Paesaggi crotonesi: La sorgente “bellissima”, il piccolo porto e la torre “fortissima” del Mariello
“Dall’altra parte verso tramontana vi è un’altra fontana in uno luoco particolare, che si chiama il Mariello, et questo nome l’è proprio, perche vi è un piccolo porto dove possono stare alcuni vascelli: quest’acqua è bellissima ancora, che perciò pochi anni sono, et in questa fontana, et in quella sopra detta Scifo sono fatte due nuove torre fortissime per guardia di tutto questo capo, et terri convicine à spese della Regia Corte, come sono per tutta la riviera del Regno … nel mezzo (di detto capo) si và pianamente calando, come in una fossa, dove ci è una fontana d’acqua bonissima; et è tanto capace questo luoco, che possono starvi dentro cinquanta cavalli, et ducento huomini imboscati senza essere visti si chiama volgarmente la fossa dello Lupo, dove li Crotonesi sogliono fare imboscate à Turchi, quando vengono à mettere in terra in questo capo per acqua, ò per fare carne, perche sempre vi trovano animali à pascolare, et ne riportano sempre la vittoria i nostri, ò di Turchi schiavi, ò di robbe, et qualche volta dell’istesse galeotte, conforme alla occasione, che vi sopragiunge.”[i]
Lo sbarco turco
Dalla cronaca di Nicola Giovanni Basoino, parroco di S. Salvatore: “Nel qual tempo, che stava detta SS. Immagine nel detto Capo nella sudetta sua Chiesa dal detto anno 1519 del mese di Giugno arrivorno al detto lido due Galee di Turchi, che furono intanto le prime, che alle nostre marine comparvero, e si fermorno al Marinello, poco distante dalla detta chiesa … quella presero e portorno con gran tumulto, gridando tutti ad alta voce sopra il luogo, ov’erano dette Galee, propriamente sopra la Balza di detto Marinello, dove fecero (siccome apertamente fu visto) una massa di legni e frasche secche, sopra la quale posero detta SS. Immagine per brugiarla …”.[ii]
Pietra e calce dal “mariyello”
Durante la costruzione delle nuove fortificazioni della città di Crotone, al tempo del vicerè Don Pedro de Toledo, il porticciolo del “Mariyello” è più volte citato. Esso è il luogo di arrivo e di carico delle barche che fanno la spola tra il capo Nao e la marina e porto di Crotone. Da esso parte gran parte della pietra utilizzata per costruire le nuove mura della città e del castello.[iii]
Sempre in questi anni è attiva in località “Mariyello” una calcara. La calce, dopo essere stata misurata, è imbarcata e portata a Crotone, per essere impiegata nella costruzione delle mura e dei baluardi.[iv]
La costruzione delle torri
Dopo aver visitato la marina tra il fiume Tacina ed il Capo delle Colonne, il governatore della provincia de Calabria Ultra, Don Herrico de Mendocza, e l’ingegnere militare Vincenzo de Rosa, stabilirono che, per difendere il litorale dalle incursioni turchesche, bisognava costruire le seguenti regie torri: “… una nella fiumara de tacina con spesa di ducati 4000: un altra in la care de dragone e vallone de Reytano con spesa de ducati 2500: un altra nella cala de posteriore per il preczo ut supra de ducati 2500: un altra nella scalea delle castelle per il preczo ut supra de ducati 2500: un altra nella cala porcella per il preczo ut supra de ducati 2500: un altra in lo luoco chiamato sbarcaturo per il preczo ut supra de ducati 2500: un altra in lo luoco chiamato cafengira cala de molo et acqua delli burghi rossi per il preczo ut supra de ducati 2500: un altra nel monte chiamato Alfiero per il preczo ut supra de ducati 2500: un altra nella cala dela cesa e delle candelle per il preczo ut supra de ducati 2500: un altra nel luogo chiamato schifo e capo de piczicarolo per il preczo ut supra de ducati 2500: un altra nel capo delle colonne dove se dice lo mareyello per il preczo ut supra de ducati 2500 …”.[v] Il progetto fu approvato e fu emanato il bando di appalto per la costruzione delle torri.
Il bando
“Banno da Parte della Sacra Regia Maestà et della sua Regia Camera dela Summaria.
Per che li mesi passati la predetta Regia Camera in nome dela prefata regia Maestà fe publicare banni per la nova edificatione dele quattordici turri cioè tridici di esse dalo fiume di tacina fino al Capo dele Colonne et un altra nel fiume di neto dela provintia di Calabria Ultra deliberarnesi una per una.
Per tanto se notifica ad ciascheduna persona che volera pigliare lo partito de fare dette torri compara nella detta Regia Camera ad dare sua offerta che essendo conveniente se accetterà et de poi se assignerà la giornata per l’allumarse dela candela et liberarsi al più offerente con declaratione però che chi ha partito dela Regia Corte o ha fatto plegiaria ad altri partitarij o partecipa in simili o altri partiti de Corte non possa offerire ne fare offerire per supposita persona et oltre de cio haverà da essere approbato dal regio Architetto et prima de allumarsi la candela si ha d’haver relatione dal architetto a che preczo et fra che termine si possano fare. Datum Neap. die 14 mensis februarii 1596. – Don Petrus de Castellet.”[vi]
La costruzione della torre del Marrello
L’otto novembre 1600, presso il notaio Annibale Juzzolino in Catanzaro, Minico de Messina di Crotone stipula un contratto con la Regia Corte per l’appalto dei lavori di costruzione della torre del Marrello in località Nao in territorio di Crotone. Il contratto prevede la costruzione della torre a ragione di carlini 27 la canna di fabbrica e di ducati quattro la canna di cavamento più altre clausole e condizioni.
Ritrovandosi impedito, sia per infermità che per altri motivi, di eseguire l’opera come e nei modi pattuiti, il 10 ottobre 1602 il Messina cede l’appalto della torre allo spagnolo Alonso Corrales, abitante in Crotone e persona esperta e molto facoltosa, il quale dispone di mezzi finanziari tali da fare da garante per la costruzione dell’opera, ed all’esperto mastro fabricatore Renso Pecoro di Crotone. Questi ultimi si impegnano a costruire la torre con gli stessi patti e condizioni sottoscritti dal Messina.
Il Messina all’atto di cessione si assicura che tutta l’opera fatta, sia di cavamenti che di fabbrica, come anche di materiali che si trovano nella torre, che erano stati eseguiti fino alla stipula del nuovo contratto, vadano in suo beneficio. Inoltre, poichè il Messina al tempo che ebbe l’appalto “fece molte spese di scripture, perdita di tempo, et altri interessi”, si conviene che i nuovi conduttori Alonso Corrales e Renso Pecoro debbano versargli ducati 50, dai primi denari che perverranno per la torre. Tuttavia, nel caso che la Regia Corte non accetti la cessione dell’appalto, il Messina rimane obbligato ad assistere di persona alla fabbrica, mentre il Corrales ed il Pecoro si obbligano a pagargli le giornate a ragione di carlini tre e mezzo il giorno, finché l’opera non sarà portata a compimento.[vii]
I documenti
Minico de Messina, partitario della torre delo Marrello, che si edifica in territorio di Crotone in località Nao, subappalta la torre al benestante spagnolo Alonso Corrales ed al mastro fabricatore Renso Pecoro di Crotone.
“Anno D.ni 1602. Reg(nan)te. Die vero decimo mensis octobris p(rim)ae Ind(ictioni)s. In Civ(ita)te Crotonis.
Nos fatemur. quod eod… In n(ostr)a p(rese)ntia p(ersonalite)r constituti Alonso Corrales hyspano et incola p(raedic)tae civ(ita)tis et Renzo Pecoro eiusdem civ(ita)tis agentibus ad infratta pro se ipsis/ parte ex una et mag(ist)ro Minico de Missina p(raedic)tae civ(ita)tis agente ad infratta pro se ip(se) parte ex altera. le p(raedic)tae ambe parte asserirno come hogi p(raedic)to di detto m(agistr)o Minico ha renunciato ceduto et relasciato alli p(redic)ti Alonso et Renzo il partito dela torre del Marrello ch’esso tene con la reg(i)a Corte loco detto Nao, con tutti q(ue)lli patti et conventioni che li ha fatto detta reg(i)a Corte in virtu d’instrumenti et capitoli, come appare per contratto sopra ciò fatto per mano di me p(redic)to not(ar)o hogi p(redic)to di, al quale volsero s’habia relatione, e perche detto m(agistr)o in tempo hebe detto partito fece molta spesa di scripture perdita di tempo, et altri interessi, percio si sono convenuti che per dette spese, et interesse essi Alonso et Renzo havessero pagato et sodisfatto a detto m(agifi)co Minico d(oca)ti cinquanta, cosi come hogi p(redic)to di esso Alonso et m(agistr)o Renzo innante ad noi presentialiter per la c(aus)a p(redic)ta pagorno numerorno, et consignorno al detto m.o Minico p.nti recipienti et imburzanti d.ti cinquanta di moneta di proprii dinari di detto Alonso per conto di dette interesse et dani che detto m.o Minico ha patito in havere detto partito ut s.a renuntiato, con conditione pero che in casu detto partito per alcuna c.a dala reg.a corte fosse levato ad essi novi conduttori, et restasse et ritornasse ad esso Minico in tal casu detto m.o Minico promese restituire a detti Alonso et Renso detti d.ti cinq.ta e con cond.ne anco che esso Alonso li p.ti d.ti cinq.ta se li possa reinburzare in suo benefitio dali primi danari che li perveneranno dela torre p.ta di servitio faciendo da essi Alonso et Renso o danari antecipati quia sic et in casu che la reg.a corte volesse et ordenasse che il p.to partito restasse ad esso m.o Minico non obstante il detto novo partito et renuntia, esso m.o Minico in casu p.to sia obligato assistere di persona nel servitio et partito p.to in fabricare et li p.ti Alonso , et Renso siano obligati pagarli sue giornate tantum a ragione di carlini tre et mezo il giorno, insino si finera detta torre, et non altro, et l’utile che pervenerà di detta fabrica et partito o Dio guardante danno siano in utile benefitio et danno deli p.ti Alonso et Renso et promiserunt p.ntem contrattum habere ratum et non contravenire …
P(rese)ntibus pro testibus. Ottavio Piczuto reg.o ad C., J. Octavio de Nola, Jo Matteo caparro, Cola Joe Jacomino, Joe Petro Laportella, Oratio Scarnera.”
“Anno D.ni/ 1602 Reg.te/ Die vero decimo mensis octobris Prime Ind.s In civ.te Crotonis.
Nos/ fatemur/ quod eode./ In n.ri p.ntia p.r constituti mag.ro Minico de Missina partitario or.e r.a curia turris delo marrello, q. edificatur in terr.o Crotonis loco dicto Nao, agente ad infrata/ pro se/ parte ex una, et Alonso Corrales hispano et incola civ.tis Crotonis, et mag.ro Renso Pecoro eiusdem civ.tis agentibus ad infrata/ pro se ipsis/ et uno quoq. in solidum, parte ex altera.
Predictus quidem mag.er Minicus sponte coram nobis asseruit qualitermente l’anni passati in virtu di pubblici incanti piglio il partito con la Regia Corte di edificare et fare la torre del marrello nel territorio di Cotrone loco detto Nao a ragione di carlini vintisette la canna di fabrica, et a ragione di ducati quattro la canna di cavamento et con altri patti, conventioni et capituli conforme appare per istrumento sopra cio stipulato per mano del qm. notaio Aniballe Juczolino di Catanzaro sub die octavo mensis novembris 1600 in civitate Catanzarii, al quale volse si abia relatione et s’intenda incluso et inserito nel presente instrumento e perche esso m.o Minico si ritrova impedito di infermita et altre cose che l’obstano, per le quali non puo con quella diligenza che si richiede eseguir et portare in perfectione detta opera, conforme è obligato e con prestecza, percio s’è convenuto il detto partito di torre et di fare et edificare detta torre cederlo, renuntiarlo et relasciarlo al p.to Alonso Corrales come persona diligente prattica experta et facultosa et al p.to Renso Pecoro come mastro fabricatore experto similmente et prattico, li quali con ogni sollicitudine et diligenza faranno detto servitio et volendo ad effetto portare detta loro deliberatione, hogi preditto di fatta assertione p.ta il p.to m.o Minico di Messina sponte cedio, relasciò et refutò et per titulo di cessione et relaxatione concesse haver a detti Alonso Corrales et m.o Renso Pecoro presenti recipienti et stipulanti pro se ipsis il p.to partito di edificare, finire et portare in perfectione la p.ta torre del marrello con tutti et qualsivoglia patti, legi, conditioni, conventioni, clausole, renuntie, exemptioni, capitoli, franchezze, pene, obligationi et iuramenti, ch’esso l’ha pigliato et fatto et convenuto con detta regia corte in virtu del p.to instrumento, ponendo detto Minico detto Alonso et m.o Renso nel loco, grado et privilegio suo, et constituendoli procuratori siccome in cosa propria cedendo alli p.ti ogni sua ragione et actione che ad esso m.o minico compete et puo competere per la p.ta edificatione in virtu di detto instrumento non perservandosi esso m.o Minico cosa alcuna per conto di detto edifitio et partito, et con l’infratti conventioni/
– Che tutta l’opera che sera fatta in detta torre tanto di cavamenti, come di fabrica, et cosi anco li materiali che si ritrovassero in detta torre insino questo presente giorno tutti siano e vadino in benefitio utile et comodo di detto m.o Minico.
Item che deli danari che la detta regia corte havesse pagato al detto m.o Minico tanto antecipati come per qualsivoglia modo di mesure o di altra manera sia obligato esso m.o Minico darne chiaro et lucido conto, et cavarne indenni et inlesi etiam ante dannum passum alli p.ti Alonso et m.o Renso, et alloro refare et resarcire tutti danni spese et interesse che per causa p.ta patissero o potessero patire delo quale interesse si resti a semplice assertione con juramento di detti Alonso et m.o Renso.
Item che tutta l’opera et servitio che da hogi innanti si fara in detta regia torre et partito dali p.ti Alonso et Renso novi partitari vada in utile, commodo et benefitio di essi novi partitarii et cosi anco tutti li danari antecipati che si devono pagare in virtu di detti capitoli et instrumento tanto per via di antecipatione come per conto di mesure o per qualsivoglia altro avantagio et modo tutti cedano et siano in utile commodo et benefitio deli p.ti Alonso et m.o Renso.
Item si conveneno che detto m.o Minico in tempo si faranno le mesure et pagamenti tanto di antecipationi come di servitio et opera fatta sia obligato comparere innante il luocotenente del thesoriero et farse pagare detti danari di antecipatione, o di opera fatta da hogi innante, et siano in benefitio di essi Alonso et Renso, alli quali esso m.o Minico sia obligato far procura in generale o in particolare come bisognera a ricevere et recuparare dette somme di danari ut. s.a quali restino in benefitio di essi Alonso et Renso, ad elettione et volunta di essi novi conduttori.
Item conveneno che detti Alonso et Renso in solidum prometteno et s’obbligano fare et finire detta opera et partito di torre conforme li capitoli et instrumento p.ti et conforme detto m.o Minico è obligato, promettendo cavare indenne et inleso a detto m.o Minico per detta causa et ad esso restituire tutti danni spese et interesse che per detta causa patisse esso m.o Minico deli quali si ne stia a semplice assertione et juramento di detto m.o Minico.
Item si conveneno che in casu bisognasse che detto m.o Minico havesse ad uscire fuora di Cotrone, per differenze di detta torre o in Monteleone o Catanzaro o altre parti fuora di detta citta, detti Alonso et Renso promesero pagare carlini sette il di ad esso m.o Minico, e meczo per cavalcatura sua persona et per ogni altra cosa, sibene per dentro la citta non siano obligati pagarli cosa alcuna ma che sia obligato comparere come partitario in ogni differenza ch’occoresse tanto innante il luocotenente del thesoriero come sopraintendente di dette torri et innante ogn’altro offitiale et fare alli p.ti Alonso et Renso procure bastanti senza impedirli in cosa alcuna, et per magior cautela il detto m.o Minico consignò innante ad noi lo p.to instrumento p.mentionato del partito p.to con la regia corte promettendoli anco consignare ogni altra scriptura che in suo potere si trovasse in favore di detto partito.”[viii]
Alcuni lavori alla torre
La torre regia del Marrello sarà in seguito chiamata anche “Mariello”, “Miriella”, “Mariella”, “Nao” ecc. Nel 1754 per rafforzare la vigilanza delle marine, si emana il bando per la costruzione della nuova torre di guardia o fortino a Capo Rizzuto e per riparare le regie torri di “Mariello”, Scifo, Capo Rizzuto e Castella, secondo il piano elaborato dall’ingegnere militare Adamo Romeo.
Il bando fu emanato in piazza a Crotone il 20.10.1754, ma solo il 27.4.1755 i lavori furono aggiudicati ad una società composta dal mastro fabbricatore M. Messina e dai mastri ferrari D. D’Oppido e L. Lucente, i quali si impegnarono a riparare le torri di Scifo, Capo Rizzuto e Castella, ed a costruire la nuova torre di Capo Rizzuto, secondo il disegno dell’ingegnere Adamo Romeo e seguendo le istruzioni dell’ingegnere Pietro Sbarbi.[ix]
La torre detta “Mariella” sarà invece riparata dalle maestranze addette alla costruzione del nuovo porto di Crotone. Infatti, tra il gennaio ed il marzo 1756, durante la costruzione del porto e molo di Crotone, il mastro Pietro Asturelli, come sostituto pagatore del regio tesoriere, fece alcuni pagamenti in favore del capo peone Dionisio Alfì “per l’importo delle giornate vacate dalli maestri muratori, e manuali negli accomodi necessari della torre detta di Mariella”.[x]
Note
[i] Nola Molise G. B., Cronica dell’antichissima e nobilissima città di Crotone, 1649, pp. 64-65.
[ii] Juzzolini P., Santuario di Maria SS. del Capo delle Colonne in Cotrone, Cotrone 1892, pp. 14-15.
[iii] “Con la barca dela corte patronizata per frabitio de marco mercori dela petra delo mariyello (ASN, Dip. Som. Fs. 196, fslo 4, agosto 1542, f. 120); “con la barca dela corti patronizata per jac.o badolato viaggi mercori dela petra de matteo man.so de santa S.na allo mariyello” (Ibidem, ff. 120, 153).
[iv] “Addi XXIIII Aprilis 1543. Ad m(ast)ro ant(oni)o politi de cotroni per haver portato addi VIII Jan(ua)rii 1543 una barcata de calce con la barca de ditto m(ast)ro ant(oni)o patronizata per bb. de bonalti de regio dela calcara delo mariyello mesurata et descarricata allo sponton ditto petro nigro et addi XI ditti un altra barcata et alli 22 ditti un altra barcata con ditta barca che sonno tre barcati et uni barcata sonno tt.a 400 et fanno summa de tt.a 1200 non se have pagato per il passato a causa che steva in deposito dela calce che havea de portar donno frabbicio piccolo et comp(agn)i de cotroni ad complim(en)to dela meta deveano portare li ditti previti et comp(agn)o al presente se pagano D. 28 – 4 -0.” ASN, Dip. Som. Fs. 187, II, flo 3 ff. 165-166.
[v] ASN, collaterale negotiorum camere vol. 9, f. 24.
[vi] ASN, Sommaria Bannorum, vol. 16, pp. 49r-49v.
[vii] ASCZ, Notaio J. Galatio, Fs.1602, ff. 350-352.
[viii]ASCZ, Notaio J. Galatio, Cotrone 10.10.1602, Fs. 1602, ff. 350-352.
[ix]ASCZ, Busta 1125, anno 1755, ff. 60-81.
[x] ASN, Dip. Som. Fs. 521, fslo 1, ff. 2-3.
Creato il 9 Marzo 2015. Ultima modifica: 16 Gennaio 2022.