administratoris, reservatur regressus ad dictum Decanatum.”[lxxxv] / 5 agosto 1531: “Felix Moronus, cl.us Firman., consensit resignationi Decanatus ecclesiae Cotronen., in favorem Hieronimi Busal, clerici Cotronen.”[lxxxvi] / 30 gennaio 1545: “Prospero Busal providetur de Decanatu ecclesiae Cotronen. et commendatur monasterium S. Laurentii de Arena et S. Constantini de Panaghia, cum retentione monasterii S. Honuphrii.”[lxxxvii] / 27 febbraio 1561: “D. Prosper Busal, canonicus Tropien., per d. Brunonen Busal, IUD, laicum Neapolintan., procuratorem suum, consensit resignatione decanatus ecclesiae Cotronen. in manibus S.mi D.N. pp.e et in favorem d.ni Felicis etiam Busal, clerici Neapolitan.”[lxxxviii] / 4 marzo 1561: “Felice Busal recede in favore di Prospero Busal.”[lxxxix] / 1571: Agatio Trombatore. / Agosto 1576: “De Decanatu ecclesiae Cotronen., cuius fructus LXX duc., vac. per ob. Antonii Tramlatori, de praesenti mense augusti def., providetur Iacobo de Pitropo, clerico Cathacen.”[xc] / 1598: Jacobo Epitropo. / 1603: Io. Baptista Olivarius. / 20 maggio 1606: “Vicario generali episcopi Cotronen. mandat ut Io. Paulo Pelusio, perpetuo cappellano ad altare Nativitatis D.N.I.C., situm in ecclesia Cotronen., provideat de Decanatu eiusdem ecclesiae, vac. per resignationem Io. Baptistae Oliverii.”[xci] / Settembre 1614: “De Decanatu ecclesia Cotronen., cum onere celebrandi Missam episcopalem nuncupatam et alia officia, absente episcopo, vac. per privationem Io. Pauli Pelusii, providetur Io. Francisco Pipino I.U.D., cum decreto dimittendi Thesaurariatum eiusdem ecclesiae.”[xcii] / 1636-1637: Jo. Paulus Pelusio. / 1662: Homobono Leone. / 1668-1678: Homobono Leone. / 1690: Homobono Leone. / Giugno 1690: “De Decanatu ecclesiae Cotronen., vac. per ob. Homoboni Leone, de mense Aprilis, cuius fructus cum distributionibus 100 duc., gravati pensione 80 duc. pro Antonio Pelusio, clerico, providetur Io. Baptista Sisca, cum decreto, quod canonicatus, quem obtinet, per huiusmodi provisionem, vacet.”[xciii] / 1690-1719: Giovanni Battista Sisca. / 1743: Filippo Suriano.[xciv] / 1750: Filippo Suriano. / 11 luglio 1754: “Io. Dominico Zurlo providetur de Decanatu … vac. per ob. Philippi Suriani, de mense praeteriti anni def.”[xcv] / 1754: Gio. Domenico Zurlo. / 1793-1809: Michele Capocchiani. / 31 luglio 1819: “Nicolao Berlingieri providetur de decanatu vac. per ob. Michaelis Capocchiani de an. 1815 def.”[xcvi] / 15 marzo 1827: “Iosepho Sculco, de nobili genere procreato, providetur de decanatu vac. per promotionem Nicolai Berlingieri ad ecclesiam Neocastren.”[xcvii] / 1832 – Giuseppe Maria Sculco/ 11 agosto 1853: “Paulo Messina providetur de decanatu per dimissionem Fidelis Carvelli, qui archidiaconatum assecutus est.”[xcviii] / 1896: Beniamino de Mayda.

Crotone, la località “S. Andrea” in un particolare del Foglio N° 571 “Crotone” della carta d’Italia 1:50.000 dell’IGM.

Cantorato, terza dignità

1310-1311: “D.nus Johannes, cantor, pro secunda decima tar. VI gr. XIII.”[xcix] / 12 maggio 1324: “D.nus I., cantor, solvit tar. quinque et gr. quindecim.”[c] / 1325: “d.nus Ioh.es, cantor, tar. quinque et gr. quindecim.”[ci] / 1326: “d.nus Iohannes, cantor, tarenos quinque et grana quindecim.”[cii] / 8 ottobre 1425: “Nicolaus de Alettis.”[ciii] / 21 aprile 1457: “Vicario Episcopi Catacen. in spiritualibus generali. Pro Nicolao Sagonisi (sic, ma Sagorrisi) nova provisio Cantoriae Crotonen., vac. per ob. Cruceti, eiusdem Ecclesiae Episcopi, qui eam, ex dispensatione apostolica, obtinebat.”[civ] / 1486: Nicola Sagorrisi.[cv] / 12 maggio 1492: “Johanni, Episcopo Cotronen., commendatur Cantoria ecclesiae suae Cotronen., vac. per liberam resignationem Angeli Thomae, factam in manibus Pontificis.”[cvi] / 29 aprile 1493: “Ad futuram rei memoriam. Monitorium contra Thomam Thomasii de Materdonia, qui se gerit pro clerico Neapolitan. et occupavit et occupatam tenet cantoriam ecclesiae Cotronen., de qua fuerat provisum Iohanni, Episcopo Cotronen., per liberam resignationem Angeli Thomae cantoris.”[cvii] / 29 novembre 1496: “Angelo Gerardino, in vigesimoquarto aetatis suae constituto, Ascanii Mariae, tit. S. Viti in Macello Card., S.R. E. Vicecancellarii, perpetuo commensali, providetur de Cantoria ecclesiae Crotonen., vac. per ob. Iohannis Viterbien., episcopi Crotonen., in R. S. def.”[cviii] / 1497: Angelo de Gerardinis. / 26 gennaio 1520: “Andreae de Valle, Card.li S. Priscae, reservantur fructus et regressus ad cantoriam Cotronen., quam resignavit.”[cix] / 5 ottobre 1520: “Andreae, tt. S. Priscae pbro Card.li (de Valle), commendatur Cantoria ecclesiae Cotronen., vac. per resignationem Angeli de Geraldinis.”[cx] / 26 gennaio 1521: “Iohanni Petro Lucifero, clerico Cotronen., providetur de Cantoria ecclesiae Cotronen., vac. per cessionem Andreae de Valle, qui in commendam obtinebat.”[cxi] / 30 novembre 1523: “Pro Io. Petro Lucifero absolutio a sententia excomunicationis, quia Cantoriam ecclesiae Cotronen., vac. per cessionem Andreae de Valle, simoniace, ut fertur, obtinuerat.”[cxii] / 1528: Petro Lucifero. / 23 aprile 1531: “Hieronimo Busal, in minori aetate constituto, providetur de cantoria ecclesiae Cotronen., vac. per resignationem Felicis Moroni.”[cxiii] / 16 ottobre 1531: “Mandat ut Iacobo Antonio Lucifero, electo Umbriaticen., Cantoriam ecclesiae Cotronen., vac. per ob. Petri Luciferi, conferant.”[cxiv] / 8 aprile 1535: “Antonio Lucifero providetur de Cantoria ecclesiae Cotronen., vac. per cessionem Iacobi Antonii Luciferi, electi Umbriaticen.”[cxv] / 16 giugno 1554: “Octavio Lucifero, in XIII aetatis suae anno constituto, providetur de cantoria ecclesiae Cotronen., vac. per resignationem Antonii Luciferi.”[cxvi] / 1569-1570: Antonio Lucifero. / 1573: Hieronimo Valente. / 1584: “Vito Toraldo providetur de cantoria ecclesiae Cotronen., vac. per ob.”[cxvii] / 12 agosto 1595: “Io. Baptistae Mortio, clerico Romano, reservatur annua pensio 70 duc. super fructibus Cantoriae ecclesiae Cotronen., solvenda ab Ascanio Formosa, pbro Casertan., cui dicta Cantoria collata est, per ob. Hieronimi Valente, ex Ro. Cu. de mense Iulii def.”[cxviii] / 12 giugno 1603: “Episcopo Cotronen. Pro Paulo Montalcino, Cantore ecclesiae Cotronen., in 23 aetatis suae anno constituto, indultum percipiendi fructus dictae Cantoriae in absentia, causa studii sacrorum canonum in aliqua civitate, in qua sit Studium Generale, ad quinque annos.”[cxix] / 1612: Jo. Paulo Montalcino. / Aprile 1623: “De Cantoratu ecclesiae Cotronen, cuius fructus CCC duc., vac. per ob. Ioannis Montalcini, de mense Martii, sede episcopali vac. def., providetur Mgro Pompeo Mangiono, pbro Cotronen., in U. S. Ref., reservata pensione CC scut. monetae Romanae pro Ill.mo Marco Antonio Gozzadino.”[cxx] / Agosto 1626: “De Cantoratu ecclesiae Cotronen., vac. per dimissionem Pompei Mangiono, in U. S. Ref. et SS.mi familiaris, cum reservatione annuae pensionis pro Mutio Mangiono, nepote suo, providetur Aegidio Mangiono, clerico Cotronen.”[cxxi] / 4 dicembre 1632: “Causarum Camerae Aplcae Auditori generali et Thesaurario ecclesiae Cotronen. ac Vicario Generali episcopi Cotronen. mandat ut Iacobum Mangiono, clericum Cotronen., immittant in corporalem possessionem Cantoriae ecclesiae Cotronen, eidem collatae per ob. Io. Francisci etiam Mangiono.”[cxxii] / 1651: “Didaco Prenedio de Rosales providetur de Cantoratu ecclesiae Cotronen.”[cxxiii] / 31 marzo 1662: “Vicario generali episcopi Cotronen. mandat ut Francisco Gerace U.I.D. provideat de Cantoratu ecclesiae Cotronen. per ob. Io. Iacobi Mangione, de mense Aprilis anni praeteriti def.”[cxxiv] / 1668: Gio. Francesco Gerace. / 4 marzo 1683: “Iosepho Eusanio, ep.o Porphirien., reservatur annua pensio 60 scut. super fructibus Cantoratus ecclesiae Cotronen., solvenda ab Horatio Berlingieri, cui collatus est per ob. Io. Francisci Gerace, de mense Februarii def.”[cxxv] / 1683: Oratio Berlingieri. / 1683-1688: Gaetano Gerace. / 1688-1699: Diego Berlingeri / Gennaio 1704: “De Cantoratu ecclesiae Cotronen., cuus fructus cum distributionibus 180 duc., gravati pensione 18 duc. pro Hieronimo Pieri et alia 38 duc. pro Petro Brunetti, vac. per ob. Didaci Berlingieri, de mense Augusti praeteriti anni def., providetur Didaco Dominico Leone, archidiacono eiusdem ecclesiae.”[cxxvi] / Gennaio 1711: “De Cantoratu ecclesiae Cotronen., cuius fructus 24 duc., cum distributionibus 180 duc., gravati pensione 60 pro Antonio Mario Rangoni, SS.mi familiari, et altera 30 duc. pro Petro Brunetti, et aliqua 30 duc. pro Hieronimo Pieri, vac. per ob. Didaci Leone, de mense septembris praeteriti anni def., providetur Paulo Petro Albano.”[cxxvii] / 1719: Felice Suriano. / 18 maggio 1721: “Paulo Cesi, clerico Romano, familiari suo, reservatur annua pensio 25 scut. super fructibus Cantoratus ecclesiae Cotronen., solvenda a Francisci Drani (?), cui provisum est de dicto Cantoratu, vac. per ob. Felicis Suriani, de mense Iulii praeteriti anni.”[cxxviii] / 1743-1754: Vincenzo Amalfitano.[cxxix] / Dicembre 1756: “De Cantoratu, cuius fructus 180 duc., vac. per ob. Vincentii Amalfitani, providetur Tiberio Rosselli, pbro, SS.mi Cubiculario honoris.”[cxxx] / 1777-1793: Bernardino Lamannis. / 27 luglio 1819: “Pro Vincentio Vencia (Vennera) nova provisio de cantoratu vac. per ob. Bernardini Lamanna de mense maii 1813 def.”[cxxxi] / 21 marzo 1828: “Antonio Lucifero providetur de cantoratu vac. per ob. Vincentii de Vennera, de mense Iunii 1827 def.”[cxxxii] / 13 agosto 1846: “Bernardino Milelli providetur de cantoratu vac. per ob. Antonii Lucifero, de mense aprilis 1845 def.”[cxxxiii] / 1896: Pasquale Juzzolini.

Crotone, località “Cantorato”. Particolare del Foglio N° 571 “Crotone” della carta d’Italia 1:50.000 dell’IGM.

Tesorerato, quarta dignità

1310-1311: “D.nus Johannes, thesaurarius, pro secunda decima tar. VIII.”[cxxxiv] / 1325: “d.nus Rogerius, thesaurarius, tar. quinque.”[cxxxv] / 1326: “d.nus Rogerius, thesaurarius, tarenos quinque.”[cxxxvi] / 1327: “d.nus rogerius, thesaurarius, tarenos quinque.”[cxxxvii] / 1328: “d.nus Rogerius, thesaurarius, tar. quatuor.”[cxxxviii] 1 dicembre 1467: “Vicario Episcopi Cutronen. inspiritualibus generali. Pro Prospero Azzariti, presbytero Cutronen., proviso de abbatia nuncupata S. Mariae de la Sana, Catacen. dioc., et de Thesauraria ecclesiae Cutronen., per litteras gratiae expectativae Nicolai pp. V, nova provisio de dicta abbatia et thesauraria, cum dubitet de legitimitate huiusmodi provisionis.”[cxxxix] / 1486: Thomas.[cxl] / 1569-1570: Laurentio Calabrese. / 1571: Antonio Mangione. / 1585-1587: Grandonio Syllano. / Settembre 1606: “De Thesauraria eccelsiae Cotronen., cuius fructus XXIIII duc., vac. per ob. Guardini (Grandonio) Sillani, spoliorum collectoris, de mense martii 1605 def., et Ioannis Cropalati, pbri Cotronen., de illa litteris non confectis, proviso, providetur Io. Francisco Pipino.”[cxli] / Ottobre 1644: “De Thesauraria ecclesiae Cotronen., vac. per ob. Francisci Pipini de praesenti mense octobris def., providetur Annibali Sillano, pbro oriundo nobili.”[cxlii] / Settembre 1653: “De Thesauraria ecclesiae Cotronen., cuius fructus 24 duc., vac. per promotionem Hannibalis Sillani ad ecclesiam Castren., providetur Nicolao Franc. Tiriolo, pbro oriundo.”[cxliii] / Ottobre 1653: “De thesauraria ecclesiae Cotronen., vac. per promotionem Hannibalis Sillani ad ecclesiam Castren., providetur Io. Iacobo Sillano, canonico dictae ecclesiae, nobili I.U.D., cum decreto dimittendi canonicatum.”[cxliv] / 1657: Gio. Jacono Syllano. / 1668: Gio. Giacomo Syllano. / Settembre 1670: “De thesaurariatu ecclesiae Cotronen., vac. per ob. Iacobi Sillani, de mense Augusti def., providetur Io. Paulo Valente, cum decreto dimittendi canonicatum.”[cxlv] / Agosto 1698: “De Thesauraria ecclesiae Cotronen., cuius fructus cum distributionibus 40 duc., vac. per ob. Ioannispauli Valente, de mense Martii def., providetur Isidoro Pelusio, pbro et canonico, Decano dictae ecclesiae et nobili oriundo, 60 an., cum decreto quod Decanatus vacet.”[cxlvi] / 1699-1719: Giovanni Francesco Duarte. / 31 luglio 1741: “Io. Dominico Zurlo, pbro Crotonen., providetur de Thesaurariatu eccelsiae Cotronen., vac. per promotionem Dominici Hieronimi Soriani ad Archidiaconatum.”[cxlvii] / 1743: Gio. Domenico Zurlo.[cxlviii] / Luglio 1754: “Raimundo Torromini, providetur de Thesaurariatu … vac. per promotionem Io. Dominici Zurlo ad Decanatum eiusdem ecclesiae.”[cxlix] / 1754: Raimondo Torromino. / Novembre 1756: “De Thesaurariatu cathedralis Cotronen., de quo als cuidam Iosepho Capocchiani, asserto clerico, apla auctoritate provisum fuit, cum decreto se conferendi ad residentiam infra spatium duorum mensium; quia decreto huiusmodi non paruit, providetur Thomae Capocchiani, pbro oriundo 52 an., cum decreto vacationis canonicatus, quem obtinet.”[cl] / Settembre 1758: “De Thesaurariatu ecclesiae Cotronen., vac. per ob. Thomae Capocchiani, providetur Felici Messina da Rossano.”[cli] / 1760: Felice Messina. / Aprile 1781: “De Thesaurariatu vac. per ob. Dionisii Arzeri, de mense Februarii def., providetur Michaeli Labonia.”[clii] / 1793: Michele Labonia. / Luglio 1795: “De Thesaurariatu vac. per promotionem Michaelis Labonia ad Archidiaconatum, providetur Prospero Mariae Gallucci, pbro nobili, cum decreto vacationis canonicatus.”[cliii] /1819: Tommaso Bruno. / 19 settembre 1820: “Iosepho Sculco, pbro nobili, providetur de thesaurariatu per promotionem Thomae Bruno ad archidiaconatum, cum decreto vacationis canonicatus.”[cliv] / 1824: Giuseppe Maria Sculco. / Marzo 1827: “De thesaurariatu vac. per promotionem Iosephi Mariae Sculco ad decanatum providetur Antonio Lucifero, pbro Patritio oriundo ex Marchionibus Aprilianelli, cum decreto vacationis primiceriatus.”[clv] / 26 agosto 1830: “Vincentio Mariae Talamo providetur de thesaurariatu vac. per dimissionem Iosephi Mariae Scrugli (Sculco), cui a Leone XII de Decanatu provisum est.”[clvi] / 1832: Vincenzo Maria Talamo. / 5 dicembre 1850: “Caietano Sculco providetur de thesaurariatu vac. per ob. Iosephi Ant. Perillo, de mense iunii def.”[clvii] / 1896: Gabriele Rizzuto.

Crotone, localizzazione del Mortilletto, dove si trovavno le terre appartenenti al tesorerato. Particolare del Foglio N° 571 “Crotone” della carta d’Italia 1:50.000 dell’IGM.

Arcipretato, quinta dignità (canonicato della Beata Maria de la Bricha)

26 maggio 1546: “Gregorio Cusentino providetur de archipresbyteratu Cotronen., et B. Mariae de la Bricha nuncupata praebenda, et de ecclesiis S. Antonii prope conicella, prope et extra muros Cotronen., vac. per ob. Bartholomaei Luciferi, ex R. C. de mense octobris anni praeteriti def.”[clviii] / 1569-1570: Leodegario de Labbrutis. / Agosto 1577: “De archipresbyteratu ecclesiae Cotronen. vac. per ob. Leonardi Labruti, de mense Iulii def., providetur Francisco Sillano, pbro Cotronen.”[clix] / 1612: Julio Franco. / Febbraio 1624: “De archipresbyteratu ecclesiae Cotronen., vac. per ob. Ioannis Franchi, de mense septembris anni praeteriti def., providetur Io. Andreae Azzarito, clerico S. Severinae dioc., I.U.D.”[clx] / Maggio 1635: “Petro Ant. Bombini providetur de archipresbiteratu ecclesiae Cotronen.”[clxi] / Settembre 1640: “De archipresbyteratu, cum illi annexa poenitentiaria, ecclesiae Cotronen., quorum fructus XIIII duc., vac. per ob. Petri Antonii Bombini, de mense augusti def., providetur Fabritio Bonello I.U.D., nobili, in LX aetatis suae anno constituto.”[clxii] / 1641: Fabrizio Bonello. / Ottobre 1664: “De Archipresbyteratu vac. per ob. Fabritii Borrelli (Bonelli), de mense aprilis praeteriti anni def., providetur Io. Baptistae Venturi, pbro oriundo, I.U.D. cum decreto dimittendi parochialem ecclesiam S. Salvatoris.”[clxiii] / 1668: Gio. Battista Venturi. / 1699: Gennaro Pelusio arciprete e penitenziere. / 1719: Antonio Puglise. / Novembre 1723: “De Archipresbyteratu cum annexa poenitentiaria, vac. per ob. Antonii Pugliese, providetur Io. Dominico Zurlo, cum decreto vacationis canonicatus quem obtinet.”[clxiv] / 1743: Donato Oliverio.[clxv] / Maggio 1753: “De Archipresbyteratu, … cum annexa poenitentiaria, vac. per ob. Dominici Rinardi, providetur Dominico Avarello, pbro oriundo, cum decreto vacationis canonicatus, quem obtinet.”[clxvi] / 1754: Domenico Avarelli. / Agosto 1774 “Michaeli Messina providetur de Archipresbyteratu.”[clxvii] / 1777: Michele Messina. / Agosto 1778: “De Archipresbyteratu vac. per promotionem Michaelis Messina ad Archidiaconatum, providetur Antonio Morelli, cum decreto vacationis canonicatus SS. Annuntiationis et S. Cataldi, quem obtinet.”[clxviii] / 1793: Antonino Morelli. / Settembre 1801: “De Archipresbyteratu, cum annexa cura animarum, vac. per promotionem Vincentii Siniscalchi ad Archidiaconatum, providetur Thomae Bruno, cum decreto vacationis parochialis S. Venerandae.”[clxix] / 1807: Tommaso Bruno. /11 settembre 1819: “Vincentio Mariae Talamo providetur de Archipresbyteratu cui est annexa Poenitentiaria cum cura parochianorum, vac. per dimissionem Thomae Bruno, qui thesaurariatum assecutus est.”[clxx] / 1819-1821: Vincenzo Maria Talamo. / 18 giugno 1831: “Benedicto Avarellis providetur de archipresbyteratu, cui annexa est cura parochianorum et poenitentiaria, vac. per dimissionem Vincentii Taramo (Talamo), cui a Pio VIII thesaurariatum collatum est.”[clxxi] / 1832: Benedetto Avarelli. / 5 maggio 1838: “Vincentio Smerz providetur de archipresbyteratu vac. per ob. Benedicti Avarelli, de mense aprilis 1833 def.”[clxxii] / 13 agosto 1846: “Caietano Sculco providetur de archipresbyteratu vac. per ob. Vincentii Smerz, de mense februarii 1841 def.”[clxxiii] / 1847: Gaetano Sculco. / 20 giugno 1864: “Gabrieli Rizzuto providetur de archipresbyteratu vac. per dimissionem Caietani Sculco, qui thesaurariatum adeptus est.”[clxxiv] / 1888: Diego Avarelli. / 1896: vacante.

Crotone, la Vrica.

Primiceriato, sesta dignità

14 settembre 1551: “Antonio de Valle, familiari suo, providetur de primiceriatu ecclesiae Cotronen. vac. per ob. Francisci Zafaro.”[clxxv] / 1569-1570: Tomaso Gatto. / Dalla Visita del vescovo Marcello Maiorana si sa che il primiceriato aveva l’onere di far celebrare una messa perpetua settimanale nell’altare maggiore come onere del semplice beneficio di libera collazione sotto il titolo di Santa Cecilia che era stato unito alla dignità.[clxxvi] / 20 febbraio 1590: “Vicario generali episcopi Cotronen. mandat ut Labuino de Offela provideat de Primiceriatu ecclesiae Cotronen., vac. per ob. Io. Thomae Gattis.”[clxxvii] / Settembre 1611: “De Primiceriatu eccelsiae Cotronen., vac. per ob. Io. Matthei Pipini, de mense Iulii def., providetur Io. Thomae Barquino (sic), pbro Cotronen.”[clxxviii] / 1614-1617: Io. Thomas Basoinus. / Agosto 1616: “De Primiceriatu ecclesiae Cotronen., vac. per ob. Thomae Basciani, de praesente mense Augusti def., providetur Ioanni Cropalato, pbro Cotronen.”[clxxix] / Agosto 1619: “Io. Theseo Sillano providetur de Primiceriatu ecclesiae Cotronen.”[clxxx] / Gennaio 1636: “De primiceriatu ecclesiae Cotron., vac. per ob. Io. Thesei Sillani, de praesente mense Ianuarii, def., providetur Iosepho Thelesio, pbro oriundo I.U.D.”[clxxxi] / 1657: Jo. Paulo de Labrutis. / Gennaio 1673: “De Primiceriatu ecclesiae Cotronen., vac. per ob. Io. Pauli de Labrutis, de mense Novembris def., providetur Horatio Berlingieri, pbro nobili Cotronen.”[clxxxii] / Marzo 1683: – (44902) “De Primiceriatu ecclesiae Cotronen., vac. per promotionem Horatii Berlingieri ad Cantoratum, providetur Lucae Ant. Manfredi, pbro oriundo.”[clxxxiii] / 1686-1694: Luc’Antonio Manfredi. / 1699: Geronimo Facente. / Gennaio 1704: “De Primiceriatu ecclesiae Cotronen., vac. per promotionem Hieronimi Facente ad archidiaconatum eiusdem ecclesiae, providetur Paulopetro Albano.”[clxxxiv] / Aprile 1711: “De Primiceriatu, cuius fructus cum distributionibus 60 duc., vac. per promotionem Pauli Petri Albani ad Cantoratum, providetur Carolo Presterà.”[clxxxv] / Luglio 1716: “De Primiceriatu ecclesiae Cotronen., vac. per ob. Caroli Presterà, de mense Iunii def., providetur Antonio Marturano, canonico.”[clxxxvi] / 1719: Geronimo Suriano. / Gennaio 1726: “De primiceriatu vac. per ob. Dominici Suriani, providetur Raimundo Torromini, pbro oriundo 50 an., canonico praebendario.”[clxxxvii] / 1743: Raimondo Torromino.[clxxxviii] / 13 luglio 1754: “Alphonso del Castillo providetur de Primiceriatu … vac. per promotionem Raimundi Torromini ad Thesaureriatum eiusdem ecclesiae.”[clxxxix] / 1754: Alfonso del Castillo. / Dicembre 1760: “De Primiceriatu cuius fructus 6 duc., vac. per ob. Alphonsi del Castillo, providetur Dionisio Azeri.”[cxc] / 1767-1772: Diego Zurlo. / Aprile 1774: “De Primiceriatu vac. per promotionem Didaci Zurlo ad Archidiaconatum, providetur Francisco Riccio, cum decreto vacationis canonicatus S. Basilii.”[cxci] / 1793: Francesco Riccio. / 1818: Nicola Berlingieri. / 18 agosto 1819: “Antonio Lucifero, de nobili genere procreato, providetur de Primiceriatu vac. per dimissionem Nicolai Berlingieri, qui Decanatum eiusdem ecclesiae assecutus est.”[cxcii] / Marzo 1827: “De Primiceriatu vac. per promotionem Antonii Lucifero ad thesaurariatum, providetur Michaeli Caruso.”[cxciii] / 26 agosto 1830: “Antonio Pizzuto (Rizzuto) providetur de primiceriatu vac. per dimissionem Antonii Lucifero, cui a Leone XII de cantoratu provisum est.”[cxciv] / 1832: Antonino Rizzuto. / 13 agosto 1846: “Iosepho Greco providetur de primiceriatu vac. per ob. Antonii Rizzuto, de mense aprilis 1845.”[cxcv] / 1896: Aloisio Covelli.

Canonicato della SS. Annunciazione (Annunciata)

Possedeva la gabella “Le tre chiese” ed esigeva due canoni sopra due vignali.[cxcvi]

22 maggio 1472: “Vicario Episcopo Cotronen. in spiritualibus generali. Pro Stephano Incoronato, canonico Cotronen., Rectori Cappellano seu beneficiato nuncupato, confirmatio iurispatronatus super ecclesia S. Mariae Annuntiatae extra muros Cotronen., ab ipso de bonis suis aedificatae seu reparatae, cum consensu Antonii, Episcopi Cotronen.”[cxcvii] / Maggio-giugno 1640: “Io. Francisco Gerace providetur de canonicatu et praebenda SS. Annuntiatae in ecclesia Cotronen.”[cxcviii] / Luglio 1662 “De canonicatu et SS. Annuntiationis nuncupata praebenda ecclesiae Cotronen., vac. per dimissionem Io. Francisci Gerace, providetur Carolo Caesari Scarnera, pbro oriundo.”[cxcix] / 1699: Carlo Cesare Scarnera. / 1719: Domenico Suriano. / 16 settembre 1739: “Antonio Cirrelli providetur de canonicatu et Annuntiationis B.M.V. nuncupata praebenda in ecclesia Cotronen., vac. per ob. Ignatii Cosenza, de mense Iulii def., cum decreto dimittendi canonicatum S. Francisci de Assisi et Quinque Plagarum, quem obtinet.”[cc] / 1743: Antonino Cirrelli.[cci] / 1752: Felice Messina. / Aprile 1768: “De canonicatu Annuntiationis, cuius fructus 24 duc., vac. per ob. Iosephi Messina, providetur Antonio Morelli, cum decreto vacationis canonicatus, quem obtinet.”[ccii] / Gennaio 1776: “De canonicatu SS. Annuntiationis vac. per translationem Francisci Morelli ad canonicatum S. Cataldi, providetur Vincentio Smers, canonico Quinque Plagarum et S. Francisci Assisiensis.”[cciii] / Vincenzo Siniscalco. / 1793: Vincenzo Siniscalco. / 27 novembre 1850: “Vincentio Carvelli providetur de canonicatui SS. Annuntiationis B.M.V. vac. per ob. Iosephi Scaramuzza, de mense februarii def.”[cciv]

Crotone, S. Chiara. L’Annunciazione dipinta da Vitaliano Alfì (databile al 1752) dono della badessa Antonia Sculco, posta sopra l’altare maggiore.

Canonicato (onorario) di S. Giuseppe

1699: Francesco Oppido (S. Giuseppe senza prebenda). / 1719: Giovanni Tommaso Vennera (S. Giuseppe senza prebenda). / 1743: Pietro del Castillo (canonicato ad honorem e senza prebenda).[ccv] / Settembre 1773: “De canonicatu honorario S. Ioseph, cuius fructus 6 duc., vac. per translationem Christophari Giaquinta ad canonicatum Quinque Plagarum et S. Francisci Assisiensis, providetur Gregorio Pugliese.”[ccvi] / Giugno 1775: “De canonicatu honoris S. Ioseph, cuius fructus 24 duc., vac. per translationem Christofari Giaquinta ad canonicatum numerarium, providetur Francisco Astorelli.”[ccvii] / Luglio 1777: “De canonicatu S. Ioseph, cuius fructus 6 duc., vac. per ob. Francisci Astorelli, de mense Maii def., providetur Vincentio de Vennera.”[ccviii] / Aprile 1785: “De canonicatu S. Ioseph cuius fructus 6 duc., vac. per ob. Valeriani Campisani (Camposano?) de mense Ianuarii def. providetur Iosepho de Luna.”[ccix] / 1793: Felice Maccarrone (ad onore absque praebenda).

San Giuseppe con il Bambino, Giambattista Tiepolo, 1733 (da wikipedia).

Canonicato di S. Maria della Scala

Possedeva la nona parte della gabella “La Colla di Zaccano”, la settima parte del territorio di Gramati, la metà di un vignale ed un vignale davanti alla porta della chiesa di Santa Maria della Scala.[ccx]

Novembre 1672: “De canonicatu et S. Mariae de Scala nuncupatra praebenda ecclesiae Cotronen., vac. per ob. Io. Francisci Facente, de mense Septembris def., providetur Antonio Galasio (Galasso), pbro oriundo, cum dispensartione retinendi simplex S. Bartholomaei in eadem ecclesia.”[ccxi] / 1699: Antonio Galasso. / 1719: Giovanni Domenico Zurlo. / Novembre 1723: “De canonicatu ecclesiae Cotronen. vac. per promotionem Io. Dominici Zurlo ad Archipresbyteratum eiusdem ecclesiae, providetur Ignatio Foggia.”[ccxii] / 1743: Domenico Avarelli.[ccxiii] / Novembre 1756: “De canonicatu S. Mariae de Scala vac. per translationem Dionisii Azeri ad canonicatum SS. Vincentii et Anastasii providetur Francisco Torrone, cum decreto vacationis canonicatuis S. Mariae Pietatis et S. Caroli.”[ccxiv] / Marzo 1757: “De canonicatu S. Mariae de Scala vac. per translationem Dominici Azeri ad canonicatum S. Dionisii (?) in eadem ecclesia, providetur Michaeli Messina, cum decreto vacationis canonicatus S. Nicolai.”[ccxv] / Settembre 1758: “De canonicatu praebendato vac. per promotionem Felicis Messina da Rossano ad thesaurariatum, providetur Mutio del Castillo.”[ccxvi] / Febbraio 1785: “De canonicatu S. Mariae de Scala vac. per ob. Francisci Albani, de mense Novembris praeteriti anni def. providetur Vincentio Montefusco, pbro oriundo, cum decreto vacationis canonicatus honorarii.”[ccxvii] / 1793: Vincenzo Montefusco.

Crotone, ruderi sul colle di Santa Maria della Scala.

Canonicato (onorario) di S. Antonio da Padova

Maggio 1623: “Iohanni Suriano providetur de canonicatu et praebenda S. Antonii, in ecclesia Cotronen., quorum fructus XXIIII duc.”[ccxviii] / Maggio 1631: “De canonicatu et praebenda S. Antonii, in ecclesia Cotronen., vac. per ob. Lutii Suriani de mense Aprilis def., providetur Fabritio etiam Suriano, clerico nobili, I.U.D., cum dispensatione retinendi beneficium aimplex ad altare Assumptionis B.M.V. in eadem ecclesia.”[ccxix] / Agosto 1681: “De canonicatu et S. Antonii nuncupata praebenda ecclesiae Cotronen., vac. per ob. Scipioni Scarpea, de mense Augusti praeteriti anni def., providetur Petro Silvo (Silva).”[ccxx] / 1699: Pietro Silva (S. Antonio da Padova senza prebenda). / Aprile 1706: “De canonicatu S. Antonii de Padua ecclesiae Cotronen., cuius fructus 2 duc., vac. per translationem Petri de Silva ad alium canonicatum eiusdem ecclesiae, providetur Mattheo Pipino, pbro nobili.”[ccxxi] / 1719: Francesco Ricciolillo (S. Antonio da Padova senza prebenda). / Marzo 1736: “De canonicatu … vac. per dimissionem Francisci Ricciolillo in manibus SS.mi factam, providetur Io. Dominico Faneli, pbro oriundo.”[ccxxii] / Dicembre 1738: “De canonicatu S. Antonii de Padua in cathedrali Cotronen., cuius fructus 24 duc., vac. per non publicationem resignationis Francisci Roviolillo (Ricciolillo) favore Io. Dominici Fanele factae, providetur Felici Asturelli, pbro.”[ccxxiii] /1743: vacante (canonicato ad honorem e senza prebenda).[ccxxiv] / Maggio 1748: “De canonicatu S. Antonii vac. per dimissionem Dominici Favale, providetur Dominico Soda, licet quidam Felix Astorelli litteras apostolicas expedire neglexit.”[ccxxv] / Giugno 1775: “De canonicatu honoris S. Antonii Patavini, cuius fructus 6 duc., vac. per translationem Francisci Montefusco ad alium canonicatum, providetur Carolo Galluccio.”[ccxxvi] / 26 settembre 1821: “Aloisio Schiavo provideant de canonicatu et S. Antonii nuncupata praebenda vac. per dimissionem Nicolai Berlingieri, qui Primiceriatum assecutus est.”[ccxxvii] / 21agosto 1852: “Vincenti de Venera providetur de canonicatu S. Antonii vac. per ob. Aloisii Schiavo, de mense Martii 1835 def.”[ccxxviii]

Sant’Antonio di Padova (da dimanoinmano.it).

Canonicato di S. Silvestro

Possedeva un vignale davanti alla porta della città detto “Spina Santa”, un vignale nel Capo di Nao, due vignali a Lampamaro, un vignale in località Galluccio ed un vignale a Maccoditi. Esigeva un canone sopra un giardino.[ccxxix]

3 settembre 1663: “Antonio Cerredo (Cirrello) providetur de canonicatu S. Salvatoris (Silvestro) in ecclesia Cotronen., vac. per ob. Bartholomaei Ciuranna, demense Maii ex R. C. def.”[ccxxx] / 1689: Antonino Cirrello. / Dicembre 1689: “De canonicatu et praebenda S. Stephani (S. Silvestro) in ecclesia Cotronen., vac. per ob. Antonii Carrelli (Cerelli), de mense Mai def., providetur Carolo Presterà, pbro nobili oriundo I.U.D.”[ccxxxi] / 1690-1699: Carlo Presterà. / 1719: Matteo Pipino. / 1743: Antonio Foggia.[ccxxxii] / Settembre 1756: “De Canonicatu S. Silvestri, cuius fructus 24 duc., vac. per ob. Iosephi de Sanda, providetur Petro del Castillo, cum decreto vacationis alterius canonicatus, quem obtinet.”[ccxxxiii] / Agosto 1773: “De canonicatu S. Silvestri, cuus fructus 24 duc., vac. per ob. Petri de Castillo, de mense iulii def., providetur Francisco La Piccola, cum decreto vacationis canonicatus S. Blasii, quem obtinet.”[ccxxxiv] / 11 giugno 1775: “Franciscus La Piccola, provisus de canonicatu S. Silvestri, supplicatione signata et datata, litteris Aplcis non expeditis, cessit iuri suo in dicto canonicato in manibus SS.mi in cancelleria.”[ccxxxv] / Giugno 1775: “De canonicatu S. Silvestri, cuius fructus 24 duc., cui als per ob. Petri del Castillo, Francisco La Piccola provisum fuit, vac. per cessionem eiusdem Francisci, providetur Christopharo Giaquinta, canonico honoris, cum decreto vacationis dicti canonicatus.”[ccxxxvi] / 1793: Cristofalo Giaquinta. / 23 agosto 1830: “Michaeli Varisano providetur de canonicatu et S. Silvestri nuncupata praebenda, vac. per ob. Falicis Macherone, de mense Ianuarii 1829 def.”[ccxxxvii]

Il battesimo di Costantino da parte di San Silvestro (da stilearte.it).

Canonicato di S. Sofia

Possedeva quattro salmate nella gabella La Colla di Zaccano ed esigeva un canone sopra un pezzo di terra vicino al convento dei cappuccini.[ccxxxviii]

Marzo 1672: “De canonicatu S. Sophiae in ecclesia Cotronen., vac. per ob. Dominici Pizzuti, de mense Ianuarii def., providetur Carolo Bonello, pbro Cotronen., cum decreto vacationis parochialis ecclesiae S. Salvatoris.”[ccxxxix] / 1699: Domenico Caivano. / Aprile 1716: “De Canonicatu et praebenda S. Sophiae vac. per ob. Francisci de Oppido, de mense Maii praeteriti anni def., providetur Antonio Pugliese, pbro oriundo 53 an.”[ccxl] / 1719: Domenico Messina. / 1743: Tomaso Capocchiano.[ccxli] / 1793: Prospero Maria Gallucci. / Settembre 1801: “De canonicatu S. Sophiae vac. per promotionem Iosephi De Luna ad Primiceriatum, providetur Benedicto Siniscalchi, cum decvreto vacationis canonicatu.”[ccxlii]

Icona raffigurante Santa Sofia con Fede, Speranza e Carità, conservata nella Galleria Tretj’akov di Mosca (da wikipedia).

Canonicato di S. Paolo

Possedeva la gabella S. Basilio, due salmate nella gabella il Mortilletto e due case. Esigeva due censi.[ccxliii]

Giugno 1630: “De canonicatu et S. Pauli nuncupata praebenda ecclesiae Cotron., vac. per ob. Io. Petri Borghesii, de mense Maii def., providetur Petro Ant. Bombino, pbro diocesano, praesentato a pluribus annis.”[ccxliv] / 1699: Domenico Antenori. / Agosto 1703: “De canonicatu et S. Pauli nuncupata praebenda ecclesiae Cotronen., vac. per ob. Dominici Antinori, de mense Maii def., providetur Petro Silva.”[ccxlv] / 1719: Pietro Silva. / 8 marzo 1725: “Alphonso de Castillo providetur de canonicatu et praebenda ecclesiae Cotronen. quorum fructus 24 cum distributionibus 40 duc., vac. per ob. Petri Silva, de mense octobris prateriti anni def.”[ccxlvi] / 1743: Alfonso del Castillo.[ccxlvii] / 15 luglio 1754: “Felici Asturelli providetur de canonicatu eccelsiae Cotronen., cuius fructus 24 cum distributionibus 40 duc., vac. per dimissionem Alphonsi del Castillo, qui Primiceriatum eiusdem ecclesiae assecutus est.”[ccxlviii] / Giugno 1775: “De canonicatu S. Pauli, cuius fructus 24 duc., vac. per promotionem Michaelis Messina ad archipresbyteratum, providetur Francisco Montefusco, cum decreto vacationis canonicatus honoris S. Antonii Patavini.”[ccxlix] / 1793: Francesco Montefusco. / 18 agosto 1819: “Antonio Asturi providetur de canonicatu et S. Pauli nuncupata praebenda vac. per ob. Bartholomaei Olivieri, de mense Febriuarii 1813 def.”[ccl]

San Paolo, dipinto attribuito a Bartolomé Esteban Murillo, 1650-1700 (da complessopilotta.it).

Canonicato di S. Cataldo

Possedeva due vignali contigui detti Pietro Negro.[ccli] Il canonicato di S. Cataldo possedeva la chiesa della SS. Annunziata situata fuori le mura della città.

4 aprile 1664: “Io. Paulo Valente providetur de canonicatu et S. Cataldi nuncupata praebenda ecclesiae Cotronen., vac. per ob. Hieronimi Petrosilli (Petrolilli), ex R. C. sede Cotronen. vac. def.”[cclii] / Giugno 1693: “De canonicatu et praebenda S. Cataldi Cotronen., vac. per ob. Scipionis Bernale, de mense Maii def., providetur Fabio Iunta.”[ccliii] / 1699: Fabio Junta. / 1719: Ignazio Caranza. / 1743: Domenico Rinaldi.[ccliv] / 1752: Felice Messina. / Settembre 1759: “De canonicatu S. Cataldi, vac. per ob. Mutii del Castillo, providetur Francesco Torrone, pbro oriundo 57 an., cum decreto vacationis canonicatus S. Caroli.”[cclv] / Gennaio 1776: “De canonicatu S. Cataldi, cuius fructus 24 duc., vac. per ob. Francisci Torrone de mense Octobris praeteriti anni def., providetur Antonio Morelli, canonico SS. Annuntiationis, cum decreto vacationis dicti canonicatus.”[cclvi] / 1777: Antonino Morelli. / Agosto 1778: “De canonicatu SS. Annuntiationis et S. Cataldi vac. per promotionem Antonii Morelli ad Archipresbyteratum, providetur Francisco La Piccola, cum decreto vacationis canonicatus S. Blassi.”[cclvii] / 1793: Francesco La piccola. / 18 agosto 1819: “Nicolao Pollinzi providetur de canonicatu et S. Cataldi nuncupata praebenda vac. per ob. Brunonis Sacco, de mense Iulii 1813 def.”[cclviii] / 7 luglio 1825: “De canonicatu S. Cataldi et Annuntiationis B.M.V. vac. per ob. Nicolai Pollinci, de mense aprilis def., providetur Iosepho Ant. Perillo, cum decreto vacationis canonicatus S. Francisci de Assisio et Quinque Vulnerum.”[cclix]

Crotone, resti murati in un edificio esistente nel luogo in cui si ritiene fosse la chiesa dell’Annunziata.

Canonicato di S. Carlo

Il canonicato di San Carlo possedeva la chiesa della SS. Pietà situata fuori le mura della città.

1683: Antonio Peretti. / Maggio 1694: “De canonicatu, praebenda carente, ecclesiae Cotronen., cuius fructus 24 duc., vac. per promotionem Didaci de Leone ad Archipresbyteratum, providetur Dominico Suriano, pbro nobili, oriundo, ab ordinario commendato.”[cclx] / 1699: Domenico Suriano di Domenico (S. Carlo senza prebenda). / 1719: Giovanni Sylva (S. Carlo senza prebenda). / 1743: Gio. Francesco de Silva (S. Carlo o della Pietà).[cclxi] / Novembre 1756: “De canonicatu S. Mariae Pietatis et S. Caroli vac. per translationem Francisci Torrone ad canonicatum S. Mariae de Scala, providetur Michaeli Messina, cum decreto vacationis canonicatus S. Nicolai.”[cclxii] / Maggio 1759: “De canonicatu S. Caroli, vac. per translationem Francisci Torrone ad canonicatum S. Cataldi, providetur Dominico Terranova, cum decreto vacationis canonicatus SS. Philippi et Iacobi.”[cclxiii] / 1777: Domenico Terranova. / 1793 – Vincenzo di Vennera (S. Carlo e la SS. Pietà).

Crotone, il luogo in cui si ritiene fosse la chiesa della SS. Pietà.

Canonicato di SS. Rustico e Eleuterio (Eleoterio, Eutero)

Possedeva un vignale a Mutrò ed una bottega nella piazza Lorda. Esigeva quattro canoni.[cclxiv]

Il vescovo di Crotone Marcello Maiorana con decreto del 29 dicembre 1580 unì al canonicato un semplice beneficio sotto il titolo di San Bartolomeo della famiglia Bonite. In seguito, i patroni del beneficio ricorsero al vescovo di Crotone Tomaso delli Monti, il quale rese nulla l’unione con decreto del 26 gennaio 1602.[cclxv]

Agosto 1653: “De Canonicatu et praebenda ecclesiae Cotronen., quorum fructus 24 duc. vac. per ob. Iuliani Russo, de mense Iulii def. providetur Nicolao Fran.co Tiriolo, pbro oriundo.”[cclxvi] / Dicembre 1653: “De canonicatu et SS. Rustici et Eleuterii subdiaconali nuncupata praebenda ecclesiae Cotronen., vac. per ob. Iuliani Russo, de mense Octobris def., providetur Iulio Morano, clerico oriundo, in 21 aetatis suae anno constituto.”[cclxvii] / Settembre 1657: “De canonicatu et praebenda SS. Rustici et Eleuterii in ecclesia Cotronen., vac. per ob. Iulii Morani, de mense Iulii def., providetur Fabio Venturi.”[cclxviii] / 1671: Francesco Longobucchi. / Giugno 1697: “De canonicatu ecclesiae Cotronen., cuius fructus 4 duc., vac. per ob. Francisci Longobucco, de mense Martii def., providetur Leonardo Cirrello, pbro oriundo, Priori cappellae, plenis suffragiis electo.”[cclxix] / 1699: Leonardo Cirrelli. / 1719: Vincenzo Foggia. / 1726: Filippo Suriano. / Luglio 1728: “De canonicatu vac. ex eo quod Philippus Suriano, in coadiutorem Decanatus deputatus, nulla de dicto canonicatu facta est mentio, providetur Iosepho Suriano.”[cclxx] / Settembre 1766: “De canonicatu SS. Rustici et Eleuterii, vac. per ob. Iosephi Suriano, providetur Dominico Soda, cum decreto vacationis canonicatus SS. Philippi et Iacobi.”[cclxxi] / 1743: Giuseppe Suriano.[cclxxii]

I santi Dionigi, Rustico ed Eleuterio sono condotti al martirio, sec. XV (da sigecweb.beniculturali.it).

Canonicato di SS. Vincenzo e Anastasio (Crepacore)

Possedeva la gabella La Falcusella, tre vignali a Crepacore, un vignale a Li Martorani ed una casa. Esigeva un censo sopra la gabella de Negri.[cclxxiii]

1683: GaetanoGerace. / Dicembre 1684: “De canonicatu et SS. Vincentii et Anastasii nuncupata praebenda ecclesiae Cotronen., vac. per promotionem Caietani Gerace ad Cantoratum eiusdem ecclesiae, auctoritate apla anno 1683 factam, providetur Io. Hieronimo Facente.”[cclxxiv] / 1684: Geronimo Facente. / Gennaio 1698: “De canonicatu ecclesiae Cotronen., vac. per promotionem Io. Hieronimi Facente ad Primiceriatum eiusdem ecclesiae, providetur Io. Andreae Cavarretta, pbro oriundo, dictae ecclesiae canonico, cum decreto quod parochialis ecclesia S. Venerandae eoipso vacet.”[cclxxv] / 1699: Giovanni Andrea Cavarretta. / 1719: Giuseppe Rizzuto. / 1743: Giuseppe Rizzuto.[cclxxvi] Risale al periodo in cui il feudo di Crepacore appartiene a Giuseppe Antonio Oliverio un atto in cui il canonico Giuseppe Rizzuto, rettore e possessore del canonicato dei SS. Vincenzo e Anastasio, afferma di possedere un vignale nel detto feudo, con chiesa diruta e confinante con le terre Ponticelli e Foresta. Il canonico cede il vignale al feudatario per un annuo canone di ducati 8 con la condizione che la chiesa diventi di patronato del barone.[cclxxvii] / Novembre 1756: “Dionisio Azeri providetur de canonicatu SS. Vincentii et Anastasii, vac. per promotionem Thomae Capocchiani ad Thesaurariatum eiusdem ecclesiae, cum decreto vacationis canonicatus S. Maria de Scala.”[cclxxviii] / Dicembre 1760: “Didaco Zurlo providetur de canonicatu SS. Vincentii et Anastasii, vac. per translationem Dionisii Azeri ad Primiceriatum.”[cclxxix] / 1793: Rafaele Asturelli. / 23 settembre 1835: “Fabritio Zurlo providetur de canonicatu SS. Vincentii et Anastasii vac. per dimissionem Antonini Rizzuto, a Pio VIII de primiceriatu eiusdem ecclesiae provisi.”[cclxxx] / 29 settembre 1850: “Gabrieli Rizzuto providetur de canonicatu et SS. Vincentii et Anastasii nuncupata praebenda vac. per dimissionem Fabritii Zurlo Soda, qui archidiaconatum adeptus est.”[cclxxxi] / 21 novembra 1856: “Michaeli Giglio providetur de canonicatu SS. Vincentii et Anastasii vac. per dimissionem Gabrielis Rizzuto, qui archipresbyteratum adeptus est.”[cclxxxii]

Cristo Crocifisso con San Vincenzo e Sant’Anastasio, dipinto di Angelo Righi, sec. XVII, (da sigecweb.beniculturali.it).

Canonicato di S. Blasio (S. Basilio)

Possedeva sette salme e mezzo della gabella La Colla di Zaccano, e il vignale la Destra dell’Agliastro. Esigeva quattro canoni.[cclxxxiii]

1699: Giovanni Battista Papasodaro. / 1719: Raimondo Tauromina. / Febbraio 1726: “De canonicatu ecclesiae Cotronen. vac. per promotionem Raimundi Torromini ad Primiceriatum eiusdem ecclesiae providetur Benedicto Avarelli.”[cclxxxiv] / 1743: Alessandro Albani.[cclxxxv] / Maggio 1764: “De canonicatu S. Blasii, cuius fructus 10 duc., vac. per ob. Alexandri Albani, providetur Francisco Lapiccola, cum decreto vacationis canonicatus S. Marci.”[cclxxxvi] / Agosto 1773: “De canonicatu S. Blasii, cuius fructus 24 duc., vac. per translationem Francisci La Piccola ad canonicatum S. Silvestri, providetur Vincentio Greco, cum decreto vacationis canonicatus Quinque Plagarum et S. Francisci Assisiensis, quem obtinet.”[cclxxxvii] / Agosto 1778: “De canonicatu S. Blasii cuius fructus 10 duc., vac. per translationem Francisci La Piccola ad canonicatum SS. Annuntiationis et S. Cataldi, providetur Pompeo Mariae Gallucci, cum decreto vacationis canonicatus SS. Philippio et Iacobi.”[cclxxxviii] / 1793: Carlo Gallucci. / Novembre 1793: “De canonicatu S. Basilidis vac. per ob. Caroli Galluccio, providetur Iosepho Astarelli, cum decreto vacationis alterius canonicatus.”[cclxxxix] / Dicembre 1801: “De canonicatu S. Blasii, vac. per ob. Iosephi Astarelli, de mense Augusti def., providetur Antonio Malena, cum decreto vacationis canonicatus.”[ccxc] / 2 dicembre 1842: “Bernardino Milelli providetur de canonicatu et S. Basilidis nunucupata praebenda vac. per ob. Brunonis Musco, de mense ianuarii 1838 def.”[ccxci]

Canonicato di S. Carlo secondo o di S. Marco Evangelista

Possedeva una casa ed esigeva due censi.[ccxcii]

1699: Domenico Geronimo Suriano di Fabritio. / Il vescovo Marco Rama alla fine del Seicento mutò il titolo del canonicato di San Carlo secondo, che spesso era confuso con quello di San Carlo, dandogli il titolo di San Marco Evangelista.[ccxciii] / Gennaio 1706: “De canonicatu vac. per translationem Hieronimi Suriani ad alium canonicatum providetur Fabritio Santoro.”[ccxciv] / Novembre 1712: “De canonicatu et S. Caroli nuncupata praebenda vac. per ob. Fabii Lentari, de mense Septembris def., providetur Dominico Ursano.”[ccxcv] / 1719: Domenico Ursano (S. Caroli vel S. Marci). / 1743: Gio. Francesco Albani.[ccxcvi] / Giugno 1764: “De canonicatu S. Marci, vac. per translationem Francisci Lapiccola ad canonicatum S. Blasii, providetur Io. Baptistae Schipano.”[ccxcvii] / 1793: Giuseppe Astorelli. / Novembre 1793: “De canonicatu S. Marci Evangelistae, cuius fructus 6 duc., vac. per translationem Iosephi Astarelli ad canonicatum S. Basilidis, providetur Iosepho de Luna, cum decreto vacationis canonicatus honoris.”[ccxcviii]

San Marco evangelista, opera di Volodymyr Borovykovs’kyj (da wikipedia).

Canonicato di S. Nicola della Capperrina

Possedeva il vignale “La Valle della Chiesa”. Esigeva quattro censi.

1579-1583: Canonicato detto S.to Nicola de la Capperina. / 13 Agosto 1648: “Vicario generali episcopi Cotronen. mandat ut Laelio Marzano, pbro Crotonen., provideat de canonicatu et S. Nicolai nuncupata praebenda in ecclesia Cotronen., vac. per ob. Alphonsi Sillani, de mense Iulii ex Ro. Cu. def.”[ccxcix] / Settembre 1698: “De canonicatu et S. Nicolai nuncupata praebenda ecclesiae Cotronen., vac. per promotionem Isidori Pelusio ad Thesaurariatum eiusdem ecclesiae, providetur Petropaulo Venturi, pbro oriundo 37 an., I.U.D.”[ccc] / 1699: Petro Paolo Venturi. / 1719: Dionisio Papallo. / 5 febbraio 1721: “Alphonso del Castillo providetur de canonicatu ecclesiae Cotronen., vac. per dimissionem Dionisii Papallo, qui primiceriatum eiusdem ecclesiae adeptus est.”[ccci] / 19 gennaio 1725: “Thomae Copalciano (Capocchiano) providetur de canonicatu et praebenda ecclesiae Cotronen. vac. per translationem Alfonsi de Castillo ad alium canonicatum in eadem ecclesia.”[cccii] / 1743: Matteo Arrighi.[ccciii] /Gennaio 1744: “De canonicatu S. Nicolai cathedralis Cotronen., cuius fructus 6 duc., vac. per ob. Matthaei Arrighi, providetur Felici Cavaliere.”[ccciv] / 1755: Michele Messina. / Novembre 1756: “De canonicatu S. Nicolai vac. per translationem Michaelis Messina ad canonicatum S. Mariae Pietatis e S. Caroli, providetur Io. Dominico Fanele (?).”[cccv] / Giugno 1775: “De canonicatu S. Nicolai, cuius fructus 6 duc. vac. per ob. Iosephi Farina, providetur Dominico Olivieri, cum decreto vacationis canonicatus honoris S. Ioannis Baptistae.”[cccvi] / Maggio 1783: “De canonicatu S. Nicolai, cuius fructus 6 duc., vac. per ob. Dominici Olivieri, de mense Februarii def. providetur Iosepho Giaquinta.”[cccvii] / 1793: Giuseppe Giaquinta.

Crotone, il colle anticamente detto della Capperrina.

Canonicato (onorario) di S. Giovanni Battista

Settembre 1698: “De canonicatu dictae ecclesiae, vac. per translationem Petripauli Venturi ad canonicatum S. Nicolai eiusdem ecclesiae, providetur Iosepho Favara.”[cccviii] / 1699: Giuseppe Favara (S. Giovanni Battista senza prebenda). / 1719: Ignazio Foggia (S. Giovanni Battista senza prebenda). / 1743: Giuseppe de Sanda (canonicato ad honorem e senza prebenda).[cccix] / Aprile 1755: “De canonicatu S. Ioannis Baptistae cuius fructus 6 duc., vac. per ob. Iacobi Ramirez, providetur Michaeli Messina.”[cccx] / Luglio 1755: “De canonicatu S. Io. Baptistae vac. per translationem Michaelis Messina ad Canonicatum S. Nicolai in eadem ecclesia, providetur Dominico Terranova.”[cccxi] / Settembre 1756: “De canonicatu S. Io. Baptistae … vac. per translationem Dominici Terranova ad alium canonicatum eiusdem ecclesiae, providetur Laelio Mariae Montalcino, pbro nobili oriundo 34 an.”[cccxii] / Marzo 1766: “De canonicatu honorario S. Ioannis Baptistae, cuius fructus 6 duc., vac. per translationem Gabrielis Messina ad canonicatum S. Francisci Assisiensis et Quinque Plagarum, providetur Antonino Morelli.”[cccxiii] / Settembre 1767: “De canonicatu cuius fructus 6 duc., vac. per promotionem Antonii Morelli ad canonicatum S. Francisci Assisiensis et Quinque Plagarum, providetur Iosepho Farina.”[cccxiv] / Giugno 1775: “De canonicatu honorario S. Ioannis Baptistae, cuius fructus 6 duc., vac. per translationem Dominici Oliveri ad Cantoratum, providetur Paulo Varano.”[cccxv] / 1793: Bartolo Oliverio (ad onore absque praebenda). / 1793: Giuseppe de Luna (ad onore absque praebenda). / 8 agosto 1822: “Caesari Cavaliere providetur de canonicatu et S. Io. Baptistae Decollati nuncupata praebenda vac. per dimissionem Vincentii Mariae Talamo, qui archipresbyteratum assecutus est.”[cccxvi]

San Giovanni Battista nel deserto, Pier Francesco Mola, 1612-1666 (da antichitaischia.it).

Canonicato di S. Francesco d’Assisi

Possedeva una casa palatiata ed esigeva cinque censi.[cccxvii]

Marzo 1610: “De Canonicatu et praebenda ecclesiae Cotronen., quorum fructus XXIIII duc., vac. per ob. Iacobi Cadice, de mense februarii def., providetur Io. Francisco Petrolillo, pbro oriundo, praesenti in Curia.”[cccxviii] / Giugno 1630: “De canonicatu et praebenda ecclesiae Cotronen., vac. per ob. Io. Francisci Petrolilli, providetur Io. Iacobo Sillano, pbro oriundo.”[cccxix] / 2 gennaio 1654: “Ianuario Pelusio providetur de canonicatu et S. Francisci de Assisio nuncupata praebenda ecclesiae Cotronen. vac. ex eo quod Io. Iacobus Sillanus thesaurariatum eiusdem ecclesiae assecutus est.”[cccxx] / 1699-1719: Andrea Quercia (S. Francesco d’Assisi con unione delle Cinque Piaghe). / 1739: Antonio Cirrelli (S. Francesco d’Assisi e le Cinque Piaghe). / 1743: Giuseppe Messina (S. Francesco d’Assisi e le Cinque Piaghe).[cccxxi] / Giugno 1748: “Paulo Bruno providetur de canonicatu et S. Francisci de Assisio et Quinque Plagarum nuncupata praebenda vac. per translationem Iosephi Messina ad alium Canonicatum in eadem ecclesia.”[cccxxii] / Marzo 1766: “De canonicatu S. Francisci Assisiensi et Quinque Plagarum vac. per ob. Philippi Manfredi, providetur Gabrieli Messina, pbro oriundo 34 an., jamdiu canonico supranumerario S. Ioanni Baptistae.”[cccxxiii] / Settembre 1767: “De canonicatu S. Francisci Assisiensis et Quinque Plagarum vac. per translationem Gabrielis Messina ad parochialem SS. Venerandae et Anastasiae, providetur Antonio Morelli.”[cccxxiv] / Aprile 1768: “De canonicatu praebendario S. Francisci Assisiensis et Quinque Plagarum, cuius fructus 6 duc., vac. per translationem Antonii Morelli ad canonicatum Annuntiationis, providetur Vincentio Greco.”[cccxxv] / Agosto 1773: “De canonicatu Quinque Plagarum et S. Francisci Assisiensis, cuius fructus 24 duc., vac. per Translationem Vincentii Greco ad canonicatum S. Blasii, providetur Christopharo Giaquinta, cum decreto vacationis canonicatus honorarii, sub titulo S. Ioseph, quem obtinet.”[cccxxvi] / Gennaio 1776: “De canonicatu Quinque Plagarum et S. Francisci Assisiensis vac. per translationem Vincentti Smers ad canonicatum SS. Annuntiationis, providetur Raphaeli Vetrella.”[cccxxvii] / Novembre 1792: “De canonicatu SS. Quinque Plagarum cuius fructus 6 duc., vac. per ob. Raphaelis Vetrella, de mense Maii def., providetur Felici Maccarone, cum dcreto vacationis canonicatus honorarii.”[cccxxviii] / 1793: Felice Maccarone (S. Francesco d’Assisi e Le Cinque Piaghe). / 24 luglio 1839: “Antonio Lettieri providetur de canonicatu Sacrarum Quinque vulnerum vac. per dimissionem Brunonis Masci, qui alium canonicatum adeptus est.”[cccxxix]

Luca Giordano, San Francesco d’Assisi, sec. XVII (da wikipedia).

Canonicato SS. Filippo e Giacomo

Possedeva una casa ed un vignale. Esigeva un censo.[cccxxx]

14 settembre 1640: “Io. Franciscus Gerace, provisus, auctoritate aplca, de canonicatu et SS. Annuntiatae nuncupata praebenda ecclesiae Cotronen., iuxta decretum dimisit parochialem ecclesiam (canonicatum) SS. Philippo et Iacobi eiusdem civ., in cancelleria.”[cccxxxi] / 14 settembre 1640: “De parochiali ecclesia (canonicatu) SS. Philippio et Iacobi Cotronen., sic dimissa, cuius fructus X duc., providetur Io. (Scipio) Scarnera, pbro oriundo.”[cccxxxii] / 1 febbario 1641: “Scipio Scarnera, pbr Ariminen., cui provisum fuit de canonicatu et SS. Philippi et Iacobi nuncupata praebenda in ecclesia Crotonen., litteris non expeditis nec possessione habita, cessit iuri in illos sibi sompetenti.”[cccxxxiii] / 1 febbraio 1641: “De canonicatu et SS. Philippi et Iacobi nuncupata praebenda ecclesiae Cotronen., vac. per cessionem Scipionis Scarnera, providetur Francisco Caparra, pbro oriundo.”[cccxxxiv] / Marzo 1646: “De canonicatu et SS. Philippi et Iacobi nuncupata praebenda ecclesiae Cotronen. vac. per dimissionem Io. Francisci Ierace, in manibus Urbani VIII factam, providetur Lucae Antonio Manfredi, subdiacono oriundo.”[cccxxxv] / 27 giugno 1678: “De Canonicatu et SS. Philippi et Iacobi nuncupata praebenda ecclesiae Cotronen., vac. per ob. Andreae Urso, de mense Ianuarii def., providetur Hieronimo Facente, pbro oriundo.”[cccxxxvi] / 1684: Geronimo Facente. / 1685: Francesco Cirrello. / 1699: Paolo Pietro Albani. / Aprile 1704: “De canonicatu et praebenda vac. per promotionem Paulo Petro Albano ad primiceriatum providetur Orontio Compeliti.[cccxxxvii] / Gennaio 1706: “De canonicatu vac. per ob Orontio Compoliti, a quatuor annis de mense novembris def. providetur Io. Paulo Siciliani.”[cccxxxviii] / Gennaio 1706: “De canonicatu vac. per translationem Io. Pauli Siciliani ad alium canonicatum providetur Ioanni Pipino.”[cccxxxix] / 1719: Annibale Pipino. / 1743: Girolamo Venturi.[cccxl] / Settembre 1756: “De Canonicatu SS. Philippi et Iacobi cathedralis Cotronen., vac. per translationem Petri del Castillo ad canonicatum S. Stephani (?) in eadem ecclesia providetur Dominico Terranova, cum decreto vacationis alterius canonicatus, quem obtinet.”[cccxli] / Maggio 1759: “De canonicatu SS. Philippi et Iacobi vac. per translationem Dominici Terranova ad canonicatum S. Caroli, providetur Michaeli Tesoriero.”[cccxlii] / Novembre 1766: “De canonicatu SS. Phippi et Iacobi, cuius fructus 6 duc., vac. per translationem Dionisii Soda ad canonicatum SS. Rustici et Eleuterii, providetur Pompeo Maria Gallucci, pbro nobili, cum decreto vacationis alterius canonicatus, quem obtinet.”[cccxliii] / Agosto 1778: “De canonicatu SS. Philippi et Iacobi cuius fructus 6 duc., vac. per translationem Pompei Mariae Galluccio ad canonicatum S. Blasii, providetur Paulo Varano, primo canonico honorario, cum decreto vacationis dicti canonicatus honorario.[cccxliv] / 1793: Domenico Rizzuto. / 18 agosto 1819: “… mandat ut Antonio Scicchitano provideant de canonicatu et SS. Philippi et Iacobi, vac. per ob. Philippi Cavaliere, de mense Iunii 1813 def.”[cccxlv]

San Filippo e San Giacomo il Minore (da lanuovabq.it).

Canonicato di S. Basilio Magno con unione S. Gregorio

Possedeva tre vignali ed esigeva sei censi. Nel Seicento al canonicato di Santo Basilio Magno era stato aggregato Santo Gregorio. [cccxlvi]

1699: Giovanni Battista Petrolillo. / 1719: Isidoro Jannice / 1743: Muzio del Castillo.[cccxlvii] / Aprile 1774: “De Canonicatu S. Basilii, cuius fructus 24 duc., vac. per promotionem Francisci Riccio ad Primiceriatum, providetur Antonino Morelli, pbro nobili, cum decreto vacationis canonicatus SS. Annuntiatae.”[cccxlviii] / 11 giugno 1775: “Antonius Morelli, cui als de canonicatu S. Basilii Magni, auctoritate apla provisum fuit, supplicatione signata et datata, litteris aplcis non expeditis, cessit iuri suo in dicto canonicatu.”[cccxlix] / Giugno 1775: “De canonicatu S. Basilii Magni de quo als per promotionem Francisci Riccio ad Primiceriatum Antonio Morelli provisum fuit, vac. per cessionem ipsius Antonii, providetur Gregorio Pugliese.”[cccl] / 1793: Paolo Varano. / 18 agosto 1819: “Ianuario Lopez providetur de canonicatu et S. Basilii Magni nuncupata praebenda vac. per ob. Pauli Novarro (Varano) de mense Novembris 1814 def.”[cccli]

San Basilio Magno e San Gregorio Nazianzeno (da assisiofm.it).

Canonicato di Santa Maria del Mare

25 giugno 1572: “Episcopo Cotronen. mandat ut Iosepho Oliverio provideat de canonicatu et S. Mariae de Mari nuncupata praebenda in ecclesia Cotronen., vac. per resignationem Antonii Oliverii.”[ccclii] / Luglio 1612: “De canonicatu et praebenda ecclesiae Cotronen., quorum fructus XXIIII duc., vac. per ob. Iosephi Oliverii, de mense Martii def., providetur Iosepho Condello, pbro Cotronen.”[cccliii] / Dicembre 1616: “De canonicatu et S. Mariae de Mare nuncupata praebenda in ecclesia Cotronen., cuius fructus XXIIII duc., vac. per ob. Iosephi Oliverii, de an. 1612 def., providetur Mutio Catizono, clerico diocesano.”[cccliv]

Questo canonicato in seguito non compare. La chiesa situata sopra uno scoglio presso il molo, durante il Seicento fu abbandonata e la cura ed i beni furono aggregati alla chiesa di San Leonardo, situata fuori e presso le mura della città. La chiesa assunse così il titolo di San Leonardo e di Santa Maria del Mare, e vi era fondato un semplice beneficio di libera collazione del vescovo.

Piri Reis (1521). La città di Crotone e la chiesa di Santa Maria del Mare (Walters Art Museum, Baltimore).

Capitolari dell’Assunta

Sacerdoti, diaconi e chierici (6 novembre 1569)

Laurentio Calabrese tesoriere, Leodegario de Labbrutis arciprete, Tomaso Gatto primicerio, Francesco Syllano penitenziere, Cataldo de Adamo canonico, Antonello de Martuso canonico, Hieronimo Bagliono canonico, Notio de Messina canonico, Antonino Oliverio de Palma canonico, Nicolao Crapisto canonico, Antonino Oliverio canonico, Jo. Jacobo Cadea canonico, Grandonio Syllano canonico, pbro Cesare Severino, pbro Tomaso de Monte, pbro Camillo Pullisio, pbro, Silvestro Mixaxio, pbro Dionisio Siminara, pbro Paulo de Seda, pbro Petro Antonio Melle, pbro Jo. Dominico de Morano, pbro Minico de Garotto, pbro Iosepho Oliverio, pbro Marco Antonio Androna, pbro Stefano Fattizzi, pbro Cataldo de Seglatio, pbro Bello Scuro, subdiacono Jo. Battista Cepsi, clerico Marco Antonio Cummestabile, clerico Scipione Montacino, clerico Julio Jaccino.

Sacerdoti, diaconi e chierici (13 aprile 1570)

Laurentio Calabrese tesoriere, Antonio Lucifero cantore, Leodegario de Labbrutis arciprete, Tomaso Gatto primicerio, Francesco Syllano penitenziere, Cataldo de Adamo canonico, Antonello de Martuso canonico, Hieronimo Bagliono canonico, Jo. Battista Cavarretta canonico, Jo. Jacobo Cadea canonico, pbro Jo. Dionisio Siminara, pbro Camillo Pullisio, pbro Francesco Caparra, pbro Galieno di Masello, pbro Jo. Dominico Catacosa, pbro Thomaso de Monte, pbro Stefano Fattizzi, pbro Josepho Olivero, pbro Cataldo de Seglatio, pbro Marco Antonio Androna, pbro Nicolao Teriolo, pbro Marco Antonio Laczena, pbro Antonio de Portella, pbro Antonio de Ponti, pbro Nicolao Jo. Hominello, diacono Jo. Paulo Capicchiano, diacono Gasparo Telesio, clerico Luca Antonio Caracolle, clerico Vito Faralda, clerico Marco Antonio Comestabile, clerico Jo. Dominico Durante.

Dignità, canonici, parroci e preti (1668)

Homobono Leone decano, Gio. Francesco Gerace cantore, Gio. Giacomo Syllano tesoriere, Gio. Battista Venturi arciprete, Nicola Francesco Triolo canonico, Gio. Giacomo Basuino canonico, Dionisio Thelesio canonico, Gennaro Pelusio canonico, Gio. Paulo Valente canonico, Camillo Venturi canonico, Lelio Manfredi canonico, Luca And. Manfredi canonico, Isidoro Pelusio canonico, Dionisio Rizzuti canonico, Francesco Facente canonico, Francesco Longobucco canonico, Francesco d’Oppido, Carlo Scarnera canonico, Scipione Scarnera canonico, Gio. Domenico Longobucco, Gio. Thomaso Basuino, Gio. Paulo Siciliano, Gio. Battista Negro, Gio. Giacomo Venneri, Domenico Caivano, Dionisio Pelusio, Gioseppe Cropalati, Gio. Puglise, Leonardo Vellavega, Guglielmo Bernardi parroco, Carlo Bonelli parroco, Scarnera, Di Franco, Gio. Thomaso Asturi.

11 dicembre 1699

Dignità

Didaco Dominico Leone arcidiacono, Giovanni Battista Sisca decano, Didaco Berlingerio cantore, Giovanni Francesco Duarte tesoriere, Gennaro Pelusio arciprete e penitenziere, Geronimo Facente primicerio.

Canonici

Carlo Cesare Scarnera (SS. Annunciazione), Francesco Oppido (S. Giuseppe senza prebenda), Antonio Galasso (S. Maria de’ Scala), Giovanni Battista Petrolillo (S. Basilio Magno con unione di S. Gregorio), Petro Silva (S. Antonio da Padova senza prebenda), Carlo Presterà (S. Silvestro), Domenico Caivano (S. Sofia), Domenico Antenori (S. Paolo), Fabio Junta (S. Cataldo) Domenico Suriano di Domenico (S. Carlo senza prebenda), Paolo Pietro Albano (SS. Apostoli Filippo e Giacomo), Leonardo Cirrelli (SS. Rustico e Eleuterio), Giovanni Andrea Cavarretta (SS. Vincenzo e Anastasio), Giovanni Battista Papasodaro (S. Blasio), Domenico Geronimo Suriano di Fabritio (S. Carlo secondo), Petro Paolo Venturi (S. Nicola), Giuseppe Favara (S. Giovanni Battista senza prebenda), Andrea Quercia (S. Francesco d’Assisi con unione delle Cinque Piaghe).

15 luglio 1720

1 – Pietro Paolo Venturi arcidiacono, 2 – Giovanni Battista Sisca decano, 3 – Felice Suriano cantore, 4 – Giovanni Francesco Duarte tesoriere, 5 – Antonio Puglise arciprete, 6 – Domenico Geronimo Suriano primicerio, 7 – Domenico Suriano canonico (SS. Annunciazione), 8 – Andrea Quercia canonico (S. Francesco d’Assisi e Cinque Piaghe), 9 – Pietro Silva canonico (S. Paolo), 10 – Isidoro Jannice canonico (S. Basilio Magno), 11 – Matteo Pipino canonico (S. Silvestro), 12 – Giuseppe Rizzuto canonico (SS. Vincenzo e Anastasio), 13 – Domenico Ursano canonico (S. Carlo o S. Marco), 14 – Vincenzo Foggia canonico (SS. Rustico e Eleuterio), 15 – Ignazio Foggia canonico (S. Giovanni Battista senza prebenda), 16 – Giovanni Domenico Zurlo canonico (S. Maria della Scala), 17 – Dionisio Papallo canonico (S. Nicola), 18 – Raimondo Tauromina canonico (S. Blasio), 19 – Giovanni Tommaso Venera (S. Giuseppe senza prebenda), 20 – Francesco Ricciolillo canonico (S. Antonio da Padova senza prebenda), 21 – Ignazio Caranza canonico (S. Cataldo), 22 – Annibale Pipino canonico (SS. Filippo e Giacomo), 23 – Domenico Messina canonico (S. Sofia), 24 – Giovanni Silva canonico (S. Carlo senza prebenda).

Ecclesiastici cittadini secolari (1743)

Domenico Geronimo Suriano arcidiacono, Filippo Suriano decano, Vincenzo Amalfitano cantore, Gio. Domenico Zurlo tesoriere, Donato Oliverio arciprete, Raimondo Torromino primicerio, Girolamo Venturi (S. Filippo e Giacomo), Antonio Foggia (S. Silvestro), Muzio del Castillo (S. Basilio Magno), Antonino Cirrelli (SS. Annunciata), Matteo Arrighi (S. Nicola), Gio. Francesco de Silva (S. Carlo o della Pietà), Giuseppe Suriano (S. Rustico e Eleuterio), Domenico Rinaldi (S. Cataldo), Giuseppe Messina (S. Francesco d’Asssisi e le Cinque Piaghe), Giuseppe Rizzuto (S. Vincenzo e Anastasio), Alfonso del Castillo (S. Paolo), Gio. Francesco Albani (S. Basilio), Tomaso Capocchiano (S. Sofia), Domenico Avarelli (S. Maria della Scala), Giuseppe de Sanda (S. Gio. Evangelista senza prebenda), Pietro del Castillo (S. Giuseppe senza prebenda), vacante (S. Antonio senza prebenda), Antonino Asturello parroco, Diego Ramirez sacerdote, Domenico Terranova sacerdote, Domenico Coccari sacerdote, Francesco Antonio Renzo sacerdote, Felice Messina sacerdote, Francesco Torrone sacerdote, Francesco Riccio sacerdote, Francesco Tirioli sacerdote, Filippo Manfreda sacerdote, Giovanni Truncè sacerdote, Gio. Andrea de Sanda sacerdote, Giacinto Messina sacerdote, Gio. Domenico Fanele sacerdote, Gio. Battista Schipano sacerdote, Gregorio Puglise sacerdote, Gio. Domenico Tramonte sacerdote, Isidoro Venturo sacerdote, Michele Villaroja sacerdote, Michele Tesoriere sacerdote, Michele Messina diacono, Paolo Bruno sacerdote, Pietro Paolo de Laurentis sacerdote, Paolo Fonte sacerdote, Sebastiano Camposano sacerdote, Salvatore Cannoniero sacerdote.[ccclv]

1754

Gio. Domenico Zurlo decano, Vincenzo Amalfitano cantore, Raimondo Torromino tesoriere, Domenico Avarelli arciprete, Alfonso del Castillo primicerio, Tomaso Capocchiano canonico, Giuseppe Suriano canonico, Alessandro Albani canonico, Dionisio Azeri canonico, Francesco Torrone canonico, Pietro del Castillo canonico, Paolo Bruno canonico, Felice Asturello canonico, Gio. Giacomo Messina canonico, Domenico Soda canonico, Giuseppe Messina canonico, Felice Messina canonico, Giuseppe Sanda canonico, Diego Ramirez canonico, Gerolamo Ventura canonico.

Dignità, Canonici e parroci (1777)

Diego Zurlo arcidiacono, Bernardino Lamannis cantore, Michele Messina arciprete, Raffaele Astorelli canonico, Vincenzo Smerz canonico, Prospero Gallucci canonico, Domenico Terranova canonico, Francesco Astorelli canonico, Antonino Morelli canonico, Raffaele Vatrella canonico, Gio. Francesco Albani canonico, Cristofaro Giaquinta canonico, Paolo Varano canonico, Vincenzo Greco parroco (S. Maria Protospatariis), Giuseppe Vajanelli parroco (SS. Pietro e Paolo), Michele Labonia parroco (SS. Salvatore), Gabriele Messina parroco (SS. Veneranda e Anastasia), Leonardo Antonio Giaquinta parroco (S. Margherita).

1793

Michele Messina arcidiacono, Michele Capocchiani decano, Bernardino Lamannis cantore, Michele Labonia tesoriere, Antonino Morelli arciprete, Francesco Riccio primicerio, Domenico Rizzuto (S. Filippo e Giacomo), Giuseppe Avarelli (S. Marco Evangelista), Carlo Gallucci (S. Basilio), Vincenzo Montefusco (S. Maria della Scala), Paolo Varano (S. Basilio Magno), Cristofalo Giaquinta (S. Silvestro), Vincenzo Siniscalco (La Annunciata), Giuseppe Giaquinta (S. Nicolò), Vincenzo de Vennera (S. Carlo e la SS. Pietà), Vacante ? (SS. Rustico ed Eutero), Francesco Lapiccola (S. Cataldo), Felice Maccarrone (S. Francesco di Assisi e Le Cinque Piaghe), Rafaele Asturelli (S. Vincenzo e Anastasio), Francesco Montefusco (S. Paolo), Bartolo Oliverio (S. Giovanni Battista senza prebenda), Felice Maccarrone (S. Giuseppe senza Prebenda), Giuseppe di Luna (S. Antonio senza prebenda).

1809

Vincenzo Siniscalco arcidiacono, Michele Capocchiano decano, Tommaso Bruno arciprete, Paolo Varano canonico, Filippo Cavaliere canonico, Raimondo Astorelli canonico, Antonino Rizzuto canonico, Bruno Sacco canonico, Felice Maccarone canonico, Giuseppe Maria Sculco canonico, Domenico Scicchitano canonico, Giuseppe Giaquinta canonico, Vincenzo Maria Talamo canonico, Michele Caruso canonico, Nicola Suriano canonico, Domenico Rizzuto canonico.

1896

Hieronymus Caloiro archidiaconus, Beniamin de Mayda decanus, Paschalis Juzzolini Cantor, Gabriel Rizzuto thesaurarius, Archipresbyteratum (vacat), Aloysius Covelli primicerius, Aloysius Cantafora canonicus, Franciscus Lapiccola canonicus, Franciscus Squillace canonicus poenitentiarius, Franciscus Greco canonicus, Dominicus Ant. Bartone canonicus theologus, Michael Labonia canonicus.

Note

[i] ASV, Rel. Lim. Crotonen. 1675.

[ii] Questo diritto apparteneva fin dall’antichità al vescovo di Crotone, come evidenzia la conferma fatta dal re Alfonso d’Aragona al vescovo di crotone Cruchetto il 25 febbraio 1445: “… prima die Septembris ipse Episcopus cum ceteris suis clericis, pro tribunali sedeat, jusque Unicuique tam clericis quam laicis reddat, supplendo omnes defectus … ipse Episcopus cum eius clericis possit sedere pro tribunali primo die septembris jus ut predicitur et justiciam tam ecclesiatsicis quam secularibus tribuendo …”. Zangari D., Capitoli e grazie concessi dagli Aragonesi al vescovo e alla università e uomini della città di Cotrone durante il sec. XV, Napoli 1923, pp. 5-6.

[iii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, ff. 80-81.

[iv] ASCZ, Busta 334, anno 1672, f. 6

[v] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 85v.

[vi] ASV, Rel. Lim. Crotonen., 1727.

[vii] ASV, Rel.Lim. Crotonen. 1750.

[viii] ASV, Rel. Lim. Crotonen. 1754.

[ix] Russo F., Regesto, I, 594.

[x] Russo F., Regesto, I, 868.

[xi] Russo F., Regesto, I, 6198.

[xii] Status ecclesiae Crotonensis, 1597, SCC. Relationes 271/A.

[xiii] ASV, Rel. Lim. Crotonen. 1603.

[xiv] ASV, Rel. Lim. Crotonen. 1631.

[xv] ASV, Rel. Lim. Crotonen. 1640.

[xvi] ASV, Rel. Lim. Crotonen. 1667.

[xvii] ASV, Rel. Lim. Crotonen.,1735.

[xviii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, ff. 20-22.

[xix] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 23v.

[xx] ASV, Rel. Lim. Crotonen. 1675.

[xxi] ASV, Rel. Lim. Crotonen.1700.

[xxii] ASV, Rel. Lim. Crotonen.1700.

[xxiii] ASV, Rel. Lim. Crotonen.1738.

[xxiv] Russo F., Regesto, XIV, 76245.

[xxv] Reg. Ang., Vol. IX (1272-1273), p. 56.

[xxvi] Reg. Ang., Vol. VI, (1270-1271), pp. 109-110.

[xxvii] Russo F., Regesto, V, 23256.

[xxviii] L’affitto dei terreni era corrisposto in grano se a semina ed in denaro se a pascolo. Di solito la rotazione dei terreni era triennale, ed il prezzo dell’affitto a semina era un terzo di più di quello a pascolo, però nel primo caso il primo anno era franco a maggesare.

[xxix] Russo F., Regesto, III, 16508; IV, 19436, ecc.

[xxx] questa chiesa è documentata fin dal Cinquecento e di essa sono ancora visibili alcuni resti sopra il colle omonimo vicino al territorio di Bernabò. Così è descritta in una relazione dell’Attendolo della seconda metà del Cinquecento “Sta ancho dopo li detti tre monti un altro monte tanto alto che non solo discopre lo detto belguardo, ma tutta la città: pero questo è distante da esso belguardo canne cinquecento, et camina tutto piano per altre canne cento fin dove sta una chiesa detta S. ta Maria de la Scala”. AGS, E. 1065-62.

[xxxi] “Addi XIII augusti 1542. Mastri frabbicatori manipuli et devastatori che hanno fatigato … ad sderropare li mura vechi dela cortina, la turri delo vento et santa Sufia”. ASN, Dip. Som. 196/4, f. 109.

[xxxii] Russo F., Regesto, I, 2338.

[xxxiii] Russo F., Regesto, I, 2335.

[xxxiv] ASV, Rel. Lim. Crotonen. 1795.

[xxxv] Russo F., Regesto, I, 3990.

[xxxvi] Russo F., Regesto, I, 4968.

[xxxvii] Russo F., Regesto, I, 5493.

[xxxviii] Russo F., Regesto, I, 5923.

[xxxix] Russo F., Regesto, I, 6201.

[xl] Russo F., Regesto, II, 9441.

[xli] Russo F., Regesto, II, 12280.

[xlii] Russo F., Regesto, III, 15181.

[xliii] Russo F., Regesto, III, 15183.

[xliv] Russo F., Regesto, III, 16508.

[xlv] Russo F., Regesto, III, 16550.

[xlvi] Russo F., Regesto, III, 16561.

[xlvii] Russo F., Regesto, III, 16965.

[xlviii] Russo F., Regesto, III, 16961.

[xlix] Russo F., Regesto, IV, 17992.

[l] Russo F., Regesto, IV, 18484.

[li] Russo F., Regesto, IV, 20239.

[lii] Russo F., Regesto, IV, 20560.

[liii] Russo F., Regesto, IV, 20629.

[liv] Russo F., Regesto, IV, 21583.

[lv] Russo F., Regesto, IV, 21869.

[lvi] Russo F., Regesto, V, 25165.

[lvii] Russo F., Regesto, V, 26371.

[lviii] Russo F., Regesto, VI, 29540.

[lix] Russo F., Regesto, VI, 29723.

[lx] Russo F., Regesto, VI, 33292.

[lxi] Russo F., Regesto, VII, 37507.

[lxii] Russo F., Regesto, VII, 37850.

[lxiii] Russo F., Regesto, VIII, 43107.

[lxiv] Russo F., Regesto, IX, 50162.

[lxv] Russo F., Regesto, X, 53748.

[lxvi] Russo F., Regesto, XI, 59989.

[lxvii] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, f. 206.

[lxviii] Russo F., Regesto, XII, 63688.

[lxix] Russo F., Regesto, XII, 66679.

[lxx] Russo F., Regesto, XII, 67235.

[lxxi] Russo F., Regesto, XIII, 68825.

[lxxii] Russo F., Regesto, XIII, 69192.

[lxxiii] Russo F., Regesto, XIII, 71635.

[lxxiv] Russo F., Regesto, XIV, 74714.

[lxxv] Russo F., Regesto, XIV, 76285.

[lxxvi] Russo F., Regesto, XIV, 77569.

[lxxvii] Russo F., Regesto, I, 3988.

[lxxviii] Russo F., Regesto, I, 4965.

[lxxix] Russo F., Regesto, I, 5491.

[lxxx] Russo F., Regesto, I, 5922.

[lxxxi] Russo F., Regesto, I, 6199.

[lxxxii] Russo F., Regesto, II, 9644.

[lxxxiii] Russo F., Regesto, III, 16916.

[lxxxiv] Russo F., Regesto, III, 16957.

[lxxxv] Russo F., Regesto, III, 16988.

[lxxxvi] Russo F., Regesto, III, 17002.

[lxxxvii] Russo F., Regesto, IV, 18913.

[lxxxviii] Russo F., Regesto, IV, 20921.

[lxxxix] Russo F., Regesto, IV, 20923.

[xc] Russo F., Regesto, V, 22779

[xci] Russo F., Regesto, V, 26266.

[xcii] Russo F., Regesto, V, 27443.

[xciii] Russo F., Regesto, IX, 46218.

[xciv] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, f. 207.

[xcv] Russo F., Regesto, XII, 63435.

[xcvi] Russo F., Regesto, XIII, 71359.

[xcvii] Russo F., Regesto, XIII, 73049.

[xcviii] Russo F., Regesto, XIV, 77663.

[xcix] Russo F., Regesto, I, 2310.

[c] Russo F., Regesto, I, 3989.

[ci] Russo F., Regesto, I, 4967.

[cii] Russo F., Regesto, I, 5492.

[ciii] Russo F., Regesto, II, 9700.

[civ] Russo F., Regesto, II, 11477.

[cv] Quaterno de la fabrica deli rebellini et fossi de la Regia Citate de Cotrone (ASN, Dip. Som.1/196); Conto di Nardo Negro deputato per la fabrica della città di Cotrone (ASN, Dip. Som. 2/196); Conto della Regia Fabrica de Cotrone (ASN, Dip. Som. 2/196); Conto di Jacobuccio de Tarento Cred.ro della fab.a de Cotrone (ASN, Dip. Som. 2/196); Frammento (ASN, Dip. Som. 3/196).

[cvi] Russo F., Regesto, III, 13444.

[cvii] Russo F., Regesto, III, 13543.

[cviii] Russo F., Regesto, III, 13849.

[cix] Russo F., Regesto, III, 16129.

[cx] Russo F., Regesto, III, 16189.

[cxi] Russo F., Regesto, III, 16236.

[cxii] Russo F., Regesto, III, 16366.

[cxiii] Russo F., Regesto, III, 16980.

[cxiv] Russo F., Regesto, III, 17016.

[cxv] Russo F., Regesto, III, 17467.

[cxvi] Russo F., Regesto, IV, 20194.

[cxvii] Russo F., Regesto, V, 23737.

[cxviii] Russo F., Regesto, V, 25027.

[cxix] Russo F., Regesto, V, 25893.

[cxx] Russo F., Regesto, VI, 28752.

[cxxi] Russo F., Regesto, VI, 29611.

[cxxii] Russo F., Regesto, VI, 31246.

[cxxiii] Russo F., Regesto, VII, 36652.

[cxxiv] Russo F., Regesto, VIII, 39485.

[cxxv] Russo F., Regesto, IX, 44890.

[cxxvi] Russo F., Regesto, IX, 50161.

[cxxvii] Russo F., Regesto, X, 51718.

[cxxviii] Russo F., Regesto, X, 54265.

[cxxix] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, ff. 207-208.

[cxxx] Russo F., Regesto, XII, 63956.

[cxxxi] Russo F., Regesto, XIII, 71353.

[cxxxii] Russo F., Regesto, XIII, 73236.

[cxxxiii] Russo F., Regesto, XIV, 76378.

[cxxxiv] Russo F., Regesto, I, 2311.

[cxxxv] Russo F., Regesto, I, 4969.

[cxxxvi] Russo F., Regesto, I, 5494.

[cxxxvii] Russo F., Regesto, I, 5924.

[cxxxviii] Russo F., Regesto, I, 6202.

[cxxxix] Russo F., Regesto, II, 11914.

[cxl] Quaterno de la fabrica deli rebellini et fossi de la Regia Citate de Cotrone (ASN, Dip. Som.1/196); Conto di Nardo Negro deputato per la fabrica della città di Cotrone (ASN, Dip. Som. 2/196); Conto della Regia Fabrica de Cotrone (ASN, Dip. Som. 2/196); Conto di Jacobuccio de Tarento Cred.ro della fab.a de Cotrone (ASN, Dip. Som. 2/196); Frammento (ASN, Dip. Som. 3/196).

[cxli] Russo F., Regesto, V, 26322.

[cxlii] Russo F., Regesto, VII, 34538.

[cxliii] Russo F., Regesto, VII, 37124.

[cxliv] Russo F., Regesto, VII, 37151.

[cxlv] Russo F., Regesto, VIII, 42091.

[cxlvi] Russo F., Regesto, IX, 47945.

[cxlvii] Russo F., Regesto, XI, 60017.

[cxlviii] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, ff. 208-209.

[cxlix] Russo F., Regesto, XII, 63461.

[cl] Russo F., Regesto, XII, 63940.

[cli] Russo F., Regesto, XII, 64336.

[clii] Russo F., Regesto, XII, 67498.

[cliii] Russo F., Regesto, XIII, 68852.

[cliv] Russo F., Regesto, XIII, 71647/c.

[clv] Russo F., Regesto, XIII, 73069.

[clvi] Russo F., Regesto, XIII, 73579.

[clvii] Russo F., Regesto, XIV, 77150.

[clviii] Russo F., Regesto, IV, 19130.

[clix] Russo F., Regesto, V, 22885.

[clx] Russo F., Regesto, VI, 28929.

[clxi] Russo F., Regesto, VI, 31887.

[clxii] Russo F., Regesto, VII, 33652.

[clxiii] Russo F., Regesto, VIII, 40365.

[clxiv] Russo F., Regesto, X, 54950.

[clxv] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, f. 209.

[clxvi] Russo F., Regesto, XII, 63175.

[clxvii] Russo F., Regesto, XII, 66764.

[clxviii] Russo F., Regesto, XII, 67236.

[clxix] Russo F., Regesto, XIII, 69241.

[clxx] Russo F., Regesto, XIII, 71402.

[clxxi] Russo F., Regesto, XIII, 73681.

[clxxii] Russo F., Regesto, XIV, 74934.

[clxxiii] Russo F., Regesto, XIV, 76376.

[clxxiv] Russo F., Regesto, XIV, 77781.

[clxxv] Russo F., Regesto, IV, 19836.

[clxxvi] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 25.

[clxxvii] Russo F., Regesto, V, 24145.

[clxxviii]Russo F., Regesto, V, 26970.

[clxxix] Russo F., Regesto, V, 27800.

[clxxx] Russo F., Regesto, VI, 28193.

[clxxxi] Russo F., Regesto, VI, 32034.

[clxxxii] Russo F., Regesto, VIII, 42745.

[clxxxiii] Russo F., Regesto, IX, 44902.

[clxxxiv] Russo F., Regesto, IX, 50163.

[clxxxv] Russo F., Regesto, X, 51761.

[clxxxvi] Russo F., Regesto, X, 53070.

[clxxxvii] Russo F., Regesto, X, 55644.

[clxxxviii] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, ff. 209-210.

[clxxxix] Russo F., Regesto, XII, 63436.

[cxc] Russo F., Regesto, XII, 64782.

[cxci] Russo F., Regesto, XII, 66702.

[cxcii] Russo F., Regesto, XIV, 78389.

[cxciii] Russo F., Regesto, XIII, 73068.

[cxciv] Russo F., Regesto, XIII, 73580.

[cxcv] Russo F., Regesto, XIV, 76377.

[cxcvi] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 138v.

[cxcvii] Russo F., Regesto, II, 12125.

[cxcviii] Russo F., Regesto, VII, 33527.

[cxcix] Russo F., Regesto, VIII, 39619.

[cc] Russo F., Regesto, XI, 59641.

[cci] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, f. 213.

[ccii] Russo F., Regesto, XII, 66073.

[cciii] Russo F., Regesto, XII, 66901.

[cciv] Russo F., Regesto, XIV, 77143.

[ccv] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, f. 217.

[ccvi] Russo F., Regesto, XII, 66640.

[ccvii] Russo F., Regesto, XII, 66819.

[ccviii] Russo F., Regesto, XII, 67104.

[ccix] Russo F., Regesto, XII, 67881.

[ccx] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 139.

[ccxi] Russo F., Regesto, VIII, 42682.

[ccxii] Russo F., Regesto, X, 54951.

[ccxiii] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, f. 212.

[ccxiv] Russo F., Regesto, XII, 63942.

[ccxv] Russo F., Regesto, XII, 64058

[ccxvi] Russo F., Regesto, XII, 64337.

[ccxvii] Russo F., Regesto, XII, 67860.

[ccxviii] Russo F., Regesto, VI, 28773.

[ccxix] Russo F., Regesto, VI, 30938.

[ccxx] Russo F., Regesto, IX, 44690.

[ccxxi] Russo F., Regesto, IX, 50677.

[ccxxii] Russo F., Regesto, XI, 58777.

[ccxxiii] Russo F., Regesto, XI, 59465.

[ccxxiv] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, f. 217.

[ccxxv] Russo F., Regesto, XI, 61836.

[ccxxvi] Russo F., Regesto, XII, 66823.

[ccxxvii] Russo F., Regesto, XIII, 71780.

[ccxxviii] Russo F., Regesto, XIV, 77464.

[ccxxix] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 139v.

[ccxxx] Russo F., Regesto, VIII, 39972.

[ccxxxi] Russo F., Regesto, IX, 46092.

[ccxxxii] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, f. 212.

[ccxxxiii] Russo F., Regesto, XII, 63915.

[ccxxxiv] Russo F., Regesto, XII, 66629.

[ccxxxv] Russo F., Regesto, XII, 66808.

[ccxxxvi] Russo F., Regesto, XII, 66816.

[ccxxxvii] Russo F., Regesto, XIII, 73578.

[ccxxxviii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, ff. 139v-140.

[ccxxxix] Russo F., Regesto, VIII, 42517.

[ccxl] Russo F., Regesto, X, 53003.

[ccxli] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, ff. 211-212.

[ccxlii] Russo F., Regesto, XIII, 69240.

[ccxliii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 140.

[ccxliv] Russo F., Regesto, VI, 30713.

[ccxlv] Russo F., Regesto, IX, 50049.

[ccxlvi] Russo F., Regesto, X, 55363.

[ccxlvii] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, f. 216.

[ccxlviii] Russo F., Regesto, XII, 63438.

[ccxlix] Russo F., Regesto, XII, 66818.

[ccl] Russo F., Regesto, XIII, 71391.

[ccli] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 140v.

[cclii] Russo F., Regesto, VIII, 40171.

[ccliii] Russo F., Regesto, IX, 46784.

[ccliv] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, ff. 214-215.

[cclv] Russo F., Regesto, XII, 64522.

[cclvi] Russo F., Regesto, XII, 66900.

[cclvii] Russo F., Regesto, XII, 67237.

[cclviii] Russo F., Regesto, XIII, 71392.

[cclix] Russo F., Regesto, XIII, 72682.

[cclx] Russo F., Regesto, IX, 47021.

[cclxi] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, ff. 213-214.

[cclxii] Russo F., Regesto, XII, 63943.

[cclxiii] Russo F., Regesto, XII, 64459.

[cclxiv] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 141.

[cclxv] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 141v.

[cclxvi] Russo F., Regesto, VII, 37097.

[cclxvii] Russo F., Regesto, VII, 37190.

[cclxviii] Russo F., Regesto, VII, 38251.

[cclxix] Russo F., Regesto, IX, 47644.

[cclxx] Russo F., Regesto, X, 56639.

[cclxxi] Russo F., Regesto, XII, 65851.

[cclxxii] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, f. 214.

[cclxxiii]AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 142v.

[cclxxiv] Russo F., Regesto, IX, 45224.

[cclxxv] Russo F., Regesto, IX, 47807.

[cclxxvi] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, f. 216.

[cclxxvii] ASCZ, Busta 666, anno 1743, ff. 31-34.

[cclxxviii] Russo F., Regesto, XII, 63941.

[cclxxix] Russo F., Regesto, XII, 64781.

[cclxxx] Russo F., Regesto, XIV, 74451.

[cclxxxi] Russo F., Regesto, XIV, 77120.

[cclxxxii] Russo F., Regesto, XIV, 78307.

[cclxxxiii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 143.

[cclxxxiv] Russo F., Regesto, X, 55672.

[cclxxxv] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, f. 211.

[cclxxxvi] Russo F., Regesto, XII, 65474.

[cclxxxvii] Russo F., Regesto, XII, 66630.

[cclxxxviii] Russo F., Regesto, XII, 67239.

[cclxxxix] Russo F., Regesto, XIII, 68654.

[ccxc] Russo F., Regesto, XIII, 69265.

[ccxci] Russo F., Regesto, XIV, 75764.

[ccxcii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 143v.

[ccxciii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 143.

[ccxciv] Russo F., Regesto, IX, 50618.

[ccxcv] Russo F., Regesto, X, 52094

[ccxcvi] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, f. 211.

[ccxcvii] Russo F., Regesto, XII, 65484.

[ccxcviii] Russo F., Regesto, XIII, 68655.

[ccxcix] Russo F., Regesto, VII, 35476.

[ccc] Russo F., Regesto, IX, 47965.

[ccci] Russo F., Regesto, X, 54239.

[cccii] Russo F., Regesto, X, 55308.

[ccciii] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, f. 213.

[ccciv] Russo F., Regesto, XI, 60609.

[cccv] Russo F., Regesto, XII, 63944.

[cccvi] Russo F., Regesto, XII, 66821.

[cccvii] Russo F., Regesto, XII, 67681.

[cccviii] Russo F., Regesto, IX, 47966.

[cccix] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, f. 217.

[cccx] Russo F., Regesto, XII, 63612.

[cccxi] Russo F., Regesto, XII, 63656.

[cccxii] Russo F., Regesto, XII, 63917.

[cccxiii] Russo F., Regesto, XII, 65758.

[cccxiv] Russo F., Regesto, XII, 65985.

[cccxv] Russo F., Regesto, XII, 66820.

[cccxvi] Russo F., Regesto, XIII, 71985.

[cccxvii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 144.

[cccxviii] Russo F., Regesto, V, 26754

[cccxix] Russo F., Regesto, VI, 30717.

[cccxx] Russo F., Regesto, VII, 37203.

[cccxxi] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, f. 215.

[cccxxii] Russo F., Regesto, XI, 61856.

[cccxxiii] Russo F., Regesto, XII, 65756.

[cccxxiv] Russo F., Regesto, XII, 65984.

[cccxxv] Russo F., Regesto, XII, 66074.

[cccxxvi] Russo F., Regesto, XII, 66631.

[cccxxvii] Russo F., Regesto, XII, 66903.

[cccxxviii] Russo F., Regesto, XII, 68538.

[cccxxix] Russo F., Regesto, XIV, 75177

[cccxxx] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 144v.

[cccxxxi] Russo F., Regesto, VII, 33644.

[cccxxxii] Russo F., Regesto, VII, 33645.

[cccxxxiii] Russo F., Regesto, VII, 33748.

[cccxxxiv] Russo F., Regesto, VII, 33749.

[cccxxxv] Russo F., Regesto, VII, 34877.

[cccxxxvi] Russo F., Regesto, VIII, 44055.

[cccxxxvii] Russo F., Regesto, IX, 50236

[cccxxxviii] Russo F., Regesto, IX, 50616.

[cccxxxix] Russo F., Regesto, IX, 50614.

[cccxl] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, f. 210.

[cccxli] Russo F., Regesto, XII, 63916.

[cccxlii] Russo F., Regesto, XII, 64460.

[cccxliii] Russo F., Regesto, XII, 65865.

[cccxliv] Russo F., Regesto, XII, 67240.

[cccxlv] Russo F., Regesto, XIII, 71393.

[cccxlvi] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 145.

[cccxlvii] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, f. 213.

[cccxlviii] Russo F., Regesto, XII, 66703.

[cccxlix] Russo F., Regesto, XII, 66809.

[cccl] Russo F., Regesto, XII, 66817.

[cccli] Russo F., Regesto, XIV, 78390.

[ccclii] Russo F., Regesto, IV, 22417.

[cccliii] Russo F., Regesto, V, 27100.

[cccliv] Russo F., Regesto, V, 27863.

[ccclv] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, ff. 193-204.


Creato il 14 Marzo 2015. Ultima modifica: 9 Dicembre 2022.

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