Il Monastero di San Giovanni in Fiore a metà Seicento
Relatione dello Stato del Mon.ro di San Gio. in fiore della Congreg.ne Cisterciense di Calabria e Basilicata. In conformità della Constitut.e della Santità di N. S. Papa Innocentio X.mo.
Il Monast.o di San Giovan. In fiore dell’ord.e Cisterciense situato nella terra che dal p.to mon.ro, et abb.a trahe il suo origine San Giovan Infiore s’appella, li suoi cittadini, alla med.a Abb.a, e Sig.r Abb.e Commend.o sono subditi e vassalli, e di p.nte sta commendata all’Emmin.mo Sig.r Card.e Rocci, e nella Diocese di Cosenza sta ascritto.
La primera sua habitatione fu grandiosa per quanto le rovine istesse dimostrano, anzi molte case di partic.ri cittadini sopra gli edifitii antichi et anco congionte ad esse, edificate si vedono.
Il p.to Mon.o è in un angolo della p.ta Terra nella parte inferiore e per una strada publica dell’habitatione di essa viene disgionto.
Fu fondato, et eretto dall’Abb.e Gioachino ma dell’anno preciso non se have docum.to, si trovano però alcuni privileggii come d’Henrico sexto Imp.re sotto il di 12 di Marzo nell’anno 1195 che dice attendendo l’honestà e religione di Gioachino Gen.le Abb.e di San Giovan in Fiore constituimo perpetuam.te per redent.e dell’anima n.ra cinq.ta aurei Bizantini sopra l’entrata della salina di Netho la quale è nel territorio di S.a Severina, la quale rendita di p.nte anco si possiede dal p.to Mon.o.
Vi sono anco altri privileggii della Reggina Costanza e di Federico Imp.re nell’anno 1208, e nell’anno 1221 nelli quali appare la donatione di molti beni, e territorii, che la p.ta Reggina, et Imp.re a contemplat.ne del sud.o Abb.e Gioachino per la redent.ne delle loro anime e per mantinim.to del culto Divino donarono volendo che il p.to Mon.o, Religiosi e beni siano sempre nella loro Imperiale e Regale protett.ne e li p.ti beni et assignam.ti di presente anco sono nel dominio e proprietà della sud.a Abb.a e Sig.r Abb.e Commend.o.
Vi è anco un altro privileg.o di Centio del tit.o di San Lorenzo in Lucina della S. R. Chiesa Prete Card.e e della S. a Sede Ap.lica Legato sotto la data del mese di marzo nell’anno 1200 sotto il Pontificato di Papa Innocentio III che andando in Sicilia e passando per Calab.a a nome di sua Santità e della S.a Apostolica Sede conferma il p.to Mon.o dell’abb.e Gioachino preso conf.e all’Istituto del suo Ord.e e concede ad esso Abb.e et suoi success.ri e Religiosi molte gratie.
Have la chiesa il tit.o et Invocat.ne di San Gio. Batt.a e dell’antica struttura ma non di quell’antica magnificenza di lamie et ornam.to per le rovine grandiss.me patite con la mancanza del culto Divino, et abandono di Religiosi per l’introdutt.ne delle Commende.
Conoscendo e considerando il Concilio Lateranense e successivam. la S.ta di molti Sommi Potefici l’immenso danno che proveniva alle chiese e mon.rii commendati per la mancanza de Religiosi e per il mancam.to del culto Divino, per il mantenimento et accrescimento del quale si erano invano disposti li benefattori largamente a donare e concedere tanti beni si rtisolsero d’emanare m.te constitutioni come Pio Papa 4 nell’anno 1563 Pio Papa V nell’anno 1569 Gregorio Papa XIII nell’anno 1574 et Sixto V nell’anno 1596 con le quali espressam.te commandarono anzi con rigorossime pene ordinarono che dalli S.ri Abbati commendatarii si riedificassero li p.ti Mon.rii e si assignasse la 3.a parte delle rendite alli Monaci Cisterciensi li quali dovessero ripigliare li p.ti Mon.rii introducendovi in essi novam.te il debito Div.no culto et il competente num.ro di Religiosi con espressa facolta che ritrovandosi alcuno di essi occupato da Relig.si mendicanti prestam.te si discacciassero da quelli o pure ripigliassero l’habito d’essi Cister.si e dopo il spatio d’un anno emitessero la professione prestando all’Abb.e Generale, et a tutti gli altri Sup.ri la dovuta obed.a e rever.a, celebrando il Divino Officio conforme all’uso Cisterc.se e confermandosi in tutto e per tutto all’Istituti reg.ri del med.o ord.e.
In virtù delle p.te Constit.ni cominciossi a ripigliare li p.ti Mon.rii commendati tutti diruti, ma non altrimen.te assignorno la 3.a parte delli frutti di ciasc.a Abb.a e mon.ro ma q.lla parte, che meglio a loro piacque e così da med.mi Monaci al meglio che si potette si riedificorno alcune stanze per l’habitatione e così anco si preparorno le chiese.
La p.ta chiesa di p.nte è tutta restorata, et abbellita stante il legato fatto dall’Emin.mo Ubaldino b.m. con sua intonicatura, soffitti et altri abbellimenti è di lunghezza palmi 182 e di larghezza palmi 39 vi è il suo altare Maggiore magnificamente ornato congionta ad essa chiesa vi è la sacristia restorata et abbellita come di sopra e con la pietà di benefattori per la continuatione del culto divino e con la buona edificatione e fatiche de Religiosi sono costrutte in essa tredici cappelle di molta devotione, nelle quali si celebrano le sante messe e tra le altre ve ne sono due molto magnifiche e di somma devotione l’una è del nostro Padre San Bernardo e l’altra delle Santissime insigni Reliquie che si conservano in d.a chiesa nella quale per l’intiera sua dispositione e bellezza altro non vi manca che l’ornam.to et acconcio delle solite costumate sedie de monaci nel choro che di presente si trova con banchi ordinarii e vi è anco un belliss.mo organo nuovamente construtto. Nella pred.ta chiesa continuam.te si celebrano e si cantano li Divini officii conforme alle feste occorrenti e quotidianam.te si canta la Santa Messa Conventuale conforme all’Istituti della Religione e si esercita l’osservanza regolare. Congionta ad essa chiesa vi è l’habitatione de Monaci, nella cui parte inferiore vi è il chiostro triangolato, due parti del quale sono ornate di belle historie sacre de miracoli del nostro glorioso Padre San Bernardo e l’altra parte è remasta imperfetta per le carestie e danni successi in questi anni delle revolutioni del Regno. Vi è il Capitolo dove si canta la Preciosa e si rendono le colpe. Per l’intiero ornam.to e necessità del detto chiostro non vi manca altro che il pavimento e la pittura remasta imperfetta come di sopra et anco nel mezo del cortile di esso chiostro è necessarissima una cisterna d’acqua per comodità, e bisogni del monast.o e Religiosi, essendo di p.nte constretti con scomodità e spesa prendersi di fuori.
Nell’istessa parte inferiore vi sono molte stanze, et officine, cucina, refettorio nuovo, dispensa, cantina et altre comodita necessaria et una spetiaria per li bisogni occorrenti della infermita.
Per una scala si sale a dui Dormitorii fabricati sopra l’antiche rovine del pred.o Monastero, nelli quali vi sono tredici stanze nelle quali si habita. Di sopra il medesimo chiostro vi sono modernamente fabricati altri Dormitorii che vengono doppi e nelli quali vengono construtte altre otto camere e per le perfectione delle sudette camere vi mancano li pavimenti, li muri tra mezi, li soffitti, l’intonicatura, le porte e le fenestre per mancamento di dinari e manca ancora il pavimento a doi corridori che sono sopra il medesimo chiostro.
Non si have documento ne memoria se vi fosse prefisso alcun num.o de Religiosi e servienti stante che per le successione e varietà de Sig.ri Abbati Commendatarii e molto più per le rovine successe nell’edificii per la mancanza de Monaci si sono disperse molte scritture, privilegii et documenti antichi di presente vi habitano di famiglia sacerdoti num.ro 6 chierici num.ro 2 conversi professi num.ro uno, servienti num.ro cinque cioè D. Emanuele Pelusio del Castelluccio Abb.e de Monaci, D. Silvestro Negro di Noya Priore, D. Paulo Pozella di San Giovanni Infiore cellerario, D. Antonio Vertunno di Chiaromonte sacerdote, D. Marcellino Biondi di Altomonte sacerdote, D. Hilarione Fittipaldi di Lauria sacerdote, fra Giuseppe della Vigna di San Gio. Infiore chierico, fra Luc’Ant.o Greco di Scigliano chierico, fra Mattheo Martorano del Castelluccio converso, Lorenzo Barberio di Aprigliano serviente e Francesco Pesce del Castelluccio serviente oltre di questi vi sono ancora Gio. Thomase Salustro di San Gio. Infiore, che attende a carreggiare aqua dalle fontane al Mon.o per il servit.o necessario di essi Monaci e casa al quale si somministra il vitto e vestito solamente Fra Domenico Malandrino de Cacchuri oblato, che avendo per li servitii nella campagna Egidio d’Ayello del Castelluccio Molettiero, che con il mulo et altri animali conforme al bisogno attendea carreggiare legna e l’altre cose necessarie per servitio e comodo di esso Mon.o Cola di Urso di San Gio. Infiore massaro, che attende all’arte del campo con li bovi, Gioseppe Barberio di San Gio. infiore che attende alla cultura e custodia d’un Podere che si chiama il Vordò che è Grancia antica del pred.o monast.o con chiesa, e casa e Cesare Barberio di Pietrafitta che custodisce quelle poche vaccine che da quindici anni in circa si sono introdutte per maggior utile, et commodo del predetto monastero.
L’assignatione fatta de beni per la sostentatione de religiosi e pesi è come siegue.
Nell’anno 1570 in virtù delle soprad.e Constitutioni Pontificie dalli Sup.ri del nostro Ord.ne si venne in accordo con Bernardino Rota all’hora commend.o per publico Instrumento e constitui per il vitto, vestito et altre cose necessarie alli Religiosi commoranti in detto Mon.o D. 220 passò nell’istesso anno a miglior vita il pred.to Bernardino Rota commendat.o e fu conferita la commenda all’Eminentiss.o Cardin.e Santoro alias de S.ta Severina b.m. e volendo metter in esecut.ne il concordato fatto col suo predecessore assignò li pred.ti D.ti 220 nel modo che se dirà appresso in alcuni beni e con essi due Grancie con chiese e case: l’una chiesa e casa è nel podere chiamato Il Vordò nella terra di Caccuri distante da esso Monast.ro per spatio di sei miglia sotto l’Invocat.ne e titolo di San Giacomo Apostolo; l’altra Grancia con chiesa e casa è situata nel territorio della Terra di Rocca di Neto dove la pred.a Abb.a possiede molti beni et è distante dal pred.o Mon.ro per spatio di sedeci miglia sotto l’Invocatione di Santa Maria della Terrata con patto e condit.ne che essi Religiosi celebrassero e facessero celebrare la santa messa nella predettae chiese.
L’assignatione della sud.a Grancia di S.a Maria delle Terrate non fu altro che la pred.a chiesa et una casa con un pezzo di terreno d’una tumulata e meza all’uso del Regno, acciò vi potesse fare una vigna et in quel tempo la pred.a chiesa era servita da uno Heremita. Molti anni sono conoscendo li Religiosi di questo Mon.o che la manutentione della pred.a chiesa era molto spesosa con mantenervi anco un cappellano per farvi celebrare la Santa messa senza havere assignam.to de beni con li quali si potesse sopportare tal peso condescendettero che il loro capit.o vi provvedesse d’alcuno religioso che ivi comorasse e cosi con la buona edificat.ne et assistenza di Religiosi con la devotione de popoli e benefattori si è ampliata quella Grancia la quale è ridotta in forma di monast.o con alcuni beni et elemosine continuate conforme ampiamente si vede nella relat.ne e parte del detto luogho di Santa Maria delle Terate. Furono assignati D.ti sessanta di Regno sopra l’introiti e resposta della Grancia, e Podere chiamata San Martina de Canale con patto e conditione nell’istesso Instrumento, che volendo esso Sig.r Abbate Commend.o per qualsivoglia causa revocare a se medes.o e ripigliarsi la med.a Grancia e Podere liberam.te che fosse lecito, et in tal caso fosse tenuto et obligato assignare e fare assignare alli R.di Padri del detto Mon.o presenti e futuri li pred.ti >D.ti sessanta delli potiori beni della detta commenda et abbatia.
Si continuò il possesso della pred.a Grancia e resposta delli detti docati sessanta per tutto il tempo che visse il pred.o Eminentiss.o Sig.r Card.e de Santa Severina commendata.o et anco per molti anni, che visse Monsig.r Alfonso Pisani Arcivesc.-o della detta città di Santa Severina, che fu suo nepote e success.re nella medesima commenda et Abbatia: successe poi a costui l’Eminentiss.o Ubaldini b.m. e li suoi Ministri de fatto spogliorno li predetti Religiosi della detta Grancia e resposta delli detti D.ti sessanta senza donarle, ne farle donare l’assignam.to. et equivalente di essi in virtù del sopracitato Instrumento con manifesto aggravio e danno et insino al presente restano totalmente spoliati di essi annui docati sessanta.
Item assignò altri D.ti sessanta, li quali devono pagarsi per ciascun’anno dalli SS.ri Officiali Reggii sopra la salina di Neto nel territorio di Santa Severina, ne giamai da questi e dalli Reggii Arrendatori si riceve l’intiera sodisfatt.ne, e quel poco che si have, e con molte spese di ordini, e provis.ni Reggie di Napoli; di modo che fatto il calculo solam.te delli sei anni in conformità della pred.a Constit.ne Ap.lica in molte, e diverse volte si sono ricevuti docati 48 che l’un’anno per l’altro sono docati 24 – 3 –6 e gli altri si vanno deperdendo per la renitenza delli predetti ministri et arrendatori docati 24 – 3 – 6.
Item assignò la Grancia del Vordò dove si trova fundata una chiesa sotto l’invocatione di San Giacomo Apostolo con una casa come di sopra con quantità di terreni vacui, vigne et oliveto per annui docati cento, li quali si vanno percipendo l’un’anno per l’altro con l’aggregatione e compra fattavi d’alcuni altri terreni contigui per un legato fatto da un benefattore duc.ti 100.
Di modo che l’assignatione fatta per li predetti ducati 220 come di sopra alla Mensa Monacale delli beni del predetto Monast.o come ridoto di presente è ridotta a ducati 124 – 3 – 6.
Item possiede un territorio chiamato Armirò, il quale fu comprato da Monsig.r Alfonso Pisano Arcivesc.o di Santa Severina, e Commendatario di detta Abbadia con dinari pervenutri nelle mani di esso Commendatario dalla vendita fatta d’alcuni alberi inutili del bosco della Grancia di San Martino di Canale, la quale Grancia fu per prima assignata dal Sig.r Cardinale Santoro alias de Santa Severina alli predetti Religiosi come di sopra, et assignata alla mensa monacale per accrescersi il numero di sacerdoti se ne riceve l’un’anno per l’altro ducati D.ti 75.
Item possiede un altro territorio chiamato Vallone delle case e con altri nomi similmente comprato come di sopra con dinari del sudetto bosco da esso Monsig.re Pisano commendatar.o per accrescimento del culto Divino, e numero de Monaci rende l’un’anno per l’altro per il pascolo ducati D.ti 33.
Item riceve per resposta di frumento chiamato germano che in esso si sementa l’un’anno per l’altro ridotto in dinari D. 20.
Item essendo contigui al predetto territor.o molti boschi di pini da otto anni a questa parte si è introdotta da essi Religiosi una serra per segare tavole dalli predetti pini, e dedotte le spese l’un’anno per l’altro se ne riceve d’utile ducati D. 35.
Item di presente possiede bovi num.ro undeci, li quali sono impiegati nel servitio della detta serra, l’esercitio della quale s’adopra solamente per mesi sette , e si riceve dall’utile di detti bovi l’un’anno per l’altro ducati D. 35.
Item suole ricevere l’anno per l’altro per vendita di frutti piantati e coltivati nel.a pred.a Grancia del Vordò ducati D. 6.
Item sole ricevere dalla vendita delle frondi di celsi lasciati per legato fatto da Not.o Pietro Giovanne Oliverio per una messa la settimana nella cappella di San Carlo fondata nella chiesa di detto Mon.o l’un’anno per l’altro ducati D. 3-10.
Item possiede un territor.o chiamato Lacane pervenuto ad essi Religiosi con obventioni di diversi benefattori e sarà da dodeci tumulate in circa, e si riceve l’un’anno per l’altro per rendita del pascolo ducati quattro, e quando si sementa e con li bovi del monast.o et il frumento che si riceve serve per parte del vitto de Religiosi dico ducati D. 4.
Item possiede dentro il territorio di Lacone alcuni celsi le fronde di quali l’un’anno per l’altro rendono ducati D. 7.
Item possiede un horto congionto al detto Monaster.o nel quale vi erano molte fabriche dirute per l’antica habitatione et il detto horto anco le fu assignato dal Sig.r Abb.e Commendatar.o nel precitato Instrumento et havendolo li pred.ti Religiosi ridotto in cultura e remosso tutte quelle fabricaccie, e pietre, et piantato molti celsi si riceve dal detto horto, e frondi di celsi l’un’anno per l’altro ducati D. 16.
Item possiede un altro horto con alcuni celsi contiguo al pred.o loro horto ad essi Religiosi assignato dalli benefattori della cappella Santiss.mo Rosario fundata nella pred.a chiesa per celebratione d’una messa la settim.a rende l’un’anno per l’altro ducati D. 5.
Item possiede una vigna chiamata la civitella contigua alla predetta Grancia del Vordò comprata con li dinari pervenuti da un benefattore per legato fatto, che si erigesse una cappella sotto l’invocatione di San Domenico nella detta chiesa, la quale già sta eretta, e s’affitta l’un’anno per l’altro ducati D. 3 –2- 10.
Item possiede un territorio chiamato Caria comprato con li dinari del medesimo Benefattore per il legato fatto della detta cappella di San Domenico et l’un’anno per l’altro rende ducati D. 15.
Item possiede un territorio pervenuto ad essi Religiosi da un Benefattore da tumulate dieci in circa nel loco detto Acoretto nel quale per ogni tre anni si sementa in esso un certo frumento chiamato germano e nell’istesso tertio anno si ricevono otto tumuli del medesimo frutto, che ridotto in dinari e raguagliati gli anni sei sono l’un’anno per l’altro ducati D. 1 – 3-
Item possiede un altro territorio nel loco detto placi da tumuli tre incirca nel quale per ogni tre anni si semina in esso il medesimo frumento chiamato germano e di esso frumento si ricevono tre tumuli per ogni tre anni e raguagliati all’anni sei sono per ciascun’anno carlini D. 0 –3 –
Item possiede un altro territorio chiamato l’olivaro pervenuto ad essi Religiosi per legato fatto da un Benefattore, acciò del frutto di esso si celebrino tante messe nella cappella di San Michele Archangelo e s’affitta l’un’anno per l’altro docati D. 4.
Item possiede una spetiaria eretta nel detto monast.o dall’anno 1642 con vasi e cose necessarie per occurrenti infermità di essi religiosi e fameglia mentre per prima erano constretti mandare in città et terre forastiere lontane con incomodo, e pericolo grande, vi esercita da spetiale secolare e detratte le medecine della fameglia et altre spese necessarie si riceve l’un’anno per l’altro ducati D. 25.
Item possiede un annuo censo sopra una possessione chiamata Canginati di ducati D. 5.
Item riceve da diversi benefattori per la celebratione di molte messe imposte da essi settimana per settimana alle sopradette capelle erette dalli detti nella medesima chiesa annui ducati D. 25.
Item riceve l’annuale elemosina del sale concessa dalla Maestà Catholica a Religiosi e detratte le spese et il vitto necessario suol cavare dall’avanzo l’un’anno per l’altro ducati D. 2.
Item raguagliati li predetti anni sei suol cavare d’obventione di messe manuali di funerali e d’altre elemosine incerte l’un’anno per l’altro ducati D. 35.
Item possiede pecore num.ro 453 confuse grandi, e picciole le quali si sono donate in affitto da sei anni incirca a diverse persone e si è ricevuto dal detto affitto l’un’anno per l’altro D.ti 39.
Item possiede animali porcini confusi maschi e femine grandi e piccioli num.ro 39 apprezzati da huomini esperti per ducati quaranta donati in guadagno conforme all’uso del paese ad un particolare, che li custodisce e governa e detratte le spese se ne riceve l’un’anno per l’altro l’utile et il comodo della fameglia della carne salata e saggime e di questi non si fa ne introito ne uscita.
Item possiede vacche num.ro 29 confusamente grandi e piccole introdotte da alcuni anni per servitio e commodo del detto Monast.ro et per non esser ancora accresciute a num.ro grande detratta la spesa de pascoli, et anco le mortalità di presente se n’have ricevuto e si riceve l’utile e comodo per il mantinimento delli bovi destinati alla serra delle tavole conforme si è notato di sopra et anco per il mantinimento delli bovi destinati alla massaria seu arte del campo et il latticinio ha servito in parte del comodo della fameglia. Item possiede una cavalla, un cavallo et un mulo per servitio di d.o mon.ro.
Item possiede altri bovi num.ro quattro destinati alla coltura della massaria seu arte del campo dalla quale si sogliono havere l’un’anno per l’altro tumuli 130 di diversi vettovagli li quali consumandosi per parte del vitto della fameglia non si pone ad introito in dinari.
All’incontro il detto Monast.ro ha peso di messe perpetue ogn’anno num.ro 736 et Anniversarii num.ro
Item ha peso di messe temporali ogn’anno ad arbitrio delli Benefattori delle dette Cappelle construtte in detta chiesa num.ro 136 delle quali vi sono messe cantate per ciascun’anno nume.ro 36.
Le sudette messe tanto perpetue e temporali, quanto manuali e quotidiane che pervengono alla predetta chiesa sino al presente giorno sono tutte adempite.
Per elemosina di ciascuna Messa si suol dare un carlino di moneta di regno.
Item è gravato di resposta d’un canone ogn’anno di grana dicisette 0 –0 –17
Item ha debito di annue contributioni al Padre Procuratore Generale dell’Ordine in Roma di annui ducati D.ti 15.
Item ha debito d’annue prestationi alla Cassa Comune per il vestiario et altre spese occorrenti al Padre Presidente della Congregatione annui doc.ti D.ti 12.
Item ha debito per la visita annuale D.ti 1-2-10.
Item ha debito per il viatico del Padre Presidente, che si destina dal Padre Generale per ogni quattro anni per superintendere al Capitolo Provinciale, e raguagliati li detti anni quattro sono per ciascun anno duc.ti D.ti 3.
Item per li cibarii del detto Capitolo l’un’anno per l’altro ducati D.ti 2.
Item per la sacristia, cere et per la musica nel giorno solamente della festività del Glorioso Precursore S. Gio. Batt.a un’anno per l’altro duc.ti D.ti 18.
Item ha di spesa ordinaria del vitto senza il grano, vino, et altre cose raccolte ne beni del monast.ro mentre che il grano si raccoglie dalla massar.a che si fa con li suoi bovi, e di esso si tiene conto solamente della quantità che si riceve, e che si consuma, ma non del prezzo, che si vende, e si compra, e così anco del vino, comprendendosi ancora in detta spesa di vitto li passaggi et alloggi de superiori, di tutte le persone ecclesiastiche, d’officiali e d’altri secolari, la quale hospitalità è continuata essendo la predetta terra e Monast.ro in luogo di continuo passaggio ne di queste spese si tiene nota particolare, mentre, che si cibano dellìistesse cose, delle quali si fa la dovuta e competente provisione ogni anno, cumulando dunque ogni cosa che si compra per il detto vitto con dinari contanti si calcula che viene confusamente a raggione di docati dieci per ciascuna bocca, e ridotta la detta spesa a diecisette bocche come di sopra sono l’un’anno per l’altro ducati D.ti 170.
Item per vestiari di Religiosi, servienti et oblati,che sono numero 17 a raggione di docati quindeci l’Abbate doc.ti 13, il Cellarario docati dodeci per ciascun sacerdote docati dieci per chierico e per converso docati sei l’oblato et altri docati sei per ciascun serviente e docati tre per vestire ordinariamente quello che carreggia l’acqua in tutto docati D.ti 127.
Item per salario al Molettiero docati quindeci
Al Massaro, che fa l’arte del campo e massaria docati diecisette. Al Custode e Garzone della Grancia del Vordò docati sedici. Al Vaccarello docati dieci in tutto docati D.ti 58.
Item per il Medico ogn’anno D.ti 5
Item per il Barbero 2-2-
Item per la lavandara 2-2-10
Item per opere nel sementare, zappoliare, mietere, scognare, et altre cose occorrenti alla massaria seu arte del campo l’un’anno per l’altro ducati 17.
Item per acconcimi della botte nel cellaro per putare, zappare, refondere, ompalare, e ligare le vigne, piantare nuovi propagini, vendegnare, carreggiare il musto, e per altre opere necessarie, e bisognanti nel Podere, e Grancia del Vordò, la quale è distante per spatio di sei miglia dal detto mon.o, l’un anno per l’altro ducati D.ti 40.
Item al Cappellano che celebra la Santa Messa in tutte le Domeniche e feste de precetto nella chiesa della detta Grancia del Vordò per ciascun’anno ducati D.ti 10.
Item per ferro, che si compra ogn’anno per servitio dell’animali et massaria, per il m.ro ferraro, per li finimenti, e mantinimento delli detti animali destinati al servitio del Monast.ro e fameglia l’un’anno per l’altro ducati D.ti 16.
Item per le spese ordinarie di biancherie mobili di casa, vasi, et altre robbe di cucina, del furno, del Refett.rio, e simili l’un’anno per l’altro ducati D.ti 12.
Item ha debito contratto per necessarie reparationi fatte in fabriche in tetti, in un nuovo Refettorio et in altre necessità da pagarsi per una sol volta tantum ducati D.ti 170.
Noi Infratti col mezo del n.ro giuram.to attestiamo d’haver fatto diligente inquisi.ne e recognittione dello stato del soprad.o Monastero e che tutte le cose espresse di sopra sono vere e reali e che non si è tralasciato d’esprimere entrata, uscita, o peso di esso Monastero che sia pervenuta alla n.ra notitia.
Et in fede habbiamo sottoscritto la presente di n.ra prop.a mano e segnata col solito siggillo di questo ven.le monastero di San Gio. in Fiore, questo di 7 di marzo 1650.
Io D. Emanuele Pelusio Abb. e affirmo
Io D. Silvestro Nigro sacerdote affirmo quanto di sopra
Io D. Paulo Pozella sacerdote affirmo q.nto di sopra.
Creato il 10 Febbraio 2015. Ultima modifica: 24 Febbraio 2015.