Descrizione della citta’ di Crotone tra il Seicento ed il Settecento

Pianta di Crotone di Emanuele Giovine conservata all’Archivio di Stato di Napoli (Carte Montemar, vol. 73/16), in Alessandra Anselmi, La Calabria del viceregno spagnolo storia arte architettura e urbanistica, 2009. 1. Baluardo D. Pietro detto il Cavaliero; 2. Baluardo Toledo detto Santa Margarita; 3. Baluardo Marchese detto S. Francesco; 4. Baluardo Villafranca detto Brina; 5. Baluardo la Peschiera detto S. Filippo; 6. Baluardo il Fosso detto S.ta Barbara; 7. Conigliera; 8. Magazeno; 9. Santo Leonardo; 10. Santa Maria a Mare; 11. S. Giacomo; 12. S. Maria; 13. Torrione detto il Tenente; 14. Torrione detto il Castellano; 15. Torrione detto il Marchesano; 16. Cavalier di Rito.

Attraversato il ponte levatoio, si passa la porta principale dove c’è “lo corpo de la guardia”[i] e la chiesetta di San Giovanni Battista,[ii] che sta dirimpetto avanti la casa della regia corte[iii] e la regia dogana.[iv] A destra vicino alle mura, ci sono le botteghe delle forge[v] e di fronte le case o palazzo del piccolo proprietario terriero Diego Tronca, che confinano con una casa palatiata del canonicato di San Francesco d’Assisi, ed il “convento de Bonfratelli”[vi] con le sue botteghe “delli barberi”[vii] e forge.

A fianco dell’ospedale c’é la casa di Francesco Cannoniero con accanto la casa palaziata, consistente in due membri superiori e due inferiori, di Giacinto Arabia,[viii] “attaccata alla regia monitione della legname dell’artiglieria”, dietro “la lamnia dove è l’orologio universale” della città.[ix] Lì vicino c’è il baluardo Toledo o Santa Margarita, e presso “le chianche” e dietro “li molini”,[x] la nuova chiesa o “oratorio della concetione”, sede della confraternita della Immacolata Concezione e delle Anime del Purgatorio.[xi]

Crotone, l’orologio dell’università.

Sulla pubblica piazza principale o “cortile del palazzo vescovale”, si aprono nove botteghe “su la facciata accanto al portone del palazzo”[xii] del vescovo. In una c’è l’archivio della città e due sono ad uso di “spetieria di medicamenti, con tutti li stigli, vasi, mortari, ed altre cose necessarie per manipulare medicamenti”,[xiii] e ci sono due camere usate dapprima come casa dell’università, che stanno sopra le carceri vescovili.[xiv] A fronte della cattedrale, verso la porta della città, si innalza la casa del seggio o sedile, simbolo del potere aristocratico, e la casa dell’università o della corte, composta da due camere[xv] contigue al sedile.

Vicino dalla parte opposta alla residenza del vescovo, si affacciano il palazzo di Diego Tronca, che fa angolo, con le sue botteghe per “uso di mercadanti”,[xvi] le case che furono dei Giuliani[xvii] ed il palazzo di Mutio e poi di Marino Bernale, con sotto le botteghe di Pietro Suriano e dell’ospedale,[xviii] affittate a I. Cirillo, D. Mirielli e D. Papallo;[xix] quest’ultimo palazzo è vicino all’entrata della chiesa cattedrale.[xx] Il palazzo dei Bernale confina con il basso e alto di Francesco Antonio di Perri e Emanuela Petronilla Terrones, che è presso le case di Antonio Avarelli alias Furretta,[xxi] e del massaro Antonio Manco alias Cardellino.[xxii]

Dietro l’entrata della cattedrale a destra si apre la strada degli Scarpari, e più addietro la cappella del pio monte dei morti o dei Pii Operai volgarmente detto “L’Anime del Purgatorio”, confinante con la casa di Antonio Sicilia.[xxiii] Nei pressi c’è la chiesa parrocchiale di Santa Margarita.[xxiv] Lungo la strada delli Scarpari o de Calzolari, si aprono le case matte ed i bassi usati come bottega. Presso l’abitazione di Giuseppe di Sanda[xxv] il seminario affitta due case e sopra due botteghe; a fianco di una casa palaziata, abitano il canonico Giovanni Silva ed i coniugi Vittoria Montalto e Giuseppe Longo.[xxvi]

Le quattro casette con quattro membri superiori e tre botteghe al piano terra di Antonio Avarelli, sono accanto alla casetta con bottega del monastero di Santa Chiara, dirimpetto alla “Catapania” di Gio. Pietro poi di Cesare e Gregorio Presterà, che si affaccia in piazza Lorda.[xxvii] Dalla parte opposta esse guardano verso la chiesa di Santa Margherita.[xxviii] Accanto c’è una bottega del beneficio di San Tommaso, confinante con due del beneficio dell’Assunzione.[xxix] Di fronte a quest’ultime, sempre nella piazza, si trova il basso che serve per macello del beneficio della Trinità, con sopra le due camere della confraternita della Concezione, confinanti la casa di Antonio Lo Mare. Da una parte del macello, ad angolo tra la strada delli Scarpari e la piazza Lorda, c’è la botteghella, che era del sacerdote Felice Mazzulla, mentre ora è “in solidum” dell’arciconfraternita del SS. Sacramento e della cappella della Madonna del Capo, dall’altra parte si trova la bottega del beneficio della Natività.[xxx]

Su un lato della piazza, in fila: la bottega di Mutio Manfredi, che fu del fisico Antonio Magliari,[xxxi] la bottega del primiceriato con un “appartamento” sopra, e un’altra bottega del beneficio della Natività.[xxxii] Sempre a fila sulla piazza: la bottega della chiesa parrocchiale di Santa Veneranda, quella del canonicato dei SS. Rustico e Eleuterio, e quella di Orazio Zurlo.[xxxiii]

Crotone, piazza Villaroja anticamente detta Lorda (foto di Raffaella Varano).

Nelle vicinanze c’è il luogo detto San Giorgio[xxxiv] e, nei pressi, il monastero di Santa Chiara, davanti alla cui porta ci sono: le case di Domenico Miriella,[xxxv] quelle del beneficio della Trinità, e quelle degli eredi di Gio. Pietro Puglise;[xxxvi] parte di queste abitazioni sono state vendute ad Annibale Berlingieri e demolite per fare posto al suo palazzo. C’è inoltre il palazzo del sacerdote Gio. Domenico Trimboli, confinante con la casa ed il magazzino del fu Giuseppe Tiriolo, che sono attaccati alla sacristia del monastero di Santa Chiara.[xxxvii] La casa di Giovanni Bertuccia[xxxviii] è dirimpetto al parlatorio delle clarisse con le due case, una contigua all’altra, del monte del Purgatorio, ed il casalino della cappella della Resurrezione.[xxxix]

Confinante “via mediante il monastero”, sorge il palazzo del proprietario terriero Antonio Gallucci, e della moglie Antonia Cariglio con i sette figli; il palazzo è stato costruito sulle case ereditate dal padre Gio. Galluzzo, originario di Santa Severina, venuto ad abitare a Crotone alla metà del Seicento.[xl]

Proseguendo verso la timpa della Capperrina, si giunge al luogo detto il Cavaliero o Cavaliere dove, vicino alle muraglie, è stata costruita la nuova chiesa[xli] di San Giuseppe.[xlii] Posta sotto il cavaliero essa riguarda, via mediante, l’angolo del magazeno e vaglio de SS.ri Gallucci.[xliii] Nei pressi c’è un magazzino del seminario, che prima “era la chiesa de’ PP. Domenicani”,[xliv] che confina con le quattro case a filo dello stesso.[xlv] Qui c’è la casa del massaro Felice Ragna,[xlvi] e l’alto e basso di Gio. Quenqua o Conca, che confina, muro comune, con la casa del mastro Domenico Schipano, vicino alle “calere” di Caterina Messina,[xlvii] il palazzo “con più e diversi membri inferiori e superiori”, e con la loggetta da cui si gode il prospetto del mare, di Gio. Aloisio Soda[xlviii] e la casa palaziata detta “la Torretta”, portata in dote da Dianora Schipano a Fabrizio di Perri.[xlix]

Crotone, chiesa di S. Giuseppe e timpa della Capperrina.

Costeggiando le vecchie mura si passa sopra lo spontone de Miranda.[l] “Dirimpetto la muraglia” ci sono le “due case matte unite assieme” del convento di San Francesco d’Assisi,[li] con accanto le case del canonico Giuseppe Rizzuto e quelle di Leonardo Messina di Domenico.

Di fronte alla porta, dove c’è il “corpo di guardia maggiore del castello”,[lii] si apre il “largo” o “piano” del castello. Esso è attorniato da case palaziate: la casa di Antonio Grasso,[liii] la casa seu camera di Giuseppe Riccio,[liv] la casa o palazzo del tesoriere Francesco Duarte,[lv] posta tra quella del “sostituto cassiero del regio fundaco e dohana” di Crotone, Lonardo Messina, e del fratello Gio. Pietro,[lvi] e la casa del beneficio della Concezione,[lvii] la casa della confraternita della SS. Annunciazione,[lviii] le case degli Scoleri,[lix] e le case dette di Nola,[lx] che confinano via mediante con la chiesa del SS. Salvatore.

Sempre nelle vicinanze del largo e nella stessa parrocchia, vi è il luogo detto la “Chianca” dov’è situata una casa del canonicato di S. Paolo, confinante con una camera del beneficio della Concezione della famiglia Suriano,[lxi] ed il “largo di San Nicola”, dove vi sono due case basse della chiesa parrocchiale presso la casa di Giuseppa Sillano detta la Galla.[lxii] La stessa parrocchiale[lxiii] confina muro e stretto mediante, con il luogo detto il Fosso, con la casa palaziata, in più camere e bassi, con scala di pietra e vignano, che fu di Giando Marino, ora di Fabio Giunta e del parroco Carlo Bonelli,[lxiv] che ha sotto un mulino macinante “con le sue pietre e legname”,[lxv] separata strada mediante, dal palazzo dello stesso parroco venduto al chierico Santo Duarte.[lxvi]

Quest’ultimo[lxvii] è vicino alle case ora di Onofrio Puglise, già del chierico Gio. Catalano, alias Castagnino,[lxviii] che sono accanto alle case vendute nel 1717 dal canonico Raimondo Torromino all’arciprete Antonio Puglise.[lxix] Le case dell’arciprete sono presso il palazzo dei Presterà.[lxx] Il palazzo in più e diversi membri superiori e inferiori, con cisterna, di Cesare e Gregorio Presterà,[lxxi] figli del feudatario Gio. Pietro,[lxxii] in parrocchia del SS. Salvatore, confina con la casa di Maruzza Messina,[lxxiii] e con quella del canonico Isidoro Iannice.[lxxiv] Quest’ultima è nei pressi di una casa della confraternita della Pietà.[lxxv]

Crotone, piazza Castello.

Ritornando alla piazza e lasciato il palazzo vescovile, che apre verso la porta due botteghe,[lxxvi] e proseguendo lungo le mura sulla strada pubblica di S. Francesco de Assisi, di fronte al baluardo Marchese, o S. Francesco, e confinante con il palazzo vescovile, sorge il monastero dei minori conventuali di S. Francesco di Assisi con alcune botteghe, magazzini e bassi, con giardino e chiesa omonima, su “lo largo de S.to Francesco de Assisi”.[lxxvii] Qui, presso il convento, vi è il luogo detto “li Rivellini”, dove è stata trasferita la fiera di Gesù Maria.[lxxviii]

Lasciato il convento, al cui interno ha sede la confraternita dei nobili sotto il titolo della Beatissima Vergine dei Sette Dolori,[lxxix] costeggiando le mura del largo o piazza San Francesco, si giunge al baluardo detto Villafranca, o di Brianda, dove sotto le mura, nel luogo detto “le sarchi”, ci sono “cinque calcinari o vero luoghi dove s’acconciano pelli”,[lxxx] di proprietà della cappella del SS.mo Sacramento, e dati in fitto a mastri conciatori ad un carlino all’anno ciascuno.[lxxxi]

Isolata, vicino alle mura, e proprio nella “guardiola seu garitta detta di Brianda”, c’è la casa palaziata, nuovamente fabricata, che anticamente apparteneva all’arcidiacono Vezza, poi dal primicerio Hieronymo Facente, venduta al seminario.[lxxxii] A destra dalla parte della marina, ci sono le mura con terrapieno,[lxxxiii] ed il luogo detto “la Piscaria” con la porta omonima, detta anche “del Soccorso”,[lxxxiv] che ha l’uscita sulla parte interna del baluardo, una volta detto “Petro Nigro”, ora “la Piscaria”, o “S. Filippo”. Accanto alle mura c’è una casa del beneficio della Concezione,[lxxxv] vicina a quella che fu dei Lombardo ed ora di Scipione di Venere, nel luogo detto “Li Rivellini”.[lxxxvi] Quest’ultima confina con una casa del primiceriato che ha accanto l’abitazione del colono Tommaso Guerra,[lxxxvii] e la casa degli eredi di Mutio Trunce. Sempre qui, attaccata al terrapieno della città, a riga della porta della Pescheria, vi è la casa che fu di Margarita Bruno e ora è quella dotale di Ignazio Scavello, che confina con il magazzino, ora casa palatiata detta “della Calandra”, dei coloni Dionisio e Isidoro Giaquinta,[lxxxviii] con accanto quella di Antonio Paglia,[lxxxix] la casa con vaglio e pozzo, dello speziale Alfonso Letterio, e quella di Cecilia Petrolillo.[xc]

Davanti alla porta della Pescheria c’è la casa di Rosalia La Nocita, casa che fu del mastro sartore Omobono Sacco,[xci] ed il casaleno e le case dei Syllano,[xcii] vicino al palazzo con orticello “composto in più e diversi membri” di Gio. Batt.a Pagano, figlio del regio credenziero Francesco,[xciii] al largo di Sant’Angelo.[xciv]

Nei pressi ci sono le case di Caterina Macrì, furono di Gio. Pietro Macrì, quelle di Aurelia La Nocita,[xcv] di Domenico Valente[xcvi] e, “facci fronte alle mura”, la casa palaziata in cinque membri inferiori et superiori “nuovamente fabbricate”, del piccolo proprietario Bernardo Venturi.[xcvii] Le case dei Venturi confinano con la casa che fu di Giulia La Bella,[xcviii] poi di Gerolima Massari e quindi dotale della sorella Teresa.[xcix]

Crotone, panorama della Pescheria (foto di Antonello Scerra).

Sempre in Pescheria c’è la casa palaziata del beneficio di S. Maria di Costantinopoli, che confina con la casa di Domenico Rinaldo e Caterina Cassana, casa che fu di Beba Morano,[c] ed il palazzo del proprietario terriero Cataldo Raymondo,[ci] vicino alla casa di Laura Syllano,[cii] e alle case del qm. Gio. Duarte[ciii] e di Anna Lucifero.[civ]

La chiesa-abazia di S. Maria Prothospatariis[cv] confina “il palazzo di Domenico Suriano di Fabritio, le case che furono del cantore Diego Leone, strada mediante avanti la porta maggiore e la piccola di detta cappella”. Nei pressi ci sono: la casa di Berardino di Fonte, le case di Gio. Batt.a Villaroja, le case dell’Ospedale, stretto mediante,[cvi] e la casa di Gregorio Cropalati e Carmina Perez,[cvii] che è presso le proprietà di Antonio Castiglia.[cviii]

Comprata nel 1679 da Gio. Batt.a Barricellis, una casa palatiata “in due membri alto e basso”, vicino al magazzino di Anna Suriano, e attaccata al suo casaleno,[cix] il capitano Domenico Barricellis costruisce il suo palazzotto.[cx] All’inizio del Settecento, sposata Anna Barricellis, figlia primogenita di Gio. Batt.a,[cxi] diventa proprietario il regio secreto e mastro portolano Antonio del Castillo o Castiglia,[cxii] il quale ereditato anche il vicino casalino,[cxiii] costruisce il suo palazzo davanti al palazzo di Annibale, e poi di Antonio e Anna Suriano,[cxiv] con basso attaccato e giardinello, e a fianco della casa palaziata del sacerdote Carlo Sillani.[cxv]

Nei pressi ci sono le case di Carmina Perez, di Gio. Batt.a Ciambrone detta “La Palma”, e una casa “con due membri” del capitolo[cxvi] per lascito di Elisabetta Garofalo.[cxvii] Vicino al palazzo di Antonio Castiglia sorge isolato anche un palazzo “consistente in più e diversi membri superiori, mezzani et inferiori con cortile e scala di pietra”, venduto da Marco Antonio Benincasa al vescovo Rama.[cxviii] “In frontespitio delle mura grandi sopra la piscaria”, c’è il luogo detto “le grotte dell’archidiacono Vezza”, e “sopra le grotte” abitano i Tiriolo, accanto alla casa di Baldassarre di Sole, e vicino alle case “in piu’ membri inferiori e superiori cum puteo et cortile discoperto”, del notaio Silvestro Cirrelli,[cxix] sulla “strada delle mura”, presso l’abitazione del decano Gio. Batt.a Sisca.[cxx]

Nel luogo detto “li Rivellini”, sempre in parrocchia di S. Maria, c’è la casa del chierico Antonio Quercia, con accanto quelle del “magazziniere sue conservatore di grani”, Antonio D’Amico e Beatrice Gerace, la casa palatiata con alto e basso di Maria Scavello, erede di Marcantonio Basoino,[cxxi] le case dette “la Torretta”,[cxxii] e quella del canonicato dei SS. Vincenzo e Anastasio dei Pantisano,[cxxiii] nel luogo detto “il cutetto”.[cxxiv]

Sempre nel luogo detto “li ribellini”, però in parrocchia dei SS. Pietro e Paolo, ci sono i palazzi dei Barricellis.[cxxv] Nei pressi abita Peppe Pasqua[cxxvi] e vi è il palazzo di Antonio poi di Lucrezia Petrolillo, vedova di Pietro Greco,[cxxvii] con accanto due case da poco ricostruite del beneficio di S. Maria de Jesu dei Petrolillo, presso il palazzo e i casaleni che furono di Antonio, poi di Pietro Suriano, ora degli eredi, confinante con l’abitazione dell’arcidiacono Girolamo Facente.[cxxviii]

Crotone, panorama della Pescheria (foto di Antonello Scerra).

Tra le parrocchie di S. Maria Prothospatariis e di S. Pietro, poco distante dalla cattedrale, c’è il luogo detto “la Judeca”, o “strata dela Judeca”.[cxxix]

Ritornando al palazzo vescovile, esso apre altre tre botteghe verso piazza S. Francesco “dalla parte di dietro che rimira il palazzo de’ Montalcini”,[cxxx] in parrocchia dei SS. Pietro e Paolo. Il palazzo dei Montalcini con i suoi nuovi magazzini[cxxxi] che serviranno come quartiere per le truppe tedesche,[cxxxii] e botteghe, si trova dirimpetto al seminario[cxxxiii] che è nei pressi del vaglio della chiesa cattedrale. La “domus pii seminarii cum officinis, cameris, scholis, et dormitoriis”,[cxxxiv] ha davanti al suo “portone grande” una casa con dietro una più piccola del medesimo[cxxxv] e accanto una casa del beneficio di S. Lorenzo dei Montalcini, contigua a mastro Felice Antico.[cxxxvi] Quest’ultimo confina, via mediante, il palazzo del regio secreto e mastro portolano Decio Suriano,[cxxxvii] che è presso la casa degli Urso e dei Cavaretta, a fianco della abitazione dell’arcidiacono Venturi,[cxxxviii] le case che furono del qm. Francesco Vezza,[cxxxix] ed il palazzo di Mirtillo Barricellis.[cxl]

“All’incontro” e “vicino la porta grande” della chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo, abitano il sacerdote Antonio Fuda[cxli] e il misuratore e palliatore di grano Diego Varano alias Parisi.[cxlii] Nel largo accanto ci sono le due case dirute, ormai solo suolo, dell’arcidiaconato, ed il palazzo o continenza di case di Caterina Palmieri,[cxliii] che è tra le case del primicerio Carlo Presterà e quelle del qm. notaio Antonino Varano[cxliv] e di Giuseppe la Piccola.[cxlv] Nei pressi, dietro la cappella della Beata Vergine del Capo e la tribuna maggiore della cattedrale, ci sono un casalino diruto della cappella dell’Epifania[cxlvi] e le case patrimoniali del canonico Antonio Galasso,[cxlvii] che confinano stretto mediante, le case del notaio Antonino Varano.

Attaccata alla cattedrale e confinante con le case del primicerio Carlo Presterà, c’è la casa del feudatario Cristoforo Pallone,[cxlviii] poi di Cesare Berlingieri.[cxlix] Il palazzo grande che fu di Diego Barricellis, feudatario di Monte Spinello, è abitato dalla vedova Petrucza Sculco e dai figli Mirtillo, Seiano e Luigi.[cl] Esso è posto in parrocchia dei SS. Pietro e Paolo nel luogo detto “Li Rivellini”, e confina con i suoi magazzini,[cli] ed è unito al palazzo dell’aristocratico Gio. Battista Barricellis,[clii] quest’ultimo è stato costruito sulle case vendute da Cianci La Nocita e da Mutio Scavello.[cliii]

Sempre in parrocchia dei SS. Pietro e Paolo, si trova il palazzo dei Suriano Ralles poi di Teodora Suriano, confinante con il vescovato,[cliv] e consistente “in tre appartamenti, et ogni appartamento in sette camere, e bassi e magazzeni e con due camere scoverte, cortiglio coverto e scoverto, e scala di pietra”. Esso confina muro mediante con la casa palaziata del sacerdote Giuseppe de Massaris[clv] e con le case di Gio. Domenico Greco[clvi] e la casetta palaziata, con alto e basso, di Francesca Leto, moglie di Silvestro Caposacchi.[clvii]

Crotone, piazza Umberto I, già S. Francesco e poi Suriano, nel luogo detto “Li Rivellini” (foto di Antonello Scerra).

Vicino, sempre nella stessa parrocchia, c’è il palazzo del canonico Francesco Lucifero, figlio del marchese Fabritio, costruito nel 1705 sulle case di Giacomella Giglio e di Gio. Batt.a Papasodaro,[clviii] la casa detta di “pittagora” ora di Elisabetta Simurra,[clix] e il palazzo dei Pipino poi di Giuseppe Antonio Ramires di Piombino,[clx] che è al confine con la parrocchia del SS. Salvatore, in frontespizio al palazzo dei coniugi Antonia e Dionisio Pipino, nell’entrata del quale ci sono i due magazzini “uno detto la Malilla, l’altro a’ mandretta”.[clxi]

Sempre in parrocchia dei SS. Pietro e Paolo ci sono le case dotali di Giulio Cesare Modio di Santa Severina, figlio di Carlo.[clxii] Vicino alla casa dei Venturi c’è la casa di Ludovico Albanese, fu di Francesco Trunce[clxiii] e poi dei Curcio,[clxiv] la quale confina con l’orticello delle case dotali di Horatio Zurlo,[clxv] furono di Ottavio Piterà, e le case del “sorbo”.[clxvi]

Accanto al palazzo del latifondista e mastro portolano Tommaso Sculco, che fu del qm. Joseph Squillace, c’è una casetta dello stesso acquistata dal beneficio dell’Annunciazione,[clxvii] e a fronte il palazzo del chierico Domenico de Labrutis, poi del sacerdote Marco Antonio Benincasa,[clxviii] sito dietro Santa Naina,[clxix] e consistente in nove stanze con i loro bassi.[clxx] Il palazzo del Benincasa si affaccia alle case del fisico Antonio Magliari,[clxxi] proprietario di una spetieria in piazza lorda. Il palazzo dello Sculco confina, via mediante, con la casa dotale di Antonio Suriano,[clxxii] che è vicina, sempre via mediante, al palazzo dell’aristocratico e grande possidente Giacinto de Ayerbis de Aragona,[clxxiii] dirimpetto all’abitazione di Caterina Richella.[clxxiv]

Il palazzo degli Ayerbis Aragona,[clxxv] affacciante alle mura della città dette “delle Fontanelle”,[clxxvi] è presso il baluardo “del Fosso” del castello, o “di Santa Barbara”. Il palazzo confina con la casa palaziata dei Riccio,[clxxvii] che è vicina alla casa dei Bertuccia in parrocchia del SS. Salvatore,[clxxviii] e al palazzo di Domenico Capicchiano.[clxxix]

Crotone, discesa Fosso.

In parrocchia di Santa Margarita c’è il palazzo di Annibale Albani, figlio ed erede di Alessandro e di Lucretia Berlingieri, quest’ultima figlia di Annibale.[clxxx] Il palazzo costruito dal padre sulle case dotali[clxxxi] ed altre vicine,[clxxxii] tra le quali quelle che furono di Gio. Batt.a Pagano, portategli in dote da Paula Negro, vedova di Michele Marzano,[clxxxiii] è contiguo alla casa del beneficio di San Tommaso e si trova dirimpetto a quella di Tomaso La Nocita,[clxxxiv] confinando, via pubblica mediante, con l’abitazione del capitano Muzio Manfredi,[clxxxv] che ha “l’uscita avanti la porta piccola della chiesa cattedrale”. Vicino alle case di Gio Batt.a Pagano,[clxxxvi] ci sono le case paterne di Oratio Zurlo, poi palazzo con cortile del figlio, il chierico Diego.[clxxxvii]

Sempre in parrocchia di Santa Margarita, nel luogo anticamente detto “il Quartiere”,[clxxxviii] c’è il palazzo di Gio. Batt.a Caivano, corrispondente e procuratore dei mercanti di grano napoletani,[clxxxix] vicino alla casa del mastro muratore Antonio Sicilia e alle case di Paolino Manfreda.[cxc] Quest’ultime sono acquistate dall’eredi Caivano per allargare la proprietà.[cxci]

Sempre in parrocchia del SS. Salvatore ci sono due palazzi contigui, con una continenza di case attaccata, dei Pipino.[cxcii] Essi confinano, via pubblica mediante, verso la parrocchia di Santa Veneranda, con le case di mastro Stefano Carranza e di Mutio Messina.[cxciii]

Il palazzo dell’aristocratico Dionisio Pipino e fratelli,[cxciv] figli ed eredi di Gio. Paulo e di Dianora Suriano,[cxcv] è situato in parrocchia del SS. Salvatore ai confini con quella di Santa Veneranda. Esso apre al pianoterra numerosi magazzini, alcuni dei quali danno nel cortile del palazzo,[cxcvi] altri si affacciano verso le case del sacerdote Onofrio Messina,[cxcvii] che confinano col magazzino di Isidoro Scarnera,[cxcviii] e le case di Gaetano Scaramuzza.[cxcix] Attaccata al palazzo e dentro il cortile, c’è la casa del beneficio della famiglia Pipino, mentre un quarto del palazzo è abitato da Giovanni Tramonte.

Crotone, la parte del centro storico compresa tra la cattedrale e le chiese di S. Giuseppe e dell’Immacolata (foto di Antonello Scerra).

In parrocchia di Santa Veneranda c’è il palazzo lasciato in legato dal chierico Oratio Catizzone[cc] alla confraternita della Concezione ed Anime del Purgatorio. Il palazzo confina con le case del parroco di Santa Veneranda Teofilo Varano,[cci] vicino alle case del canonico Giuseppe Favara.[ccii]

Sempre nella stessa parrocchia ci sono le case del canonico Francesco Ricciullo, case che furono di Antonio Boffa di Catanzaro, console francese nella città e mercante di grano,[cciii] che confinano con le case di Dionisio Simina,[cciv] poste accanto alla casa palaziata del tesorierato e a quella di Francesco Fanele.

Sulle case che furono di Maruzza Scavello, moglie di Carlo Scarnera,[ccv] e di Ippolita Basoino, Domenico De Laurentis, originario di Verzino e corrispondente dei mercanti di grano napoletani, costruisce il suo palazzo che confina con le case di Pasquale Macrì. Sia il palazzo, che le case di Macrì, sono presso le due casette, una attaccata all’altra, della cappella dell’Epifania,[ccvi] sempre nella stessa parrocchia.

Il palazzo di Valerio Antonio Montalcini[ccvii] sorge in parrocchia del SS. Salvatore, via mediante, il palazzo del sostituto guardiano del porto Domenico Capicchiano e, via mediante, il palazzo del feudatario di Apriglianello, il marchese Fabritio Lucifero. Il palazzo di quest’ultimo, costruito nel 1670[ccviii] dal padre Gioseppe, luogotenente del regio secreto e mastro portolano della provincia di Calabria Ultra, confina con le case che furono di Mutio de Vito.[ccix]

In parrocchia di Santa Veneranda c’è la casa poi palazzo di Annibale Berlingieri, attaccato da un lato, al palazzo di Nicola Gerace e per l’altre tre strade isolato. Esso sorge presso la “domuncula palatiata” dei coniugi Hieronimo de Carcea e Catharina Guerra,[ccx] la “domuncula” dei coniugi Didacus de Monte e Isabella Perez,[ccxi] e la casa che fu di Gaetano Venturi.[ccxii] Sempre “stritto mediante”, il palazzo confina con le casette del seminario, composte da un alto e basso, del napoletano Filippo Faranda, quelle nuovamente fabbricate del chierico Giuseppe Rizzuto, e con una casa dello stesso Berlingieri, fatta in parte demolire per far risaltare il suo palazzo.[ccxiii] Dalla parte del monastero di S. Chiara il palazzo dei Berlingieri confina, strada mediante, con la casa poi palazzo dei Rodrigues.[ccxiv] In parrocchia di S. Veneranda Diego de Bona compera la casa detta “la Torretta di madama Perna” e la ricostruisce.[ccxv]

Note

[i] ASCZ, Busta 229, anno 1651, f. 11; Busta 334, anno 1677, f. 4.

[ii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 17v.

[iii] ASCZ, Busta 664, anno 1733, f. 173.

[iv] “La porta di questa Regia Dohana di Cotrone frontespitio la porta maggiore di questa città”. ASCZ, Busta 663, anno 1729, f. 104v.

[v] C. Solino, carrozziero, protesta contro il diacono selvatico Honofrio di Sanda, perchè mentre “era vicino le botteghe delle forgie e propriamente seduto sopra un cantone della forgia di m.o Dionisio d’Oppido con la faccia voltata all’ospedale”, il de Sanda lo aveva bastonato. Cotrone 21.3.1734. AVC, documento s.c.

[vi] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 51.

[vii] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 92. ASCZ, Busta 612, anno 1715, f. 87v.

[viii] ASCZ, Busta 497, anno 1710, f. 123. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 69, 87.

[ix] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 14v, 26. Casa di A. Cavaretta, vedova di G. T. Tirioli, in par. S. Margarita “confine la lamia dove vi è l’orologio”. ASCZ, busta 611, anno 1714, f. 186.

[x] Proprietari di mulini sono Maria Suriano, Annibale Albano. AVC, Esito di spese per robbe a benef. del Ven. Mon. di S. Chiara dalli 9 8bre 1706, f. 7. Pietro Suriano possiede “un molino macinante con sua mula”. ASCZ, Busta 497, anno 1708, f. 50v.

[xi] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 70.

[xii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 72v.

[xiii] ASCZ, Busta 497, anno 1707, f. 24.

[xiv] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 70. ASCZ, Busta 611, anno 1710, f. 24.

[xv] AVC, Platea Mensa Vescovile 1780, f. 26.

[xvi] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 51.

[xvii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 127. ASCZ, Busta 229, anno 1657, f. 108.

[xviii] ASCZ, Busta 490, anno 1708, f. 51.

[xix] ASCZ, Busta 612, anno 1717, f. 52v.

[xx] La spetieria di Arrigo Salvatore “sta di rimpetto al portone della scala della chiesa vescovile in piazza”. ASCZ, Busta 336, anno 1692, f. 38.

[xxi] ASCZ, Busta 497, anno 1702, f. 25.

[xxii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 147. AVC, Platea S. Chiara 1702-1704, f. 6.

[xxiii] La casa di Antonio Sicilia confina con la casa di Crispino Manco e la chiesa dell’Anime del Purgatorio. ASCZ, Busta 663, anno 1729, f. 110.

[xxiv] Nel 1727 il vescovo Costa, essendo la chiesa parrocchiale in un luogo umido e malsano, ne trasferisce la cura in quella vicina del Purgatorio. ASV, Rel. Lim. Crotonen.,1727.

[xxv] La casa era stata di Gio. Batt.a e poi di Honofrio Oppido. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 130. AVC, Platea S. Chiara 1702-1704, f. 12. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 30.

[xxvi] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 13, 75.

[xxvii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, ff. 111v, 127v. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 13, 26.

[xxviii] Pervenuta all’Avarelli per vendita fatta da D. Berardi, erede della sorella uterina B. Berlingeri. ASCZ, Busta 497, anno 1708, f. 44.

[xxix] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 71-72.

[xxx] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 31, 88, 91, 98.

[xxxi] Prima era stata la spezieria di Pizzuto. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 138. ASCZ, Busta 336, anno 1690, f. 44.

[xxxii] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 49, 72.

[xxxiii] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 54, 62.

[xxxiv] “Casa palatiata in par. S. Margarita iuxta le case del clerico Giuseppe Gerace e il monastero di S.ta Chiara stritto mediante nel loco detto S. Giorgio”. ASCZ, Busta 334, anno 1675, ff. 26-30. La chiesa parrocchiale di S. Giorgio fu soppressa al tempo del vescovo Lopez alla fine del Cinquecento.

[xxxv] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 151. “Casa fu di Nicola Gerace oggi di Domenico Miriella innanzi al monastreo di S. Chiara”. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 84.

[xxxvi] Il beneficio della Trinità possiede “una casa innanzi il parlatorio di S. Chiara conf. le case furono di Diego Morea oggi dell’eredi di Gio. Pietro Puglise”. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 120v. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 88.

[xxxvii] Il palazzo posto in parrocchia di S. Margarita era stato donato al Trimboli da Giuseppe Gerace. ASCZ, Busta 497, anno 1706, ff. 16-17.

[xxxviii] La casa di Cesare e poi di Giovanni Bertuccia, vicino a S. Chiara, fu di Maddalena Rocca, confina con la casa di Silvestro e poi di Francesco Roccioletto. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta.

[xxxix] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 107v. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 103.

[xl] ASCZ, Busta 334, anno 1672, f. 33. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 132. ASCZ, Busta 497, 27.8.1711. Il palazzo di Francesco Gallucci “in par. S. Margarita, isolato per tutte le quattro strade”. ASCZ, Busta 664, anno 1733, ff. 54v-55.

[xli] AD DIVO JOSEPHO 1719 / CURA HONUPHRII DE SANDA TEMPLUM PIORUM AELEMOSINIS ERECT.

[xlii] La chiesa era stata costruita dai mastri d’ascia Onofrio di Sanda, Gio. Batt.a Villaroya, Mattia Asturi, Sebastiano Foggia, Gio. Batt.a di Sanda, Tomaso Franco, Antonio Russo, Domenico Strina, Sabatello Macrì e Nicodemo Puglise, con il concorso di altre persone devote. ASCZ, Busta 660, anno 1719, ff. 101-102.

[xliii] HEC ICO PONITUR ANNO 1719/ ET PRIMO FUNDATS PROPRIE ECCLIES S./JOSEF PROCURATORE HONUPHRIO DE SANDA.

[xliv] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 30.

[xlv] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, ff. 129v, 130.

[xlvi] AVC, Platea Capitolo, 1691-1692, Cart, 121, f. 11v.

[xlvii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 132v. ASCZ, Busta 333, anno 1674, f. 60; Busta 497, 21.4.1712.

[xlviii] Palazzo di G. A. Soda in par. S. Veneranda” conf. le case degli Schipano e le case di F. di Perri”. ASCZ, Busta 612, anno 1716, f. 70. Le case di G. A. Soda erano state di Salvatore Arrighi. ASCZ, Busta 614, anno 1725, f. 59; Busta 659, anno 1714, f. 64.

[xlix] ASCZ, Busta 614, anno 1725, f. 59.

[l] ASCZ, Busta 108, anno 1613, f. 92.

[li] Le due casette in par. S. Veneranda furono vendute nel 1724 a Gio. Rizzuto, figlio ed erede di Domenico, per 100 ducati. AVC, Cart. 111, Cotrone 26.1.1724.

[lii] ASCZ, Busta 611, anno 1711, f. 37.

[liii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 117v.

“Case di Antonio Grasso furono di Susanna Rosa, di Michel Gio. Rosa e quindi di Ciccia Capicchiano in par. S. Veneranda al largo o piano del castello”. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 62.

[liv] G. Riccio possedeva una casa in par. S. Veneranda dirimpetto al regio castello comprata dal padre Francesco nel 1696 da A. Tesoriero. ASCZ, Busta 611, anno 1714, f. 186.

[lv] Vittoria Berlingieri aveva portato in dote a Cristofaro Pallone una continenza di case palaziate, poste in par. di S. Salvatore, “confinanti la casa di Gio. Francesco Messina e facci fronte la porta del regio castello”, che furono vendute nel 1671 al tenente del castello Joanne Duarte de Madrid. Le case passarono in eredità ai fratelli Francesco e Pietro, e quindi rimasero al tesoriere Francesco Duarte. ASCZ, Busta 253, anno 1671, ff. 18-19. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 162. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 49, 76, 96.

[lvi] Gioseppe Francesco Messina, mastro fabricatore, aveva comprato la casa da Gio. Batt.a Palmieri. Questa passò in eredità a Giacinto Messina e quindi, ai suoi figli Lonardo e Gio. Pietro. La casa oltre che con quella dei Duarte, confinava con quella di Laura Antonia Fernandes, e dei figli Aurelio e Mattia Asturi. ASCZ, Busta 253, anno 1671, ff. 18-19. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, ff. 110v, 121v, 162. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 49, 71, Il palazzo dei Messina confinava col palazzo di Francesco, poi di Giovanni Duarte, vicino al largo del castello. Esso era composto da cinque camere superiori, cortile, scala di pietra, cisterna e bassamenti per grani. ASCZ, Busta 1063, anno 1743, ff. 43-46.

[lvii] La casa dell’Immacolata Concezione della famiglia Suriano, oltre che con quella dei Duarte, confinava con quella del canonicato di S. Paolo, sita nel luogo detto “la chianca”. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 52, 76.

[lviii] La confraternita della SS. Annunciazione possedeva due case “innanzi il castello”, una confinante la casa di Domenico Sculeri e una le case di Duarte. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 95,96.

[lix] F. Jannice, vedova di G. D. Torchia, possiede una metà di casa comune ed indivisa con un’altra metà di I. Benincasa, moglie di D. Scoleri, in par. di S. Salvatore, dirimpetto al regio castello, conf. le case della SS.ma Annunziata e le case di L. Scoleri. ASCZ, Busta 612, anno 1718, f. 47.

[lx] Hieronimo de Nola possedeva una casa palaziata in par. di S. Salvatore “iuxta le case di Isabella Mangione, moglie di Scipione Berlingerio da una parte e le case terranee di Jo. Batt.a de Nola Molise dall’altra”. Le case di Gio. Batt.a di Nola, confratello della confraternita del Rosario, passarono al monastero di S. Chiara per dote spirituale di Lucretia de Nola. ASCZ, Busta 117, anno 1622, f. 31; Busta 119, anno 1641, f. 24; Busta 119, anno 1643, ff. 69-70. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, ff. 127v, 137v.

[lxi] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 52.

[lxii] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 60.

[lxiii] La chiesa è isolata da tutti i lati: “confina a mezzogiorno ove tiene la porta maggiore alla strada dirimpetto la casa di Giuseppe Gerace, a oriente, ove tiene altra porta, strada dirimpetto il palazzo di Farina, a occidente via convicinale e a tramontana via pubblica”. AVC, Spogli degli apprezzi de’ fondi di luoghi pii di Cotrone, 1790.

[lxiv] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 138. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 49; La casa del Bonelli fu comprata nel 1716 dal Cirrelli. ASCZ, Busta 613, anno 1720, f. 145.

[lxv] G. Duarte vende a suor A. Garetta un mulino macinante posto sotto la casa del parroco C. Bonelli. ASCZ, Busta 612, anno 1716, f. 91.

[lxvi] C. Bonelli dona alla “monaca vezoca” A. Garetta una casa palaziata confinante, strada mediante, un suo palazzo venduto a G. Duarte in par. di S. Salvatore. ASCZ, Busta 659, anno 1714, f. 65.

[lxvii] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 60.

[lxviii] Prima del Catalano le case erano possedute dalla qm.Lucretia Venturi e da Giuseppe Gulli. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, ff. 92, 116. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 129.

[lxix] La casa in precedenza era stata del canonico Fabio Iunta e poi di Lucretia Guerra e Gregorio Puglise. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 49. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 132.

[lxx] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 17, 31, 82. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 156v. Il palazzo dei Presterà, in par. di S. Salvatore, confinava con le case dell’arciprete Antonio Puglise e quelle delle qm. Mezà. ASCZ, Busta 611, anno 1714, f. 2; Busta 661, anno 1721, ff. 24-25.

[lxxi] Casa di Giuliano Rizon de la Cerda, poi di Geronimo Sillano, oggi di Cesare e Gregorio Presterà di Gio. Pietro. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 145. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 52. Nelle vicinanze il beneficio di S. Antonio aveva alcune case “iuxta palatium Ottavii Syllani, in presenti vero Jois Petri Presterà” che, a causa di negligenza e per la loro vecchiaia, rovinarono ed al presente c’è il suolo. AVC, Acta, cit., f. 35.

[lxxii] Figlio di Cesare e di Gesimunda Susanna di Cirò, vende nel 1687 a Didaco Zito di Tarsia, feudatario di Cirò, il feudo rustico di Puzzello con torre antichissima. ASCZ, Busta 333, anno 1687, ff. 24-30.

[lxxiii] Casa del qm. Gio. Batt.a Palmieri conf. la casa di Gio. Pietro Presterà, oggi venduta a Giuseppe Messina e posseduta dagli eredi. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 110v.

[lxxiv] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 104.

[lxxv] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 94.

[lxxvi] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 72v.

[lxxvii] Davanti la chiesa di S. Francesco d’Assisi c’è la regia monitione di guerra della città. ASCZ, Busta 664, anno 1734, f. 76v. AVC, Cart. 97, Platea Mensa Vescovile 1710, f. 28.

[lxxviii] Nel 1711 la fiera di Gesù Maria, che si teneva presso il convento omonimo, viene trasferita dentro città: “fera di Giesù Maria al presente nella chiesa di S. Francesco d’Assisi”. ASCZ, Busta 611, anno 1713, f. 50; Busta 611, anno 1711, ff. 37-38.

[lxxix] ASV, Rel.Lim. Crotonen., 1722.

[lxxx] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 86v.

[lxxxi] Tale attività cessò nella seconda metà del Settecento. AVC, Stato attuale delle fabbriche de monisteri, conventi e luoghi pii della città di Cotrone, che si consegnano al Regio amministratore D. Giacomo D. Aragona li due giugno 1790, f. 27v.

[lxxxii] ASCZ, Busta 497, anno 1702, ff. 49, 51. Passata di proprietà agli Arrighi, venne costruito il “palazzo nuovo” “con più e diverse camere portone di cantoni, scala di cantoni, loggetta, pozzo, tre magazenelli uno con la porta di dentro detto cortiglio e l’altri due colla porta di fuori alla strada”, che nel 1728 è venduto da G. Arrrighi a L. Tronce. ASCZ, Busta 662, anno 1728, f. 73.

[lxxxiii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, ff. 91v, 141.

[lxxxiv] ASCZ, Busta 334, anno 1679, ff. 43-44.

[lxxxv] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 76.

[lxxxvi] La casa di A. Lombardo, consistente in due camere, due bassi con pozzo e scala di pietra, in par. di S. Maria P. è messa all’asta per debiti e comprata per duc.285 da S. di Vennera. ASCZ, Busta 659, anno 1715, f. 50.

[lxxxvii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, ff. 50v, 87v. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 49.

[lxxxviii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, ff. 97v, 91v; 140. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 54, 129. P. Giaquinta possiede una casa palatiata in par. di S. Maria P., confine le case di Pelio Petrolillo e quelle di Carlo Sillani. La casa era stata di Isabella Berlingieri. ASCZ, Busta 497, anno 1701, f. 11; Busta 611, anno 1714, f. 129.

[lxxxix] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 116.

[xc] ASCZ, Busta 497, 16.4.1711; Busta 613, anno 1721, f. 27.

[xci] Erano di Giacomo Martino. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 118. ASCZ, Busta 336, anno 1692, f. 151. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 62.

[xcii] Geronimo Sillano compra da Gio. Batt.a Pagano, un casaleno confine la casa che fu di Giacomo Martino e quella di Pietro Giovanni Macrì. ASCZ, Busta 336, anno 1690, f. 46.

[xciii] AVC, Atti del beneficio di S. Maria degli Angeli, 1702. ASCZ, Busta 253, anno 1674, f. 33.

[xciv] Gio. Giacomo Syllano possiede “due camare e suoi bassi e alti l’una fabricata da esso stesso quale è propria da dove s’entra fronte spitio le case del qm. Gioseppe Suriano che si va al largo di S. Angelo con suo basso che si serra per cortiglio con la sua scala di pietra, e l’altra camara contigua con il cellaro di sotto e con suo vignano lungo discoperto, et un casalino similmente discoperto contiguo di camara nova et contigua un’altra camara d’esso Syllano dentro il quale vi è il puzzo pergola et pila et un casaleno diruto iuxta le case furno delli qm. Gio. et Gio. Paulo Fiascone in S. Maria Prot.” ASCZ, Busta 253, anno 1667, f. 16. Il palazzo del qm. Jois Batt.a Pagano posto in parrocchia di S. Maria, presso il palazzo di Antonio del Castillo, diventa proprietà di Marco Antonio Casanova. ASCZ, Busta 497, anno 1702, f. 40v.

[xcv] La casa di Aurelia La Nocita confine le case di Caterina Macrì, era stata di Antonino Valente. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 111v. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 69.

[xcvi] La casa di Antonino Valente conf. la casa di Pietro Giovanni Macrì e la casa detta di Romano. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, ff. 111v, 151v. La casa di Domenico Valente confina la casa del qm. Antonio Limari. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 54.

[xcvii] Bernardo Venturi aveva comprato dai di Taranto delle case dirute e le aveva rifabbricate. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, ff. 72, 113v, 141. Egli aveva ereditato il casaleno comprato da Horatio Venturi, da Francesco Longobucchi, posto in parrocchia di S. Maria “facci fronte alle mura”, e confinante con il casaleno diruto che fu di Donato di Taranto. ASCZ, Busta 253, anno 1671, f. 107. La casa palaziata del Venturi confinava con le case di Leonardo Giaquinta e di Antonia Rinaldi. ASCZ, Busta 497, anno 1705, f. 25. Morto Bernardo Venturi gli eredi vendono ad I. Giaquinta due camere della casa, una con l’uscita avanti le mura e l’altra, con l’uscita avanti il portone delle case del qm. B. Arrighi. ASCZ, Busta 659, anno 1717, f. 189.

[xcviii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 118.

[xcix] La casa dotale di Teresa Massari fu della sorella Gerolima in par. di S. Maria, confine le case di Bernardo Venturi. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 31, 62.

[c] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 102v. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 76.

[ci] Era stata di Francischella La Portella. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 162. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 80, 96.

[cii] Era stata di Francischella Cirrello. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 164. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 94.

[ciii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 132.

[civ] Gio. Duarte e Anna Lucifero acquistarono la casa di Diego Papallo, misuratore e palliatore di grano. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 164. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 17. ASCZ, Busta 337, anno 1693, f. 52.

[cv] ASCZ, Busta 659, anno 1713, f. 8v.

[cvi] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 77. ASCZ, Busta 497, 28.2.1711.

[cvii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 153v. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 82.

[cviii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 102.

[cix] ASCZ, Busta 334, anno 1679, f. 310.

[cx] ASCZ, Busta 336, anno 1689, f. 60.

[cxi] ASCZ, Busta 660, anno 1720, ff. 96-97.

[cxii] Antonio del Castillo, figlio ed erede della qm. Vittoria Lucifero, figlia ed erede del qm. Mutio Lucifero, possedeva tra l’altro, il giardino “la Potighella”. ASCZ, Busta 338, anno 1698, f. 94; Busta 336, anno 1692, f. 136.

[cxiii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, ff. 71v, 132.

[cxiv] Il palazzo di Anna Suriano, figlia di Annibale, confinava con la casa del beneficio della famiglia Risitano, che era stata data a censo perpetuo al canonico mercante Domenico Suriano di Domenico. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 69. Anna figlia del qm. Annibale, portò in dote nel 1719 a Berardino Suriano di Antonio, il palazzo dove abitava nel luogo detto “li rivellini”, ed un altro palazzo all’incontro del primo palazzo, che il padre aveva acquistato da Girolamo Syllani. ASCZ, Busta 731, anno 1719, f. 1. Mastro Pietro Giacomo Cimino possiede una “casa palatiata con più e diversi membri seu camere alte, soprane, e bassamenti con magazzino e puzzo sorgente”, in par. di S. Maria Prot., confine le case dette di Sillano “hoggi della signora Anna Suriano, le case del parroco Ant.no Asturello, le case di Vittoria Cimino e stricto med.e le case del D. Ant.o del Castillo”. ASCZ, Busta 614, anno 1724, f. 109.

[cxv] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, ff. 71, 133. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 37. La casa dei Sillani era composta in cinque membri e tre appartamenti, cioè superiore, mezzano e basso, cortile, scala di pietra e pozzo ed un casaleno dentro detto cortile. ASCZ, Busta 497, anno 1711, f. 1.

[cxvi] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 69, 82, 98.

[cxvii] La casa di Elisabetta Garofalo confinava con la casa che fu di Camilla Modio oggi degli eredi, e con le case della qm. Ippolita Suriano. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 101v. AVC, Platea Capitolo, 1691, f. 8.

[cxviii] Il palazzo apparteneva a Francesco e poi a Jo. Batt.a Pagano, poi passò al Benincasa come erede di Domenico de Labrutis. ASCZ, Busta 497, anno 1706, f. 8.

[cxix] ASCZ, Busta 229, anno 1651, f. 107v. Luccia Lucifero, vedova di A. Beltrano come erede del qm. arcidiacono Vezza, possiede una casa palaziata in par. di S. Maria, vicino le mura nel luogo detto “le grotte dell’archidiacono Vezza”. ASCZ, Busta 310, anno 1664, ff. 29-30. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 118. ASCZ, Busta 229, anno 1657, f. 38. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 62.

[cxx] ASCZ, Busta 497, anno 1704, f. 41.

[cxxi] La casa palaziata della Scavello confinava d’una parte, con le case di Dom. D’Amico, stricto mediante, e le case dotali di Giulio Macrì stricto mediante. ASCZ, Busta 611, anno 1710, f. 25.

[cxxii] La casa di A. d’Amico in par. di S. Maria, confinava con Antonio Quercia, Cecilia d’Allegro e le case dette la Torretta. ASCZ, Busta 611, anno 1714, f. 205. Beatrice Gerace possiede “una casa consistente in basso, mezzano et alto, con scala di cantoni, vignanello di fabrica, pozzo e pila confine le case furono del qm. Antonio Quercia, oggi di Giuseppe Coccari e la casa detta la Torretta di detta Beatrice”. ASCZ, Busta 663, anno 1731, f. 246. Andrea Quercia, erede di Antonio, vende a Giuseppe Coccari una casa palaziata nel largo delli rivellini in par. S. Maria Prot., attaccata alle case di Laura Tronce e di Beatrice D’Allegro, “dalla parte di detti Rivellini con cortile di cantoni e scala di cantoni e dalla parte di dentro Cotrone con scala di pietra attaccata alla casa della signora Calabrese et alla camera grande che fu del qm. Fabritio d’Oppido”. ASCZ, Busta 663, anno 1731, ff. 92-94.

[cxxiii] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 71, 75.

[cxxiv] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 142v. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 53, Il monastero di S. Francesco di Paola possedeva una casa in par. di S. Maria “loco Cutetto”, confinante con la casa di Antonio Suriano. ASCZ, Busta 334, anno 1679, f. 20.

[cxxv] Aloisio Barricellis cede al fratello Mirtillo “le portioni che tiene sopra due palazzi, uno confina il palazzo di Gio. Batt.a Barricellis e l’altro il palazzo di Domenico Barricellis”. ASCZ, Busta 497, anno 1705, ff. 44-45.

[cxxvi] La casa era stata di Gio. Pietro Gentile, poi di Pelio Oppido e quindi dei Petrolillo. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 154. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 116.

[cxxvii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 148v. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 79,126. ASCZ, Busta 334, anno 1679, f. 20.

[cxxviii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 117v. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 62. Pietro Suriano era sposato con Maria del Castillo. ASCZ, Busta 336, anno 1692, f. 138; Busta 497, anno 1708, f. 50v.

[cxxix] F. Lucifero possiede una grande casa in “strata nuncupata della judeca parum distante ab eccl.a mayore”. ASCZ, Busta ANC.336, anno 1690, f. 99. D. Suriano comprò da G. Mangione delle case in par. di S. Maria, nel “loco detto la judeca”. ASCZ, Busta 312, anno 1666, f. 148v. L. Lucifero ha una casa “in loco dicto la judeca in par. S. Petro”. ASCZ, Busta 49, anno 1610, f. 104. F. Lucifero ha delle case in par. di S. Maria Prot., conf. le case degli eredi del qm. Syllano e del qm. Indurcato, “simul domibus positis loco dicto la judeca”. ASCZ, Busta 49, anno 1610, f. 42.

[cxxx] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 72v. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 117.

[cxxxi] AVC, Platea Mensa Vescovile 1711, f. 5.

[cxxxii] G. Montalcini fa riparare il magazzino vicino alla chiesa cattedrale e attaccato al suo palazzo, dove abitano di quartiere le truppe tedesche. ASCZ, Busta 661, anno 1722, f. 193. Il palazzo di G. Montalcini è situato dirimpetto al seminario e vicino alla cattedrale. ASCZ, Busta 1063, anno 1744, ff. 27-29. Il palazzo dei Montalcini era stato del qm. Antonio Pelusio. ASCZ, Busta 664, anno 1733, f. 2. Vicino al vescovato ci sono tre botteghe del convento di S. Maria del Soccorso dell’Osservanza, “una sta dietro il vescovado e due dall’altra parte del medemo vicino la cantonera”. ASCZ, Busta 497, anno 1710, f. 59.

[cxxxiii] Il seminario era stato ricostruito dal vescovo Rama. ASV, Rel. lim. Crotonen., 1706.

[cxxxiv] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 17.

[cxxxv] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 130. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 30.

[cxxxvi] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 152v.

[cxxxvii] Morto Decio Suriano, nel 1719 eredita la figlia Violante, che porta in dote il palazzo a Cesare Berlingieri. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 37, 96. ASCZ, Busta 612, anno 1719, ff. 50-51.

[cxxxviii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 150. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 80. ASCZ, Busta 497, anno 1710, f. 21.

[cxxxix] ASCZ, Busta 335, anno 1688, f. 5.

[cxl] Il palazzo di Violante Suriano, in par. di S. Pietro, confinava con quello di Mirtillo Barricellis, le case degli eredi di Bernardo Venturi e quelle di Dianora ed Elisabetta Cavarretta. ASCZ, Busta 612, anno 1719, ff. 50-51.

[cxli] La casa del qm. Matteo e Giuseppe Perretta, “hoggi del sacerdote Ant.o Fuda e Diego Varano vicino la porta grande della parrocchia dei SS. Pietro e Paolo”. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 91v. La “casa dell’heredi di Ant.o Fuda e Tomaso Varano all’incontro la chiesa di S. Pietro e Paolo”. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 129.

[cxlii] La casa di Francesca Aprigliano oggi di Diego Varano alias Parisi. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 133v. ASCZ, Busta 336, anno 1690, f. 66.

[cxliii] Il palazzo passò da Antonio Motta Villegas alla sorella Lucia, e da questa alla figlia Isabella Duarte, sposata con Gio. Dom.co Palmieri, e quindi a Caterina Palmieri. ASCZ, Busta 497, anno 1710, f. 104. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 133v. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 37. ASCZ, Busta 253, anno 1663, f. 15v.

[cxliv] Il palazzo di Caterina Palmieri passò nel 1729 ai Di Antico, beni e rendite incorporate al seminario nel 1769. AVC, documento s.c.

[cxlv] ASCZ, Busta 611, anno 1710, f. 71.

[cxlvi] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 112v.

[cxlvii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, ff. 138, 146v. La case di Giuseppe Galasso “hoggi patrimoniali di Antonio Galasso” in par. di S. Pietro, AVC, Acta, cit. f. 72. Dietro la cattedrale. ASCZ, Busta 611, anno 1714, f. 177v. Il palazzo di Dionisio Galasso attaccato alla cattedrale. ASCZ, Busta 1063, anno 1750, f. 24.

[cxlviii] Cristofaro Pallone, feudatario di Valle Pirrotta, sposato con Vittoria Berlingieri, ed il figlio Francesco, abitano in par. dei SS. Pietro e Paolo, in una casa attaccata alla cattedrale e dall’altra, con le case del canonico Carlo Presterà. ASCZ, Busta 496, anno 1701, f. 31. Le case di Francesco Pallone confinanti con la cattedrale. ASCZ, Busta 611, anno 1711, f. 17.

[cxlix] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 26.

[cl] ASCZ, Busta 496, anno 1704, f. 9. Diego Barricellis era figlio di Francesco Antonio, ufficiale della regia scrivania di ratione della città di Crotone, castello e presidio (ASCZ, Busta 229, anno 1655, f. 94) e feudatario di Monte Spinello.

[cli] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 55.

[clii] ASCZ, Busta 336, anno 1689, f. 60; Busta 612, anno 1719, f. 65v. Il palazzo passò alle figlie Anna e Francesca Barricellis, e confinava con quello di Mirtillo Barricellis. ASCZ, Busta 660, anno 1720, f. 96v.

[cliii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, ff. 72, 110.

[cliv] ASCZ, Busta 253, anno 1670, f. 87.

[clv] La casa palaziata di G. Massari confinava muro mediante, da un lato con la casa dei Venturi e dall’altro, con il palazzo fu del qm. Scipione Suriano, ora di Domenico Rodrigues. ASCZ, Busta 613, anno 1721, f. 165.

[clvi] Il palazzo è venduto da Cinzia Maria de Bona, vedova di Didaco Suriano Ralles, a Teodora Suriano, figlia di Isabella Suriano, e moglie del castellano Almirante Domenico Rodrigues. ASCZ, Busta 337, anno 1697, f. 6.

[clvii] ASCZ, Busta 497, anno 1702, f. 42v.

[clviii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta f. 71. AVC, Platea Mensa Vescovile 1780, f. 28 e 1806, f. 30.

[clix] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta f. 72. La casa passò poi a Giuseppe Cristella. AVC, Platea Mensa vescovile 1780, f. 31.

[clx] Il palazzo era stato venduto al Ramirez da Sigismonda Pipino, moglie di Mirtillo Barricellis e figlia del qm. Fabio, per 1400 ducati. ASCZ, Busta 635, anno 1710, f. 68; Busta 635, 13.10.1713; Busta 659, anno 1714, ff. 97-99.

[clxi] A. Aragona compra per duc.150 due magazzini in par. del SS. Salvatore, sotto il suo palazzo, da L. Pipino, rettore del beneficio dell’Assunta. ASCZ, Busta 659, anno 1716, f. 88/1. Antonia Aragona sposa Dionisio Pipino e gli porta in dote il territorio “la Mortilla” e un palazzo. Dionisio Pipino vende il territorio e compra un altro palazzo attaccato al suo primo palazzo, in par. del SS. Salvatore luogo detto “l’incutata”. Il palazzo è composto da “uno cortile con suo portone di cantoni, uno magazzeno a man destra nell’entrata contiguo al quale vi è la gisterna et appresso una stalla a man sinistra un’altro magazeno, et il basso unito, una scala di pietra con vignano, una sala, due camere a man destra et altre due a man sinistra nell’entrata a d.a sala et sopra quella et le dette due camere a man dritta altri due membri superiori dalla parte di fuori un magazeno con l’arco di cantoni in mezo che sta sotto le due camere di man sinistra nell’entrata della sala con l’uscita alla strada publica dirimpetto al palazzo dei SS.ri Albani (ASCZ, Busta 659, anno 1716, ff. 88/1-4), e viene poi venduto a Dionisio e Cristofolo Giaquinta per duc.750.

[clxii] Le case erano state di Gio. Fran.co Piluso e Berenice Albani, e poi di Alessandro Albani. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta ff. 37, 150. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 133.

[clxiii] Francesco Trunce possiede una casa con casaleno in par. di S. Pietro conf. le case di Titta Mezacroce ed il muro di Luccio Piterà, che dà in dote alla figlia Joannella, che sposa Nicola Curcio di Papanice, vedova di Paolo Mele. ASCZ, Busta 229, anno 1655, f. 85.

[clxiv] ASCZ, Busta 253, anno 1670, f. 16.

[clxv] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta.

[clxvi] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720.

[clxvii] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 75. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta f. 105v.

[clxviii] Case che furono del chierico Domenico de Labrutis oggi di Marc’Antonio Benincasa, sacerdote di Mesoraca, rettore della chiesa di S. Leonardo e S. Maria del Mare. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 16, 52, 104. Pervenuta in eredità a G. Schifano, che ne vende due casaleni a F. Lucifero, attaccati alla sua casa e quella del Lucifero e confinante, strada mediante, il palazzo del marchese e quello dei Montalcini. ASCZ, Busta 663, anno 1731, ff. 46-47.

[clxix] ASCZ, Busta 497, anno 1701, ff. 77-79. La chiesa di S. Naina possedeva nel 1597 un censo perpetuo annuo di 5 carlini sul vignale Maccuditi. Venuta meno la chiesa il censo passò alla chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo. ASCZ, Busta 611, anno 1713, ff. 77-78. La vecchia parrocchiale di “S. Nayina”, o “Nargina” – “Narghina”, fu soppressa alla fine del Cinquecento dal vescovo Lopez.

[clxx] La casa degli eredi del qm. Gio. Paulo Labruto seniore, oggi di Domenico de Labrutis, conf. le case del qm. Squillace, oggi di Tomaso Sculco. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta f. 135v. ASCZ, Busta 496, anno 1702, ff. 56-59.

[clxxi] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta ff. 71, 158; AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 83.

[clxxii] La casa dotale di Antonio Suriano, in par. dei SS. Pietro e Paolo, fu della “famiglia Barraca qm. Felice iuxta la casa della famiglia Aragona Hyacinto via mediante e di Tomaso Sculco olim qm. Joseph Squillace via mediante”. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta f. 49v. Il palazzo di Antonio Suriano, sposato con Antonia Barraco, in par. dei SS. Pietro e Paolo, confina il palazzo di Giacinto Aragona, quello di Tomaso Sculco e quello dell’eredi del qm. Pietro Soriano. ASCZ, Busta 611, anno 1712, f. 72.

[clxxiii] Case furono di Giulia Piterà poi di Gio. Batt.a o Titta Ajerbis d’Aragona, oggi del figlio Giacinto Aragona. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta f. 149v.

[clxxiv] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 82.

[clxxv] Gio. Batt.a Ayerbis de Aragona possiede “una continenza di case consistenti in più e diversi membri inferiori e superiori et cortiglio coperto et casaleno con la loggetta sito in par. S. Petro confine li muri di questa città”. ASCZ, Busta 108, anno 1647, f. 81.

[clxxvi] La casa dei Riccio “isolata con più e diversi membri inferiori e superiori”, in par. di S. Pietro, confinava via p.ca mediante, il palazzo di Giacinto Aragona, di Tomaso Sculco e dell’heredi di Pietro Suriano “et affacciante nelle mura delle fontanelle”. ASCZ, Busta 612, anno 1715, f. 191.

[clxxvii] ASCZ, Busta 611, anno 1712, f. 11. G. Ayerbis d’Aragona costruisce un camerino attaccato alle sue case e a quelle di Capocchiano dalla parte delle mura. ASCZ, Busta 612, anno 1719, f. 93.

[clxxviii] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 126.

[clxxix] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta f. 87v. Cesare Bertuccia compera da Josepho Mandello una casa terranea in par. del SS. Salvatore, conf. quella di Josepho Thesoriero. La casa era appartenuta ai Fernandes. ASCZ, Busta 253, anno 1668, f. 91. Francesco Lucifero, figlio del marchese Fabrizio, compera da Maria Sacco due casette in par. dei SS. Pietro e Paolo, “confine le case che furono dei q.m Labrutis, hoggi del rev. Marc’Antonio Benincasa, vicino le case di Francesco Torromino olim Castelliti stricto mediante e vicino le case del m.co Domenico Capocchiano via p.ca mediante”. ASCZ, Busta 497, anno 1705, ff. 50-52.

[clxxx] Le case portate in dote da Lucretia Berlingieri erano state in precedenza del capitano Mendicino. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta ff. 57v, 145.

[clxxxi] Felice Suriano possiede un palazzo in par. di S. Margarita, conf. la casa dell’eredi di Pietro Abate ed il vescovato e “facci fronte” un altro palazzo fu del qm. Anibale Berlingieri che al presente sta fabricando Alessandro Albano. ASCZ, Busta 153, anno 1672, f. 30. Busta 253, anno 1670, f. 87.

[clxxxii] La casa di Quinto Caparra hoggi dell’Albani incorporata al palazzo dell’heredi della qm. Lucretia Berlingieri moglie di Alessandro Albani in par. di S. Margarita. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta f. 88v. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 91.

[clxxxiii] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 82. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta f. 153. ASCZ, Busta 336, anno 1689, f. 34.

[clxxxiv] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta f. 57v. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 52.

[clxxxv] Case di Vittoria Ralles in par. dei SS. Pietro e Paolo, “furno di Scipione Suriano hoggi di Mutio Manfredi”. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta f. 137v. Marco Manfreda possiede un palazzo ereditario con l’uscita avanti la porta piccola della chiesa cattedrale. ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955. Il palazzo di Muzio Manfredi, poi dei figli (Filippo, Carlo e Marco), vicino alla cattedrale, confinava “stricto mediante”, col palazzo de Sig.ri Albani. ASCZ, Busta 1063, anno 1750, f. 24.

[clxxxvi] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta f. 31. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 130v.

[clxxxvii] ASCZ, Busta 496, anno 1704, f. 12.

[clxxxviii] ASCZ, Busta 497, anno 1703, ff. 59-60.

[clxxxix] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta f. 91v.

[cxc] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 99.

[cxci] Le case del qm. Leonardo Basoino, poi di Maria Evia Leon e Antonio Carpentiere e, quindi, comprate dall’eredi di Caivano da Paolino Manfreda. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 27, 130. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta f. 91v. Gio. Batt.a Caivano compera un palazzo vicino “consistente in una sala grande e quattro camere ed altrettanti membri inferiori, cortiglio, scala di pietra, cisterna e due casaleni, sito e posto in loco anticamente detto il quartiere nella par. S. Margarita confine il palazzo di detto Caivano, case di Giuseppe di Falco, case di Ciriaco Tesoriero”. Il palazzo era stato della qm. Maria d’Evia e passato in eredità alla qm. Veronica Longobucco, e da questa venduto a Giuseppe Caruso di Catanzaro che l’aveva rivenduta al Caivano. ASCZ, Busta 497, anno 1703, ff. 59-60.

[cxcii] I fratelli Dionisio e Lorenzo Pipino possiedono “un palazzo consistente in piu’ e diversi membri superiori ed inferiori con cortile e scala dove al presente habitano; un altro palazzo attaccato al p.tto consistente parimenti in più membri superiori e inferiori con cortile e scala al presente locato da più anni a Gio. Dom.co Tramonte ed altri; ed un’altra continenza di case attaccate dall’altra parte al d.o primo palazzo sopra il cortile del med.mo quali al presente si locano a Giacinto Campoliti”. ASCZ, Busta 497, anno 1702, f. 39.

[cxciii] La casa passò poi ad Ignatio Carranza. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 78.

[cxciv] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 72.

[cxcv] L’aristocratico Gio. Paulo Pipino ricoprì molte cariche. Fu sindaco dei nobili e mastro giurato. Nel 1668 sposò Dianora Suriano. ASCZ, Busta 335, anno 1680, f. 15; Busta 333, anno 1674, f. 59.

[cxcvi] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta f. 106. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 72.

[cxcvii] Le “case del mastro fabricatore Gioseppe Messina hoggi patrimoniali del sacerdote Onofrio Messina”. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta f. 147. ASCZ, Busta 335, anno 1682, f. 39.

[cxcviii] Isidoro Scarnera, agente del duca di S. Severina, era figlio di Nicolò Francesco, confratello della confraternita del Rosario e sindaco del popolo. Come il padre ricoprì numerosi incarichi pubblici. Fu sostituto guardiano del ponte della città ed eletto del popolo. ASCZ, Busta 335, anno 1684, f. 46; Busta 335, anno 1683, f. 45; Busta 334, anno 1679, f. 24. La casa di Gio. Franc.o di Franco poi di Gio. Fran.co Scarnera oggi di Isidoro in par. di S. Veneranda. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta f. 147.

[cxcix] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta f. 161v.

[cc] Figlio di Scipione e di Hippolita Barricellis, sposato con Vittoria Suriano. ASCZ, Busta 334, anno 1679, f. 256. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta f. 125.

[cci] La casa di Lucrezia Iuzzolino poi del sacerdote Gio. Varano, quindi del parroco Teofilo Varano. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta ff. 100, 101v. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 17, 70, 98.

[ccii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta f. 100v.

[cciii] Le case erano state prima parte del qm. Gio. Batt.a Suriano Ralles e parte dell’arciprete Syllano, e portate da Francesca Suriano in dote a Bernardo Mirante di Sellia, che le aveva vendute al Boffa. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta ff. 88v, 143.

[cciv] Erano state di Gio. Vincenzo Triolo e poi di Gio. Pietro Simina. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 135v. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 56.

[ccv] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, ff. 111, 112.

[ccvi] AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, ff. 69, 75.

[ccvii] Le case del qm. Carlo Montalcini oggi di Valerio. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 138. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 49.

[ccviii] A. Granello, A. Sans e B. Granato, protestano innanzi il cortiglio di G. Lucifero perchè questi “ha fatto cavare sotto li pedamenti delle loro case dotali”, poste in par. del SS. Salvatore, vicino alle case dell’eredi del qm. Horatio Gulli. ASCZ, Busta 253, anno 1670, f. 50. A. Granello vende la casa a G. Lucifero. ASCZ, Busta 333, anno 1673, f. 14.

[ccix] La casa della famiglia Gulli ora degli eredi del qm. Mutio de Vito. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 55; La casa del q.m H. Gulli passò a Lucretia Ventura, moglie di Giuseppe Gulli, e poi al chierico Gio. Catalano alias Castagnino. ASCZ, Busta 333, anno 1673, f. 16. AVC, Acta cit., f. 92.

[ccx] La casa palaziata di H. Carcea confinava inoltre, con le case di Tomaso Capocchiano. ASCZ, Busta 497, anno 1701, f. 1.

[ccxi] La domuncula confinava inoltre, con le case poi palazzo di Fausto Beltrano e del qm Domenico Zetera. Quest’ultima passò a Marco Zetera e quindi a Filippo Faranda e Anna Magno. ASCZ, Busta 497, anno 1701, f. 58v; Busta 497, anno 1708, f. 7. La casa da Diego di Monte fu venduta ad Antonio Avarelli, il quale il 12 luglio 1714, la rivendette al reverendo Antonio Gatto di Rossano. ASCZ, Busta 611, anno 1714, f. 133.

[ccxii] ASCZ, Busta 660, anno 1719, f. 23.

[ccxiii] ASCZ, Busta 497, anno 1706, f. 67v.

[ccxiv] ASCZ, Busta 663, anno 1730, f. 56v.

[ccxv] La casa confinava con le case dell’heredi del qm. Gio. Fran.co Morello e le case dell’heredi del q.m Antonio Rugeri, ed era posseduta dalla qm. Madama Perna che per essere più alta delle case convicine si chiamava “la torretta di Madama Perna.” ASCZ, Busta 611, anno 1714, f. 118.


Creato il 16 Marzo 2015. Ultima modifica: 4 Luglio 2023.

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