Alcune torri regie marittime sulla costa ionica in provincia di Catanzaro

La torre di Catanzaro, riportata alla fine del Cinquecento, in una delle tavole del codice Romano Carratelli.

Torre di Crocchia

Nel 1579/1580 la torre non risulta tra quelle che sono in funzione. Essa, infatti, non compare nei pagamenti ai caporali ed ai soldati che prestano servizio nelle torri. Figurano invece le torri vicine di Catanzaro, Simari, Capo Ricziuto e Manna.

Dopo una visita fatta nel 1580 alle coste della Calabria, per la sicurezza della marina dal Crocchio a capo delle Colonne, di continuo infestata dai pirati, il veditore generale dei castelli Sancio de Carrozza e l’ingegnere militare Benvenuto Tortelli, avevano fatto presente al viceré la necessità di costruire almeno dodici torri così distribuite: “al detto capo delle Colonne, alla punta di Maricello, a quello della fontana di Siffo, al capo delle Cimiti, al capo Rizzuto, al porto delle Castella, terra distrutta per le continue scorrerie dei Turchi e … in un luogo que por ser tan buen puesto la religion de Sant Juan pidiò al emperador Carlos quinto para edificar una ciudad a tiempo que perderion la isla de Rodas”, in due capi non nominati ed infine, alle foci del Tacina e del Crocchio.[i]

Appena andate in vigore le nuove tassazioni (1590-1591) furono appaltate sei nuove torri, tra le quali una nella marina di Cropani. Nel gennaio 1594 una torre chiamata Crocchia è già iniziata; essa prende il nome dal fiume, ed è situata alla destra della foce in territorio di Cropani. Per tale motivo verrà anche chiamata la torre di Cropani. Il mastro addetto alla sua costruzione è Adante, o Dante, Cafaro[ii] che, nel luglio 1597, si impegnerà con i Gesuiti a costruire anche una torre nel villaggio di San Leonardo.

Proprio in quell’anno 1594, il mastro è accusato di frode per essersi accordato con il delegato della Regia Udienza Provinciale, addetto alla misurazione dell’opera. Secondo l’accusa le misure erano state gonfiate nell’intento di frodare la Regia Camera. In attesa che un ingegnere su incarico della Regia Corte, si porti sul luogo per rimisurare quanto era stato costruito nella torre, viene concesso un anticipo al mastro, affinché possa procedere nei lavori, ma poiché il tempo passa e l’ingegnere incaricato a controllare le misure, il cavalier Fontana, non intende recarsi sul luogo prima di settembre, per paura dei corsari, il mastro ai primi di luglio fa presente il danno, che il fermo dei lavori crea a lui e all’opera, chiedendo che, nell’attesa dell’ispezione, venga consegnato all’università di Cropani, denaro per poter così proseguire i lavori.[iii]

La richiesta è accolta e viene ordinato al tesoriere di Calabria Ultra di consegnare ducati 200 dei denari riscossi per la fabbrica delle torri all’università di Cropani, affinché possano essere utilizzati nella costruzione della torre. Il versamento viene effettuato ai primi di agosto dal luogotenente del tesoriere, che consegna il denaro in Crotone al delegato dell’università di Cropani Francesco Braczello.

Il 3 agosto 1594, in Crotone, il luogotenente del tesoriere di Calabria Ultra, consegna al procuratore dell’università di Cropani, Franciscus Braczello, ducati 200 per la fabbrica della torre di Cropani.[iv] I lavori tuttavia procedono a rilento, anzi ad un certo momento si arrestano, per poi essere ripresi, quando arriva il denaro. All’inizio del 1606 essi sono ben lungi da essere terminati, come risulta da alcuni pagamenti fatti in quell’anno. Infatti, il tesoriere Camillo Romano assegna a mastro Dante Cafaro, partitario della torre, ducati 800 per procedere nella costruzione. Dopo la consegna dei primi ducati 400, il rimanente è versato dal luogotenente del tesoriere Carlo Nicotera, il 28.1.1606 in Cutro a Pompeo Cito di Cropani, cassiere della torre, eletto dall’università di Cropani, sul cui territorio sorge l’opera.[v]

Con il procedere dei lavori seguono altri versamenti. Il 2.5.1606 il luogotenente versa al cassiere duc. 382[vi] ed altri soldi vengono consegnati all’inizio del 1607.[vii] La torre fu in seguito terminata ed entrò in funzione, come testimonia il Nola Molise che così si esprime: “Cropano (…) dov’è una bellissima torre della Regia Corte per defensione di quelle marine e terre convicine”.[viii] Comandava la torre un caporale, o torriere, che era aiutato da un socio. Nel 1605/1606 è segnalata la presenza del caporale Ferrero Giov. Battista, nel 1616 quella del caporale Giov. Battista Rotella, e nel 1718 del caporale Domenico Iozzi.[ix]

In seguito, la torre fu utilizzata come magazzino, dove erano depositati il legname ed il grano, in attesa di essere imbarcati nella vicina marina detta di Crocchia. Il luogo d’imbarco, protetto dalla torre, era tuttavia particolarmente esposto ed insicuro, in quanto “spiaggia scoperta senza porto che non ponno in tempo de inverno carricare vascelli”. Tali funzioni, sia di vigilanza di un luogo d’imbarco, che come temporaneo deposito per l’ammasso e deposito, sono evidenziati da alcuni documenti.

Da un atto notarile rogato in Crotone il 23 febbraio 1627, veniamo a sapere che nella “marina di Cropani seu Crochi”, veniva depositato ed imbarcato il legname proveniente dalla Sila, che per conto della Regia Corte, doveva essere inviato al regio arsenale di Napoli.[x] Un atto notarile del novembre 1715, ci informa che il mercante napoletano Ignazio Barretta, rifornitore di grano dell’esercito, aveva noleggiato la tartana del patrone genovese Stefano Magnavito. Il patrone doveva recarsi nella marina di Crocchia, dove il magazziniere di Domenico de Laurentiis di Crotone, corrispondente del Barretta, doveva consegnargli 2600 tomoli di grano, che erano riposti nel magazzino della torre. La tartana giunse alla marina, ma non trovò pronto il carico. Passati invano alcuni giorni, la tartana anche a causa del maltempo salpò e riparò nel porto di Crotone.[xi] Da un altro documento sappiamo che nel settembre 1719, tempo di grave carestia, il corrispondente Domenico de Laurentis mandò i suoi uomini alla torre di Crocchia, dove veniva ammassato il grano, che i soldati tedeschi con la forza portavano via dalle campagne vicine.[xii] I ruderi della torre scarpata ed a base quadrata, sono anche oggi ben visibili.

La “T. del Crocchio” presso la foce del fiume Crocchio, evidenziata in un particolare della tavola N° 29 (1789) della carta di G. A. Rizzi Zannoni.

Torre di Simeri

Della torre, situata in territorio di Simeri, si hanno poche notizie. Si sa che nel 1579/1580 era in guardia, e si trovava tra la torre di Capo Ricziuto e quella di Catanzaro. Dai pagamenti ai caporali e soldati che, di giorno e di notte, custodivano le torri e vigilavano la marina, ricaviamo che il viceré con lettera del 9 marzo 1577, aveva affidato l’ufficio di caporale della torre di “Simari” al milite Scipione de Rosa, il quale aveva preso possesso della torre il 29 aprile dello stesso anno. La lettera di nomina prevedeva uno stipendio mensile di ducati 4, con “lucris gagiis et emolumentis solitis” e con la possibilità di rinnovo. Dai pagamenti risulta che il caporale Scipione de Rosa era ancora di guardia alla torre nel giugno 1580. Dagli stessi documenti si ricava che come aiutante, egli aveva avuto da settembre ad ottobre 1579 Simeone Perro, dal primo novembre 1579 alla fine di febbraio 1580, Luca Antonio e da marzo per tutto giugno 1580, Macteo de Tacina.[xiii]

Torre di Catanzaro

La torre di Catanzaro era situata in territorio di Catanzaro, tra la torre si “Simari” e quella della “Rocciella”. Nel 1580 essa era in funzione come si ricava da alcuni documenti. Caporale della torre era Jo. Sayavetera, il quale era stato nominato caporale della torre con lettera del viceré dell’otto aprile 1579. Il caporale aveva preso servizio presso la torre il 21 aprile 1579, e nel luglio 1580 ne era ancora in possesso. Durante tale periodo il Sayavetera aveva avuto come militi, o aiutanti, Loisio Sayavetera, dal settembre 1579 per tutto dicembre 1579; Augustino de Puccio dal primo gennaio 1580 alla fine di febbraio 1580 e, nuovamente, Loisio Sayavetera, dal primo marzo fino alla fine di luglio dello stesso anno.[xiv] Altri caporali della torre furono: nel 1605/1606 Sebastiano Hortiz e nel 1616 Vitaliano Alfiero.[xv]

La “T. di Catanzaro” evidenziata in un particolare della tavola N° 29 (1789) della carta di G. A. Rizzi Zannoni. “Torre di Catanzaro è tonda alta da t(er)ra insino al Cordone pal(mi) 22 / et dal cordone in sù pal(mi) 32, Il suo muro grosso per ogni / verso palmi 11 Il suo diamitro è palmi 49 non tiene / dalla parte de Cotrone corrispondentia alcuna et dalla / parte de squillace corrisponde con la Ruccella, è forte / et di bonissima fabrica, et non li manca cosa veruna / vi sonno tre smirigli di ferro, et uno di Bronczo con li quali / si guarda quella spiaggia, li bisognaria un peczo di tre / libre di Palla per arrivare meczo miglio a mare, atteso / guardaria bene quello scaro Vi sono anco tre mascoli di ferro / Il Caporale chiamato Giulio costa di Catanzaro tiene patente / di sua Ecc.a spedita in Napoli a 26 di febraro 1588 in / patentium p.o f.o 120”. Codice Romano Carratelli, n.o 54.

Torre della Roccella

La “torre dela Rocciella” era situata in territorio di Squillace e sorgeva sulla costa tra la torre di Catanzaro e quella di Stallati. Il primo torriere di cui abbiamo notizia è il caporale Joanne de Caravascial, la cui nomina risale al 20 luglio 1569. Il Caravascial ricoprirà la carica di torriere della torre della Roccella ancora nell’agosto 1580. Sappiamo che tra il primo settembre 1579 e l’agosto 1580 ebbe come suo milite Antonio Chiefari.[xvi] Altri caporali furono Marco Calvo (1605/1606), Giov. Domenico Regiio (1616) e Giovan. Tommaso Gilivetti (1707).[xvii]17.

Borgia (CZ), S. Maria della Roccella, particolare dell’abside prima dei lavori di consolidamento, 1915-1917 (da catalogo.beniculturali.it). “Roccella è una Ecclesia grande molto Antiqua nel territorio / di squillace, et nella Tribona d’essa vi si fa ordinaria / la guardia, è lontana dalla Ripa del mare canni / 300, è di molta fortecza vi sono doi mascoli di ferro / per aviso tiene l’acqua vicina cento Canni, Il Caporale / staci molto scomodo vi bisognaria una guardiola coperta / et altri accomodamenti che ci andariano 60 d:ti Il Capo(ra)le / è chiamato Loys de saiavedra spagnolo hà patente / del Duca de Ussuna spedita in Napoli a 5 de marczo / 1586 R.ta in patentium p.o f.o 99.” Codice Romano Carratelli, n.o 55.

Torre di Stallati

La regia torre di Stallati era situata in territorio di Squillace, tra la torre della Roccella e quella di Mesulari. Il primo torriere di cui abbiamo notizia è il caporale Francesco Mendes, nominato dal viceré con lettera del 17 giugno 1579, che prese possesso della torre il primo luglio 1579. Alla fine di agosto 1580 era ancora in possesso della carica. Lo aiutava il milite Julio Petro Lu che, già il primo settembre 1579, risulta in servizio alla torre.[xviii] Tra i torrieri è ricordato il caporale Lorenzo Cosentino (1605/1606).[xix]

La “P.ta di Stallatì” evidenziata in un particolare della tavola N° 30 (1788) della carta di G. A. Rizzi Zannoni.

Torre di Mesulari

La regia torre di Mesulari, detta anche di Misolisani, era situata in territorio di Satriano, tra la torre di Monte di Manna e quella di Stallati. Essa compare fin dal 1571, quando è torriere Jacopo Antonio Magali.[xx] In seguito troviamo che, con lettera del viceré del 15 ottobre 1577, era nominato caporale della torre il nobile Alonso Fernandes. Il Fernandes ne prendeva possesso il 29 ottobre di quell’anno, e nell’agosto 1580 ricopriva ancora la carica. Egli era aiutato da un milite. Dal settembre 1579 all’agosto 1580, si avvicendarono alla custodia della torre i militi: Francesco Arulli, Philippo Paravasi, Dieco Romano, Martio Paduano e Costantino Parite.[xxi] Nel 1605/1606 e nel 1616 risulta caporale Vincenzo Romeo.[xxii]

Torre di Monte di Manna

Situata in territorio di Badolato, tra la torre di Mesulari e quella di Santo Antonio. Con lettera del viceré del 12 marzo 1577, era nominato caporale della torre il nobile Alonso de Aragona, il quale prese possesso della carica l’undici aprile dello stesso anno. Nell’agosto 1580 il De Aragona era ancora caporale della torre. Durante tale periodo si erano avvicendati come militi Dieco Romano e Francesco don Gio.[xxiii] In seguito, troviamo i caporali: Francesco Vidal (1582-1585), Marcello Stefanello (1605-1606), Carlo Tropea (1616) e Giuseppe Cossari (1707).[xxiv]

La “T.e e Chiesetta di S. Antonio” evidenziata in un particolare della tavola N° 30 (1788) della carta di G. A. Rizzi Zannoni.

Torre di Santo Antonio

Situata in territorio di Santa Caterina, tra la torre di Monte di Manna e quella di Caminiti. Con lettera del viceré in data 18 marzo 1577, era nominato caporale della torre Jo. Perez che, nell’agosto 1580, era ancora in carica. Tra i militi di quel periodo sono segnalati Jo. Petro Faylla e Octavio Gagliardo.[xxv] Altri caporali sono stati: Sebastiano Burgese (1616) e Pietro Fucci (1707).[xxvi]

Note

[i] Pasanisi O., La costruzione generale delle torri marittime ordinata dalla R. Corte di Napoli nel sec. XVI, in Studi di Storia Napoletana in onore di Michele Schipa, Napoli 1926, p. 435.

[ii] ASN, Collaterale Negotiorum Camere, Vol. 9, ff. 19v-27. La torre di Crocchia risultava in riparazione nel 1594. Mazzoleni J., Fonti per la Storia della Calabria nel Viceregno (1503-1734) esistenti nell’Archivio di Stato di Napoli, Napoli 1968, p. 345.

[iii] Molto Illustr. / M.ro Adante Cafaro, partitario dela torre di Cropani, fa intendere a V. E. Ill.mo come essendosi stata fatta mesura de tutta la opera per esso fatta in quella per lo uomo experto eletto dalla Regia Audientia Prov.le per ordine dela Cam.a se retrovo creditore in docati mille cinquecento ottantatre et venendo in Cam.a per lo debito mandato fu da uno malevolo malignato dicendo che in detta mesura ci era errore per il che li fu suspetato il pagamento e li furo pagati a buon conto docati trecento con la plegiaria et che se fusse servito detta misura per uno deli ingegneri dela regia corte li quali como che non si poterono conferire, si ordino al cap.no di Seminara che con experti havessero visto detta mesura et perche S. M. Ill.ma il detto cap.no voleva docati sexanta da esso supp.te per le giornati che in cio haveva vacare insieme con detti esperti, alla quale spesa esso non era altrimenti tenuto come cosa che la procurava il regio fisco, have havuto unaltra volta recorso in camera per la quale referete V. S. e stata edmessa detta revisione al cavalier Fontana, regio ingegniero, et li sono stati pagati altri docati cento ad buon conto similmente con plegeria. Il quale cavalier Fontana denega volere andare in questi tempori estivi et per la suspitione de corsali per lo che esso supp.te pate molto interesse oltre quello che in cio sino ad questa hora ha patito si havera perso quasi uno anno de tempo con suoi operarii et animali che tiene in la opera come in esser andato et venuto tante volte dalli confini di Calabria per tanto supplica V. S. sia servita ordinare se paghino almeno docati doicento, deli denari de torri alla detta universita de Cropani la quale ne sia casera et serva di spenderlo personalmente per servitio di detta opera senza fare tocare uno quatrino ad esso supplicante et cio si tanto dura questa estate non perda tempo perche altramente ci sara perdita di interesse et in tal caso danno per allora se protesta contro la regia corte de tutto il danno (…) Datum Neapoli in eadem Reg. Cam. Sum. die 13 mensis Julii 1594.” ASCZ, Busta 49, anno 1594, ff. 204-206.

[iv] “Al th.ro de Cal.a Ultra / Per non posserse conferire in Cropane lo ingegnero cavalier Fontana sino al sett.ro proximo venturo per revedere la mesura fatta dela opera della torre che se fabrica in detta terra per mastro Adante Cafaro … la Camera debbia delli denari dela fabrica de torri pagare docati doicento alla d.ta universita con obligatione de convertirli in fabrica dela istessa torre et de recuperare le cautele dela spesa per sua indennita et per darne debito al detto partito accio fratanto non si perda tempo”. ASCZ, Busta 49, anno 1594, ff. 204-206.

[v] 28.1.1606, in Cutro. “Dovendo mastro Dante Cafaro, partitario della regia torre di Crocchia conseguire dalla Regia Corte ducati 400 a complemento delli ducati 800 che li foro liberati a tempo del’officio di Camillo Romano olim tesoriero, fu ordinato all’università di Cropani et per essa al cassiero eligendo (Pompeo Cito di Cropani) per quelli spendersi al servitio della fabrica della torre di Crocchia. Il luogotenente Carlo Nicotera paga al cassiere Cito i ducati 400”. ASCZ, Busta 59, anno 1606, f. 11.

[vi] ASCZ, Busta 59, anno 1606, f. 48.

[vii] ASCZ, Busta 59, anno 1607, ff. 1-2.

[viii] Nola Molise G. B., Cronica dell’antichissima e nobilissima città di Crotone, Napoli 1649, p. 84.

[ix] Mazzoleni J., Fonti per la Storia della Calabria nel Viceregno (1503-1734) esistenti nell’Archivio di Stato di Napoli, Napoli 1968, p. 345.

[x] Pietro Starace di Sorrento, patrone del vascello “La Madonna SS.a della Lobra e Santo Antonino” di 2500 tomola di portata, è noleggiato in Napoli da Francesco Scoppa, per nome e parte del mercante Gio. Battista Angisano. Egli deve imbarcare tt.a 2000 di orzo a Cesarea, o Santa Caterina di Nardò, e portarle a Veteri, o Napoli. Partito dallo scaro di Sorrento e sorpreso dal maltempo, lo Storace di rifugia nel porto di Crotone. Mentre sta aspettando il bel tempo per ripartire, è impedito dall’arrendatore del legname per la regia corte Marcello Barracca, il quale gli sequestra il timone e le vele che non vuole riconsegnargli, se il patrone non accetterà di recarsi con il suo vascello nella marina di Cropani, ad imbarcare il legname per conto della Regia Corte. Il patrone protesta “anche perchè il legname non è atto a caricarlo poichè il luoco dove si dice star reposta detta legname che è nella marina di Cropani seu crocchi quale è spiaggia scoperta senza porto che conseguentemente non ponno in tempo de inverno mass.e caricar vascello se non quelli che sono habili a tirarse in terra et recever il carico et caricati varare dal scaro, il che non puo fare il vascello d’esso protestante per essere di portata maggiore che non sono quelli che carricati possono varar da terra, come anco perche non tiene il arredo seu armiggi necessario per poter tirare il vascello in terra”. Nonostante la protesta, l’arrendatore ribadisce che il legname è per il servizio della Regia Corte e regio “arsanale”; se il patrone rifiuterà di andare, egli sequestrerà il vascello e con nuovo patrone ed altri marinai lo farà salpare e, caricato il legname nella marina di Crocchi, lo farà portare nel “regio arsatiale” di Napoli. ASCZ, Busta 118, anno 1627, ff. 10-12.

[xi] ASCZ, Busta 613, anno 1715, ff. 205-207.

[xii] ASCZ, Busta 662, anno 1727, f. 126v.

[xiii] ASN, Tesorieri e Percettori Fs. 506, f.li I-II, f. 35, Cunto del Regio Thesoriero di Calabria Ultra nell’anno 1579-1580 per guardia delle Torri.

[xiv] ASN, Tesorieri e Percettori Fs. 506, f.li I-II, f. 34v, Cunto del Regio Thesoriero di Calabria Ultra nell’anno 1579-1580 per guardia delle Torri.

[xv] Mazzoleni J., Fonti per la Storia della Calabria nel Viceregno (1503-1734) esistenti nell’Archivio di Stato di Napoli, Napoli 1968, p. 344.

[xvi] ASN, Tesorieri e Percettori Fs. 506, f.li I-II, f. 34v, Cunto del Regio Thesoriero di Calabria Ultra nell’anno 1579-1580 per guardia delle Torri.

[xvii] Mazzoleni J., Fonti per la Storia della Calabria nel Viceregno (1503-1734) esistenti nell’Archivio di Stato di Napoli, Napoli 1968, p. 349.

[xviii] ASN, Tesorieri e Percettori Fs. 506, f.li I-II, f. 34v, Cunto del Regio Thesoriero di Calabria Ultra nell’anno 1579-1580 per guardia delle Torri.

[xix] Mazzoleni J., Fonti per la Storia della Calabria nel Viceregno (1503-1734) esistenti nell’Archivio di Stato di Napoli, Napoli 1968, p. 349.

[xx] Mazzoleni J., Fonti per la Storia della Calabria nel Viceregno (1503-1734) esistenti nell’Archivio di Stato di Napoli, Napoli 1968, p. 348.

[xxi] ASN, Tesorieri e Percettori Fs. 506, f.li I-II, f. 34, Cunto del Regio Thesoriero di Calabria Ultra nell’anno 1579-1580 per guardia delle Torri.

[xxii] Mazzoleni J., Fonti per la Storia della Calabria nel Viceregno (1503-1734) esistenti nell’Archivio di Stato di Napoli, Napoli 1968, p. 348.

[xxiii] ASN, Tesorieri e Percettori Fs. 506, f.li I-II, f. 33, Cunto del Regio Thesoriero di Calabria Ultra nell’anno 1579-1580 per guardia delle Torri.

[xxiv] Mazzoleni J., Fonti per la Storia della Calabria nel Viceregno (1503-1734) esistenti nell’Archivio di Stato di Napoli, Napoli 1968, p. 342.

[xxv] ASN, Tesorieri e Percettori Fs. 506, f.li I-II, f. 34, Cunto del Regio Thesoriero di Calabria Ultra nell’anno 1579-1580 per guardia delle Torri.

[xxvi] Mazzoleni J., Fonti per la Storia della Calabria nel Viceregno (1503-1734) esistenti nell’Archivio di Stato di Napoli, Napoli 1968, p. 350.


Creato il 15 Marzo 2015. Ultima modifica: 23 Aprile 2024.

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  1. Guzzi Raffaele

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