La costruzione delle fortificazioni della città di Lipari (settembre 1549 – giugno 1550) e del castello “novo” di Reggio
Nel 1544 il capitano Ariodeno Barbarossa con una forte flotta, assedia e mette a ferro e fuoco la città di Cariati, facendo numerosi schiavi tra i quali anche il vescovo Giovanni Carmuto, o Canuto, che morirà in schiavitù[i] e nel luglio dello stesso anno 1544 anche la città di Lipari fu messa a ferro e fuoco.[ii]
L’anno precedente 1543 c’era stata la devastazione di Reggio.[iii] Nel maggio del 1545, continuando il pericolo, il viceré Don Pedro de Toledo dava ordine al barone Gian Giacomo dela Caya, commissario generale delle regie fabbriche di vedere e provvedere alle fortificazioni, che si dovevano fare nei luoghi costieri ed a dare inizio alla fortificazione di Reggio.
Il “castello novo” di Reggio
Nonostante la decisione del Toledo, che incarica nel 1545 Giovan Giacomo di Acaia, (il 9 dicembre 1545 il baron dela Caya lascia Reggio per Crotone, da dove poi riparte per la Puglia) commissario per le fabbriche del Regno, di ricostruire la località ed il castello, distrutti dai Turchi due anni prima, Reggio rimane priva di una valida difesa. L’erezione, nel 1547, di un nuovo castello, detto Castel Nuovo o forte a mare, nel lato meridionale della città, in posizione tale da difendere le porte della Dogana e di S. Filippo, determina la deviazione del corso del torrente Calopinace fino al promontorio di Calamizzi. Nonostante la spesa, cui concorre l’università reggina di 7722 scudi e l’iniziale alacrità, i lavori sono sospesi e non più ripresi …”.[iv]
Dopo le devastazioni causate dalla flotta turca il vicerè Don Pedro de Toledo, essendo imperatore Carlo V, decise di esentare dalle tasse ordinarie e straordinarie la città di Reggio e di potenziare le fortificazioni di Reggio e di Lipari. Un ordine del vicerè Don Pedro de Toledo del 9 novembre 1543 diretto alla Regia Camera ordinava “non molestandi dictam uni.tem tam de or.iis q. de exor.iis sed servetur immunis … attenta ruina distructione et dishabitatione ipsius Civ.tis per classem turcarum commissa”.
Tre anni dopo il primo agosto 1546 da Ratisbona, l’imperatore Carlo V inviava una lettera al vicerè con la quale concedeva all’università di Reggio l’immunità dalle funzioni fiscali ordinarie e straordinarie per lo spazio di venti anni “stante ruina depredatione et dispopulatione passa per ipsam Civitatem à classe turcarum a pirata barbarossa”.[v]
Nel settembre 1549 a Reggio si sta costruendo il castello nuovo. I lavori procedono sotto la vigilanza di Baldassar Conill (Coniglio) (1548 – 1550), regio tesoriere della Provincia di Calabria Ultra e tesoriere delle regie fabriche delle città di Crotone, Reggio e Lipari, che fornisce il denaro, mentre Petro Germudes de Santi de Santisso è castellano e generale comissario della regia fabrica della città e del castello nuovo.
Fanno parte della struttura amministrativa della nuova opera lo scrivano de razione Alexandro Scaglione, “deputato per lo Ill.mo duca di Monteleone per hordini di sua Ex.tia”, il luogotenente e pagatore del tesoriere Michel de Proxeta (al quale poi subentrerà Antonio Barbaro), mentre il mastro Aniballe Baliche (Balici), agli ordini dell’architetto Barone dela Caya, è addetto a misurare l’avanzamento dell’opera.
A questi si aggiungerà nel luglio 1550 con uno stipendio di ducati tre al mese Jo. Maria Campelloni “monicioneri et ajutante del scrivano de ratione posto per hordine del S.or Duca per hordine di sua Ex.a” (nel mese dopo troviamo Angelo Mactio Severino). I lavori al castello nuovo di Reggio si prolungheranno fino all’estate dell’anno seguente. È incaricato ad eseguire con i suoi mastri e manipoli la costruzione della fortificazione, eseguendo il progetto del Baron dela Caya, il capomastro della regia fabbrica Vangelista de Mengna. Nell’autunno del 1549 i lavori sono concentrati nel cavamento ed a fare la “impalizzata “dentro l’acqua del spontone di Santo Jacopo. Il “capo mastro de axia” Bastiano Faxali (Faciali) è impegnato con altri mastri ed una ventina di manipoli al “cavamento “dello spontone per far ciò si deve costruire una palizzata dentro il mare. Sette marinai sono intenti con le mazze ad impiantare i pali dentro l’acqua. Si compera il materiale occorrente per fare la palizzata nella vicina città di Messina. Sartie, tabule, travetti grossi de abeto, corda grossa e sottile, ferro, azaro, taglie seu mazi previti che servero per calar et alzar lo tavulato dela gravia, polegi ecc., sono portati con le barche da Messina a Reggio. Si acquista inoltre dai locali numerosa legna seu tratti “che se portano quali servero per la detta impalizata”. Alla fine di dicembre il capomastro Evangelista de Megna aveva dato inizio anche alla costruzione dello spontone Santa Maria. I lavori ai due spontoni continueranno fino ad agosto dell’anno successivo.[vi]
Le spese
Il denaro stabilito per la fortificazione di Reggio, che il tesoriere di Calabria Ultra Baldassare Conill poteva utilizzare per i pagamenti, era stato stabilito in ducati 4000. Il luogotenente del tesoriere Michele Profeta, che si trovava in Reggio, era incaricato a fare i versamenti.
Il 2 giugno 1550 il commissario Petro Germudes de Santi ordina a Michele Profeta, luogotente del tesoriere, di pagare ducati 1109 tari 3 e grana 10 al capomastro Vamgelista de Mengna. Il pagamento è “per canne di fabrica e misurata per mano delo m.s aniballi balichi, regio misuratore canne otto cento ventidue a ragione di carlini tridichi e mezo la canna”.
Il Megna che fin dal luglio del 1549 ha avuto degli anticipi per un totale di ducati 220, riceve in quel giorno dal luogotenente il rimanente di ducati 889 tari 3 e grana 10. In seguito il capomastro con i suoi mastri e manipoli continua la costruzione degli spontoni, ed il 2 agosto 1550 riceve altri ducati 209 e grana 5 “per canne 303 di frabica fatta e misurata” ed il 4 settembre 1550 altri ducati 200 “per tanta calchi e petra avimo visto condutta in detta regia frabica in detto regio castello”. Inoltre il Mengna durante il periodo di costruzione dal settembre 1549 al giugno 1550 aveva ricevuto in più volte altri denari per spese sostenute e come anticipo per dare inizio alla costruzione dei due spontoni per un totale di ducati 782 e tari 2. Al denaro dovuto al capomastro bisogna aggiungere altri ducati 523 tari 3 e grana 15 per “provisioni ordinari e lignami”, riguardanti gli stipendi, salari e acquisti vari. In tutto nell’annata 1549 /1550 la spesa documentata per la “regia frabica” fu di ducati 2414 – tari 9 e grana 5.
La costruzione del castello nuovo proseguì anche in seguito, mentre le terre accanto, lasciate libere dalla deviazione del fiume, furono occupate abusivamente da alcuni cittadini. Un ordine della Regia Camera della Sommaria diretto al Regio Tesoriere di Calabria Ultra del 4 novembre 1603 gli ordinava di “pigliare possessione delle robbe stabile che possedeno alcuni particolari della Città di Reggio site fra le tempe dello vacuo seu letto dove faceva lo corso lo fiume de San Filippo”.[vii]
La fortificazione della città di Lipari
Allo stesso tempo si attivano i lavori di fortificazione della città di Lipari sotto la vigilanza del generale commissario Gonzalo de Armeglia.[viii] Presta la sua opera e segue personalmente i lavori “l’architettor” Jacobo Mal’herba (Malerba), con uno stipendio mensile di 10 ducati, il quale risulta presente a Lipari dal settembre 1549 al Giugno 1550*.
Fanno parte della struttura amministrativa della “Regia fabrica de Lipare” lo scrivano de razione Julio Cesare Bacchino (ducati 7 al mese), il luogotenente del regio tesoriere di Calabria Ultra George (Jorge) Hurtado (ducati 6 al mese), il munizioniere e soprastante Jovan de Giaen (al quale seguirà dal gennaio 1550 Geronimo del Valle) (ducati 2 tari 2 e grana 10 al mese) e lo scrivano Alvaro de Viana (dal gennaio 1550 Lorenzo de Saravia) (ducati 3 al mese).
I lavori di fortificazione iniziati nel mese di settembre 1549 cesseranno alla fine di giugno 1550 essendo finiti i duemila ducati stanziati per l’annata dell’ottava indizione 1549/1550. Per la mancanza di denaro I lavori terminano quasi due mesi prima della fine prevista, anzi rimangono ancora da pagare lo stipendio mensile di Giugno all’architetto Giacomo Malerba e parte di quello dovuto allo scrivano Lorenzo de Saravia. (“A Lorenzo de Saravia scrivano sopra ditta R.ia fabrica per tener li cunti appartati per il Mag.co S.or Comissario duc.ti uno tari tre et gr. setti e mezo, quali son in parte dela sua provisione de la presente mesata, et lo restante a suo complimento de duc.tre non se li è pagato à causa che dele due millia duc.ti dela presente annata non c’è più denari et similmente si resta à pagare la presente mesata allo Architettore per la causa preditta).[ix]
Mastri e manipoli
Capomastro della regia fabbrica di Lipari è Mastro Angelo Bene Incasa della città di Cava. Egli ha anche il compito di pagare i mastri ed i manipoli, che lavorano al suo servizio e di eseguire i lavori di costruzione. Per questo motivo riceve il denaro occorrente per procedere e far fronte ai salari per mastri e manipoli al suo servizio e reperire il materiale.
Dall’analisi dei versamenti di denaro fatti da Giorge Hurtado, incaricato dal tesoriere Baldassar Conill, al capomastro e dai pagamenti effettuati dallo stesso ai Liparoti, che forniscono la calce, possiamo farci un’idea del procedere dei lavori.
Iniziati nel settembre 1549 i lavori procedono a rilento durante i mesi invernali, soprattutto spesso si interrompono nei mesi di dicembre 1549 e febbraio marzo 1550. La probabile causa è il maltempo e le burrasche marine, dovendo la fabbrica rifornirsi di calce via mare dalla città di Patti, che si trova in Sicilia.
Denaro consegnato al capomastro per pagare anche i mastri ed i manipoli
Settembre: 68 – 0 – 0
Ottobre: –
Novembre: 232 – 0 – 0
Dicembre: 2 – 3 – 5
Gennaio: 302 – 3 – 3
Febbraio: –
Marzo: –
Aprile: 300 – 0 – 0
Maggio: 35 – 0 – 0
Giugno: 4 – 0 – 0
La calce
Per poter costruire le fortificazioni si usava la calce proveniente dalla città di Patti, situata sulla sponda siciliana di fronte all’isola di Lipari. Ogni salma di calce portata alla Regia fabrica costava quattro tari “dela moneta di Sicilia”, che equivalevano a 36 grana della moneta del Regno. Durante il periodo considerato nella città di Patti furono imbarcate e portate a Lipari 2191 salme e tomoli 6 di calce. Gestirono questo commercio solo sette Liparoti: Ciano Pantaleo, Francesco de Bastiano alias gambagrossa, Minico Lupo, Francesco Malvito, Agostino Pagano, Alfonso Giani e Nardo Piacente. I soli Francesco de Bastiano detto “gambagrossa” e Francesco Malvito fornirono l’ottantasei per cento della calce.
Salme di Calce portate da Patti e vendute alla Regia Fabrica di Lipari
Calce tari 4 la salma (Moneta Sicilia) = Grana 36 la salma (Moneta Regno) / 1 salma = 16 tomoli
Settembre: 239,5
Ottobre: 321
Novembre: 160
Dicembre: –
Gennaio: 48
Febbraio: 137
Marzo: 183
Aprile: 478,5 e t.a 11
Maggio: 383 e t.a 11
Giugno: 240
Totale: 2191 e t.a 6
Liparoti fornitori della calce
Francesco Malvito: 962,5 t.a 4 (settembre 1549 – giugno 1550).
Francesco de Bastiano alias gambagrossa: 919 t.a 35 (settembre 1549 – giugno 1550).
Ciano Pantaleo: 120 (settembre 1549 – novembre 1549).
Nardo Piacente: 115, 5 t.a 3 (aprile 1550 – giugno 1550).
Alfonso Giani: 40 (novembre 1549).
Agostino Pagano: 20 (ottobre 1549).
Minico Lupo: 10 (settembre 1549).
Il denaro
Il denaro stabilito per l’annata 1549/1550 (VIII Indizione) è di ducati 2000. I versamenti sono concentrati nei mesi di novembre, gennaio e soprattutto in aprile, quando approssimandosi la bella stagione il pericolo turco era più incombente.
Dall’analisi delle spese risulta che i duemila ducati furono così ripartiti: spese per stipendi ducati 275 (14 %), per fornitura della calce ducati 780 tari 3 e grana 12 (39 %) ed i rimanenti ducati 944 tari 1 e grana 8 (47%) fu gestito direttamente dal capo mastro Angelo Bene Incasa della città di Cava per pagare i mastri ed i manipoli e tutto ciò che era necessario per la costruzione.
Spese in ducati per l’annata 1549/1550 VIII Ind.
Settembre 1549: 183 – 4 – 19 ½.
Ottobre 1549: 145 – 4 – 15.
Novembre 1549: 318 – 4 – 7 ½.
Dicembre 1549: 31 – 0 – 15.
Gennaio 1550: 350 – 4 – 18 ½.
Febbraio 1550: 78 – 1 – 12 ½.
Marzo 1550: 94 – 4 – 6.
Aprile 1550: 502 – 4 – 15 ½.
Maggio 1550: 184 – 2 – 5.
Giugno 1550: 108 – 2 – 5 ½.
Totale ducati 200. (in media duc. 200 al mese).
Il documento
(f. 289r)
Cedula di pagam(en)to fatto per il Mag.co Baldassar Conill R.io Th.ro de Calabria Ultra et in sua absentia et suo nome per mano del M.co Giorge Hurtado, deputato per esso M.co Th.ro pagator e Th.ro q. in Lipar per le despese fano in la fortificatione con intervento de me Julio Cesar Bacchino, deputato per l’Ill.mo S.or Duca de Mont.ne (Ettore II Pignatelli) per or.ne de Sua Ecc.tia scrivano de alla despesa p.ta.
Adi primo de Settembre VIII ind.e 1549 per tutto l’ult(im)o del medesimo.
A Ciano Pantaleo de Lipari per salme trenta de calce portata da Patti et venduta a questa R.ia fabrica a ragione de tari quattro la salma dela moneta de Sicilia, quali redutti a moneta de Regno sono duc.ti deci tari quatt.o et gr. undeci cor. dico 10 – 4 – 11.
A Fran.co de Bast.no al.s gambagrossa de Lipari per salme trenta de calce portata da Patti et venduta a questa R.ia fabrica a la ragione sopra ditta quali redutti a moneta de Regno son duc.ti deci tari quatt.o et gr. undeci dico 10 – 4 – 11.
A minico Lupo de Lipari per salme dece de calce portata da Patti et venduta ala sopra ditta ragione ala R.ia fabrica quali redutti a moneta de Regno son duc.ti tre tari tre et grana
21 – 4 – 2
(f. 289v)
tre e mezo dico 3 – 3 – 3 ½.
A fran.co de Bast.no al.s gambagrossa de Lipari per salme trentacinque de calce portata da patti et venduta a questa R.ia fabrica à ragione de tari quatt.o la salma de la moneta de Sicilia, quali redutti a moneta del Regno sono duc.ti dodeci tari tre et gr. tredeci dico 12 – 3 – 13.
A fran.co Malvito de Lipari per salme quarantatre de calce pagati à ragione del sopra detto cunto duc.ti quindeci tari tre et gr. sidici dico 15 – 3 – 16.
Et al medesimo fran.co malvito de Lipari per salme cinquanta quattro de calce ala medesima ragione duc,ti decenovi et tari quattro dico 19 – 4 – 0.
A fran.co Bast.no als gambagrossa de Lipari per salme trentasetti e meza di calce venduta ala sopra ditta ragione duc.ti tredici tari tre et gr. quindeci dico 13 – 3 – 15.
A m(ast)ro Angelo Bene incasa dela cava capom.ro in questa R.ia fabrica duc.ti sessanta otto cor. per pagar m.ri e manipoli che hanno fatto servi.o in ditta R.ia fabrica, li quali vanno a suo bon cunto dico 68 – 0 – 0.
Al Mag.co Jac.o mal’herba Architettore in d.ta R.ia fabrica duc.ti deci cor. per sua pro.ne del presente mese dico 10 – 0 – 0.
143 – 3 – 7 ½
(f. 290r)
A me Julio Cesare Bacchino scrivano de ratione in ditta R.ia fabrica per mia provisione del presente mese duc.ti setti cor. dico 7 – 0 – 0.
Al Mag.co Giorge Hurtado pagatore ala despesa di ditta R.ia fabrica duc. Sei cor. per sua provisione del presente mese dico 6 – 0 – 0.
A Jova de Giaen monitionero et soprastante in ditta R.ia fabrica duc.ti dui tari dui etr gr. deci cor. per sua provisione del presente mese dico 2 – 2 – 10.
Ad Alvaro de Viana scrivano sopra d.ta R.ia fabrica per tener li cunti apartati del M.co S.or Comiss.o duc.ti tre cor. per sua provisione del presente mese dico 3 – 0 – 0.
Lo sopra ditto pagamento fatto per lo M.co Baldassar Conill R.io Th.ro de Calabria Ultra et per sua absentia et suo nome per mano del M.co Giorge Hurtado suo loc.te deputato per esso M.co Th.ro in ditta R.ia fabrica de Lipari summa duc.ti cento ottanta tre tari quattro et gr. decenovi e mezo, despesi et pagati da lo primo de settembre VIII Ind.e 1549 per tutto l’ultimo del medesimo mese incominzando dala prima partita de ciano pantaleo de duc.ti deci tari quattro et gr. undeci.
(f. 290v)
Et finisce all’ultima de Alvaro de Viana de duc.ti tre per le cause sopra narrate con intervento de me Julio Cesare Bacchino, deputato per l’Ill.mo S.or duca de Mont.ne per or.ne de sua Ecc.tia scrivano de ratione in ditta R.ia fabrica Et in fidem ho fatto la presente cedula scritta et sotto scritta de mia pp.a mano. Data in Lipari die et anno ut s.a
Io Julio Cesare de Bacchino scrivano de ratione
(f. 294r)
Cedula di pagamento fatto per lo Mag.co Baldassar Conill R.io Th.ro de Calabria Ultra et in sua absentia et suo nome per mano del Mag.co Giorgio Hurtado, deputato per lo sopra detto M.co Th.ro pagatore Th.ro q. in la Città de Lipari per le despese se fano in la fortificatione de me Julio Cesare Bacchino deputato per lo Mag.co S.or Duca de Mont.ne per or.e de sua Ecc.tia scrivano de ratione ala despesa p.ta.
Adi p.o de ottobre VIII Ind.e 1549 per tutto l’ult.o del medesimo.
A fran.co de Bastiano als gambagrossa de Lipari per salme vintisei de calce portata da Patti et venduta a questa R.ia fabrica a ragione de tari quattro la salma de la moneta de Sicilia, quali redutti a moneta del Regno sono duc.ti novi tari dui et gr. tredici dico 9 – 2 – 13.
A fran.co Malvito de Lipari per salme quaranta de calce pagate ala sopra ditta ragione duc.ti quattordici tari dui et grana decesetti dico 14 – 2 – 17.
Ad Agostino Pagano de Lipari per salme vinti de calce pagate ala sopra ditta ragione duc.ti setti tari uno et gr. dodici dico 7 – 1 – 12.
31 – 2 – 2.
(f. 294v)
A fran.co de Bastiano als gambagrossa de Lipari per salme quaranta de calce pagate ala med.a ragione de tari quattro la salma de la moneta de Sicilia, quali redutti a moneta de Regno sono duc.ti quattordici tari dui et gr. decesetti dico 14 – 2 – 17.
A fran.co Malvito de Lipari per salme cinquanta de calce pagate a la sopra ditta ragione duc.ti dece dotto tari uno et gr. deci dico 18 – 1 – 10.
A ciano Pantaleo de Lipari per salme quaranta cinque de calce pagate ala ragione sopra ditta duc. Sidici tari dui et gr. deci dico 16 – 2 – 10.
A fran.co de Bastiano als gambagrossa de Lipari per salme quaranta cinque de calce pagate ala ragione sopra ditta duc.ti sidici tari dui gr. deci dico 16 – 2 – 10.
A fran.co Malvito de Lipari per salme cinquanta cinque de calce pagate ala ragione sopra ditta duc.ti vinti et gr. sidici dico 20 – 0 – 16.
Al M.co Jacobo Mal herba Architettore in la R.ia fabrica p.ta duc.ti deci per sua provisione del presente mese dico 10 – 0 – 0.
A me Julio Cesar Bacchino per l’off.io de scrivano de ratione de d.ta R.ia fabrica duc.ti setti per sua provisione del presente mese dico 7 – 0 – 0.
103 – 0 – 3.
(f. 295r)
Al Mag.co Giorgio Hurtado pagator a la despesa de d.ta R.ia fabrica duc.ti sei per sua provisione del presente mese dico 6 – 0 – 0.
A Jovan de Giaen monitionero et soprastante in d.ta R.ia fabrica duc.ti dui tari dui et gr. deci per sua provisione del presente mese dico 2 – 2 – 10.
Ad Alvaro de Viana scrivano sopra d.ta R.ia fabrica per tener li cunti appartati del S.or Comissario duc.tre cor. per sua provisione del presente mese 3 – 0 – 0.
145 – 4 – 15
(f. 298r)
Cedula di pagamento fatto per lo Mag.co Baldassar Conill R.io Th.ro de Calabria Ultra et in sua absentia et suo nome per mano del Mag.co Giorgio Hurtado, deputato per lo sopra detto M.co Th.ro pagatore Th.ro q. in la Città de Lipari per le despese se fano in la fortificatione de me Julio Cesare Bacchino deputato per lo Mag.co S.or Duca de Mont.ne per or.e de sua Ecc.tia scrivano de ratione ala despesa p.ta.
Adi p.o Novembre VIII Ind.e 1549 per tutto l’ultimo del medesmo
A mastro Angelo Bene Incasa de la Cava capo mastro in questa R.ia fabrica duc.ti ducento trenta dui cor., li quali si son pagati a lui di contanti per pagare li mastri e manipoli che hanno fatto per lui servigio ala fabrica et vanno a suo bon cunto dico 232 – 0 – 0.
A fran.co Malvito de Lipari per salme quaranta sette de calce portata da patti et venduta à questa R.ia fabrica a ragione di tari quattro la salma dela moneta di Sicilia, quali redutti a moneta de Regno so ducati decesetti et gr. otto cor. dico 17 – 0 – 8.
A Ciano Pantaleo de Lipari per salme quaranta cinque de calce venduta a questa R.ia fabrica ala sopra ditta ragione duc.ti sidici tari uno et gr. sidici e mezo dico 16 – 1 – 16 ½.
265 – 2 – 4 ½.
(f. 298r)
Ad Alfonso Giani de Lipari per salme quaranta de calce portata da Patti venduta à questa R.ia fabrica a tari quattro la salma dela moneta de Sicilia, quali redutti a moneta de Regno so ducati quattordici tari tre et gr. sei e mezo dico 14 – 3 – 6 ½.
A francesco de Bastiano als gambagrossa de Lipari per salme vint’otto de calce venduta ala R.ia fabrica a la sopra ditta ragione duc.ti deci tari uno et gr. sei e mezo cor. dico 10 – 1 – 6 ½.
Al mag.co Jacobo Mal’herba Architettor in d.ta R.ia fabrica duc.ti deci cor. per sua provisione del presente mese dico 10 – 0 – 0.
A me Julio Cesar Bacchino per l’off.io de scrivano de ratione per mia provisione del presente mese duc.ti setti cor. dico 7 – 0 – 0.
Al Mag.co Giorgio Hurtado pagatore ala despesa di d.ta R.ia fabrica duc.ti sei per sua provisione del presente mese dico 6 – 0 – 0.
A Jovan de Giaen monitionero et soprastante in d.ta R.ia fabrica duc.ti dui tari dui et gr. deci cor. per sua provisione del presente mese dico 2 – 2 – 10.
Ad Alvaro de Viana scrivano sopra d.ta R.ia fabrica per tener li cunti apartati del Mag.co Comissario duc.ti tre per sua provisione del presente mese dico 3 – 0 – 0.
53 – 2 – 3.
265 – 2 – 4 ½.
318 – 4 – 7 ½.
(f. 302r)
Cedula di pagamento fatto per lo Mag.co Baldassar Conill R.io Th.ro de Calabria Ultra et in sua absentia et suo nome per mano del Mag.co Giorgio Hurtado, deputato per lo sopra detto M.co Th.ro pagatore Th.ro q. in la Città de Lipari per le despese se fano in la fortificatione de me Julio Cesare Bacchino deputato per lo Mag.co S.or Duca de Mont.ne per or.e de sua Ecc.tia scrivano de ratione ala despesa p.ta.
Adi p.o di Xbro VIII Ind.e 1549 per tuttol’ultimo del medesmo.
A mastro Angelo Bene Incasa dela cava capo mastro in questa R.ia fabrica de Lipari duc.ti dui tari tre et gr. cinque correnti et vanno a suo bon cunto dico 2 – 3 – 5.
Al mag.co Jacobo Mal Herba Architettor in la sopra ditta R.ia fabrica ducati dece correnti per sua provisione del presente mese dico 10 – 0 – 0.
A me Julio Cesare Bacchino per l’off.io de scrivano de ratione in ditta R.ia fabrica ducati setti cor. per mia provisione del presente mese dico 7 – 0 – 0.
Al Mag.co Giorgio Hurtado pagato ala despesa di ditta R.ia fabrica duc.ti sei cor. per sua provisione del presente mese dico 6 – 0 – 0.
25 – 3 – 5.
(f. 302v)
A Jouan de Giaen monitionero et soprastante in questa preditta R.ia fabrica duc.ti dui tari dui et grana deci correnti per sua provisione del presente mese dico 2 – 2 – 10.
Ad Alvaro de Viana scrivano sopra ditta R.ia fabrica per tener li cunti appartati del Mag.co S. Comissario duc.ti tre cor. per sua provisione del presente mese 3 – 0 – 0.
5 – 2 – 10.
25 – 3 – 5.
31 – 0 – 15.
(f. 304r)
Cedula di pagamento fatto per lo Mag.co Baldassar Conill R.io Th.ro de Calabria Ultra et in sua absentia et suo nome per mano del Mag.co Giorgio Hurtado, deputato per lo sopra detto M.co Th.ro pagatore Th.ro q. in la Città de Lipari per le despese se fano in la fortificatione de me Julio Cesare Bacchino deputato per lo Mag.co S.or Duca de Mont.ne per or.e de sua Ecc.tia scrivano de ratione ala despesa p.ta.
Adi p.o di Jennaro VIII Ind.e 1550 per tutto l’ultimo del medesmo.
A mastro Angelo Bene Incasa dela cava capomastro di questa R.ia fabrica di Lipari duc.ti sei tari quattro et gr. deci cor. li quali vano a suo bon cunto dico 6 – 4 – 10.
Et a m.ro Angelo Bene Incasa de la cava capo mastro sopra ditto duc.ti sei tari quattro et gr. deci cor. in alia mano, li quali vano a suo bon cunto dico 6 – 4 – 10.
A fran.co de bastiano als gambagrossa de Lipari per salme quarant’otto de calce portata da Patti et venduta a questa R.ia fabrica de Lipari a ragione de tari quattro la salma de moneta di Sicilia, quali redutti a moneta de Regno son ducati deci sette tari due et gr. cinque e mezo cor. dico 17 – 2 – 5 ½.
31 – 1 – 5 ½.
(f. 304v)
Et piu a Angelo Bene Incasa dela cava capo mastro di questa R.ia fabrica de Lipari in alia mano duc.ti ducento ottant’otto tari quattro e grana tre cor. quali se li sono pagati a lui de contanti per pagar li mastri e manipoli, che per lui sono andati a ditta R.ia fabrica et vanno a suo bon cunto dico 288 – 4 – 3.
Et tre risme de carta da scriver la quale serve per far cedule, mandati et altri cunti de questa R.ia fabrica, la quale carta costò a ragione de car.ni otto la risma, sono in tutti 2 – 2 – 0.
Al m.co Jacobo Mal’herba Architettor de questa R.ia fabrica de Lipari duc.ti deci per sua provisione del presente mese dico 10 – 0 – 0.
A me Julio Cesare Bacchino per l’off.io de scrivano de ratione de questa R.ia fabrica duc.ti setti cor. per mia provisione del presente mese dico 7 – 0 – 0.
Al mag.co Giorgio Hurtado pagator ala despesa di ditta R.ia fabrica duc.ti sei cor. per sua provisione del presente mese dico 6 – 0 – 0.
A lorenzo de Saravia scrivano sopra ditta R.ia fabrica per tener li cunti appartati del m.co S.or Comissario duc.ti tre cor. per sua provisione del presente mese dico 3 – 0 – 0.
317 – 1 – 3
(f. 305r)
A Geronimo del Valle per monitionero et soprastante de questa R.ia fabrica duc.ti dui tari dui et gr. deci cor. per provisione del presente mese dico 2 – 2 – 10.
350 – 4 – 18 ½.
(f. 310r)
Cedula di pagamento fatto per lo Mag.co Baldassar Conill R.io Th.ro de Calabria Ultra et in sua absentia et suo nome per mano del Mag.co Giorgio Hurtado, deputato per lo sopra detto M.co Th.ro pagatore Th.ro q. in la Città de Lipari per le despese se fano in la fortificatione de me Julio Cesare Bacchino deputato per lo Mag.co S.or Duca de Mont.ne per or.e de sua Ecc.tia scrivano de ratione ala despesa p.ta.
Adi p.o de febraro VIII Ind.e 1550 per tutto l’ultimo del medesimo mese.
A fran.co de Bastiano als gambagrossa de Lipari per salme quarant’otto de calce portata da Patti et venduta a questa R.ia fabrica à ragione de tari quattro la salma de la moneta de Sicilia quali redutti a moneta de Regno sono duc.ti decisetti tari due et gr. cinque et mezo cor. dico 17 – 2 – 5 ½.
A fran.co de Bastiano als gambagrossa de Lipari sopra ditto per salme quarantacinque e meza de calce portata da Patti et venduta a la sopra dittta ragione, quali redutti a moneta de Regno sono duc.ti sidici tari dui et gr. quindeci cor. dico 16 – 2 – 15
34 – 0 – 0 ½.
(f. 310v)
A fran.co Malvito de Lipari per salme quarantatre et meza de calce portata da Patti et venduta ala medesima ragione de tari quattro la salma dela moneta de Sicilia, quali redutti a moneta de Regno so ducati quindici tari quattro et gr. dui cor. dico 15 – 4 – 2.
Al Mag.co Jacobo Mal’herba Architettore dela sopra ditta R.ia fabrica duc.ti deci cor. per sua provisione del presente mese dico 10 – 0 – 0.
A me Julio Cesare Bacchino per l’off.io de scrivan de ratione in ditta R.ia fabrica duc.ti setti cor. per mia provisione del presente mese dico 7 – 0 – 0.
Al Mag.co Giorgio Hurtado pagator alla despesa de ditta R.ia fabrica duc.ti sei cor. per sua provisione del presente mese dico 6 – 0 – 0.
A Geronimo del Valle monitionero et soprastante in ditta R.ia fabrica duc.ti dui tari dui et gr. deci correnti per sua provisione del presente mese dico 2 – 2 – 10.
A Lorenzo de Saravia scrivano sopra ditta R.ia fabrica per tener li cunti appartati per il Mag.co S.or Comissario duc.ti tre cor. per sua provisione del presente mese dico 3 – 0 – 0.
44 – 1 – 12 ½.
34 – 0 – 0 ½.
78 – 1 – 12 ½.
(f. 314r)
Cedula di pagamento fatto per lo Mag.co Baldassar Conill R.io Th.ro de Calabria Ultra et in sua absentia et suo nome per mano del Mag.co Giorgio Hurtado, deputato per lo sopra detto M.co Th.ro pagatore Th.ro q. in la Città de Lipari per le despese se fano in la fortificatione de me Julio Cesare Bacchino deputato per lo Mag.co S.or Duca de Mont.ne per or.e de sua Ecc.tia scrivano de ratione ala despesa p.ta.
Adi p.o de Marzo VIII Ind.e 1550 per tutto l’ultimo del medesimo mese.
A fran.co Malvito de Lipari per salme quaranta cinque de calce portata da Patti et venduta per questa R.ia fabrica a ragione de tari quattro la salma de la moneta de Sicilia, quali redutti a moneta de Regno son duc.ti sidici tari uno et gr. sidici dico 16 – 1 – 16.
A fran.co de Bastiano als gambagrossa de Lipari per salme trentotto e meza de calce portata da Patti et venduta per questa R.ia fabrica a la ragione sopra ditta et sono de moneta de Regno duc.ti tridici tari quattro et gr. dui cor. dico 13 – 4 – 2.
30 – 0 – 18 ½.
(f. 314v)
A fran.co de Bastiano retroditto als gambagrossa de Lipari per salme quarantasei e meza de calce portata da Patti et venduta per questa R.ia fabrica a la ragione sopra ditta et sono de moneta de Regno duc.ti sedici tari quattro et gr. deci cor. dico 16 – 4 – 10.
A fran.co Malvito de Lipari per salme undeci e meza de calce portata da Patti et venduta per questa R.ia fabrica a ragione de tari quattro la salma de la moneta de Sicilia, quali redutti a moneta de Regno son duc.ti quattro et gr. deceotto dico 4 –0 – 18 ½.
A fran.co de Bastiano als gambagrossa de Lipari per salme quarant’una e meza de calce portata da Patti et venduta per questa R.ia fabrica a la ragione sopra ditta et sono de moneta de Regno duc.ti quindici et gr. novi cor. dico 15 – 0 – 9.
Al m.co Jacobo Mal’herba Architettor de questa R.ia fabrica de Lipari duc.ti deci per sua provisione del presente mese dico 10 – 0 – 0.
A me Julio Cesare Bacchino per l’off.io de scrivan de ratione in ditta R.ia fabrica duc.ti setti cor. per mia provisione del presente mese dico 7 – 0 – 0.
Al Mag.co Giorgio Hurtado pagator alla despesa de ditta R.ia fabrica duc.ti sei cor. per sua provisione del presente mese dico 6 – 0 – 0.
A Geronimo del Valle monitionero et soprastante in ditta R.ia fabrica duc.ti dui tari dui et gr. deci correnti per sua provisione del presente mese dico 2 – 2 – 10.
A Lorenzo de Saravia scrivano sopra ditta R.ia fabrica per tener li cunti appartati per il Mag.co S.or Comissario duc.ti tre cor. per sua provisione del presente mese dico 3 – 0 – 0.
11 – 2 – 10.
30 – 0 – 18 ½.
53 – 0 – 17 ½.
94 – 4 – 6.
(f. 318r)
Cedula di pagamento fatto per lo Mag.co Baldassar Conill R.io Th.ro de Calabria Ultra et in sua absentia et suo nome per mano del Mag.co Giorgio Hurtado, deputato per lo sopra detto M.co Th.ro pagatore Th.ro q. in la Città de Lipari per le despese se fano in la fortificatione de me Julio Cesare Bacchino deputato per lo Mag.co S.or Duca de Mont.ne per or.e de sua Ecc.tia scrivano de ratione ala despesa p.ta.
Adi p.o de Aprile VIII Ind.e 1550 per tutto l’ultimo del medesimo mese.
A fran.co Malvito de Lipari per salme cinquanta cinque e meza de calce portata da Patti et venduta per questa R.ia fabrica a ragione de tari quattro la salma de la moneta de Sicilia, quali redutti a moneta de Regno son duc.ti vinti et gr. deci setti e meza dico 20 –0 – 17 ½.
A mastro Angelo Bene Incasa de la Cava capo mastro in questa R.ia fabrica duc.ti trecento cor., et se li son pagati a suo bon cunto, deli quali ne ha pagato mastri e manipoli che per lui son andati a la R.ia fabrica preditta dico 300 – 0 – 0.
A fran.co Malvito de Lipari per salme cinquantadue e meza de calce portata da Patti et venduta per questa R.ia fabrica a ragione de tari quattro la salma de la moneta de Sicilia, quali redutti a moneta de Regno son duc.ti decinovi et gr. otto e mezo cor. dico 19 – 0 – 8 ½.
339 – 1 – 6.
(f. 318v)
A fran.co de Bastiano als gambagrossa de Lipari per salme trentanovi de calce portata da Patti et venduta per questa R.ia fabrica a la ragione sopra ditta et sono de moneta de Regno duc.ti quattordici e gr. deceotto cor. dico 14 – 0 – 18.
Al medesimo fran.co de Bastiano als gambagrossa de Lipari per salme cinquanta setti e t.a dodeci de calce portata da Patti et venduta per questa R.ia fabrica a la ragione sopra ditta et sono de moneta de Regno duc.ti vint’uno cor. dico 21 – 0 – 0.
A fran.co Malvito de Lipari per salme sessanta e t.a quattro de calce portata da Patti et venduta per questa R.ia fabrica a ragione de tari quattro la salma de la moneta de Sicilia, quali redutti a moneta de Regno son duc.ti vint’uno tari quattro et gr. undeci cor. dico 21 – 4 – 11.
A Nardo Piacente de Lipari per salme trenta setti e t.a tre de calce potata da Patti et venduta a questa R.ia fabrica a ragione de tari quattro la salma dela moneta de Sicilia quali redutti a moneta de Regno son duc.ti tredici tari tre et gr. dui cor. dico 13 – 3 – 2.
A fran.co Malvito de Lipari per salme cinquanta quattro de calce portata da Patti et venduta per questa R.ia fabrica a ragione de tari quattro la salma de la moneta de Sicilia, quali redutti a moneta de Regno son duc.ti decinove tari tre et gr. tre cor. dico 19 – 3 – 3.
90 – 1 – 14.
(f. 319r)
A Nardo Piacente de Lipari per salme vinticinque de calce portata da Patti et venduta a questa R.ia fabrica a ragione de tari quattro la salma dela moneta de Sicilia quali redutti a moneta de Regno son duc.ti nov et gr. tredici cor. dico 9 – 0 – 13.
A fran.co de Bastiano als gambagrossa de Lipari per salme quaranta cinque e t.a dodeci de calce portata da Patti et venduta per questa R.ia fabrica a la ragione sopra ditta et sono de moneta de Regno duc.ti sidici tari tre e gr. quattro cor. dico 16 – 3 – 4.
A fran.co Malvito de Lipari per salme cinquanta due e meza de calce portata da Patti et venduta per questa R.ia fabrica a ragione de tari quattro la salma de la moneta de Sicilia, quali redutti a moneta de Regno son duc.ti decinove et gr. otto e mezo cor. dico 19 – 0 – 8 ½.
Al Mag.co Jac.o mal’herba Architettore in d.ta R.ia fabrica duc.ti deci cor. per sua pro.ne del presente mese dico 10 – 0 – 0.
A me Julio Cesare Bacchino per l’off.io de scrivan de ratione in ditta R.ia fabrica duc.ti setti cor. per mia provisione del presente mese dico 7 – 0 – 0.
61 – 4 – 5 ½.
(f. 319v)
Al Mag.co Giorgio Hurtado pagator alla despesa de ditta R.ia fabrica duc.ti sei cor. per sua provisione del presente mese dico 6 – 0 – 0.
A Geronimo del Valle monitionero et soprastante in ditta R.ia fabrica duc.ti dui tari dui et gr. deci correnti per sua provisione del presente mese dico 2 – 2 – 10.
A Lorenzo de Saravia scrivano sopra ditta R.ia fabrica per tener li cunti appartati per il Mag.co S.or Comissario duc.ti tre cor. per sua provisione del presente mese dico 3 – 0 – 0.
11 – 2 – 10.
(f. 324)
Cedula di pagamento fatto per lo Mag.co Baldassar Conill R.io Th.ro de Calabria Ultra et in sua absentia et suo nome per mano del Mag.co Giorgio Hurtado, deputato per lo sopra detto M.co Th.ro pagatore Th.ro q. in la Città de Lipari per le despese se fano in la fortificatione de me Julio Cesare Bacchino deputato per lo Mag.co S.or Duca de Mont.ne per or.e de sua Ecc.tia scrivano de ratione ala despesa p.ta.
Adi p.o de maggio VIII Ind.e 1550 per tutto l’ultimo del medesimo mese.
A m.ro Angelo Bene Incasa dela cava capo m.ro de questa R.ia fabrica de Lipari duc.ti deci cor. pagati a lui de contanti et vano a suo bon cunto dico 10 – 0 – 0.
A fran.co de Bastiano als gambagrossa de Lipari per salme vinti sei de calce portata da Patti et venduta a questa R.ia fabrica à ragione de tari quattro la salma de la moneta de Sicilia quali redutti a moneta de Regno sono duc.ti novi tari due et gr. cinque cor. dico 9 – 2 – 5.
A fran.co Malvito de Lipari per salme cinquanta una de calce portata da Patti et venduta per questa R.ia fabrica a ragione de tari quattro la salma de la moneta de Sicilia, quali redutti a moneta de Regno son duc.ti diciotto tari due et gr. quattordici cor. dico 18 – 2 – 14.
A Nardo Piacente de Lipari per salme trenta de calce potata da Patti et venduta a questa R.ia fabrica a ragione de tari quattro la salma dela moneta de Sicilia quali redutti a moneta de Regno son duc.ti deci tari quattro et gr. undici cor. dico 10 – 4 – 11.
48 – 4 – 10.
(f. 324v)
A m.ro Angelo Bene Incasa dela cava capo m.ro de questa R.ia fabrica de Lipari duc.ti vinticinque cor. pagati a lui de contanti et vano a suo bon cunto dico 25 – 0 – 0.
A fran.co de Bastiano als gambagrossa de Lipari per salme cinquanta quattro e t.a setti de calce portata da Patti et venduta per questa R.ia fabrica a la ragione sopra ditta et sono de moneta de Regno duc.ti decinovi tari tre e gr. decinovi e mezo cor. dico 19 – 3 – 19 ½.
A fran.co Malvito de Lipari per salme cinquanta sei e meza de calce portata da Patti et venduta per questa R.ia fabrica a ragione de tari quattro la salma de la moneta de Sicilia, quali redutti a moneta de Regno son duc.ti vinti tari due et gr.quattordici cor. dico 20 – 2 – 14.
A fran.co de Bastiano als gambagrossa de Lipari per salme cinquantotto e t.a quattro de calce portata da Patti et venduta per questa R.ia fabrica a la ragione sopra ditta et sono de moneta de Regno duc.ti vintiuno e gr. decisette e mezo cor. dico 21 – 0 – 17 ½.
A fran.co Malvito de Lipari per salme cinquanta sei e meza de calce portata da Patti et venduta per questa R.ia fabrica a ragione de tari quattro la salma de la moneta de Sicilia, quali redutti a moneta de Regno son duc.ti vinti tari due et gr.quattordici cor. dico 20 – 2 – 14.
Al Mag.co Jac.o mal’herba Architettore in d.ta R.ia fabrica duc.ti deci cor. per sua pro.ne del presente mese dico 10 – 0 – 0.
117 – 2 – 14.
A me Julio Cesare Bacchino per l’off.io de scrivan de ratione in ditta R.ia fabrica duc.ti setti cor.
(f. 325r)
per mia provisione del presente mese dico 7 – 0 – 0.
Al Mag.co Giorgio Hurtado pagator alla despesa de ditta R.ia fabrica duc.ti sei cor. per sua provisione del presente mese dico 6 – 0 – 0.
A Geronimo del Valle monitionero et soprastante in ditta R.ia fabrica duc.ti dui tari dui et gr. deci correnti per sua provisione del presente mese dico 2 – 2 – 10.
A Lorenzo de Saravia scrivano sopra ditta R.ia fabrica per tener li cunti appartati per il Mag.co S.or Comissario duc.ti tre cor. per sua provisione del presente mese dico 3 – 0 – 0.
18 – 2 – 10.
48 – 4 – 10.
117 – 0 – 5.
184 – 2 – 5.
(f. 328r)
Adi p.o de Junio VIII Ind.e 1550 per tutto l’ultimo del medesimo mese.
A Nardo Piacente de Lipari per salme vintitre e meza de calce potata da Patti et venduta a questa R.ia fabrica a ragione de tari quattro la salma dela moneta de Sicilia quali redutti a moneta de Regno son duc.ti otto tari dui et gr. quindici cor. dico 8 – 2 – 15.
A fran.co malvito de Lipari per salme cinquanta due de calce venduta per questa R.ia fabrica alla ragione sopra ditta quali redutti a moneta de Regno son duc.ti deciotto tari quattro et gr. undeci cor. 18 – 4 – 11.
A fran.co de bastiano als gambagrossa de Lipari per salme sessanta quattro de calce venduta per questa R.ia fabrica ala ragione sopra ditta, quali redutti a moneta de regno son duc.ti ventitre tari uno et gr. setti e mezo dico 23 – 1 – 7 ½.
A m.ro Angelo Bene Incasa dela cava Capo mastro de questa R.ia fabrica duc.ti quattro cor. li quali per lui si pagano a m.ro Jo: battista tagliapetra et vanno a suo bon cunto dico 4 – 0 – 0.
53 – 3 – 13 ½.
(f. 328v)
A fran.co de bastiano als gambagrossa de Lipari per salme sessanta otto e meza de calce portata da patti et venduta per questa R.ia fabrica ala ragione preditta quali redutti a moneta de Regno son duc.ti vintiquattro tari quattro et gr. deci et mezo cor. dico 24 – 4 – 10 ½.
A fran.co Malvito de Lipari per salme trenta due de calce venduta per questa R.ia fabrica ala ragione sopra ditta, quali son de moneta cor. duc.ti undici tari tre et gr. quattro dico 11 – 3 – 4.
A me Julio Cesar Bacchino per l’off.io de scrivan de ratione di questa R.ia fabrica duc.ti setti cor. per mia provisione del presente mese dico 7 – 0 – 0.
Al Mag.co Giorgio Hurtado pagator alla despesa de questa R.ia fabrica duc. sei cor. per sua provisione del presente mese dico 6 – 0 – 0.
A Geronimo del Valle monitionero et soprastante in ditta R.ia fabrica duc.ti dui tari dui et gr. deci correnti per sua provisione del presente mese dico 2 – 2 – 10.
A Lorenzo de Saravia scrivano sopra ditta R.ia fabrica per tener li cunti appartati per il Mag.co S.or Comissario duc.ti uno tari tre et gr. setti e mezo, quali son in parte dela sua provisione de la presente mesata, et lo restante a suo complimento de duc.tre non se li è pagato à causa che dele due millia duc.ti dela presente annata non c ‘è più denari et similmente si resta à pagare la presente mesata allo Architettore per la causa preditta dico 1 – 3 – 7 ½.
53 – 3 – 12.
54 – 3 – 13 ½.
108 – 2 – 5 ½.
Note
[i] ASV, Reg. Lat. 1785, ff. 232-233.
[ii] “Lipare, la quale città sempre si mostrò fedele a i Re di Napoli da quali per ricompensa ottenne grandissimi privileggi di franchezze, ultimamente del mese di Luglio del 1544 fu distrutta col ferro, e col fuoco da Ariadeno Barbarossa Capitano dell’armata del Turco, ma fu in un subito rifatta da Carlo V”. Mazzella S., Descrizione del Regno di Napoli, Cappelli 1601, p. 153.
[iii] Il “Relevio delo Ill.o S.r q.o donno Ant.o de Aragonia Duca de Montealto” del 1544” documenta le perdite subite dal feudatario l’anno precedente. Nel “Quinterno”delle entrate fatto da Guglielmo de Alimeno e consegnato il 27 aprile 1544 al mag.co Alfonsio Riccho di Napeli si legge: “Le intrate de rigio sono vendute a bast.no pizzim.ti duc.ti duicento trenta cinq. q.li sono la baglia la decima del pisa et lo scannagio de d.ta cita, lo anno passato sene hebe solam.te duc.ti quaranta cinq. per la destruccion de ditta cita. ASN. R.C.S. Relevi, b. 348, f.83.
[iv] Mafrici M., Squillace e il suo castello nel sistema difensivo calabrese, Barbaro Ed., 1980, p. 92.
[v] Il 23 ottobre 1555 il luogotenente di Vicerè Bernardino de Mendoza inviava alla Regia Camera un inserto contenente il privilegio concesso all’università di Reggio dal re Filippo (II), datato “aliamptone Regni Angliae 24 julii 1555”. Il re prendeva atto del privilegio a suo tempo concesso dal precedente regnante e rinnovava all’università di Reggio per altri dieci anni l’esenzione dalle funzioni fiscali e da qualsiasi altra contribuzione ordinaria e straordinaria di qualsiasi genere e per qualsiasi causa, a partire dal giorno della scadenza della esenzione ventennale. ASN, Tesorieri e Percettori Vol. 4087 (ex 485) an. 1564/ 1565, f. 43.
[vi] ASN, Dip. Som. 197, ff. 194 – 287.
[vii] “…. l’anni passati à tempo si principiò la fabrica del castello novo in la marina della città de Reggio il fiume che sboccava in quel loco acciò non impedisse ne quastasse d.a fab.a fu divertitoli et dato l’altro corso et il loco per dove caminava restò vacuo et da d.o tempo in qua è stato occupato dall’infr.tti part.ri d’essa città …”. ASN, Tesorieri e percettori di Calabria Ultra, Vol. 558/4162, ff. 89, 191 sgg.
[viii] Nel 1553 Giacomo Malerba interveniva direttamente ridefinendo il bastione Don Pedro di Crotone. Infatti un corriere veniva inviato a Napoli al Sig. Don Loysio de Toledo per portar ad sua Signoria il designo novo ha fatto Jacomo Malerba de lo sponton de la Capperina”. F. Strazzullo, Architetti e ingegneri napoletani dal ‘500 al ‘700, Benincasa 1960, pp. 217 – 218.
[ix] ASN, Dip. Som. 197, ff. 288 – 329.
Creato il 10 Settembre 2018. Ultima modifica: 11 Settembre 2018.